Weekend ad Amburgo

Pochi giorni per vedere le cose principali di una grande e affascinante capitale portuale
Scritto da: RosaLuca
weekend ad amburgo
Partenza il: 15/09/2017
Ritorno il: 18/09/2017
Viaggiatori: 5
Spesa: 500 €
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Amburgo, Hamburg, una città, la seconda della Germania, un po’ fuori dalle classiche rotte turistiche, con il fascino del grande fiume, del grande porto, di una Germania a mattoncini rossi invece che a graticci, di un’atmosfera sempre allegra e vivace!!! Si fatica appunto a trovare una guida approfondita. Le pagine della Lonley Planet o del Touring sono piuttosto scarse e l’unica guida dedicata solo ad Amburgo che abbiamo trovato è la Morellini (che avevamo già sperimentato per Vilnius) e che oggettivamente non è il massimo, soprattutto per le cartine che riportano pochi nomi di strade. Internet e i diari di Tpc ci hanno aiutato molto, anche se la scarsità di guide ci aveva insospettito sul fatto che non valesse un gran ché la pena visitare questa città. Siamo partiti quindi un po’ prevenuti, ma ci siamo poi ampiamente ricreduti e, vista la brevità del soggiorno, riproposti di tornarci.

Volo Ryanair da Verona ad Amburgo 50 € a testa

Parcheggiato al P3 del Catullo per 19,80 € per 4 giorni con prenotazione on line e pagamento anticipato. Dal parcheggio alle partenze c’è una certa scarpinata! Ci sono anche numerose sbarre da passare e così all’uscita. Bisogna ricordarsi di vidimare il ticket all’arrivo nelle macchinette che però riportano solo che servono a pagare! Noi non abbiamo vidimato e non ci faceva uscire. Abbiamo quindi dovuto rifare tutta la camminata fino agli arrivi e ritorno! Questo anche un po’ affannati perché se uno avesse sforato i tempi programmati nella prenotazione alla macchinetta ci avrebbero fatto pagare il differenziale.

Hotel Alameda in via Colonnaden 45 (bella strada pedonale che porta al piccolo Alster) prenotato da Booking per 357 € la tripla per tre notti senza colazione. Semplice e un po’ caruccio per lo standard, però pulito e a 20 metri dalla fermata dell’U1 Stephansplatz e da una splendida pasticceria/forno per la colazione aperta addirittura dalle 5,30 di mattina e che si chiama Nur Hier.

Mio fratello, che ha prenotato dopo di noi, ha trovato posto al Bei der Esplanade, stesso indirizzo, stessa reception, ma terzo piano più elegante e più costoso, la doppia sempre per tre notti e sempre senza colazione è costata 324 €.

I mezzi pubblici, come in tutta la Germania, sono efficientissimi, capillari e poco costosi. Esiste infatti un biglietto da 5 persone (che può essere utilizzato anche non necessariamente in 5) che per 11.80 € dà accesso a tutti i mezzi di trasporto per tutta la giornata. Quindi noi arrivati di venerdì e ripartiti di lunedì abbiamo fatto due di questi biglietti appunto per i due giorni di arrivo e partenza e per sabato e domenica la Hamburger Card sempre da 5 persone per soli 32.90 € che comprende mezzi pubblici e sconti ai musei ed è valida due giorni. La macchinetta dell’aeroporto ha anche l’italiano, le altre in città solo tedesco e inglese, comunque sono facilissime. Come anche ad esempio a Berlino non esiste poi nessuna necessità di vidimazione o passaggio di tornelli in entrata o uscita dai mezzi. Tutto libero, ma sottoposto ad eventuali controlli. Ad Amburgo non ci è capitato, a Berlino invece sì e se ti trovano senza biglietto valido sono guai.

