Voglia di andare a Panama!
Terza tappa del nostro viaggio è la Isla Boca Brava. La fatica per raggiungerla è ricompensata dalla bellezza del posto. Da El Valle è necessario arrivare a David, una cittadina di medie dimensioni che non offre un granché. Da David bisogna poi prendere un pulman per Horconcitos e da lì, in mezzo al nulla, comparirà un taxi che in circa un’ora di strada sterrata arriverà al piccolo porto di Boca Chica. Infine, con 5 minuti di barca si raggiunge Boca Brava. L’isola fa parte di un arcipelago all’interno di un Parco Marino protetto ed è l’unica abitata e aperta al turismo. Qui, otto anni fa, un biologo tedesco decise di costruire una struttura con poche stanze per i viaggiatori più coraggiosi. I colori cambiano rispetto alle San Blas. Il mare è limpidissimo ma predomina il verde intenso, a causa della fitta foresta tropicale che ricopre gli isolotti che popolano la laguna. Dalla terrazza dell’hotel si gode di una vista spettacolare. Si può rimanere a Boca Brava e passeggiare per i sentieri in mezzo ad alberi popolati da moltissime scimmie oppure usufruire delle due spiagge dell’isola. Molto meglio però (anche se un po’ costoso) uscire per una gita in barca. Le isole al largo che si raggiungono in circa un’ora sono, ancora una volta, da cartolina. Approdiamo così in un angolo di paradiso che si presenta con una spiaggia bianca dalla sabbia morbidissima i cui unici abitanti sono centinaia di paguri. Sott’acqua la visibilità non è ottima ma ci sono bei giardini di corallo e moltissimi pesci. Nella logica dell’alternanza, dopo il mare di nuovo la montagna. Ed eccoci a Boquete, punto di partenza per passeggiate e tour alle piantagioni di caffè. Visitiamo la piantagione Ruiz, una delle più importanti della zona, imparando che dietro alla normale tazzina ci sono delle bacche rosse che vanno raccolte ad una ad una e poi mesi di lavoro, dalla pulitura alla tostatura. Quanto alle passeggiate, sono consigliabili solo a chi ha un buon allenamento. Noi ci spaventiamo per i 12 km in salita necessari per arrivare in cima al Cerro Punta girando intorno al Vulcano Baru.
Scegliamo la gita attraverso il sentiero de Los Quetzal ma prendiamo solo tanta acqua, perché il mitico uccello colorato in questa stagione sverna altrove.
Terminiamo la nostra vacanza a Bocas del Toro, forse il posto di mare più “turistico” di tutta Panama. Anche qui, di giorno si esce in barca per visitare l’arcipelago. Le isole che lo compongono non sono atolli microscopici ma occupano vaste superfici e sono ricoperte da una ricchissima vegetazione. Le mangrovie, che arrivano fino dentro al mare, rendono l’acqua ancora più verde. La barca si ferma nella Baia dei Delfini ed è bellissimo vedere questi simpatici animali che fanno le loro evoluzioni nell’acqua. Alcuni punti sono ideali per lo snorkeling e a Red Frog Beach si possono vedere delle insolite ranocchie rosse. Da non perdere i Cayos Zapatillas dove ritorna l’acqua azzurra cristallina e scenari caraibici. Di sera, si può prendere una barca per andare a mangiare a Bastimentos, l’isola che sta proprio di fronte a Bocas oppure scegliere uno tra i numerosi ristorantini che danno proprio sul mare.
Nella nostra vacanza a Panama abbiamo volutamente escluso alcune mete che sarebbero state ugualmente interessanti. Il Parco Nazionale Marino di Coiba, ad esempio, sembrerebbe essere un posto da sogno per le attività subacque, snorkeling compreso, ma ospitando un carcere di massima sicurezza, può essere visitato solo con costosissimi tour organizzati. La Isla Contadora, che fa parte dell’arcipelago de Las Perlas sul versante Pacifico, ci è sembrata altrettanto cara. Infine, l’impenetrabile jungla del mitico Darien National Park, adatto a viaggiatori con uno spirito d’avventura maggiore del nostro.