West Coast e Parchi USA, consigli per l’uso

21 agosto 2008 Il nostro viaggio nella West Coast e parchi degli USA è iniziato il 21 agosto quando siamo partiti da Ancona in auto alle 2.30 per raggiungere l’aeroporto di Fiumicino ed imbarcarci sul volo British Airways diretto a London Heathrow (partenza ore 8.15 e arrivo ore 10.00) e poi Los Angeles (partenza ore 12.05 e arrivo ore...
Scritto da: clastex
west coast e parchi usa, consigli per l'uso
Partenza il: 21/08/2008
Ritorno il: 03/09/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 3500 €
Ascolta i podcast
 
21 agosto 2008 Il nostro viaggio nella West Coast e parchi degli USA è iniziato il 21 agosto quando siamo partiti da Ancona in auto alle 2.30 per raggiungere l’aeroporto di Fiumicino ed imbarcarci sul volo British Airways diretto a London Heathrow (partenza ore 8.15 e arrivo ore 10.00) e poi Los Angeles (partenza ore 12.05 e arrivo ore 15.10).

Con il check-in on line abbiamo evitato le file e avuto la sensazione di essere liberi e non controllati.

Dopo circa 14 ore di volo siamo sbarcati a Los Angeles e diretti subito al ritiro dell’auto Alamo (si deve prendere un bus della relativa compagnia).

Impostato il nostro fido TomTom sulla Chevrolet Cobalt, abbiamo affrontato il traffico per raggiungere l’albergo a Thousand Oaks (Best Western) dove siamo subito crollati a letto alle 20 senza cena (per noi sarebbero state le 5).

22 agosto 2008 A causa del fuso orario e della consapevolezza di aver programmato un percorso piuttosto lungo, ci siamo svegliati alle 6 e, dopo aver fatto colazione nel ristorante attiguo all’albergo (per cui davano ai clienti dello stesso uno sconto di $ 5 a persona… certo visti i prezzi!), siamo partiti per Malibu per vedere gli esterni delle ville della serie TV O.C. E le spiagge dei surfisti. Poi in macchina alla volta di Monterey passando per il Los Padres National Forest (con la relativa area militare non tracciata nelle mappe del satellitare), Big Sur (per la Pfifer Beach e i punti panoramici), Carmel, Pebble Beach e il 17th Mile Drive! Siamo arrivati a Monterey alle 18.30, sistemati nell’albergo (Monterey Downtown Travelodge) e usciti per fare una passeggiata in Avadero Street e lungo il Fisherman’s Wharf dove abbiamo mangiato la clam chawder (per noi molto buona… basta non pensare ai suoi ingredienti!).

23 agosto 2008 Ci siamo alzati alle 6.30, fatto colazione in albergo, e ritornati nel centro (con l’odore del pesce mattutino del Fisherman’s Wharf) per vedere una locale esposizione annuale di auto d’epoca e tuning.

Verso le 10 siamo partiti per San Francisco passando per la Silicon Valley, ossia per Cupertino (sede di Apple) e Palo Alto (sede di Google), il San Mateo Bridge (non a pagamento almeno nella nostra direzione), Berkeley (arrivo alle 13.30, pranzo al “Gold Bear” e partenza dopo poco più di una ora) e il Bay Bridge ($ 4).

Arrivati e sistemati nel Columbus Motor Inn in Columbus Street a SF (ottimo per prezzo, pulizia e posizione) alle 15.45, ci siamo inerpicati per Lombard Street, passeggiato per Fishermans Wharf e visitato Ghirardelli. Rientrati in albergo alle 18.30 siamo usciti alle 20 per cenare da Bubba Gump al Pier 39. In giro c’era poca gente e SF non sembrava avere una vivace vita notturna. Probabilmente era presto oppure tutti erano già nei locali. Complici il freddo e il vento costante, rientriamo in hotel alle 22.30.

24 agosto 2008 La sveglia ha suonato alle 7.30 per poter prendere il primo cable car fino a Union Square. I negozi la domenica aprono alle 10 e, quindi, c’era ancora poco movimento. Abbiamo approfittato per fare colazione da Starbucks (quelli nelle zone meno turistiche sono chiusi).

Dopo aver passegiato in Market Street siamo arrivati al SF Moma (non molto ricco ma sicuramente da vedere per chi ama il genere e interessante lo shop). Dopo circa un’ora e mezza siamo usciti e ci siamo diretti nuovamente verso Union Square per andare nello shop ufficiale della Levis. Cambio favorevole, jeans di tutte le taglie (si sceglie anche la lunghezza), modelli e colori ci hanno convinto a fare acquisti.

