Vietnam fai-da-te da Nord a Sud in 3 settimane

Il nostro viaggio in Vietnam, della durata di 21 giorni, è stato completamente organizzato da noi circa tre mesi prima della partenza.
Scritto da: LaRampis
vietnam fai-da-te da nord a sud in 3 settimane
Partenza il: 26/07/2019
Ritorno il: 16/08/2019
Viaggiatori: 3
Spesa: 3000 €
Il nostro viaggio in Vietnam, della durata di 21 giorni, è stato completamente organizzato da noi circa tre mesi prima della partenza. È iniziato ad Hanoi e terminato ad Ho Chi Minh, attraversando il Paese da Nord a Sud. Non abbiamo mai dormito per più di due notti nello stesso posto, a parte i cinque giorni di meritato riposo al mare. Nelle tre settimane abbiamo effettuato 1 spostamento in treno notturno, 1 in bus, 2 voli interni e 2 spostamenti in auto privata e preso numerosi taxi, biciclette, barche e persino il kayak! Ci siamo avvalsi del supporto di due agenzie in particolare, entrambe di turismo sostenibile, per l’organizzazione delle due escursioni più lunghe (prenotate dall’Italia) mentre per le altre abbiamo organizzato direttamente sul posto tramite l’hotel o per conto nostro. Tutti i dettagli nel diario!

Indicazioni di carattere generale

Alcune indicazioni di carattere generale. Iniziamo col dire che per entrare in Vietnam occorre il visto se la permanenza è superiore ai 15 giorni e si può fare on-line sul sito ufficiale al costo di circa 600.000 Dong (23€) e richiedendolo con anticipo arriva in una settimana più o meno.

Il costo della vita in Vietnam è estremamente economico e il cambio Dong/Euro molto favorevole (basti pensare che ad oggi 1 euro sono 26.000 dong circa). Noi abbiamo dormito quasi sempre in alberghi a 4 stelle e in homestay, con trattamenti di colazione inclusa. Si può scegliere di dormire in homestay al costo di 6-7€ a notte in alberghi a 20-25€, oppure scegliere soluzioni più care, che comunque risulteranno molto più economiche delle strutture a pari servizi in Europa.

Anche i taxi sono molto economici e ben diffusi, con 120-150.000 dong (cioè 5-6€) si effettuano percorsi di 20-25 minuti, perciò li consigliamo vivamente quando il caldo e l’umidità hanno messo a dura prova il vostro fisico. Abbiate cura soltanto di portare con voi l’indirizzo scritto, perché in generale non sanno l’inglese e la nostra pronuncia azzardata delle parole in vietnamita è sempre sbagliata.

Si mangia con pochi euro tutto il giorno, perché tutto il giorno si trova offerta di ottimo cibo fresco, appena cucinato ad ogni angolo delle strade e nei ristoranti (dove ovviamente il conto diventa un po’ più alto).

La spesa che incide di più è quella dei voli: i voli intercontinentali sarebbe bene acquistarli con maggiore anticipo rispetto ai nostri tre mesi prima, per spuntare prezzi migliori; per il resto penso che i tre mesi di anticipo siano un tempo più che ragionevole per pianificare le cose con grande calma.

Conviene acquistare subito una sim telefonica locale per usufruire della navigazione internet quando ci si trova per strada o in zone non coperte; il wi-fi è ovunque perciò non si fa fatica a connettersi e in alcuni posti è persino per strada, ma a volte ci si trova in aree senza copertura dove una connessione può fare la differenza. Una tessera da 30 giga costa una ventina di dollari.

Si paga ovunque in Dong (oppure dollari/euro) e nei ristoranti, alberghi, negozi, ecc. anche con carta di credito Visa e MasterCard, più raramente American Express. Noi abbiamo preferito utilizzare sempre la moneta locale quando non potevamo usare la carta di credito, perciò abbiamo spesso prelevato dagli ATM ben distribuiti ovunque: il tetto massimo del prelievo è pari a 3 milioni di Dong, circa 118€.

Abbiamo acquistato un volo Qatar Airlines con partenza da Milano Malpensa e scalo a Doha (andata Hanoi – ritorno Saigon 960€), con il quale abbiamo volato molto bene senza problemi di alcun tipo. Il costo dei voli interni Vietnam Airlines è stato circa tra i 70 e i 90€.

