West Coast e Hawaii: un viaggio negli USA più selvaggi, tra vulcani e spiagge nere

Los Angeles, O'ahu, Big Island e San Francisco con due bimbi
Scritto da: Cesena
west coast e hawaii: un viaggio negli usa più selvaggi, tra vulcani e spiagge nere
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Los Angeles – Hawaii – San Francisco in 10 giorni. Una vacanza intensa, ricca e di grandi spostamenti per scoprire il bello della West Coast e del 50° stato USA.

Informazioni utili

Voli

  • Volo British Airways Bologna-Londra-Los Angeles 19 gennaio 2023: 422 euro a persona
  • Volo United Los Angeles-Honolulu 22 gennaio ore 8.40: 178 euro a persona
  • Volo Hawaiian Airlines Honolulu-Kona 25 gennaio: 39 dollari a persona
  • Volo United  Kona-San Francisco 27 gennaio ore 23.30: 130,9 dollari a persona
  • Volo British Airways San Francisco-London-Bologna 29 gennaio ore 20.45

Innanzitutto erano anni che non volavamo con British Airways. Mi ricordavo aeromobili vecchiotti e menu terribile. Non è più così. Aeromobile nuovissimo. Personale di bordo molto cordiale e il menu molto meglio di altre compagnie blasonate. Piacevole sorpresa. Dato importante: non prenotare i voli Italia-Hawaii, ma spezzarli. Prima il volo a/r per gli USA, poi a parte, quelli per le Hawaii. I prezzi scendono molto. Incredibilmente, non ci era mai successo prima, è risultato molto conveniente comprare tutti voli da e per la California sulle Hawaii separatamente, anche se operati dalla stessa compagnia-United). Abbiamo acquistato sui siti ufficiali delle Compagnie, dopo aver analizzato e stimato i prezzi su skyscanner per scegliere la compagnia più conveniente.

Assicurazione

Columbus, senza franchigia

Noleggio auto e carburante

  • Losa Angeles: Thrifty 3 giorni, compact car (Kia Soul) : 126,40 euro
  • O’hau: Alamo,3 giorni, convertible (Mustang): 250,23 euro
  • Big Island: Budget, 3 giorni, compact car (upgrade gratuito ad una berlina Kia): 211,52 euro

Prezzo della benzina: circa 4 dollari al gallone.

Hotel e strutture 

Los Angeles (Calabasas)

  • Good Nite Inn Calabasas
  • Prima notte 103 dollari. Le successive due notti 217 dollari in totale
  • Albergo situato nella tranquilla cittadina di Calabasas. Parcheggio, tè a caffè la mattina inclusi nel prezzo. Camere pulite con frigorifero. Piscina nel giardino (chiaramente non utilizzabile a gennaio). Spartano ma ottimo rapporto qualità/prezzo.

Isola di O’ahu (Honolulu)

  • Aston at the Waikiki Banyan.
  • 3 notti 509 dollari prenotando in anticipo (le tariffe tendono a salire molto)
  • Condominio con appartamenti completamenti arredati e servizio di portineria 24h a 350 m dalla spiaggia di Waikiki. Parcheggio: quota aggiuntiva a 30 dollari a notte. L’arredamento è datato (anni ’80) ma gli appartamenti sono davvero molto comodi. Lo staff gentilissimo. Quotidiano tutte le mattine consegnato davanti alla porta. Ci torneremmo sicuramente.

Big Island (Pahoa)

  • Pahoa Village Hostel
  • 2 notti 235 dollari.
  • Camera privata in ostello con bagno condiviso La camera ha due locali, uno con letto a castello e l’altro con letto matrimoniale (comodissimo e con lenzuola in cotone di alta qualità). Spartano. Pulitissimo, con cucina fornita di tutto il necessario. Nonostante sia un ostello, il livello non è sicuramente quello di un ostello standard. Ingresso con codice alfanumerico (a 3 step: cancello, ingresso all’abitazione, ingresso della camera). I locali comuni sono videosorvegliati. Non abbiamo mai interagito fisicamente con la proprietaria.

