West u.s.a. ON THE ROAD Luoghi, Aneddoti, Emozioni

Ciao a tutti, siamo partiti in 4, io (Marco) Francesca (la mia ragazza), Simone ed Enrico. Abbiamo prenotato il volo e la macchina ad aprile, ma per trovare i prezzi migliori è già un po’ tardi. Per il resto siamo andati all’avventura e abbiamo sempre trovato molti motel liberi, ce ne sono tantissimi, veramente economici, puliti e ricchi di...
Scritto da: FVIVIAN
west u.s.a. on the road luoghi, aneddoti, emozioni
Partenza il: 16/08/2005
Ritorno il: 05/09/2005
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 2000 €
Ciao a tutti, siamo partiti in 4, io (Marco) Francesca (la mia ragazza), Simone ed Enrico. Abbiamo prenotato il volo e la macchina ad aprile, ma per trovare i prezzi migliori è già un po’ tardi. Per il resto siamo andati all’avventura e abbiamo sempre trovato molti motel liberi, ce ne sono tantissimi, veramente economici, puliti e ricchi di comodità, dalla televisione al frigo e poi sono proprio come li vedi nei telefilm.

Questo è il nostro diario di bordo dove abbiamo cercato di raccontarvi la nostra vacanza, se aveste bisogno di ulteriori info scrivetemi pure, sarà un piacere francescavivian@libero.It Martedì 16/08/05 H 5.20 Be-be-Beep –Be-be-Beep… (sveglia!) Ero già nel dormiveglia, ma il consueto trillo mattutino questa volta è un sorriso che pone fine a mesi di attesa… SI PARTE ! ! ! H 9.20 Arrivo a Malpensa H 11.10 Decollo! H 15.10 Arrivo ad Atlanta (Bush International Airport). All’ufficio immigrazione assistiamo al terzo grado, la 1° vittima fra di noi è Simone al quale la signora con i labbroni e la faccia serissima dietro il bancone chiede di tutto: lavoro, famiglia, denaro, a cui Simo però poteva rispondere qualsiasi cosa che nessuna avrebbe controllato! Dopo foto con webcam e registrazioni di impronte digitali, sentiamo il rumore dei timbri e ci scende la tensione perché Simo è passato e noi dopo di lui.

Arrivati al piano inferiore ci urlano, ci fanno correre e soprattutto ci fanno fare cose che assolutamente non capiamo tant’è che arriviamo al check-in senza sapere esattamente dove abbiamo imbarcato le nostre valigie… H 19.15 Partenza da Atlanta. H 21.00 Atterraggio a San Francisco!!!!!!! PS: svelato il mistero che solo sui voli con maggioranza di turisti italiani esplode l’applauso quando si tocca terra! H 21.30 Scopriamo con piacere che le valigie ci aspettano sui rulli del deposito bagagli. Usciamo dall’aeroporto e, molto rintronati, prendiamo un taxi in direzione ostello. L’autista è molto socievole… in tutto il viaggio ci dirà 42 DOLLARI e GOODBYE.

H 24.00 Dopo una birra dalle cinesi “vicine di casa” andiamo a dormire! 17/08/05 H 8.30 Sveglia, scopriamo che Enrico è nato per preparare i pankake… tanto che Viv salta la colazione. H 10.00 Via alla visita di San Francisco, gran premio della montagna + e + e + volte, San Francisco è proprio come nei film, una salita dietro l’altra e poi anche una discesa dietro l’altra! I polpacci e la punta dei piedi ne risentono ma la bontà del panorama è impagabile.

H 10.30 Dopo la discesona attraverso il quartiere di Nob Hill arriviamo a Fisherman Swarf, giretto sui moli + sottomarino, visita al Pier 39 molto commerciale e con la colonia dei leoni marini AUK AUK AUUK… H 13.30 Pranzo tipico cinese/SF con granchio al vapore appena scottato, calamari & chips. Molto barboni su un ancoraggio per navi, ci sgranocchiamo il povero twenty dollars grab con tanta bisa gelata sulla collottola che ci taglia in 2. H 14.00 Abbonamento 3 DAYS e primo Cable Car preso al capolinea. FIGATA! Filmo un po’ di percorso appeso come un salame al supporto esterno e quando scendiamo non sento più il braccio.

H 14.15 Visita al cable car museum e inizio giro pedonale attraverso Chinatown.

H 15.30 Pasticceria cinese: surpize surprize compriamo 3 dolcini: io il più piccolo e solo alla cassa scopro il più caro, Simone una mattonella di 20 Kg di peso specifico ed Enrico il dolcino triangolare dei Pokemon. Per una volta non è il più sfigato e il suo triangolino panna e cioccolato è il più buono ed economico.

H 14.00-18.00 Giriamo tutta chinatown e 1000 negozi dove le insegne e i prezzi sono completamente in cinese. H 19.30 Ci dirigiamo alla volta del Visitor Center e lungo Market Street, una delle vie principali, osserviamo l’America o quanto meno i suoi abitanti che ci passano davanti agli occhi e notiamo quanto siano eterogenee le persone, anzi i “personaggi” nel senso di marcia opposto: i neri, gialli, alti, larghi, poveracci e uomini d’affari, figli e sfigati, forse gay e di sicuro 2 lesbiche che si baciano teneramente all’angolo e sorridono felici mano nella mano. Sono contente e tenere come me e Viv solo tutte e due con treccine e coscete scoperte… contente loro contenti tutti!  H 21.00 Dopo essere rientrati in ostello ed esserci ripresi un po’ usciamo per la cena. Abbiamo letto di una viuzza, Blonder St, soprannominata The French Ghetto, dove ci sono molti localini carini, ma non proprio adatti al nostro budjet serale così finaiamo in un autentico ristorante cinese. Il locale è carino ed il cibo addirittura gustoso, l’unica cosa strana è il cameriere che ci pressa per ordinare ed al secondo tentativo ci dice che o ordiniamo o ordiniamo perché la cucina chiude alle 22.00. H 00.30 Rientriamo in stanza dopo una tappa in un Irish Pub molto carino dove chiaramente ci chiedono i passaporti, non solo per servirci alcolici, ma anche per farci entrare dopo le 22 in quanto over 21.

