Whale Watching in Nuova Caledonia

[premessa: se siete interessati al whale watching potete leggere le puntate precedenti, pubblicate sotto Norvegia e Portogallo] 2000 – Nuova Caledonia Ormai per noi le balene sono diventate un elemento importante nella definizione di un programma di viaggio. Al momento quindi di prendere accordi per andare a trovare i nostri amici che si sono...
Scritto da: calvitour
Partenza il: 02/08/2000
Ritorno il: 25/08/2002
Viaggiatori: in coppia
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[premessa: se siete interessati al whale watching potete leggere le puntate precedenti, pubblicate sotto Norvegia e Portogallo] 2000 – Nuova Caledonia Ormai per noi le balene sono diventate un elemento importante nella definizione di un programma di viaggio. Al momento quindi di prendere accordi per andare a trovare i nostri amici che si sono trasferiti in Nuova Caledonia, chiediamo loro di informarsi sulla possibilità di avvistare le megattere, gettandoli nello sconforto, sino a quando non realizzano che l’oggetto del nostro interesse sono quelle che i francesi chiamano “baleines à bosse”… chiarito di cosa si tratta, ci recuperano un ritaglio di giornale da cui apprendiamo che dal porto di Noumea salpa il “Caretta”, un catamarano a motore da 100 posti per crociere di whale watching. Con un paio d’ore di piacevole navigazione fra gli isolotti della laguna (che circonda completamente l’isola) raggiungiamo l’estremità sud della “grand terre” ed iniziamo la perlustrazione. Dopo qualche tentativo infruttuoso, raggiungiamo un (troppo) folto gruppo di barche (a vela e motoscafi) che stanno seguendo (direi quasi “inseguendo”) due balene. Si tratta di una madre col piccolo: le megattere infatti vengono qui durante l’inverno australe per partorire ed allevare i piccoli nelle acque protette della laguna, per poi accoppiarsi prima di ripartire alla volta delle acque antartiche, luogo estivo di nutrimento. Le due pinne dorsali procedono affiancate, circondate dai battelli, che procedono ad una specie di rodeo senza alcuna regola, mettendo anche persone in acqua in una situazione di oggettivo pericolo per loro ma anche per le balene. Solo il Caretta mantiene una condotta ed una distanza adeguate. In questa situazione non è possibile osservare i caratteristici salti fuori dall’acqua ed altri comportamenti caratteristici delle megattere; anche i colpi di coda sulla superficie che ad un certo punto dà la madre sembrano segni di nervosismo più che “lob-tailing”. L’esperienza è comunque emozionante, come sempre l’incontro con i giganti del mare, nonostante l’assenza di un biologo a bordo e di qualsiasi genere di briefing. Fra le barche presenti scorgiamo anche quella di N’gataiwatch, una associazione naturalistica dedicata al whale watching, di cui avevamo sentito parlare ma che non siamo riusciti a contattare (hanno la base in un piccolo villaggio, lontano da Nomea). La giornata si conclude, dopo diversi rullini, con una gradevole sosta all’hotel sull’Ilòt Casy, dove pranziamo e ci procuriamo le immancabili magliette con la coda della balena.

[prossimamente le puntate successive, su madagascar e liguria]



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