West coast on the road con un bambino di 7 anni

Fantastico viaggio in California - Nevada e Arizona
Scritto da: dadodenise
west coast on the road con un bambino di 7 anni
Partenza il: 22/08/2011
Ritorno il: 03/09/2011
Viaggiatori: 3
Spesa: 2000 €
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Quest’estate abbiamo optato per un viaggio on the road con nostro figlio di 7 anni. All’inizio eravamo timorosi che i lunghi spostamenti in auto lo potessero annoiare ma ci siamo ricreduti subito. In aereo, Lufthansa, i cartoni animati proiettati sullo schermo personale lo hanno impegnato per buona parte del viaggio. Arrivati a Los Angeles, a parte qualche disguido iniziale con il fuso, i grattacieli di downtown e le strade a sei corsie con sopraelevate lo hanno colpito favorevolmente. Abbiamo soggiornato al Best Western di Inglewood, su suggerimento di lettori di Turisti per caso, con colazione a buffet inclusa e devo dire che è a portata di famiglia. Holliwood lo ha colpito per i personaggi animati che pullulano sulla Walk of famous mentre la pizza mangiata in un locale della zona è da dimenticare. Il giorno dopo abbiamo fatto la costa partendo da Redondo dove hanno inventato il surf affascinante per la maestosità dell’Oceano, Venice che lo ha incantato sia per le piste da skate a ridosso della spiaggia, frequentate da gente di ogni età, sia per i surfisti in acqua con le loro evoluzioni. Arrivati a Santa Monica abbiamo provato a toccare l’acqua con i piedi ma era molto fredda ma ci siamo consolati mangiando bene al ristorante Lago in centro dove usano l’olio extravergine d’oliva e non i condimenti americani. Nel pomeriggio abbiamo iniziato a percorrere la mitica HW1 fermandoci ad ammirare il paesaggio sempre più affascinante e ci siamo fermati a San Luis Oibispo dove abbiamo cenato bene nell’unico locale aperto dopo le 22 con televisori che proiettavano il baseball e i surf attaccati alle pareti. Per la notte abbaimo scelto il Motel El Toro che è spartano ma pulito. Colazione a Morro Bay e poi visita al Morro Rock avvolto dalla foschia oceanica e…sorpresa: una marea di scoiattoli tra gli scogli! Il Big Sur è stato denso di emozioni perchè la costa è spettacolare con diversi vista point: che sorpresa gli elefanti marini a Pedras Bianca oltre di nuovo agli scoiattoli! Delizioso pranzo a Ferwood in una taverna carinissima e via fino a San Francisco dove siamo arrivati in serata. Qui l’aria frizzante e la nebbia ci hanno sorpreso tanto quanto le strade che sembrano delle autentiche montagne russe e ci facevano morire dal ridere! Abbaimo alloggiato al Marina Motel, anch’esso idelae per famiglia con tanto di cucina per chi volesse cimentarsi ai fornelli. La posizione in Lombardo Street era strategica e così oltre ad apprezzare i dolci della Chestnut Bakery in Chestnut Street ci siamo mossi con gli autobus ed i tram sino a Ghirardelli Square da dove abbiamo visitato la zona dei moli, tra cui il famoso Pier 39 con Buba Gump, negozio dedicato a Forrest Gump, Market Street ovvero il down town, Union Square ed abbiamo ammirato i cable car che però non abbiamo preso perchè sovraffollati. Abbiamo cenato alla pizzeria Amici’s, senza infamia e senza lode, e percorso il Golden Gate che però per via della nebbia era invisibile. La mattina dopo abbiamo percorso il famoso tratto di Lombard Street che ha 8 curve a gomito e che ti fa ammirare tutta la baia con anche l’isola di Alcatraz ed infine siamo andati ad ammirare il Golden Gate, parzialmente visibile ma ugualmente affascinante. Quindi attraverso l’altrettanto spettacolare Bay Bridge ci siamo diretti allo Yosemite Park lungo una strada veramente spettacolare con alternanza di paesaggi più o meno brulli e più o meno verdi. Ci siamo fermati a dormire a Groveland perchè dormire dentro il parco è costoso ed è difficile trovare posto: il Motel Groveland sembrava un camping con bungalow ma comunque pulito ed economico. Cena squisita all’Iron Door Saloon, il primo saloon d’America dove suonava un bravo complesso country-rock che faceva venire voglia di ballare…idea messa da parte perchè il bimbo si è addormentato sulla sedia! Lo Yosemite Park nel Nevada è stato affascinante con le cascate dove in certi punti puoi bagnarti e i vista point sull’Half Dome: all’interno abbiamo fatto un picnic nell’area apposita, pulita e caratterizzata dalla presenza di corvi e scoiattoli. Al tramonto, spettacolare abbiamo deciso di attraversare il Passo Tioga per andare verso la Death Valley. Abbiamo preso una pizza da dimenticare all’interno di uno dei tanti locali del parco e siamo