Venerdì 15 settembre 2017

Appena arrivati in aeroporto andiamo alla macchinetta a fare il biglietto dopo aver preso all’ufficio del Turismo una piantina della città e dei mezzi. Anche qui esiste una S Bahn con più linee e una U Bahn con molte linee, oltre agli autobus. Dall’aeroporto parte direttamente la S1 che porterebbe diretta all’Hauptbanhof (Hbh). La prendiamo ma scendiamo a Ohldorf dove la S1 intercetta la U1 che ci porta proprio diretti all’hotel e ci evita il cambio di mezzo alla Hbh grande e incasinata così di primo impatto! Mi ero studiata il percorso migliore per raggiungere l’hotel già su Google Map. Facciamo il check in velocemente (ci fanno pagare anticipato perché la reception ha orari limitati e ci danno le chiavi di tutto che quando partiremo dovremo lasciare in una buchetta). Via subito alla scoperta della città! Siamo gasatissimi!

Percorriamo la Colonnaden, ha un porticato bellissimo ed è tutta pedonale, fino a sbucare sul Binnenalster: colpo d’occhio bellissimo e il lungo lago Jungfernstieg (salita delle zitelle) pieno di locali e di chioschi invitanti. Non resistiamo e ci facciamo subito il primo currywurst squisito! A due passi scorgiamo sia l’Europapassage (uno dei centri commerciali fantasmagorici) e, per noi ben più interessante, la piazza del bellissimo Municipio, Rathaus, con la sua fenice, simbolo di una città più e più volte risorta dalle distruzioni belliche e del fuoco. Non a caso la figura che si vede ovunque del “Hummel-Hummel” portatore d’acqua coi due secchi richiama proprio gli incendi. La risposta al suo nome (una sorta di parola d’ordine) è il famoso Moin Moin, tipico saluto amburghese che, se ci si fa caso, è effettivamente molto usato e che noi abbiamo subito fatto nostro. Presente su tazze, magliette, magneti non può non essere notato e adottato.

Nella piazza del Municipio prendiamo la U3 gialla (al contrario delle altre linee i treni della gialla nelle due direzioni sono centrali e vicini quindi bisogna scendere sapendo già in che direzione si vuole andare per trovarsi sul marciapiede giusto. Le altre linee al contrario hanno il marciapiede centrale e quindi sempre un’unica discesa e si può comodamente decidere quale è la propria carrozza guardando la direzione appena scesi) verso la fermata Baumwall per andare in zona Speicherstadt. Da notare anche che la U3 è sopraelevata in molti tratti e praticamente circolare, ricorda un po’ il famoso ring di Chicago! Scesi adocchiamo subito il famoso nuovo edificio dell’Elbphilharmonie, progettato dagli architetti Herzog & de Meuron, è veramente stupendo. Gratuitamente si ottiene il biglietto per salire, attraverso una lunghissima scala mobile fantasmagorica e si arriva al piano all’altezza della fine della parte in mattoni che presenta una terrazza che corre esternamente intorno a tutto l’edificio. All’interno colonnati, vetri ondulati, bar, shop e ristorante. Veramente stupendo, sentirci un concerto deve essere mitico. Ci fermiamo al bar per un panino alla Bismark, dopo il currywurst non potevamo non fare merenda con l’aringa. Una squisitezza. Il tutto innaffiato da una Stortebecker, la birra di Stralsund (dove siamo stati due anni fa) intitolata al famoso pirata! Ed eccoci già pienamente integrati in clima anseatico!

Usciti ci scarpiniamo tutta la zona dei magazzini senza vedere i musei, forse ne vedremo uno o due domani o dopodomani, se ci resta tempo, di certo non il Wonderland (già dato con l’Italia in miniatura della nostra riviera romagnola… ci sembra una cosa più da bambini e avendo pochi giorni preferiamo fare altro). Solo così in esterno la struttura dell’immenso quartiere è stupenda, con i vari ponti e corsi d’acqua e l’immensità contenitiva inaudita! Probabilmente avremmo potuto accorciare la lunga camminata con qualche autobus, ma ci piaceva camminarli e osservarli tutti. Volevamo poi trovare il famoso ponticino da cui scattare la foto simbolo di Amburgo sui magazzini, riportata in tutti i siti e in tutte le cartoline. Cammina cammina alla fine lo troviamo. Lo identifichiamo perché ci sono un gruppo di giapponesi e 5/6 fotografi con treppiedi e mega macchine in attesa di fare scatti meravigliosi. Essendo già l’imbrunire attendono tutti che si accendano le luci dei magazzini. E pure noi! Vale la pena, lo scorcio merita veramente.

Da lì vicinissima c’è la fermata Messberg della U1 che ci riporta direttamente alla nostra Stephensplatz. Breve restauro in camera e decidiamo di cenare praticamente sotto l’albergo nel ristorante Hamburger Fischerstube. Ordiniamo piatti di pesce, fra cui aringhe ai ferri squisite, e dolce con gelato e panna. Tutto servito benissimo e per 50 € in 3. A letto cotti, domani programma fittissimo!

Sabato 16 settembre 2017

Colazione alle 8 alla vicina pasticceria Nur Hier. Ottima! Partiamo diretti a prendere il biglietto dell’Hamburger Card da 5 per due giorni. Andiamo ormai pratici dei mezzi alla Messberg con la U1 per vedere la famosa Chilehaus. E’ un complesso edilizio di dieci piani che risale al 1922/23 fu progettato dall’architetto tedesco Fritz Hoger, di cui è forse l’opera più nota, e costituisce un esempio di architettura espressionista. È famoso per l’angolo acuto all’incrocio tra Pumpen e Niedernstrasse, che richiama chiaramente la prua di una nave. Caratteristici anche l’utilizzo del mattone a scopo decorativo, il tetto sporgente e una lunga facciata curva, che conferiscono una forma veramente particolare oltre ai sottopassaggi e ai cortili interni. Venne commissionato dal magnate Henry Brarens Sloman, che costruì la sua ricchezza con il commercio di nitrato di sodio con il Cile, da cui il nome dell’edificio.

Tornati al Rathaus con la U3 dirigiamo a Rodingsmarkt. Arriviamo abbastanza vicino al Nikolai Mahnmal, il campanile della chiesa distrutta (stanno restaurando i ruderi) lasciata deliberatamente in questo stato come ricordo della guerra. E’ inquietante l’enorme dimensione e l’altezza del campanile (147 metri, ai suoi tempi l’edificio più altro del mondo) ed il fatto, comodissimo, che si possa salite con un veloce ascensore. La vista della città dall’alto è sempre piacevole anche se il senso di “rudere” è molto forte e non gradevolissimo. Un po’ lo stesso concetto della chiesa di Berlino lasciata mezza crollata sempre come Memorial. A pochi passi dal campanile la famosa Deichstrasse, con le case più antiche di Amburgo, da qui partì anche il fuoco che nella metà dell´ottocento distrusse gran parte del centro storico. La strada è pedonale e piena di ristoranti, da uno strettissimo viottolo laterale si raggiunge il canale su cui si affacciano le belle e originali casette. Per vederle al meglio si può percorrere una bella passerella di legno con panchine. Molto soddisfatti riprendiamo la metro e andiamo nella strada commerciale più famosa e animata scendendo alla fermata Mönckebergstraße. Giriamo nella zona pedonale alberata e piena di bellissimi negozi, oltre ad una zona di chioschi di birra e cibo di vario genere dove facciamo un po’ di pausa. Non ci facciamo mancare un altro currywurst e un panino coi maties (sempre aringhe ma marinate in modo diverso, ottime) oltre d un altro tipo di birra. Giro di perlustrazione anche al centro commerciale Karstadt, molto bello ed elegante con una zona souvenir più che discreta a prezzi che poi scopriremo giusti. Riprendiamo la U3 e scendiamo a Landungsbrücke. Siamo sull’Elba! Il tempo è più che decoroso per cui becchiamo subito un botteghino da cui acquistiamo la classica gita in barca per vedere il porto e la Speicherstadt dall’acqua. Con la Hamburger Card abbiamo anche 2 euro di sconto. Partiamo dopo poco con una barca strapiena di turisti, tutti tedeschi! Il giro effettivamente non è particolarmente interessante a parte la zona di lavorazione e carico dei containers con enormi gru, robot che sfrecciano avanti e indietro e navi cariche di migliaia di enormi container. Una cosa del genere non l’avevamo mai vista! Purtroppo ci sono anche due enormi e spaventose navi da crociera ormeggiate sempre nel vastissimo porto, una di queste capiamo che porta 3500 passeggeri. Impressionante. Ci chiediamo come dai moli le persone possano raggiungere la città. Una vista così ci convince sempre di più che la crociera non fa per noi! Molto bello il passaggio sotto i ponti nella zona dei magazzini e l’Elbphilharmonie vista dall’acqua. Scesi facciamo una passeggiata lungo il fiume, pieno di locali per bere e mangiare e di negozi di souvenir ed arriviamo all’ingresso del vecchio tunnel sotto l’Elba (1911). E’ una cosa strana e particolare, lungo un po’ meno di 500 metri, si scende con enormi ascensori e si percorre o a piedi o in bicicletta. Avevamo già visto una cosa molto simile ad Anversa dove il tunnel sotto la Schelda permette di attraversare il fiume sempre pedonalmente.

Riprendiamo la metro dove eravamo scesi ma non la U3, bensì una S1 che ci porta a Reeperbahn, il famoso quartiere a luci rosse. E’ tardo pomeriggio e ancora non è partita la movida notturna per cui la zona è famosa. Imbocchiamo prima di tutto la Große Freiheit alla cui base c’è la piazzetta dedicata ai Beatles che qui hanno avuto i loro inizi. Statue stilizzate li riproducono in una piazza a forma di disco con i solchi che riportano i titoli delle loro canzoni più famose. Purtroppo capiamo subito che l’ambiente non è dei nostri preferiti! Ci sono moltissimi barboni e ragazzi già avanti coi lavori con le birre! Anche una certa sporcizia! Le insegne dei locali sexi/porno denotano già piena attività, alcuni lavorano h24, ed esternamente hanno persone che adescano clienti. Ogni tanto anche pornoshop ma soprattutto birra! Dopo aver visto alcune location legate ai Beatles molto trasandate, ci dedichiamo alla Reeperbahn, la strada, lunghissima, tutta localini e barboni a terra. Direi che il tutto è tristissimo e non invoglia certo, anzi un po’ spaventa. Arriviamo alla Davidwache, la famosa stazione di Polizia, spesso presente nei telefilm tedeschi, fuori dalla quale stazionano 4 macchine e 3 pulmini in pieno assetto pronti per controllare le lunghe nottate. All’angolo della stazione di polizia, lungo una stradina laterale, si apre la vera e propria strada delle prostitute che, al contrario di quella delle luci rosse di Amsterdam, aperta a tutti, presenta un muro che chiude l’ingresso con divieto per le donne e per i minori di anni 18. Da brava italiana curiosa ho mandato prima in avanscoperta mio marito e poi io stessa ho guardato oltre il muro. Una stradina con casine basse con qualche lampadina rossa accesa. Gran via vai di maschi e all’angolo della strada due locali/birrerie pieni di uomini che bevono e fanno gazzarra!!! Facciamo sosta in un kebab turco dove ci rinfreschiamo con Ayran (ottimo siero di latte acido turco che in Germania si trova facilmente) e con la famosa Alsterwasser, che non è altro che una sorta di Radler tipica di Amburgo. Fra tutto il casino del luogo ci sembra il locale messo meglio!

Un po’ delusi e intristiti dai tanti barboni riprendiamo la metro verso il municipio. Passeggiata lungo il lago e entriamo nell’Europapassage, avveniristico centro commerciale con bellissimi negozi. Ci aggiriamo storditi mentre parte la musica: improvvisamente: c’è una vera e propria orchestra che suona Wagner in maniera supercoinvolgente, scopriamo che è addirittura l’Orchestra di Stato di Amburgo. Praticamente la gente è in mezzo ai musicisti e la musica è bellissima. Nel frattempo si fa ora di cena. Andiamo in un locale in una parallela vicino al lago, Gasthaus an der Alster, ma purtroppo abbiamo una brutta esperienza: il locale è pieno, noi ci sistemiamo tre da una parte e due da un’altra ma senza problemi. La cameriera però non gradisce. Lunghissima attesa e poi in maniera piuttosto sgarbata ci impone di spostarci. Addirittura prende i nostri bicchieri mescolandoli per portarli in un altro tavolo. Siamo contrariati. Veramente scortese, avrebbe dovuto solo comunicare che si era liberato un tavolo e chiedere se desideravamo spostarci, non obbligarci così in malo modo. Intorno hanno già tutti ordinato anche quelli arrivati un bel po’ dopo di noi. Noi che siamo un po’ carichi di giacche borse e acquisti e siamo tutti belli sistemati vorremmo solo ordinare, mangiare e andare. Niente da fare. Finisce che paghiamo le birre che ci avevano portato nel frattempo e senza berle ce ne andiamo molto provati. Tentiamo altri due locali ma non è serata. Pur parlando io il tedesco sembra che, essendo sabato sera, il turista (peraltro raro) non sia gradito. Costeggiando il lago scopriamo che c’è una serata dedicata al cinema e che sull’acqua galleggia un enorme schermo e la gente è seduta lungo l’argine e nei locali prospicienti, dotati anche di Stradkorb, a guardare il film. Soliti chioschi e tanta animazione. Bello! Un po’ mogi e affamati torniamo verso la Colonnaden e ci infiliamo nella Kartoffelstube. Il cuore ci si rianima: due anziane signore, teutoniche ma materne, ci fanno ponti d’oro. Il locale è pieno ed accogliente ma ci sistemano in un bel tavolo appena liberato. Mangiamo benissimo, sempre pesce e ottimi dolci e con tanta gentilezza. E’ stata una giornata superintensa e domani sarà ben peggio! E’ domenica e alle 5.30 si svolge il famoso Fischmarkt. Come perderlo?

Domenica 17 settembre 2017

Sveglia alle 5.00 appunto e alle 5.30 ci muoviamo per prendere l’autobus 112 che dalla Stephansplatz va direttamente al Fischmarkt. Con la metro è meglio non andarci perchè le fermate sono molto lontane. Ho penato un po’ per trovare l’autobus giusto in internet, ma ce l’ho fatta. Alla fermata già quattro persone e l’autobus che arriva puntuale è strapieno. Stiamo in piedi! E’ ancora buio, ma quando arriviamo inizia ad albeggiare. E’ una bella giornata con falce di luna e il mercato è già in piena animazione e la luce del mattino sull’Elba e tutta questa animazione così presto e di domenica sono incredibili. E’ anche incredibile la marea di gente che mangia panini col pesce in tutte le forme, soprattutto fritto, e che invece di cappuccino e brioche si fa aringa e birra! Il mercato è grandissimo. Tutta la parte dedicata al pesce, fresco e affumicato nonché pronto da mangiare si estende dalla fermata del bus 112 Fischmarkt alla Hafentreppe e oltre. Dalla parte opposta invece frutta e verdura con succhi già pronti e un unico baracchino per caffè e cappuccino gestito da un rasta altissimo a suon di reggae! Ci sono anche venditori piazzati su dei camion con enormi cesti con la scritta Hamburg che riempiono urlando di ogni ben di Dio e poi vendono stracolmi a prezzo fisso, E’ troppo forte da vedere e moltissime persone locali li comprano, si vede proprio che è una cosa tipica e frequentata dagli abitanti della città. Peccato avere solo bagaglio a mano Ryanair! Mescolate qua e là bancarelle di souvenir, carucci, e, poiché cerchiamo un posto dove sederci e bere un caffè, entriamo in un paio di localini tipici con musica e birra a fiumi… sono le 7 di domenica mattina! C’è un’allegria contagiosa e io mi faccio uno squisito panino con sogliola fritta, cappuccino reggae e assaggi di salame tipico che poi compro perché lo confezionano in un sacchetto di tela con la scritta Amburgo che mi piace troppo!

Riprendiamo storditi il 112 al contrario visto che ci lascia proprio davanti al Museo Kunsthalle che avevamo deciso di visitare, visto che ha la collezione d’arte più interessante. Grandissimo e ben organizzato in senso cronologico dal medioevo alla parte contemporanea che trova posto in un enorme Cubo a fianco della struttura classica del Museo e che è collegata internamente con un bel sottopassaggio. Due belle caffetterie e capillare dotazione di ascensori e divanetti rendono la visita comoda e piacevole. Le audioguide però hanno solo due lingue: tedesco e inglese, come praticamente dappertutto, per cui decidiamo di basarci solo sui cartellini accanto ai quadri e su ciò che abbiamo nei nostri documenti. I quadri sono tantissimi, il più interessante è per me il mio preferito Caspar David Friedrich, di cui avevo già visto gli stupendi “Il monaco sulla riva del mare” e “Abbazia nel querceto” a Berlino e che qui è presente con “Viandante sul mare di nebbia”, manifesto dell’intero movimento del romanticismo tedesco, e con “Il mare di ghiaccio” e che avevo ammirato a Rügen appunto nelle “Le bianche scogliere di Rügen”.

Sosta per caffè e poi andiamo a vedere la mitica stazione centrale, snodo di tutti mezzi di trasporto e dove è presente l’Ufficio del Turismo principale. E’ veramente grandissima, frequentatissima, piena di ristoranti e fast food di svariato tipo, di negozi e con vari ingressi. Un po’ di disagio per l’orientamento ma troviamo tutto e alla fine decidiamo di mangiare indiano in un ristorantino molto carino e dall’aria molto pulita. Nel frattempo inizia a piovere (ci mancava!). Comunque andiamo alla fermata dell’autobus numero 6 per andare direttamente alla Chiesa di st. Michael. Mentre aspettiamo l’autobus notiamo una fila lunghissima inquietante in corrispondenza del nulla sotto la pioggia e ci preoccupiamo, scopriamo poi che è la raccolta dei passeggeri della nave da crociera che avevamo visto nel porto, infatti arrivano alcuni mega autobus a 2 piani per recuperarli. Da paura!

Arriviamo a San Michele che ancora piove ma in calo. La chiesa, luterana, è un punto di riferimento della città, ed è considerata una delle più belle chiese barocche anseatiche protestanti. L’edificio infatti venne costruito direttamente dai protestanti, quindi concepita architettonicamente secondo i loro pensieri. È dedicata a San Michele Arcangelo, di cui mostra una grande statua di bronzo nell’atto di schiacciare il diavolo, sopra il portale della chiesa. Presenta un’alta guglia barocca che con i suoi 132 metri è il nono campanile più alto d’Europa. Completamente ricoperto di lastre di rame caratterizza fortemente il panorama cittadino, inoltre è da sempre stata un segno di approdo per le navi che navigano lungo il fiume Elba. Anche qui comodissimo ascensore e vista spettacolare! Bello e luminoso anche l’interno. All’altezza della statua un tavolo con panche che permette di sostare praticamente a contatto della statua stessa. Vale veramente la pena. Sotto la chiesa invece una enorme e suggestiva cripta.

