Weekend alla scoperta del Chiapas
Partenza da Città del Messico, approfittando dell’ anno di lavoro trascorso nella capitale messicana. In un’ora atterriamo a Tuxtla Gutièrrez, capitale del Chiapas. L’aeroporto molto piccolo è sotto un altopiano, e l’ atterraggio è molto impressionante, sembra fino all’ultimo che si atterri sulla montagna! Dopo aver ritirato il bagaglio dall’unica cinta presente in aeroporto, mi dirigo nell’ area taxi e bus e con 200 pesos (10 euro circa) compro un biglietto per un minibus che mi porta in 1 ora e 15 circa a San Cristóbal de las casas. San Cristóbal è piuttosto piccola, in una giornata si può tranquillamente visitare a piedi. Purtroppo a causa del terremoto la cattedrale era chiusa, però un giro tra le strade con le case coloniali variopinte vale di per sé la pena della visita. Io consiglio di salire fino alla “Iglesia del cerrito” da dove si può avere una incantevole vista della città, e di passare per il mercato dell’ artigianato dove popolazioni indigene locali espongono i loro artefatti. Non perdetevi un assaggio di posh, un liquore che vendono tutti i bar in gusti differenti e un assaggio di cioccolata maya calda ( o fredda). Io ho soggiornato nell’ ostello puerta vieja, assolutamente consigliato: a due passi dal centro, pulito, económico.
Il secondo giorno avevo prenotato una gita a Palenque, via Internet l’ ho pagata circa 25 euro mentre nelle agenzie di viaggio in loco costava il doppio. Palenque dista 5 ore circa da San Cristóbal. Il pullmino del Tour passa a prendermi in ostello alle 4.00. Se soffrite di mal d’ auto, attrezzatevi di pastiglie perché la strada per Palenque è tutta curve e strade dissestate. Prima di arrivare a Palenque si fa tappa alla cascata di “agua Azul”, dove si può passeggiare e fare il bagno. Palenque è incredíble, un sito maya immerso nella giungla. Quando arriviamo tra tutti i passeggeri del pullmino ci mettiamo d’ accordo per pagare una guida locale che ci costa 5€ a testa( siamo una quindicina) e ci dà un Interessantissimo tour di 2 ore tra le rovine e la giungla. La sera torniamo a San Cristóbal alle 22.30.
Il giorno seguente, prenoto un tour a cavallo (200 pesos, circa 10euro) fino a San Juan Chamula, un pueblo indigeno a breve distanza da San Cristóbal de las casas che consiglio vivamente di visitare, fosse solo per la Chiesa. Lasciati i cavalli, insieme ad un ragazzo messicano e a due ragazze di israele incontrati quella mattina, visitiamo il mercato di fronte alla chiesa Dove le popolazioni indigene vendono i loro prodotti e vestiti ricamati con i colori della loro comunità. Siamo seguiti da orde di bambini che ci seguono chiedendo caramelle e soldi. Decido di comprare al più persistente, che ci segue da quando abbiamo lasciato i cavalli, un paio di sandali al mercato (costo 1.5 euro) dato che indossa delle ciabatte di plastica ormai tutte rotte, e sembra che gli abbia fatto il regalo più bello della sua vita. La chiesa è unica nel suo genere, riti cattolici e pagani convivono in un luogo veramente suggestivo.
L’ingresso per noi turisti costa 25 pesos (1, 25€). Come mi spiega il ragazzo messicano che faceva parte del mio gruppo di cavallerizzi e che era la quarta volta che visitava San Juan, tanto ne era rimasto affascinato, i quadri dei Santi alle pareti erano stati posti a terra perché la gente pensava dovesse restare sul loro stesso piano. Nella chiesa si vedono molti locali accendere ceri sul pavimento cosparso di aghi di pino, donne anziane, fare riti con uova di gallina e perfino gallina vive (che per fortuna non mi è toccato vedere uccidere). All’ingresso poi, vendono delle bottiglie di coca cola che i locali comprano perché credono che, una volta bevuta, facciano fuoriuscire gli spiriti negativi. La nostra improvvisata guida ci racconta anche che nella piazza del municipio, qualche mese prima, una folla esasperata dalla corruzione e mal governo aveva ucciso il sindaco prelevandolo direttamente dalla casa comunale. Non faccio fatica a crederlo. La sera prendo un autobús ADO (da prenotare almeno un giorno prima per essere sicuri di trovare posti) che mi porta direttamente all’ aeroporto per tornare a Città del Messico con un bel ricordo del Chiapas, così diverso dal Resto del Messico che fino a quel momento avevo visitato.