ripartiti sotto un cielo stellato che sarà impossibile dimenticare, anche se dato il buio non abbiamo potuto ammirare il panorama. La sosta al June Lake Bolder Lounge è stata incantevole: la sera tre cuccioli di coyote si contendevano un sacchetto rubato da un pick up e la mattina la vista dalla camera ha sorpreso tutti perchè si ammirava il lago e tutte le montagne che lo circondano in un’atmosfera fiabesca. Dopo la colazione ottima a The Tiger siamo ripartiti passando per la più famosa Mammouth Lake di cui abbiamo ammirato il panorama sublime ed incantevole. Piccola sosta a Bishop carinissima e piacevole pranzo in un ristorante messicano. Quindi via verso la Death Valley che incanta ancor prima di entrare per lo straordinario contesto in cui è inserita. La temperatura è diventata bollente e la prima tappa dentro il Parco ci ha sconvolto: c’erano all’incirca 50 gradi e sembrava che qualcuno soffiasse aria bollente con un phon gigantesco. Tra i vari punti segnalati vale la pena di vedere le affascinanti dune di sabbia (mi ricordavano quelle di Porto Pino e di Piscinas in Sardegna) , le Artist’s Palette ma più di tutto il Lago salato e Zabriskie Point, che al tramonto è indescrivibile per la sua straordinaria bellezza. Furnace Creek invece con il praticello verde sembra un po’ finta in quel contesto. Con il cuore scoppiante di gioia ci siamo diretti a Las Vegas, comme tappa intermedia per il Grand Canyon. La vista delle luci di questa assurda città colpisce già da lontano tanto stride con il contesto della Death Valley: quando siamo arrivati al MGM Grand all’incrocio con lo Strip (il Boulevard centrale), su consiglio di una famiglia conosciuta per strada eravamo increduli. Rumore, folla e luci sono una costante di Las Vegas e l’albergo con i suoi 30 piani e oltre 5000 camere all’inizio spaventa un po’, poi ti meraviglia per la straordinaria ed efficiente organizzazione. La camera elegante e spaziosa con vetrata enorme è stata un piacere anche perchè in settimana il costo è quello di un motel. Il giorno dopo abbiamo fatto pausa relax ai bordi delle varie piscine dell’albergo che soddisfano ogni età e gusto mangiando hot dog e insalate dei vari locali all’interno dell’albergo, dove ti muovi con scale mobili e tapis roulant. Classica immersione serale nello Strip tra i negozi assurdi di Las Vegas con cena al Rock Grill Cafè e ammirazione per le fontane danzanti del Bellagio. La mattina siamo partiti, con un certo sollievo, per il Grand Canyon con sosta a Kingman per l’acquisto di frutta, ottima, in un supermercato sulla strada e a Williams sulla Route 66 per lo shopping nei negozietti un po’ western, un po’ indiani e un po’ da motociclista Harley-Davidson. L’arrivo al Parco ti stupisce perchè il contesto è verdeggiante: il biglietto di 25 dollari vale una settimana e così decidiamo di percorrere il primo tratto della South Rim verso Desert View nel tardo pomeriggio e la mattina successiva fare la parte destra. Mother Point ci dà subito l’idea della maestosità del Canyon con i colori sfavillanti. I corvi che svolazzano tra i canyon rendono ancor più poetica la visuale, così come l’alce che ci attraversa la strada e gli scoiattoli onnipresenti di cui però leggiamo sulla guida la pericolosità per le pulci che possono trasmettere la peste bubbonica. Il tramonto a Desert View abbracciata a mio figlio e mio marito mi trasmette un senso di felicità immensa….Usciamo dal Parco e dopo aver mangiato una bistecca gigantesca in una steak house a ridosso del Parco dormiamo al 7Mile motel. La mattina riprendiamo per visitare la restante parte della South Rim avvistando degli animali simili a cervi. Visitiamo il museo a Yavapoint da cui si ammira anche un ponticello sul Colorado e dopo aver fatto un bel picnic nell’apposita area attrezzata in compagnia di due corvi ripartiamo per fare rientro a Los Angeles con un certo magone perchè sarà l’ultima notte. La sosta a Needles ci stupisce perchè sembra una città fantasma, mentre la cena a Barstow nel ristorante Bun boy è fantastica: il locale è kitch e patriottico, tra pizzi e bandierine, specchi e richiami alla Route 66, i suoi avventori anche, ma il cibo è superlativo e abbondante. L’arrivo a Los Angeles in tarda sera ci consiglia di ritornare al Best Western di Inglewood. Il giorno dopo shopping a Santa Monica e pranzo bis al Ristorante Lago per condire la pasta e l’insalata con l’olio. Riconsegna dell’auto ad Alamo che è veramente efficiente (se buchi Ti cambiano l’automobile in un baleno) e ritorno a casa.


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