Weekend invernale a Valencia

Un assaggio di primavera tra la tradizionale Città Vecchia, la futuristica Città delle Arti e delle Scienze e il verde dei giardini del Turia
Scritto da: robi79
weekend invernale a valencia
Partenza il: 14/02/2015
Ritorno il: 17/02/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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Valencia è la nostra terza tappa spagnola dopo un tour in Andalusia e un viaggio nella Madrid Capitale. Abbiamo scelto di prenotare questa vacanza a febbraio per spezzare la routine quotidiana, lasciare momentaneamente il nostro grigio e rigido inverno e per assaporare anche se solo per tre giorni un po’ di primavera. L’allegra atmosfera che aleggia in Spagna è un vero toccasana per rigenerarsi mentalmente, divertirsi ed immergersi nella cultura valenciana, unica perché spazia dalla tradizione alla modernità, anzi al futurismo.

Abbiamo prenotato un pacchetto su Expedia.it perché già sperimentato la scorsa estate, essere imbattibile per prezzi e qualità hotel (volo più 3 notti Hotel 4 stelle per due persone, a 288 euro). Io e mio marito Claudio siamo partiti sabato 14 Febbraio dall’aeroporto di Ciampino alle ore 21:15 con volo Ryanair. Arrivati a Valencia alle 23:15 siamo stati costretti ad utilizzare il taxi per raggiungere il Silken Hotel Puerta Valencia perché a quell’ora non tutte le linee metropolitane sono ancora in circolo. Il servizio taxi notturno è molto costoso e occorrono 40 euro per raggiungere la città.

Arrivati in hotel abbiamo effettuato subito il chech-in. L’hotel ci ha stupiti in positivo: favoloso e al di sopra delle nostre aspettative: camera spaziosa con letto XL e bagno con ampia vasca, tutto dotato di ogni confort. La zona intorno non è bellissima ma tranquilla e con fermata metro a 500 metri (Aragon). Depositati i bagagli in camera ci siamo diretti a mezzanotte a festeggiare la nostra serata (ormai al termine) di San Valentino in un locale individuato in precedenza, specializzato per preparare i migliori “montaditos” (mini panini farciti) della città: Tanto monta in via Poeta Artola 19 situato nella zona universitaria di Blasco Ibànez. Locale veramente carino, cibo ottimo e neanche costoso, degno delle recensioni che lo reputano eccellente.

Domenica 15 Febbraio

Giornata soleggiata e con un cielo azzurrissimo, temperatura mite con una massima di 20 gradi, veramente ideale per andare in giro a visitare la città. Ci siamo diretti con la metro da Aragon a Xativa per visitare in mattinata e oltre, il quartiere Eixample e i Giardini Turia. Abbiamo acquistato un Bonometro ossia un biglietto valido per dieci corse metropolitane, anche se principalmente il nostro mezzo di locomozione in questo viaggio sono state… le gambe.

All’uscita della metro ci siamo trovati di fronte a questa zona borghese ricca di negozi, ristoranti, caffè e cocktail bar di design. Abbiamo fatto colazione in uno dei tanti forni/caffetterie e subito dopo abbiamo visitato la Estacion del Norte ossia la stazione dei treni: è uno degli edifici più rappresentativi della città, costruita nel 1917, è caratterizzata da un’architettura regionalista: sulla facciata ci sono motivi decorativi ispirati alla natura, arance, fiori e stemmi sulle pensiline. Anche il suo atrio è favoloso: decorato con ceramica, legno, metallo e vetro. All’interno vi è la sala dei mosaici, veramente molto bella. Questo edificio è anche un punto di incontro per i valenciani, infatti nei pressi dei binari ci sono dei caffè molto carini, molto lontani da quelli che abbiamo noi nelle nostre stazioni italiane. In seguito ci siamo diretti in Plaza dell’Ayuntamento per ammirare dall’esterno il Palacio de Correos y Telegrafos de Valencia ossia il palazzo delle poste in stile classicista. Ci siamo diretti poi verso il mercato de Colon, percorrendo a piedi una delle vie principali; esse hanno al centro delle palme altissime e altri tipi di alberi molto grandi. Ogni zona della città è caratterizzata da una forte attenzione al verde pubblico.

Il mercato de Colon sorprende per la sua bellezza: di stile modernista, in entrambe le facciate presenta decorazioni ornamentali che richiamano i prodotti della terra, del mare e della campagna. Il mercato non è più utilizzato per la sua funzione primaria: è un posto molto raffinato e alla moda: si va lì oggi per incontrare amici, prendere caffè o mangiare nei ristorantini caratteristici. Ci siamo seduti in uno di questi caffè per una breve sosta, bere una bibita fresca e per ascoltare musica in quanto si esibiva un’orchestra formata da almeno venti elementi e che eseguiva pezzi di musica contemporanea, una cornice veramente molto graziosa!

Da lì abbiamo proseguito verso i Giardini Turia con direzione Ciudad de las Artes y la Cencias. A Valencia scorreva un fiume che provocava seri danni a causa delle inondazioni, così esso è stato deviato e nel suo letto ora si erge un giardino bellissimo ricco di alberi, fiori, piste ciclabili e campi per ogni sorta di sport. Affacciandosi dai bellissimi ponti che permettevano di attraversare il fiume, guardando sotto si vede la lussureggiante vegetazione anziché acqua, è veramente spettacolare.

Abbiamo costeggiato per un breve tratto i giardini dalla strada e poi non abbiamo resistito e siamo scesi a passeggiare nel verde. La domenica mattina pullulava di famiglie, bambini in bicicletta, pattini, monopattini, persone che facevano jogging o altri come noi, rilassanti passeggiate. Un edificio molto bello che è nei giardini è il Palao de la Musica con le sue fontane. Camminando nel parco abbiamo intravisto stagliarsi in lontananza le futuristiche strutture della Città delle Arti e delle Scienze, una visione veramente spettacolare.

Dal punto di vista architettonico, la Città delle Arti e delle Scienze si divide in quattro grandi edifici, con uno stile costruttivo originale; tutti progettati e curati dal grande architetto Santiago Calatrava. All’interno si svolgono continuamente manifestazioni e mostre artistiche di livello internazionale. La parte più stupefacente è sicuramente l’Hemisfèric. L’area esterna è lasciata in cemento armato e, da lontano, si mostra al mondo come un grande occhio che vede e scruta. Con tanto di ciglia e un bulbo oculare che, tra l’altro, funge da schermo gigante per le innumerevoli proiezioni cinematografiche. L’ingegnoso effetto ottico è notevolmente amplificato da uno specchio d’acqua alla sua base.

Vicino a esso si trova il Museo de las Ciencias. Somiglia ad un gigante dinosauro. L’immagine è rimarcata dalle curiose sporgenze e dal colore parzialmente sbiadito. Al suo interno si svolge una serie di mostre ed esposizioni a tema scientifico, molto seguite da bambini e adulti.

Il terzo polo attrattivo della Città delle Scienze è il Parco oceanico considerato come uno tra i più grandi acquari del mondo. L’aspetto architettonico è stato curato da Fèlix Candela e richiama ogni anno molti visitatori e appassionati. Le grandi dimensioni, permettono la presenza di molte specie di pesci e mammiferi d’acqua.

Il Palacio de las Artes si dedica soprattutto alle manifestazioni artistiche, con spettacoli che si susseguono per tutto l’anno. Rappresenta la quarta opera architettonica in ordine cronologico, sempre per mano del grande ideatore Calatrava. L’intensità e la qualità delle opere messe in scena richiamano gran parte degli abitanti della Comunità valenciana. Insieme all’Hemisferic primeggia per la ricchezza dei dettagli architettonici. Dentro l’ambiente è diviso in quattro spazi, per ospitare altrettanti tipi di arti. Le ambientazioni scenografiche spaziano dai classici universali, fino alle più moderne sperimentazioni espressive.

Poi c’è l’Umbracle che non è una vera e propria costruzione, ma un’amplissima terrazza panoramica coperta, dalla quale si scorge il bel panorama della Città delle Scienze. Per questo, ogni giorno è raggiunta da centinaia di visitatori; è un giardino con una passerella, attorniata da decine di specie floreali e costruzioni in diversi materiali. La copertura è garantita da una serie di archi.

Infine vi è l’Agorà è un’immensa costruzione realizzata da Santiago Calatrava per ospitare grandi eventi e competizioni sportive. Le forme dell’architettura sono in linea con lo stile avveniristico della Città delle Arti e delle Scienze, somiglia a due mani che si uniscono.

Dopo questa visita esterna alla cittadella futuristica, abbiamo fatto pranzo in un fast-food spagnolo per poi dirigerci in Hotel per prepararci per la sera.

Ricaricati dalla sosta in hotel, siamo ripartiti in metro per raggiungere il centro dove cenare in un tipico bar di tapas che va di gran moda. Scesi alla stazione Xativa, abbiamo fatto una breve passeggiata tra le vie dell’Eixample e abbiamo scelto il locale “100 Montaditos”. In questo posto si compila una lista nella quale si ordinano i montaditos: ce ne sono 100 e quando sono pronti ti chiamano per ritirare il vassoio. Serata molto divertente! Siamo tornati in Hotel a piedi perché poco distanti.