Diario di viaggio

1° giorno – PARTENZA DALL’ITALIA

L’abbiamo trascorso in volo. Partiti alle 9 del mattino siamo arrivati nel pomeriggio a Doha, ripartiti verso le 20 siamo atterrati alle 7 del giorno dopo con 5 ore di fuso in pù.

2° giorno – HANOI

All’aeroporto di Hanoi siamo stati accolti dal pick-up del nostro albergo che ci ha condotti in città. Dopo aver effettuato il check-in e lasciato i bagagli, ci siamo subito incamminati verso il centro nei pressi del Lago Hoan Kiem per prendere confidenza con la città. Intorno al lago sorgono alcune attrazioni turistiche come la torre della tartaruga Thap Hoa Phong, la statua del re Ly Thai To, il ponte The Huc, attraversato il quale c’è il Tempio Ngoc Son, o Tempio della montagna di giada, che si può visitare ed è molto interessante (costo biglietto 30.000 Dong).

Girando intorno al lago raggiungiamo la Cattedrale di San Giuseppe che visitiamo. Siamo morti, mangiamo qualcosa e torniamo in albergo a riposare un po’. Il caldo e l’umidità di questa città ci uccidono! Oltretutto abbiamo il fuso orario di 5 ore che pesa sul nostro sonno mancato.

Dopo aver riposato (e dopo una bella doccia) ci inoltriamo nel dedalo di viuzze e vicoli che costituisce la città antica. L’impatto è notevole. Il caos pure. Ovunque regna l’odore di cibo e il rumore incessante dei clacson, soprattutto dei motorini, ma anche delle auto e dei bus, che i vietnamiti utilizzano generosamente per avvisarti che loro stanno arrivando e intendono passare, e poco importa che sei sulle strisce, magari col semaforo verde, e vuoi attraversare… alla fine si impara ad attraversare comunque e ovunque senza più temere di essere travolti! Smog, cibo, puzza di durian (non lo conoscete? è un frutto particolare, dall’odore nauseante che troverete in ogni bancarella o quasi. Il sapore non posso descriverlo perché non ho mai avuto il coraggio di assaggiarlo, ma imparerete a riconoscerlo!), inquinamento acustico da clacson, voci: è il battesimo che ogni turista deve ricevere, ma essenziale se si vuole vedere e capire qualcosa di unico. Rilassatevi e perdetevi tra le 36 vie del quartiere.

A seconda del clima che troverete e della vostra resistenza, potrete decidere di proseguire cercando la Casa Storica per farsi un’idea dell’architettura “a tubo” della pianta delle case, il Tempio Bach Ma che è il più vecchio del quartiere, oppure potete dirigervi verso il quartiere francese e l’Opera. Noi siamo andati di corsa a prenotare i biglietti per lo spettacolo delle Marionette sull’acqua del giorno dopo e siamo andati a vedere la via dove i treni passano tra le case: è davvero particolare perché fino a pochi minuti prima dell’orario di passaggio del treno, tutto vive per strada. Ci sono sedie e tavolini, bambini che giocano, gente che va e viene; poi all’improvviso tutto scompare e lascia spazio al treno. Successivamente abbiamo cercato un posto carino dove gustare la meravigliosa cucina vietnamita, che è una delle tante bellezze di questo Paese. La cucina vietnamita infatti è molto varia e ricca di piatti tipici che variano da Nord a Sud, un po’ come in Italia.

3° giorno – HANOI

Dopo aver fatto colazione in albergo, raggiungiamo con un taxi la Pagoda Tran Quoc che vale la pena visitare (30.000 Dong) e poi con un risciò ci facciamo lasciare davanti al Tempio Quan Thanh. Dopo a piedi ci dirigiamo verso il quartiere di Ba Dinh sede dei monumenti più importanti: il Mausoleo di Ho Chi Minh, il Palazzo presidenziale e la casa di HoChiMinh. All’ingresso dell’area monumentale c’è un posto di controllo per zaini e borse dove vengono bloccate le persone con abbigliamento non consono (canottiera e shorts) soprattutto le donne, perciò è bene munirsi di un coprispalle leggero o una pashmina da indossare in queste occasioni non rare, perché è spesso richiesto anche per l’accesso ai templi (e poi è di aiuto anche quando l’aria condizionata è troppo alta).

Se è una bella giornata si può andare a visitare il Giardino Botanico (noi non siamo andati), altrimenti a sud del Mausoleo c’è la Pagoda ad un solo pilastro e il Museo di HoChiMinh.

A pochi minuti di strada c’è l’ingresso della Cittadella imperiale di Thang Long, patrimonio dell’Unesco. Al settore centrale si accede da porta Doan Mon dove c’è la biglietteria (biglietto 30.000 Dong). Il complesso è molto grande perciò consiglio di avvalersi di una guida e di almeno 3 ore a disposizione. Noi abbiamo saltato questa visita perché ci eravamo dilungati troppo nell’area del mausoleo, decidendo di tornarci successivamente. Poco distante c’è il Tempio della Letteratura, il principale santuario confuciano vietnamita (biglietto 30.000 dong) che vale davvero la visita.

In tardo pomeriggio siamo andati a Thang Long Puppet Show a vedere lo spettacolo delle marionette sull’acqua prenotato il giorno prima (200.000 Dong). Il teatro è sul lato nord-est del lago. La tradizione delle marionette sull’acqua è molto antica e lo spettacolo piacevole accompagnato da musici e cantanti. Dura circa 30 minuti e vengono messe in scena la storia della città, dell’imperatore e la vita rurale legata all’acqua.

4° giorno – HOA LU, BICH DONG, TAM COC

Escursione organizzata con l’albergo. Al mattino verso le 8, la guida ci viene a prendere in pullman per partire con un gruppo di circa 15 persone alla volta di Hoa Lu, l’antica città imperiale della dinastia di re Dinh Tien Hoang. Raggiungiamo la nostra meta in circa due ore e mezza con una sosta “tecnica” lungo il tragitto in un ampio negozio di oggettistica varia e bar caffetteria. Della città non sono rimaste che rovine ma i templi, ancorché ricostruzioni del ‘600, sono molto belli, edificati in una stretta valle boscosa. A piedi ci inoltriamo nella montagna attraverso un tunnel pedonale al termine del quale si apre un laghetto dall’acqua verde smeraldo, tutto circondato da alberi fitti e pieno di fiori. Nel laghetto ci sono enormi pesci rossi. Qui 250 scalini di pietra conducono alla grotta nascosta di Am Tien dove l’imperatore teneva le riserve di cibo e si dice fosse un luogo di punizione per i colpevoli che venivano lasciati in pasto alle tigri. E’ anche un santuario buddista, ricco di offerte votive, è un luogo celato ai più, su cui si affacciano 4 montagne e che fu residenza finale della regina Duong Van Nga. In passato non era possibile raggiungerlo se non scalando la montagna. E’ incantevole e pieno di devozione. Dopo pranzo abbiamo preso le biciclette e abbiamo raggiunto la bellissima pagoda Bich Dong, composta da tre pagode su tre livelli differenti di cammino (i soliti scalini in salita…). Tornati indietro con i sampan, uno ogni due persone, abbiamo visitato l’area di Tam Coc, le tre grotte: due ore di navigazione sul fiume tra colline calcaree e risaie, nella pace mistica e silenziosa della vita rurale sull’acqua. E’ curioso vedere i barcaioli che quando sono stanchi di remare con le braccia, usano i piedi e le gambe! Rientro in albergo e cena ad Hanoi.

5° giorno – HANOI, partenza per LAO CAI

Sarebbe stato il giorno della Cittadella imperiale, ma nostro figlio si è svegliato con la febbre, probabilmente da stanchezza, perciò la giornata si è scioccamente trascinata fino a sera, quando ci siamo recati in stazione per prendere il treno notturno per Lao Cai, al confine con la Cina, per raggiungere Sa Pa. Nel prenotare il treno notturno, assicuratevi di prendere le cuccette che sono in cabine da 4, almeno così erano nel treno scelto dalla nostra agenzia (organizzato dall’Italia, con uno splendido operatore che propone solo escursioni di turismo sostenibile, supportando le minoranze etniche locali). Il viaggio è suggestivo, perché nel percorso attraversa la città e i paesi rasentando le case come avevamo visto già ad Hanoi, ed è possibile contemplare la vita notturna che si svolge attorno al percorso e alle fermate del treno che col proseguio della notte si fanno tempre più rade (…e sì, non ho dormito molto).

