Weekend a Bordeaux
Premessa
Questo è il resoconto del weekend passato dal sottoscritto assieme a due amici nella località francese. Ho deciso di inserire informazioni di carattere logistico, considerato che le notizie disponibili in Internet su come muoversi e cosa fare scarseggiano un poco.
Indice dei contenuti
Aspetti logistici ed organizzativi
QUANDO: Il viaggio è stato organizzato con largo anticipo ed è stato effettuato il weekend tra venerdì 8 ottobre 2010 e domenica 10 ottobre 2010.
VOLO: Il volo, partente da Bologna, è stato prenotato con largo anticipo e, grazie ad un’offerta di Ryanair, è stato pagato solamente 16 € a/r. Gli orari di partenza e di arrivo nel capoluogo emiliano si rivelano essere piuttosto comodi e, per questo, non richiedono né levatacce ad orari quasi impossibili, né di accamparsi in aeroporto per la notte.
SPOSTAMENTO DA/PER L’AEROPORTO + PARCHEGGIO: Noi, essendo in 3, decidiamo di arrivare in auto a Bologna che dista circa 150 km da casa nostra e, per questo, siamo nella necessità di trovare un parcheggio sufficientemente economico per far sì che non costi di più lo spostamento da e per l’aeroporto che tutto il resto del weekend. La scelta ricade sul Park-to-Fly, la nota catena che serve i principali aeroporti italiani. Il costo complessivo per un posto scoperto per l’intero fine settimana è pari a 20 €. Nonostante tutto, si tratta del parcheggio più economico tra quelli sufficientemente vicini all’aeroporto di Bologna. Gli altri costi sopportati per lo spostamento da e per l’aeroporto sono quelli del pedaggio autostradale: la tratta PR-BO costa ben 5.30 €, per complessivi 10.60 €. A ciò si sono aggiunti anche i costi del carburante. Qui, sfruttando i benefici dell’auto a metano di uno dei partecipanti al viaggio, quantifichiamo in modo forfettario il costo complessivo tra 10 € e 15 €.
ALBERGO: Anche l’albergo è stato prenotato con largo anticipo, praticamente assieme al volo. Anche in questo caso l’aspetto economico è stato particolarmente valorizzato, e, attraverso il sito www.booking.com abbiamo prenotato presso l’Etap Hotel vicino alla stazione di St. Jean, per 96 € complessivi, cui aggiungere 2.10 € per le tasse di soggiorno. Chi conosce l’Etap Hotel sa che è una catena che offre servizi molto basic, ma, a mio avviso, più che dignitosi per il prezzo richiesto. L’aspetto più importante dell’hotel è il rapporto tra prezzo e location: in poco più di 10 minuti di mezzi pubblici si arriva in centro, ossia circa 20-25 minuti di camminata a passo blando.
MEZZI PUBBLICI A BORDEAUX + SPOSTAMENTO DA/PER AEROPORTO: Il terminal su cui volano Ryanair ed Easyjet è “esterno” all’aeroporto di Bordeaux: praticamente un hangar adibito a terminal; se non ricordo male il nome del terminal è Billi o qualcosadel genere (quindi se doveste leggerlo sullo schermo dei voli in partenza, sappiate che indica il luogo dove siete atterrati). In pratica, per arrivarci occorre fare circa 50 metri in più a piedi: il tutto rigorosamente all’aperto. L’aeroporto dista dalla città di Bordeaux circa 15 km. Per il transfer esistono due modalità: o il bus diretto per la stazione di St. Jean (costoso), oppure i mezzi pubblici. Qui, addirittura, si può scegliere la combinazione Bus linea 1 + Tram A, oppure direttamente Bus linea 1. Noi abbiamo utilizzato l’opzione bus&tram sia per l’andata che per il ritorno. Il prezzo è pari a 1.40 € per corsa. I mezzi pubblici sono comodi, anche se, considerato il breve soggiorno, non abbiamo potuto testarli più di tanto. Il sito www.infotbc.com, ossia il sito della compagnia di trasporti pubblici locali, riporta tutte le informazioni sulle linee e sugli orari. In ogni caso, occorre sottolineare che il tragitto centro città – aeroporto è piuttosto lungo e richiede circa un’ora, e le corse sono piuttosto regolari, tranne la domenica, quando il bus 1 ha una frequenzapiuttosto bassa. E’ bene tenerne conto per non rischiare di rimanere a Bordeaux.
