Vietnam in moto

Questo nostro resoconto di viaggio si compone di una serie di consigli pratici e di commenti sui luoghi da noi visitati.Abbiamo attraversato il paese da Nord verso Sud in 18 giorni e muovendoci sempre con voli interni e moto a noleggio: a questo proposito vorremmo sottolineare che guidare una moto in Vietnam è consigliabile solo ed...
Scritto da: Davide Agnoli
vietnam in moto
Partenza il: 14/02/2005
Ritorno il: 04/03/2005
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
Ascolta i podcast
 
Questo nostro resoconto di viaggio si compone di una serie di consigli pratici e di commenti sui luoghi da noi visitati. Abbiamo attraversato il paese da Nord verso Sud in 18 giorni e muovendoci sempre con voli interni e moto a noleggio: a questo proposito vorremmo sottolineare che guidare una moto in Vietnam è consigliabile solo ed esclusivamente a motociclisti esperti e comunque la prudenza deve essere totale e costante. Al di la di questo lo spettacolo alla guida di una moto è paragonabile ad una cartolina vivente e ad una sensazione di libertà assoluta.

Consigliamo un bagaglio molto “magro” composto in maggioranza da vestiario usa e getta di cui le nostre case sono piene (pantaloni old-style,magliette scollacciate,camicie lise e soprattutto intimo logoro) e che permette di svuotare gradualmente lo zaino con grandi vantaggi!! Non dimenticate cinghie elastiche, bandana, occhiali,guanti e sacchi per spazzatura grandi che per la pioggia sono il top.

Dovrete assolutamente comperare l’atlante stradale Vietnam-Travel Atlas nelle librerie di Ha Noi.

Un casco nuovo costa al mercato 10-15 euro ed è consigliabile (e rivendibile) dato che quelli a noleggio sono dei focolai di pidocchi…Provare per credere!! 15-16/02/2005 HA NOI – MAI CHAU Con un ottimo ma caro volo Thai arriviamo ad Ha Noi in mattinata e con un bus pubblico ( circa 30 centesimi a persona) ci portiamo in prossimità del centro dove alloggiamo all’ Hotel Dan Chu (45 U$) stanza piu che discreta con bagno e colazione dopo di che partiamo a piedi per il centro; il primo giorno risente degli effetti del viaggio e lo stordimento ci limita parecchio. In serata dopo una cena in un locale tipico e un canonico spettacolo delle marionette sull’acqua (carino) decidiamo di cercare una moto a noleggio per il giorno dopo e lasciare subito la metropoli per le montagne del nord.

In un’agenzia del centro storico scegliamo una vecchia moto russa, la mitica MNHCK (si dice minsk) 125 cc. Due tempi: se avete tempo guardate in piu agenzie e provate le moto per evitare brutte sorprese ( in Vietnam bisogna togliersi dalla testa tutte le nostre convenzioni occidentali, quando paghi hai diritto a vedere,provare,rifiutare o accettare cio che si desidera).

Controllate bene i pneumatici, le luci e i freni!!! Per il resto affidatevi alla sorte e soprattutto alle onnipresenti “officine” che troverete anche nel piu sperduto paesino montano.Fate il pieno con regolarità e se siete in riserva la regola è fermarsi e chiedere XANG (benzina) che trovate anche dal macellaio.

Comunque basta con le premesse, un colpo deciso alla pedivella e partiamo; Ore 16, il traffico di Ha Noi è difficilmente spiegabile: visto da fuori sembra inavvicinabile ma una volta infilati nel serpentone e prese le misure si và!! I motorini costituiscono il 99% dei mezzi circolanti e se ne vedono di tutti i colori.

Lo smog è terribile e una bandana per “filtrare” risulta piacevole, cerco di capire come si guida cosi incollati e nell’anarchia piu totale, la prima regola è niente manovre brusche e ad ogni incrocio i quattro formicai di persone si fondono in un groviglio di clackson e veloci sguardi a segnare le regole di un codice stradale non scritto.

Mano a mano che ci allontaniamo dal centro il traffico diventa meno bestiale ma la tensione rimane alta e lo sguardo vigile perchè iniziano i problemi di convivenza con camion e autobus per i quali noi non esistiamo.

E’ passata un’ora e stiamo viaggiando in campagna sulla statale diretti a ovest, mi rilasso un poco (buche permettendo), imposto la Minsk a 40-50 kmh e cerco di prenderci confidenza.

Verso il tramonto siamo soli sulla strada e ci sentiamo veramente bene anche se è tardi e la nostra meta è lontana, accesi i fari proseguiamo in montagna tra frane che invadono la corsia e massi che appaiono dal nulla davanti alla ruota.

Alle 21,00 arriviamo alla nostra meta MAI CHAU dove veniamo intercettati da un ragazzo che ci accompagna al villaggio di Ban Lac formato da palafitte sulle risaie dove ceniamo e pernottiamo “allietati” da un coro di rane a tutto volume (per fortuna avevamo i tappi di cera). 17/02/2005 MAI CHAU-TUAN GIAO Il risveglio nelle risaie è emozionante e dopo un’ottima colazione con tagliolini e uova carichiamo la moto e partiamo per TUAN GIAO anche se tutti ci dicono che è troppo lontano.

La strada peggiora ogni chilometro ma il paesaggio è sempre piu bello, stiamo entrando nel vero Vietnam del nord.

C’è un bel sole e non fa ne freddo ne caldo, situazione ideale! Attorno a noi risaie, colline e foresta si caricano sempre piu di colore.

Nei villaggi che attraversiamo la vita è basata unicamente sull’ agricoltura, le case di legno sono semplici ma pulite e ordinate come la gente che le abita.

Sulla strada spiccano le scuole o i palazzi governativi costruiti con tecniche moderne a fare da contrasto a volte azzardato con l’ambiente rurale circostante.

Lontani dai pericoli di camion e autobus le nuove insidie stradali sono costituite dai bufali e in ordine di pericolosità da maiali, capre, galline e cani.

Ovviamente ci sono un sacco di bambini in strada ma ci stupisce la loro prudenza e cautela anche in tenera età mentre da noi sembra che i piccoli provino gusto a buttarsi sotto le automobili…A ognuno la propria riflessione.

Alle 19 arriviamo alla meta abbastanza provati e ci rechiamo nell’unico hotel presente che non è poi cosi male. Dopo cena non rimane molto da fare che andarsene a leggere e riposare…Lo spettacolo ricomincierà domattina!!! 18/02/2005 TUAN GIAO-SAPA Oggi vogliamo provare a raggiungere la tanto nominata Sapa in giornata ma ci aspettano 300 km di incognite, non ci scoraggiamo e fatto il pieno iniziamo la scalata al primo passo di montagna.

La moto perde benzina e ci fermiamo in una tipica officina locale dove parlando a gesti facciamo riparare il carburatore e conosciamo la famiglia del meccanico.

Dopo un’ ora ripartiamo e la strada diventa subito sterrata e parecchio malconcia ma la giornata è fantastica e scateno la Minsk che non perde un colpo! Sugli sterrati con bagagli e passeggera fila via agilissima, la mia memoria di centauro torna al primo motorino 2 tempi ed il feeling si fa totale tra doppiette e “frizionate”.

Raggiunto l’altipiano restiamo estasiati dalla bellezza della gente delle tribu’ di montagna, in ogni villaggio donne e uomini indossano coloratissimi abiti tradizionali ed esibiscono elaborate pettinature ma cambiano persino le fisionomie: da una valle all’altra gli occhi si fanno piu o meno stretti e gli abitanti alti o bassi segno di una integrità custodita gelosamente.

Mentre io sono impegnatissimo nella guida Silvia non lo è da meno nel salutare tutti ma proprio tuttti quelli che vedendoci passare si precipitano letteralmente fuori di casa lanciandoci entusiastici saluti.

Il nostro passaggio assume le caratteristiche di un evento decisamente raro e la cosa ci sorprende non poco anche se in effetti non incontriamo turisti da tre giorni e le strade sono pressochè deserte, ad ogni pausa siamo circondati dai bambini che, come già letto sulle guide, mi tirano i peli e ridono del mio pallore.

Il tratto di strada sterrata tra Tuan Giao e Lai Chau rimarrà il piu bello di tutta la vacanza.

Arrivati a Lai Chau ci concediamo un pranzo a base di riso e verdure un pò perchè fà un gran caldo e un pò perchè non ci capiamo coi proprietari del ristorante ma va bene cosi, dopo un bel caffè viet (una delle piu gustose sorprese del viaggio) ripartiamo per Sapa su una lunga statale che costeggia il fiume Song Da, qui l’asfalto è molto bello e si vola a 70/80 kmh fino a Tam Duong, città anonima prima del passo Tram Ton.

Di fronte a noi c’è il Fansipan che con i suoi 3143 mt. È la montagna piu alta del Vietnam, il cielo è limpido e la coincidenza con il tramonto offre una vista difficile da dimenticare.

Quasi senza accorgercene scolliniamo i 2000 mt. Del passo e dopo pochi metri veniamo avvolti da una fitta nebbia e da quella che sembra pioggia ma in realtà è umidità allo stato puro, fa anche freddino ma Sapa è a soli 10 km. E raggiungiamo in breve l’ Hotel Chau Long che avevamo prenotato il giorno prima.

“Finalmente” una stanza con materasso vero e doccia bollente dopo una tirata mica male; dopo la cena a base di hot-pot (brodo con verdure,tofu e carne) ci concediamo una passeggiata molto umida in una desolata e malinconica Sapa ma questo non ci tocca perchè i nostri occhi sono ancora alla splendida giornata vissuta.

19/02/2005 SAPA-YEN BAI Al primo sguardo dalla finestra capiamo che il famoso trekking dei tribal village con un tempo cosi non avrebbe senso e facciamo una passeggiata al mercato locale piuttosto triste, brutto e spoglio di mercanzie ma altrettanto ricco di mendicanti e “commercianti stupefacenti”.

Ci rendiamo conto che il luogo non ha nulla da offrirci e ci organizziamo per ripartire: carichiamo gli zaini coperti coi sacchi dell’ immondizia e ne compriamo degli altri per i nostri piedi ed il corpo fissandoli col nastro isolante.

Non piove in senso stretto ma ci ritroviamo inzuppati dall’ acqua finissima e molto infreddoliti percorrendo la discesa per Lao Cai. Dopo 25 km stiamo per uscire dalla nebbia ma ci ricordiamo di aver dimenticato in hotel i passaporti!! Questa non ci voleva, dobbiamo risalire e ridiscendere triplicando la razione di freddo.

Guido con fatica perchè ho gli occhi pieni d’acqua e le mani gelate maledicendo il portiere dell’hotel giusto per prendermela con qualcuno.

Scendendo di quota la temperatura si fà piu sopportabile ma strada facendo il freddo non vuole saperne di passare perchè come si dice da noi “è entrato nelle ossa” e adesso si fa dura.

Prendiamo la statale per Ha Noi con l’idea di percorrere 200 Km e cercare un hotel prima di sera; il cielo è bigio e mi ricorda un pò certe giornate padane che non passano mai…E sarà cosi! Già verso le 11 il nostro stomaco reclama cibo forse per il consumo di energie a contrastare il freddo ma da queste parti di ristoranti quanto meno decenti non se ne vedono e ci arrendiamo ad una bettola terribile dove ci servono una zuppa calda che non merita altro aggettivo, compriamo delle banane per ricaricarci e ripartiamo se non fosse che dopo 500 metri la Minsk si ferma di schianto fortunatamente di fronte ad un officina.

