West Coast USA agosto 2010
Grazie alle letture degli itinerari seguiti da altri viaggiatori ed ad una scrupolosa ricerca su internet e guide varie, prima su tutte la mitica Routard, con una preparazione complessiva di alcuni mesi, ho buttato giù un itinerario di massima con tutte le località che io e il mio maritino avremmo voluto visitare. Per la verità il mio dolce consorte era già stato altre volte nella West Coast, ma visto che erano passati diversi anni e che non era mai stato in alcuni posti, abbiamo trovato il giusto compromesso tra i suoi ed i miei gusti.
Riassumendo il viaggio:
Date: dal 14 al 29 agosto 2010
Volo: Linate – Londra – Los Angeles con ritorno San Francisco – Londra – Linate € 860 circa
Auto: Toyota Corolla (bagagliaio non all’altezza, ma auto discreta, prenotata con la Hertz e dotata di navigatore satellitare)
Hotel:
– Los Angeles: Wilshire Grand (voto 8: bell’albergo in discreta posizione nel quartiere finanziario della città)
– Grand Canyon: Grand Hotel a Tusayan (voto 8: bell’albergo di montagna all’ingresso del parco)
– Bryce Canyon: Best Western Ruby’s Inn (voto 8: camere ben attrezzate e bella posizione, scegliere se possibile le camere fronte lago perché meno rumorose)
– Las Vegas: Planet Hollywood (voto 8 ½: grandi camere con bagno super e posizione strategica)
– Mammoth Lakes: Mammoth Mountain Inn (voto 5 ½: pessimo non consigliato)
– Oakhurst: Confort Inn (voto 8: nonostante l’apparenza belle camere e ottima posizione)
– San Francisco: Holiday Inn Golden Gateway (voto 8: struttura di alto livello ma un pò lontano dalle principali attrazioni)
Costo pacchetto hotel + auto: € 2500 circa
Km percorsi: 4600
Costo medio per pranzo: 10-15 dollari (fast food o simili)
Costo medio per cena: 20-25 dollari (ristoranti prevedendo secondo e contorno con bevande)
Dopo la prima colazione a Hollywood dove abbiamo speso quasi 20 dollari per un caffè, un succo di mela e una brioche vuota, abbiamo preso l’abitudine di fare la spesa (biscotti, muffins, succhi di frutta, ecc.) nei numerosi supermercati. Poca spesa tanta resa.
Altri costi da tenere in considerazione: i parcheggi (molto cari a Los Angeles e San Francisco, praticamente gratis in tutti gli altri posti) e le mance (non facciamo sempre i “mocci”, i camerieri guadagnano praticamente solo con le mance, in molti ristoranti agevolano i clienti inserendo nello scontrino l’importo consigliato in base alle varie percentuali che vanno dal 15% in su).
Shopping: è ancora conveniente nonostante gli sbalzi del dollaro. Tanto per fare qualche esempio due paia di Levis comprati in un Outlet di Las Vegas con i saldi ci sono costati circa 60 dollari (meno di 50 Euro). Fatevi due conti…
Stesso discorso vale per la benzina che oscilla da poco più di un paio di dollari al gallone fino a quasi raddoppiarsi in alcuni posti (parchi e death valley). Noi non siamo quasi mai scesi sotto la metà serbatoio per non correre rischi e siamo riusciti a lasciare l’auto quasi a secco alla riconsegna.
Finalmente dopo tanta attesa arriviamo al giorno della partenza: 14 agosto 2010.