H 01.00 Ci sgranocchiamo un po’ di nachos accompagnate da 3 corone e dopo 20 minuti di Internet Cafè decidiamo di andare a nanna.

H 01.30 Enrico emula la leggiadria dei sea lions con verso annesso nel tentativo di salire sul letto a castello altissimo. Un vero atleta! 18/08/05 H 8.30 Sveglia, lavaggi vari ed usciamo. Colazione veloce poco soddisfacente da delle cinesi un po’ rintronate e via per la città. H 10.30 Il giro dura poco perchè Viv accusa dolorini allo stomaco e per precauzione io e lei rientriamo in ostello per rilassarci un po’.

H 12.30 Mandiamo un SMS agli altri che il pancino di Viv non fa più i capricci, dopo poco arrivano e riprendiamo il giro interrotto alla volta del Golden Gate Park. (Inciso: gli abitanti di San Francisco sono tutti molto socievoli ed educati, alla minima cosa ti chiedono scusa, permesso ed agiscono con modo gentile nel dare indicazioni, nel cedere il passo agli angoli o sulle strisce pedonali e nel cedere posto agli anziani o disabili).

H 14.10 A proposito di disabili, sul pulman che prendiamo per raggiungere il parco c’è un tizio in carrozzella e quando arriva la sua fermata, l’autista, premendo 2 tasti, trasforma uno scatolone di bus di almeno 20 anni in un “robot trasformer“ perché gli scalini, mossi da movimenti idraulici diventano simili ad una pedana montacarichi. Incredibile! Sti americani sono troppo avanti per queste cose. Rimaniamo a bocca aperta! H 15.00 Ci siamo persi nel parco! H 15.01 Visto che Simone (ma anche noi) sta per svenire dalla fame mangiamo alla prima baracca che troviamo e finalmente ci spariamo il nostro 1° HOT DOG. A prima vista rimaniamo un po’delusi perché è già confezionato e noi avremmo voluto quello secondo la ricetta tradizionale americana, insomma, quello che è nell’immaginario di tutti i figli degli anni ’70 cresciuti a cartoni animati e telefilm polizieschi dove il poliziotto fermo all’angolo si fa preparare l’hot dog davanti al muso.

H 15.20 Troviamo finalmente il Japan Tea Garden, la visita costa £ 3,00, carina ma niente di eccezionale.

H 16.00 Il Golden Gate ci sovrasta dall’alto della sua imponenza, foto di rito e passeggiata fino al primo pilone. Adesivo degli aranceti della Morte (carnevale di Ivrea) e filmino panoramico con carrellata dal ponte verso la baia, Alcatraz, Oakland con il Bay Bridge e skyline di San Francisco. FIGATA!!! H 17.00 Torniamo verso l’ostello con pullman e cable car facendo una sosta nell’angolo messicano. Il bar è carino e tipico da telefilm con il mio panino “fresh tuma”. H 18.00 Scendiamo al volo per Lombard Street e facciamo una fotina alla strada più tortuosa d’America.

H 19.00 Rientriamo infreddoliti in ostello, ma già sappiamo che ci attende una serata molto lunga perché al mattino, prima di uscire ci siamo iscritti al PUB CRAWL che letteralmente significa passeggiata tra i pub. Praticamente siamo una scolaresca dietro all’animatore dell’ostello, Colin, che ci guida a piedi per i locali near the hotel. Il tipo è simpatico e riesce bene a far socializzare infatti nel giro di 2 pub conosciamo un inglese che faccio fatica a comprendere e un irlandese, Lian, molto simpatico e molto easy. I pub si susseguono e Viv, stanca morta, stanca di bere litri di coca cola e di non riuscire a parlare con nessuno ci lascia per il lettino in ostello. Scopro che il Cuba Libre si chiama ROMANCOKE per via dell’embargo cubano. In effetti non cambia solo il nome, ma anche il gusto è meno buono e soprattutto… TROPPO GHIACCIO, TROPPO GHIACCIO!! H 01.15 Rientro ed abbandono i due in un pub. Prima di uscire chiedo a Simo le indicazione per l’ostello ma tre passi fuori mi dimentico tutta la spiegazione. Mi sono perso! Per fortuna sono vicino a vie conosciute, per sicurezza fermo un nero e chiedo lumi. Il tipo mi fa capire e mi saluta con tanto di give me five. Troppo figo, sono per un attimo un San Francischese puro sangue! Torno in ostello e Viv è più felice di me perché è arrivata la termocoperta che stava aspettando. Io! Mi addormento in un secondo.

19/08/05 H 8.30 Io e Viv mettiamo la sveglia e incredibilmente si alzano anche i 2 cadaveri. Ci mettiamo in marcia per un giro a Telegraph Hill, Haight Hasbury (il quertier Hyppie) ed una veduta del golden gate di notte. In teoria non avremmo dovuto fare troppi passi, in realtà a causa di un’esplosione) i mezzi pubblici della Muni sono bloccati. Facciamo a piedi km su km e a telegraph hill ci salviamo con 2 hot dog, sta volta originali da bancarella, mangiati sul morettino davanti alla Coit Tower e con alle spalle la vista dall’alto di San Francisco con Alcatraz in bella vista. H 13.30 Niente visita alla Tower perché costa e perché non ci interessa gran chè. Andiamo verso Soma, ma anche questo quartiere non è così interessante perchè ci sono gallerie d’arte moderna che non fanno per noi e “bruttagente” nei pressi dei buildings.

