Vipiteno, il Monte Cavallo e le Miniere
Senza programmi e senza prenotazioni siamo partiti all’avventura il 18/08/2009 e arrivati nel primo pomeriggio abbiamo cominciato a chiedere direttamente ai tanti e bellissimi alberghi la disponibilità di una camera doppia. Tutti erano pieni e alle cinque di sera, dopo otto richieste, non avevamo ancora una camera. Abbiamo imparato la prima lezione: non andare mai a Vipiteno in Agosto senza una prenotazione alberghiera).
Solo la disperazione e il caso potevano condurci all’albergo Sole, posticino quasi anonimo, dove abbiamo trovato il nostro rifugio per tre notti. L’albergo, 70 euro la doppia con colazione, è un po’ datato ma pulito, situato praticamente in centro storico e gestito da tre simpatici fratelli. Appena entrati in camera, sentendo uno scrosciare di acqua, ho pensato ci fosse un rubinetto aperto, in realtà il balcone della nostra camera si apriva sul fiume Isar. Bella la meraviglia, sopratutto al risveglio, ma meno male che i doppi vetri della finestra ne attutivano il rumore, almeno di notte.
Dopo esserci lavati e cambiati, andiamo in esplorazione della città a piedi e ci dirigiamo subito alla stazione della cabinovia che porta sul Monte Cavallo (Rosskopf). La cabinovia, che attraversa in sospensione l’autostrada del Brennero, dista poche centinaia di metri dal centro di Vipiteno. Abbiamo memorizzato orari e possibili itinerari sulla cartina esposta, e decidiamo di prendere una birra all’aperto nel vicino pub e goderci il panorama delle montagne circostanti.
Il posto è talmente piacevole che restiamo inchiodati alle nostre sedie fino all’ora di cena e visto che ai tavoli vicini portavano delle bellissime pizze, decidiamo di restare a mangiare. Ci alziamo che sono già le nove ed è d’obbligo una passeggiata in centro. Arriviamo fino alla piazza principale dove si trova il simbolo della città: la Torre civica che segna il confine fra la città vecchia (Altstadt) e la Città Nuova (Neustadt). Il perché di queste due zone del centro storico lo scopriamo di lì a breve: mentre siamo distratti a guardare le vetrine e il passeggio, mio marito adocchia una processione di persone con in mano delle torce. Ci avviciniamo e chiediamo al capo gruppo, vestito in tipico costume tirolese, di che cosa si tratta: è una visita guidata della città fatta su prenotazione da effettuarsi presso l’Ufficio del Turismo. A quest’ora però l’Ufficio è chiuso e di fronte al nostro rammarico, questo gentile signore ci invita ugualmente a presentarci un’ora più tardi, alle 22, presso la sede del Municipio per unirci all’ultima visita guidata in programma. Non ci facciamo certo perdere l’occasione e puntualmente la visita ha inizio proprio in questo palazzo. Appena entrati è visibile una copia della stele romana del dio Mitra trovata nelle vicinanze e una pietra miliare del 200 d.C. Trovata a Vipiteno. Al piano superiore è ancora intatta la meravigliosa sala del Consiglio, con il pavimento e gli arredi originali in legno e con un bellissimo lampadario fatto con corna di stambecco cavalcato da una donna. Qui assistiamo ad una rappresentazione teatralizzata del processo alla donna accusata del grande incendio che ne XV secolo distrusse quella che oggi è appunto la Neustadt di Vipiteno, cioè la città ricostruita dopo tale incendio. Molto coinvolgente! La visita prosegue poi alla chiesa del Santo Spirito in Piazza Città, che in origine era un ospizio per i pellegrini e indigenti: alle pareti, dopo un accurato restauro, sono emersi affreschi con scene di dannati e redenti. Divenuta nel tempo troppo piccola per il numero crescente di indigenti, venne soppiantata un secondo ospizio, detto dell’Ordine Teutonico, eretto fuori le mura, la cui imponenza colpisce entrando in città da sud. Infine salita a piedi in cima alla Torre Civica da cui si gode un panorama notturno bellissimo: questa torre era il punto di osservazione e di allarme per segnalare i non rari incendi che si verificavano frequentemente in città.
19/08/2009 Per prima cosa prenotiamo la visita che faremo domani alle miniere di Monteneve (www.Monteneve.Org) poi viaaa … sul monte Cavallo (Rosskopf) … In cabinovia (andata e ritorno 11€). Le possibilità di escursione sono tantissime, dalle più facili alle più impegnative. Per due sedentari poco allenati come noi, va bene un approccio soft e ci godiamo il meraviglioso panorama: montagne bellissime che ti sembra ti toccare, prati verdi con mucche al pascolo e tanta acqua che scende in numerosi torrentelli a valle.
Iniziamo la nostra escursione dirigendoci alla sinistra della stazione di arrivo della cabinovia e dopo una poco impegnativa salita, si apre un “terrazzo” vista monti con un sentiero dall’andamento quasi pianeggiante. Piacevolissimo è passeggiare e un paio d’ore passano veloci. Il Monte Cavallo è attrezzatissimo per i turisti e numerose malghe e baite sono piacevoli punti di ristoro che offrono le specialità altoatesine. Decidiamo di pranzare alla malga Ochsenalm con formaggi, salumi e birra, per finire con l’immancabile yogurt ai frutti di bosco: un denso e quasi solido yogurt ricoperto da uno spesso strato di frutti di bosco sciroppati. Restiamo seduti in questo angolo con vista meravigliosa in totale ottundimento per circa quattro ore in compagnia di una simpatica comitiva di fiorentini dai quali abbiamo saputo che la “radla” è la bevanda dissetante più comune in Alto Adige: si tratta di birra mista a limonata e diventerà la mia bevanda preferita ai pasti per il resto del soggiorno.
Quando rientriamo siamo stanchi ma in città fervono i preparativi lungo le strade del centro per la festa gastronomica che si terrà in serata, dove i ristoranti proporranno le loro specialità. Ci prepariamo e ci buttiamo nella mischia: la nostra cena saranno i numerosi assaggi alle diverse bancarelle della festa. Finiamo la serata a goderci il coro di Vipiteno con i canti della tradizione. 20/08/2009 Oggi ci dirigiamo a Masseria, in Val Ridanna, il punto di partenza della visita alle miniere di Monteneve che ieri avevamo prenotato. A Masseria sono presenti ancora gli impianti di lavorazione dei minerali, vera archeologia industriale incastonata fra i monti. Fra i diversi percorsi proposti, tutti con diversi gradi di difficoltà, abbiamo prenotato il percorso “avventura” della durata di tutto il giorno: al mattino si tiene la visita guidata all’interno di un miniera, questa ricostruita dai minatori a scopo didattico, per finire con visita agli impianti di raffinazione del minerale. La produzione consisteva principalmente in rame, zinco, piombo e argento. Come ci racconta la guida, le miniere davano molta ricchezza a queste valli, il lavoro dei minatori era talmente duro che la vita media era di circa 40 anni. La rumorosità dei macchinari è impressionante e molti lavoratori divenivano sordi.
I residui della raffinazione dei metalli poi finivano nel fiume Isar e l’inquinamento era tale che non vi era più forma di vita fino a Bressanone. Niente di nuovo quindi in fatto di politiche ambientali: anche allora il vantaggio economico derivante dalle miniere superava l’interesse della collettività per una migliore qualità della vita.
Dedichiamo poi parte della pausa pranzo alla visita del museo delle miniere con interessanti reperti minerali e una bella parte didattica dedicata all’attività dei minatori. Un piccolo locale all’interno del museo è dedicato a Maria Fassnauer , la Gigantessa del Tirolo, la donna più alta del mondo. Di umili origini, manteneva la propria famiglia andando in giro per l’Europa esibendosi nei circhi e nonostante questo rimase sempre legata alla sua terra. Nel primo pomeriggio la visita prosegue nella miniera a quota duemila metri. Per iniziare ci vengono consegnati degli stivali di gomma, una mantella cerata anti-acqua e un elmetto da minatore con luce incorporata. Ci apprestiamo a raggiungere la miniera che dista circa tre ore di cammino da San Martino di Monteneve, il villaggio dei minatori a quota duemila metri che ai tempi d’oro contava oltre 1000 abitanti, minatori con rispettive famiglie, dove vi era anche una scuola per i bambini, la chiesa e diverse attività culturali. Solo nel XIX secolo fu messa una teleferica che da Masseria portava in quota i rifornimenti, precedentemente invece i minatori e le famiglie arrivavano a destinazione dopo lunghe ore di marcia.
Noi invece arriviamo comodamente con un pullman dopo circa venti minuti di viaggio. Qui ci aspetta un trenino da minatore con il quale ci addentriamo per 3,5 km all’interno della montagna. Successivamente per gruppi proseguiamo a piedi nei cunicoli. Sottoterra l’orientamento è impossibile, non sai più se stai avanzando a nord, sud, oppure verso l’alto o verso il basso. Le tecniche di scavo e di avanzamento si sono evoluti nel corso degli anni: inizialmente era tutto un lavoro di scalpello e mazzuolo, poi gli esplosivi permisero di avanzare in maniera più rapida. L’avvento del motore a scoppio consentì di portare nelle gallerie l’aria compressa necessaria a far funzionare i martelli pneumatici. Ci rendiamo meglio conto delle condizioni estreme di lavoro dei minatori e ci rattrista poiché molti di loro erano destinati ad una morte prematura. La visita è comunque affascinante e dura in totale circa quattro ore.
Di ritorno alla base, restituiamo l’attrezzatura da minatore, ci facciamo uno spuntino, e ripartiamo in auto direzione Prati, piccolo paesino a pochi chilometri da Vipiteno. La nostra meta è il parco pubblico di Prati dove si trova un percorso Kneipp e dove immergeremo i nostri piedi. Il percorso Kneipp è un canale circolare in leggera pendenza dove vi scorre l’acqua del fiume e nel quale si passeggia mentre l’acqua lambisce i piedi: la temperatura e lo scorrere dell’acqua è estremamente defatigante e stimolante per la circolazione. Tornati a Vipiteno, ci prepariamo per la cena. Scegliamo di margiarci una pizza in tranquillità in uno dei tanti ristorantini all’aperto lungo le vie del centro e alle 23, dopo una breve passeggiata di saluto alla città, andiamo a dormire. Domani purtroppo si parte.