WonderLondon
Ebbene sì, questa volta a Londra il week-end è stato all’insegna del surreale.
Siamo partiti con due zaini pieni di cappelli, parrucche, ciglia finte e glitter… Dopo essere sopravvissuti ai controlli in aeroporto, dove avevano scambiato il “macina-pepe” per una bomba artigianale e alla rottura di una bottiglia di olio d’oliva di chissà chi nella stiva della navetta Aeroporto – Victoria Station, siamo arrivati al nostro hotel dove finalmente abbiamo potuto disfare i nostri “zaini-guardaroba”.
Già, mi stavo dimenticando … questo viaggio è stato un regalo, una sorpresa, una pensata di quella mente “insana” di Franz.
Per cominciare, aveva prenotato uno spettacolo per la stessa sera nel Wonder Ground a Southbank, una zona sempre più frequentata e viva, un quartiere in ascesa. Lo spettacolo, “Limbo” , è stata una sorta di circus-cabaret, allestito sotto un tendone, nel quale gli attori-acrobati si sono esibiti con ironia in numeri straordinari, da lasciare a bocca aperta; uno spettacolo tra paradiso e inferno da gustare con un buon bicchiere di Sidro o di “Ale”.
Il giorno seguente ci spettava un altro scenario: il festival del fumetto e non ci saremmo accontentati di visitarlo… noi volevamo farne parte, diventare dei Cosplay!
Franz, predisposto ai lavori manuali e creativi ha passato intere notti non solo a costruire i costumi, ma anche a studiarne il trasporto… viaggiavamo nella tube con un cappello in gomma crepla alto 1 metro nello zaino e un “macinapepe” in una custodia di pelle dall’aria sinistra.
Ma, dato che la Convention si teneva nei pressi di Greenwich, non potevamo, da viaggiatori quali siamo, non passare per il Royal Observatory, dove c’è il Meridiano “Zero”.
Abbiamo preso il battello da “Waterloo Pier” fino a “Greenwich Pier”(con la Oyster Card si ha uno sconto) dove siamo approdati nei pressi della Cutty Shark (una nave varata nel 1869 e ora preservata all’asciutto sul molo). Nei pressi c’è un edificio di forma circolare che ospita l’entrata del Tunnel pedonale che, passando sotto al Tamigi, porta all’Isola dei Cani. Proseguendo oltre abbiamo raggiunto il mercato, dove ci siamo fermati per uno spuntino: ci sono bancarelle che propongono ogni tipo di street food internazionale, ancora di salvezza per ogni viaggiatore affamato, dai “baozi” cinesi (panini cotti al vapore ripieni di carne o verdure, che io adoro!) al “pad-thai”thailandese, al riso e noodles vietnamiti, al bacon inglese. Il quartiere nasce come sviluppo residenziale di rigenerazione urbana ed è distante anni luce dalla frenesìa della City. Arriviamo al Parco di Greenwich che si estende verso sud fino al quartiere di Blackheath. Sulla cima della collina si trova il Royal Observatory, dove passa il Meridiano Zero, all’interno c’è un museo con un importante numero di strumenti astronomici e di navigazione, oltre ad una mostra steampunk. Ovviamente foto di rito con i piedi sulla linea del meridiano!
Non contenti della tube e del battello, decidiamo di provare un altro mezzo di trasporto: la “Thames Cable Car” o Emirates Air Line che in meno di 10 minuti da O2 Arena porta all’ExCel London, con vista mozzafiato sul Tamigi. Abbiamo così raggiunto agevolmente l’area fieristica che per tre giorni ospitava la manifestazione MCM COMIC CON, dove c’era la possibilità di acquistare oggetti da collezione, Anime, Manga, Trading Card, DVD, giochi, fumetti, di giocare con i videogiochi più nuovi sul mercato e la possibilità di vedere cosplay.
Siamo entrati per cambiarci e truccarci in un bagno piuttosto stretto e ne siamo usciti nelle vesti di Alice Madness e del Cappellaio Matto.. eravamo entrati nel mondo delle meraviglie!
