West USA On the road 2
Infatti se c’è una cosa che questo viaggio mi ha lasciato dentro è l’immensità degli spazi e la devastante scarica di emozioni che questi luoghi mi hanno trasmesso; e le emozioni sono una cosa soggettiva che ognuno vive a modo suo e per questo sono uniche e quindi difficilmente assimilabili a quelle di altri visitatori. Insomma quello che c’è di magnifico in questa esperienza è che pur vedendo siti come il Grand Canyon, San Francisco, la Death Valley, la Monument Valley etc. Etc. Ossia luoghi certamente non inesplorati, siamo (io e mia moglie Laura) sicuri che vale la pena andarci di persona e vivere le proprie emozioni.
Questo è il racconto del nostro viaggio e spero che possa essere utile, così come è stato utile a me leggerne altri su questo sito, per tutti coloro che intendano imbarcarsi in questa esperienze. Il consiglio è uno solo: vivetela fino in fondo ! Prima di cominciare con il diario vorrei dare una serie di informazioni preliminari o punti fermi che potrebbero essere utili o comunque danno l’idea di come noi abbiamo affrontato il nostro viaggio.
CHI SIAMO: E’ giusto dire qualcosa su di noi in modo tale che si capisca l’impostazione che abbiamo scelto. Ebbene siamo una coppia di 30 e 28 anni amanti delle camminate e comunque dell’attività fisica. Questo ci ha portato a fare escursioni molto impegnative (tipo Grand Canyon oppure anche San Francisco in bicicletta), ma decisamente valide.
Oltre a ciò aggiungo il fatto che le levataccie non ci spaventano e parimenti non siamo decisamente dei nottambuli ! Quindi tra il partire alla mattina presto e fare le ore piccole abbiamo sempre optato per la prima ipotesi.
MANGIARE: Colazione abbondante (toast, bacon, uova, marmellata, caffè, latte), necessaria viste le escursioni della giornata; pranzo molto leggero, frutta o insalata; cena decente nei vari ristoranti. La spesa media giornaliera per noi 2 per il mangiare si aggirava intorno ai $ 70/75. Di cui ca. $ 15/18 per la colazione; 10 $ per il pranzo e il resto per la cena.
SISTEMAZIONI: motel. Sono assolutamente puliti e confortevoli generalmente le stanze sono molto spaziose e si trovano ovunque. Noi abbiamo preferito prenotare la maggior parte di questi dall’Italia via Internet seguendo i suggerimenti delle guide Routard e Lonely Planet, solo per evitare di perdere tempo sul posto; comunque nel periodo in cui siamo andati noi non ci sarebbe stato nessun problema a parte nella Death Valley e al Grand Canyon.
MACCHINA: E’ il posto dove si passa un’infinità di tempo, quindi sceglietela comoda e ampia. Noi eravamo solo in 2, ma se non avessimo avuto la macchina che abbiamo preso, TrialBlazer della Chevrolet (tipo un SUV), molto probabilmente la vacanza sarebbe stata meno agevole. Insomma non guardate a questa voce come ad una possibile voce di risparmio.
AEREO: Volo a/r con Delta (o codeshare partner, come Alitalia e Song) acquistato ad un prezzo vantaggiosissimo: € 605 a testa su internet, ma con migliaia di limitazioni, per esempio il biglietto era irrimborsabile…È un po’ un rischio però è andata bene e alla fine è stato quasi come se uno avesse viaggiato gratis. In teoria mi spettavano due biglietti Alitalia gratuiti visto che ho accumulato diversi punti, ma per il periodo estivo si deve fare richiesta da un anno all’altro ! ACQUISTI: C’è solo l’imbarazzo della scelta. In genere gli articoli d’abbigliamento e le scarpe da tennis costano meno che da noi; ora poi che il cambio è a nostro favore ci si può sbizzarrire. Occhio che i prezzi sono sempre tasse escluse e questa voce non è di poco conto ! ASSICURAZIONI: Consigliata una polizza sanitaria. La sanità USA potrà anche essere efficiente (non lo so perché non l’ho mai provata), ma certamente non è per tutti: per ogni stupidata puoi pagare centinaia (a volte migliaia) di dollari.
GUIDE: La palma di “Bibbia” se la merita la Routard edizione 2005. E’ fantastica, precisa e assolutamente accurata. I giudizi che ci sono potete prenderli come oro colato: se dicono che le stanze del motel X sono belle, lo sono; se in quel posto il mangiare è buono, scommetteteci che lo è. Ottima anche la Lonely Planet, ma un po’ meno precisa. Quest’ultima è però indispensabile se si visita Frisco, in quanto la Routard non inserisce questa città nella guida.
COSTI: I nostri costi fissi sono stati pari a € 4.400 ca. Comprendendo volo a/r; noleggio auto; mangiare (con i costi sopra riportati); pernottamenti; benzina. Questa è una cifra “a coppia” TELEFONINO: Una delle cose che se vi dimenticate non morirete di certo per due motivi: la copertura è, incredibile, ma vero, piuttosto scarsa. Mentre le cabine o i telefoni pubblici sono praticamente ovunque e comunque in tutte le stazioni di benzina. Tra l’altro il costo per telefonare in Italia usando le schede prepagate è davvero molto conveniente. In due settimane telefonando tutti i giorni avremo speso poco più di 10 Eur.
PREZZI: quelli che riporto sono sempre per camera (solo notte) in dollari incluso tasse
Sabato 18 Giugno SI PARTE ! MILANO-LAS VEGAS (via Boston) Motel ECONOLODGE, a Las Vegas 1150 Las Vegas Blvd. S, tel. 702-382-6001 costo $ 62 Finalmente il gran giorno è arrivato. Dopo mesi di studi, di letture di sogni è arrivato veramente il momento di alzarsi e partire. La sveglia suona alle 6 ma mai tale suono è stato così ben accolto ! Il volo fila via liscio ed in perfetto orario, purtroppo ! Infatti ci tocca aspettare a Boston 5 la coincidenza per LV. Il volo per LV della SONG è davvero divertente e “strano”: ogni posto ha di fronte uno schermo con: canali satellitari, videogiochi, selezione di MP3, pay per view, e possibilità di sfidare altri passeggere a giochi in linea ! Oltre a ciò i soliti annunci e spigazioni sulle attrezzature di emergenza sono fatte da una voce con chiara inflessione ispanica e con un sottofondo di nacchere accompagnata dal ritmo del battito di mani di steward e hostess vestiti più come dei camerieri di discoteche che da “operatori dell’aria”! Arrivati a LV siamo andati subito al banco della ALAMO in aereoporto per prendere la nostra macchina che alla fine era un fantastico SUV Chevrolet TrialBlazer. Uso l’espressione “alla fine” perché seguendo le indicazioni di molti racconti di viaggio, avevo prenotato una macchina economica sperando, così come poi è stato, in una LORO richiesta di valutare classi superiori visto il tour che avremmo dovuto fare (alcune parti, per es. Monument Valley, su strade leggermente sterrate…Nulla di che) Questo infatti consente di avere il coltello dalla parte del manico in quanto non c’è nessun divieto a prendere la classica Focus o Hyunday e quindi a questo punto si può trattare sul prezzo ! A parte tutto il consiglio che do è quello ASSOLUTAMENTE di non risparmiare sulla macchina: è praticamente stata la nostra casa per 2 settimane e se non avessimo avuto lo spazio che questo SUV ci dava sarebbe stato sicuramente un problema non da poco… CONSIGLIO: se pensate di andare in questi posti in Agosto è rischioso non prenotare da subito una macchina grande e quindi lascerei perdere il “giochino” del prenoto una piccola e poi tratto sulla grande: potreste trovarvi costretti a prendere ciò che avete prenotato ! Dunque eravamo rimasti al banco della Alamo. Allora una volta ritirati i documenti uno shuttle ti porta nel parcheggio dove puoi ritirare la macchina. Altra sorpresa positiva: nessuno ti da la macchina ma sei tu che prendi quella che più ti piace all’interno del gruppo di quelle della fascia che ti è stata assegnata ! Bene, dopo qualche tentennamento per imparare al volo ad usare il cambio automatico (che figata !) e capire dove sono luci, frecce e a che servono tutti i pulsantini, dato che nessuno ti da delle dritte, né tantomeno c’è un libretto delle istruzioni, si parte con destinazione Motel Econolodge. Abbiamo prenotato qui solo perché questa sarà solo una notte di passaggio e i prezzi dei famosi hotel casinò raddoppiano durante il venerdì e sabato. Quindi se potete prevedete la sosta a LV durante la settimana e così riuscirete a dormire in queste mega strutture a prezzi davvero ragionevoli (vedere oltre).
