Weekend lungo nei dintorni di Trapani
1° giorno
Partenza da Genova con Ryanair nel primo pomeriggio e “incredibile ma vero” nebbia sull’areoporto e quindi partenza rinviata di 2 ore, quindi arriviamo a Trapani alle 17,50 anzichè alle 15,43 come previsto.
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Abbiamo ritirato lo scudo 8 posti in areoporto (europecar, euro 236,00 km illimitato per 3 giorni) e siamo partiti alla volta dell’Albergo Ciuri di Badia anche questo prenotato tramite il sito di Ryanair. L’albergo dista circa 40 minui dall’areoporto di Birgi in direzione Valderice. Si trova dietro a un distributore di carburante ma a dispetto della posizione è molto carino. Sono tutte casette attaccate con camere al piano terra e al primo piano. La maggior parte di esse danno sul cortile interno, nel quale è posta una piscina molto carina. Lasciati a bagagli come da programma, anche se un po’ in ritardato, siamo partiti alla volta di Erice che avevamo gia’ visto anche dall’aereo. La strada gode di un panorama mozzafiato su Trapani, le saline e le isole Egadi, ma presenta molti tornanti. Andare ad Erice equivale ad andare in montagna, non solo per la strada, ma anche per la temperatura decisamente bassa nonostante siamo nella seconda meta’ di aprile. Il posto è splendido, la via centrale, che parte dal parcheggio, è lastricata di pietra bianca e ciottoli e ai lati ci sono bei palazzi, un convento e alcune chiese che vista l’ora sono chiuse. Dalla via principale si dipartono parecchie viuzze molto caratteristiche e si intravedono, qua e là scorci di panorama e di mare. Siamo andati a cena da “Monte San Giuliano”, che abbiamo poi scoperto essere un ristorante molto rinnomato. Cena ottima, Busiate alla San Giuliano fantastiche cosi’ come i maccheroni con salsiccia e melanzane e la calamarata di carciofi. Costo accettabile 180,00 euro in 7, mangiando veramente tanto.
2 giorno
Dopo un’abbondante colazione ci siamo diretti a Trapani per un giro della citta’ e per prendere l’aliscavo per Favignana. Il centro storico di Trapani è molto bello ed elegante, il tempo a ns disposizione non era molto per cui abbiamo visto la via centrale con il palazzo del Consiglio comunale, l’orologio astronomico, la cattedrale con uno splendido soffitto “ricamato” di bianco su sfondo azzurro e una chiesa lì vicino in tipico barocco siciliano con interni bianchi e rosso mattone. Siamo anche entrati nella chiesa del Purgatorio che custodisce alcune statue in legno che rappresentano la passione di Cristo e che sono portate in processione nella settimana di Pasqua. Consiglio la visita sicuramente.
Ci siamo diretti la terminal della Usticalines per prendere l’aliscafo per Favignana che ho reputato un po’ caro (3 adulti ed un bambino a/r 64,00 euro). Sull’isola abbiamo noleggiato delle biciclette davanti al porto e ci siamo diretti verso una spiaggia. L’isola era ancora abbastanza deserta e le case tutte chiuse cosi’ come alberghi e resort. Siamo andati a Lido Burrone che dista circa 20 minuti pedalando tranquillamente (tutta pianeggiante ma completamente al sole). La spiaggia, con sabbia bianca finissima, non era ancora stata ripulita dai detriti portati dalle mareggiate invernali per cui presentava alcuni rifuti e molti cumuli di alghe. Il mare era azzurrissimo e molto freddo. C’erano anche moltissime meduse per cui anche i ragazzi non si sono bagnati. Dopo esserci rosolati al sole per alcune ore abbiamo inforcato la bici per andare a Cala Rossa. La strada non è agevole come quella precedente, presenta alcuni tratti in salita ed è a tratti sterrata. Ai lati ci sono delle enormi buche che sono cave credo di marmo. Cala rossa è bellissima, un’insenatura con il mare in tutte le sfumature dell’azzurro e del verde, una vegetazione rigogliosa, tanti fiori e vicino al mare stranissime rocce vulcaniche nere molto appuntitee sulle quali non è possibile camminare a piedi nudi. La spiaggia è praticamente inisistente, ma il posto è bellissimo e gode della vista dell’isola di Levanzo. Dopo una breve sosta siamo tornati in paese e abbiamo fatto un giro in centro con la bici arrivando anche allo stabilimento Florio. La mattanza che richiamava molti turisti, è stata abolita da 4 anni. Ritornati a Trapani ci siamo diretti nuovamente ad Erice per fare quanto era previsto per il giorno precedente, ma che avevamo dovuto rimandare per il ritardo dell’aereo. Siamo andati a fare merenda da Maria Grammatico. La stada che collega Trapani ad Erice è un incubo, stretta, molto tortuosa e disagevole, in compenso gode di un panorama spettacolare. La sconsiglio vivamente a chi soffre di mal d’auto. In compenso la merenda da Maria è stata spettacolare. I genovesi sono paradisiaci, tartellette di pasta con ripieno di crema pasticcera leggermente aromatizzata al limone e calda. I cannoli semplicemente sublimi e cosi’ pure la cassatina e la pasta reale. La signora Maria è conosciuta in tutto il mondo e ha festeggiato i 50 anni di attivita’ prorio ad aprile 2013. Mi raccomando, la pasticceria si trova in un negozietto piccolo, dall’esterno poco attraente con alcuni tavolini all’interno, uno su un terrazzino ed alcuni nel giardino sottostante. Si chiama pasticceria Maria Grammatico, solo questa è la vera pasticceria! Dopo una merenda pantagruelica (per i nostri canoni del nord spendendo poco 12 euro in 4) abbiamo fatto un giro per Erice arrivando alla rocca. Qui il paesaggio è veramente bellissimo, si domina tutta questa parte della Sicilia. Consiglio la visita al tramonto.