14.08.2010: Linate – Los Angeles. Volo British Airways con scalo a Londra. Con il check-in on line abbiamo scelto i posti sia sul volo Linate – Londra che su quello Londra – Los Angeles. Nonostante avessimo solo circa un’ora di scalo, siamo riusciti a fare le cose con calma e a concederci anche uno spuntino in aeroporto, anche perché le valigie imbarcate a Linate andavano direttamente a Los Angeles. Il volo in partenza per gli USA è in ritardo di circa un’ora, l’aereo è gigantesco e una volta saliti a bordo scopriamo che i ns. Posti non sono in classe turistica ma in una via di mezzo tra questa e la 1^ classe. La differenza sta nei programmi in visione sugli schermi in dotazione in ogni schienale e in alcuni confort della poltrona (poggiapiedi, ecc.). Anche se siamo partiti da Londra nel pomeriggio inoltrato non dormiamo molto e il cibo è classico da aereo. Arriviamo a Los Angeles con un’ora circa di ritardo, è già buio e una volta usciti dall’aeroporto prendiamo il bus della Hertz che ci porta a prendere l’auto noleggiata. C’è una fila infinita e quando tocca a noi ci rifilano una Toyota Corolla rossa con navigatore. Ci infiliamo nel traffico di Los Angeles direzione hotel Wilshire Grand che si trova nella zona Down Town. La visione dei grattacieli di LA è spettacolare, sembra di essere in uno di quei film di fantascienza. Sarà la stanchezza…. Arrivati in hotel decidiamo di lasciare l’auto nel parcheggio almeno per questa notte, l’idea di andare a cercare un posto meno caro (in hotel costa 35 dollari al giorno) non la prendiamo neanche in considerazione vista l’ora. Facciamo il check in e immediatamente a letto anche perché sono le 23.00. Non conto da quante ore siamo svegli perché sono veramente troppe. Ci svegliamo dopo apparentemente una bella nottata di sonno ma ci accorgiamo che è passata solo un’ora (maledetto fuso orario), dormiamo ancora un po’ ma alle 4 non c’è più verso di restare a letto. Con calma ci alziamo, facciamo una doccia e usciamo.
15.08.2010. LOS ANGELES. E’ ferragosto e siamo a Los Angeles. La stanchezza passa di colpo. Prendiamo l’auto e ci dirigiamo verso Hollywood. Foto di rito alla collina con la scritta e giro in auto di Beverly Hills e dintorni. Parcheggiamo vicino alla Walk of Fame, dove percorriamo il marciapiede con le stelle su entrambi i lati. Arriva l’ora di pranzo e cerchiamo un posto dove mangiare qualcosa. Capitiamo in quello che considero il fast food peggiore del mondo, non entro nei dettagli per tutelare i deboli di stomaco. Riprendiamo il giro di Los Angeles andando a vedere la famosa Rodeo Drive fino all’ora di cena quando rientriamo in hotel e mangiamo qualcosa in un ristorante vicino. Troviamo un parcheggio a 5 dollari al giorno nelle vicinanze dell’hotel. Nanna presto per smaltire un po’ di fuso.
16.08.2010. LOS ANGELES. La giornata sarà dedicata alla visita della costa: Malibu, Santa Monica e Venice. Partiamo da LA con il sole, ad un tratto entriamo in una fitta nebbia che ci appare quasi irreale. Ma dove sono le spiagge assolate di Baywatch?? La temperatura non è neppure molto elevata, non importa, proseguiamo… Lasciata l’auto in un parcheggio a pagamento di Santa Monica, a pranzo mangiamo qualcosa in un ristorantino sul molo e poi decidiamo di andare verso Venice a piedi facendo tutta la passeggiata. Andiamo anche verso l’interno a vedere il famoso quartiere con i canali e le belle case sull’acqua. E’ a nostro avviso la parte più bella di Los Angeles, anche se i personaggi che si incontrano lungo la passeggiata sono abbastanza inquietanti. Abbiamo dedicato solo due giorni a Los Angeles e non ce ne siamo pentiti, anzi abbiamo avuto la conferma di quanto riportato dalla maggior parte dei viaggiatori che considerano questa città come una delle meno belle di questa parte degli USA. Abbiamo inoltre deciso di non vedere i parchi (Universal e Disney) in quanto li avevamo già visitati a Orlando tre anni fa.
Ritorniamo verso Down Town per la cena e poi di corsa a dormire, anche perché domani dovremo affrontare la tappa più lunga di questo viaggio: da Los Angeles al Grand Canyon.