Il navigatore trova il segnale in tempo per l’uscita dalla highway e in pochissimo tempo si arriva a destinazione, sono le 22:00 ora locale e siamo così stanchi che abbiamo solo la forza di andare a fare scorta d’acqua.
CONSIGLIO: per il tipo di viaggio (periodo e luoghi) che abbiamo fatto è fondamentale avere sempre dell’acqua nel bagagliaio. A volte sara non proprio fresca, ma sempre meglio che restare senza bere per miglia e miglia. Ed inoltre non rischiate MAI e ripeto MAI di andare in riserva con la benzina: poche volte viene segnalata la distanza del successivo rifornimento una volta che ve ne lasciate uno alle spalle (anche sulle highway) quindi è meglio fare sempre il pieno ogni volta che si scende “una tacca” sotto la metà del serbatoio.
Domenica 19 giugno LAS VEGAS-BRYCE CANYON (via ZION) Purple Sage Motel, a Panguitch 132 E Center, tel. 435-676-2659 Costo $ 61,50 Ore 8:00 e siamo “on the road” con destinazione Blueberry Hills, 3790 E Flamingo Rd a Las Vegas per una colazione a base di French Toast, i migliori di tutto il viaggio. Questo posto mi è stato suggerito da un mio collega che ha passato anni negli States e che si è rivelato una preziosissima fonte di informazioni e dritte allo stesso modo della mitica Routard e della Lonely Planet.
Ben sazi siamo pronti a partire con destinazione Zion Canyon dove arriviamo in tarda mattinata.
Acquistata la National Card Pass per entrare in tutti i parchi nazionali, e persa dopo 5 minuti ! e quindi riacquistata perché non registrano nulla sul computer ! (vabbè diciamo che ho fatto una donazione ai parchi dato che ne hanno bisogno visto il numero incredibile di lavori svolti da volontari e richieste di contributi praticamente ovunque…Mi sa che lo stato i fondi li metta in altri settori…Chi vuol intendere intenda).
Il parco si deve visitare in estate con uno shuttle che si ferma in vari view point. Nel complesso è carino, ma paragonato a quello che si vedrà poi non è nulla di sconvolgente. Probabilmente lo Zyon da il meglio di sé a quegli escursionisti che si fermano un paio di giorni per fare del trekking nei vari percorsi segnalati (su tutti the Narrows che parte dall’ultima fermata dello shuttle prima che ritorni indietro verso il Visitor’s center). Tornati alla macchina ripartiamo con destinazione Panguitch dove ci fermeremo due notti per passare un giorno intero all’interno del magnifico Bryce.
Cena da Flying M (consigliato dalla proprietaria del motel) in quanto il mitico Cowboy’s Smokehouse è chiuso di domenica. CONSIGLIO: una buona regola per visitare i parchi è quella di cominciare sempre dai visitor’s center. Oltre a fornire molto materiale a pagamento, forniscono gratuitamente anche delle mappe sui vari trial con lunghezza, tempo medio di percorrenza, precauzioni e suggerimenti; ma è buona norma andare dai gentilissimi ranger che si trovano lì è chiedere consigli del tipo: “Abbiamo 1 ora/ 3 ore/ 1 giorno che vorremo dedicare alle escursioni cosa mi suggerite ?…
Lunedì 20 giugno BRYCE CANYON Una delle giornate più belle dell’intero viaggio.
Dopo una colazione al Flying M Il Bryce è semplicemente fantastico e il panorama che ti si presenta davanti davanti ai vari view point (in particolare da Inspiration Point, ottimo per ammirare l’alba) è mozzafiato. Noi abbiamo deciso di dedicare un’intera giornata di hicking (come lo chiamano qui…La parola trekking infatti è un’invenzione italiana o comunque non inglese che non esiste, come anche footing x es.) e quindi su consiglio del ranger ci siamo sparati un loop di ca. 15 km che da Bryce Point (raggiungibile con la macchina) scende giù fino nel cuore del canyon, alla base di questi magnifici hoodos o pinnacoli di un colore rosso/rosa/grigio/bianco per poi risalire sull’orlo del canyon, all’altezza di Sunrise Point dove abbiamo mangiato la nostra insalatona prima di ritornare esausti, ma felici al Bryce Point seguendo il percorso che costeggia il ciglio dell’anfiteatro.
Il Bryce è stata sicuramente la sorpresa più affascinante dell’intero viaggio: la Monument Valley, il Grand Canyon, San Francisco etc. Etc. Si dimostreranno luoghi a dir poco meravigliosi e hanno ripagato in pieno le nostre aspettative dato che sono famosissimi e per questo iper pubblicizzati e visibili in molti posti (film, riviste, etc. Etc.), ma del Bryce non sapevo nulla prima di iniziare a documentarmi e comunque non avevo proprio idea di che cosa mi si sarebbe presentato davanti. Beh, il commento pressochè unanime nei vari forum è che questo posto è mozzafiato.
Ritornati nel motel per una salutare doccia rinunciamo a ritornare al Bryce per il tramonto in quanto il cielo non è proprio sereno e comunque a detta del ranger il Bryce, a livello cromatico, dà il meglio di sé all’alba.
Quindi a piedi, da bravi podisti quali siamo diventati dallo scorso inverno!, andiamo a cena alla Cowboy’s Smokehouse. Questo locale, oltre a dell’ottima carne, è molto carino ed è simpatica l’idea di poter attaccare il proprio biglietto da visita sulle pareti (praticamente c’è il muro entrando a sinistra completamente tappezzato di biglietti da visita) e io da bravo mi sono messo a cercare quello lasciato dal mio collega per attaccarci il mio subito sotto! Alcuni giorni della settimana si può anche ascoltare musica country dal vivo.
COMMENTO: la segnalazione dei percorsi e dei vari loop che si possono fare all’interno dei parchi e sui sentieri stessi è veramente da applauso e questo l’abbiamo riscontrato ovunque, quindi scarpe comode e lanciatevi nelle escursioni ! Da non dimenticare però un cappellino e acqua.
Martedì 21 giugno PANGUITCH-MONUMENT VALLEY Firetree Bed & Breakfast, Goulding’s Lodge Costo $ 150 con colazione Tutti consigliano di visitare la Monument durante le ore che precedono il tramonto per poi godersi lo stesso in tutta tranquillità magari dal John Ford’s Point, ma fortunatamente noi eravamo già all’interno del parco verso le 14. Infatti, e questa sarà una costante praticamente quotidiana, all’ora del tramonto il cielo era coperto. Allora, partiamo da Panguitch dopo una colazione ancora da Flying M (ormai siamo di casa !) e poi via verso i sentieri del vecchio West ! Destinazione Monument Valley.
Quasi tutti i trasferimenti da un posto all’altra avevano come costante una vastità e immensità di paesaggi impressionante, nonché la solitudine in cui si viaggiava: le strade sono praticamente deserte e dritte come delle sassate e il regolatore di velocità presente sulla macchina è una benedizione: tu vai alla velocità massima consentita e una volta raggiunta schiacci il pulsantino che fa andare la macchina a quella velocità costante e tu puoi staccare i piedi dai pedali senza problemi. Dato che quasi tutti fanno così anche nei posti un po’ più trafficati i sorpassi sono molto meno frequenti che da noi in quanto tutte le macchine viaggiano praticamente alla stessa velocità ! All’altezza di Page decidiamo di valutare due alternative possibili seguendo le indicazioni della Routard: la prima è quella di visitare l’Antelope Canyon vivamente consigliato specialmente a quell’ora (dalle 11 alle 14 perché il sole deve essere a picco), ma il cielo coperto ci fa optare per la seconda scelta ossia quella di vedere l’Horseshoes.
