Welcome to Wat Pho!Bangkok–Phuket-Phi Phi-Krabi
Un consiglio preliminare: decidendo di visitare questo magnifico paese, liberate la vostra mente, fate uno sforzo per immergervi totalmente in una nuova cultura, così diversa da lasciarvi a bocca aperta, come se stesse vivendo un sogno. Il nostro viaggio è stato completamente fai da te, formula assolutamente più conveniente e meno condizionante…Insomma indicata per chi ama la libertà piuttosto che seguire guide turistiche e tour operator. PERIODO e VOLI Dopo aver scelto il periodo tra Marzo ed Aprile per la partenza (considerato ancora buono per la temperatura e le precipitazioni che iniziano verso Maggio fino ad Ottobre, in realtà una volta lì abbiamo capito che Aprile per i Tailandesi inizia ad essere un periodo di bassa stagione, meno turisti e prezzi leggermente più contenuti) il primo passo è stata la ricerca a tappeto del volo intercontinentale…Abbiamo spulciato siti europei ed asiatici di compagnie aeree fino a trovare l’offerta migliore: KLM da Roma a Bangkok con scalo ad Amsterdam per soli 540 EUR. Boeing 747 con centinaia di passeggeri, buon servizio ma niente schermi personali di intrattenimento per trascorrere le 11 ore di volo. Altra nota dolente lo smarrimento della valigia…Imbarcata a Roma Fiumicino la valigia è arrivata dopo 4 giorni dopo numerosi solleciti. Siate prudenti e portate qualche cambio con voi perché comunicare e ricevere notizie dall’ufficio smarrimenti di Bangkok non è proprio la cosa più semplice del mondo!! Se cercate dei voli diretti e siete disposti a pagare un po’ di più (750 EUR circa) date un occhio alle compagnie Thai e China Airlines che volano dirette su Bangkok dall’Italia. Se pianificate di fare dei voli interni per gli spostamenti esistono numerose compagnie low-cost che collegano le principali destinazioni tailandesi, noi abbiamo scelto AirAsia.Com, vettore locale bookato dall’Italia per andare da Bangkok a Phuket (EUR 40) e successivamente da Krabi a Bangkok (EUR 90).
ITINERARIO 27 – 29 Aprile: Bangkok – Hotel Furama Sathorn Arriviamo in aeroporto alle 13.30 e la prima destinazione è l’hotel Furama Sathorn in zona Siam (centro). Eravamo preparati alla contrattazione da subito in realtà siamo stai indirizzati ai taxi pubblici con dei bigliettini indicanti la nostra destinazione al primo taxi disponibile, chiedendo di attivare il tassametro. Saliamo e il tassista non dà forti segnali di comprensione sull’indirizzo segnalato nonostante le numerose chiamate che cerchiamo di fare all’hotel dall’esemplare Nokia del taxi driver… Veniamo avvisati sulla fee aeroportuale di 50 Bath e dell’autostrada di 100 Bath. Arrivati all’hotel ci vengono chiesti 400 Bath totali, una cifra che ci aspettavamo ed onesta. Senza lasciarci prendere dalla stanchezza usciamo e non resistiamo alla voglia di testare il famoso tuc tuc, il principale mezzo di trasporto della città dove il must è contrattare il prezzo (abbiamo negoziato 100 Bath) e portarsi una bombola di ossigeno per non respirare la forte concentrazione di inquinamento che regna nel traffico di Bangkok dove siamo rimasti impantanati più volte. Spinti da uno stato di necessità causato dalla mancanza della valigia (rimasta a Roma o ad Amsterdam…Non si sa!!) ci dirigiamo al famoso MBK, centro commerciale decantato da guide e turisti come il luogo di opportunità a prezzi stracciati. Gli otto piani fatti di abbigliamento, elettronica, food e tanto altro ci hanno molto incuriosito inizialmente così abbiamo comprato qualcosina rigorosamente taroccata a prezzi irrisori. Dopo un po’ la confusione e la stanchezza ci hanno dirottati verso un raccomandato (parola di