Qui viviamo una delle scene piu tragicomiche della vacanza: i meccanici sono impegnatissimi nel risolvere il guasto della moto ed un contadino decisamente ubriaco tenta un approccio a volte molto invadente con noi non gradito dai ragazzi dell’officina che pare conoscano il disgraziato e lo cacciano in malo modo, ma la scena si ripete diverse volte fino a quando l’ubriaco torna ad avvicinarsi con in mano un falcetto da riso. Noi ci allontaniamo e questa volta volano calci e pugni che stendono l’invadente ubriacone mettendo fine ad alcuni momenti non piacevoli soprattutto vista la stanchezza che ci attanaglia. Va comunque detto che questo è stato l’unico episodio negativo di tutto il viaggio e che i ragazzi del luogo ci hanno protetti come fratelli e si sono scusati piu volte per l’accaduto.

Stremati risaliamo in moto e maciniamo chilometri fino a raggiungere a tarda sera YEN BAY città industriale dove di turisti se ne vedono ben di rado, cerchiamo da mangiare per non restare a stomaco vuoto e chiedendo consiglio a dei tassisti ci sediamo ad un ristorante a gestione familiare dove ci rimpinziamo a dovere per poi crollare sfiniti in albergo.

20/02/2005 YEN BAI- HA NOI Per un attimo mi è sembrato di essere in caserma durante il servizio militare quando alle sei del mattino una gracchiante filodiffusione ha cantato un “inno alla sveglia” nell’ hotel stile colonia para-militare e tutti ma proprio tutti i clienti si sono riversati nei corrido per andare a far colazione…Noi siamo ancora stanchi e non ci vuole molto a riprendere il sonno per ancora un paio d’ore (tappi per orecchie!!!).

Lasciato l’ albergo riprendiamo la strada un pò monotona che di risaia in risaia ci conduce ad HA NOI, l’unico particolare di rilievo è l’ enorme cartello di benvenuto all’ingresso di una cittadina raffigurante una tenebrosa raffineria di petroli che viene presentata con un certo orgoglio e probabilmente manifesta il desiderio di emancipazione dalla condizione puramente agricola del circondario.

Giunti in citta riconsegnamo sfiniti la Minsk all’ agenzia e riprendiamo alloggio al CAU DAI Hotel dove recuperiamo il resto del bagaglio e ci concediamo sauna e massaggio.

Il resto della giornata è dedicato agli acquisti nel centro vecchio (se vedete una cosa che vi piace compratela subito e non cadete nell’errore di dire che la troverete anche in un altro luogo!!) e dei biglietto aerei per NHA TRANG con partenza il giorno successivo poichè il cielo grigio, la pioggia e dil freddo ci costringono a rinunciare ad un soggiorno nella baia e le isole di HAI PHONG.

21-22/02/2005 HA NOI- NHA TRANG Con un preciso e comodo volo della Vietnam Airlines atterriamo in una assolata Nha Trang nel pomeriggio, l’aeroporto dista 30 chilometri dal centro ed appena scesi si viene assaliti da fantomatici addetti ai trasporti che indirizzano ai taxi privati piu costosi. Noi abbiamo fatto melina nei bagni e dopo 20 minuti abbiamo capito che il bus locale (1 U$) parte per ultimo proprio per favorire i tassisti ( 10 U$) quindi occhio!! Arrivati in centro consigliamo il Cafè des Amis dove ristorarsi con ottimo cibo anche occidentale e decidere il da farsi: secondo noi o si decide per un soggiorno di mare nei dintorni oppure si noleggia un mezzo (ci sono anche una marea di tour) per visitare parte della costa (Mui Ne) e l’entroterra verso DA LAT e i parchi delle colline (l’agenzia a fianco del caffè ci è sembrata molto ben organizzata per tutte le esigenze).

Nel caso del fai-da-te non si trovano moto a noleggio come la Minsk e bisogna optare per i tour organizzati oppure auto o pulmino con conducente molto costosi; insistendo si trovano degli scooter 125 cc. Ma sempre a caro prezzo (10-15 U$ al giorno).

La nostra scelta è caduta sull’ immortale motorino noleggiato alla THAN’S FAMILY dove il gentilissimo signor Than ci ha forniti di un Honda Wave 100 cc. Con 2 caschi per 6 U$ al giorno, quindi lasciati i bagagli al noleggio ci siamo fatti un giro esplorativo la città.

Nha Trang ha un aspetto molto moderno e vacanziero ma non risulta mai volgare, la spiaggia principale è divisa in comodi bagni privati dove abbondano lettini,ombrelloni e massaggi.

Dopo vari tentativi abbiamo preso camera al Thien Minh Hotel (Yersin 17-c) moderno,pulito e accogliente e a due passi da tutto. Consigliamo il ristorante a lato gestito da una simpatica famiglia dove mangiare bene a tutte le ore.

In alternativa troverete molti ristoranti turistici dove mangiare pesce in abbondanza e locali dove passare la serata.

23-24/02/2005 NHA TRANG- NINH PHUOC Dopo due giorni di relax sui lettini della spiaggia cittadina la voglia di cercare qualcosa di piu avventuroso è incontenibile quindi saliamo sul motorino e ci dirigiamo verso le spiaggie che dovrebbero trovarsi a nord della città.

L’ unica strada percorribile è la temibile Statale 1/A, arteria principale trafficata e pericolosa; percorsi 50 km , dopo la cittadina di Ninh Hòa svoltiamo a destra per la spiaggia di Doc Let percorrendo una tranquillissima stradina secondaria che dopo bellissime saline e un imponente cantiere navale diventa sterrata per poi terminare su una splendida spiaggia deserta dove troviamo alcuni parasole artigianali fatti con foglie di palma sotto ai quali si “nascondono” altri turisti.

Scopriamo cosi che avendo sbagliato strada non siamo finiti nella rinomata Doc Let Beach bensi nella sconosciuta Ninh Phuoc e che il luogo è gestito da una famiglia di pescatori i quali offrono servizio di “pensione completa” alloggiati in semplici capanne di legno circondate da un ambiente assolutamente semplice e naturale.

Un ragazzo ci accoglie con un sorriso e ci invita a prendere posto sotto uno di questi “ombrelloni” dove passiamo una bellissima giornata di sole e bagni in un clima di silenzio e contemplazione condiviso da tutti gli ospiti.

Anche se non abbiamo avuto la possibilità di provare ci sentiamo di consigliare a spiriti liberi e adattabili di soggiornare per qualche giorno presso questa magica comunità.

Al tramonto ci muoviamo verso la città anche perchè ci aspetta l’infernale strada del ritorno…Ma ne è valsa la pena.

p.S: ci sono delle spiaggie incontaminate anche a sud della città che consigliamo di visitare anche perchè la statale in quella direzione è molto piu’ tranquilla…Andate andate andate!!! 25/02/2005 NHA TRANG- DA NANG L’aeroporto di DA NANG è praticamente in città, noi siamo usciti a piedi e ci siamo fatti una bella camminata per il centro anche se non c’è un granchè da visitare oltre al museo storico.

Anche qui riusciamo a noleggiare un motorino per qualche ora e ci concediamo una gitarella per visitare bene i dintorni.

Capiamo presto che Da Nang è una città da cui passare solo per andare a HUE’ o HOI AN ed è quest’ultima la nostra meta.

Con un comodo taxi van (10 u$) in mezzora siamo all’ Hotel CUA DAI molto carino e tranquillo.

Hoi AN è il luogo piu turistico di tutto il Vietnam da noi visitato, i negozi sono pensati esclusivamente per turisti come anche i ristoranti, i bar, i servizi e l’atteggiamento piu spiccio delle persone ma è talmente bella da farsi perdonare tutto o quasi.

Visto l’appetito facciamo una passeggiata in centro in cerca di un ristorantino tranquillo e incontriamo davvero molti turisti per le vie del centro cosa che ci mancava da parecchi giorni.

Anche i locali sono molto curati e arredati in uno stile coloniale molto invitante.

Dopo cena prenotiamo la gita a MY SON per domani e buonanotte.

26/02/2005 MY SON Sveglia presto e colazione volante perchè il grosso autobus deluxe arriva in anticipo e strapieno.

Qualche sintomo di claustrofobia da tour organizzato ma oggi è cosi e pazienza, la guida inizia a presentare la visita spiegando orari e programmi.

Scendiamo all’ingresso del parco dove a gruppi di sei ci portano alla reception su delle jeep russe, fà un bel caldo e non tira vento perciò è meglio avere acqua nello zaino.

Il percorso archeologico si immerge nella giungla attraverso un sentiero tabellato e ad ogni sito ci fermiamo per la descrizione della guida e le foto.

Consiglio: all’arrivo del gruppo (60 persone) il sito sembra un formicaio e non si riesce a capire nulla della storia seppur spiegata con entusiasmo dalla guida e fare foto senza beccare anche 5-6 persone è impossibile.Noi abbiamo aspettato che la comitiva passasse al successivo reperto e con l’aiuto della guida cartacea ci siamo davvero gustati la visita in santa pace potendo scattare foto da ogni angolazione.

Una volta terminata la visita siamo rientrati in città in barca lungo il fiume fino a sfociare nel mare e arrivare al porto lungo un percorso molto bello che vale la pena di essere visto.

Per fortuna rientriamo presto e ci concediamo un giretto in motorino verso la spiaggia di Cua Dai anche se l’ amara sorpresa è che si deve pagare per accedervi.

Saremo i soliti italiani ma è bastato spostarsi di alcune traverse per accedere al mare gratis direttamente col motorino e godersi la brezza marina dopo il gran caldo del parco anche se la spiaggia non è un granchè bella ed in perfetto stile occidentale.

Sulla strada del ritorno consigliamo un aperitivo al ristorante Son costruito sul fiume, non abbiamo provato la cucina ma bere una birra sul fiume ammirando il tramonto è stato bellissimo.

27/02/2005 SENTIERO HO CHI MINH Dopo una giornata di tour organizzato ci manca già l’aria e destino vuole che di fianco all’hotel recuperiamo una rossa Minsk a noleggio; contrattazione, zaino e si parte verso l’interno per un circuito che comprende il famoso “sentiero di Ho Chi Minh”. La zona che visitiamo è collinosa e verdissima anche se un po tutta uguale, per dare un taglio percorriamo un breve tratto di strada sterrata che conduce al confine laotiano dove attraversiamo uno spettacolare ponte sospeso.

Alla fine del ponte conosciamo una famiglia locale che ci mostra con orgoglio il loro bellissimo bambino, nessuno di noi capisce una parola dell’altro ma sembra che ci siamo capiti benissimo cosi! Tornati sul percorso iniziale imbocchiamo il sentiero HCM che si rivela essere una delle strade piu curate del paese anche se il traffico è raro.

In serata rientriamo a Hoi AN dopo una gran bella tirata e domani…SAIGON.

28/02/2005 HO CHI MINH CITY (SAIGON) Eccoci finalmente a SAIGON che si presenta come ce l’aspettavamo: una metropoli moderna e caotica ma non ci voleva grande intuito.

Alloggiamo all’ Asian Hotel (U$ 45) ben posizionato e con belle stanze.

Dedichiamo la mattina alla visita del centro ma tanto per cambiare sentiamo già il bisogno di un mezzo per muoverci liberamente.

Ci rechiamo nella zona degli ostelli e delle agenzie ma dopo alcune ore il motorino non si trova e se si trova ci chiedono cose assurde tipo di lasciare come garanzia passaporto e parecchi soldi.

Grazie ad un barista del Cafè 333 (ottimo cibo) noleggiamo il motorino da un privato (ricordatevi di trattare e chiedere sempre l’impossibile perchè qui esiste!!).

Ora abbiamo il mezzo,torniamo in hotel e ci facciamo un bel giro della città al tramonto per poi cenare in un mega ristorante giardino dove passano maialini da latte infilzati su enormi spiedi.

29/02/2005 RISERVA NATURALE DI CAN GIO’ Sulla nostra mappa individuiamo un parco naturale a sud della città che la Lonely descrive frettolosamente, è la nostra meta di oggi ma il problema è uscire dalla metropoli imboccando la strada giusta.

Non saprei dire come ma ce la facciamo anche stavolta quindi ci dirigiamo verso sud sotto un gran sole.

Dopo due ore siamo all’ingresso del parco e tanto per cambiare siamo gli unici visitatori; qui nessuno parla inglese ma a gesti capiamo che il tour “extra-lusso” del parco costa 15 dollari in due (qui sono un sacco di soldi) e dopo qualche incomprensione andiamo.

La prima escursione prevede una corsa a tutta birra su un potente motoscafo lungo il fiume con tanto di prova di guida (se non fosse che lo scafista mi aveva staccato i fili dello sterzo per sicurezza!!!), una sorta di rito di benvenuto.

Passiamo quindi su una tranquilla lancia con tettino e ci spostiamo alle varie oasi di visita, tra le piu belle citiamo la laguna dei pippistrelli giganti, il giardino botanico innestato su un terreno pesantemente bombardato col napalm dagli americani, lo zoo safari con alligatori,tucani,serpenti e bradipi con tanto di ristorante.

La gita dura 5-6 ore e consente di farsi una vasta idea di quello che è il delta del Mekong e crediamo si possa organizzare anche tramite agenzie della capitale.

01/03/2005 BEN TRE In mattinata lasciamo l’hotel per una due giorni in motorino nei dintorni a sud-est di Saigon anche se non abbiamo una meta precisa.

Una volta usciti con difficoltà dal centro prendiamo una trafficata arteria che lasciamo appena possibile per una strada provinciale piu lunga ma molto meno pericolosa.

Finalmente raggiungiamo MY THO cittadina commerciale con un bel mercato aperto tutto il giorno e profumatissime botteghe di caffè viet, una vera delizia da acquistare assolutamente e scegliendo la qualità superiore.

Traghettiamo per la regione di BEN TRE dove come al solito ci “perdiamo” nell’infinità di stradine tra risaie e paludi,fiumi e pagode facendo tappa in ristoranti dove sicuramente non vedevano turisti da parecchi mesi a giudicare dall’animazione suscitata dal nostro arrivo.

Di villaggio in villaggio ci avviciniamo al capoluogo dove incrociamo una lunga fila di ragazze in bicicletta al ritorno da scuola, sembrano creature uscite da qualche favola avvolte nei loro lunghi abiti di seta e con il tipico cappello a cono abbassato sul viso per proteggersi dal sole e mantenere bianchissima la loro pelle come vuole il loro costume.

Ben Tre è il capoluogo dell’omonima regione e a dire il vero offre ben poco al turista, mancano infatti ristoranti di qualità e c’è un solo hotel.

La cosa che ci sorprende di piu è che abbiamo fatto molta fatica a cenare con del pesce che si trova freschissimo ed in abbondanza nel mercato locale ma che pare non attrarre i ristoratori della zona…Se volete tentare comperate il pesce e fatevelo cuocere al ristorante…Qui è possibile!!! 02/03/2005 SAIGON (ultimo giorno) Passiamo l’intera giornata in motorino per ritornare verso la capitale ovviamente con numerose pause per bere un cocco gelato, comperare un souvenir e l’immancabile caffè che shakerato col ghiaccio sembra ancora migliore.

Perdiamo parecchio tempo nella periferia di Saigon dove giungiamo col buio e sbagliamo strada piu volte prima di tornare in Hotel.

L’ultima notte a Saigon la passiamo al ristorante Huong Lai in Ly Tu Trong che oltre ad una cucina molto raffinata si propone come show-room di artigianato e modernariato.

Dopo cena seguendo una mia personale tradizione andiamo al SAX’N ART ovvero il Jazz club piu importante della capitale e probabilmente del paese dove il proprietario organizza concerti e jam-session anche a livello internazionale di cui è spesso protagonista al sassofono, i prezzi sono un pò troppo europei ma se siete appassionati ne vale la pena.

Il nostro viaggio è finito ma lo mettiamo in bacheca come uno dei migliori da noi effettuati…Buon Vietnam a tutti!!!!!! Davide e Silvia davidopoli@tiscali.It



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche