Weekend a Siviglia 2
Usciti dall’aerostazione di Siviglia, sulla sinistra c’era l’autobus AE che collega ogni mezz’ora circa l’aeroporto con la città. Il costo del biglietto è di 4,00 euro a testa e si può farlo a bordo (preparate i soldi esatti). Volendo risparmiare 2,00 euro si può fare andata e ritorno (ossia 6.00 euro anzichè 8,00)
Avevamo prenotato all’hotel “Las Casas di los Mercaderes” a pochi passi dalla cattedrale di Siviglia e a 7 minuti a piedi dalla fermata del bus (la nona fermata dall’aerostazione). Non abbiamo fatto abbonamenti o carte turistiche perché volevamo essere liberi, oltre al fatto che per evitare code avevamo già prenotato e pagato on-line da casa la visita alla cattedrale e all’Alcazar.
Abbiamo trovato facilmente l’hotel, grazie a google maps. La camera non molto grande, con ogni confort, con un bel bagno (dotazione di campioncini ampia), che si affaccia sul patio interno coperto. L’hotel è molto carino e pulito, la colazione è sia dolce sia salata ed è preparata nel patio. Noi consigliamo questo hotel, perché centrale e vicino alle maggiori attrazioni turistiche che le ragazze alla reception (parlano inglese o spagnolo) ci hanno indicato sulla mappa della città.
La prima sera abbiamo passeggiato per il barrio di Santa Cruz, attenzione che è facile perdersi nel dedalo di viuzze. In questa zona della città si concentrano i più famosi bar di tapas e così ci siamo fermati a cenare al Toro Toro, all’inizio della Calle Gago dietro la cattedrale. Il posto seppur carino, ci ha deluso per i piatti un po’ scarsi e non di eccelsa qualità (un piatto freddo di salumi e formaggio e 5 tapas da loro scelte), in compenso il conto era salato. Girovagando per digerire le tapas, ci siamo imbattuti nel bagno arabo più famoso, Aire de Sevilla, ma con nostra brutta sorpresa avevano già il pienone per le sere successive, dunque se volete andarci, premunitevi di prenotazione anticipata.
Per chi come noi vuole usare i bus panoramici, questi hanno delle convenzioni con alcune attrazioni turistiche con sconti, inoltre Siviglia offre ai turisti un servizio di guida gratuito, identificato dall’ombrello viola, che parte alle 10,30 dalla Cattedrale e alle 16.00 da Puerta Jerez e per un paio d’ore accompagnano i turisti per la città in spagnolo, inglese e francese.
La mattina seguente, ci siamo svegliati con tranquillità, abbiamo visitato il barrio di Santa Cruz alla luce del giorno e alle 11.00 ci siamo presentati senza alcuna coda all’entrata dell’Alcazar, mentre, per chi non aveva prenotato c’erano già duecento metri di attesa (nei giorni successivi la coda era molto più lunga già al mattino). Abbiamo preso le due audio guide (circa 10,00 euro) e girovagato in questo immenso palazzo, che mischia stili diversi cristiano, arabo e gotico. In effetti è un bel palazzo, ma ha le stanze vuote, non ci sono arredi, e se non avessimo preso l’audio guida, difficilmente avremo capito cosa stavamo visitando. Abbiamo fatto con calma gustandoci il parco e dopo un’ora e mezza siamo usciti nel giardino degli aranci (mi raccomando non mangiateli, perché non sono arance vere).
Abbiamo proseguito la visita del barrio di Santa Cruz, il giardino di Dona Elvira, l’hopital del los Venerables, la piazza a cui deve il nome, e i giardini di Murillo e quelli di Catelina de Ribera che ci hanno portato davanti alla Reale Fabbrica del Tabacco (prima fabbrica per la lavorazione del tabacco con 1000 dipendenti), ora è la sede dell’Università e volendo la si può visitare dal lunedì al venerdì con visite gratuite. Purtroppo quando ci siamo stati noi era chiuso per il ponte dell’Immacolata, comunque, il palazzo è molto imponente e bello anche da fuori. I nostri stomaci brontolavano e così ci siamo fermati al Taco Bell, per uno spuntino veloce, senza pretese. Ora dopo esserci rifocillati siamo passati davanti al palazzo di San Telmo, sede della regione Andalusa, bellissimo da fotografare (eventualmente si può visitare su prenotazione), e abbiamo proseguito per Plaza de Espagna. Ci si arriva fiancheggiando la reale Fabbrica del Tabacco e attraversando il parco del Teatro Lope de Vega, che a una prima impressione è un po’ trascurato. Attraversata l’avvenida Maria Luisa, ci si trova davanti la torre nord che da inizio al semicerchio della piazza. Sicuramente da vedere, per l’originalità, le piastrelle colorate che identificano le varie province delle Spagna, il canale navigabile con delle piccole barchette e la rilassatezza che vi si respira. Da qui, passeggiando per il parco di Maria Luisa, ci siamo diretti a piazza delle Americhe che è circondata sui tre lati dal Museo delle Arti e Cultura Popolare, dal Museo Archeologico e dal Padiglione Reale.
