Vietnam: il Paese dei motorini

Un Oriente in rapida evoluzione, il Vietnam è una miscela di tradizioni e modernità, una religione serena e gioiosa e qualche traccia della guerra sanguinosa che lo ha visto protagonista involontario. Un popolo industrioso che non ha perso la voglia di sorridere e la curiosità di conoscere nuove realtà. Una Nazione che ti resta nel cuore per...
Scritto da: bartolomeo
vietnam: il paese dei motorini
Partenza il: 25/01/2010
Ritorno il: 10/02/2010
Viaggiatori: 3
Spesa: 2000 €
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VIETNAM DAL 25.01.2010 AL 10.02.2010 Partecipanti: Cinzia, Isabella, Luca

Se qualcuno mi chiedesse qual è stata la prima cosa che mi ha colpito del Vietnam, io risponderei senza ombra di dubbio: i motorini…Lo so, è poco poetico, questo Paese ha ben altre caratteristiche da segnalare, ma i motorini, questa onnipresente componente della vita del Vietnam sono assolutamente da menzionare. Sui motorini fanno ogni cosa: dormono, mangiano, conversano, mandano sms mentre si destreggiano nel traffico caotico, ci trasportano di tutto e in tali quantità da far invidia ad un furgone dei traslochi…E ovviamente, suonano! Eh si, perché per i vietnamiti è essenziale suonare il claxon, prima di sorpassare, durante il sorpasso e anche dopo e a questi avvisi, ovviamente rispondono in coro anche gli altri, in una continua cacofonia di rumori. E’ talmente insito nella loro natura che anche quando, raramente, c’è la strada libera, loro suonano lo stesso, così, per sentirsi vivi! Partiamo da Malpensa con un volo Easy Jet che pur ritardando di un’ora ci porta felicemente a Fiumicino dove ci imbarcheremo su un volo Qatar, fermata a Doha per 2 ore, poi si riparte per Ho Chi Minh, dove arriviamo in perfetto orario alle 18.30. Qui ci aspetta un signore inviato dall’hotel con un cartello con scritto in grosso il mio nome, ci carica sul taxi e via per l’inizio dell’avventura. I 40 minuti dall’aeroporto al centro della città, ci hanno visto sussultare più volte, macchine contromano, motorini che ci sfiorano, pulmann che ci tagliano la strada, senza che questo incrini la calma serafica dell’autista, caratteristica comune di tutti quelli che viaggiano in Vietnam. In 15 giorni abbiamo visto talmente tante infrazioni al codice della strada da far invidia ad un napoletano, abbiamo sfiorato una decina di collisioni, ma non abbiamo mai visto un incidente ne un gesto di stizza sia pur accennato, sempre e solo religiosa calma. L’hotel è in centro, ma le camere danno su una viuzza laterale e questo garantisce una certa quiete rispetto ai rumori della via principale che non cessano mai, ne giorno ne notte. La camera è ordinata e spaziosa, fornita di tutti i comfort e anche questo ci riempie di gioia, perché avendo organizzato il viaggio tutto completamente via internet, non eravamo certi che tutto filasse liscio. Seppur stanchi del lungo viaggio, il fuso orario (6 ore avanti) ci impedisce di dormire, per cui ci buttiamo subito nell’esplorazione della città. Prontamente e su consiglio di altri esperti viaggiatori, impariamo ad attraversare la strada sfidando le centinaia di motorini che incombono su di noi. Il trucco è abbastanza semplice: una volta superato il senso di sopravvivenza che accomuna noi occidentali, si punta ad una meta e con passo costante e deciso, la si raggiunge, saranno i motorini a schivarvi (per lo meno la maggior parte delle volte!). E’ interessante anche osservare ciò che si interseca sopra la nostra testa, migliaia di cavi della corrente, incubo di ogni elettricista, tanto che un pittore locale (fra l’altro dipingono dei bellissimi quadri) in una sua opera ha disegnato l’Uomo Ragno, ingarbugliato in tutti questi fili! Prima sera, cena a base di pesce e che pesce: granchio in salsa di tamarindo, gamberoni giganti, molluschi in salsa piccante e birra locale, il tutto a bordo strada con la vita che ci scorre davanti. Tutto è nuovo, tutto è diverso, i contrasti tra la modernità di un ragazzino con l’ IPhone e la signora anziana con il cappello a cono e il bilanciere carico di frutta, si sfiorano in un continuo alternarsi di immagini. Tanti giovani, pochi anziani e un’intera generazione di mezzo spazzata via dalla guerra.