H 16.50 Arriviamo al quartiere (block) dove è nato il movimento hyppie negli anni ’60. Rimaniamo senza parole per le foto dell’epoca, i colori di negozi ed edifici, ma soprattutto per gli abitanti. Veri personaggi d’antologia , solo questo quartiere vale il prezzo della vacanza e non solo per me che sono di parte visto che tutti e quattro siamo entusiasti e concordi. Dopo essere entrati in vari gift shop dove vendono ogni genere di gadjet psykoallucinogenolatextrashkitch, ci meritiamo una sosta ristoratrice e con gran piacere indoviniamo una delle taquerie migliori di San Francisco. Dalla pausa di 10 minuti per riprendere fiato e bere qualcosa si è trasformata nella nostra cena perché io e Simo prendiamo 2 OTTIMI Burrito che ci sfondano e non riusciamo neanche a finire, Enrico va su un Tacos e gli avanzi miei e di Simo, mentre Viv, quasi stomacata da tutte queste porcherie (seppur buonissime) si disseta solamente con la solita Coca cola. Usciti visitiamo altri gift shop. Visitare è il termine appropriato perché a parte vendere oggetti regalo, ti fanno fare un balzo “in the seventies” con articoli da veri sfascioni… LE FREAK C’EST CHIC è il vero motto delle vetrine. Viv ed io abbiamo anche una foto con 2 cappelli che sono tutto un programma… H 21.00 Lasciamo Haight Hasbury e ci dirigiamo verso il Golden Gate Bridge. La temperatura scende molto velocemente. Rapidamente ci immortaliamo con l’autoscatto davanti al famoso ponte illuminato che per l’occasione si è seminascosto nella nebbia. Che bravo ad avere tutti questi riguardi solo per rendere le foto tanto suggestive.

H 22.00 Dopo la lunga, lunga, lunga attesa alla palina del pulman che ci ha gelato le varie estremità del corpo, torniamo all’USA Hostel a preparare le valigie perché domani partiremo per l’interno. 20/08/05 H 7.30 Sveglia, last breakfast with pancake, rapido controllo per non dimenticare niente e via… H 9.15 Enrico ed io andiamo all’Avis Espletiamo le formalità burocratiche con la receptionist dell’Avis e andiamo nel garage. La macchina è tutta bagnata e dentro sa di detersivo. Mi faccio spiegare dal tipo come si usa che, anche se gentilmente, mi liquida in fretta: “Is more easy than you think…”. Completamente impanicato mi metto alla guida, le sensazioni/emozioni sono troppe e tutte insieme per essere comprese, il risultato sono le ascelle pezzate per fare 400 metri. Arriviamo sani e salvi ai 10 all’ora all’ostello dove gli altri ci attendevano con borsoni alla mano. Solo dopo un attimo ci rendiamo conto che al posto della sfigatissima Toyota Corolla (classe B) ci hanno dato una PONTIAC GRAND AM di classe C. E’ una berlina molto spaziosa come interni e bagagliaio, ma anche tendente allo sportivo con minigonne, alettoncino posteriore e muso abbastanza basso. Il cambio automatico è una figata, ma il fatto che si siano “dimenticati” di mettere il pedale della frizione un po’ mi disorienta. Attraversiamo il Golden Gate e Viv filma tutto da fuori il finestrino ghiacciandosi la faccia e le orecchie. Arriviamo a Sausalito che prende il nome dai salici presenti all’arrivo degli spagnoli. La città è carina e molto turistica. Ripartiamo per raggiungere Monterey 150 miglia a sud.

H 17.00 Arriviamo a Monterey e durante il percorso prendiamo confidenza con la California meno cittadina: litoranea tortuosa, scogliere, spiaggia e surfisti. Monterey è un ex pescheria di sardine, circa 200.000 tonnellate l’anno, oggi invece è la San Remo degli U.S.A. Dove i ricchi blagano con le loro Lamborghini, Ferrari e Corvette. Vediamo anche un ispanico che imita “pretty fly 4 a withe gay” facendo rimbalzare gli ammortizzatori anteriori e posteriori di una Cadillack 020.

Monterey non ci entusiasma anche se facciamo il giro turistico per visitare le case coloniche spagnole e le vediamo praticamente tutte H 19.30 Siamo in ritardassimo sulla tabella di marcia, ma sulla strada ci fermiamo al cartello che indica Raceway di Laguna Seca, mitico, qui gli italiani su 2 ruote si sono sempre fatti valere, non ultimo Valentino Rossi. In teoria non potremmo entrare perché è in corso una manifestazione e l’ingresso costerebbe 50 $ a testa. Con la mia faccia di “tolla” e soprattutto grazie alla disponibilità americana ci fanno entrare per 10 minuti. Il circuito è immerso fra le colline polverose e per un culo spaventoso, senza quasi cercarlo, arriviamo al famoso “CAVATAPPI”, impressionante davvero quanto sia tortuoso e verticale, molto più figo che non vederlo in TV. Foto e video e torniamo all’ingresso, non prima di farci sgridare da un addetto perché ci stavamo addentrando un po’ troppo per vie non percorribili.

H 20.30 Viaggiando viaggiando calano le tenebre e appare una stellata da paura, peccato non potersi fermare perché siamo lunghissimi con i tempi. Da dietro una collina scorgo una luna che così grande, tonda e gialla non avevo mai visto… ma sarà la stessa che si vede da casa nostra???! H 22.00 Il sedile dietro è come un salotto e non c’è molto da fare così Morfeo accoglie me e Viv tra le sue comode braccia.

H 24.10 Riapriamo gli occhi e siamo davanti al nostro primo Motel. Entusiasmo in stanza, è un Best Wester ed è il più classico dei motel da telefilm a due piani con tante stanzette con porta e finestra che danno sulla piscina e sul parcheggio auto dei clienti. 21/08/05 H 08.00 Sveglia e colazione in stanza con “furto” di 1000 brioshine confezionate.

H 9.30 Partiamo in direzione Sequoia N.P. A per arrivare attraversiamo le classiche pianure americane, campi di mais ed allevamenti di vacche immensi. La strada è dritta a “canna di fucile” ed all’orizzonte appare la Sierra Nevada che ci attende.

H 11.30 la Ranger ci da il benvenuto al primo parco e ci consegna anche il NATIONAL PARK PASS a solo $ 50 a macchina! Foto di rito al cartello con il faccione di pellerossa e via verso i “giganti”. Le prime sequoie giocano a nascondersi fra le altre conifere e le intravediamo solamente fino a che aumentano di numero e di dimensioni. Arriviamo al visitor center dove ci sono delle informazioni sulle “signorine”: la più grossa si chiama General Sherman ed ha circa 2600/2800 anni. Sbalorditivo, quasi da non credere!!!! Le sequoie ti fanno sentire piccolo non solo fisicamente, ma anche dentro; ho pensato che per quanto ho già fatto e farò nella mia vita non è minimamente paragonabile ai fatti che sono accaduti durante il loro lento crescere. AFFASCINANTE!! Facciamo due trail a piedi che ci occupano sino alle 16.00 e ci fanno saltare il pranzo. Ci accorgiamo della mancanza del cibo solo all’ultima salita perché gli occhi pieni di queste meraviglie compensavano la pancia vuota… anche se forse Simo se ne era accorto qualche “momento” prima.