Cibo

I prezzi dei ristoranti sono esosi rispetto a quelli italiani. E anche quelli degli alimenti nei supermercati non scherzano. Tutti i supermercati hanno dei fidelity program con scontistiche rilevanti praticamente su tutto. Non occorre avere nessuna tessera. Basta inventarsi di sana pianta un numero di telefono americano a 10 cifre (quelli stranieri non sono validi) alla cassa, al momento del pagamento. Questo è quello che ci è stato consigliato da più cassiere e non abbiamo mai avuto problemi. Quei numeri non verranno mai utilizzati.

Come telefonare e collegarsi a internet

Abbiamo utilizzato la nostra italiana Wind-Tre, acquistando un pacchetto per traffico dati e chiamate: Travel Pass USA a 9,99 euro a settimana. 10 GIGA e 200 minuti di chiamate. Il mensile costa 19,99  euro, 30 GIGA, 500 minuti.

Diario di viaggio

Giovedì 20 gennaio

Volo da Bologna con partenza alle ore. Scalo a Londra (a ora) e volo British per LA. Arriveremo con un’ora di ritardo. Prendiamo la navetta per il noleggio dove aspettiamo almeno 45 prima di avere la macchina a causa della coda. Andiamo al Chinese theater e facciamo una passeggiata per Hollywood Boulevard. Ormai è già buio e siamo stanchi quindi andiamo verso il Motel a Calabasas fermandoci prima a comprare qualcosa da mangiare al vicino supermercato Albertson. 

Venerdì 20 gennaio

Universal Studios. I biglietti a persona partono dai 109dollari per adulto al giorno. Prenotare in anticipo perchè le tariffe nei periodi “caldi” potrebbero aumentare. Non abbiamo scelto l’extra per saltare le file, altrimenti in 4 ci sarebbe costato un patrimonio. In estate crediamo che la situazione “code” possa essere drammatica. Abbiamo parcheggiato nel parcheggio pubblico gratuito davanti al Nite Inn at Universal City e raggiunto gli Studios a piedi (10 minuti circa).

Nonostante sia un venerdì di gennaio, il parco è comunque molto affollato, con una coda minima di circa 30 minuti per ogni attrazione. Sono tantissimi i percorsi 3/4 D. Molto divertenti e davvero realistici. Il nostro preferito è stato quello di Harry Potter. Da non perdere lo Studio Tour. Rientro in hotel e cena.

21 gennaio

Percorso panoramico attraverso la Santa Monica Mountains Recreational Area. Spiagge: El Matador, Lechuza Point, Point Dume. Matrimonio della nostra aupair, primum movens della nostra vacanza, in Bush Drive a Malibu. Bellissimo, anche se la sera, freddissimo. Proveremo per la prima volta gli hamburger di In-N-Out. Questa azienda è presente in 3 stati americani e gli hamburger sono davvero buoni.

22 gennaio

Partenza da LA alle 8.40 del mattino con volo United ed arrivo a Honolulu alle 13 circa, in anticipo rispetto al previsto. Noleggio dell’auto con Alamo, una Mustang decapottabile. Con questo clima ci voleva. Abbiamo qualche problema con la chiusura dei finestrini posteriori, per scoprire poi che ci sia un difetto di fabbrica di quel modello e per ottenere una chiusura perfetta, il finestrino debba essere letteralmente tirato in senso laterale a mano! Nonostante sia inverno, a Honolulu ci sono 24 °C, la nostra estate. Ci dirigiamo immediatamente a Pearl Harbour, Arizona Memorial. Avevamo prenotato l’ingresso alle 15.15 (il tutto attraverso il sito ufficiale, recreation.gov, 1dollari a persona). La prenotazione non è cancellabile né modificabile e può avvenire a distanza di alcune settimane o il giorno prima). Ci viene comunque concesso di entrare un’ora prima, non avendo raggiunto il limite massimo di prenotazioni per quella fascia oraria. Dopo una breve spiegazione, raggiungiamo lo USS Arizona Memorial in barca (tragitto brevissimo) e lì osserviamo dall’alto quello che resta dell’Arizona, affondata in pochi minuti dalle bombe lanciate dall’alto dagli aerei giapponesi il giorno dell’attacco a Pearl Harbour, il 7 dicembre 1941.

C’è una lapide nel Memorial, con tutti i nomi dei soldati americani deceduti durante l’attacco. Alcuni sopravvissuti, una volta deceduti, anni dopo, sono comunque stati sepolti (le loro ceneri) a bordo dell’Arizona. Terminata la visita, comprensiva delle installazioni sulla terra ferma, ci dirigiamo a Waimea Bay.