17.08.2010. LOS ANGELES – GRAND CANYON. Ci aspettano diverse ore di auto per raggiungere Tusayan alle porte del Grand Canyon. Appena usciti da LA cambia completamente il paesaggio. La città lascia lo spazio ad una natura a tratti selvaggia e a piccoli centri abitati. Ci fermiamo lungo la strada a fare un po’ di spesa, l’immancabile frigo di polistirolo, bibite in quantità e qualcosa per il pranzo. Fa molto caldo anche se è ancora mattina. Mangiamo in una piazzola di sosta lungo la freeway, non abbiamo il coraggio di scendere dall’auto a causa della temperatura tropicale, restiamo in macchina con l’aria condizionata accesa. Riprendiamo il viaggio, a tratti costeggiamo la famosa ferrovia con i suoi interminabili treni. Ci fermiamo a Kingman lungo la mitica Route 66. Arriviamo a Tusayan che sono le 19.00. Alloggiamo al Grand Hotel dove non risulta la nostra prenotazione, dopo un attimo di panico (inizio a pensare che dormiremo in macchina perché vista l’ora non troveremo più un buco…), tutto risolto. Lasciamo le valigie in camera e andiamo a mangiare. Scopriamo un posto davvero carino, la steak-house Yippee-ei-o!, molto western, con i camerieri vestiti da cow boy, finalmente mangiamo bene senza spendere una fortuna. Andiamo a letto perché gli 800 km. Iniziano a farsi sentire.
18.08.2010. GRAND CANYON. Purtroppo la giornata non promette niente di buono. Nuvoloni all’orizzonte e temperatura piuttosto fresca. Decidiamo di entrare nel parco per poi vedere se il tempo migliora e riuscire a fare il giro in elicottero. All’ingresso c’è un avviso che informa che la visibilità è scarsa e che non rimborseranno il biglietto di ingresso, qui acquistiamo l’annual pass per 80 dollari e entriamo. Lasciamo l’auto in un dei primi punti panoramici Yavapai Point nel South Rim. Lo spettacolo che ci appare davanti gli occhi è indescrivibile. Nonostante la foschia è comunque da pelle d’oca. E’ mattina presto, per cui c’è poca gente e si vedono molti scoiattoli. Riusciamo a fotografarne uno che si sporge su un dirupo, quasi volesse ammirare il panorama. Continuiamo con i vari view points prendendo la navetta che gratuitamente effettua i vari percorsi. Inizia a piovere ma non ci scoraggiamo. Torniamo verso il parcheggio dove avevamo lasciato l’auto e andiamo pranzare nel self-service del Grand Canyon Villane. Al pomeriggio nonostante il tempo continuiamo la visita prendendo un’altra navetta. Dopo un po’ inizia a piovere veramente forte, decidiamo di uscire dal parco, ma ci aspetta ancora una sorpresa. Un bellissimo cervo che mangia vicino ad una fermata delle navette, incurante delle persone intorno che cercavano di fotografarlo. Davvero spettacolare!!
Per cena decidiamo di tornare nel posto della sera precedente. Cambiamo genere ma è tutto davvero buono compreso il dessert… una gigantesca coppa di fragole enormi con panna. Cosa vuoi di più dalla vita? Andiamo a letto perché domani si riparte.
