Vietnam in due settimane, alla scoperta di un Paese dai mille colori e dai mille sorrisi

Un viaggio ispirato da un libro
Scritto da: Giorgia Bonenti
vietnam in due settimane, alla scoperta di un paese dai mille colori e dai mille sorrisi

Un paio di anni fa lessi un libro che fu la fonte di ispirazione per questo viaggio. Il libro in questione è Succede sempre qualcosa di meraviglioso di Gianluca Gotto, il cui racconto di viaggio fece del Vietnam la mia nuova meta dei sogni. Benché, consultando guide e siti internet, settembre e ottobre non sembrassero i mesi migliori dal punto di vista meteorologico per visitare il Paese, abbiamo deciso, io e il mio ragazzo Andrea, di organizzare le nostre due settimane di ferie in quel periodo. Il Vietnam è una destinazione piuttosto low cost; si trovano ottime strutture ricettive a prezzi contenuti (non più di 20 euro/persona/notte con colazione inclusa) e lo stesso vale per il cibo. Data la sua estensione territoriale varrebbe la pena trascorrerci più di 12 giorni, ma con il tempo a nostra disposizione siamo comunque riusciti a visitare i principali punti di interesse spendendo complessivamente circa 2.000 euro a persona (voli inclusi) e concedendoci anche qualche sfizio. Per gli spostamenti abbiamo preso un volo interno, un treno notturno, un paio di autobus e abbiamo utilizzato l’applicazione Grab, simile ad Uber, per gli spostamenti aeroporto-hotel e viceversa.

Diario di viaggio in Vietnam

Giorno 1 – Ho Chi Minh City

ho chi minh city

La nostra prima meta è stata Ho Chi Minh City, nel sud del Vietnam, dopo un volo con partenza da Milano e scalo a Doha durato complessivamente circa 14 ore. Parola d’ordine di questa città: traffico. Ci sono motorini in ogni angolo (il casco è quasi un optional) e attraversare le strade è quasi un’impresa impossibile, ma nonostante lo smog e il caldo umido la città ha decisamente un suo perché. È un perfetto assaggio di come funzionano le metropoli del sud-est asiatico ed è sicuramente resa speciale dai suoi abitanti, gran parte dei quali sorridenti e disponibili ad aiutarti. Abbiamo deciso di spostarci prevalentemente a piedi e ci tengo a precisare che, oltre al Museo dei Residuati Bellici, a livello culturale non ha moltissimo da offrire; di conseguenza credo sia ideale trascorrerci non più di una giornata, salvo non abbiate in programma, come nel nostro caso, qualche escursione nei dintorni.

Giorno 2 – Delta del Mekong 

vinh trang

Nel nostro secondo giorno di permanenza in Vietnam abbiamo preso parte ad un escursione organizzata nella zona del Delta del Mekong, distante circa un paio d’ore da Ho Chi Minh e durante la quale abbiamo potuto apprezzare l’autenticità della cultura vietnamita lontano dal caos della città. La prima tappa è stata Vinh Trang Pagoda, un tempio buddhista con grandissime statue del Buddha e diversi templi. Ci siamo poi imbarcati su una barca a motore per attraversare il delta del fiume e portarci sulla sponda opposta, nella provincia di Ben Tre, conosciuta per le sue piantagioni di palme da cocco. Qui abbiamo pranzato con cibo tipico, attraversato con un’imbarcazione più piccola un bellissimo canale immerso nel verde, visitato una fabbrica di caramelle al cocco e assistito ad una performance canora alquanto discutibile.

Giorno 3 – Huè

huè

Il terzo giorno abbiamo preso un volo interno con Vietnam Airlines, che da Ho Chi Minh ci ha portati a Huè, una cittadina nella zona centrale del Vietnam. Dopo il nostro arrivo e una breve esplorazione a piedi della città, nel pomeriggio, ci siamo concessi qualche ora di meritato relax nella spa dell’hotel, consapevoli che avremmo avuto a disposizione la giornata successiva per visitare i principali punti di interesse.

Giorno 4 – Huè

Per visitare Huè abbiamo deciso di affidarci ad un escursione giornaliera guidata, suggerita dal personale dell’hotel. La nostra guida ci ha condotto attraverso gli scorci pittoreschi della Città Imperiale, ampio luogo storico dai mille colori e principale attrazione della città. Con una delle tipiche dragon boat abbiamo attraversato il Fiume dei Profumi per raggiungere la Thien Mu Pagoda, un tempio buddhista immerso nel verde sulla sponda del fiume. Su un piccolo autobus abbiamo poi raggiunto il mercato di Dong Ba, diviso in diverse sezioni tra verdura, carne, utensili, dolciumi, gioielli e molto altro e luogo ideale in cui acquistare qualche particolare frutto esotico. Nel pomeriggio non poteva mancare una tappa al Thuy Xuan Incense Village, un piccolo villaggio dove abbiamo ammirato l’arte dell’incenso e della creazione dei tipici cappelli conici vietnamiti. Il profumo che invadeva l’aria non ci ha permesso di resistere a comprare qualche confezione di bastoncini d’incenso da portare con noi in Italia. Le ultime due tappe sono state le tombe imperiali, più nello specifico il mausoleo dell’imperatore Khai Dinh e la Tomba di Minh Mang, luoghi suggestivi, ma che abbiamo faticato ad apprezzare a causa del sole cocente e del caldo umido. 

Una volta concluso il tour e salutato Huè, ci siamo recati in stazione per prendere il treno notturno di Laman Express che in 12 ore ci avrebbe portato a Ninh Binh. Esperienza sicuramente meritevole, benché piuttosto scomoda. Le cuccette sono molto piccole e hanno quattro posti letto quindi è difficile organizzare gli spazi con i bagagli. Nonostante questi piccoli inconvenienti abbiamo apprezzato molto l’idea di aver percorso una tratta così lunga di notte a bordo del treno.

Giorno 5 – Ninh Binh

ninh binh

Sicuramente tra le mie tappe preferite del viaggio c’è l’area di Ninh Binh. Una volta arrivati con il treno, circa alle 9 di mattina, abbiamo raggiunto il nostro hotel con un Grab. Abbiamo soggiornato in un luogo davvero incantevole: The Goat Boutique Resort, costituito da piccoli bungalow a bordo piscina, in un’area verdissima ed incontaminata. Tappa imperdibile per chi visita Ninh Binh è l’escursione in barca a Trang An. Dura circa due ore e mezza e conduce attraverso un corso d’acqua circondato da montagne verdi che ricordano molto la baia di Ha Long, ma senza il mare! È possibile scendere in corrispondenza di alcune isole per visitare templi e apprezzare l’ambiente circostante. Nel pomeriggio abbiamo sfidato l’umidità raggiungendo Hang Mùa attraverso una scalinata piuttosto impegnativa in caso di caldo estremamente umido. Dalla cima la vista è davvero sensazionale e ripaga senza dubbio la fatica. Tornati nel nostro hotel, dopo una rinfrescata in piscina e una cena appetitosa, abbiamo ricaricato le pile in vista degli spostamenti previsti per il giorno successivo.

Giorno 5 – Cat Ba Island

cat ba island

La mattina successiva siamo saliti su un autobus piuttosto spartano per raggiungere l’isola di Cat Ba. Il viaggio è durato circa 5 ore, durante le quali abbiamo attraversato aree fortemente colpite dal tifone Yagi, tra cui la stessa isola. Dopo aver lasciato i bagagli nel nostro bungalow abbiamo deciso di noleggiare una moto per esplorare Cat Ba Island percorrendo una strada che ne attraversa l’entroterra, immersa nel verde della foresta e tra qualche piccolo agglomerato di casette. Abbiamo apprezzato molto il fatto che l’isola fosse, almeno in quel giorno, poco frequentata dai turisti e molto selvaggia.

Giorni 6 e 7 – Lan Ha Bay e Ha Long Bay

ha long

Il giorno successivo, abbiamo raggiunto in circa 15 minuti di taxi la cittadina principale dell’isola dove aveva sede Cat Ba Ventures, il tour operator organizzatore della crociera di due giorni nella Baia di Ha Long che avevamo prenotato in anticipo dall’Italia e che ci era stata consigliata da alcuni nostri amici. Verso mezzogiorno ci siamo imbarcati, guidati da Tom e con altre 5 giovani coppie provenienti prevalentemente dall’Europa. Abbiamo sistemato i nostri zaini nella cabina e dopo un gustosissimo pranzo a base di pesce (ma con la possibilità di richiedere alternative vegetariane, come nel mio caso) ci siamo fermati in corrispondenza di una spiaggia per goderci il primo tuffo dalla barca e il primo bagno circondati da una natura rigogliosa ed incantevole. Il primo giorno abbiamo esplorato l’area di Lan Ha Bay, il cui paesaggio, come ci ha spiegato Tom, è essenzialmente identico a quello di Ha Long Bay, con la sola differenza che è molto meno frequentato da turisti e barche e di conseguenza molto più apprezzabile. Non poteva mancare una bellissima gita in kayak attraverso grotte abitate da pipistrelli e accessibili solo con la bassa marea, che conducono a delle lagune circondate dai tipici promontori che caratterizzano questo luogo magico. In un’occasione abbiamo avuto la fortuna di avvistare qualche esemplare di Cat Ba Langur, una specie di scimmia fortemente minacciata. Dopo una cena deliziosa, una bella chiacchierata e un vano tentativo, da parte di qualche appassionato del gruppo, di pescare dei calamari ci siamo addormentati, coccolati dal piacevole dondolio dell’acqua.

La sveglia delle 5.50 per ammirare l’alba dalle vetrate della cabina ci ha permesso di iniziare la giornata con il piede giusto, nonostante, a causa delle nuvole, non ci fossero i colori tipicamente accesi dell’aurora. La colazione a base di pancake e frutta ha contribuito a rendere il tutto ancora più speciale. Abbiamo attraversato a bordo della barca l’area della baia di Ha Long e ne abbiamo approfittato per goderci un’ultima pagaiata e un tuffo nell’acqua verde prima di lasciare questo luogo che tanto ci aveva fatto sognare nei documentari.

Una volta salutati i nostri compagni di viaggio abbiamo preso un autobus verso le 15.30 del pomeriggio per raggiungere Hanoi. Abbiamo impiegato circa 3.5 ore e dalla pace della natura siamo ripiombati nel caos della città. E credo sia proprio questa la bellezza del Vietnam, il fatto di spaziare da cultura, natura, città, cibo, motorini, verde. In realtà in quest’occasione abbiamo trascorso nella capitale solamente la notte, perché il giorno successivo ci aspettava un’avventura di tre giorni nella zona di Mu Cang Chai.

Giorni 8 – 9 – 10 – Mu Cang Chai

mu cang chai

La mattina seguente alle 7.30 la nostra guida Cau ci aspettava nella hall dell’hotel di Hanoi. Avevamo prenotato questo tour senza sapere bene cosa aspettarci; non a caso siamo rimasti piuttosto sorpresi nello scoprire che, durante i tre giorni successivi saremmo stati io, Andrea, Cau (la guida) e Swee (l’autista). Abbiamo deciso di optare per l’area di Mu Cang Chai anziché visitare Sapa, che sapevamo essere molto più turistica, e ad oggi possiamo senza alcun dubbio affermare di aver fatto un’ottima scelta. Occorre però tenere presente che il viaggio è piuttosto lungo, circa 7 ore, pertanto nel nostro caso, non avendo viaggiato di notte con un bus notturno, buona parte del primo e del terzo giorno li abbiamo trascorsi in auto. 

Una volta superato il traffico della metropoli e dopo una breve pausa ad una sottospecie di bar lungo la strada, abbiamo raggiunto il villaggio thai di Nghia Lo sotto una pioggia incessante. Abbiamo mangiato in una homestay e visitato il mercato locale, dove, all’interno di contenitori in plastica pronte ad essere acquistate ed ingerite, c’erano larve, cavallette, rospi e molte altre prelibatezze. Lasciata la cittadina abbiamo percorso strade impervie e in alcuni tratti inondate a causa della pioggia dei giorni precedenti che aveva provocato anche molte frane. Nella zona di Tu Le abbiamo camminato attraverso un villaggio i cui abitanti appartenevano al gruppo etnico dei Thai. Abbiamo assistito alle fasi di raccolta e asciugatura del riso prima di raggiungere la homestay che ci avrebbe ospitato per la notte. Qui difficilmente gli abitanti parlano inglese, non sono molto abituati alla presenza dei turisti esteri, non a caso non abbiamo quasi mai incontrato occidentali. Nonostante ciò siamo stati accolti molto calorosamente e la semplicità dei luoghi e delle persone ci ha fatto sentire a casa. Sicuramente parte dell’esperienza di immersione nella cultura locale è stata la colazione a base di una variante del Pho (piatto tipico vietnamita, una sorta di brodo con noodles, uova e un ortaggio simile agli spinaci), abituati alla colazione dolce, ammetto che non è stato facile mangiarlo.

mu cang chai

Il secondo giorno abbiamo fatto due bellissime escursioni (una la mattina e una il pomeriggio) attraverso le risaie e i terrazzamenti che caratterizzano questi luoghi montuosi. Grazie al sole e al cielo terso abbiamo apprezzato il panorama mozzafiato che ci ha lasciati a bocca aperta pervasi da fortissime emozioni. Il verde intenso della vegetazione, le spighe del riso che iniziavano ad assumere tonalità tendenti al giallo, le signore di ogni età con i tipici vestiti dell’etnia Mong che lavoravano sorridenti nei campi, l’autenticità di un luogo ancora sconosciuto al turismo di massa, sono stati tutti elementi che abbiamo apprezzato moltissimo. Abbiamo percorso per lo più sentieri e strade sterrate che ci hanno condotto attraverso il distretto di La Pàn Tan fino a Mâm Xôi una collina caratterizzata da terrazzamenti concentrici. Dopo il pranzo, in cui il riso è sempre l’alimento principale, abbiamo raggiunto un villaggio Mong percorrendo in moto una strada ripidissima. Alla guida un paio di autisti locali che non ci hanno nemmeno lasciato il tempo di allacciare il casco che già sfrecciavano sulla via impervia che si inerpicava sulla montagna. Abbiamo poi proseguito a piedi fino alla collina di Mong Ngua da cui si ammira un tramonto strepitoso. Essendo un luogo di particolare pregio paesaggistico è frequentato da molti fotografi e da altrettanti vietnamiti, che, come abbiamo avuto modo di apprendere, sono particolarmente appassionati di fotografia. Dopo esserci riempiti gli occhi di tanta bellezza abbiamo camminato ancora un’oretta per raggiungere l’alloggio situato nel paese di Mu Cang Chai a fondo valle.

Abbiamo concluso questi tre giorni con un trekking mattutino sul versante opposto della valle rispetto a quello percorso nel giorno precedente. Una decina di chilometri tra risaie, villaggi di casette in legno molto semplici dove, a fare la guardia alle abitazioni, ci sono alcuni cani apparentemente minacciosi. Abbiamo raggiunto il nostro autista, che ci attendeva sulla strada principale per percorrere i 350 km che ci separavano dalla capitale. La nostra guida ci ha salutati prima di raggiungere la città, così abbiamo avuto modo di sperimentare la guida spericolata si Swee, che facendo slalom nelle strade a doppia corsia e superando in qualche modo il traffico terribile alla periferia di Hanoi, tra una suonata di clacson e l’altra, ci ha lasciati nei pressi dell’hotel verso le 19.30, giusto il tempo di trovare un locale per la cena e fare una bella dormita.

Giorno 11 – Hanoi

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Hanoi è davvero una città dalle mille sfumature. Nonostante il traffico intenso ci sono luoghi che sembrano sfuggire al caos tra cui il Tempio della Letteratura che abbiamo visitato in mattinata, così come Tran Quoc Pagoda i cui colori e il profumo emanato dai bastoncini d’incenso conferiscono quell’atmosfera orientale che personalmente apprezzo molto. Abbiamo preferito esplorare la città a piedi, concentrandoci nell’Old Quarter, attraversando la piazza davanti al Mausoleo di Ho Chi Minh raggiungendo il lago di Hoan Kiem, attorno al quale la sera si riuniscono gruppi di signore che si cimentano in balli di gruppo alquanto buffi. Non poteva mancare una tappa alla Train Street per gustare un succo di frutta fresco e ammirare la particolarità di questo scorcio.

Purtroppo abbiamo atteso a lungo che passasse il treno, ma quella sera sembrava non volerci dare la soddisfazione di vederlo passare a pochi centimetri da noi. Sicuramente questo può essere un buon motivo per tornare in Vietnam in futuro per visitare ciò a cui abbiamo dovuto rinunciare visto il tempo a disposizione piuttosto limitato. Proprio per questo il giorno della partenza per il ritorno non è stato un addio, ma solo un arrivederci. 

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