Per puro caso oggi si tiene l’Eddie Aikau Contest, uno dei surf contest più famosi al mondo. Può aver luogo, solo quando le onde superino una certa altezza (30 piedi)…l’ultima edizione risale al 2016. Per la prima volta quest’anno partecipano anche le donne. Terminato il contest assaggiamo il famoso Ice Shave (una tipica granita annaffiata con sciroppo) a Haleiwa. Il famoso locale Matsumoto, è già chiuso. Molti locali chiudono prima delle 18. Quindi occorre controllare prima sul web gli orari.

Raggiungiamo il residence scelto per la nostra permanenza, l’Aston at the Waikiki Banjan, a due passi da Waikiki beach. Ottima scelta, anche se l’arredamento è datato. Staff molto cordiale. Ci accolgono regalandoci delle collanine di conchiglie. Ceniamo a casa. I prezzi dei ristoranti americani sono davvero proibitivi, una pizza si aggira dai 23 ai 29 dollari: in 4 per una cena in pizzeria, con tasse e tips, si arrivano a spendere ben oltre 100dollari.

23 gennaio

Saremmo voluti andare ad Hanauma Bay Nature Reserve, che di solito è chiusa solo al martedì, purtroppo abbiamo controllato sul sito web ed, almeno in questo periodo, risulta chiusa anche il lunedì. Ci dirigiamo quindi, dopo alcuni stop panoramici, verso Waimanalo beach, lunghissima spiaggia simil-caraibica. A seguire la spiaggia di Kailua e quella di Lanikai. In quest’ultima, facendo snorkeling, ci troviamo a nuotare con una tartaruga marina.

Proseguiamo poi verso nord. Facciamo tappa al Polynesian Cultural Center, Kamehameaha Hwy dove acquistiamo dei souvenir. L’abbigliamento in vendita è prodotto alla Hawaii, contrariamente al Made in China che dilaga nei negozietti di Honolulu. Raggiungiamo il rinomato food truck Giovanni’s per fare una bella scorpacciata di gamberetti. Consigliamo assolutamente quelli al burro ed aglio. Nonostante, di base, l’aglio non sia sicuramente un alimento che gradiamo nella nostra cucina. La scelta è molto limitata tra 4 tipi di condimento: quelli al succo di limone onestamente ricordano un pò il detersivo per i piatti e non li consiglieremmo. 

24 gennaio

Decidiamo di spostarci verso ovest. Prima tappa: le Malasadas di Leonard’s Bakery. Sono dolcetti fritti simili ai nostri krapfen. Sono buone sia quelle farcite che quelle non farcite. Abbiamo ovviamente acquistato la scatola da mezza dozzina, sparite in tempi molto rapidi.  Ci sono molti resorts con spiagge private su questo tratto di costa. Proviamo a fermarci ad Electric Beach, così chiamata perchè situata proprio davanti ad una centrale elettrica, ma è, almeno in questo periodo, uno spot più adatto ai surfisti. Cerchiamo di raggiungere Ka’ena Point, ma la strada a un certo punto è chiusa quindi torniamo indietro. Complessivamente, questo itinerario non è nulla di memorabile. Torniamo indietro e ci fermiamo a Ko Olina Lagoon 4, ben attrezzata con docce e parcheggio gratuiti, molto protetta dalle onde per potere fare snorkeling con i bambini.

Rientriamo a Honolulu alle 16 e ci dirigiamo a Diamonds Head. Un’ora e mezza di camminata abbastanza ripida andata e ritorno.  Per i turisti l’accesso è su prenotazione online, 5 dollari a persona senza differenze tra adulti e bambini. Il parcheggio del mezzo è a pagamento, 10 dollari.  Conviene muoversi con un certo anticipo. Gli slot alla mattina presto erano già tutti bloccati da 2 giorni e non siamo sicuramente in alta stagione. La vista di Honolulu e di Waikiki beach dall’alto merita la fatica. Consigliate ovviamente le prime ore del mattino e la sera. 

Cena da asporto con un poke da Maguro Bros e un piatto di udon squisiti da Marugame Udon. Questo ristorante ha uno sportello dedicato solo al take-away, proprio accanto all’ingresso principale, quindi per chi fosse interessato a questa modalità, non si faccia ingannare dalla interminabile coda. 

Compriamo due costumi da bagno nei negozi Billabong e ABC, lungo Waikiki beach.

25 gennaio

Partenza con il volo Hawaiian delle 7:25 per Big Island (Kona). Ritiriamo la macchina da Budget (molto veloci) che ci offre un upgrade gratuito (dalla Ford Focus prevista a una Kia K5). Consigliamo di fare le assicurazioni aggiuntive (full cover, soccorso stradale) direttamente in loco con la rental car company, perché i prezzi sono convenienti e non ci sono intermediari, rispetto ad assicurazioni fatte con altri broker (ad esempio AutoEurope, broker con il quale abbiamo effettuato tutte le prenotazioni dall’Italia). Con solo 24 euro per tre giorni avremmo avuto assicurazione casco con zero franchigia.  Andiamo alla spiaggia (Kikaua Point Park) adiacente al golf club (Kukio Golf and Beach Club) non molto distante dall’aeroporto. Per accedere bisogna prima passare all’ingresso del club e farsi consegnare un apposito talloncino gratuito, poi tornare indietro e seguire la strada che porta alla spiaggia (i posti per parcheggiare sono molto limitati).

La spiaggia è piccolina ma bella, circondata da palme, con una laguna dove fare snorkeling in assenza di correnti pericolose. Ci sono molti pesci tropicali e anche qui riusciamo a nuotare con una tartaruga. Volendo si può fare snorkeling anche nella baia subito accanto, proprio davanti alla struttura del Club. L’accesso in acqua è un po’ meno agevole essendo sulle rocce, ma è possibile vedere pesci di maggiori dimensioni. Da non perdere!

Dopo circa tre ore riportiamo il pass e andiamo a vedere la spiaggia poco più a sud (Manini’Owali Beach). Qui il parcheggio è più ampio sempre gratuito, anche questa dotata di docce ma è più esposta al sole non essendoci vegetazione intorno. C’è comune un servizio di salvataggio attivo. Probabilmente anche qui è possibile fare snorkeling, ma oggi su questo versante, c’è più vento e di conseguenza più onde, ottime per fare bodydrag. Ci fermiamo solo a guardare. Il meteo inizia a peggiorare. Cerchiamo una delle tante compagnie che offrono gite serali/notturne per vedere le mante. È un’attrazione tipica di quest’isola e proprio di questa parte dell’isola. I prezzi si aggirano sui 125-150 dollari a testa per un’uscita di circa 2 ore. Si parte con la barca, si raggiunge un punto ben preciso e poi ci si tuffa in acqua con dei galleggianti con le luci puntate verso il fondale marino, che permetteranno, quasi sicuramente, la visione delle mante mentre si nutrono di plancton. In questa stagione la temperatura dell’acqua non è sicuramente ottimale. Il meteo non aiuta. In più i primi posti disponibili sono alle 20.30, l’uscita delle 18,30 è già fully booked. Quindi decidiamo di soprassedere. Moltissime compagnie organizzano questo tipo di tour, ci è stato consigliato di rivolgerci solo a quelle ufficiali, regolarmente assicurate. 

Nelle acque hawaiane, com’è noto, ci sono anche squali aggressivi. Ci è stato anche suggerito di balneare sempre vicino a riva, con qualcuno che tenga d’occhio la situazione intorno a noi. Solo un mese fa una donna è stata attaccata ed uccisa molto vicino alla riva nell’isola di Maui. Altro problema a cui prestare attenzione, soprattutto in questa stagione, sono le correnti. È sconsigliato balneare dove non vi siano bagnini.

Avremmo voluto visitare il Captain Cook Monument, ma ormai è tardi, il meteo inclemente e si tratterebbe di fare una bella scarpinata di circa 1 ora (2 col ritorno) molto ripida e disconnessa. Proseguiamo quindi per il vulcano National Park (bisogna comprare un pass settimanale per 30 dollari a veicolo). 

Siamo fortunatissimi perché c’è un’eruzione in corso del Kilauea. Sosta in strada in un terrificante supermercato con aria condizionata “a palla”. In tutti i supermercati bisogna entrare adeguatamente protetti per il freddo. La popolazione locale è “particolare”. C’è un’elevatissima quantità di homeless. Mai visti così tanti, in tutti i nostri viaggi nei paesi “ricchi”. Arriviamo al parco verso le 21. Partiamo dalla Volcano House (Kilauea visitor Center) dove è possibile vedere da lontano la caldera attiva con la lava rosso fuoco dopo una breve passeggiata, per poi prendere di nuovo la macchina e andare fino al Kilauea Iki Overlook. Con il senno di poi avremmo evitato la passeggiata iniziale, perché qui si vede la lava molto più da vicino. 

Arriviamo verso le 23 al Paoha Village Hostel, un ostello dove è possibile accedere con i codici alfanumerici anche a notte fonda. Camera da 4 con bagno in comune, molto accogliente e pulita. Letto comodissimo. Unico difetto: la rumorosità del canto dei grilli e degli uccelli (che possono essere anche piacevoli) e della musica e dagli schiamazzi che giungono dalla strada adiacente ma che si placano quando i locali chiudono.  Sono forniti, gratuitamente, dei tappi per le orecchie. Il villaggio di Paoha è piccolo ma ben animato, con molti localini nella strada principale.

26 gennaio

Nella cucina dell’ostello ci sono dei percorsi suggeriti da cui prendiamo spunto. Ci dirigiamo verso la black sand beach e le hot pool (delle pozze di acqua calda, in cui chi ha ferite aperte, non dovrebbe balneare per il rischio di infezione) vicino a Paoha. Belle, anche se purtroppo piove e non riusciamo a goderci la giornata in spiaggia. 

Il meteo in questa parte dell’isola, in questo periodo dell’anno è notoriamente poco clemente. Torniamo, come già programmato, al Volcano National Park (il biglietto di accesso dura 7 giorni). Di nuovo al lookout della sera prima per vedere l’eruzione di giorno. Proseguiamo verso i Thurston Lava Tube, dove incontriamo delle scolaresche. A seguire lungo la strada c’è una bella passeggiata (anello circolare di circa 6.5 km) che porta in una vallata coperta da uno strato di lava (cratere di un vulcano), molto suggestivo, il Kilauea Iki Trail. La discesa è abbastanza ripida. Una volta arrivati alla base del cratere, decidiamo di tornare indietro sullo stesso percorso, per accorciare il tragitto di un paio di kilometri, avendo poco tempo a disposizione. Proseguiamo lungo la strada e percorriamo il Devastation trail, una strada asfaltata di circa 2 km (4 in totale andata e ritorno) che porta a vedere l’eruzione molto più da vicino. Non so se fosse accessibile anche di notte (con una torcia è fattibilissimo) ma al centro informazioni, la notte precedente, non ci hanno detto nulla…peccato perché sarebbe stato ancora più bello. Siamo davvero vicini all’eruzione qui. Sicuri, ma vicini.

Decidiamo di non proseguire lungo la strada che, dopo 19 miglia, dovrebbe portare agli archi di roccia sul mare (Holei Sea Arch). Ci dirigiamo invece al Mauna Kea (un’ora e mezza di viaggio) per vedere il tramonto. Senza un 4×4 è possibile accedere solo al centro visite a 2800mt di altitudine.  C’è un check-point con i ranger. Con l’auto adatta, con il serbatoio pieno, invece saremmo potuti salire fino in cima a 4000 m. Lo sapevamo, ma avevamo già deciso di non farlo, avendo i bambini con noi. Non essendoci possibilità di acclimatamento, volevamo evitare la comparsa dello spiacevole “mal di montagna” per loro.

Sulla vetta del Mauna Kea ci sono alcuni dei principali osservatori astronomici al mondo. Pare che il cielo stellato sia visibile perfettamente 315 notti l’anno e noi sfigatissimi, becchiamo la nebbia, sulla cima fa molto freddo.Il tramonto verso la vallata, da una collina adiacente al Visitor Center comunque merita. Compriamo una borraccia della Nalgene a 24 dollari. Rientriamo in ostello dove ceniamo.

27 gennaio

Piove molto. Ci fermiamo a fare un giro a Hilo, che sembra una città gradevole, poi proseguiamo per il lookout della Waipio Valley. Magnifico, ma anche qui è possibile accedere alla valle solo xcon un 4×4 oppure con un tour organizzato. C’è proprio un controllo dell’accesso. Ci fermiamo a vedere il caratteristico paesino di Honoka’a con molti negozietti hippy e ad acquistare delle noci di macadamia (alcune plain ed alcune ricoperte di cioccolato fondente) da Ahualoa Family Farms, dove incontriamo una geologa bolognese che si è trasferita a vivere e lavorare qui.