Ripreso il cable car fino a Chinatown ci siamo poi diretti a piedi lungo Little Italy (due quartieri che sapevamo non piacerci ma che comunque decidiamo di vedere), Washington Square, Coit Tower (non siamo saliti in cima causa la coda, il biglietto e la splendida vista che comunque si gode dalla balconata sottostante). Ridiscesi per una ripida scalinata verso l’Imbarcadero (Pier 29), abbiamo preso un cable car fino al Pier 39 per vedere i leoni marini (che la sera prima avevamo solamente sentito dato che era già buio).

Dopo aver aspettato un ennesimo tram che non passava mai ci siamo decisi a raggiungere a piedi Fishermans Wharf per dare una occhiata ad un negozio che promuoveva l’acquisto di Levis e a ristorarci mangiando qualcosa da Starbucks.

Alle 16.30 siamo tornati in albergo e dopo circa un’ora siamo ripartiti in auto per fare le immancabili foto al Golden Gate dopo averlo attraversato. Dopo varie soste e inquadrature abbiamo raggiunto Sausalito e cenato in un ristorantino proprio sopra un molo di fronte allo skyline di SF. Piazzato sul tavolo il cavalletto, le foto al tramonto e di notte sono venute benissimo. Tornando verso SF (il pedaggio del Golden Gate si paga da Sausalito a SF) ci siamo fermati nuovamente a fare le foto al Golden Gate di notte e passando poi per Lombard Street siamo tornati in albergo alle 21.

25 agosto 2008 Nel pomeriggio avevamo l’aereo per Las Vegas e abbiamo deciso di prendercela comoda dato che non c’era nulla di programmato da vedere (effettivamente il giorno precedente era stato abbastanza denso!). Ci siamo diretti verso Alamo Square, famosa per le case colorate tipiche di SF, e poi al Golden Gate National Park.

Verso le 10 avendo ancora circa un’ora a disposizione siamo andati in Union Square e Market Street (per il parcheggio meglio avere sempre delle monete perché nei negozi sono restii a fare il cambio e nelle catene di fast food occorre aspettare che arrivi un cliente perché i commessi possano aprire le casse) per dare un’occhiata ai negozi affollatissimi.

Alle 12 ci siamo diretti all’aeroporto (c’era parecchio traffico lungo la strada) e da bravi italiani, avvezzi ad una burocrazia interminabile, siamo arrivati con largo anticipo (il nostro aereo partiva alle 17:45 e dovevamo solo lasciare l’auto e fare il check in). Fortunatamente tutto è stato semplice: la riconsegna dell’auto immediata, come il trasporto per arrivare al terminal, e siamo anche riusciti a fare l’“easy check in” in un computer all’entrata risparmiando altro tempo. Ancora entusiasti per la velocità con cui abbiamo sbrigato tutte le formalità, ci avviciniamo all’addetta che controlla le carte d’imbarco appena stampate e che ci indirizza verso una uscita senza coda! Non avevamo capito che la nostra carta d’imbarco riportava la scritta “SS” (“controllo secondario”), ossia una verifica aggiuntiva scelta a caso dal computer al momento del check-in, che prevede l’apertura di tutto il bagaglio (il nostro era pure notevole viaggiando solo con quello a mano) e il passaggio attraverso una specie di metal detector che ti spara aria compressa sotto i vestiti. Tutto ok e finalmente ci siamo diretti verso il gate: eravamo ovviamente tra i primi e poco dopo ci hanno informato che il volo avrebbe ritardato di due ore! Erano solo le 15.30, l’attesa sarebbe stata più lunga del previsto e quindi abbiamo deciso di pranzare.

Finalmente a mezzanotte, dopo l’atterraggio a Las Vegas, il taxi per raggiungere l’hotel Luxor, il check in, l’essere riusciti ad arrivare in camera nonostante il labirinto di elevator e inclinator (fondamentale capire la differenza!) e un cambio della stanza perché la prima che ci avevano assegnato era estremamente brutta, siamo potuti andare a dormire.