ALTRI MEZZI: Per girare Bordeaux si può utilizzare comodamente la bicicletta. Noi ci siamo affidati ai servizi di VCUB, ossia la rete cittadina di trasporti in bicicletta. Il servizio, pur essendo disponibile per tutti, è costruito ad uso e consumo dei residenti e, se non si dispone di carta di credito “francese” e/o di tessera TBC, occorre registrarsi direttamente presso i loro uffici. Noil’abbiamo scoperto là e, per questo, abbiamo perso mezza giornata. Sul sito www.vcub.fr sono riportate tutte le altre caratteristiche, le condizioni, ed i prezzi.
COME MUOVERSI: Bordeaux, in ogni caso, si può girare benissimo a piedi. Il centro storico è raccolto e le cose da vedere sono sufficientemente vicine le une alle altre. Tuttavia, credo sia indispensabile una cartina ed un po’ di preparazione per evitare di girare su sé stessi e/o di perdere qualcosa.
UFFICI DEL TURISMO: I principali uffici del turismo sono tre: uno in centro (Place de Quiconces), uno in aeroporto, uno appena fuori la stazione ferroviaria di St. Jean. Su Internet, all’indirizzo www.bordeaux-tourisme.com si possono trovare le medesime informazioni. Non so se parlano italiano: noi ci siamo mossi con l’inglese ed il francese. Gli addetti sono disponibili, anche se tendono a “vendere” le loro iniziative. Rispetto ad altre città, però, i materiali sono veramente limitati (poche cartine, pochi itinerari, etc.).
COSA VEDERE: Per questo è meglio affidarsi alle guide turistiche e poi si tratta di un tema piuttosto personale. Guide cittadine tradotte in italiano non ne abbiamo trovate, ma esistono certamente in lingua originale. Oppure occorre affidarsi a qualche guida più ampia come, ad esempio, la guida Michelin della Francia Sud Ovest.
COSA NON VEDERE: Questo è frutto di opinioni personali e, come tali, non condivisibili. Rispetto al resto, credo che il Parc Palmer, la Fontaine d’Arlac, la Maison Carrée possano essere tralasciati. Qualcuno metterebbe anche lo stadio, ma è inserito in un complesso in stile anni ’20 o ’30 che, pur essendo molto “fascista / franchista”, non è affatto male.
Aneddoti di viaggio ed emozioni
Non sto qui a raccontare cosa abbiamo visto, anche perché sono sempre più convinto che un luogo, un monumento, uno scorcio, un panorama, possano piacere a qualcuno e fare letteralmente schifo a qualcun altro. Per questo, nel seguito del resoconto tenterò di descrivere le emozioni che ho provato, nonché gli eventi che, si spera, rimarranno nei nostri cuori e nelle nostre menti e che, se saremo più o meno fortunati, potremo raccontare ai nostri nipoti durante gli anni in cui viaggiare sarà un po’ più difficoltoso.
VENERDI’ 8 OTTOBRE
Il venerdì di inizio viaggio inizia come un classico “venerdì 17”, pur non essendolo: il mio navigatore satellitare non ne vuole sapere di funzionare ed il fidato lettore MP3 scompare probabilmente in universo parallelo. Il primo, importante ma non indispensabile, avrebbe dovuto condurci al Park-to-Fly di Bologna. Fortunatamente la nostra memoria è sufficientemente lucida nel ricordare il percorso fatto lo scorso marzo e ritroviamo il luogo senza problemi. Il lettore MP3, al contrario, sarebbe stato irrinunciabile per seguire le indicazioni della guida turistica di Bordeaux (tutta in inglese) trovata su Internet, ma, soprattutto, perché, avremmo scoperto dopo, ci avrebbe permesso di capire in anticipo quali posti lasciare perdere. Purtroppo ancora oggi lo sto cercando…
Arrivo in aeroporto in orario, pranzo leggero (anche perché in aeroporto tutti i negozi/locali hanno una comune tendenza adapplicare prezzi da capogiro a qualsiasi cianfrusaglia), coda al check-in ed imbarco senza particolari problemi. Per la prima volta nessun addetto ha da ridire né sul sottoscritto, né sul suo bagaglio, anche se il trolley è stato fatto oggetto di minuziosi controlli. In generale, stavolta, non ho trovato nessun agente zelante ad aspettarmi.
Il viaggio prosegue tranquillo, anche se lo strato di nuvole non permette di godere appieno del panorama sottostante. Da quel poco che sono riuscito ad intravedere, credo che la rotta di volo sia passata sopra la Liguria, abbia varcato le Alpi dal Piemonte, abbia sorvolato la valle del Rodano, e sia arrivata a destinazione incrociando la confluenza dei fiumi Garonna e Dordogna. Siccome non sono riuscito a chiudere occhio per la massiccia presenza di spot pubblicitari a cura della compagnia aerea irlandese, ho ammazzato il tempo scattando foto dall’aereo. Complici le nuvole, le mie scarse qualità di fotografo e la vetustà tecnica della mia macchina fotografica, le foto fatte risultano molto diverse dalle immagini stampate nella mia testa.
L’avvicinamento a Bordeaux, dove il cielo è un po’ più sgombro di nubi rispetto alle zone sorvolare in precedenza, propone un panorama veramente bello: la confluenza tra i due fiumi francesi (Garonna e Dordogna), l’ampio letto e le curve sinuose dei corsi d’acqua, le estese superfici coltivate (in Italia ce le sogniamo), le foreste, ed anche i vigneti.
Atterraggio un po’ brusco con una quindicina di minuti di anticipo, squillo di trombe festanti, e, per la prima volta nella mia vita, finalmente sento un duro e imbronciato richiamo del personale di volo a quelle persone che, ancora prima dell’arresto dell’aereo se ne stavano già in piedi a cercare il loro trolley per sbarcare… Non per essere supponente, ma sono proprio il tipo di persone che mi fanno vergognare di essere italiano tutte le poche volte che viaggio: oltre ad aver rotto i coglxxxx tutto il viaggio, essersi intrattenuti amichevolmente tra loro (peccato fossero seduti in file molto lontane…), hanno anche avuto il coraggio di rimanere esterrefatti dal richiamo.
Breve giro attorno all’aeroporto per individuare il bus per il centro, camminando in mezzo ad aiuole coltivate a vitigno, ed inizio dell’avventura in terra francese.
Anche se ho ormai 35 anni suonati, quando si atterra, è assolutamente necessario chiamare casa per confermare l’arrivo. Quindi, tento di riaccendere il cellulare e mi rendo conto che a causa del recente cambiamento di compagnia telefonica, non posso fare nulla perché non ricordo il PIN. Uno dei miei amici chiama mio fratello ed ottiene le informazioni, ma, logicamente, quando io chiamo casa vengo subito preso per i fondelli e deriso anche da mia madre… Ovviamente, anche i miei compagni di viaggio fanno lo stesso.
Dopo un’ora abbondante arriviamo all’hotel. La stanza che ci assegnano è grande quanto una cella di isolamento di un carcere, con un letto matrimoniale sorvolato da un letto a castello, il box doccia che dà direttamente di fronte al letto, l’intercapedine in cui è stato messo il wc talmente stretta che occorre entrare direttamente girati con il sedere verso il water. In un angolo angusto, un lavabo in vero stile treno regionale delle FFSS. Per me è ok: per 48 € a notte non si può pretendere di più… E poi, anche se su richiesta, la dotazione è stata completata con 3 salviette, 3 saponette e 3 bicchieri, con annesso cambio quotidiano. Ah, non ho dimenticato l’armadio: l’armadio non c’è proprio, solo qualche appendiabiti ed una sedia appoggiata ad una mensola che dovrebbe fungere da scrivania. La TV funziona, ma non può essere spostata perché saldamente ancorata alla mensola porta-TV.