19.08.2010. TUSAYAN – PAGE – BRYCE CANYON. Partiamo piuttosto presto da Tusayan. Rientriamo nel parco per poi uscire dall’altro lato direzione Desert Rim Drive. Abbiamo così l’occasione di fermarci a vedere il Grand Canyon da un’altra prospettiva. Oggi la giornata è decisamente migliore. Peccato non essere riusciti a fare il giro in elicottero. Pazienza, sarà per la prossima volta. Percorrendo la strada che porta verso Page vediamo in lontananza anche il North Rim del Grand Canyon. Arriviamo a Page in tempo per prenotare la visita dell’Antelope Canyon delle 11.00 circa. Dopo aver pagato l’ingresso del parcheggio (6 dollari) e la visita (25 dollari a testa) ai nativi americani che gestiscono l’ingresso al parco, saliamo su uno dei camioncini attrezzati per il trasporto dei turisti e partiamo in direzione dell’ingresso dell’Antelope Canyon. Il viaggio è tutt’altro che confortevole, anche perché siamo in fondo al cassone e mangiamo un sacco di polvere oltre ai vari sballonzolamenti. Stephanie, l’autista del furgoncino ci farà anche da guida. All’ingresso di raccomanda di non usare i flash delle macchine fotografiche e di non toccare le rocce. C’è molta gente, d’altra parte è l’ora migliore per vedere l’effetto della luce solare che entra nel canyon. Le guide sollevano la sabbia per creare effetti di luce da fotografare e volendo fanno direttamente loro le foto dai punti migliori. Dopo un po’ usciamo e ritorniamo al parcheggio. Dobbiamo ancora pranzare, ci accontentiamo dei terribili panini acquistati prima della visita nel vicino Wall Mart e che mangiamo del parcheggio del centro commerciale. Subito dopo pranzo e visto che sta per avvicinarsi un temporale corriamo a vedere l’Horseshoe Bend. Ci aspetta una discreta camminata sotto il sole che con la digestione in corso non è certamente il massimo, per fortuna ogni tanto le nuvole coprono il sole e danno un po’ di respiro. La vista è semplicemente fantastica, sconsigliata a chi soffre di vertigini, anche perché non ci sono protezioni e si è parecchio in alto. Foto di rito e si ritorna in auto anche perché il cielo è veramente scuro. Poco dopo infatti scoppia il nubifragio. All’ingresso nello Utah ci accoglie l’arcobaleno più bello della mia vita, enorme e con tre riflessi, sembrava a due passi da noi e ci ha accompagnato per un lungo tratto di strada. Arriviamo verso il tardo pomeriggio all’hotel Best Western Ruby’s Inn all’ingresso del Bryce Canyon. Noi avevamo la camera nel complesso che si trova di fronte al laghetto. Molto suggestivo. Ceniamo al fast food appena fuori dall’hotel e andiamo a letto.
20.08.2010. BRYCE CANYON. Dedichiamo l’intera giornata alla visita del Bryce Canyon. Andiamo con l’auto fino all’ultimo view point per poi tornare indietro e fermarci nei vari spiazzi. La prima cosa che notiamo è che a differenza del Grand Canyon dove la visuale è simile per diversi punti, qui ogni view point è diverso dal precedente. Anche qui ci sono molti animali che si fanno vedere di più al mattino quando c’è poca gente. Pranziamo con le poche cose acquistate nel market dell’hotel in un’area di sosta. Alla fine arriviamo dove c’è l’anfiteatro. E’ spettacolare e la bella giornata di sole aiuta a cogliere ogni sfumatura. Decidiamo di affrontare il Navajo Loop con calma vista la mia poco ginnica forma fisica. Dopo aver ammirato gli hodoos dall’alto è interessante avere una visuale dal basso. Completato il giro ritorniamo in hotel. Ceniamo sempre nel fast food della sera precedente anche perché il ristorante dell’hotel è super affollato e con prezzi non propriamente modici. Andiamo a letto presto anche perché non c’è nulla di più da vedere.
21.08.2010. BRYCE-CANYON – LAS VEGAS. Partiamo che è ancora buio ma vogliamo arrivare presto a Las Vegas. Il paesaggio cambia nuovamente, ci avviciniamo al deserto e fa decisamente molto caldo. Arriviamo a Las Vegas verso mezzogiorno. L’ingresso nella famosa Strip è pazzesco, sembra di essere in un enorme circo. Il nostro hotel è il Planet Hollywood proprio al centro della Strip, di fianco al Paris e di fronte al Bellagio. Al check in ci vorrebbero rifilare una camera con vista sulle fontane del Bellagio con un supplemento di 40 dollari a notte ma rifiutiamo e ci accontentiamo di una camera comunque superior senza supplemento. La camera è davvero grande, è ispirata al film Waterworld, sembra un po’ datata, ma ha un bagno enorme. Pranziamo all’interno dell’hotel, al piano terra c’è un’area commerciale piena di negozi e locali. Dopo pranzo ci concediamo una pennichella in camera anche perché fuori ci saranno più di 40°. Quando usciamo fa ancora molto caldo, è difficile resistere al sole per cui appena possibile ci rintaniamo in qualche negozio dove l’aria condizionata a volte è un po’ fastidiosa. Ma siamo a Las Vegas!! Alla sera ci concediamo una cena al Luxor che la guida ci dava come uno dei migliori buffet “All you can eat”. Finalmente si mangia del cibo che può definirsi tale. Usciamo e facciamo un giro nei vari Casinò, giochiamo pochi dollari, vinciamo, rigiochiamo e perdiamo tutto, giusto per dire che ci abbiamo provato. E’ un po’ triste vedere tutte queste persone che 24 su 24 stanno attaccate alle slot machines o ai tavoli da gioco con queste avvenenti signorine….Andiamo a letto e ci concediamo una bella dormita. Dopo una settimana il fuso comincia a darci un po’ di tregua.