lonely planet) centro benessere chiamato Healtland Spa & massage (fermata sky train Surasak). Improvvisamente siamo entrati in un alto mondo…Centro benessere di alto livello degno di un hotel a 5 stelle. Prenotiamo un massaggio Thai in coppia seguito da massaggio ai piedi per un totale di 3 ore alla modica cifra di 700 Bath a testa. Il massaggio Thai è veramente tosto ma merita di essere provato per apprezzare la professionalità e la passione delle massaggiatrici che cercano di trasmettere l’essenza della loro danza ondulatoria. Usciamo distrutti ma esaltati dall’esperienza e un taxi ci conduce al famoso mercato notturno di PatPong…Questo è davvero un altro mondo. Immaginate un semplice viale strapieno di bancarelle pieni di prodotti taroccati in serie, commercianti che ti chiamano da tutte le parti e ragazze che ti invitano al famoso ping pong show. Non abbiamo ben compreso cosa fosse ma dalla strada si intravedono simpatiche signorine in bikini impegnate in lap dance.. Preparatevi ad uno stupore esagerato, molto piacevole nella diversità ma a tratti quasi fastidioso nell’insistenza. Dopo qualche acquisto cerchiamo un posto dove mangiare ma a Bangkok le cucine chiudono intorno alle 22.30 quindi ci accontentiamo di un tipico fast food tailandese. L’indomani, dopo aver trascorso la notte in un hotel che raccomandiamo assolutamente per la cordialità, la pulizia e la moderna eleganza, iniziamo il nostro giro culturale che parte dalla stazione sky train di Saphan Taksin adiacente al fiume Chao Phraya.Qui si trova il molo centrale (Tha Sathon) e salpiamo verso la zona dei templi. Piccola digressione sui battelli: oltre ai long tail boat privati che si possono affittare ad ore anche per il giro dei famosi canali è possibile usufruire del servizio pubblico altrettanto efficiente e caratteristico. Accertatevi della tipologia del boat attraverso il colore della bandiera issata che cambia in base al numero delle fermate effettuate. Il colore arancio ci conduce al molo Tha Tien praticamente opposto al tempio Wat Arun che si trova dall’altra parte del fiume. Scopriamo subito dal corposo odore che questo molo apre le porte al mercato del pesce essiccato che merita una breve visita. Da questo luogo parte anche il simpatico attraversamento del fiume e per 3 Bath ci imbarchiamo verso il Wat Arun. La visita (50 Bath) si rivela molto interessante e ci godiamo il giro compresa la ‘dolce’ scalata della vetta più alta del tempio dal quale si gode di un panorama bellissimo. A nostro avviso è stata una delle mete più emozionanti per i colori, l’architettura e la suggestione del luogo animato da monaci in costante preghiera nell’atrio esterno. Ritornati dall’altra parte del fiume attraversiamo il mercato del pesce e dopo una calda passeggiata sotto un sole cocente (portatevi acqua ed indossate maniche corte) entriamo nel Palazzo Reale che copre una vasta area e parzialmente visitabile. Dopo un blocco della sorveglianza che ci invita ad affittare dei pantaloni lunghi andiamo subito al tempio Wat Phra Kaew, che contiene il famoso Buddha di smeraldo, una statuina piccolissima che cambia veste in base al periodo dell’anno. All’interno inginocchiarsi al Buddha è un obbligo e i vigilanti sorvegliano attenti il rispetto della norma. Il giro del palazzo è affascinante e si possono apprezzare l’imponenza e l’eleganza dei giardini e dell’oro che scintilla da ogni angolo. Altra meta d’obbligo è il tempio Wat Pho (dietro al palazzo reale) che contiene il Buddha disteso, un corpo d’oro lungo 46 metri. L’occhio va subito ai piedi, dieci dita parallele lunghissime, uno spettacolo indescrivibile. Non mancate questa