Per quanto riguarda il soggiorno, nulla da eccepire. La sola cosa che non ho capito e che è capitata il secondo giorno, consiste nel fatto che il letto a castello non è stato riassettato, a differenza del matrimoniale. I miei amici sostengono che si sia trattato di una dimenticanza, io credo che la cameriera non avesse voglia di fare fatica.
Tornando al viaggio, una volta rinfrescatici un pochino, usciamo alla scoperta della città. Proviamo a prendere a noleggio le biciclette e, forti di quanto letto su Internet e delle risposte ricevute dal servizio clienti, iniziamo a smanettare sulle colonnine-distributori di biciclette. Siccome il servizio non funziona con carte di credito non emesse in Francia (ma questo l’avremmo scoperto solo il giorno dopo), iniziamo ad essere particolarmente collerici e nemmeno l’aiuto di un paio di giovani (soprattutto una giovane) è in grado di sedare la nostra rabbia: ovviamente la questione era diventata personale e per questo il primo appuntamento del giorno dopo sarebbe stato con il servizio clienti di VCUB….
Tram verso il centro, rigorosamente con biglietto (si, lo so, nessuno lo avrebbe fatto dopo essere stato rifiutato da un distributore di biciclette elettronico, ma uno dei miei amici avev già i sensi di colpa), ed inizio del giro turistico. Il sole ormai è calato e l’illuminazione dei monumenti di Bordeaux appare in tutto il suo splendore.
Io sono rimasto veramente impressionato e stupefatto dalla pulizia della città, dalla bellezza di Place de la Bourse e dallo specchio d’acqua davanti (peccato per un cantiere stradale proprio davanti alla piazza, altrimenti sarebbe stato ancora più bello). Il tutto molto suggestivo: peccato che le mie foto facciano schifo….
La fame inizia a farsi sentire e, per questo, iniziamo la scoperta del centro cittadino, ossia la zona in cui sono concentrati i bar ed i ristoranti. Mediamente i prezzi sono come in Italia e, a differenza del nostro Paese, il vino è decisamente caro. A quest’ora il problema è trovare il locale dove sfamarsi e bere smodatamente senza spendere una cifra folle. Considerato che dei locali individuati su Internet non ne troviamo nemmeno uno (li scopriremo tutti il giorno dopo, dopo aver cenato, ovviamente!), individuiamo un locale perfetto. Criterio di scelta? E’ lo stesso in cui sono entrate altre cinque ragazze….
Scelta azzeccata: per 20 € mangiamo un antipasto, un secondo ed un dolce, bevendoci sopra due bottiglie di vino della casa (buono!), di cui una passa per la mia ugola…
Dopo un ampio giro per le piazze cittadine, uno dei compagni lascia per andarsene a dormire, mentre io l’altro ci misuriamo con la movida di Bordeaux. Il centro rimane pieno di gente fin verso le due, poi il movimento lo si trova in zona stazione St. Jean. Noi passiamo la serata senza entrare in discoteca, anche perché il giorno dopo ce lo vogliamo godere appieno.
SABATO 9 OTTOBRE
Sabato mattina sveglia piuttosto presto, colazione in un bar della stazione (non consigliato) ed inizio della scoperta di Bordeaux. Prima dell’appuntamento con VCUB (non l’abbiamo dimenticato!), scoperta di altri due monumenti simbolo della città: la colonna dedicata ai Girondini e l’annessa Place de Quinconces. Bella la prima, gigante la seconda, anche se un luna park la riempiva tutta, facendo così perdere il senso della dimensione.