22.08.2010. LAS VEGAS. Abbiamo dedicato la mattinata ad uno dei principali Outlet della città. Questo è tutto al chiuso per cui non si soffre il caldo che fuori è già notevole. Dopo aver svaligiato alcuni negozi: Levis, Converse, ecc. A prezzi che già senza sconto sono già molto convenienti, figuriamoci con i saldi di questo periodo ed aver pranzato in uno dei numerosi fast food all’interno, torniamo in hotel per l’ormai abituale pennichella. Usciamo e facciamo un giro verso l’altra parte della strip, quella che arriva allo Stratosphere, dove non arriviamo perché è troppo lontano, ma visitiamo con piacere il Venetian ed altri hotel. Ci godiamo lo spettacolo diurno delle fontane del Bellagio. E’ proprio strana Las Vegas: musica tutto il giorno lungo le strade, strilloni che cercano di rifilare i bigliettini di signorine che fanno il mestiere più antico del mondo, insomma di tutto un po’ compresi numerosi barboni. Non so se stanno meglio questi coricati per strada con queste temperature o quelli già visti a Los Angeles dove non faceva troppo caldo, per non parlare di quelli che abbiamo poi visto a San Francisco al gelo …. Per la cena decidiamo di cambiare buffet e andiamo al Mirage. Paghiamo un po’ di più della sera precedente ma il cibo è veramente buono. Quando usciamo c’è lo spettacolo del vulcano che erutta, un caldo allucinante. Assistiamo poi allo spettacolo serale delle fontane del Bellagio, veramente bello. Andiamo a letto più tardi del solito (verso le 23.00) anche perché volevo provare a telefonare alle mie colleghe in un’ora accettabile in Italia.
23.08.2010. LAS VEGAS – DEATH VALLEY – MAMMOTH LAKES. Partiamo presto perché vogliamo attraversare la Death Valley con temperature sopportabili. In effetti anche se è ancora presto fa già molto caldo. Ci fermiamo a Furnace Creek per una sosta e visto che c’è l’ufficio postale compro i francobolli per le cartoline da spedire a mici e parenti. La signora parla un discreto italiano e mi fa un sacco di domande sul nostro viaggio. Fa un certo effetto sentire parlare la nostra lingua in un posto così sperduto e dove persino nei bagni c’è il condizionatore. Ripartiamo spegnendo ogni tanto l’aria condizionata anche se quasi non si resiste dal caldo. Siamo in mezzo al deserto e fuori ci sono soltanto cactus e distese infinite d’asfalto a saliscendi che sembra quasi di essere sulle montagne russe. Molto suggestivo!! Per il pranzo ci fermiamo a Lone Pine in un posto indicato nella nostra guida. E’ pieno di fotografie dei personaggi dei film western che sono stati girati da queste parte nel periodo d’oro di questo genere cinematografico. Si mangia bene senza spendere una fortuna. Ripartiamo attraversando paesaggi ancora diversi. Praticamente passiamo dal deserto alla prateria per arrivare in montagna. Arriviamo a Mammoth Lake nel pomeriggio. Il posto non è niente di speciale. D’inverno è una rinomata stazione sciistica ma d’estate non c’è molto. Il nostro hotel poi si rivela il peggiore di questa vacanza. Decadente e con una notevole puzza di muffa diffusa sia nel piccolo ascensore che nei corridoi. Non importa intanto ci fermiamo solo una notte. Scopriamo che nel paese c’è un Outlet Polo Ralph Lauren e nonostante la stanchezza non ci perdiamo una visita e qualche acquisto molto conveniente anche perché ci sono i saldi. Ceniamo nel piccolo centro dove non c’è molta scelta di ristoranti ma ci accontentiamo. Andiamo a letto presto perché in giro c’è il nulla più assoluto.