Da questo posto si può vedere un fantastico panorama a strapiombo sul canyon scavato dal fiume Colorado prima della diga sul lago Powell.
Bene, come detto in precedenza verso le 14 siamo già all’ingresso della Monument Valley dove per un paio d’ore gireremo con la macchina in questo posto meraviglioso. Migliaia di parole sono state spese per descrivere questi blocchi di pietra e i loro colori fantastici, ma nulla, neanche la maestria di John Ford, riescono a rendere in pieno quello che si prova vedendoli di persona. Il giro tra una sosta e l’altra per le foto e per ammirare bene i vari punti panoramici dura all’incirca un paio di ore e si sviluppa lungo una strada sterrata che si può percorrere senza alcuna difficoltà con qualsiasi tipo di macchina.
Finito il giro visto che abbiamo ancora un po’ di tempo prima di andare alla ricerca del nostro alloggio per la notte, ci rechiamo oltre la cittadina di Mexican Hat con meta Gooseneck per ammirare un bellissimo panorama ancora a strapiombo sopra un canyon scavato dal San Juan River, molto simile, ma con un impatto inferiore al precedente Horseshoes, ma vale la pena andarlo a vedere.
Tornando indietro verso Mexican Hat facciamo una brevissima sosta seguendo la deviazione verso la roccia a forma di cappello messicano da cui prende il nome il paesino: si tratta di una roccia che, non so per quale strano principio fisico (o forse è meglio dire metafisico !) riesce a stare in equilibrio su una base che termina con una punta piuttosto acuta.
A questo punto torniamo indietro verso Kayenta, ma non prima di aver fatto la “classica” foto al maestoso panorama della Monument Valley (che si vede sullo sfondo) dalla strada statale: avete presente la scena di Forrest Gump ? Bene è girata proprio in questo punto ! E adesso non ci resta che andare verso quello che sarà l’alloggio più caro di tutta la vacanza, ma assolutamente il più bello e nel suo piccolo equiparabile ad una delle meraviglie che abbiamo visto durante il nostro tour: l’hogan del FireTree.
L’hogan è una tipica costruzione degli indiani Navajo che si presenta all’esterno come una specie di capanna costruita all’interno di una cunetta di terra, con una piccola porta per entrarci e un lucernaio sul tetto. All’interno ci si trova in un ambiente fantastico con il soffitto e le pareti fatte tutte con tronchi di legno e una finestrella sul tetto per ammirare le stelle durante la notte…Molto romantico e “rustico” nello stesso tempo. Questo hogan è gestito da una simpaticissima sig.Ra (Dianne Herris) che ormai risiede nella zona da decenni e lo consiglio vivamente (così come lo fa la Routard) per vari motivi: innanzitutto si è NELLA Monument Valley (non all’interno dei confini “amministrativi”, diciamo, del parco, ma comunque non è che cambia molto) e quindi ci si può rilassare e riposare in un contesto da favola; poi l’hogan stesso (è anche disponibile un Taipee) è un modo per vivere e respirare la “vera” tradizione Navajo; inoltre si può godere di una piacevole atmosfera molto familiare e veramente rilassante. Devo dire che il prezzo è pienamente giustificato e comprende una simpatica colazione insieme a Diane e magari anche ad altri ospiti del Bed and Breakfast.
CONSIGLIO: mah il commento della giornata è quello realtivo alla sistemazione nei pressi della Monument: i due paesi più vicini sono Kayenta e Mexican Hat. Francamente non è che questi due paesi offrano molto e avendoli visti entrambi Mexican Hat mi sembra quanto meno un po’ più caratteristico e ordinato, ma comunque non mi hanno impressionato un granchè. Molto più caratteristico, come posizione (stessa zona del Fire Tree B&B), e tipicamente turistico è il Goulding’s Lodge dove oltre a delle sistemazioni per la notte si può anche mangiare.
Vorrei aggiungere che, secondo me, una notte nella Monument è un’esperienza molto bella…Ma diciamo che se avete problemi di tempo oppure vi dovete “ridurre” a dormire per esempio a Kayenta, beh tenete sempre in considerazione che il “loop” in macchina della Monument dura comunque solo un paio d’ore… Mercoledì 22 giugno MONUMENT VALLEY-GRAND CANYON Rodeway Inn Red Feather Lodge, Tusayan Costo $ 119 Ed eccoci dunque arrivati ad un’altra “storica” meta: il Grand Canyon ed in particolare oggi dovrebbe (il condizionale non è usato a caso…) essere il giorno del giro in elicottero. Dunque sveglia e colazione alle 8 sharp, così come la buona Diane ci ha chiesto e purtroppo dopo solo una notta passata nell’hogan ci salutiamo e ci dirigiamo verso il Grand Canyon puntando verso l’entrata EST del South Rim.
Il viaggio è come al solito piacevole e tranquillo e raggiungiamo l’ingresso del parco verso le 13:00. L’ingresso Est dista ca. Un 40km dal Village, cuore pulsante del Grand Canyon, e ca. 45 dall’aereoporto del Grand Canyon di Tusayan dove avevo prenotato con la Papillon (via internet) un King Tour di 50 minuti con l’elicottero per le 16:00. Tenendo sempre un occhio al tachimetro per rispettare il basso limite di velocità che vige all’interno del parco, raggiungiamo prima il Mather Point dove fermiamo la macchina e ci facciamo il primo assaggio di “asma da immensità” ! Questa è una malattia che colpisce frequentemente i visitatori del Grand Canyon e specialmente arrivando nei vari view point, affacciandosi sugli strapiombi, si rimane letteralmente senza fiato. Ancora una volta sono qui a cercare di scrivere di una situazione, di emozioni, di panorami che è impossibile non solo descrivere, ma neanche immaginare se non si va lì di persona.
Chi di voi non ha mai visto almeno una volta una qualche foto o immagine televisiva del Grand Canyon ? Penso nessuno. Comunque nulla riesce a dare il senso di immensità come l’essere realmente sull’orlo del Rim e ancora di più, e qui anticipo l’esperienza in volo, nulla è più efficace ed esauriente di un volo sopra il Grand Canyon per capirne la portata, la profondità e le dimensioni veramente uniche ! Il nostro programma era di dedicare un giorno intero ad un’escursione “pesante”; un pomeriggio per il tour in elicottero e un’altra mezza giornata abbondante ad un’altra escursione.
Dopo aver scambiato qualche chiacchera con i soliti rangers del Visitor Center abbiamo deciso che l’indomani avremmo affrontato la discesa fino al Plateau Point, una sorta di punto panoramico sul fiume Colorado che si trova ca. 1000m di dislivello più sotto del Rim, con un percorso totale di quasi 20km tra andata e ritorno; mentre ci saremmo dedicati l’ultimo giorno al Canyon ad una meno impegnativa passeggiata lungo il South Rim direzione Ovest fermandoci ai vari View Point.
Bene, dunque dopo il primo assaggio di “asma da immensità” ci dirigiamo verso Tusayan, un villaggio che non è un villaggio, ma è un avanposto di Lodge e Hotel a ca. 1 km dall’ingresso del Parco. Devo dire che noi ci siamo trovati molto bene e tuttosommato i prezzi sono decisamente migliori delle sistemazioni all’interno del parco.
Giunti a destinazione prenotiamo il ristorante per la sera, una doccia e via verso l’eliporto.