H 16.30 Dopo uno spuntino veloce ci rimettiamo in marcia.

H 18.00 Finita la discesa che ci allontana dal Sequoia N.P. Si apre davanti a noi una pianura sterminata con la nostra Highway che la solca in due. Continuiamo così a mo’ di aratro fino a Fresno dove facciamo spese in un Wall Mart, un carrefour americano per intenderci. C’è gente di tutti i tipi, un casino come da noi insomma.

H 21.00 Arriviamo ad Oakhurst e mangiamo in un locale che ha cose italiane che tutto sommato non sono male.

H 23.00 Entriamo nel motel ed i due single della comitiva si fanno una birrozza sotto le stelle mentre io e Viv ci facciamo un po’di coccole.

22/08/05 H 7.00 La colazione del motel ci attende e si rivela la migliore fino ad ora, addirittura con brioches fresche. Dopo la colazione sosta veloce per rifornimento benza, Enrico si finge “marocco” e dà una passata ai vetri. Facciamo rifornimento anche di cibarie visto che oggi abbiamo intenzione di fare pranzo al sacco.

H 10.00 Entriamo allo Yosemite N.P. Capiamo che a differenza di ieri faremo molta più strada in macchina e molti meno passi. Il parco è enorme e le vedute panoramiche tolgono il fiato. Di interessante ci sono 2 o 3 cascate che però non sono nel periodo di massima portata, quindi potrebbero essere più belle. Proseguendo lungo la strada che attraversa il parco arriviamo ad un’area pik-nic dove facciamo amicizia con un chipmonk e anche se non si potrebbe Viv ed io non resistiamo a dargli qualche pezzettino di pane. Lo scoiattolo ci ricompensa con 1000 balzi e cambi di direzione frenetici. Quando raggiunge le briciole poi è fantastico vedere come afferra il cibo con le zampine, lo sgranocchia e scodinzola tenerissimo. Lo filmiamo e fotografiamo in tutte le salse e soprattutto Viv è entusiasta. Spostandoci leggermente dall’area pic-nic troviamo un ruscelletto e tanti altri fratellini di “chip” ci salutano sgambettando qua e la tra rocce e conifere.

H 14.00 Lasciamo la nostra panchina e raggiungiamo un punto panoramico molto suggestivo: Olusted Point. La vista è impagabile, siamo indecisi se sia anche più bello degli altri due visitati in mattinata dai quali abbiamo potuto osservare El Capitan e Half Denre.

H 16.00 Discesona interminabile lunga e comoda ci porta fino a Mono Lake. Da qui risaliamo verso Bodie, un’autentica “Gost Town” dell’epoca del far west e della febbre dell’oro. Visita della cittadina, video e foto di case, scuola, chiesa, compagnia mineraria e attrezzatura per estrazione del metallo giallo abbandonate ed arrugginite. Fantastico, correndo non troppo con l’immaginazione si può sentire il rumore degli ingranaggi a vapore che stridono e si muovono i carrellini, oppure le urla chiassose provenire dai saloon zappi di minatori che si giocano e si devono i pochi dollari guadagnati nelle viscere della California.

H 19.30 E’ da un po’ che abbiamo preso confidenza con le strade della California che sono effettivamente dritte e lente e attraversano spazi sterminati. In effetti la California è proprio un bello stato, dall’oceano alle montagne, dal deserto alle metropoli. H 21.00 In serata arriviamo a Bishop, la classica cittadina di passaggio con una freeway larghissima che separa general store, motel e fastfood… Prendiamo una camera al Confort Inn e poi cena nella nostra prima steack house. La carne è fantastica, tenerissima e gustosa e con una caraffa di birra bagnamo il mio 29esimo compleanno. Ah già, quasi me ne ero scordato, non è da tutti fare gli anni negli States, soprattutto dopo averli sognati una vita.

23/08/05 H 09.00 Sveglia per la Death Valley ma prima la colazione. Purtroppo Enrico si è sbagliato con gli orari e la colazione in motel è terminata e così Simo, Viv ed io andiamo a fare colazione da Denny’s. Tipica colazione all’americana con uova, bakon, patate grattuggiate, pancake buonissimi alla marmellata di mirtilli (niente a che fare con quelli dell’ostello di SF) ed orange juice. Simone si ammazza di cibo o, come dice lui, si adatta agli usi locali. Usciamo belli soddisfatti per la colazione faraonica e ringraziamo Enrico per lo sbaglio di orari! H 11.00 Mail veloce a casa e poi ci mettiamo nelle mani della fanciulla. Eh già, la piccola Viv si mette alla guida e dopo un minimo di impaccio iniziale prende confidenza con il mezzo.

H 15.30 La Death valley è alle porte ed infatti nel giro di poche miglia appare il cartello di benvenuto. Foto di rito, che questa volta è d’obbligo visto l’adesivo della Morte e via verso il “forno” del pianeta! H 16.00 Prendiamo stanza nell’unico posto all’interno della Death valley e dopo un minimo di relax per far passare le ore più calde arriviamo a Bad Water, il punto più basso e più caldo del continente. Il termometro a mezzogiorno segnava +57° ed in effetti ancora ora si sentono tutti anche se però sono completamente asciutti visto che la percentuale di umidità è pressoché nulla. La sensazione è di essere di fronte ad un phon gigantesco che spara aria calda a manetta.

Bad Water è un immenso strato di sale che si estende per molte miglia in una landa desolata e biancastra. Paesaggio da Mad Max o forse peggio. H 18.45 Dopo Bad Water andiamo a godereci il sunset, tramonto per noi italici, a Zabrisnkie point. Il tramonto è da urlo, le gole rocciose sotto di noi sono di un giallo ocra da cartolina mentre il resto delle rocce è più rossastro con varianti scure. Appena il sole va giù oltre il costone di fronte a noi, tutto assume sfumature rossastre; il vento non è più fastidioso come in altri momenti del pomeriggio così coccolati dalla brezza tiepida e smesse le apparecchiature elettroniche ci lasciamo un po’ di spazio per i momenti introspettivi. Viv e io ci guardiamo intensamente ed abbiamo degli occhioni acquosi e dilatati di coccole.