Il tempo per fortuna è migliorato. Riprendiamo il numero 6 e torniamo in centro dove riprendiamo la metro per andare al museo della Speicherstadt. I magazzini, alti sette-otto piani, sorretti da palafitte in legno di quercia, con la sovrastruttura di laterizio rosso (secondo l’architettura tipica delle città anseatiche) ed abbelliti con torrette e pinnacoli, servivano per lo stoccaggio di merci di vario genere, quali caffè, tè, spezie, cacao. tabacco. rum, tappeti orientali, etc.. La storia della Speicherstadt (il 5 luglio 2015 è stata nominata ufficialmente patrimonio mondiale dell”umanità dell’UNESCO), che costituisce una delle attrattive principali della città di Amburgo ed è monumento protetto dal 1991, è appunto illustrata nello Speicherstadtmuseum che in italiano si potrebbe tradurre come: Museo della città dei magazzini. Il museo è piccolo ma interessantissimo per la documentazione proprio dei trasporti e delle modalità di stoccaggio delle merci e in particolare di caffè e gomma.

Torniamo in albergo abbastanza cotti… siamo in giro delle 5.30 di stamattina! Decidiamo di non affannarci troppo alla ricerca della cena e visto come siamo stati bene la prima sera e che è vicino all’albergo, torniamo nello stesso locale.

Operiamo però una scelta un po’ temeraria: vogliamo infatti provare il Labskaus, che è una pietanza tipica della Germania settentrionale, considerata un’autentica prelibatezza. È una specie di polpettone rosato morbido su cui si trovano due uova all’occhio di bue e in una ciotola a fianco rapa rossa, cetriolo e aringa. E’ considerato un cibo molto nutriente ma sano e leggero, un vero pasto completo. Sostanzialmente è un piatto unico ed anche molto sostanzioso, caratterizzato da un gusto deciso ma al contempo agrodolce. In passato i marinai non avevano alcuna possibilità di conservare a lungo gli alimenti a bordo delle navi, mentre questo piatto a base di carne di manzo salmistrata, barbabietola sotto aceto, cipolle e cetrioli rimaneva commestibile a lungo. Onestamente non ci entusiasma. Anche perché l’abbiamo abbinato all’altra specialità di Amburgo: la Aalsuppe, che è una ricca e saporita zuppa di anguilla, la cui ricetta si dice abbia origini medioevali. L’anguilla a pezzi è affumicata e nella zuppa ci sono anche prugne secche, pere e albicocche. Nell’insieme il sapore è veramente a dir poco “strano”. Al Fischmarkt avevamo visto una gran quantità di anguille affumicate in tutte le preparazioni possibili e abbiamo capito cosa ne fanno!

Per risollevarci il morale chiudiamo a suon di dolci e gelato con panna e salsa di frutti di bosco! E domani si torna!

Lunedì 18 settembre 2017

Colazione fantastica al Nur Hier, per stare dalla parte del sicuro compriamo anche un paio di panini, e prendiamo la metro fino a Ohlsdorf e poi la S1 per l’aeroporto. Raggiungere il Terminal di Ryanair richiede una lunghissima camminata, poi un’altra per raggiungere la postazione di controllo. Hanno i body scanner e sono accuratissimi. Quindi lunga coda e apertura bagagli. Mi fanno storie per il salame, che estraggono dalla valigia ed esaminano accuratamente, e per le prese della luce e i caricabatterie.

Altra lunghissima scarpinata per raggiungere il gate. Sosta solo per acquistare l’ultimo souvenir, maglietta e orsetto della St Pauli, amatissima e onnipresente squadra di calcio di Amburgo con il teschio da pirata bianco in fondo nero. Si parte in orario (sollevati perché è iniziato il periodo di cancellazione voli di Ryanair!) e sinceramente ci dispiace che sia stata una toccata e fuga così veloce. La città è gradevolissima e ci sono rimaste un sacco di cose che avremmo voluto fare e vedere. Questo è uno di quei posti che si lascia pensando: qui torneremo!

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Chilehaus

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Currywurst

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Speicherstadt

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Deichstrasse

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Elbphilarmonie



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