tappa che merita davvero. Ormai disidratati dal lungo giro ci dirigiamo verso un ristorantino tipico che raggiungiamo con il boat alla fermata Tha Phra Atit. Dopo la giornata impegnativa individuiamo un posto per massaggi nell’area di Khao San (sempre zona Banglamphu), una via apparentemente famosa per lo shopping di strada. Qui facciamo un piacevolissimo giro per negozietti pieni di oggettistica, abbigliamento accessori e quantaltro di tipico tailandese. Qui abbiamo trovato molte offerte ed acquistato costumi, flip flop e tanto altro per la spiaggia. Dopo un piacevole drink in uno dei bar lungo Khao San è giunto il momento del massaggio da Angela Beauty Care (Tha phra Atit n.329), centro benessere più spartano ma altrettanto tipico e buono nel servizio. Avevamo sentito parlare della Golden Mountain, montagna artificiale con una veduta mozzafiato della città, così saliamo in un taxi ed in cinque minuti iniziamo questa risalita gratuita accompagnati dalla voce del predicatore. Lo scorcio che si ha di fronte è quello di una Bangkok diversa nelle sue molteplici sfaccettature, grattacieli, catapecchie, le cime dei templi…Insomma fate un salto se avete tempo. La giornata sembra infinita così decidiamo di salire in un tuc tuc che per 150 Bath ci accompagna all’hotel per una pausa in piscina. Senza volerlo ci troviamo bloccati nel traffico di China Town che molti visitano di proposito ma sinceramente se già conoscete un ghetto cinese di qualche altra capitale anche Europea o vi siete già imbattuti nei carrettini del cibo ambulante e nel viavai di biciclette guidate da cinesi carichi di pacchi potete tranquillamente evitare e dare precedenza ad altro. L’hotel ci accoglie con un aperitivo gratuito molto apprezzato in un momento di forte stanchezza, così ci godiamo del relax e di un fantastico bagno in piscina all’aperto tra i tetti dei grattacieli bangkokiani. Optiamo per una cena al Somboon Sea Food nella zona di Silom, ristorante cinese che di cinese aveva ben poco…Comunque proviamo subito la prelibatezza del granchio al curry, ottima portata accompagnata da del riso. Evitate le ostriche e frittura hanno uno strano aspetto! Decidiamo di andare a fare un giro al mercato notturno di Lumphini e capiamo subito che questo mercato è molto più ordinato e composto, non mancano i prodotti in serie ma abbiamo comunque trovato delle buone offerte rigorosamente contrattate. Ci sono anche baretti e musica dal vivo che comunque non ci distolgono al pensiero di andare al famoso Sirocco, locale elegante al 64 piano del grattacielo The Dome, nella zona di Riverside (Silom). L’emozione è grande quando si scendono le scale esterne per raggiungere il bar che si apre sopra il lato Sud Est di Bangkok. Questo è uno spettacolo unico e l’atmosfera del lounge è tirata ma sciolta allo stesso tempo. Non perdete assolutamente questa uscita (l’entrata è gratuita si paga solo il drink). Il giorno seguente, ultimo a Bangkok secondo i nostri piani, ci dirigiamo subito alla casa museo di Jim Thompson nelle adiacenze dell’MBK. Il luogo è una piccola mosca bianca nella Bangkok metropolitana, consigliamo vivamente la visita per godere delle bellezze del giardino paradisiaco e cogliere i tratti più belli della cultura orientale espressi dall’architettura del XX secolo. Il tempo stringe e la nostra partenza per Phuket si avvicina così andiamo di nuovo nel nostro posto preferito (Healtland Spa & massage) per un ultimo massaggio. Questa volta scegliamo Aromatherapy Oil in coppia e per un’ora e mezza godiamo delle pressioni al sapore di lavanda. Ci dirigiamo in hotel e poi in aeroporto, si parte per il mare, destinazione Phuket.