Facciamo il check-in, guardiamo il filamto con le norme di sicurezza e le avvertenze, ci chiamano al nostro cancello e…Stop. Tutto rimandato: fuori si è scatenata una vera e propria bufera e l’elicottero prima del nostro è stato l’ultimo a lasciare la pista dopodichè hanno bloccato tutte le partenze. Devo dire che è stata una fortuna, non tanto per il pericolo di andare in volo con quel tempo, che comunque c’era, ma se i mezzi partivano penso che avessero valutato tutti i possibili rishci, ma soprattutto per il fatto che spendere 130$ a testa e non potersi godere a pieno il viaggio mi avrebbe veramente seccato e non poco.
Comunque veniamo richiamati al banco del check-in dove molto gentilmente gli operatori ci hanno fatto scegliere una data e ora alternativa. Noi abbiamo optato per la mattina del giovedì pensando, e abbiamo visto bene, che questi temporali pomeridiano erano un po’ una costante della stagione… Vabbè un po’ delusi torniamo nel nostro motel dove ci rilassiamo per qualche ora prima della cena che andremo a fare all’interno del parco all’El Tovar Restaurant che si trova dentro l’omonimo lodge, che è il più famoso e storico di tutto il Grand Canyon.
Il Grand Canyon Village, dove inizia la zona dei Lodge, è un posto molto carino dove si può trovare praticamente di tutto: dal supermarket, alla lavanderia, dalle poste alla banca etc. Etc. E si trova ad un paio di km in direzione ovest rispetto al Visitor’s Center. Ci mettiamo in macchina e la strada per arrivare alla meta, ancora tutta bagnata dal recente acquazzone, è “invasa” da diversi esemplari di cervo che brucano tranquillamente nelle aiuole in mezzo alle strade oppure ai bordi con una naturalezza incredibile ! Dunque eccoci arrivati all’El Tovar ! L’ambiente è veramente “storico” e si può respirare ancora l’aria dei primi del novecento, quando il parco cominciava ad attirare le prime famiglie abbienti e a dare loro accoglienza. L’arredamento è rustico e il legno la fa da padrone. La sala del ristorante è molto bella, spaziosa e con ampie vetrate che danno direttamente sul Rim.
Noi siamo sistemati in un tavolo proprio davanti all’enorme camino che domina la sala…Fantastico ! Anche il mangiare ed il servizio sono decisamente degni di nota ed il prezzo è tuttosommato ragionevole: 80 $ in due Dopo la cenetta ci concediamo qualche minuto per girare l’hotel e andare a curiosare negli shop che si trovano all’interno dove acquistiamo 6 tazze per colazione molto carine che in parte regaleremo.
E ora…A nanna: domani ci aspetta un hicking day da panico ! Giovedì 23 giugno GRAND CANYON Ore 7 sveglia. Ore 8 supermarket del Grand Canyon village per acquistare frutta e insalata per il pranzo. Ore 8.15 partenza dal bordo del Rim con destinazione Plateau Poin seguendo il mitico Bright Angel Trial.
Questo è forse il più famoso (e anche impegnativo) tra i vari trial che si possono fare e lo si può affrontare in due modi: – o in giornata arrivando fino al Plateau Point (and./rit. Ca. 20 km) o magari fermandosi anche 2 km prima agli Indian Garden…Ma è un peccato perché qui non c’è altro che un’area per campeggiatori, acqua, ombra e qualche panchina…Invece al Plateu Point si può godere di una bellissima vista a strapiombo sul fiume Colorado. Giusto per vostra informazione il dislivello dall’inizio del percorso sul Rim al Plateau Point è di ca. 1000 mt., ma il “balzo” maggiore si verifica nella prima metà del percorso dove si percorre una ripida strada tortuosa e piena di tornanti.
– o decidendo di arrivare fino ai piedi del fiume Colorado per un totale di ca. 30 km. Va da sé che è altamente consigliato fermarsi al Phantom Ranch e pernottarvi. Questa ipotesi deve essere valutata con anticipo in quanto la discesa al Phanto Ranch è consentita solo a chi ha prenotato il pernottamento.
Bene allora si parte, la giornata è magnifica e la pioggia del pomeriggio prima ha lasciato pochi strascichi sul percorso. In meno di 4 ore arriviamo alla nostra meta percorrendo un sentiero fantastico e osservando i cambiamenti non solo nella vegetazione (da quasi 2000 mt. Si arriva ai 1000 mt.), ma anche nella fauna che dall’amichevole e abituata alla presenza umana che si trova sulle strade del parco, diventa selvatica, sospettosa e sfuggente qua giù nel cuore del Canyon.
Dopo una sosta di 40 minuti per mangiare e rifocillarci agli Indian Gardens incominciamo l’ascesa per tornare a casa. Vediamo il ciglio lassù in alto e devo dire che non è che sia un grande aiuto psicologico, ma comunque ci incamminiamo incrociando le dita per il tempo che sembra cominciare ad annuvolarsi. Tra vari tentativi di superare i muli (è un “tipico” mezzo per arrivare in fondo al Canyon…Costosissimo, penso scomodissimo, e comunque vuoi mettere la soddisfazione di arrivarci con le tue gambe !) arriviamo a destinazione proprio quando si scatena nuovamente il diluvio…Appena in tempo ! Felicissimi e distrutti ci avviamo stancamente verso la macchina e verso il nostro motel per goderci qualche ora di meritato riposo ! Cena nel villaggio al Bright Angel Lodge e poi…A nanna.
COMMENTO: Come per il trial fatto nel Bryce, anche in questo caso non posso che tessere le lodi per le informazioni puntuali e per l’organizzazione dei vari percorsi che si trovano all’interno del parco: distanze tra i vari punti “di ristoro”, informazioni su eventuali servizi nei ristori successivi (acqua, servizi igenici…) insomma direi che tutto è fatto per mettere l’escursionista di fronte a quello che gli si presenterà in modo tale da ridurre al minimo gli imprevisti. Comunque suggerisco di non sottovalutare mai i consigli dei ranger o comunque dei vari pannelli che spiegano le caratteristiche di ogni trial presenti al Visitor Center e all’inizio di ogni sentiero: sebbene a volte possono sembrare esagerati (tipo sulla durata prevista del tour, oppure sulla difficoltà…) sappiate che sono dettati dall’alto numero di persone che purtroppo ci lasciano ogni anno le penne affrontando superficialmente questi sentieri.
Venerdì 24 giugno GRAND CANYON-WILLIAMS Motel 6, Williams Costo $ 79 La giornata di oggi ruota intorno al tour in elicottero che è previsto per le 10 del mattino. Quindi riusciamo a dormire un po’ di più e dopo una buona colazione andiamo nuovamente verso l’eliporto pronti per partire.
L’esperienza si preannuncia molto interessante: i nostri compagni di viaggio sono 2 coppie di cinquantenni harley davidsoniani (si dirà così ?) il che fa molto USA ! Per me, così come anche per Laura, è la nostra prima volta su un elicottero e devo dire che è davvero una piacevole esperienza. Dunque il volo è accompagnato da una piacevole colonna sonora che ascoltiamo tramite le cuffie che è magistralmente tarata per dare le emozioni giuste nel momento giusto, per esempio: nella parta di volo dall’eliporto al ciglio del canyon, dove si vola a pelo del bosco ad alta velocità…Cosa c’è di meglio della Cavalcata delle Valchirie di Wagner (avete presente la scena dell’elicottero in Apocalipse Now che vola radente sul fiume Mekong ?) ? Insomma questi americani sono proprio bravi a venderti il prodotto che trattano ! Come ho già detto l’esperienza in elicottero, anche se un po’ costosa, è comunque caldamente consigliata e devo dire che è stato lo strumento migliore che mi ha veramente reso l’idea della vastità, dell’immensità e della maestosità di questa meraviglia della natura. Evito volutamente di descrivere ciò che ho visto dall’alto perché rileggendolo mi innervosirei per non essere riuscito a spiegare le emozioni e ciò che si prova di fronte a tale visione…Quindi passiamo al pomeriggio ! Il pomeriggio l’abbiamo trascorso lungo parte della Hermit Road (percorso sul lato ovest del South Rim) fino verso le 4 PM, per poi rimetterci in viaggio in direzione Williams. Perché Williams ? Mah, fondamentalmente perché avendo esaurito i giorni programmati per il Grand Canyon mi sono domandato: perché restare a dormire praticamente dentro il Grand Canyon a 118 $ se tanto l’indomani dovrò comunque partire per la Death Valley ? Tanto valeva cominciare a guadagnare quei 100 km in direzione sud e andare a sistemarsi in questa cittadina che tra l’altro è veramente molto carina.