26 agosto 2008 Dopo la colazione in camera made Starbucks, la giornata è iniziata prendendo la navetta sopraelevata che dal Mandalay Bay arriva fino all’Excalibur fermando al Luxor (nel verso contrario non ferma al Luxor quindi altre volte abbiamo preferito scendere al Mandalay Bay e passare nella galleria interna di collegamento piena di negozi e ristoranti). Utilizzando anche la monorotaia (biglietto giornaliero $ 12) che non è stata per noi particolarmente comoda probabilmente per come abbiamo impostato il nostro giro dei casinò (le fermate non sono vicine ai casinò secondo noi più interessanti). Abbiamo visto nell’ordine: Excalibur, MG, New York New York, Paris, Bellagio, Ceasars Palace, Venetian, Wynn. Davanti al Wynn c’é il Fashion Show Mall un complesso di negozi di abbigliamento il cui ultimo piano è dedicato ai ristoranti e dove si può mangiare a prezzi convenienti. Siamo rientrati verso le 18 al Luxor (il caldo secco era spossante e in alcuni collegamenti tra i casinò ci sono passerelle con gradevoli getti di acqua vaporizzata) con l’intenzione di andare in piscina (aperta fino alle 20). Dopo aver cenato in un pub del Mandalay Bay siamo arrivati a piedi al Bellagio per vedere lo spettacolo di fontane e luci delle 22 (uno ogni ora). Il caldo era ancora molto intenso e i piedi nelle scarpe da tennis gridavano vendetta! Siamo rientrati al Luxor (ancora a piedi!) per mezzanotte. 27 agosto 2008 Dopo la ormai irrinunciabile colazione in camera e aver ritirato l’auto a noleggio (una Kia Optima della Dollar) nel parcheggio del Luxor, alle 9.30 siamo partiti per la Death Valley. Durante il percorso di circa due ore e mezza, spesso abbiamo avuto l’impressione di attraversare luoghi dimenticati da Dio, e all’entrata del parco non c’era l’addetto ma solo l’indicazione di fare autonomamente il biglietto ($ 20). I paesaggi sono quasi assurdi per la loro singolarità: Zabrieskie Point, Artist’s Drive, Devil’s Golf Corse, Badwater (alle 13.15 ben 45.1°, l’orario non è dei migliori ma venendo da Las Vegas non si poteva fare di meglio!), Dante’s View.

Non passando per Furnace Creek, bere o mangiare qualcosa è stato rinviato fino alle 22 in un ristorante davanti al Wynn, dopo lo shopping al Premiun Outlet e la indispensabile doccia in albergo. La sera abbiamo visto gli ultimi cinque minuti dello spettacolo del Treasure Island e, ripresa l’auto nel vicino parcheggio gratuito di Macy’s, siamo tornati al Luxor passando per la luccicante Strip. 28 agosto 2007 Alle 9.45 siamo partiti alla volta di Bryce Canyon ($ 25) passando per lo Zion National Park ($ 25) e il Red Canyon. Verso le 16 siamo arrivati in un piccolo punto di ristoro nei pressi del Bryce Canyon con i suoi minuscoli shop, che vendono pietre dure e sezioni di tronco pietrificate multicolori, e una tavola calda stile country dove abbiamo mangiato un hot dog. Alle 17 siamo entrati nel Bryce Canyon, visto gli scorci panoramici e percorso il Navajo Loop Trail dal Sunset Point. Dopo circa due ore immersi in una natura maestosa, abbiamo ripreso l’auto per raggiungere il B&B Bulberry Inn a Tropic.

Il B&B era delizioso con il suo prato verde dai fili d’erba enormi (stranissimo poiché intorno c’è il deserto!).

Dopo la cena in uno dei due ristoranti di Tropic a base di half rack (ribs), verdure bollite, patatine fritte e birra, siamo tornati nel giardino del B&B per vedere le stelle e la via lattea.

29 agosto 2007 Dopo la sveglia delle 7.30, abbiamo spazzolato una full american breakfast con uova, pancetta, patate, toast, pancakes, sciroppo d’acero, cereali, succo di frutta e Bulberry Jelly (una gelatina di una bacca che cresce solo in quella zona).

Più che satolli siamo partiti alla volta di Page e dell’Antelope Canyon attraverso la Cottonwood Canyon Road (70 km di strada sterrata di sabbia e pietrisco difficile da percorrere con una berlina come la nostra anche senza fango tanto che ci è stato detto “You are crazy to do that with this car” da una Ranger dell’Escalade National Park).

