Winter trek, emozioni in sella tra Mondovì e Vicoforte

Un'avventura a cavallo alla scoperta del territorio Monregalese
Scritto da: martir81
winter trek, emozioni in sella tra mondovì e vicoforte
Partenza il: 28/12/2012
Ritorno il: 30/12/2012
Viaggiatori: 1
Spesa: 500 €
28 dicembre 2012

È dall’anno scorso che voglio fare il trekking invernale a cavallo organizzato da Bruno e Andrea di Lurisia e finalmente si parte! Già preparare i bagagli fa un po’ parte del viaggio no? Quindi in realtà questo diario comincia già ieri: per prima cosa tiro giù dall’armadio il mio fedele zaino da campeggio e poi comincio a fare mente locale… Dunque, quanti cambi mi servono? Due… e poi la roba da cavallo, pantaloni, magliette, felpa di pile, calze belle calde, casco e ghette naturalmente e la roba per la notte, la trousse del bagno, la macchina fotografica, il marsupio e il coltellino… non si sa mai. Cosa manca? Le scarpe! Le scarpe sono fondamentali: due paia… scarponcini da trekking e scarpe da ginnastica. Poi un paio di jeans, quelli ci vogliono sempre. I gatti mi scrutano un po’ incuriositi e un po’ impauriti mentre sistemo tutto sul letto prima di riporlo nello zaino spuntando una mentale checklist. Chiudo lo zaino e lo carico già in auto… così domani non ci penso più!

Stamattina partenza alle 8.30… in realtà è dalle 6 che i mici stanno giocando sul letto quindi ho tutto il tempo per prepararmi… e riempire un bicchierone termico da viaggio, che mi porto sempre in macchina quando devo viaggiare di prima mattina, con latte e caffè bollente. Ok… sono pronta: prima tappa Mondovì. Mi fermerò lì una notte perché la partenza per il trekking è alle 8.30 e non voglio rischiare di arrivare in ritardo partendo direttamente da Parma.

È una bellissima giornata e mi stupisco a dover mettere gli occhiali da sole. In autostrada tante auto cariche di sci legati sul portapacchi e bambini sui sedili posteriori.

Una delle parti più belle del viaggio è quando ci si avvicina a Torino prima di prendere lo svincolo per Savona… proprio davanti a noi si vedono le montagne… le Alpi innevate che si stagliano sul cielo azzurro e allora capisco perché la Paramount ha scelto proprio il profilo del Monviso per il suo simbolo.

Ancora un’oretta ed ecco l’uscita per Mondovì… come al solito la “signorina” del navigatore mi fa fare la strada che sarà anche “la più breve” ma sicuramente è quella tutta tornanti e strettissime curve. A Mondovì ho prenotato una camera in un graziosissimo B&B in un palazzo storico del ‘200. La proprietaria è una signora molto affettuosa… non affettata… sinceramente ospitale e sorridente pronta ad ascoltare qualsiasi esigenza particolare con un sorriso aperto ed entusiasta! Appena entrata in camera sembra di essere in una casa delle bambole: copriletto con un motivo di rose…abat-journ decorate con un grazioso pizzetto rosa e un piccolo baldacchino argentato sul letto.

Giusto il tempo di sistemare gli ingombranti bagagli e poi esco a fare un giro per esplorare il centro storico. Il B&B si trova nella zona Piazza, il nucleo più antico del paese medioevale con una bella chiesa, tanti vicoletti stretti e misteriosi e un bel Belvedere con una vista mozzafiato. Da qui parte anche la funicolare che porta alla zona più bassa, moderna e residenziale del comune. Da dodici anni ormai vivo in una grande città come Parma, una città che offre tutto, è vero, ma tutte le volte che visito un paesino come questo, uno dei tanti borghi come c’è ne sono tanti in Italia, tanto ammirati dai turisti tedeschi e giapponesi quanto bistrattati dagli abitanti Italiani, penso a quanto mi manchi questa dimensione così familiare dove la proprietaria del B&B è la moglie del proprietario del bar sotto l’orologio della piazza che si chiama Carlo, dove ogni ora senti i rintocchi delle campane della chiesa e lo senti che sono proprio campane vere e dove c’è una piccola trattoria dove il proprietario fa tutto in casa, si spende poco e anche se ci vai da sola non ti senti in imbarazzo perché l’ambiente è così familiare…

29 dicembre 2012

Mi sveglio di buon’ora… devo lasciare Mondovì Piazza e raggiungere Lurisia, dove abbiamo appuntamento alle 8.30 per caricare i cavalli sul trailer e raggiungere uno spiazzo poco distante dove dopo una breve spazzolata provvederemo a sellare e organizzare le bisacce…le nostre guide hanno pensato proprio a ogni cosa… per cui a ognuno viene consegnato un sacchetto con panino, acqua, frutta e un dolcetto tipico fatto di nocciole e miele tra due ostie, ma prima di partire ci aspetta una gradita colazione a base di focaccia ligure portata da Chiara (una delle guide) e caffè. Prima di partire la nostra guida-organizzatore Bruno fa un breve breafing in cui ci spiega il percorso che in realtà sarebbe stato studiato per un paesaggio innevato e invece la giornata è limpida, la temperatura decisamente non rigida e non si vede un fiocco di neve da giorni. Ci muoviamo rigorosamente in sezione come d’abitudine… i cavalli sono soprattutto avellignesi (Bimba, Darka, Lora, Melak), che formano i binomi con Martina, Alessia, Stefano e Vale, mentre il cavallo guida, montato da Bruno, è Lady, una femmina un po’ ombrosa ma instancabile, sicura e generosa. Poi c’è Pippo, lo monto io (cavallino decisamente versatile ex saltatore, ex cavallo da endurance, ora cavallo da passeggiata a tempo pieno), Logan, montato da Francesco, Milly, giovane bardigiana di Giorgia e Lady, mezzosangue araba (unica infiltrata) che è venuta da Bergamo con il suo proprietario Giovanni apposta per il trekking. Ormai conosco bene questi cavalli: Bruno, suo fratello Andrea e le loro guide li hanno allenati e addestrati fin dagli anni ’80 per avere cavalcature affidabili, esperte su sentieri e percorsi di montagna, ma anche con tanta voglia di divertirsi… cavallini generosi e instancabili sicuri per i principianti e divertenti per cavalieri più esperti. Lungo la strada che si svolge principalmente in sentieri immersi nei boschi incontriamo un monastero isolato dove i religiosi si dedicano soprattutto all’apicoltura e infatti scorgiamo decine di arnie immerse nel verde, diversi essiccatoi per le castagne ormai abbandonati, vecchie capanne di pietra a testimonianza di quanto siano antichi questi sentieri.