Dopo le foto di rito, ci siamo diretti a piedi lungo il Paseo de Las Deicias e di Critobal Colon fino alla Torre dell’Oro. Oramai il tramonto incombeva e anche i nostri piedi doloranti ci chiedevano mezz’ora di relax in Hotel. Infatti, al posto della sauna all’Aire araba, ci siamo prenotati una serata di Flamenco tradizionale per le ore 19.00 al Tablao Alvarez Quintero che si trova sulla stessa via del nostro Hotel (Calle Alvarez Quintero). Un’ora di intrattenimento molto simpatica, molti bravi i 4 protagonisti, due ballerini, un uomo e una donna, un cantante e un suonatore di chitarra come vuole la tradizione del Flamenco. Dopo l’esibizione, chi voleva poteva intrattenersi a bere qualcosa con i ballerini compreso nei 18,00 euro di entrata. Il nostro stomaco è tornato a brontolare e così ci siamo fermati alla fine della calle, al ristorante Las Escobas. Davvero ottimo il cibo e abbondante. Io ho preso lo spiedino di pesce e mio marito il filetto di bue, con birra, acqua e caffè per una spesa di circa 25,00 euro a testa. Con la pancia piena ci siamo tuffati nella Siviglia by night, perdendoci tra le stradine del centro dello shopping Calle Cuna e dintorni.
Il mattino seguente, dopo un’abbondante colazione ci siamo diretti alla Plaza deToros de la Mestranza pagando un biglietto di € 8.00 (6,40 euro con Sevirama) compresa la guida in spagnolo e inglese; abbiamo visitato questo tempio della tauromachia in funzione da maggio a ottobre, se andate in questo periodo informatevi sugli orari di visita. All’interno c’è un piccolo museo che si può fotografare senza flash, ma la cosa che ci ha più impressionato è stata la grande arena. La visita dura circa 40 minuti. Usciti dall’arena, con calma e girando tra le stradine abbiamo fotografato il Municipio, visto tantissime chiese disseminate ovunque e siamo giunti alla cattedrale che apre alle 11.00. Purtroppo, nonostante la prenotazione pagata on-line, abbiamo constatato che non sono molto organizzati, perché dalla stessa porta laterale fanno entrare sia i gruppi sia chi ha prenotato senza pagare, in ogni caso sempre meno coda che dall’entrata senza prenotazione. Purtroppo le audio guide si trovano dall’altra parte della chiesa, nel Pabellòn, da dove entra chi non ha prenotato. Per prima cosa abbiamo visitato il giardino degli aranci, da cui si gode una prospettiva diversa della cattedrale e della Giralda. Una volta entrati siamo saliti subito sulla torre lungo le 34 rampe (che si possono fare anche spingendo carrozzine e passeggini) che ti portano a un’altezza di 80 metri da cui godi una bella vista a 360° della città, e noi siamo stati davvero fortunati perché la giornata era tersa. Ritornati giù abbiamo iniziato la visita della chiesa che è enorme (3° al mondo dopo Saint Paul a Londra e San Pietro in Vaticano). La prima cosa che abbiamo visto è la grande pala d’altare d’oro, peccato che si debba vederla attraverso una cancellata (d’altronde compressibile visto il valore). Ci ha lasciati meravigliati per la grandiosità, ma nello stesso tempo ci ha fatto pensare a quanto sangue è stato versato per prendere l’oro agli Indios delle Americhe. Se davanti si ha l’oro dietro le spalle c’è l’acciaio delle canne dell’organo e a destra c’è la tomba di Cristoforo Colombo sorretta da 4 araldi che rappresentano le corone delle Spagna. Passeggiando per la cattedrale si incontrano varie cappelle dedicate ai Santi, la cappella Reale e quella De Plata. All’interno della cattedrale ci sono tante porticine che portano in altre stanze tra cui la sacrestia e la sala capitolare. Per visitare questo edificio dovete mettere in conto un paio di orette.