29 Marzo – 1 Aprile Phuket Island (Patong) Il programma prevede 3 giorni di mare nell’isola di Phuket, avevamo deciso di soggiornare nella spiaggia centrale di Patong, apparentemente la più movimentata dell’isola, prenotando dall’Italia solo la prima notte all’hotel Ramaz, di cui avevamo letto buoni giudizi (900 bath a notte). All’uscita dall’aeroporto numerosi privati ed agenzia propongono alloggi e trasporti verso le città costiere. Noi abbiamo optato per il baracchino che ci sembrava più serio e per il trasporto a patong ci hanno richiesto 150 bath a testa. Ci avviamo con un minibus da 8 persone verso Patong, ma dopo 5 minuti ci fermiamo in un’agenzia turistica che organizza le destinazioni, dando istruzioni all’autista e proponendo escursioni ed alloggi a noi turisti. In 5 minuti si riparte e dopo circa 1 ora arriviamo all’hotel ramaz con qualche difficoltà (l’autista non parlava inglese e non conosceva l’hotel…Non era un buon presagio!). Arriviamo all’hotel alle 23.30 ed alla reception non ci vengono richiesti i documenti, e l’alloggio non ci piace. Decidiamo di uscire subito e di goderci la prima serata andando nella famosa Bangla Road, la via della perdizione. E’ un misto di baracchini, venditori ambulanti, bar, ma soprattutto di ragazze appostate che ti invitano alla loro compagnia. Eravamo preparati a quest’ambiente, ma essere lì di persona fa tutto un altro effetto. Decidiamo di andare a mangiare e seguiamo il consiglio di avventurarci nel famoso tendone adiacente al locale Tiger, dove ci sono numerosi ristorantini spartani molto tipici che cucinano per tutta la notte. Scegliamo del pesce che viene cucinato all’istante e per una cena a base di granchio e gamberoni ci richiedono 800 Bath circa. Ci viene in mente di salire in un taxi e visitare un paio di hotel in cui trasferirci l’indomani. Dobbiamo ammettere che l’idea è stata ottima in quanto abbiamo trovato un alloggio alternativo in collina, con una bella camera e piscina all’aperto. Blocchiamo subito la stanza per due notti e versiamo l’anticipo di una notte (1200 Bath). Dopo qualche ora ed il pernottamento al Ramaz hotel ritorniamo al nuovo albergo C&N Resort che ci fa avere subito uno scooter in affitto consegnato dopo 20 minuti (200 Bath al giorno). Via si parte alla scoperta delle spiagge al Sud di Patong: nell’ordine attraversiamo Karon, carina e popolata con ombrelloni ed un bel mare, superiamo Kata in cui pensiamo di fermarci al ritorno considerando anche i numerosi negozi e colori che ci attraggono lungo la strada passando con lo scooter. Ci fermiamo al View Point (subito dopo Kata) dal quale si vede un panorama mozzafiato, fermatevi anche per soli 10 minuti ne vale la pena. Nai Harn Beach è la nostra prima tappa, decidiamo di prendere due lettini e rilassarci per due ore godendoci un mare trasparente e una sabbia finissima. Avevamo letto di un villaggio di pescatori alla estrema punta sud dell’isola nella località di Rawai Beach; l’esperienza di acquistare delle aragoste (1100 Bath) vive e cucinarle nel baretto di fronte (200 Bath) è stata esaltante. Gente semplice che cammina a piedi nudi lungo il vialetto del pesce, bambini che ti guardano impressionati, donne che vendono perle e collane lungo la strada…Insomma andate e ve lo ricorderete. Ripartiamo raggiungendo Prompthep Cape e ci godiamo il panorama dal Sunset View Point, centro più commerciale pieno di negozi e pulman ma la visita merita. Ripartiamo con lo scooter e ci fermiamo in una delle spiagge più nascoste ma raccomandate: Roy Hanui si rivela un luogo appartato misto di sabbia e roccia così approfittiamo del tramonto per un giro in canoa (200 Bath all’ora). Risaliamo verso nord seguiti da un temporale tropicale che ci accompagna fino a PAtong dove ci fermiamo al famoso centro commerciale Jungceylon per un trattamento express al viso idratante e purificante. 