Franz con il suo enorme cappello, le lenti gialle ed i mini cappellini alla cintura ha ricevuto parecchi apprezzamenti, si faceva fotografare come un divo! Io, con la lama vorpale ed il macinapepe mimavo le acrobazie di Alice Madness…ci sentivamo davvero parte di un videogioco!
Alla fiera c’erano parecchi cosplay anche se la manifestazione vera e propria con la premiazione ci sarebbe stata il giorno dopo.
Non sono appassionata di videogiochi come Franz, ma mi sono resa conto che il legame tra le due forme d’arte, cinema e fumetto, da’ vita a spettacoli straordinari! Disegnatori, fumettisti e sceneggiatori hanno fatto da padroni alla kermesse.
Siamo rimasti fino all’ora di chiusura e poi abbiamo ripreso la tube verso l’hotel, non prima di prenderci una pinta, del resto come dicono gli inglesi … “Guinness is Good For You”.
Il giorno seguente avremmo dovuto subire un’altra trasformazione…
Come Doctor Who avremmo fatto un viaggio indietro nel tempo all’interno di una red telephone box fino all’Ottocento: Ladies and Gentlemen … Welcome to Burlesque!
Ebbene sì, per il secondo anno volevamo essere presenti al “London Burlesque Festival” organizzato da Chaz Royal presso Conway Hall in Lion Square.
Essendo l’hotel non molto distante abbiamo deciso di andarci a piedi … io con parrucca nera stile Bettie Page, ciglia finte e “trampoli” rossi, Franz con baffetti di glitter e cappellino da marinaretto.
E’ vero che gli inglesi sono un po’ stravaganti, ma passeggiando per i marciapiedi di quel tranquillo quartiere, non è che sembravamo due persone troppo “a piombo”!
Arrivati nella Hall siamo stati accolti da “burlesquine” che avevano già allestito degli espositori con cappellini, nipple tassels, corpetti, guanti, tutti gli accessori che fanno del burlesque non solo una forma di spettacolo, ma una fonte d’ispirazione per la moda.
Il British sense of humour dei sudditi di Sua Maestà Britannica ben si sposa con questa forma d’arte e il gusto estetico retrò, condito con una buona dose di seduzione, crea una sorta di femminilità sofisticata e al tempo stesso ironica. I love Burlesque!
Mentre Franz girava tra gli espositori per cercare ispirazione per nuove creazioni, io mi sono cimentata in uno stage con Betty D’Light che faceva vedere nuove mosse alle apprendiste burlesquine, davvero divertente!!
Durante la pausa abbiamo deciso di andare in un pub lì vicino e prendere il “full english breakfast”, più che una colazione, un pranzo: uova, bacon, salsicce, funghi, pomodori grigliati, fagioli stufati accompagnati da fette di pane tostato.
Ne abbiamo approfittato poi per fare una passeggiata nel quartiere di Bloomsbury, nome associato al Bloomsbury Group, un gruppo di artisti e intellettuali (come la scrittrice Virginia Woolf,) che si riuniva nelle case private della zona nei primi anni del XX secolo. Questo quartiere di una bellezza disinvolta accentuata da giardini e hotel di epoca vittoriana, ci ha fatto immergere in un clima da paesino, nel pieno centro di Londra.
Siamo rientrati alla Conway Hall per assistere ancora a qualche spettacolo; ormai il palco era sommerso di glitter e paillettes.
La sala avrebbe riaperto la sera per il Gran Galà finale e noi dovevamo riposarci un po’ prima di ritornare al “Tempio del Cabaret”, così siamo rientrati all’hotel.
Pioveva un fascio di luce sui nostri zaini. Tutto intorno, a terra abiti, abiti da cambiare, abiti da animare, da mettere, sostituire…togliere. Per noi, burattini e burattinai tutto é possibile. In fondo, il Burlesque, non é questo?