Il tempo migliora e decidiamo di spostarci verso la costa ovest, la cosiddetta Kohala Coast. Ci fermiamo alla 69 beach (il parcheggio sarebbe a pagamento ma la macchinetta non funziona). Bella spiaggia con tronchi e alberi a ridosso del mare. Purtroppo l’acqua è troppo mossa per fare snorkeling quindi i bimbi si limitano a giocare con le onde. In lontananza si vede una balena passare e saltare più volte fuori dall’acqua. Questo è il miglior periodo dell’anno per avvistare le balene alle Hawaii, soprattutto intorno all’isola di Maui. Anche qui docce e servizi gratuiti. Osserviamo il tramonto alla Mauna Kea beach, molto più grande ed affollata.

Cena da Food Land, con pasti pronti al banco. Grande varietà di scelta, dal dolce al salato (abbiamo scoperto già da diversi giorni il Musubi, un sandwich di riso, maiale saporito, avvolto in una foglia di alga nori, servito caldo. Economico, ben bilanciato). Proviamo dei piatti tipici con maiale.

A seguire l’ultimo shave ice allo Scandinavia Shave Ice di Kailua-Kona, per poi imbarcarci, previa restituzione dell’auto a noleggio (gli uffici Budget chiudono alle 22) in Aereoporto e prendere il volo United delle 23:30 per San Francisco.

Sabato 28

Arrivo a San Francisco alle 6.30 circa del mattino. Prendiamo il treno con Clipper per arrivare in centro a SF. Costo 10 dollari a tratta per gli adulti e in teoria 5 per i bambini. Purtroppo non è possibile comprare i biglietti a tariffa ridotta e quindi paghiamo 10 dollari anche per loro. È più semplice comprare i biglietti alla macchinetta (50 cent in più) che non farlo con il cellulare. Prenderli infatti con il wallet (utilizzando il servizio offerto dalla Clipper) è un po’ troppo macchinoso. Tra l’altro ci sbagliamo e carichiamo tutto il credito su una sola tessera (quando ne andrebbe fatta una separata per ciascuno, chiudendo e riaprendo il wallet 4 volte) buttando via 40 dollari (ottenere il refund è difficile se non impossibile). 

Lasciamo i bagagli in una palestra (Fitness SF) molto vicino alla fermata Montgomery, che è quella che scegliamo come punto di partenza per il nostro tour della città. Il costo del deposito bagagli in aeroporto è elevato, pertanto ci affidiamo all’applicazione Bounce. Per circa 7 dollari a collo è possibile lasciare i bagagli tutto il giorno (raduneremo tutte le nostre in un unico borsone da aereo). San Francisco la mattina presto è deserta.

Prima tappa: Ferry station dove c’è un bel mercato contadino del sabato mattina. Poi al Pier 39 a vedere i leoni marini. Pranzo con due hamburger da In-N-Out e due clam chowder al Boudin Bakery (sono dei panoni a cui viene asportata la mollica e vengono riempiti con una zuppa di mare). Vista del Golden Gate e di Alcatraz dall’Aquatic Park Pier.  Poi a piedi fino a Lombard street. Chinatown dove andiamo a vedere la fabbrica dei dolcetti della fortuna, the Golden Gate Fortune Cookie Factory, 56 Ross Alleey (fortune cookies, 9 dollari la confezione). Ero già stata qui 20 anni fa e non è cambiato nulla.

Prendiamo un ottimo bubble tea da By me boba tea, poco distante. Completiamo il tour con Union Square e giro da Macy’s (acquisto lenzuola ricordo). Passiamo a ritirare la valigia in palestra e poi via in treno verso l’aeroporto per il nostro volo verso Londra e l’Italia delle 20.45.

Abbiamo riscoperto London Heathrow durante l’attesa per il volo in coincidenza. Bellissimi negozi e prezzi assolutamente giusti, forse perchè un po’ sconvolti da quelli USA. Controllo dei liquidi ad Heathrow a dir poco maniacale Rientriamo in Italia domenica sera. Come dire, una vacanza molto intensa.

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