H 20.00 Risaliamo in macchina in direzione steack house anche se questa sera siamo leggermente meno soddisfatti… Dopo cena rimaniamo sorpresi come la temperatura sia ancora calda ed il vento insistente e tornando verso il motel rimaniamo incantati dal cielo stellato esaltato dal buio del deserto. Blocchiamo la macchina, spegnamo le luci e ci godiamo una via lattea luminosissima e le costellazioni più grandi che abbia mai visto. Ci viene il dubbio che dalla california le stelle si vedano in una prospettiva diversa dall’Italia perché sembrano veramente vicine! H 23.00 Tutti a nanna che domani ci aspetta l’alba sulle dune di sabbia.

24/08/05 H 06.00 Con gli occhi ancora mezzi chiusi e col buio della notte ci avviamo verso le dune per gustarci il nascere del sole, lasciamo la macchina sulla strada e ci inoltriamo su e giù per le colline di sabbia, troviamo un posto di nostro gradimento e aspettiamo. Notiamo che stranamente non c’è ancora il vento e la temperatura è veramente piacevole. Piano piano iniziamo ad intravedere un po’ di riflesso sulle montagne dietro di noi ed ad un tratto il sole illumina le dune facendo diventare le nostre ombre lunghissime. Giochiamo un po’ con le orme e quando ormai il sole è già alto andiamo in direzione general store per colazione e regalini per poi partire in direzione Las Vegas.

H 14.00 Lasciamo la nostra bella California ed arriviamo in Nevada, il paesaggio si fa leggermente più verdeggiante e in lontananza iniziamo a scorgere i palazzi giganteschi della città del vizio. Dopo mezz’oretta finalmente arriviamo e rimaniamo incantati da questo grande Gardaland. Percorrendo la Highway che attraversa la città (incredibile! Un’autostrada che attraversa una città…) e guardando fuori dal finestrino non riusciamo a osservare i palazzi nella loro interezza tanto sono maestosi. Ci buttiamo alla ricerca del nostro mega hotel/casinò, proviamo prima il Paris con la sua Tour e Arc de Trionphe quasi a grandezza naturale e poi l’Excalibur che però o per prezzo o per colpo d’occhio non ci soddisfano. Rimaniamo comunque a bocca aperta nel vedere che le slot machines e le roulettes sono lì con le loro luci e suoni a portata di tutti non appena metti piede nelle hall. Decidiamo di curiosare al Luxor, che con la sua entrata spaziosissima in tema e colori egiziani ci colpisce e ci conquista. Paghiamo anche meno di altri motel e giriamo come trottole per trovare il nostro ascensore. Il labirinto ci porta a visitare mezzo casinò (forse lo fanno apposta!?!?!) e finalmente troviamo la stanza al 5° piano… Siamo dentro una piramide gigante ed è tutto in tema egiziano!!! La stanza non è esageratamente grossa, ma la doccia è enorme, potremmo lavarci tutti e 4 insieme e avanzeremmo ancora spazio!!!! H 16.00 Dobbiamo prepararci per la serata più folle della vacanza perciò pigiamino e tutti a nanna! H 19.00 La serata inizia col giro di ricognizione nel nostro casinò e timidi timidi giochiamo i nostri primi 25 centesimi ad una slot, chiaramente senza vincere nulla… Con cartina della Stip alla mano usciamo dal Luxor e subiamo la prima botta di caldo!! Nei casinò 18° e stai bene con la maglietta lunga, fuori 40° e stai bene in canottiera!! La città con l’arrivo della sera si sta illuminando lentamente e i casinò/hotel (perché Las Vegas è praticamente “solo” questo) acquistano sempre più fascino. H 21.00 I casinò si susseguono uno dietro l’altro, ma sono edifici talmente enormi che i passi fatti sono già tantissimi e la fame inizia a farsi sentire. Prima di partire ci avevano tanto parlato dei famosi Buffet di Las Vegas e, anche se un po’ titubanti, diamo retta a Viv e la seguiamo dentro il Montecarlo, il prossimo casino! Dopo un giro veloce fra le slot seguiamo col naso all’insu come cagnolini le indicazioni per il buffet. C’è addirittura coda… buon segno! Paghiamo i nostri 15 $ a testa e seguiamo la tipa che ci accompagna al nostro tavolo. Ordiniamo da bere e ci buttiamo su tutte le preliberie… Dalla cucina asiatica a quella messicana, dagli antipasti ai primi ai dolci, 1, 2 e 3 volte su e giù dal tavolo ai banconi dove i cuochi ti cucinavano sul momento bistecchine e pastasciutte. Insomma, siamo usciti veramente intruzzati, tanto che ribattezziamo questo posto di piacere culinario… L’ABBUFFET!!! E poi ci chiediamo perché a Las Vegas sono tutti obesi? Prima mangiano come matti e poi vanno in giro con gli “scooter rental” cioè carrozzine elettriche affittate per non fare passi dentro e fuori i casinò, in modo da non smaltire neanche una parte delle calorie ingurgitate! Va bè! H 22.30 Ora che siamo di nuovo in forma ci dirigiamo verso il Bellagio con le sue fantastiche fontane da non perdere assolutamente. Viv ne rimane tanto affascinata che ci fermiamo a vedere anche lo spettacolo successivo. A forza trasciniamo via la nostra donzella e al Paris ormai siamo al 7° casinò ed è arrivata l’ora di giocare. Diamo un occhio alle roulette e scegliamo quella con la puntata meno cara cioè da € 5 al colpo (proprio da poveracci eh!). Alla fine il primo a rimanere con le tasche vuote è, senza rivali, Enrico, ma alla fine tutti e 4 rimaniamo belli asciutti, ma col piacere di esserci divertiti per circa mezz’ora. Forse se avessimo studiato un po’ le tattiche di personaggi più esperti magari sarebbe andata meglio, ma va bene lo stesso! Proviamo anche l’emozione delle slot, ma la fortuna non ci aiuta così dopo alcuni tentativi e dollari volati via usciamo sulla Strip. H 02.00 La Strip è ancora lunga e sicuramente non riusciremo a finirla, i piedi iniziano a fumare dai tanti passi e Viv deve convincerci per portarci ancora fino al Venetian. Iniziamo veramente a perdere colpi così mentre Enrico e Simo vanno a prendere qualcosa da bere noi due ci sediamo distrutti sui seggiolini delle slot. I casinò iniziano ad essere meno pieni e sebbene vadano avanti tutta la notte si vede che non è il fine settimana infatti alcuni tavoli vengono chiusi e la gente è molto meno di qualche ora fa.

Ci raggiungono gli altri due e mentre finiamo di bere ci riposiamo ancora un po’. Simo butta qualche dollaro nella slot vicino e ad un certo punto… DLIN DLIN DLIDING DLIDIIINGGGGGGGGG… Ci giriamo e Simo è lì, davanti alla sua slot machines, incredulo!!!! HA VINTO BEN 242,50 $!!!!!!!!! H. 04.00 Arriviamo in stanza senza forze e giusto il tempo di infilare il pigiama e ci addormentiamo.

25/08/05 (cambio di narratore, subentra VIV) H 10.00 Purtroppo dopo la nottata suona la sveglia e di nuovo tutti in pista anche se io ho ancora male alle gambe. Si riordina la valigia e decidiamo di sfruttare per la seconda ed ultima volta i fantastici Abbuffet e facciamo colazione a base di uova, bakon, salsiccia, caffè, danuts e dolci vari, succhi di frutta e frutta fresca. Leggermente appesantiti terminiamo il giro a Las Vegas visitando il museo/negozio di Elvis dove compriamo degli occhialoni compresi di basettoni per Max.

H 13.30 Siamo terribilmente in ritardo sulla tabella di marcia e io sono già nervosa per paura di perdere il tramonto al Bryce Canyon. Piano piano lasciamo il paesaggio desertico per inoltrarci di nuovo fra alberi ed arbusti. H 18.00 Arriviamo sgommango al parcheggio del SUNSET POINT al BRYCE CANYON, scendiamo correndo e ridendo come matti muniti di macchine fotografiche e videocamera e quando ci affacciamo sul canyon scopriamo che è già tutto in ombra… DELUSIONE!!! E’ carino però col sole i pinnacoli rossi sarebbero risaltati molto di più. Tentiamo disperatamente la corsa ad altri point of view prima che il sole tramonti definitivamente, ma ormai il Bryce è tutto in ombra.

H 19.10 Un po’ tristi e sconsolati (soprattutto io) cerchiamo il visitor center. Orario di apertura 8:00 am–8:00 pm, ma è chiuso! Ci viene in mente solo ora che entrando nello Utha abbiamo perso un’ora nel fuso orario. Tanta corsa per niente!! H 20.30 Troviamo un Best Western a pochi minuti dal parco, facciamo un giro al General Strore e mangiamo un hamburger nel fast food vicino dove le cameriere hanno la tipica forma fisica americana… tutte obese! 26/08/05 H 05.45 Visto il nostro Flop al tramonto ci alziamo per l’alba. Alla prima sveglia vediamo ancora tutto buio e la rimettiamo alle 6:30 Tutti pronti partiamo per il Sunrise Point dove il sole appena spuntato illumina le guglie, ma il vero spettacolo inizia solo dopo 1 oretta quando il cielo diventa azzurrissimo e il parco completamente illuminato ci offre uno spettacolo naturale mai visto prima. Visitiamo tutti i point of view e da qualsiasi angolatura si guardi la bellezza di questo anfiteatro non diminuisce. Decidiamo di fare l’escursione QUEEN’S GARDEN (una delle più corte) e inoltrandoci in mezzo, i colori e le forme sono ancora più belli…1000 forme e sfumature diverse… Insomma, BELLO BELLO BELLO! H 13.30 A malincuore lasciamo il Bryce, non prima di recuperare le ciabatte di Simo dimenticate in stanza, H 14.30 Attraversiamo intere pianure senza vedere anima viva e i paesini sono più o meno distanti 40 miglia l’uno dall’altro così il primo ristorane che troviamo è nostro. Siamo soddisfatti del nostro pranzo in un posto sperduto tipico americano e non poteva mancare il test di Simone sul dolce locale: il ROOT BEAR FLOAT, che non sappiamo ancora ora cos’è, ma è buono! H 18.00 Dopo km e km di strada panoramica con paesaggi misto collinare e misto canyon, dove Enrico ci saluta “russando” per metà viaggio, arriviamo nei paraggi di Moab e decidiamo di fermarci per un giretto di ricognizione ad ARCHES per gustarci il tramonto. Partiamo per l’escursione al Delicate Arch e il sentiero sale sempre di più, da sentiero diventa roccia e ci accorgiamo di aver saltato la deviazione segnalata dagli “omini”. L’arco non si vede e siamo con la lingua sempre più lunga e con la poca acqua sempre più calda e col sole sempre più basso. Arriviamo alla meta stanchi morti, ma appena in tempo per goderci l’anfiteatro di roccia sottostante con l’arco illuminato e il paesaggio collinare verdeggiante alle spalle. La roccia rossastra tipica di questo parco assume una tonalità più scura e più accesa con la luce rossa del sole al tramonto e come al solito la natura ci offre uno spettacolo meraviglioso che ci ripaga della fatica fatta per arrivare lassù. Notiamo che c’è molta gente con attrezzature fotografiche e cavalletti professionali, probabilmente staranno in postazione per immortalare l’arco di notte… Ci riposiamo un attimo anche noi e riscendiamo con il cielo stellato e il sentiero ormai quasi al buio in un paesaggio molto suggestivo.

Stanchissimi, ma contenti cerchiamo un motel e poi la cena dove ci spariamo dell’ottima carne… anche se cara! Pianificando la giornata di domani, vista la stanchezza e visto che siamo in anticipo con la tabella di marcia dopo la visita al Delicate Arch, decidiamo di saltare il rafting a Canyoland e mettiamo a sveglia alle 9.00.