Un po’ di coda all’ufficio turistico per ottenere cartine ed itinerari, appuntamento con VCUB dove, finalmente, siamo registrati ed abilitati ad usare le biciclette. Inizia così il giro del centro storico, con annesso raptus fotografico compulsivo e valutazione di quanto visto.
Da segnalare una mostra di fotografie di seni nel bel mezzo di un chiostro di un convento. Il titolo della mostra gioca sul doppio senso, in lingua francese, tra “seno” e “senso”. Noi abbiamo interpretato la visita della mostra (gratuita) come una sfida per cercare le differenze tra i capezzoli e individuare le tette rifatte.
Dopo esserci resi conto di aver passato un bel po’ di tempo a guardare poster di seni nudi, continuiamo il nostro giro tra le viuzze cittadine, arrivando fino all’ora di pranzo. Qui ci imbattiamo in un mercato arabo molto grande (davanti alla cattedrale di St. Michel): sembra di essere dalle parti delle rive del Mediterraneo dalla parte africana, e non a pochi chilometri dall’oceano Atlantico in terra francese…. Indecisione: sfidiamo la sorte ed acquistiamo il pranzo direttamente qui?
Un po’ tentennanti ed impauriti dalle conseguenze della scelta di mangiare cibo in quel modo, decidiamo di andare oltre, mantenendo un comportamento ben lontano dalla blasonata raffinatezza francese. Spesa al supermarket e pranzo su una panchina. Evito i commenti sul salume, però consiglio a tutti di non comprare salume francese in offerta promozionale! E, come fanno tutti i viaggiatori, la prima cosa che si fa dopo pranzo è cercare un McDonald’s per usare a sbafo i bagni. A Bordeaux, in zona centrale, non siamo stati in grado di trovarne uno e, per questo, abbiamo dovuto bere un ennesimo schifosissimo caffè venduto ad un prezzo assurdo.
Il pomeriggio, come ampiamente promesso dai vari servizi meteorologici, il tempo si imbruttisce ed inizia a piovere, anche se non in modo continuativo. Noi lo passiamo girando in bicicletta tra il centro, il lungofiume e la riva destra della Garonna. Qui ci imbattiamo anche in un mercatino di prodotti locali. Noi avremmo voluto pranzare là il giorno dopo, non sapendo che Zeus avesse in serbo qualcosa di diverso.
Per cena, forti dell’esperienza della sera precedente, facciamo nostro il motto “squadra che vince non si cambia” e, pur non trovando le ragazze che la sera precedente (ovviamente era nostra intenzione ringraziarle dell’involontaria segnalazione), andiamo nello stesso ristorante.
Purtroppo il meteo è inclemente ed a causa della pioggia la movida di fatto si blocca verso mezzanotte ed i locali pieni sono pochi. Come passare la serata? Beh, noi abbiamo deciso di girare in bicicletta sulle viscide e scivolose strade del centro cittadino, tutte ricoperte di sampietrini e marmo…. Però anche questa serata finisce presto.
DOMENICA 10 OTTOBRE
Il giorno dopo sveglia sotto il diluvio, imprecazioni del caso e necessità di pianificare l’ultima mezza giornata sotto la pioggia. Scartati i musei (perché chiusi al mattino) ed il cinema (perché guardare un film in lingua originale senza sottotitoli è attività impegnativa e poco adatta alla vacanza), ci affidiamo alla guida turistica scaricata da Internet che propone un percorso di scoperta della città a bordo del tram A. Poiché la zona centrale risulta essere già sufficientemente coperta nei giorni precedenti, ci prepariamo a scoprire le proposte più lontane dal centro.
Pessima idea: il Parc Palmer, cioè un parco fuori città (vicino al nuovo policlinico) in cui sono inserite strutture sportive, la Maison Carrée (un parcheggio scambiatore) e la Fontaine d’Arlac (cioè una fonte di acqua sorgiva) non sono proprio ciò che può normalmente intendersi per “punto di interesse turistico”. Si potrebbe includere nella lista anche lo stadio, ma la struttura di inizio secolo in cui è inserito è degna di nota. Se non si fosse in centro a Bordeaux, si potrebbe trattare di una struttura del periodo fascista italiano o del periodo franchista spagnolo. Insomma, un paio di foto le merita anche.
All’ora di pranzo siamo praticamente inzuppati d’acqua e la domenica, forse a causa del maltempo, di gente in giro ne vediamo poca, e di locali aperti con prezzi accessibili ancora meno. Decidiamo così di mangiare nel bel mezzo del luna park, affidandoci all’unico venditore che proponeva oltre al cibo, anche un riparo. Qui, per la prima volta nella mia vita, ho avuto l’occasione di assaggiare il kebab. Ora, forse sarò spudoratamente nazionalista, ma per arrivare non dico al panino con la cotoletta, ma solo al panino con un salume qualsiasi (io vivo in una zona in cui i salumi sono uno dei fiori all’occhiello della produzione alimentare), di strada il kebab ne deve ancora fare parecchia… O per lo meno, quel kebab che ho mangiato! In ogni caso, i miei amici, più soliti a cibarsi in maniera etnica, mi hanno confermato l’esistenza di kebab molto più decorosi.
Dopo il kebab di plastica, giunge l’ora di tornare a casa ed avviarsi verso l’aeroporto. Pur sbagliando i mezzi (in pratica stavamo andando dall’altra parte della città…), giungiamo con abbondante anticipo e con tutto il tempo necessario per gli acquisti dei “regali”: a mio fratello un pallone da calcio con i colori della squadra locale, ed a mia madre una “preziosissima” tazza con stampate le immagini delle attrazioni più importanti della città. Non dico quel che ho speso, ma la tendenza ad applicare prezzi assurdi a qualsiasi cianfrusaglia non è solo usanza tipicamente italiana.
Dopo la coda al check-in, resa particolarmente lenta dallo scarso numero di addetti e dall’elevato numero di persone con articoli non ammessi a bordo, passiamo una buona mezzora a provare i famosi profumi francesi, senza comprane alcuno e rendendo l’aria del duty free praticamente irrespirabile. Imbarco a piedi sotto l’acqua e, grazie alla vicinanza alla pista di decollo, inizio a scattare foto agli aerei in decollo.
Un addetto alla pista, colto da eccesso di zelo (iniziavo un po’ a preoccuparmi, non ne avevo ancora trovato uno!), inizia a redarguirmi e mi rincorre sulla scaletta dell’aereo. “C’est interdit!!!” continua a ripetere, ma io, da italiano, gli rispondo che non potevo saperlo e che non esisteva nessun cartello che indicasse la cosa. Inoltre, non essendoci un divieto generalizzato, non capivo con quale autorità lui continuasse con la sua litania. Ovviamente il tutto in lingua: lui in francese, ed io nel mio francese… Poi fortunatamente le porte dell’aereo si sono chiuse.
Viaggio di ritorno con un po’ di turbolenze, ma a velocità supersonica. Atterriamo a Bologna con 45 minuti di anticipo, per la felicità delle trombe di Ryanair. Il viaggio verso casa è un po’ spento: siamo tutti e tre stanchi e bisognosi di una doccia, se non altro per riscaldare le ossa infreddolite dall’umidità presa nel corso della giornata.
Conclusioni
Di Bordeaux mi ha stupito la pulizia: il centro storico è più pulito di una città svizzera e comunque bello. Non sarà Parigi, ma forte della mia ignoranza ritengo che sia inserito nella lista dei siti UNESCO non solo per “volontà politica” o per chissà quali altri meriti…
Poi porterò nel cuore la mostra fotografica sui seni femminili (si, ho bisogno di affetto, e allora??!!!), nonché la gara dei baristi a proporre il peggiore caffè che un italiano abbia mai bevuto in vita sua. Io ho avuto l’impressione che fossero quasi contenti a mostrare quanto fossero bravi a portare il caffè fino all’orlo della tazzina… Quasi dicevano “hai visto quanto sono bravo, hai la tazzina colma e non ho rovesciato una nemmeno una goccia…”