Week end tra Basilicata e Puglia
Lo dico sempre, ormai è diventato il mio motto, viaggiare è cultura e noi ci divertiamo nell’apprendere nozioni del territorio. Come camaleonti ci trasformiamo in gente del posto, certo, quanto più possibile, lasciandoci alle spalle la routine di casa e catturando quanto di più bello e buono il territorio ospitante ci riserva.
Ryanair è ormai la nostra compagnia di “famiglia”, le loro offerte sono pazzesche. Per cui meglio non visitare spesso il loro sito, altrimenti si parte… Ebbene, in uno dei miei tour multimediali mi approprio subito di due biglietti a/r per Bari alla modica cifra di circa € 80,00 in due. Da qua inizia la mia passione. L’organizzazione del viaggio. Come mete scegliamo Altamura (1 notte), Matera (2 notti), Castel del Monte e, se ce la facciamo anche Trani, prima di rientrare in aeroporto.
Per le strutture ci dà una mano Booking mentre per l’auto il broker Car del Mar alla cifra di 59 Euro, 3 gg assicurazione completa senza franchigia. Sottolineo solo il fatto che le kasco le abbiamo prese con il broker e non con l’agenzia che poi effettivamente ci ha noleggiato l’auto. Quindi in caso di eventuale danno l’agenzia ci preleva la cifra dalla carta di credito non superiore alla franchigia esistente e solo dopo ci sarà un rimborso da parte del broker.
Partiamo con la linea irlandese da Pisa con un po’ di ritardo ed arriviamo ad Altamura che sono le 23,15 circa. La Signora del B&B il Claustro si rivela subito cordialissima. La stanza è stupenda ed è un peccato dormirci solo per una notte. Comunque ci aspetta, la mattina seguente, una colazione da campioni sempre preparata dalla proprietaria. Diremo che è tutto perfetto in questo B&B, anche il prezzo, quindi è super consigliato! Dopo colazione iniziamo con la visita del piccolo centro storico di Altamura. Percorriamo Corso Federico II di Svevia con la sua Cattedrale, visitabile di domenica, e la chiesa di S.Nicola. Vi dico subito che non vi annoierò con la storia dei luoghi visitati, se non un minimo indispensabile. Il centro si divide in quattro parti differenti, Latino, Saraceno, Ebraico e Greco, ognuna delle quali presenta simboli e fregi, claustri, porte per entrare nella cittadina della propria cultura e tradizione. Una mezza giornata è sufficiente per godersi il luogo. Obbligatorio mangiarsi il pane d.o.p., focaccia con pomodoro, taralli o scaldatelli ed i tipici dolcetti sospiri.
Ecco appunto, dopo un sospiro alla crema ed un caffè al caffè Ronchi situato nel corso principale partiamo alla volta di Matera, città dei sassi e delle chiese rupestri. Arrivati in città telefoniamo ad Antonia, la proprietaria del B&B Nelmuro (prezzo di € 130,00 due notti, camera matrimoniale, cucina e bagno, praticamente un mini appartamento), la quale ci fa parcheggiare l’auto in una zona gratuita naturalmente fuori dal centro storico, neanche troppo lontana dal castello, e poi ci viene a prendere per portarci alla struttura. Anche qua, scelta azzeccatissima. Antonia è gentilissima, ci dà le prime nozioni su come e cosa visitare, la camera è immersa nei sassi, a due passi dalla Cattedrale in piazza Duomo e quindi in posizione perfetta per ogni dove.
Matera è nota anche come città dei Sassi, proprio per la peculiarità e l’unicità del suo centro storico. Scavati e costruiti a ridosso della Gravina di Matera, una profonda gola che divide il territorio in due, i sassi di Matera, rioni che costituiscono la parte antica della città, si distendono in due vallette, separate tra loro dallo sperone roccioso della Civita, dove si trova la Cattedrale appunto. Il Sasso Barisano, fulcro della città vecchia, è il più ricco di portali scolpiti e fregi che ne nascondono il cuore sotterraneo. Il Sasso Caveoso, è disposto come un anfiteatro romano, con le case-grotte che scendono a gradoni, e prende forse il nome dalle cave e dai teatri classici. Insieme formano l’antico nucleo urbano di Matera, dichiarato dall’Unesco paesaggio culturale.
Come consigliato, partiamo subito con una visita a Casa Noha, pareti di un’antica dimora, donata dai proprietari al Fai, che si tramutano nel teatro di una storia narrata, di 25 minuti, di Matera, dalla Preistoria al giorno d’oggi, ere prosperose, di povertà, di abbandono ed infine la ricostruzione di una tradizione. Beh, tutto molto coinvolgente, ottimo inizio per “capire a fondo i sassi”.
Arriviamo in piazza San Pietro Caveoso per ammirare l’omonima chiesa, sospesa sulla gravina praticamente, lasciando ai giorni avvenire le altre due chiese vicine e proseguiamo per la visita della casa grotta di Vico Solitario, in Vico Solitario, arredata con i mobili e gli attrezzi autentici del periodo in cui era abitata. Iniziano a vedersi i primi lampioni accesi dei vicoli, ogni volta che rivolgi lo sguardo verso il centro storico sembra sempre come fosse la prima volta.
Decidiamo a questo punto di cercare un posticino dove cenare, naturalmente la nostra scelta ricade su di un osteria, L’Arco, in via delle Beccherie, con un menù a 25 euro di prodotti lucani bagnati da un aglianico dop. Diamo soddisfazione al proprietario, simpatico gentile e competente, spolverando tutte le delizie offerte. Locale consigliato! Per digerire decidiamo di arrivare nella piazza principale, Vittorio Veneto, e da lì ritornare al B&B da via Fiorentini, vicolo che inizia dall’ipogeo nella suddetta piazza.
Iniziamo il giorno seguente con il pane di Matera e la buona marmellata della signora Antonia, oltre a focaccia, pasticceria, yogurt e naturalmente caffè e latte. Siamo in forma per farci il secondo giro nel centro, scendendo dalla parte opposta rispetto a ieri dalla Cattedrale e quindi verso il Barisano. Purtroppo la Cattedrale è chiusa per restauro, visto che nel 2019 la città di Matera sarà capitale della cultura europea, ma riusciamo a scorgere ugualmente un qualcosina dalla porta principale aperta… La nostra meta è via della Madonna delle Virtù, a contatto con la Gravina, in cui ci sono l’omonima chiesa e la chiesa di San Nicola dei Greci. È un complesso rupestre e comprende appunto le due chiese affrescate, l’una sovrapposta all’altra, un monastero, ambiente scelto da Mel Gibson per girare alcune scene del film “The passion” e vecchie abitazioni con cisterne e mangiatoie.
Svolto il nostro compito ci dirigiamo verso il Monastero di Sant’Agostino, proseguendo nella solita via e salendo alcuni gradoni alla fine di essa. Visitiamo solo la chiesa, il resto a pagamento decidiamo di saltarlo. Da qua inizia la discesa verso la piazza principale, Vittorio Veneto, non prima di aver visto le altre splendide attrazioni che si incontrano.
La chiesa di San Pietro Barisano, la più grande chiesa rupestre della città, è visitabile dalle 10 alle 14 nell’orario invernale (2 novembre/31 marzo, costo della visita per 3 siti € 6.00). La chiesa è stata recentemente restaurata in quanto con lo sfollamento dei Sassi degli anni 50 ha subito un lungo periodo di abbandono e decadenza, e purtroppo è stata oggetto di furti ed atti vandalici. L’interno è formato da tre navate divise da imponenti pilastri scavati che sorreggono archi a tutto sesto, e consta di sei altari anch’essi scavati nel tufo.
La chiesa di San Giovanni Battista, tra l’ex ospedale S.Biagio, la chiesa di S.Rocco e l’università, ci sorprende. Fu la prima struttura sacra a sorgere fuori dalle mura della città, di architettura romanica si notano però vari stili nei dettagli.
È l’ora di goderci la piazza Vittorio Veneto alla luce del sole dopodiché, vista la chiusura del Castello per restauro, proseguiamo per via del Corso, con in suoi negozi, per arrivare alla chiesa di San Francesco d’Assisi. La prima costruzione dedicata a San Francesco d’Assisi, risale al 1200 e venne realizzata su un nucleo ipogeo dedicato ai Santi Pietro e Paolo, che ancora oggi può essere visitato passando attraverso una botola collocata all’interno dell’attuale chiesa che purtroppo noi non abbiamo potuto visitare.
Camminiamo per via Domenico Ridola fino ad arrivare al Palazzo Lanfranchi, museo ed ospitante di varie mostre periodiche. Scendiamo dalla scalinata, rientrando nella parte del sasso Caveoso per passare dalla chiesa Santa Maria De Armenis, niente di chè, dalla chiesa Santa Lucia alle Malve, secondo dei tre siti inclusi nel ticket cumulativo ed aperta con i soliti orari di San Pietro Barisano, dal nome della pianta che nelle vicinanze cresce spontaneamente, chiesa rupestre il cui scavo è datato intorno al IX d.C, fino ad arrivare all’ultimo sito già pagato della chiesa della Madonna De Idris e di San Giovanni in Monterrone adiacente. Si trovano sullo sperone di roccia che si erge nel sasso Caveoso, praticamente sopra alla chiesa di San Pietro Caveoso. Location suggestionabile: sono tutti siti da visitare, compreso il Convicinio di Sant’Antonio che purtroppo ci siamo fatti scappare.
Rientriamo in B&B per una doccia e dopo aver discusso del programma di domani, usciamo per cena al Terrazzino, vicino piazza Vittorio Veneto e consigliatoci ancora egregiamente da Antonia. Un 5 stelle su tripadvisor, meritate come del resto L’arco della sera precedente, con il cameriere Natale che ci induce a tentazione. Mangiamo la Ciallè d d, sorta di antica “zuppa” contadina con pane locale, cime di rapa, cipolla, olive e pomodori, le orecchiette al tegamino, super, la pignata, agnello con pomodori e patate, e dolcetti tipici materani. Tutto come vuole la tradizione e tutto squisito. Solita giratina prima di coricarci.
Ultimo giorno di vacanza, brutto tempo e per questo facciamo solo una fermata dall’altra parte della Gravina, per ammirare i sassi anche da un’altra prospettiva. Eccezionale anche se con il sole o forse meglio col tramonto sarebbe stato davvero un altro spettacolo. Sfuggiamo a questo punto all’acquazzone e ci dirigiamo verso l’Abbazia benedettina di San Michele Arcangelo, bel complesso. Entriamo solo nei due chiostri ad ingresso libero ma sarebbe stato carino il tour a 4 Euro per l’intero complesso. Il tempo è padrone purtroppo. Per cui, in auto verso Castel del Monte, edificio del XIII secolo fatto costruire dall’imperatore Federico II in Puglia nell’attuale frazione omonima del comune di Andria. È situato su una collina della catena delle Murge occidentali, a 540 metri s.l.m.È stato inserito nell’elenco dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco nel ’96 e si trova raffigurato dietro alla moneta di un centesimo. Beh, cosa dire, bellissimo fin da lontano ed imponente quando lo vedi dai suoi piedi. Forse il costo del biglietto d’entrata è da rivedere (10 Euro inclusa la mostra dell’artista Pomodoro all’interno delle sale del castello).
Ci manca ancora qualche ora prima del volo di ritorno per cui facciamo una scappatina anche a Trani, di cui me ne hanno parlato un gran bene. Il suo centro storico, affacciato sul mare, si presenta spoglio, forse per il periodo, ma pur sempre affascinante. Un altro castello di Federico II di Svevia e la Cattedrale, direttamente sul mare, sono le attrazioni principali. Decidiamo di visitare la Cattedrale al suo interno. Bellissima, si rileverà effettivamente una chiesa doppia. Suddivisa in due unità (Cripta di San Nicola, che conserva le reliquie del santo e Cripta di Santa Maria, che risale alla costruzione precedente), la parte inferiore ricalca la pianta dell’edificio e si distingue per l’eleganza dei capitelli romani. Tramite una scaletta è possibile accedere all’ipogeo di San Leucio, scavato sotto il livello del mare e ornato di affreschi ormai in cattivo stato di conservazione.
Adesso non rimane che restituire l’auto e farci accompagnare dalla navetta dell’autonoleggio in aeroporto per tornare a casa. Sicuramente mi rimarrà impresso tutta la storia di Matera, delle persone gentilissime, gli scatti visivi emozionanti di tutto il tour. Quindi a presto…