Erano quasi le 13.00 quando siamo usciti e ci siamo diretti all’appuntamento fissato per le 13.00 alla Torre dell’Oro per il tour a piedi di Sevirama. Visto la facilità con cui ci si perde nei barrio abbiamo acquistato i biglietti dei tour con il bus panoramici che costano 18,00 euro cad. e comprendono 2 tour a piedi nei barrio di Santa Cruz e di Triana, un giro panoramico serale e un giro panoramico diurno con varie fermate up&down e la validità è di 2 giorni. La ragazza che ci ha accompagnati, aveva fatto l’Erasmus proprio a Vicenza, così quando non capivamo qualcosa in spagnolo o in inglese, ci aiutava. La visita dura un’oretta, ed è molto tranquilla. Alla fine la cosa più caratteristica è proprio l’organizzazione dei cortili interni delle varie abitazioni e i baretti che servono buon pesce. Infatti alle 14,00 ci siamo seduti al Patio San Eloy e ci siamo gustati due insalate di pesce per 20 euro totali. Le due principali chiese, quella di Sant’Anna e quella di San Giacinto erano chiuse per la pausa pranzo. Il museo del Castilo di San Jorge (il Tribunale dell’Inquisizione più temuto d’Europa), vicino al ponte di Isabella II con entrata gratuita, si visita in velocità, non è rimasto poi molto da vedere, e con tranquillità siamo ritornati alla Torre dell’Oro per il secondo tour a piedi all’interno del barrio di Santa Cruz fissato per le 16.00. Abbiamo incontrato la stessa ragazza che ci aveva accompagnati alla mattina e ci ha raccontato delle storie interessanti riguardanti le attività della popolazione all’interno del barrio, alcuni aneddoti che non si trovano sulle guide e abbiamo scoperto delle cose che il giorno prima non avevamo notato. Anche questo giro dura circa un’oretta e visto che eravamo vicini all’hotel ci siamo rinfrescati un po’ prima di visitare il quartiere della Juderia e prendere il bus per il tour panoramico serale delle 19,00. Vedere Siviglia illuminata mentre attraversammo il ponte di Isabella II è stato davvero bellissimo. Un po’ deludente è stato il viale dei palazzi dell’esposizione del 1929, in quanto non erano illuminati e non si vedeva nulla ad eccezione dello Stadio de Betis. Vedere una città di notte ha sempre un suo fascino. Quando siamo scesi siamo andati a cenare a Francisquita, abbiamo ordinato due paella di pesce. I piatti non erano male, ma il servizio è stato molto lento, la spesa comprensiva di un dolce e delle bibite è stata di circa 40,00 euro. La serata si è conclusa con una passeggiata serale nelle vie dello shopping e una salita sulla terrazza panoramica di El Corte Inglés, dove si può bere qualcosa, anche se è difficile trovare un posto a sedere.
E siamo arrivati al nostro ultimo giorno a Siviglia, dopo aver lasciato i trolley alla reception del hotel, ci siamo diretti alla casa Pilatos. Abbiamo pagato 8,00 euro ciascuno compresa la visita del piano superiore con guida in inglese e spagnolo. Devo dire che la casa è una meraviglia e meritava la visita, tanto che uscendo abbiamo comperato il libro, in quanto al piano superiore non si possono fare foto. La casa è stata abitata fino a pochi anni fa e ci vuole all’incirca un’ora e mezza per la visita.
Sempre a piedi abbiamo raggiunto l’Archivio Generale delle Indie, e visto che avevamo tempo e l’entrata è gratuita ci abbiamo fatto un giro. Il palazzo è carino, e al primo piano si trova una serie interminabile di armadi con dentro libri e fascicoli, non consultabili. Dopo di che, non poteva mancare la solita visita all’Hard Rock Cafè, ormai una consuetudine istaurata da nostra figlia che ci piace portare avanti, quando andiamo all’estero. Strada facendo siamo giunti nuovamente alla Torre dell’Oro e abbiamo preso il Sevirama Bus perché volevamo vedere il quartiere di Macarena. Siamo scesi davanti al Parlamento dell’Andalusia e ci siamo diretti alla Basilica Museo de La Macarena. Da fuori non dice granché, ma l’interno è un piccolo gioiello, tra l’altro l’abbiamo vista adornata a festa perché avevano appena finito di celebrare un matrimonio. Vicino si trova la porta d’entrata al quartiere. Il quartiere in sé non ci ha detto più di tanto, caratteristico per le viuzze e il susseguirsi di chiese. Molto caratteristica invece è la piazza di Santa Isabel con la chiesa e il convento, ma vista l’ora erano chiusi, come pure il convento di Santa Paola poco distante che dicono essere bello. Abbiamo proseguito per le stradine fino ad arrivare al Palazzo delle Dame, ma visitabile solo su appuntamento. Lo stomaco inizia a brontolare e così fatti pochi passi siamo arrivati in piazza dell’Incarnazione con il suo albero o fungo gigante chiamato Metropol Parasol. Davvero una piazza piena di vita e di localini, purtroppo presi d’assalto. Speravamo in un posto a sedere, ma tutti i Sivigliani si erano dati appuntamento lì. Così ne abbiamo approfittato per visitare il mercato coperto (se avete tempo è carino darci un’occhiata, tra l’altro ci sono i bagni pubblici) e ci siamo accorti che sotto al mercato ci sono le vestigia romane. E’ un sito piccolino, si paga 2,00 euro d’entrata, ma ben curato con dei splendidi affreschi. Si cammina sopra ai resti, sospesi sul vetro. Finita la visita siamo saliti in cima all’albero. Un’ottima idea per sfruttare una piccola piazza.
Oramai erano le 15,30 e con i piedi dolenti ci siamo diretti al ristorante del nostro albergo dove abbiamo mangiato delle tapas davvero buone, peccato che alcune fossero terminate, ma vista l’ora più che comprensibile. Abbiamo preso le valigie e ci siamo diretti alla Torre dell’Oro per prendere il bus che ci ha portati in meno di un’oretta all’aeroporto. Abbiamo lasciato Siviglia con 20° gradi e siamo arrivati a Bergamo con 3° gradi. Ci spiace di non aver visitato il museo delle Belle Arti che dicono essere molto interessante, ma sarà per la prossima volta, perché questa volta volevamo fare un viaggio all’insegna del divertimento.