Williams, oltre ad essere legata al Grand Canyon grazie alla storica ferrovia che si può ancora prendere per raggiungere in un modo piacevole e alternativo il parco, si trova sull’altrettanto storica Route 66 che la taglia in due.
Sicuramente avrete modo di documentarvi su questa strada e su come i suoi fasti siano ormai un lontano ricordo, ma in alcuni punti, tra cui Williams, l’atmosfera che si respira è ancora autentica. Seguendo le indicazioni della Routard andiamo a cena nella famosa Rod’s Steak House dove ci deliziamo con della carne di assoluta qualità.
Dopo cena facciamo una bella passeggiata tra le vie molto animate del centro di Williams, o forse è meglio dire sulla via (dato che tutto si sviluppa lungo la Route 66) motlo animata del centro di Williams ! e poi andiamo verso il nostro motel…Domani ci aspetta una tappa abbastanza lunga: ca. 600km per raggiungere la Death Valley ! Sabato 25 giugno WILLIAMS-DEATH VALLEY Fournace Creek Ranch, Fournace Creek Costo $ 117 Eccoci arrivati forse all’unica mezza delusione di tutto il viaggio. Eh sì avete letto bene ho proprio scritto “mezza delusione”, ma non per il posto in sé…Il problema è stato che l’80% dei luoghi da visitare nella Death Valley era chiuso a causa di un grande lavoro di risistemazione delle strade e delle strutture. E quando parlo di luoghi non parlo di punti secondari, ma dei famosissimi Dante’s View, Zabriskie Point e Artist Palette. In sostanza non è che sia stato deluso da Badwater e dal Devil’s Golf Course che sono in pratica le uniche mete che ho visitato…Però avendo preventivato di spendere più tempo avevo anche prenotato un posto al carissimo Fournace Creek Ranch. In sostanza ad averlo saputo prima probabilmente, anzi sicuramente, avrei magari optato per vedere questi due posti sulla via per qualche altra meta.
Comunque sia dormire all’interno della Death Valley è sicuramente un’esperienza da ricordare non solo per le temperature che si raggiungono (l’acqua della piscina è bollente !), ma anche per il contesto: un paesaggio realmente lunare, bellissimo.
Arrivando nel pomeriggio abbiamo deciso di rilassarci in piscina e di lasciare le due visite per l’indomani dato che si trovano sulla via del ritorno verso Las Vegas, nostra prossima meta. Rinfrancati e abbrustoliti ci facciamo una doccia e poi andiamo a mangiare nel ristorante del ranch e poi ritorniamo nella nostra stanza stando lontani dal campo di golf, infatti alla reception ci hanno detto che durante la sera gli utente del campo sono principalmente i puma (o white lions come li chiamano loro), e quindi è meglio non andare a curiosare! CONSIGLIO: Informarsi bene sull’accessibilità dell’area del parco perché sono in corso lavori piuttosto pesanti e organizzarsi di conseguenza. Se si vuole dormire all’interno del parco non vi sono alternative al Ranch o al Lodge (più caro) che per questo hanno prezzi piuttosto alti.
Un altro suggerimento, ovvio, è quello di fare il pieno di benzina e di acqua quando si lascia la Death Valley (nei pressi del Visitor’s Center c’è comunque un benzinaio)…Vi assicuro che mentre ci spostavamo per uscire dal vastissimo parco avremo incontrato sì e no 3 macchine e sarei bugiardo se dicessi che, viaggiare con 48°C all’esterno su una macchina che non conosco in un paese che non conosco e senza campo per il cellulare, mi lasciasse del tutto tranquillo ! Domenica 26 giugno e lunedì 27 giugno DEATH VALLEY-LAS VEGAS Excalibur Costo $ 78 Bhè come anticipato nel racconto della prima giornata, potete vedere che dormire in uno dei mega hotel/casino a Las Vegas non è poi così costoso ! In effetti i prezzi salgono vertiginosamente durante le notti di venerdì e sabato per poi ritornare ad essere umani negli altri giorni. Quindi perché non approfittarne e togliersi lo sfizio di passare un paio di notti in questi incredibili impianti ? Comunque andiamo con ordine. Ci siamo lasciati nella Death Valley da dove ripartiamo al mattino per visitare gli unici due siti visitabili: Devil’s Golf Course e Badwater.
Sono entrambi molto simili e si presentano come delle vastissime distese di cristalli di sale, ma mentre il Devil’s ha una superficie molto più irregolare, Badwater è una lastra liscia di sale. Comunque sia, l’effetto è veramente da panico, l’ho già detto, ma sembra davvero di essere sulla luna ! Un po’ rinfrancati dalla splendida visione mattutina, ci lasciamo alle spalle la delusione per non aver potuto ammirare altri scorci di questo luogo unico.
A questo punto risaliamo in macchina e puntiamo dritti su Las Vegas facendo una tappa in un grande outlet a cerca di affari “griffati” che si trova proprio sull’highway appena entrati in Nevada.
Nel tardo pomeriggio entriamo finalmente a “Sin City” e dopo una coda estenuante al check-in dell’Excalibur raggiungiamo la nostra camera.
Cosa dire di non banale su Las Vegas ? Mah, è molto difficile. Forse un consiglio che mi sentirei di dare è che se non siete particolarmente amanti del gioco (come non lo siamo noi) 1 giorno e ½ sono più che sufficienti per girarla anzi una mezza giornata in più sinceramente la si può dedicare ad andare poco fuori dalla città in a vedere la bellissima Valley of Fire.
Non voglio tediarvi con il racconto e la descrizione minuziosa dei vari hotel perché oltre che essere noiosa non aggiungerebbe molto di più di quello che potete trovare su una qualsiasi guida, ma cercherò di evidenziare quelle che sono state le mie personalissime impressioni e magari una lista di priorità sulle cosa da vedere a Las Vegas.
Detto questo si intuisce che non è che la città mi abbia fatto proprio impazzire: sì quando sei lì resti a bocca aperta da tutta quell’assurdità di cose che si vedono, comunque nel complesso per me resta e rimane una città “vuota”, finta e senz’anima, tuttavia però va vista perché anche questa è America ! e sono contento di esserci andato.
I casinò/hotel più affascinanti a mio avviso sono il Venetian, il Bellagio e il Cesar Palace…Sarà un caso che sono tutti ispirati all’Italia ?! Però per motivi diversi: del Venetian mi ha impressionato la riproduzione dei canali di Venezia che non si trovano a piano terra…Come verrebbe logico pensare, ma si trovano al 1° piano ! cioè oltre che nell’aerea antistante all’ingresso, si trova una serie di canali con delle gondole e gondolieri che portano in giro i turisti al piano superiore ! Al Bellagio non si deve assolutamente perdere lo spettacolo delle fontane e dei loro giochi d’acqua. Un consiglio che do è quello di godersi la scena dando le spalle all’ingresso dell’hotel e avendo di fronte l’hotel Paris: i giochi d’acqua con sullo sfondo la torre Eiffel è veramente grande ! Del Cesar Palace ricordo invece con piacere il Forum ossia un enorme shopping center disposto su più piani dove si può trovare veramente di tutto e in un “ambiente” molto ben congeniato.
Alla sera ci concediamo una cena al famosissimo Sir Galad che a mio avviso risulterà essere il ristorante migliore di tutto il viaggio. Il prezzo non è certamente dei più economici, ma la qualità della carne (consiglio vivamente le Prime Rib) è eccelsa e l’atmosfera è “regale”: questo ristorante si trova tra l’altro proprio all’interno dell’Excalibur.
Il giorno seguente è stato dedicato al completamento della visita degli hotel/casinò e all’acquisto di un qualche souvenir. Cena al Planet Hollywood e a nanna presto, domani ci attende la tappa più “massacrante” di tutto il viaggio.
CONSIGLI: allora di quando dormire a Las Vegas ho già parlato. Vorrei solo aggiungere relativamente al mangiare che una delle tipicità di questi hotel è la possibilità, volendo, di abbuffarsi a prezzi molto convenienti, andando ai vari “all you can eat” che sono disponibili. Ovviamente la qualità varia da posto a posto, ma per esempio ho sentito parlare molto bene di quello che si trova al Flamingo a base di pesce. Insomma io, anche se non li ho provati di persona, suggerisco di servirsi di questi buffet perché tra le altre cose è molto bello poter mangiare all’interno di sale e di strutture che sono veramente incredibili.
Insomma godete il più possibile di questi mega impianti ! Un’altra cosa importante dal punto di vista logistico: lo Strip (o Las Vegas Blvd.), dove si trovano tutti i casinò più importanti è molto lungo, quindi se il tempo è poco, oppure se siete stanchi, oppure se non avete voglia di camminare sotto il sole cocente (ricordatevi che siete sempre nel deserto), ricordatevi di utilizzare i vari “Monorail” (trenini gratuiti) che collegano diversi casinò uno con l’altro facendovi risparmiare tempo ed energie.
Martedì 28 giugno LAS VEGAS-YOSEMITE PARK (via SEQUOIA PARK) White Chief Lodge Costo $ 80 Ebbene sì, avete letto bene: da Las Vegas siamo arrivati allo Yosemite in un giorno deviando addirittura fino al Sequoia National Park, per un totale di ca. 900 km (buona parte in montagna)…Perché ci siamo voluti fare del male ? Semplice: non avevamo tempo sufficiente.
Vediamo che cosa sta alla base di questa folle, ma a mio avviso, giusta decisione. Allora i giorni a disposizione erano l’unica cosa certa che avevamo e un’altra certezza era quella di voler stare il più possibile a San Francisco e quindi di avvicinarci a questa città intorno al 29 giugno. Ora dato che “sulla strada” per Frisco avremmo fiancheggiato il Sequoia e volendo non saremmo neanche andati troppo lontani dallo Yosemite ci siamo detti: perché non andare a vedere almeno come sono fatte queste famose sequoie e magari andare a dare un’occhiata al meraviglioso Glacier Point dello Yosemite ? Tanto pensare di fare di più era al momento impossibile: sarebbe necessario passare almeno, ma almeno, 3 o 4 giorni allo Yosemite e almeno uno intero al Sequoia.
In sostanza ci sarebbe dispiaciuto essere così vicini a queste due meraviglie e non buttarci neanche un’occhiata ! Così abbiamo deciso di rimboccarci le maniche, ma di fare lo stesso questa tappa molto lunga.
La sveglia è suonata alle 4.30 del mattino e dopo un rapidissimo check-out (fatto usando la televisione direttamente dalla camera !) siamo di nuovo on the road con 1° destinazione Sequoia Park e ultima “qualcosa” il più vicino possibile allo Yosemite.
In realtà la distanza in linea d’aria tra Las Vegas e il Sequoia non è per nulla eccessiva, il problema è che non ci sono strade che valicano in linea più o meno retta la catena della Sierra Nevada e quindi la strada le “circunnaviga” allungando notevolmente il tragitto. Più ci lasciamo alle spalle il deserto e l’aspra vegetazione, più ci immergiamo invece nella rigogliosissima California, l’ultimo stato del nostro viaggio. Il paesaggio cambia radicalmente: alle rocce rosse, alla vegetazione rada, al caldo secco si sostituisce un verde lussureggiante accompagnato da enormi distese di frutteti e di zone agricole, di allevamenti bovini e un clima sicuramente più dolce.
Il viaggio fino al Sequoia prosegue tuttosommato tranquillo e grazie al fatto che ci alterniamo al volante io e Laura non è poi neanche così massacrante. Ovviamente, dovendo selezionare accuratamente che cosa vedere all’interno del parco, la nostra decisione cade “banalmente” sul Generale Sherman famoso per essere tutto tranne, forse, quello che realmente è ! Infatti nell’immaginario collettivo questa sequoia rappresenta o l’essere vivente più vecchio, o il più alto oppure l’albero dal diametro maggiore, ma in realtà non è nulla di questo. Però, insomma, qualcosa “di più” il Generale deve essere ed ecco che allora sono tutti d’accordo: il Generale Sherman è la sequoia con la maggior “densità” di tutte…Boh ? A parte questa parentesi comica, devo dire che le sequoie sono veramente degli esseri incredibili e maestosi e il Generale ancora di più ! Le sue dimensioni sono qualcosa di difficilmente descrivibile e sicuramente bisogna provare ad essere ai suoi piedi per capire quanto piccoli siamo di fronte al suo cospetto ! Risaliti in macchina ci dirigiamo verso la nostra meta finale, ossia arrivare il più vicino possibile allo Yosemite. La sera prima, da Las Vegas avevo prenotato un lodge che si trova pochi km prima dell’entrata del parco, ma non contando più di tanto di essere in grado, visto la distanza, di arrivare fino lì. Invece ce la facciamo e verso le 19 siamo già nella nostra camera.
Debbo dire che il posto è molto bello e seguendo le indicazioni della Routard si arriva piuttosto facilmente a destinazione. Possiamo dire che questo Lodge è praticamente all’interno del parco, nel senso che, seppur amministrativamente non ne faccia parte, in realtà l’aria, l’atmosfera, la flora e la fauna sono cose che non badano tanto ai confini giuridici. E di fatti dopo essere rientrati dalla cena, abbiamo passato 20 minuti buoni assorti a vedere un gruppo di cerbiatti brucare tranquillamente nei pressi del lodge e Laura ha persino visto un orso ! Mercoledì 29 giugno YOSEMITE PARK-SAN FRANCISCO Days Inn Costo $ 109
Il mattino successivo decidiamo per un’altra levata all’alba per poter raggiungere il Glacier Point, punto panoramico all’interno del parco, per poi rientrare a far colazione e quindi dirigerci definitivamente verso la nostra ultima meta: Frisco ! Il Glacier point è una delle cose più mozzafiato che abbia mai visto: raggiunto il punto ti si apre a strapiombo tutta la vallata dello Yosemite con il villaggio alla base, l’Half Dome di fronte e le Yosemite Falls in lontananza, ma il loro dirompente balzo provoca un rumore di fondo udibile fino a kilometri di distanza ! Una cosa è certa una vista del genere ti ripaga di tutta la fatica fatta per arrivare fin qua su, delle levatacce all’alba e del freddo che comunque si patisce: in un giorno siamo passati dai 40°C di Las Vegas ai poco meno di 10°C qui al Glacier Point, dove infatti si trovano ancora (siamo al 29 giugno) zone all’ombra con la neve.
Bene, risaliamo in macchina e dopo una sosta per la colazione, verso le 10:30 ci rimettiamo al volante verso la baia di San Francisco, dove arriveremo verso le 14:00. Il viaggio fila via liscio e il passaggio sul ponte che congiunge Oakland a Frisco è a suo modo emozionante in quanto capiamo subito che tutto quello che si dice circa il clima particolare di questa città è vero: dal ponte si può vedere come di fatto la città risulti divisa in due: la parte che da sull’interno della baia ha un clima soleggiato e mite, mentre in lontananza la nebbia domina le colline della zona nord/ovest rendendo impossibile la vista del mitico Golden Gate Bridge.
Due settimane forse sono appena sufficienti per godersi appieno le meraviglie di questa città e di assaporare con calma l’atmosfera e l’anima di una delle più belle (se non la più bella, ma tutto è soggettivo) città statunitensi. Quindi in poco più di 2 giorni pieni (pomeriggio di oggi, tutto il 30, e tutto il 1°luglio) non possiamo certo dire di aver visto Frisco, ma certamente siamo rimasti soddisfatti di quello che siamo riusciti a fare e del modo in cui l’abbiamo fatto.
Essendo arrivati piuttosto agevolmente al nostro motel ci sediamo un momento sul letto per decidere il programma delle giornate e alla fine decidiamo per il seguente: Pomeriggio di oggi: Chinatown e zona del Fisherman Warf / Ghirardelli Square (con tanto di cena) Domani: noleggio bicicletta e tour della città fino a sera; gita ad Alcatraz Dopodomani: shopping a downtown per gli ultimi acquisti Quindi dato che oggi è anche il nostro terzo anniversario di matrimonio, prima di uscire per il giro, prendo il telefono e prenoto una romantica cena di pesce in Ghirardelli Square seguendo le dritte della Lonely Planet.
Dunque la nostra prima meta è la caotica Chinatown. Quella di San Francisco è la comunità cinese più grossa del mondo…Ovviamente Cina esclusa ! e debbo dire che la zona mi ha fatto un’impressione molto migliore rispetto a quella di New York. Tutto è molto ben tenuto e nel quartiere vi sono angoli ed edifici molto pittoreschi e a loro modo storici. E’ molto piacevole perdersi nelle vie del quartiere costeggiando ristorantini, negozi, templi vari e giardinetti dove i vecchi cinesi passano il tempo giocando a carte o a giochi tradizionali.
Il nostro tour prosegue, rigorosamente a piedi, lungo il quartiere Italiano che si snoda lungo la Columbus per arrivare poi nei pressi della Coit Tower dove decidiamo di salire per provare a vedere un bel panorama a 360° di Frisco. Ma anche da questa sommità la visuale è solo a 180°, la situazione non è cambiata molto e la città risulta visibile solo per metà: il Golden Gate sembra quasi rappresentare una barriera tra il mondo del sole e il mondo delle tenebre ! Infatti oltre questo ponte tutto risulta pressochè invisibile e ahinoi sarà una costante per tutto il tempo che passeremo a Frisco: dovremo andarcene con il rammarico di non aver mai avuto la fortuna di vedere in tutto il suo splendore il famoso ponte…E anche quando c’eravamo sopra diciamo che sapevamo di essere sul ponte…Ma non è che ne abbiamo mai avuto un riscontro visivo ! Vabbè comunque il panorama su downtown e sulle varie colline della città è molto bello e suggestivo.
Ridiscesi dalla torre decidiamo di andare a vedere la strada più tortuosa del mondo: Lombard Street.
Premetto subito che se vi immaginate San Francisco come un incrociarsi di strade ripide, come una rete di salite mozzafiato e discese a strapiombo…Tranquillizzatevi è tutto molto peggio ! In effetti una cosa che mi ha affascinato e stupito allo stesso tempo è come una città così strutturata e costruita sia in realtà famosa e assolutamente attrezzata per essere facilmente girabile in bicicletta ! Dunque Lombard Street è proprio come me l’aspettavo: una serie di tornanti strettissimi e di aiuole ben tenute, presa d’assalto dai turisti per scattare la classica fotoricordo.
A questo punto però ci è venuta fame e quindi puntiamo dritti verso Ghirardelli Square dove ci regaliamo una bella cena per festeggiare questi 3 anni di matrimonio ! Essendo un ristorante a base di pesce non posso esimermi dal prendere la specialità locale: il granchio. Devo dire che il piatto, che viene cucinato e servito come se fosse un astice, è decisamente gustoso, ma purtroppo quello che mancano sono gli strumenti per goderne appieno. Mi spiego meglio: la cucina californiana è molto avanti nella ricerca e nei sapori, ma in certi casi ci sono delle cadute molto banali, per esempio nel ristorante dove eravamo noi, bello, raffinato, servizio impeccabile etc. Etc. Non ti vengono dati la pinza per poter tagliare “comodamente” il granchio. Quello che ti viene dato è uno schiaccianoci, ma attenzione non uno strumento che sembra uno schiaccianoci, ma uno schiaccianoci vero e proprio con cui tu riesci sì a triturare il guscio del granchio, ma non riesci però a tagliarlo e quindi a levare la parte rigida per tuffarti nella carne e assaporarla in pieno. Quello che si è costretti a fare è una lunga e opera di pulizia che ha come risultato immediato il raffreddamente della carne e soprattutto il fatto che quasi mai ci si riesca a riempire la bocca con poco più di micro boccatine di carne di granchio alchè il sapore risulta molto meno intenso di quanto invece potrebbe essere…Vabbè sono errori di gioventù e di inesperienza ! Per il resto un’altra conferma: il NOSTRO vino californiano è veramente buono. Io ho bevuto un calice di chardonnay e devo dire che era veramente delizioso.
Terminata la cena ci aggiriamo un po’ nella Girardelli Square che di fatto è una vecchia fabbrica di cioccolato ristrutturata e adibita a simpatico centro con numerosi negozietti, ristoranti e la famosa cioccolateria…Dove ovviamenti ci siamo concessi una piacevole sosta per degustare il prodotto ! Rinfrancati nello spirito andiamo verso l’autobus poiché oltre ad essere piombati nel buio siamo anche immersi nella nebbia e nel freddo: la temperatura sarà diminuita di almeno 20 gradi rispetto al giorno e quindi battendo i denti prendiamo al volo il bus che ci riporta nel nostro motel.
Il primo assaggio di Frisco è decisamente eccellente.
CONSIGLIO: Frisco è una città molto bella da girare a piedi, in bici o coi mezzi. Lascerei stare la macchina soprattutto per l’esorbitante costo dei parcheggi. Quindi suggerisco di valutare, se siete turisti itineranti con macchina al seguito, un hotel che includa il posto macchina perché il costo relativo al parcheggio potrebbe incidere notevolmente sulla spesa totale. La città è tuttosommato sicura e la presenza di numerosi senzatetto è più indice della tolleranza che c’è in questa città piuttosto che di una miseria diffusa. Non so se mi spiego: ho visto molta più miseria e disparità sociale a New York che qui a Frisco, però il numero di senza tetto qui è decisamente superiore e ormai sono praticamente parte integrante e caratteristica della città.
Ribadisco, l’anima di Frisco è molto tollerante e non a caso i vari movimenti pacifisti, i figli dei fiori, la beat generation e tutte le tendenze di questo tipo sono nate e cresciute proprio qui in virtù dell’atmosfera che regna nella città.
Ovviamente ci sono, come in qualsiasi grande città, delle zone dove non è consigliabile recarsi specialmente in certe ore della sera, come Tenderloine per esempio, ma comunque nulla che possa spaventare noi che veniamo da Milano ! Giovedì 30 giugno SAN FRANCISCO La giornata odierna comincia con la solita abbondante colazione in un locale gestito da cinesi pochi metri dopo il nostro motel. Con enorme difficoltà riusciamo a farci capire e più o meno ci portano quello che abbiamo chiesto. La qualità non è certo molto alta ma la simpatia del gestore rende il tutto molto piacevole ! CONSIGLIO: una delle cose più complicate negli USA che lasciava 9 camerieri su 10 sbigottiti era la nostra richiesta di avere del latte caldo ! Ebbene sì: noi per allungare e rendere un po’ più commestibile il loro lunghissimo caffè chiedevamo sempre un bicchiere di latte caldo e loro puntualmente sgranavano gli occhi e dicevano “Hot milk ?” Per loro infatti l’unica opzione possibile, che abbiamo sperimentato il primo giorno negli States ordinando semplicemente un bicchiere di latte, è quella di portarti del latte con dei cubetti di ghiaccio ! Quindi occhio alla penna, anzi se avvertite che l’acqua naturale che quasi sempre portano automaticamente abbia un sapore “cloroso” o comunque strano sappiate che questo sapere non deriva dall’acqua…Ma dai cubetti di ghiaccio, quindi basta specificare sempre “No ice, please!” Tornando a noi, di energie oggi ne abbiamo veramente bisogno dato che la giornata la passeremo in bicicletta. Il percorso parte praticamente dal Fisherman Warf dove ritiriamo due belle bici, modello city bike, e relativa attrezzatura: casco, catena, lucchetto, borsa e piantina, il tutto per la cifra di $ 50 in due per tutto il giorno. Noi decidiamo di percorrere un lungo giro che tra sali-scendi vari ci porterà verso il Pier 39, downtown, Alamo Square, Golden Gate Park, Golden Gate Bridge, Russian Hill e infine di nuovo verso dove abbiamo noleggiato le bici.
Tutto questo giro è durato praticamente tutto il giorno anche perché ci si fermava per le immancabili foto e anche per riprendere un po’ di fiato ! Nonché per un po’ di shopping tecnologico all’Apple store…Insomma abbiamo l’Euro forte…E allora sfruttiamolo almeno un volta ! Tutte le guide su Frisco parlano in abbondanza di questi luoghi e quindi non voglio soffermarmi più di tanto a descrivere le peculiarità di ognuno, ma mi limiterò a qualche cenno.
Dunque per prima cosa al Pier 39 ci sono effettivamente i leoni marini e non stento a credere che abbiano trovato le condizioni climatiche giuste nella baia: un freddo della madonna ! Passiamo direttamente ad Alamo Square dove è giusto fare una sosta nel parco al centro della bellissima piazza visto che una buona parte di Salite (volutamente scritto con la S maiuscola) ci hanno provato. Qui si possono osservare tutta una serie di case in tipico stile inglese vittoriano, veramente belle e ben tenute. A questo punto decidiamo di perderci nel Golden Gate Park, sperando prima o poi che la immancabile nebbia che iniziamo a penetrare si alzi verso mezzogiorno…Ma nulla da fare. Un po’ demoralizzati e disorientati (visto che ora siamo veramente nel mezzo della nebbia) decidiamo di andare lo stesso sul Golden Gate con le bici, almeno per dire “ci sono stato”, ma cambiamo il programma: anziché attraversarlo e andare dalla parte opposta a Suasalito, decidiamo di tornare indietro e di ritornare verso la zona al sole di Frisco. Consumato un veloce pranzo a base di frutta proprio di fronte all’Oceano Pacifico, rientriamo piano piano verso la luce e verso il caldo. Essendo ormai pomeriggio inoltrato decidiamo di approfittare del noleggio che scade alle 8 PM e usiamo le bici per ritornare al motel, doccia, cambio e via verso il Fisherman Warf da dove, dopo aver rilasciato le bici, ci rechiamo verso il Pier 39 per prendere il traghetto verso Alcatraz.
Devo essere sincero, questa escursione prenotata dall’Italia con largo anticipo, pensavo fosse una cosa molto turistica nel seno più negativo del termine, ma invece si è dimostrata un’esperienza molto positiva e interessante e per nulla banale. Noi partiamo con l’ultimo traghetto per due motivi: il primo è che era caldamente consigliato rientrare verso il tramonto per godersi lo spettacolo della baia sotto questa luce…Lasciamo perdere la nebbia non ha dato tregua ! secondo motivo è perché visitare Alcatraz quando il buio incomincia ad avanzare rende l’atmosfera assolutamente tetra e ti mette addosso una certa “tensione”, e questo si è dimostrato vero al 100%.
L’escursione consta fondamentalmente di due parti: la prima, dopo l’approdo, si snoda all’esterno del carcere: una guardia ci accompagna fino alla sommità della Roccia dove si trova il carcere, spiegandoci in tre/quattro soste la storia dell’isola e dei suoi diversi utilizzi nel corso dei decenni. Infatti questo luogo non è sempre stato un carcere, anzi. Comunque la parte più interessante è la visita con audioguida all’interno del carcere dove si possono vedere praticamente tutti i locali: ospedale, mensa, celle, celle d’isolamento, sala visite…Davvero molto bello.
Attualmente l’isola da ospitalità, se ricordo bene, alla più numerosa colonia di gabbiani che infatti hanno pressochè occupato tutta l’isola: ce ne sono davvero moltissimi.
Dopo il tour e l’acquisto di un libro scritto da un ex-detenuto sulla vita ad Alcatraz, riprendiamo il traghetto infreddoliti come mai e raggiungiamo la terraferma.
A questo punto puntiamo dritti verso il Pier 39 per una cena all’Hard Rock caffè di Frisco.
Venerdì 1 luglio SAN FRANCISCO Sheraton Airport Costo n.A.
Dato che per lavoro viaggio molto ho accumulato una serie di “punti fedeltà” che mi hanno consentito di avere una notte omaggio allo Sheraton di Frisco situato proprio a pochi metri dall’aereoporto internazionale ! Di conseguenza il programma della giornata è di bighellonare per Frisco tutto il giorno dedicandoci allo shopping e all’acquisto degli ultimi regali e per poi recuperare la macchina dal parcheggio del motel e spostarci verso lo Sheraton dove passeremo l’ultima notte (sigh !) Dunque, sbrighiamo le pratiche di check-out e strappiamo la possibilità di lasciare la macchina nel parcheggio del motel fino alle 15:00 senza dover pagare.
Non c’è molto da dire su questa giornata in quanto la trascorriamo principalmente tra la zona di Union Square e Fisherman Wharf a fare shopping, devo dire che l’umore è un po’ basso: siamo alla fine di quella che sia per me che per mia moglie è stata l’esperienza più bella della nostra vita e quindi il rientro ormai prossimo ci lascia un po’ un senso di vuoto.
L’unica cosa simpatica da raccontare è che per raggiungere l’hotel dovremo percorrere ca. 30 km e stiamo centellinando al massimo la benzina dato che la macchina possiamo riconsegnarla vuota e quindi faremo di tutto per dargliela col serbatoio il più secco possibile ! Lo Sheraton è sicuramente un hotel famoso, molto bello, lussuoso e fondamentalmente “business” con tutto quello che questo termine implica: servizio eccellente, costi per gli extra allucinanti, atmosfera molto fredda e impersonale. Diciamo che arrivando verso le 5 PM decidiamo di fare una capatina nel fitness center e spararci una mezzoretta di corsa tanto per alleggerirci e andare a consumare la nostra ultima cena in un ristorante, molto fashion, che si trova proprio dietro allo Sheraton Sabato 2 luglio e Domenica 3 luglio SAN FRANCISCO – NEW YORK – MILANO Sveglia alle 5 check-out e via verso il deposito Alamo. La segnaletica è davvero eccezionale e in un attimo lasciamo la nostra macchina col serbatoio davvero vuoto all’addetto ! Devo dire che non mi era mai capitato ma, una volta scaricati i bagagli e fatto il giro per controllare di non aver dimenticato nulla, ho chiuso le portiere e mi sono davvero commosso, assolutamente non per la tristezza che tutto era finito, ma per l’enorme soddisfazione per la magnifica esperienza trascorsa e per aver realizzato un sogno e soprattutto per essere stati in grado noi due da soli di “gestirci” una vacanza di questo tipo.
Partenza del volo con 2 ore di ritardo dopo una fila lunghissima per il check-in, per fortuna la nostra coincidenza a NY sarebbe stata 4 ore dopo l’arrivo da Frisco, ma devo dire che l’organizzazione in questo aereoporto è risultata davvero pessima. Comunque arriviamo a NY al JFK, e per passare un po’ il tempo ceniamo in un localino all’interno dato che l’obiettivo sarebbe quello di dormire il più possibile sull’aereo.
Arriviamo a Milano in perfetto orario e il mio primo pensiero è quello di mettermi al più presto al lavoro per scrivere quello che sto scrivendo: una sorta di diario di viaggio per condividere (e spero aiutare) con altri questa magnifica esperienza.
Gianni