45 minuti di massaggio nel centro giapponese Takami per soli 300 Bath. Distrutti ma felici facciamo una pausa ed usciamo per una cena veloce in tardissima serata, altro giro a angla Road e poi a casa, la giornata è stata impegnativa. Il secondo giorno decidiamo di esplorare la zona a Nord di Patong così superiamo Kamala beach dove ci fermiamo solo al ritorno e raggiungiamo la la località Surin dove ci tratteniamo per un bagno rinfrescante. La spiaggia è carina ed attrezzata, c’è gente ma non troppa, il bar e i ristorantini meritano una sosta per un break. Il barista del posto ci consiglia di andare alla località Lagoon per fare snorkelling così riprendiamo lo scooter e dopo qualche zig zag di troppo raggiungiamo questa spiaggia piena di massaggiatrici senza clienti. La spiaggia è definitivamente spopolata e si intravede un isolotto (Rock Island) non a molta distanza. Decidiamo di affittare un long tail boat per raggiungere l’isolotto e fare dello snorkelling cosi negoziamo 1 ora per 700 Bath. Ci immergiamo in un’acqua cristallina piena di pesci tropicali che nuotano insieme a noi. Sono abituati ai turisti in quanto i traghettatori sono soliti dare loro del cibo. L’esperienza è stata divertente ed entusiasmante ma è ora di tornare; arrivata alla spiaggia ci attende uno spettacolo inatteso, due piccoli elefantini che fanno il bagno con il loro padrone. Uno di loro, in particolare, mostra le sue attitudini nel giocare con una bambina alzando la proboscide e tentando di slacciare il costume. E’ stato troppo carino. Con il cuore riempito dalla tenerezza degli elefantini ci dirigiamo verso Laem Sing, una spiaggetta a strapiombo raggiungibile percorrendo un vialetto pendente in mezzo alla vegetazione. Lo spettacolo si apre ai nostri occhi e ci godiamo il tramonto dopo un fantastico bagno conclusivo di un’altra giornata intensa. Piccola nota: non stupitevi se una signora anziana che distribuisce ‘gasoline’ in delle bottiglie di vetro all’entrata della spiaggia vi chiederà 20 Bath di parcheggio per il vostro scooter…Tutto rientra negli schemi. Ci prepariamo per l’ultima serata a Patong che decidiamo di trascorrere sul lungomare cenando in un grazioso locale corredato di musica dal vivo e chiamato ‘The Port’. L’atmosfera ci diverte e facciamo scorpacciata di noodles tailandesi ben fritti. (cena completa circa 1000 Bath). La musica allieta la magia della serata che si conclude con una divertente sfida a biliardo. L’indomani ci svegliamo presto per organizzare il trasferimento al porto dell’isola e godere delle ultime ore di Phuket. Ci siamo rivolto ad uno dei tanti centri turistici del lungomare che ci ha proposto pick-up, trasferimento e ticket per il traghetto per Phi Phi Islands alla cifra di 600 Bath a testa. Contenti proviamo a trattare con uno dei barcaioli di Patong per raggiungere la famosa Paradise beach, luogo raggiungibile solo con boat privati. Ci chiedono 1200 Bath cosi piuttosto preferiamo fare il giro sugli elefanti presso un’area safari tra dopo Kata a sud di Patong. Per la cifra di 800 Bath ci prenotiamo un giro di 30 minuti nella collina circostante. L’esperienza è stata unica, breve ma molto intensa. LA nostra signorina di circa 55 anni ci ha condotti sulla punta della piccola valle dalla quale abbiamo ammirato un panorama spettacolare dall’estremità della sua testolina! La vegetazione e la simpatia dell’elefante hanno fatto la loro parte. Esperienza da fare in questi paradisi della natura. Ritorniamo in hotel, consegniamo lo scooter ed aspettiamo il pick up che arriva puntualissimo. Salpiamo dal porto di Rassoda alle 14.30 (ultimo traghetto per Phi Phi Islands) e salutiamo Phuket.
1- 4 Aprile Phi Phi Islands (Phi Phi Villa resort) L’arrivo a Phi Phi Doh può essere paragonato all’atterraggio su un’isola tropicale confondibile con un paradiso terrestre. Sappiamo che qualcuno del resort prenotato dall’Italia per 3 notti (4800 Bath) ci sta aspettando al pier di Phi Phi ed infatti questo simpatico signore ci accompagna nei vialetti del piccolo villaggio sotto una piacevole pioggia. Siamo esaltati dal caloroso benvenuto ed apprezziamo il nostro bungalow corredato di veranda vista mare. Non stiamo nella pelle e ci buttiamo subito in mare per poi seguire con un bagno in piscina. L’atmosfera è rilassata e ci rendiamo conto di trovarci in un angolo di paradiso dove non ci sono né auto e né scooter al massimo biciclette che si fanno spazio nei vialetti con un simpatico trillo. La gente del posto (Ton Sai Villane) è abituata al turismo e si mostra servizievole e promotrice delle escursioni più tipiche. Avevamo letto di un ristorante italiano collocato nel lato nord del villaggio ad Lodhalum Bay e chiamato Ciao Bella. Decidiamo di andare e ci troviamo a cenare con i piedi sulla sabbia a lume di candela gustando pasta all’aragosta ed un delizioso pesce locale arrostito. Giusto per darvi un’idea di fronte a noi si apre una baia circondate da montagne, le luci colorate dei ristorantini rendono l’ambiente unico. Passeggiando lungo le bancherelle piene di abiti e souvenir incontriamo diversi pescatori locali con i quali contrattiamo la gita a phi phi leh del giorno successivo. Le agenzie turistiche offrono per 600 bath a testa il giro delle due isole per 6 ore con il long tail boat (13 persone), ma noi preferiamo optare per una maggiore privacy e scegliamo un long tail boat a nostra disposizione per 4 ore. Come da accordi e per 1200 bath totali alle 9 del mattino salpiamo con Dari (un simpatico tailandese che ci ha suscitato sicurezza) direzione Phi Phi leh. Passiamo davanti alla Viking cave, una grotta caratteristica, ma nella quale non si può entrare. Proseguiamo per Pileh e godiamo di uno spettacolo della natura, una baia semi chiusa con una profondità minima al centro così ci immergiamo per un bagno rilassante di prima mattina. Intorno a noi altissime scogliere con vegetazione qua e là. Ripartiamo per il nostro giro ed arriviamo a Maya Bay, la famosa spiaggia in cui è stato ambientato il film The Beach. Non stupitevi se al momento dell’arrivo al parco marino vi vengano richiesti 200 bath a testa. E’ il costo per potersi godere questo paradiso. Non ci sono parole, una baia meravigliosa con spiaggia bianca finissima, acqua trasparente e qualche pesce tropicale e tanti tanti turisti. Ciononostante il posto merita una sosta anche prolungata e proprio quando le imbarcazioni con decine di turisti salpano è il momento più gustoso. Dopo più di un’ora di estasi svegliamo il nostro amico Dari dalla sua amaca improvvisata e proseguiamo verso monkey beach a phi phi doh. Precisazione: esistono due monkey beach a Phi phi doh entrambe molto piccole e carine (vale la pena vedere entrambe). Si possono osservare simpatiche scimmiotte attaccate agli alberi o che camminano sulla sabbia. Armati di un casco di banane (acquistate da Dari) ci avviciniamo alle scimmie e porgiamo loro le banane che mangiano voracemente. La nostra prima giornata in barca si conclude qui e proseguiamo per un bel pranzetto al nostro ormai ristorante di fiducia (il ciao bella). Scelta opportuna considerato l’infausto temporale tropicale che puntualmente si avvicinava. Il pomeriggio è dedicato al relax totale con massaggio (350 bath per un’ora) e piscina dopo il tramonto. Per cena decidiamo di cercare un ristorante segnalatoci come tipico del luogo: il Papaya. Non sappiamo cosa aspettarci ma arrivati ci attende una breve fila che interpretiamo come buon segnale. Dopo poco realizziamo che il posto è un garage adattato a ristorante in cui si servono cibi tailandesi. Una volta seduti ci accoglie una cameriera molto cordiale che prende le ordinazione e ci consiglia seduta accanto a noi. Ordiniamo fried noodles, fried rice con pollo e zuppa di scampi con il chili (il loro piatto forte). Dobbiamo dire che abbiamo mangiato molto bene e raccomandiamo di superare l’impatto visivo per godere di un’ottima cucina. Costo totale 400 bath. Commenti dicevano che phi phi fosse un’isola solo per coppie. Non è così. Il villaggio è pieno di bar, locali, pub di ogni tipo e tanti giovani sono in giro che si godono tra le altre cose animati spettacoli e giochi con il fuoco. Trasportati da questa atmosfera ci tratteniamo anche noi per goderci la splendida serata. Ormai esperti pianifichiamo la gita del giorno successivo intorno a phi phi doh e bamboo island (1600 bath). La mattina dopo alle 9 del mattino si parte con il long tail boat per un primo stop allo shark point, punto in cui è possibile fare il bagno vicino agli squali da scogliera. Proseguiamo costeggiando la zona dei resort più esclusivi che sembrano essere immersi nella vegetazione ed anche difficili da raggiungere. Finalmente arriviamo a bamboo island che si rivela un paradiso di fauna. L’accesso al parco marino (si paga 200 bath a testa) inizia sulla battigia e qui si prosegue immersi in coralli e pesci di tutti i colori. Ci godiamo oltre un’ora di sole e mare quasi in solitudine…E rimaniamo colpiti dalla bellezza e dalla magia del posto. Rientrando facciamo una breve sosta a monkey beach (la seconda), altro bagno altra storia. Il pomeriggio prosegue con un veloce pranzo e shopping, è impossibile resistere alle numerosissime bancarelle colorate di souvenir ed accessori locali. La sera, dopo un bagno in piscina, decidiamo di salutare phi phi dal luogo che ci aveva accolto…Il ciao bella. Cena meravigliosa sempre sulla spiaggia e a base di pesce. Passeggiata sulla spiaggia e shopping conclusivo.