27/08/05 H 09.00 Sveglia tranquilla e scendiamo a fare colazione.

H 11.00 Prima tappa obbligata al market per rifornimento d’acqua e dove io mi compre finalmente il frigo di polistirolo portatile contro il volere degli altri. Ci dirigiamo verso il Landscape Arch, l’arco naturale più lungo del mondo (circa 80 mt). La passeggiata è molto meno faticosa del trail di ieri e ci arriviamo agevolmente sebbene la temperatura sia molto alta… grazie anche alla mia acqua fresca. Dopo il Landscape facciamo il giro intorno alla Balanced Rock e poi visitina, anche qui agevole, al Dubbie Arch. Il paesaggio è particolare con questi archi qua e là e con rocce rossastre gigantesche che riempiono l’orizzonte; il nostro preferito rimane il Delicate e capiamo che l’accoppiata vincente è “rocce e sole al tramonto”. La luce riflessa sugli archi fa risaltare talmente tanto i colori da renderli irreali.

H 14.30 Vista l’ora gli stomaci richiedono la nostra attenzione così salutiamo Arche N.P. E ci buttiamo su 4 hot dog stupendi con jogurtino alla fragola per me e danuts per Marco e Simo.

H 15.30 RELAX RELAX RELAX! Tutti in piscina o in stanza per un bel pisolino… Ci voleva proprio, mi sento un’altra persona! H 20.00 Non rinunciamo alla bistecca locale visto che non ci ha mai tradito e per il dopo cena ci mischiamo con la gente del posto in un locale tipico con Dj, bancone, tavolini ed insegne western e ragazzi che ballano in pista. H 24.00 Si ritorna in motel e davanti alla televisione io mi addormento quasi subito, Marco ed Enrico mi seguono in fretta, mentre Simo riesce addirittura a vedere finire il film! 28/08/05 H 08.00 Sveglia e tutti in macchina in direzione Monument Valley. Guido io e ad un certo punto ci troviamo immersi nelle colline più rosse che abbia mai visto. Uno spettacolo che prosegue per parecchie miglia finchè vediamo spuntare in lontananza i primi BUTTE, anche loro di un colore rosso intenso. Pausa per foto e video nella prima piazzola in modo da goderci uno meraviglioso colpo d’occhio d’insieme e si prosegue verso il visitor center. Ci consigliano le ore meno calde della giornata ed il tramonto è alle 19.30 quindi proseguiamo per Kayenta dove alloggiamo al Best Western più caro della vacanza ($ 133).

H 16.00 Carichiamo il frigo di polistirolo col ghiaccio gratuito e ci lanciamo alla conquista della Monument Valley, territorio completamente in mano agli indiani, poverini, l’unico spazio che questi brutti americani gli hanno lasciato… Passiamo tutte le bancarelle indiane senza però comprare niente. Entriamo ed iniziamo il giro sulla nostra Pontiac. I giganteschi monoliti non sono male, ma ormai i nostri occhi sono abituati a colori e grandezze e non ci sembrano eccezionali come altri parchi, forse sono più affascinanti visti da lontano, nell’insieme del paesaggio, stagliati in mezzo alla pianura un po’ verde/giallo paglia dei cespugli e rossa della terra. Facendo un rally sulle bellissime, ma poco pratiche, strade sterrate Enrico riesce a portarci appena in tempo al punto migliore per il tramonto. Il rosso già intenso, si trasforma in un rosso brillante e come al solito gli occhi e la mente si riempiono di immagini che non dimenticheremo mai.

Noi ringraziamo, forse la Pontiac un po’ meno, è tutta insabbiata poverina!!! H 20.00 Tornando verso Kayenta cerchiamo un buon posto dove mangiare, ma in questa cittadina indiana, molto squallida e zingara, tutti i ristoranti sono chiusi così torniamo al Burger King.

29/08/05 H 09.15 Oggi possiamo definirla giornata di avvicinamento al Gran Canyon . Ci dirigiamo verso il lake Powell dove decideremo come passare la giornata. Arrivati nei pressi vediamo il cartello per l’Antilope Canyon e anche se costa € 18,50 a testa decidiamo di spenderli. Paghiamo e aspettiamo che la nostra guida sia pronta: una signora indiana vecchiotta e robustella con jeans al ginocchio, canotierina gialla e scarpette simil ginnastica. La signora ci porta al Canyon, che non è altro che una spaccatura nella roccia di poco più di un metro. Ci fa intrufolare al suo interno passando da una scalettina stretta stretta e siamo dentro l’Antilope. Il passaggio è a tratti molto stretto e le pareti alte levigate e striate di rosso mattone e arancione riflettono la luce del mezzogiorno che penetra all’interno. Giochi di luce mai visti e quando la nostra guida inizia a raccontare il divertimento aumenta. Con la vocina che “rimbomba” nelle gole ci fa notare le mille figure che compaiono formandosi mixando le forme delle rocce e la luce del sole. H 15.00 Facciamo un giro sulla diga del Lake Powell e poi ci prendiamo un paio di ore di svacco sulle spiagge del lago: visto il caldo è stato piacevole, ma mi aspettavo qualcosa di più turistico e soprattutto curato.

H 19.00 Dopo un paio d’ore di viaggio arriviamo al Gran Canyon in pieno tramonto quindi un po’ tardi per il solito spettacolo di colori. 30/08/05 H 08.00 Sveglia e visita al Gran Canyon dai punti panoramici. Non appena mi affaccio sul Rim mi da un senso di maestosità e grandezza che mi lascia senza fiato e sebbene non abbia i colori e le forme di altri parchi, lo ammiro con un forte senso di inferiorità ed impotenza. Gli altri, soprattutto Enrico, percepiscono meno la sua bellezza quindi terminata la visita dai view point saltiamo il giro in aereo in modo da iniziare l’avvicinamento a San Diego.

H 14.00 Pranzo e via per centinaia di miglia. Marco si mette alla guida e man mano che andiamo avanti la strada è sempre più interessante: vediamo i primi cactus della vacanza disseminati per le pianure dell’arizona lungo la strada più lunga è dritta che abbiamo mai visto. Proseguiamo per miglia e miglia senza una curva e senza un paese, solo qualche ranch sperduto in mezzo ai cespugli. Ad un certo punto il paesaggio ci regala un tramonto fantastico ed interminabile. Sembra quasi che lo stiamo rincorrendo tanto il cielo rimane colorato di rosso facendo risaltare la siluette delle montagne!!! Talmente bello ed emozionante che rimango in silenzio con lo sguardo fisso fuori dal finestrino per una buona mezz’ora. Sarà che mi ricorda le nostre montagne? Forse un po’ di nostalgia di casa? Mah, non so, però bello! Sembra incredibile, ma da un pomeriggio di trasferimento da cui ti aspetti solo un viaggio lungo e magari anche noioso, vengono fuori strade, tramonto e paesaggi mozzafiato!!! H 22.00 Ci fermiamo a Yuma per dormire e quando scendiamo dalla macchina ci assale una temperatura caldissima ed umidissima. Andiamo subito in stanza col condizionatore e un po’ di TV ci tiene compagnia prima di addormentarci.

31/08/05 H 07.30 Partenza euforica per San Diego, “solo” 170 miglia e siamo finalmente al mare! H 13.00 Arriviamo e rimaniamo subito sorpresi come la strada che passa quasi in mezzo alla città sia di 5 corsie e che la pista di atterraggio dell’aeroporto sia proprio lì attaccata, sembra che gli aerei ti atterrino sulla testa! Inoltrandoci un po’ di più nelle vie, scopriamo invece una città molto piacevole, calda e tipicamente californiana con viette, casette e palmette… FIGATA! Gironzoliamo per cercare il nostro ultimo motel e fermandoci sulla baia interna mettiamo per la prima volta i piedini nell’acqua dell’oceano. Troviamo il nostro Best Western direttamente sulla spiaggia e anche se un po’ più caro optiamo per la comodità.

H 15.00 Appena sistemati andiamo subito in spiaggia. E’ proprio come nei telefilm, spiaggia lunga e larga di sabbia fine con le onde dell’oceano che si infrangono lentamente sul bagno asciuga. Mi immaginavo degli ondoni altissimi ed invece, pur essendo delle signore onde, non assomigliano per niente a Point Break! ;-)). H 20.00 Dopo le docce, mangiamo da Tony’s Roma, il ristorante di fronte al nostro motel; bistecca e polletto non male e poi mentre Simo e Enrico si lanciano nei locali, io e Marco stanchi torniamo in stanza a farci due coccole.

01/09/05 H 09.00 Ci alziamo pronti per mare e sole, ma visto che il cielo è un po’ biancastro io, Marco e Simo facciamo un po’ di shopping. Per darci la carica facciamo colazione da Dennis, che bontà! H 14.30 Arriviamo in spiaggia e Marco affitto la tavola insieme ad Enrico. Mentre Simo dormicchia io cerco di immortalare i 2 surfers e finisco la 6° cassettina della videocamera… vedremo il risultato… H 17.30 Passeggiata sul lungo mare con hot dog e gelato e poi su in camera a prepararci per la cena. Finalmente a San Diego riusciamo a mangiare ad orari normali.

H 22.00 Simo ed Enrico ci portano nel locale della barista figa dove sono stati ieri sera, ma prima tappa in un negozietto di magliette che il proprietario ci apre sul momento quando vede che guardiamo la vetrina. Beviamo quindi nel locale, osserviamo la popolazione sandieghese e torniamo in motel 02/09/05 H 09.00 Come ieri il cielo è biancastro, ma il sole spunta poco dopo e non ci abbandonerà più finchè alle 16.30 ci ritiriamo quasi ustionati. Oggi Marco ha visto un gruppo di delfini a pochi metri da lui mentre si riposava a cavalcioni sulla tavola oltre le onde…! H 17.30 Dopo doccia e molta cremina idratante ci armiamo di carta di credito e andiamo in direzione mall. La serata è proficua: – SIMO: 5 paia di Levis (anche per i famigliari) + 1 giubbotto di Jeans – MARCO: 1 pantalone di velluto + 1 Jeans – FRA: 1 pantalone velluto + 1 Jeans + 1 giubbotto di Jeans – ENRICO: si tiene per i negozi di surf domani (muta+magliettina) H 21.30 Usciamo dal parcheggio del mall e per 7 minuti di ritardo paghiamo 2 $, un po’ caro eh?! Va bè, giriamo come matti per il quartiere notturno più frequentato di San Diego, ma non riusciamo a parcheggiare così ci spostiamo nella nostra solita zona. Purtroppo riusciamo a trovare un messicano un po’ maffo, ma è l’unico che dà da mangiare dopo le 22. 03/09/05 H 08.00 Purtroppo è arrivato l’ultimo giorno, prepariamo le valigie e dopo colazione carichiamo la macchina per l’ultima volta.

H 13.00 Poche ore di viaggio e arriviamo a Los Angeles. Appuriamo dove si trova l’Avis per la restituzione dell’auto e facciamo un giro per Beverly Hills e in Walk of Fame ed intravediamo da lontano la scritta Hollywood.

H 17.00 Restituiamo la nostra Pontiac (che ci ha portati in giro per 3250 miglia, 5200 KM) a cui ci eravamo già un po’ affezionati e con la navetta ci dirigiamo verso l’aeroporto.

H 22.20 Partiamo da Los Angeles in direzione Boston e viaggiando di notte dormiamo quasi tutto il volo. Quando atterriamo io ho il raffreddore peggiore degli ultimi 6 mesi causato dall’aria condizionata, ma questo non ferma la nostra passeggiata per Boston! 10 ore di scalo ci permettono di capire che è una cittadina carina e tranquilla e con dei prati dove si dorme benissimo! Dopo un paio di ore di pennichella torniamo in aeroporto dove alle 17.40 ora locale partirà il nostro volo per Milano.

H 06.40 ora italiana atterriamo a Milano, addirittura in anticipo. Non ci sembra vero di aver attraversato mezzo mondo, di aver visto le meraviglie dei parchi nazionali americani e le loro città strambe e particolari ed ora di essere di nuovo nella nostra vecchia Italia.

Ma tutto sommato, dopo 3 settimane sempre in giro con le valigie pronte, è anche piacevole tornare a casina e rivedere mamma e papà…



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