Il giorno dopo ci concediamo il lusso di una gita in risciò. Comodamente seduti sulla carrozzella collegata ad una bici altissima, veniamo scarrozzarti per 6 ore in giro per la città. Visitiamo la Cattedrale di Notre Dame, l’Ufficio delle Poste, alcuni Templi e Pagode, il mercato cinese di Cholon e il museo del crimine di guerra. Due impressioni sul mercato e il museo…Cholon è la Mecca della cineseria, trovate di tutto, cose interessanti e paccottiglia, indumenti firmati di tutte le marche più prestigiose a prezzi stracciati,, unite a manufatti artigianali, la contrattazione estenuante è d’obbligo …Quello che un po’ spaventa è il numero delle persone nell’ambiente ristretto da migliaia di negozietti. In questi piccoli passaggi in cui spesso a stento si muove una sola persona, ci si incrocia con uomini e donne con carichi di merce veramente eccezionali, oppure vassoi colmi di zuppa di verdura, caffè o tea, per non parlare di chi ti tocca per invitarti presso il proprio punto vendita…Eppure non ti senti in pericolo, non hai l’impressione che ti vogliano derubare, cosa che sarebbe facilissima in questo ambiente in cui cammini distratto da suoni, colori odori spesso del tutto insoliti, circondato da questa massa eterogenea di persone, sei solo frastornato, vorresti vedere tutto ma le cose sono veramente troppe, soprattutto quando il tempo che hai a disposizione è così limitato. Il Museo della guerra invece ti dà la misura di come questo popolo decimato ha saputo resistere e riappropriarsi del proprio futuro. Sull’inutilità della guerra molti concordano, ma vedere ciò che questa vana ostilità ha prodotto, è ancora più impressionante. La sera dopo una giornata molto intensa e calda, ebbene si, siamo partiti con la neve e qui si muore dal caldo…Decidiamo di concederci un altro piccolo vizio: un bel massaggio! Guarda caso il famoso istituto dei ciechi, tanto consigliato dalle guide è a due passi dall’albergo ed io e Isabella ci concediamo un’ora di relax. Mentre noi subiamo i vigorosi trattamenti di queste signore, Luca gira da solo nei dintorni e viene assalito da procacciatori di ogni tipo, sesso, droga, persino armi…Potrebbe sembrare una cosa pericolosa, eppure anche questa “offerta” di dubbi servizi, viene presentata con cortese discrezione, come a voler rimarcare che il “soddisfacimento” del turista è a 360 gradi!

La notte passa e il mattino ci vede in partenza con un volo della Jet Star, verso Hanoi. Anche qui ci attendono con il taxi e ci portano all’hotel, che è ancora più confortevole del primo, con tanto di computer in camera. Tramite il manager dell’albergo, confidenzialmente chiamato Mr. Luky, organizziamo le gite a Sapa, alla Baia di Halong e a Tam Coc. Una menzione particolare a questo signore, perché oltre ad essersi fatto in quattro per soddisfare ogni nostra esigenza, ci ha garantito notevoli sconti e agevolazioni sugli itinerari scelti. Nel pomeriggio vagabondiamo per Hanoi, altrettanto caotica di HCMC, visitando il mercato vecchio, il lago della spada restituita, il tempio Hoan Kien. Andiamo a nanna pregustando le escursioni dei giorni successivi, perché le città pur particolari, sono molto stancanti.