Il giorno dopo acquistiamo i biglietti per Railay, ultima tappa del viaggio. Avendo a disposizione la mattinata non perdiamo l’occasione di vedere anche long beach, raccomandata spiaggia di phi phi doh, raggiungibile anche a piedi. Il percorso non è comodissimo ma piacevole (20-30 minuti di cammino lungomare), ma al ritorno preferiamo tornare al porto con il long tail boat (100 bath a testa). La sabbia ci fa sprofondare essendo molto fina e l’acqua merita davvero. Non perdete questa tappa.
4-6 aprile Railay (regione di Krabi). Alle 15.30 ci imbarchiamo per railay costeggiando la parte est di phi phi doh, salutando bamboo island e subito dopo osservare intorno a noi un paesaggio nuovo, fatto di rocce e vegetazione ovunque. Dopo 1h e 30 minuti arriviamo a railay west e ci sorprende i trasferimento alla terra ferma: il traghetto si ferma ad una centinaia di metri spiaggia e seguiamo la procedura di “travaso” dal traghetto al long tail boat. Sbarchiamo sulla battigia a piedi nudi. Il nostro resort (Railay Village Resort) è proprio sulla spiaggia. Ci accompagnano alla nostra camera che merita una breve digressione. Il vialetto privato poggia su uno stagno che conduce al camera/bungalow circondata da piante e fiori. La nostra jacuzzi occupa un’intera stanza con soffitto a vetro e tv al plasma. La camera è finemente rifinita con un letto enorme a baldacchino. Una meraviglia al costo di 5100 bath a notte (la spa villa). La voglia di goderci uno splendido tramonto ci spinge a perlustrare la spiaggia di hat phra nang una striscia di sabbia bianca cui fanno sfondo alte scogliere per raggiungerla abbiamo attraversato Railay east, una spiaggia fangosa con mangrovie che non merita una sosta ed un percorso costeggiato da altissime rocce calcaree che creano una sorta di profonda caverna. Il panorama è meraviglioso e ci godiamo l’ennesimo tramonto di questo magnifico paese. La sera andiamo a cena nella parte east, ci rendiamo subito conto che railay a differenza di phi phi non offre una grande vita notturna solo resort e qualche localino…Questo è più un posto da coppie. Tornando al nostro villaggio ci buttiamo in piscina e ci godiamo l’idromassaggio. Il giorno dopo dopo un’abbondante colazione ci dirigiamo sulla spiaggia di fronte al nostro resort e contrattiamo l’ennesima gita con il long tail boat (1500 bath) per raggiungere le isolette limitrofe (chicken island, poda island e due isolotti in mezzo) per una giornata di sole, mare e snorkelling. Raccomandiamo per il pranzo il ristorantino Bobo bar (su railay west adiacente a railay village resort). Non perdetevi un bel giro in canoa per raggiungere la grotta di tham phra nang nok (grotta della principessa sacra) in cui troverete numerosi falli portati da pescatori locali.
E’ il momento di ripartire e ci dirigiamo al piccolo aeroporto di krabi attraverso il servizio pick up dell’hotel per una cifra di 1200 bath totali. Ci imbarchiamo su un volo interno (air asia 90 euro a testa) per Bangkok dove ci aspetta il rientro in Europa.