A cena siamo andati a Castiglione del lago che pero’ non siamo riusciti a visitare se non per la piazza centrale ed il castello-fortezza dall’esterno.
3^ giorno
Siamo partiti alla volta di Segesta percorrendo una strada tra le campagne molto panoramica. Gia’ da lontano si vedeva spiccare il colore giallo del tempio che si trova su un pianoro costeggiante un “buco”, presumo la cava del materiale usato per il tempio, molto profondo. Siamo prima andati a visitare la necropoli, consiglio la passeggiata a piedi a meno che non sia pieno luglio sotto la canicola. Per raggiungere la sommita’ si impiega circa 40 minuti con passo tranquillo si possono anche prendere alcune scorciatoie che tagliano i tornanti. E’ disponibile cmq, a pagamento, un servizio navetta. Consiglio di andare a piedi per godersi meglio lo spettacolo, da un lato sul tempio che è maestoso e dall’altro per la grande varieta’ di fiori e piante presenti che meritano una visione accurata. Lungo il percorso vi sono alcune tappe dove sono presenti reperti archeologici di epoca diversa. Sulla sommita’ addirittura i resti di un castello saraceno, di un cimitero mussulmano e di una moschea. La cosa piu’ bella sulla sommita’ oltre allo splendido paesaggio è il teatro. Gode di una posizione spettacolare ed è molto ben conservato a tal punto che in estate vi sono parecchie rappresentazioni teatrali. Il ritorno lo abbiamo fatto per una scorciatoia molto veloce ma ripida e sdrucciolevole che consiglio solo a chi ha scarpe comode e non sandali.
Dopo la parte culturale abbiamo deciso di andare alla riserva dello Zingaro perché i ragazzi volevano fare il bagno. Ci siamo fermati a Scopello, piccolo borgo che degrada verso il mare. In una via laterale, abbiamo visto un po’ di movimento ed essendo io curiosa ho trovato un negozietto che vendeva pane cunzatu e sfincione. C’era molta gente e tutti siciliani, noi eravamo gli unici turisti. L’attesa, per altro molto piacevole per la simpatia dei proprietari, è decisamente valsa la pena. Il pane cunzatu era buonissimo e appetitoso, uno spuntino veramente da non perdere e decisamente a buon prezzo (4 enormi pani, due sfincioni e una minerale grande 18 euro) sedendosi anche comodamente sotto una pianta. Dopo la pausa siamo andati verso la riserva dello zingaro fermandoci a vedere i faraglioni e la tonnara vicino al mare. Spettacolo meraviglioso.
La riserva è a pagamento (3 euro a testa) e permettere di raggiungere molte calette attraverso sentieri che dipartono da quello principale. Il percorso è agevole ma consiglio un paio di scarpe da ginnastica e non le infradito. Anche qui panorama splendido e vegetazione rigogliosissima. Ci siamo dovuti fermare alla prima caletta per problemi di tempo. Il mare era meraviglioso e la spiaggia di ciottoli bianchi. Purtroppo il sole è tramontato dietro il promontorio abbastanza presto e quindi abbiamo potuto fermarci poco.
Secondo me la riserva dello Zingaro varrebbe una visita di una giornata intera essendo il percorso lungo 7 km.
Per la nostra ultima sera ci siamo diretti a San Vito lo Capo per ammirare la splendida spiaggia finissima. Molto bella anche la chiesa fortezza sulla via principale. Se devo essere sincera, a parte la spiaggia, San Vito non mi è piaciuto molto, tanti ristoranti e tanti negozi, una piccola Rimini in pratica, tranne logicamente per la spiaggia ed il mare che qui sono magnifici. Cena nel rinomato locale Gna’ Sara per gustare nuovamente piatti siciliani e dei buonissimi involtini di pesce spada. Facendo due chiacchere abbiamo scoperto che il periodo migliore per san Vito è maggio-giugno oppure settembre. A luglio ed agosto ci sono anche 60.000 persone! Mi chiedo dove le mettano!
4^ giorno
Piove, pazienza tanto abbiamo l’aereo in mattinata. Un ultimo salto a Erice da Maria per gustare ancora una genovese calda e prendere due pasticcini come souvenir, purtroppo i cannoli e le genovesi non sono ammesse come bagaglio a mano per cui abbiamo dovuto limitarci ad altri dolcetti.
Ho trovato la Sicilia bellissima, molto verde, persone cordiali e posti veramente indimenticabili. Stiamo programmando un viaggio sulla costa orientale. A presto.