Lunedì 16 Febbraio

Programma del giorno: visitare tutta la città vecchia. Con metro da Aragon a Angel Guimera. Abbiamo preso una via a caso che si inoltrava nel centro storico della Ciutad Vella. Zona molto sgarrupata e con abitazioni anche decadenti, si è trasformata via via che si raggiungeva il centro, in caratteristica e carina. Nel cuore della città si trovano i monumenti più importanti e le chiese. Primo fra tutti la Lonja de la Seda, opera architettonica più significativa del gotico civile valenciano. Questo luogo rappresentava l’incontro dei ricchi commercianti del periodo d’oro del xv secolo. L’entrata costa soltanto 2 euro e aggiungendone 3 si può usufruire di un’audioguida che spiega la storia e le forme architettoniche dell’esterno e dell’interno del palazzo. È una tappa fondamentale perché veramente bella e interessante. Dietro quest’edificio storico si trova il Mercado Central interessante sia per struttura architettonica elegante ma allo stesso tempo folcloristica (ci sono cupole in ferro e vetro ceramica bellissime), sia per l’attuale funzione di mercato alimentare che vale la pena visitare per allietare occhi e palato. Dopo un giro al suo interno ci siamo fermati a pranzare in un locale all’aperto per mangiare paella, pesce fritto e bere sangria. Dopo pranzo ci siamo diretti verso la Torre de Quart per salire alla sua sommità e godere del panorama. Abbiamo poi proseguito rientrando nella città vecchia dall’altra porta che è la Torre de Serranos per raggiungere la cattedrale attraverso il quartiere chiamato Barrio del Carmen. Tutte le vie sono molto caratteristiche ed offrono scorci inaspettati. Una piazza veramente graziosa è Plaza de la Virgen dove si affaccia una chiesa: Basilica de Nuestra Senora de los Desamparados in stile barocco con un rosone merlettato. Al centro della piazza zampilla una bellissima fontana. Proseguendo verso la cattedrale siamo arrivati a Plaza de la Reina dove vi è la cattedrale. Abbiamo fatto una breve visita al suo interno; al suo fianco svetta il campanile: il Miguelete il cui aspetto riporta alle sue origini arabe di moschea. Arrivati nel cuore di Valencia non ci è rimasto che fare un breck alla famosa Orchateria Santa Catalina per assaggiare questa dissetante bevanda valenciana in un locale di 200 anni di storia: il suo interno è completamente rivestito di piastrelle ornamentali. Poco dopo, cartina in mano abbiamo ripreso il nostro tour e abbiamo visitato l’Iglesia de San Juan del Hospital, edificio ecclesiastico molto antico che è un misto di più stili: romanico, gotico, barocco e mudéjar. Abbiamo poi ripreso il cammino verso l’ultima tappa: Palacio del Marqués de Dos Aguas: palazzotto strano in stile rococò fatto costruire da facoltosi mercanti; oggi custodisce al suo interno il Museo Nazionale di Ceramica.

Ci siamo diretti, infine, verso la fermata della metro Xativa passando per la via che conduce a Plaza dell’Ayuntamento che è ricca di negozi e palazzi molto belli. La sera abbiamo ripreso la metropolitana per tornare in centro ma abbiamo scoperto a malincuore che l’ultima corsa della metropolitana sarebbe terminata alle 22:45. Abbiamo optato di tornare a Blasco Ibanez alla Taperia “Tanto Monta” perché eravamo rimasti molto soddisfatti dai montaditos. Così siamo tornati lì per trascorrere la nostra ultima serata valenciana e… non ce ne siamo pentiti! Il locale era maggiormente affollato rispetto a sabato sera in quanto eravamo arrivati tardi.

Martedì 17 Febbraio: Ultimo giorno a Valencia

Abbiamo pensato di dedicarlo alla visita di un museo e abbiamo scelto l’Istituto Valenciano de Arte Moderno (IVAM) dove sono allestite mostre permanenti (dell’artista spagnolo Julio Gonzales) e temporanee di autori contemporanei di provenienza internazionale che affrontano temi quali ad esempio le distruzioni causate da guerre, inquinamento. Dopo questo tuffo nella cultura siamo tornati al Mercado Centrale per acquistare souvenir gastronomici da condividere con i nostri familiari e per l’ultimo pranzo spagnolo a base di Bocadillo: panino imbottito di calamari fritti. Veramente notevole.

Infine, ultima passeggiata nel quartiere Russafa per ammirare le vetrine della via ricca di negozi alla moda e poi, ripresi i bagagli siamo andati all’aeroporto stavolta con la metropolitana.

Ci siamo imbarcati alle ore 18:50 sul volo Ryanair e alle 20:50 puntuali eravamo a Roma. Abbiamo ripreso la nostra auto per tornare ad Acquaviva Picena, ricaricati da questo ennesimo viaggio in terra spagnola.



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