Dopo aver controllato l’assenza di eventuali danni al semiasse dell’auto, siamo arrivati all’Antelope Canyon alle 11.30. Avendo circa una ora e mezzo di tempo a disposizione (il biglietto di entrata di $ 6+25 era per le 13), abbiamo approfittato per vedere la Horseshoe Bend (occorrono almeno 20 minuti per andare e tornare con l’auto dall’entrata dell’Antelope Canyon al parcheggio della Horseshoe Bend, e 45 minuti a piedi per andare e tornare dal parcheggio al punto panoramico).

Sebbene un po’ di ritardo siamo arrivati in tempo per prendere la Jeep guidata da un giovane navajo che, dopo circa dieci minuti di sballottamenti vari tra le dune di sabbia, porta all’entrata dell’Antelope Canyon.

Concluso il tour fotografico, alle 15 abbiamo ripreso la nostra auto alla volta della Monument Valley.

Alle 18 abbiamo raggiunto l’albergo di Kayenta (Wetherill Inn), constatato che i telefoni cellulari e internet non funzionavano, e impostato il TomTom per la Monument Valley la cui visita in auto ($ 5) è durata circa un’ora.

Con il buio siamo tornati a Kayenta e nell’unico albergo decente (purtroppo non il nostro!) abbiamo cenato messicano gustando un supernutriente navajo taco (una sorta di focaccia aperta farcita con spezzatino di carne, pomodori, peperoni, mais, fagioli e cipolle). 30 agosto 2007 Alle 9.45, dopo aver fatto colazione in albergo, ci siamo diretti al Grand Canyon dove siamo arrivati alle 13. La visita dei punti di interesse lungo la Desert Drive è stata velocizzata da una fortissima pioggia diventata poi una vera e propria grandine con chicchi grandi come olive (la Kia Optima non ha avuto vita facile!). Le escursioni non erano possibili, il lodge al Bright Angel (una casetta dei puffi indipendente con la camera da letto e il bagno) non sarebbe stato disponibile prima delle 16 e quindi abbiamo deciso di prenderci una cioccolata calda con una fetta di torta (stranamente non molto buoni), e di gironzolare nello shop e nella terrazza dell’albergo. Alle 18.30, dopo un meritato riposino e una passeggiata, siamo andati a cena all’Arizona Room dove il pollo al miele e i tortini caldi di verdure erano squisiti. Alle 21.30 eravamo già nel mondo dei sogni.

31 agosto 2007 Al risveglio eravamo riposatissimi ma non lo eravamo più dopo 802 km all’arrivo a Los Angeles passando per un tratto della Route 66.

Sistemati i bagagli in albergo verso le 17 e impazienti di muoverci, abbiamo raggiunto il molo e la Promenade di Santa Monica. La cena messicana con enchiladas in un ristorante più o meno di fronte al nostro albergo ci ha rifocillato e preparato ad un sonno ristoratore.

1 settembre 2007 La sveglia alle 8.11 ha dato inizio alla giornata dedicata alla visita dei WB Studios, della Walk of Fame, di Rodeo Drive, di Beverly Hills e di Bel Air.

Siamo rientrati in hotel alle 18.30 e riusciti per una seconda cena messicana con fajtas (o tortillas) nello stesso ristorante della sera prima.

2 settembre 2007 Alle 9.45 dopo la colazione in albergo, siamo usciti per vedere la Mansion (la villa di “Playboy”) a Beverly Hills, il Getty Center, Redondo Beach con il molo e lo Yacht Club di O.C., la casa sulla spiaggia di Donna, Kelly e David (della serie televisiva “Beverly Hills 90210”), Venice Beach e Muscle Beach.

Nel tardo pomeriggio siamo tornati a Santa Monica per fare shopping da Abercrombie e Fitch e cenare sulla 3th.

3 settembre 2008 Il nostro viaggio nella West Coast e parchi degli USA è finito il 3 settembre quando siamo partiti dall’albergo alle 11.00 per raggiungere l’aeroporto di Los Angeles ed imbarcarci sul volo British Airways diretto a London Heathrow (partenza 15.40 e arrivo 9.50) e a poi Roma (partenza 12.40 e arrivo 16.15).

Scrivere l’ultima frase per concludere il diario di questa avventura che non abbiamo mai chiamato “viaggio nozze” perché voluta e organizzata ancor prima di fissare la data del matrimonio, ci riesce difficile per la straordinaria varietà dei paesaggi, città, culture e sapori che ha abbracciato, e forse banalmente decidiamo per questa: “Le tante bellissime emozioni di questo itinerario rimarranno sempre nei nostri cuori!”.



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche