Vivere una favola a Rodi
Unico neo, ci è stato cambiato l’operativo volo 2 giorni prima della partenza – aeroporto di Verona – per cui anzichè durante la mattinata del sabato arriviamo all’una di notte della domenica. Appena appoggiati i bagagli in camera – dotata di aria condizionata, letto matrimoniale, cassaforte e frigo – affamati ci dirigiamo verso la vicina “Bar Street”, popolata di giovani s.T. Provenienti dalla Scandinavia ed in cerca di divertimento e alto volume. Tempo di addentare un tipico “gyros”, il corrispondente greco della piadina, ma un “filo” + pesante per via dell’onnipresente cipolla, e io e Roby ci fiondiamo a nanna, lasciando gli altri alla “caccia grossa”.
domenica 13 luglio: la mattina abbiamo appuntamento con l’auto noleggio Rodos Car, che per 175 euro la settimana ci consegna direttamente all’hotel la nostra Panda climatizzata; il contatto l’avevo stabilito via mail già a maggio, e si è rivelata una scelta vincente, anche se davvero i car rental si trovano ad ogni angolo, per cui immagino si possano spuntare prezzi ancora inferiori… Ma considerando che i nostri amici avevano noleggiato con Herz una Getz a 270 euro, con tanto di addebito di 66 euro per il carburante, ci riteniamo ancora fortunati! Sbrigate queste pratiche ci mettiamo in strada verso la prima spiaggia: la golden sand, nella baia di Agathi… Che dire, sabbia dorata, mare cristallino con fondale basso… Un paradiso! Altra piacevole sorpresa: il costo di due lettini – con tanto di materassino e cuscino poggiatesta più ombrellone – in tutta l’isola non supera i 7 euro, altro che Forte dei Marmi!!! Giornata trascorsa fra partite a racchettoni, bagni da favola e rientro all’hotel per cena.
lunedì 14 luglio: della vacanza del 2004 mi erano rimaste nel cuore e negli occhi le immagini di un’altra spiaggia bellissima, la famosa “Anthony Quinn’s bay”, donata dalla nazione ellenica all’attore dopo che vi era stato ambientato il film “i cannoni di Navarone” e poi tornata ad essere parte del demanio pubblico. E’ una baia protetta dai venti, attrezzata ma molto piccola, con acque cristalline, spiaggia di ciottoli, forse un poco scomoda ma dalla bellezza mozzafiato: obbligatoria la maschera per dare un occhio al fondale.
La sera giro per i viottoli della città vecchia, riconosciuta patrimonio dell’umanità dall’Unesco: si tratta di viuzze medievali raccolte da mura imponenti, dove un tempo avevano sede le residenze dei cavalieri di S. Giovanni, e dove oggi il ricordo dell’imponenza di allora viene spesso e volentieri sopraffatto dal chiassoso brulicare dei turisti a caccia di souvenir nei negozietti che affollano via Socrates (un consiglio: gli stessi ricordini li trovate a prezzo inferiore nei bazar fuori le mura!). Quella sera io e Roberto ci siamo organizzati per un giro in barca da effettuarsi nei giorni a venire. L’offerta al porto di Mandraki è parecchio varia: dai traghetti che partono per l’isola di Symi, al catamarano, alla barca a vela , al caicco, ce n’è per tutti i gusti e tutte le tasche! martedì 15 luglio: la giornata inizia in maniera molto movimentata: alle 6.30 veniamo svegliati da un’interminabile scossa di terremoto, che tranne il forte spavento iniziale, si risolve senza danni, tanto che io e Roby ci riaddormentiamo. Si parte cmq molto presto, la destinazione è la punta estrema a sud, la spiaggia di Prassonissi. Mettete in conto 2 ore per arrivarci, e fatelo solo se siete appassionati di windsurf o sport acquatici, perchè il tragitto è davvero sfiancante. Il panorama è notevole una volta arrivati: una stretta lingua sabbiosa, che termina poi con un promontorio montuoso, separa il mar Egeo, più calmo, dal Mediterraneo, ventoso e solcato da onde spumeggianti,oltre che da un esercito di surfisti. Il vento la fa da padrone al punto che verso il tardo pomeriggio arrivano raffiche accompagnate da sabbia che come proiettili sferzano la pelle, in modo tale da costringere alla ritirata. Un consiglio generale: se non siete amanti del vento, lasciate perdere le spiagge ad ovest dell’isola, e concentratevi su quelle ad est, fino a Lindos, poi da lì in giù anche le strutture cominciano a scarseggiare.