24.08.2010. MAMMOTH LAKES – YOSEMITE – OAKHRUST. Partiamo in direzione Yosemite. Visto che è abbastanza presto facciamo una piccola deviazione verso il paese fantasma Bodie. L’ingresso è abbastanza caro, forse gli appassionati del genere possono apprezzarlo, a noi non ci fa impazzire. Ci sono molti edifici di legno dalle cui finestre si intravedono scorsi della vita degli anni 40 prima che il paese venisse completamente abbandonato. Alcune case sono in discrete condizioni, altre completamente pericolanti. Finito il rapido giro ripartiamo verso lo Yosemite. Percorriamo il Tioga Pass, è davvero molto suggestivo, con numerosi laghetti e paesaggi mozzafiato. E’ una giornata splendida che sicuramente fa apprezzare ancora di più il luogo. Ci concediamo un piccolo picnic in mezzo agli scoiattoli e con un occhio al bosco per il timore degli orsi. Ci sono infatti innumerevoli cartelli che sconsigliano di lasciare cibo nelle auto. Esistono infatti appositi contenitori a prova di attacco di orso dove si possono riporre cibi e bevande e anche i bidoni della spazzatura hanno un sistema per evitare che gli orsi possano aprirli. La parte centrale del parco non è niente di speciale. Andiamo verso le Bridalveil Falls. In questo periodo non hanno una grande portata ma sono comunque interessanti. C’è molta gente che cerca di arrampicarsi fino a sotto la cascata anche se le rocce sono veramente scivolose. Vediamo anche un gruppo di Amish in visita al parco. Usciamo dal parco e andiamo verso Oakhurst dove alloggiamo al Confort Inn. L’hotel è piccolo ma carino ed è l’unico di tutto il viaggio che ha la colazione inclusa. Ceniamo al ristorante Sweetwater dove ci concediamo una bella bistecca ad un prezzo accettabile.
25.08.2010. OAKHURST – SAN FRANCISCO. Rientriamo allo Yosemite per andare a Mariposa Grove a vedere le sequoie. Impieghiamo tutta la mattinata per visitare questa parte del parco, incontriamo molti animali tra cui mamma e piccolo Bambi che sembrano indicarci il sentiero in un momento in cui pensavamo di esserci persi nel bosco. Che carini!!! Usciamo dal parco per pranzare in un classico Burger King. Partiamo in direzione San Francisco. Il paesaggio cambia nuovamente, attraversiamo piccoli centri e distese di campagna infinite. Arriviamo a San Francisco che è quasi sera. Alloggiamo al Holiday Inn Golden Gateway. Sull’esperienza di Los Angeles non lasciamo l’auto nel parcheggio dell’hotel (36 dollari al giorno) ma andiamo a cercarne uno nei paraggi. Troviamo un parcheggio che dopo estenuanti trattative ci lasciano a 20 dollari fino alla mattina del giorno dopo. La temperatura è da brivido per cui ci copriamo ben bene e usciamo per la cena. Nei pressi dell’hotel ci sono molti ristoranti, non ispirano molto ma la fame compensa tutto.
26.08.2010. SAN FRANCISCO. Partiamo alla scoperta della città. Andiamo a riprendere l’auto e scopriamo che un barbone l’ha scambiata per un armadio appoggiando cappotto e pantaloni sul cofano. Non possiamo fare altro che spostarli e ce ne andiamo, questa sera cercheremo un altro parcheggio. Andiamo al Pier 39. C’è molta foschia e il Golden Gate è quasi invisibile. Ci concediamo una dolce pausa alla fabbrica di cioccolato Ghirardelli e proseguiamo il giro. Pranziamo con la classica zuppa di granchio nella pagnotta. E’ davvero molto buona e poi ci andava proprio un pasto caldo visto le temperature. Riprendiamo l’auto e percorriamo le strade della città che si inerpicano per poi ridiscendere comprese le famose Russian Hills. Andiamo verso Sausalito a cercare qualche scorcio del Golden Gate approfittando di qualche timido raggio di sole ma non c’è verso, il vento e la nebbia la fanno da padroni. La cittadina è molto carina e le temperature sono un po’ più alte. Torniamo verso l’hotel per la cena dopo aver lasciato l’auto in un altro parcheggio a pagamento. Ci concediamo una pizza, non male ma c’è di meglio. A letto presto per goderci un po’ di tepore della camera.
27.08.2010. SAN FRANCISCO. Continuiamo la visita della città. Avendo deciso di lasciare la macchina nel parcheggio abbiamo preso la tessera del Cable Car che vale 3 giorni a 20 dollari (ogni corsa singola ne costa ben 5) abbastanza conveniente. Inoltre una delle fermate delle tre linee che attraversano la città è a due passi dal nostro hotel. Ci rechiamo a Chinatown. E’ presto e molti negozi sono ancora chiusi, percorriamo comunque tutta la strada. Sembra proprio un mondo a parte: insegne scritte in cinese, banche cinesi, ecc.. Alla fine del quartiere c’è quel che resta di Little Italy che si riconosce dal tricolore dipinto sui lampioni. Ci sono molti ristoranti italiani con menu a prezzi non proprio modici ma anche ristoranti di altri Paesi (Grecia, India, ecc.). Torniamo al Pier 39 per il pranzo, qui si mangia molto bene. Nel pomeriggio ci concediamo un giro in auto fino al Golden Gate Park, avrei voluto visitare il Japanese Garden, ma è quasi l’orario di chiusura e mi accontento di fotografarlo da fuori. Torniamo in città per la cena.
28.08.2010. SAN FRANCISCO – CARMEL. Dopo due giorni in cui abbiamo camminato più che guidato, abbiamo di nuovo voglia di percorrere un po’ di strada per cui partiamo verso il Big Sur. Abbiamo un po’ di difficoltà a far capire al nostro navigatore che non vogliamo la strada più breve ma la strada costiera e dopo un pò di litigi riusciamo a immetterci sulla strada giusta. La costa è molto selvaggia, non ci sono bagnanti in spiaggia perché c’è molto vento e le temperature non sono proprio da tuffo in mare. Scendendo verso sud però fa un po’ meno freddo e arrivati a Carmel si sta discretamente bene anche grazie al sole. La spiaggia è molto bella, di sabbia bianca e il mare è di un bel colore turchese. La cittadina inoltre è davvero come viene descritta sulle guide turistiche. Le case sono piene di fiori e tutto è rimasto intatto come molti anni fa. Mangiamo in un ristorantino molto carino dove i proprietari quando capiscono che siamo italiani ci fanno mille domande. Dopo pranzo decidiamo di scendere ancora un po’ verso sud ed entriamo nella riserva marina poco distante da Carmel dove avvistiamo in lontananza due foche che prendono il sole. Torniamo verso San Francisco per la nostra ultima cena.
29.09.2010. SAN FRANCISCO – ITALIA. Il volo di rientro è previsto per le 17.00, abbiamo quindi ancora mezza giornata a disposizione. Torniamo al Pier 39 per gli ultimi acquisti e per un veloce pranzo. Dobbiamo tornare in hotel per il check out entro le 12.00. Arriviamo un po’ in ritardo ma non succede nulla. Per fortuna!! Carichiamo le valigie in auto e andiamo verso la Hertz per la riconsegna. Abbiamo percorso in totale più di 4500 Km. Una bella sfacchinata ma ne è valsa la pena. L’aereo è un po’ in ritardo e come vicina di posto ho una pazza che trascorrerà tutto il viaggio ad impasticcarsi e a strapparsi i capelli. Boh!! Arriviamo in ritardo a Londra per il volo successivo, corriamo per tutto l’aeroporto per poi scoprire che anche questo volo è in ritardo. Meglio così. Atterrati a Linate stravolti dal viaggio e dal fuso ci accolgono mille zanzare e il tipico traffico italiano. Fa strano tornare a guidare nelle caotiche strade italiane. Siamo appena tornati ma già pensiamo alle prossime vacanze, ci piacerebbe tornate negli States, questa volta nella east coast… risparmiamo un po’ e poi vediamo.
Alla prossima!!!