6° giorno – SA PA, LOVE WATERFALL, SILVER WATERFALL, SIN CHAI

Alla stazione di Lao Cai dove arriviamo alle 5 del mattino, un autista ci accoglie e ci porta al villaggio di Sa Pa, nell’ostello gestito dall’agenzia, dove possiamo registrarci (anche se poi noi abbiamo scelto di dormire in albergo), fare una doccia e colazione. Verso le 9 la nostra guida locale Co, una simpaticissima donna Hmong, ci accompagna in van alle cascate dell’amore da cui parte il nostro trekking. Le cascate sono molto belle così come l’area intorno, coperta da una fitta vegetazione. Ci incamminiamo per raggiungere la seconda meta, le cascate d’argento, chiamate così perché in alcuni momenti della giornata riflettono la luce. E’ proprio da questo punto che iniziamo un percorso che si insinua tra le splendide risaie che in questo momento dell’anno sono lussureggianti di verde e interdette anche al passaggio dei bufali d’acqua per evitare che rovinino le colture. I piedi di Co corrono veloci e sicuri tra i canali delle risaie, mentre per noi è tutto scivoloso, fangoso e faticoso, ma procediamo affascinati dal panorama meraviglioso e dalla natura che ci circonda. Ci fermiamo lungo il fiume a consumare il nostro pranzo al sacco, “disturbati” soltanto dal rumore dell’acqua che scorre. Tornando verso Sa Pa attraversiamo il villaggio Sin Chai, con le colture di indaco e i barili dove macerano le foglie per ricavare la tinta, i tessuti colorati stesi ad asciugare, i bambini che ci corrono incontro festosi e gli animali da cortile che vivono liberi per i prati. Ci siamo pentiti sinceramente di non aver prenotato un trekking che ci permettesse di dormire in homestay, lontano dalla cittadina ma ormai è andata così e posso solo consigliare a chi sta organizzando il viaggio di provare l’esperienza. Ceniamo a Sa Pa.

7° giorno – SA PA, CAT CAT, HANOI

Al mattino ci affidiamo ad una guida locale per fare un breve giro nei dintorni a Cat Cat che per quanto pittoresco, è molto molto turistico e anche parecchio finto, però abbiamo poco tempo prima di partire perciò non ci sono molte alternative. Pranziamo e abbiamo giusto il tempo per prendere il bus che ci porta ad Hanoi in circa 6 ore. Il viaggio è critico perché la guida qui è davvero spericolata e in autobus è ancora più inquietante, in più la pioggia ci accompagna per tutto il percorso, ma siamo sopravvissuti. Cena ad Hanoi. Consiglio: se vi è capitato di organizzare il vostro soggiorno in zona Sa Pa di domenica, non perdete il mercato di Bac Ha, solo la domenica infatti le popolazioni scendono da valli e montagne per riunirsi qui e vendere i propri manufatti.

8° giorno – MERCATO DONG XUAN, RISERVA DI VAN LONG, PARCO NAZIONALE DI CUC PHUONG

Ci siamo svegliati al mattino convinti di partire per la nostra crociera di tre giorni alla Baia di Ha Long (il secondo tour organizzato dall’Italia), ma arrivati in agenzia con il pick-up che ci è venuto a prendere in albergo, scopriamo, ahimè, che una burrasca sta imperversando nella baia e la capitaneria ha fatto rientrare tutte le barche, vietando di uscire almeno fino a domani. Magari possiamo recuperare e fare una crociera di due giorni… Nel frattempo l’agenzia ci offre l’alternativa odierna: un tour privato a Ninh Binh e la Riserva di Van Long, chiamata anche la Ha Long terrestre, e il parco di Cuc Phuong con escursione nella giungla e pernottamento in homestay. Ci alletta. Intanto che preparano tutto l’occorrente, la nostra guida Son ci accompagna alla scoperta del mercato del cibo di Dong Xuan dove scopriamo interessanti e inconsuete offerte, come i bachi da seta che mangia fritti o le rane enormi arrosto, e coloratissimi frutti, come il frutto del drago, le mangoste e il mefitico durian. Finalmente si parte e in circa due ore e mezza di auto raggiungiamo il punto da cui ci imbarchiamo sui sampan, questa volta di legno, un po’ più caratteristici, e ci dirigiamo verso il cuore della riserva, dove è possibile attraversare le montagne e avvistare la popolazione di scimmie che vive nella foresta. Le scimmie non le vediamo ma le sentiamo, nascoste tra gli alberi. Le grotte hanno volte molto basse, occorre quasi sdraiarsi nei sampan per superarle ma dall’altro lato della montagna godiamo di spettacoli unici! Pranziamo in una specie di trattoria sulla strada per il parco, gustando piatti deliziosi. L’ho già detto la cucina vietnamita è eccezionale?

Per prima cosa visitiamo il centro di recupero dei primati a rischio, vuoi perché catturati per la vendita o per il mercato alimentare (sì lo so è orribile ma in alcune zone della Cina ancora accade), oppure per tenerli in cattività: qui li curano e li educano nuovamente alla vita in natura, liberandoli nel parco quando sono pronti. Ci sono anche numerose tartarughe, anch’esse finite qui per motivi analoghi. Da qui iniziamo il trekking nella giungla, per vedere alberi antichissimi e una natura lussureggiante. L’umidità è indescrivibile e la nostra guida ci allerta per il pericolo sanguisughe, ma gli occhi sono tutti colmi del verde che ci circonda. La sera nell’homestay godiamo di una lezione di cucina: prepariamo con Son i famosi springrolls e le salse di accompagnamento. Mangiamo e dormiamo che è una meraviglia. Un pezzetto di cuore è rimasto in questa splendida giornata.

9° giorno – MAI CHAU VALLEY

Purtroppo la ferma delle imbarcazioni ci vieta di raggiungere Ha Long. L’organizzazione prevede allora di spostarci nella Valle di Mai Chau, nel nord a circa 4 ore di viaggio, dove ci sono i villaggi etnici di origine thai. Sono villaggi costruiti sulle palafitte a ridosso della giungla e anche qui, come a Sa Pa, la gente vive in maniera molto semplice di agricoltura, riso per la maggior parte. Si possono fare trekking a piedi o in bicicletta. La pioggia non ci ha abbandonato per tutto il giorno e, addentratici nella giungla per un trekking, abbiamo dovuto tornare indietro e farci venire a prendere dall’auto perché il fiume si era troppo ingrossato e guadarlo era diventato pericoloso. Nel tragitto un contadino ha fermato la nostra guida per chiedergli di recapitare una cosa ad un parente che abita nella giungla e che data la pioggia non riusciva a muoversi, ma ahimè non è stato possibile raggiungerlo. Direi che si spiega anche il perché delle palafitte! Nel pomeriggio arriviamo nel nuovo homestay, un delizioso posto racchiuso tra le montagne dove regna il silenzio. L’abbiamo adorato! Così come la cena cucinata con la padrona di casa, la grappa Can, a base di riso fermentato, offertaci dal padrone di casa, e la colazione.

10° giorno – MAI CHAU, HANOI, HUE

Piove ancora, anche se ormai è una pioggerella. Non possiamo sbizzarrirci troppo oggi perché alla 19 abbiamo un volo che ci aspetta e non possiamo perderlo. In mattinata affrontiamo un trekking in bicicletta per la campagna, poi visitiamo un laboratorio dove tessono la seta e un piccolo mercato di oggettistica. Pranziamo in una locanda (la stessa dove abbiamo recuperato le biciclette) e poi partiamo alla volta di Hanoi che dista circa 135 chilometri. Nel tardo pomeriggio salutiamo all’aeroporto la nostra guida Son e ci imbarchiamo con un volo Vietnam Airlines per Hue. Il volo parte con quasi un’ora di ritardo e pare che sia la sua caratteristica consueta! A Hue, la città imperiale, ci accoglie il pick-up del nostro albergo e dopo una rinfrescata (e un sacco pieno di indumenti bagnati da mandare a lavare…) facciamo un giro in città e ceniamo. La cittadella illuminata in notturna è spettacolare!