mercoledì 16 luglio: è arrivato il gran giorno della gita in barca, a cui partecipiamo solo io e Roby; due sere precedenti avevamo preso contatto al porto con Steve, il capitano di una barca a vela, e Flavia, ed eravamo riusciti a farci rientrare nel già affollato gruppo (15 persone) prenotato per la gita in mare del mercoledì. Partenza dal porto di Mandraki alle ore 10 e via, comincia l’avventura in barca, che per due neofiti come noi si è rivelata davvero entusiasmante. La prima tappa è stata ancora la baia di Anthony Quinn, dove, una volta buttata l’ancora ci siamo tuffati dal bordo della barca: semplicemente meraviglioso! Uno sguardo ai fondali con la maschera, un pranzo leggero a bordo, innaffiato da vino bianco dell’isola (attenzione, sembra leggero… Ma non lo è!!) e via per la spiaggia successiva! Segnatevi il nome: Tragano beach, una spiaggia dove solo i locali riescono ad arrivare, perchè non segnalata, ma un vero paradiso! Io e Roby siamo arrivati a riva a nuoto, in un mare da sogno, dal colore azzurro intenso e lì ci siamo crogiolati un poco al sole per poi far ritorno a bordo ed affrontare l’ultima parte della giornata: il ritorno al porto, veleggiando… In mare aperto!!! Secchiate d’acqua a gogo, vento impetuoso, barca inclinata quasi a 90°… Sconsigliato a chi soffre il mal di mare… Ma davvero emozionante! Una volta rientrati al porto abbiamo approfittato della luce calda e diffusa del tardo pomeriggio per gustarci la bellezza della città vecchia in tutta tranquillità. Cena fuori con gli altri (che avevano trascorso il pomeriggio nella chiassosa Faliraki) da Kostas, una tavernetta della città vecchia, appena fuori dalla bolgia dei locali turistici, consigliata dalla fida Lonely Planet, dove con 13 euro siamo riusciti a mangiare piatti tipici, serviti con gentilezza d’altri tempi dal gestore e da suo figlio. Provare per credere! giovedì 17 luglio: partenza alla volta della bella Lindos, che avevamo intravisto durante il viaggio verso Prassonissi i giorni precedenti. La cittadina, un dedalo di case secentesche di un bianco accecante, è abbarbicata su una rocca dove culmina l’Acropoli della città vecchia. Ai suoi piedi una baia dalle mille sfumature di blu, dove abbiamo trascorso la giornata, fra bagni di sole, partite a racchettoni e nuotate interminabili. Accompagnati dalla luce morbida del meriggio, abbiamo iniziato la salita verso l’Acropoli, dalla cui cima si gode una vista spettacolare, per poi tornare giù, verso le strette viuzze, al fresco dei pergolati che regalano al turista oltre che al ristoro, la sensazione di serenità assoluta. Al ritorno, dopo una cena in “zona Cesarini” (il ristorante dell’hotel è inflessibile, alle 21 si chiude baracca!!), siamo partiti verso la capitale del divertimento, la chiassosa Faliraki, più che altro un grosso luna park, oltre che la capitale della contraffazione (solo un esempio: cintura di Armani a 3 euro!!). Tempo di un’occhiata per i souvenirs e un long drink, saluto agli altri che iniziavano la loro “notte bianca” e per noi era già tempo di nanna! venerdì 18 luglio: la giornata scorre pigra sulla spiaggia di Faliraki, senza un alito di vento, solo una passeggiata sulla battigia ci regala un poco di frescura; rientro in hotel e poi via per l’ultima cena fuori, dal fidato Kostas, dove ci sbizzarriamo tra feta fritta, olive, moussaka, polpo alla griglia, calamaro ripieno di feta, regina incontrastata della cucina greca insieme alla cipolla, vino a volontà, e la simpatia dei gestori, che si prestano a fotografie e grandi sorrisi: davvero indimenticabili, passate a trovarli, resterete incantati! Ancora un giretto fra le viuzze, per un ultimo gyros e poi tutti a nanna! sabato 19 luglio: la nostra vacanza volge al termine, e dopo un’ultima manche di briscola in 5 (con il morto!), torneo che ha accompagnato le nostre giornate nei momenti in cui il sole era troppo forte – nemmeno una nuvola ha solcato il cielo di Rodi – via verso l’aeroporto, con negli occhi il blu cobalto del mare, e nel cuore 7 giorni meravigliosi che difficilmente dimenticherò.