Raggiunto un punto panoramico al termine di una bella salita possiamo scorgere il Santuario di Vicoforte, caratterizzato dalla cupola ellittica più grande del mondo… la giornata è davvero limpida e tersa. Per pranzo ci fermiamo in una piccola radura al sole. Leghiamo i cavalli a una pianta proprio come in un film d’avventura e apriamo i nostri sacchetti… ne approfittiamo per chiacchierare e goderci il panorama delle montagne innevate. Riprendiamo il cammino per fare subito una breve pausa caffè nel bar di una piccola frazione che ci costringe a fare una piccola deviazione… naturalmente i nostri fedeli cavallini ci aspettano pazienti fuori dal bar legati a una ringhiera. E’ davvero inusuale vedere una decina di cavalli perfettamente sellati che aspettano i cavalieri fuori da un bar, ma questo per noi è quasi la regola. Riprendiamo il nostro cammino e prima del tramonto arriviamo nel nostro punto di “posta” in località Giacobba con una vista mozzafiato sulle montagne, un comodo fienile con acqua e cibo per i nostri amici quadrupedi e comode camere per il nostro meritato riposo. Ci aspetta una merenda a base di salume, formaggio, pane e biscotti fatti in casa. Un po’ di tempo per riposarci e renderci presentabili e siamo pronti per una abbondantissima cena nella più tipica tradizione culinaria piemontese per la quale ci raggiungono alcuni amici da Lurisia. La serata vola tra chiacchiere, risate, ottime portate e ottimo vino del posto.

30 dicembre 2012

Ultima tappa. Visto che di neve non se ne parla e prevediamo di percorrere l’ultimo tragitto abbastanza in fretta partiamo con calma quando il sole è già alto. Ne approfittiamo per fare un’abbondante colazione, per preparare con cura i nostri amici quadrupedi e dar loro il tempo di consumare una bella razione di fieno. Appena partiti imbocchiamo subito un sentiero tra gli alberi. Il silenzio è rotto solo dal rumore degli zoccoli e per lunghi tratti rimaniamo in silenzio rapiti dal fascino dei boschi…attenti alla testa e alle orecchie dei nostri cavalli che muovendosi ci segnalano la presenza di animali selvatici come pernici, lepri o caprioli. Il percorso di oggi è un po’ più impegnativo: la neve caduta a inizio dicembre ha fatto cadere diverse piante e rami rendendo i sentieri più impervi del previsto e questo richiede un po’ di tecnica in più. Attraversiamo una gola ricca di vegetazione coperta di brina dove scorre un ruscello che dobbiamo guadare e anche in questo caso, nonostante le pietre e l’acqua ghiacciata, le nostre cavalcature non si tirano indietro per niente intimorite… per loro normale routine… per noi il brivido dell’avventura. Per pranzo ci fermiamo in una radura assolata in un castagneto, stupiti della temperatura così mite. I cavalli si rilassano tanto che, nonostante selle e bisacce, vorrebbero rotolarsi al sole. La seconda parte del percorso è meno impegnativa ma molto suggestiva perché percorriamo tutta la cresta della montagna senza grossi dislivelli godendoci tranquillamente il panorama. Siamo parecchio lontani da qualsiasi centro abitato, quindi, per oggi niente caffè!

Prima di iniziare la rapida discesa ci fermiamo in un prato per smontare (è molto bello fare anche tratti a piedi imparando a condurre in modo corretto il cavallo a mano), tecnica molto importante soprattutto nei percorsi di alta montagna. In questo caso noi ci possiamo sgranchire e gli animali riescono a fare la discesa più agevolmente. Si rilassano e cominciano ad asciugarsi dal sudore facendo un po’ di defaticamento prima dell’arrivo e del meritato riposo. Naturalmente a valle ci stanno aspettando con camion e trailer… prima della merenda che ci aspetta a Lurisia dobbiamo riportare i cavalli in maneggio e sistemare selle, bisacce e finimenti. Alla fine ci troviamo tutti in una tipica trattoria del paese per gustare quella che Bruno finora ha chiamato “merenda”, ma che in realtà è una vera e propria cena con salume, formaggio, focaccia fatta in casa, vitello tonnato, pasta, pane fresco. Ormai è buio, la temperatura è decisamente rigida e io devo affrontare i 300 km che mi separano da Parma per cui decido di mettermi al volante, sicura che non passerà tanto tempo prima di ritrovarci per un’altra esperienza in sella, indimenticabile come questa.



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