Alle 8.00, prendiamo un pulmino fuori dall’albergo, una guida raccatta altri partecipanti fuori da altri hotel, dopo di che ci dirigiamo a Tam Coc. Sulla strada ci fermiamo a visitare dei Templi dove si adorano come santi alcuni imperatori morti da tempo, poi si inforca una bici e via pedalare…Una bella pedalata di un’ora fra paeselli e risaie ci porta al molo di attracco delle barchette sul fiume. Prima un ottimo pranzo per ritemprarci dalla fatica, ripeto, fa molto caldo! Poi si sale su queste piccole barche su cui rematori e rematrici con braccia e a volte gambe vogano vigorosamente per condurci attraverso pinnacoli alberati e risaie alla scoperta di questo paesaggio. Molto bello, tranquillo, finchè al ritorno i rematori non tirano fuori tutta la loro mercanzia tentando insistentemente di vendertela. In effetti posso dire questo: non fatevi convincere a comprare bibite e biscotti a metà della gita, perché chi li vende ha dei prezzi veramente da usura, senza neanche fare la fatica di remare, invece comprare i piccoli manufatti di chi guida la barca, sempre trattando, può essere conveniente, perché da nessun’ altra parte abbiamo trovato le stesse cose con gli stessi modici prezzi. Altra nota: a febbraio il riso non è ancora spuntato qui al Nord, per cui il paesaggio è un po’ meno spettacolare. La sera, alle 22 prendiamo il treno per Sapa. Anche qui abbiamo una guida che appiana ogni difficoltà. Il vagone letto a 4 posti, è abbellito da lampade caratteristiche e le cuccette sono abbastanza comode, anche se nessuno di noi riesce a dormire bene perché poco abituati alle oscillazioni e al rumore.

Alle 4.30, si arriva alla stazione di Lao Cai ed un pulmino ci porta a Sapa. Ci fermiamo presso un albergo per rinfrescarci e fare colazione, ma la nostra meta, dopo un trekking di 10 chilometri, è una casa etnica che ci ospiterà per la notte. Il paesaggio è veramente stupendo come dicono le guide, abbiamo una signora che ci guida di nome Lam, simpaticissima e che parla discretamente l’inglese. Su e giù per le montagne e poi di nuovo su e giù e poi si costeggiano le risaie, si guadano torrenti e si attraversano ponti sospesi…Niente di pericoloso, ma vi garantisco che non è una camminata da sottovalutare. Il percorso è impegnativo e spesso non si può godere del paesaggio perché troppo attenti a dove si mettono i piedi…Il bello è che noi con scarpe da montagna, scivoliamo, sudiamo e in genere facciamo una gran fatica, mentre la nostra guida e il codazzo di signore che ci segue per poi venderci i propri manufatti, saltellano di sasso in sasso con delle ciabattine di plastica e per di più filando la canapa e facendoci graziosi regali con le felci che abbondano lungo la strada. Che rabbia!!! La sera dormiamo presso una famiglia del luogo, un soppalco con numerosi materassi uno di fianco all’altro e dei “piumini” che pesano una quintalata… Però l’ambiente è sereno e gioioso, si ride e si chiacchiera, finchè alla televisione non inizia una telenovela, a questo punto tutti, donne, uomini e bambini si bloccano come ipnotizzati e niente li distrae dalle ingenue vicende narrate. Questo fatto, insieme alle mascherine di ogni foggia e colore che indossano i giovani vietnamiti quando vanno in bici e in motorino, sembra essere uso comune in tutto il Paese.

Al mattino, si riprende a camminare, i chilometri sono solo 6, ma il tragitto è altrettanto impegnativo, poi non dobbiamo dimenticare le nostre gambe che sono dei pezzetti di legno e che dire delle unghie dei miei alluci che hanno preso una graziosa tinta viola? Attraversiamo una foresta di bambù, uno o due paeselli, raggiungiamo una cascata che a causa della stagione secca, non dà grossa soddisfazione e ci vediamo sorpassare allegramente in salita da un’ arzilla vecchietta, età presunta 80 anni, con una gerla carica di legna da ardere. Decisamente tutto un altro fisico. Quando raggiungiamo il paese, osiamo affittare un motorino, visto che l’intensità del traffico qui è decisamente minore e Luca ci scarrozza a turno per Sapa. Già che ci siamo approfittiamo anche per fare un altro massaggio… Che sensazione meravigliosa immergere i piedi doloranti in un catino pieno di acqua calda e saponosa! Nel pomeriggio ritorniamo sui nostri passi, di nuovo alla stazione per prendere il treno che ci riporterà ad Hanoi.

Non c’è sosta! Si arriva alle 5 e si riparte alle 9 in pulmann per la Baia di Halong. Arriviamo a mezzogiorno, ha appena finito di piovere e sta spuntando un timido sole. La nave è veramente pittoresca e sia le cabine che i pranzi, sono super lusso. Però devo dire che la Baia ci ha un po’ deluso. Forse a causa del recente temporale, l’acqua è molto sporca, bottiglie, bicchieri e borse di plastica, galleggiano impunemente lungo la scia dei numerosi vascelli. Ci si ferma tutti in una piccola baia e ci si reca a visitare una grotta, che sarebbe molto interessante se non avessimo il confronto con grotte italiane tipo Frasassi, Toirano o Castellana.

Il giorno dopo, di primo mattino, saliamo su canoe a due posti e via per una bella remata di un’ora, così completiamo il numero di arti indolenziti!!! A parte gli scherzi, questo piccolo diversivo è veramente divertente, soprattutto quando io e Luca, attaccandoci di nascosto ad una corda che pende dalla canoa di Isabella, ci facciamo trainare per un bel pezzo, godendoci le lamentele stupite delle due occupanti che si lagnano dell’aumentata fatica. Entro mezzogiorno si ritorna al porto e poi di nuovo ad Hanoi. Ricordate, le perle che vi vendono sulla nave, costano tre volte tanto quelle che con un po’ di contrattazione vi vendono al porto: attenti solo a non farvi travolgere dall’entusiasmo con cui i vari venditori si buttano su di voi per mostrarvi i loro prodotti! Nel pomeriggio e il giorno seguente, ci dedichiamo alla visita di ciò che resta di Hanoi. Il mausoleo di Ho Chi Mhin, con la sua mummia ben conservata e tante di quelle guardie e controlli che neanche entrassimo nella riserva d’oro dello stato. La Pagoda a Pilastro Unico che, dopo aver girato un’ora, scopriamo essere esattamente dietro al Mausoleo, è tanto piccola che proprio ci era sfuggita! Il tempio della letteratura è veramente un’ oasi di pace nel caos cittadino e la Prigione Hoa Lo, purtroppo ci riporta alla dura realtà della guerra. La sera, un po’ nostalgici un po’ felici di lasciare il nord, prendiamo un treno che ci porterà a Hoi An, per continuare il nostro bellissimo viaggio.

Il treno è meno comodo del precedente, ma noi, già avvezzi alle oscillazioni, abbiamo dormito con gusto. Ci fermiamo a Hue e con un taxi mandatoci dall’albergo, raggiungiamo la nostra meta. L’Hotel è molto bello con tanto di piscina e la città è vicina al mare. Subito iniziamo l’esplorazione della città che ci è sembrata veramente godibile, malgrado l’onnipresenza di motorini. Visto che è famosa per le sue numerose sartorie che confezionano abiti di ogni foggia in pochissimo tempo, ne approfittiamo per fare numerose ordinazioni servendoci del negozio convenzionato con l’albergo. Cinque camicie per Luca e i suoi amici, 2 e un abito per Isabella, un paio di pantaloni per me e, per nostra figlia che si diletta in rievocazioni medioevali, un bellissimo abito in seta viola. Il prezzo è ottimo, la consegna dei lavori per il giorno dopo, purtroppo è ritardata di un altro giorno causa black out di corrente che ha fermato le centinaia di macchine da cucire del paese, le misure… Bè, su quelle un po’ di confusione, ma alla fine siamo contenti lo stesso!

Il mattino ci vede nuovamente in viaggio, ritorniamo con il taxi a Hue per visitare la Cittadella e le tombe imperiali. Le tombe sono veramente interessanti, la città di Hue estremamente afosa, la Cittadella… Praticamente abbiamo visto solo la cinta muraria. Purtroppo ci siamo lasciati fuorviare da un portatore di risciò al quale abbiamo detto di portarci all’entrata principale. Lui tranquillo, tranquillo ci ha portato a vedere la casa di Ho Chi Mhin, il tempio della Dama Celeste, un bunker americano e quando si è degnato di portarci all’entrata della Cittadella, mancava solo mezz’ora alla chiusura e questo ci ha impedito la visita. Molto delusi per esserci fatti 6 ore di macchina fra andata e ritorno, senza vedere il monumento di maggiore interesse della città, ritorniamo in hotel, consolandoci con un bagno in piscina.

Altra escursione: My Son, rovine di templi indiani nella foresta. La passeggiata è molto bella, completamente al di fuori del traffico cittadino, caldo e umidità a mille… Mi chiedo, ma se questo per loro è inverno, come sarà mai l’estate? Le rovine, come dice il termine, sono chiaramente molto malridotte, ma il sito ha un certo fascino e la visita è abbastanza interessante. Nel pomeriggio, completiamo la visita di Hoi An, ritiriamo i nostri abiti e in serata ritorniamo nuovamente a Hue per riprendere il treno che ci porterà a Saigon. Prendiamo il treno alla 1 di notte, perchè in ritardo (ritardo che si accumulerà con il passare del tempo) le nostre cuccette nel vagone da 6 senza materasso, sono occupate da altre persone, per cui iniziamo una scena da “oggi le comiche”, far spostare le persone, spostare i loro bagagli, occupare il vagone con i nostri voluminosi zaini, sistemarci, tutto nel casino più totale. Alla fine distesi, non badiamo alla scomodità e ci addormentiamo di botto.

Arriviamo in città alle 18, prendiamo un taxi e ci facciamo portare all’albergo del nostro primo giorno. Il giorno dopo alle 20 abbiamo il volo che ci riporterà in Italia, per cui questa sera approfittiamo ancora dell’istituto per ciechi per un altro massaggio e questa volta si sottopone alla piacevole tortura anche Luca, ma siccome lui è tre volte più grosso del massaggiatore, subisce un trattamento speciale: gli camminano sulla schiena! Esce dal trattamento molle, molle, ma anche lui molto soddisfatto.

Oggi, impieghiamo la giornata con un’altra piccola escursione: il delta del Mekong e alcune sue isole. Impariamo come si fabbricano i dolci al cocco, come si estrae il miele e come si produce un liquore a base di serpenti e scorpioni giganti e siccome io e Isabella siamo le più coraggiose, ci drappeggiamo intorno al collo un pitone vivo di discrete dimensioni. Una gita in barchetta per i canali con il cappello a cono che continua a caderci, conclude la passeggiata. Impieghiamo il pomeriggio a tirar tardi, a spendere gli ultimi dong che non si possono esportare e a passeggiare per il parco in cui è stata allestita una fiera dei fiori. Fra pochi giorni è Capodanno e uno dei loro modi di festeggiare è adornando case e strade di bonsai e piante in fiore. I fiori sono meravigliosi, orchidee di ogni tipo, piante grasse, piante da frutto miniaturizzate; per me che sono un’appassionata cultrice di fiori è una continua sorpresa. Piante che da noi in Italia fanno una misera figura, qui sono nel pieno del rigoglio e con colori stupendi. La sera, carichi come muli, raggiungiamo l’aeroporto dove prenderemo ahimè l’aereo che ci porterà di nuovo al freddo e alla solita routine quotidiana… Ma con la fantasia siamo già di nuovo in partenza, prossime mete: Siria in camper e Cambogia e Laos! E che dire delle 1000 e più fotografie che dovrò riordinare e che mi riporteranno indietro nel tempo ricordandomi questa bellissima avventura e le persone con cui l’ho vissuta?

NOTIZIE PRATICHE

Cambio: 1 Euro = 25000 Dong 1 Dollaro = 19000 Dong Il dollaro è comunemente accettato ovunque, mentre le carte di credito no a causa delle onerose commissioni bancarie.

Visto per il Vietnam rilasciato dall’ambasciata di Roma nel giro di una settimana: 60 euro più 10 euro di spese di spedizioni.

In media un pasto completo costa 2 o 3 euro, una grande abbuffata di pesce circa 10 euro. Il cibo è molto buono e vario e abitualmente si mangia solo con le bacchette di cui siamo diventati per forza di cose, abili manipolatori!

Sei ore in risciò sono costate 23 euro a persona.

Taxi dall’aeroporto all’albergo dai 7 ai 10 euro.

Una bottiglia di acqua da mezzo litro costa dai 30 ai 50 centesimi. Il ghiaccio si può utilizzare con tranquillità perchè fatto con acqua importata dalla Francia (così ci hanno detto ed in effetti non abbiamo avuto mai problemi intestinali).

I musei costano in media dall’euro ai tre.

Volo A/R Milano Malpensa – Roma Fiumicino con Easy Jet: 60,48 euro compreso bagaglio da stiva. Un’ora di ritardo in partenza.

Volo A/R Roma Fiumicino – Ho Chi Minh con Qatar Airways, con scalo a Doha di circa 2 ore: 571,49 euro. Gli aerei sono comodi e ben serviti e lo spazio fra le poltrone in economy class è vivibile e lo dice Luca che è alto 190 cm. I film proposti sono abbastanza recenti e anche la musica è ottima! Il cibo…Bè si sa qual’è la consistenza dei cibi distribuiti in aero!!!

Volo solo Andata HCMC – Hanoi con Jet Star, 62.83 euro.

Gita a Tam Coc: 24 euro Tour a Sapa di 2 giorni e 3 notti (2 in treno): 42 euro Tour alla Baia di Halong 2 giorni e 1 notte: 44 euro Gita a My So’n: 3 euro Taxi per tutto il giorno da Hoi An a Hue: 43 euro totali Gita sul Mekong: 6 euro Sia gite che tour, sono comprensive di pulmino con guida in inglese che viene a prendervi all’ingresso dell’albergo. Pranzo cena e pernottamenti tutti compresi.

Treno da Hanoi a Hue: 28 euro vagone 4 posti cuccetta con materasso morbido.

Treno da Hue a HCMC: 20 euro vagone 6 posti materasso duro.

Sartoria Hoi An: Bam Bo E.mail: bamboclothesshop@yahoo.com.vn HOTEL : HCMC: Luan Vu 219/7 Pham Ngu Lao, Bed & Brekfast, 2 notti per tre persone 43,80 euro. Website: www.hostels.com Vietnam E.mail: luanvugh@gmail.com Personale molto gentile, stanze pulite, chiedere stanze ai piani bassi perchè non ci sono ascensori!

Hanoi: Lucky Hotel No 47 Ngo Huyen- Hoan Kiem, Bed & Brekfast, 2 notti per tre persone 40 euro Website: www.hanoiluckyhotel.com E.mail: hanoiluckyhotel@gmail.com, chiedere di Mr. Lucky. Ottimo hotel, pulito, buona organizzazione dei viaggi e prezzi modici.

Hoi An: Hai Au 576 (24B) Cua Dai, Bed & Brekfast, 2 notti per tre persone 26 euro Website: www. Haiauhotelha.com E.mail: haiauhotelha@yahoo.com Hotel molto, molto bello, con piscina e arredamento caratteristici, personale gentile ma un po’ confusionario, soprattutto con i prezzi e gli itinerari delle gite. Il ristorante annesso all’hotel, non è fra i migliori, servizio lento e dosi minime.



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