Walea 2006 la meraviglia

Per la mia quinta volta mi accingevo a partire per Walea con me ci sarebbe stata Alessia e pensavo nei giorni immediatamente precedenti: come sarà stavolta? Mi sembrerà di rivivere una cosa già vissuta e per certi versi uguale? Ne rimarrò in un certo senso deluso? Niente di più sbagliato e falso! Come in tutte le scorse, Walea ha saputo...
Scritto da: Bru
walea 2006 la meraviglia
Partenza il: 17/07/2006
Ritorno il: 30/07/2006
Viaggiatori: in coppia
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Per la mia quinta volta mi accingevo a partire per Walea con me ci sarebbe stata Alessia e pensavo nei giorni immediatamente precedenti: come sarà stavolta? Mi sembrerà di rivivere una cosa già vissuta e per certi versi uguale? Ne rimarrò in un certo senso deluso? Niente di più sbagliato e falso! Come in tutte le scorse, Walea ha saputo sorprendermi anche stavolta, lasciandomi entrare nel suo mondo senza chiedermi niente in cambio, facendomi sentire parte di ciò che stavo vivendo, come se fossi da sempre stato lì.

Questa è Walea, e questo è il clima che si respira al villaggio che Simona Luca e Lele gestiscono con grande equilibrio, capacità e rispetto per ciò che hanno trovato e li circonda.

Partiamo da Roma per Singapore, dopo il primo volo che ci ha visti decollare dall’aeroporto di Venezia.

Ho sempre pensato che una vacanza con un viaggio lungo come questo bisogna viverla sin dall’inizio, senza avere la frenesia di arrivare il prima possibile, altrimenti te ne rovini una parte che invece ha molti aspetti positivi che si possono trovare e osservare nei luoghi con cui veniamo in contatto durante il viaggio stesso, ma il prerequisito è la calma. Prima di partire, avevo fatto una richiesta particolare tramite il Tour operator, cioè di avere il menù vegetariano (è un servizio che la Singapore Airlines mette a disposizione dei clienti) e una volta partiti con il 777 un’hostess gentilissima viene subito a verificare l’esattezza della sua informazione.

Il volo procede tranquillo e tra un film e una dormitina arriviamo a Singapore Changi in orario.

L’aeroporto è bello come sempre, molte cose interessanti da vedere, molti servizi (tra i quali un albergo con camere ad ora, massaggi ecc), ma la cosa che mi piace fare di più è salire in terrazza fumatori (anche se io non lo sono, invece Alessia si), dove c’è il giardino di girasoli, e nella vicina zona interdetta al fumo respirare per la prima volta l’aria dell’oriente…È una sensazione che mi avvolge, mi trasmette il clima del luogo e comincia a farmi sentire…A casa.

Si riparte. Questa volta la destinazione è Manado. I bagagli li avevamo già spediti da Venezia, perciò non erano un problema e in tasca avevo già i biglietti per questo volo, poiché a Roma (ma si può fare anche negli altri aeroporti di partenza dall’Europa)avevo fatto sia quelli per Singapore, sia quelli per Manado stessa.

Questo è possibile perché la Silk Air, che fornisce il servizio per Manado, è di proprietà della Singapore Airlines.

In questo volo (anche qui per gli stessi motivi già detti mi forniscono il pranzo vegetariano) come tutte le volte precedenti dormo di brutto, perciò non me ne accorgo e siamo già arrivati.

A Manado stavolta, rispetto alle altre, la faccenda è diversa: non ci si ferma più a dormire, ma l’ultimo mitico volo con l’Air Merpati con destinazione Luwuk è in coincidenza, così si guadagna una notte a Walea. Sono curioso di vedere se sarà più stancante fare il dritto oppure gratificante l’arrivo anticipato.

Le pratiche le sbrighiamo velocemente(ci sono oltre a noi altre 6 persone con la stessa nostra destinazione), anche perché c’è un incaricato del Walea Diving Resort che si occupa di pagare l’extra bagaglio e che ci aiuta per eventuali problemi burocratici.

Si parte con un po’ di ritardo, comunque dopo un’ora e quindici circa atterriamo a Luwuk, sono circa le diciassette ora locale (sei ore in più rispetto a noi nel periodo dell’ora legale).

Ram ci aspetta, partiamo in macchina per Pagimana, e devo dire che fare il viaggio al tramonto è un’emozione diversa, i colori cambiano, cambiano le forme, ed anche la vita nei piccoli paesi che s’incontrano durante il tragitto…Tutto molto suggestivo ed interessante.

Ad un certo punto la mia attenzione è catturata da una scritta presente su un muro dove leggo GATUSO. Chiedo a Ram, il quale mi dice che la vittoria della nazionale ai mondiali di calcio(uno degli idoli era Gattuso, che loro scrivono e pronunciano con una sola t) è stata festeggiata da un sacco di gente che si è riversata per le strade con la bandiera italiana; in più, un gruppo d’italiani in partenza dall’isola è stato acclamato e accompagnato per un lungo tratto di strada…Incredibili…

Arriviamo al porto di Pagimana verso le diciannove e quindici, la barca ci sta aspettando per l’ultimo tratto che ci porterà sull’isola. Questo è anche l’ultimo punto dove chi vuole può usare il cellulare poi…Fine! Per me non avere squilli di cellulare per quindici gironi è davvero gratificante.(sull’isola si telefona tramite satellitare oppure si usa la mail sempre via satellite).

Partiamo. Tutti si sistemano dentro la barca che ha in dotazione due motori da duecento cavalli ciascuno…Veloce, io invece rimango fuori, in piedi e qui mi coglie di colpo la prima emozione forte…Il cielo. Il cielo sembra disegnato, milioni, miliardi di stelle tutte ammassate a formare la via lattea (dove appunto vi si trovano stelle a…Mucchi), sono visibili in tutte le direzioni, non solo verso l’alto, ma anche guardando l’orizzonte. Che spettacolo! E poi la scia, la scia della barca è luminosa, con dei bagliori più grandi di tanto in tanto, non sembra scivolare sull’acqua, ma sfregare al contatto tra il ferro e il cemento.

Ci penso un attimo e finalmente realizzo che si tratta del plancton che viene eccitato dalle eliche dei motori e dalla chiglia della barca, non lo dimenticherò mai! Finalmente intravedo le luci del villaggio, quelle della Rumah Makan(che fa da sala pranzo e cena più zona accoglienza), del Sunset Bar e, per la prima volta, della nuova SPA, che si trova leggermente defilata sulla destra rispetto al corpo centrale.

L’effetto è indubbiamente spettacolare, luci molto soft ma che evidenziano le forme delle strutture. Mi colpisce in particolare vedere dall’acqua i tendaggi bianchi che avvolgono le sale preposte ai messaggi della SPA…Sospesa sopra l’acqua a 5 metri d’altezza…

Stiamo per sbarcare, ad accoglierci vengono Simona e Lele (Luca arriverà qualche giorno più tardi) più altri ragazzi indonesiani che oramai conosco bene come Haian, Musli, e Ippin…È già festa, e per me è un po’ come ritornare a casa! Per prima cosa ci vengono assegnanti i Cottage (a noi il 13) e quando arriviamo sulla soglia con Simona che ci spiega le ultime novità, non posso non rimanere colpito dai nuovi arredi, dalla cura dei particolari e poi dai bagni nuovi che sono stati rifatti completamente e rivestiti con mosaici davvero bellissimi…Mi trovo a pensare…Ci troviamo in un’isola praticamente fuori dal mondo, selvaggia, con una foresta vergine alle spalle, a quindicimila chilometri dall’Italia, con solo la sabbia e il mare appena fuori del Cottage…E abbiamo a disposizione una qualità così ricercata e originale che ti lascia senza fiato…Se l’inizio è questo…

Si va a cena e qui comincia la vera festa! Sì perché a Walea si mangia davvero bene, l’unico rischio è quello di mettere su qualche chilo, pane fatto in casa ogni giorno, così come la pasta(quando viene servita è sempre al dente), il pesce pescato la mattina dai pescatori locali, le crépes, il gelato e i tanti piatti che sono un perfetto mix tra la cucina asiatica e quella italiana.

Andiamo a dormire stanchi dal viaggio ma davvero felici: siamo già qui e domattina potremo godere dall’inizio della giornata: si, è valsa la pena fare il dritto! I primi giorni volano con 2 immersioni al giorno, dove mi riempio gli occhi di un reef che a mio modesto parere ha pochi eguali al mondo. Ricordo in particolare (era la prima volta che la facevo perché di recente scoperta), l’immersione a Lolosi chiamata da Sonny Magic Rock, un tripudio di spugne a canne d’organo alte più di 2 metri, spugne a botte, alcionari di diversi colori, coralli duri del genere acropora, e poi…Una serie di gorgonie da impazzire con attaccati alle estremità tantissimi crinoidi (ricci piumati), sembravano tanti alberi di natale, il tutto circondato da nuvole di pesci che volteggiano intorno, anemoni a palla di diversi colori e una trasparenza dell’acqua incredibile che lasciava penetrare i raggi del sole a formare lance di luce.

Dopo le immersioni?Sì il the con i biscotti appena fatti, si, prendere il sole tranquillamente distesi sul pontile o al Sunset, o ancora sui lettini davanti a Cottage ma…Ma la grande novità stavolta è la SPA! Dopo una giornata così “pesante” cosa c’è di meglio di…Un’immersione nella mega vasca ad idromassaggio, (lunga più di 5 mt, tutta rivestita in mosaico, un capolavoro) situata…Proprio sopra il mare(la SPA è costruita su palafitta)con il tramonto in faccia…Da non credere che sia vero.

Maaa, non finisce qui, perché poi chi ce lo toglie un bel massaggio Indonesian (il mio preferito, ma anche gli altri sono davvero super)all’essenza d’Aloe, siamo veramente in paradiso… Così tentano di scapparmi, di sfuggirmi da sotto il naso le giornate, troppe le cose che richiamano la mia attenzione, le mie emozioni, prima di tutte…I profumi, i profumi sono una cosa che mi prende dentro: il frangipane, il cocco, quelli del mare e della foresta, li riconosco perfettamente uno ad uno, e poi i colori, quelli delle immersioni sono quasi…Asfissianti, ma anche i terrestri, gli ibiscus, i bouganville e poi ancora papagallini, le aquile dalla testa bianca ecc.

Il rischio è fortissimo, quello di non carpire il momento, il famoso “carpe diem”, l’attimo fuggente descritto nell’omonimo film.

No, non mi faccio fregare dai miei sensi primari e vado più in profondità, imprimo dentro di me ciò che sono in quel momento e che cosa mi fa essere così: le emozioni… E non le lascio svanire, evaporare, ma le imprimo nel mio cuore, solo così si può comprendere sino in fondo che…Siamo vivi.

E poi, e poi che altro raccontare, le escursioni a Dondola, superba isola deserta dalle immersioni incredibili, talmente bella che nonostante si tratti di un Full Day ci siamo tornati 2 volte nel giro di 5 gg.

E Alessia, che prima di venire a Walea non aveva mai indossato la maschera, e che li ha fatto la sua prima immersione, talmente è stata coinvolta ed entusiasta di ciò che ha visto sott’acqua.

E ancora “la punta”, la punta(parte terminale dell’isola) e davvero un luogo magico, dove si trovano le palafitte di alcuni pescatori locali poste su di una lunga striscia di sabbia bianca, con il mare ai due lati. Qui si trova in alcuni periodi dell’anno (come ora) Papasini, un’ex Gipsy Sea (zingaro del mare)che vive con la sua famiglia a guardia delle palme da cocco che coltiva.

Ma la punta è straordinaria anche e soprattutto per il mare, una laguna con acqua cristallina a trentadue gradi dove si incrociano due lembi di mare, così da creare delle piccole ondine di direzione opposta, l’effetto è una specie di acqua terapia naturale…

Tra le cose che mi resteranno impresse stavolta in più delle altre c’è la cena che abbiamo fatto al lume di candela al Sunset bar.

Un tavolo sopra il mare (il Sunset è su palafitta overwater) preparato per quattro (io, Alessia, Diane, e Davide): servita aragosta e gamberoni con un bottiglia di Berlucchi millesimato, leggera musica in sottofondo, e come tetto…Un cielo di stelle…

Ho tralasciato la descrizione di altre immersioni con gli incontri più vari, dai soggetti da macro stupendi (tre ballerine spagnole in notturna con il gamberetto imperatore simbionte)come il Pigmy sea Horse che si trova solo a Walea, o i Mandarin Fish, solo per citarne alcuni.

Dai grossi pelagici come i grandi tonni, le grandi cernie (dico grandi perché davvero di dimensioni mai viste prima), i barracuda, i carangidi e gli squali, pinna bianca, nera (alcuni piccoli sono nella laguna del villaggio)e i mitici martelli a Gegolan (nome dell’immersione dove si possono incontrare)che hanno incontrato per tre volte di seguito dei sub che ci sono andati quando c’ero io.

Non so se in qualche maniera sono riuscito a descrivere l’esperienza che abbiamo vissuto a Walea in questo luglio 2006 per 15 giorni. Ho cercato di descrivere le cose che a me hanno colpito di più, ma è naturale che ognuno di noi possa vivere la stessa esperienza in maniera differente, dipende da come ci sentiamo in quel momento, da quello che cerchiamo e più di tutto da ciò che siamo.

Ringrazio di cuore Simona, Luca e Lele che sono persone stupende, oltre a Sonny, Chen e tutte le persone che lavorano e si trovano in quest’isola. Un pezzo del mio cuore è rimasto lì, e di certo tornerò a trovarlo.

Bruno



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