11° giorno – HUE, FIUME DEI PROFUMI, CITTÀ IMPERIALE, TIEN MU PAGODA

Ieri sera abbiamo chiesto al nostro albergo di organizzarci una guida per oggi che ci conduca al tempio buddista e alla cittadella imperiale e prontamente Dan, la nostra guida, si fa trovare alle 9,30 nella hall. Fa molto caldo, anche qui a Hue e ci aspetta una giornata sotto il sole. Con un taxi arriviamo al ponte di imbarco dove saliamo su una barca tipica e navighiamo sul fiume dei profumi, chiamato così perché in primavera gli alberi di frutta che circondano le rive lasciano cadere i loro fiori profumatissimi sull’acqua. Sul fiume ci sono anche molte imbarcazioni-casa dove vivono numerosi cittadini. Scorriamo lenti sul fiume ammirando il paesaggio, la cittadella imperiale che si staglia sulla riva, i bufali d’acqua che vengono a pascolare sul lungofiume. La nostra meta è la splendida Pagoda Thien Mu, o della Signora celeste, di sette piani, è la più antica di Hue. E’ una pagoda buddista che già negli anni ’20 era conosciuta per l’opposizione che i monaci facevano al colonialismo francese e nel 1963 divenne ancor più conosciuta per il sacrificio di Thich Quang Duc che si diede fuoco a Saigon come segno di protesta verso la repressione del presidente cattolico Diem. In una stanza del monastero è conservata ancora l’auto guidata dal monaco e la fotografia che ritrae proprio l’immolazione. Qui abbiamo assistito anche alla cerimonia di ringraziamento per il cibo e al momento di preghiera dei monaci raccolti in refettorio e dei fedeli. Risaliti in barca, siamo tornati indietro verso l’approdo per la Città imperiale (biglietto 150.000 Dong) . La Città fu costruita nel 1800 su ispirazione della Città proibita cinese, con i quartieri separati per i civili, l’amministrazione, templi, parchi e al centro la residenza imperiale; nel 1945 Hue cessò di essere la capitale imperiale, alcuni incendi ne distrussero una parte e nel 1968, durante l’offensiva del Tet, l’esercito nordvietnamita la occupò e diede vita ad uno dei momenti più bui della storia della città e del Paese stesso. La Città imperiale fu quasi rasa al suolo — restarono integre le mura perimetrali e poco più — e Hue venne liberata soltanto nel 1975; iniziarono i lavori di ricostruzione ma solo nel 1993 si intensificarono quando l’Unesco dichiarò lo stato di Patrimonio dell’Umanità. Alcune aree sono ancora soggette a lavori, ma quelle già ultimiate sono spettacolari. Volendo si può anche effettuare la visita con l’ausilio delle audioguide (100.000 Dong); il consiglio comunque è quello di prendere un biglietto cumulativo per la Città imperiale e i Mausolei reali (mi sembra 360.000 Dong). Dan ci ha poi accompagnati al mercato coperto di Dong Ba dove ci ha consigliato di mangiare al chiosco famoso per la frequentazione di Anthony Bourdain che nel programma No Reservation aveva elogiato lo street food in generale di Hue e in particolare il Bun Bo Hue (una zuppa di noodle a base di verdure e carne) gustato in questo chiosco. Ma poi di chioschi ce n’è più di uno che si attribuisce la presenza del famoso chef, perciò decidete voi dove fermarvi. Oltre al Bun Bo Hue (che devo dire è molto gustoso ma anche molto caldo e unito al caldo del clima non vi farà sentire freschi nell’immediato!), sono buoni i Nem che sono degli spiedini di maiale o pollo con una salsa agrodolce. Insomma ci sono molte proposte di street food ma è bellissimo girare il mercato del cibo e curiosare tra i prodotti in vendita, magari il reparto carni è un po’ “forte” ma a noi è piaciuto anche prendere visione dei loro usi e costumi anche in fatto di cibo. Gironzolare porta via molto tempo e moltissime energie. Ci ristoriamo in albergo con una bella doccia e poi di nuovo fuori per goderci la città in notturna.

12° giorno – HUE, MINH MANG, KHAI DINH, TU DUC, TU HIEU

Al mattino verso le 9 su un’auto privata con autista che parlava qualche parola di inglese, siamo andati a visitare i mausolei reali (ingressi singoli 100.000 Dong se non si ha il biglietto cumulativo) iniziando dalla tomba di Minh Mang che è un susseguirsi di bei giardini e laghetti con padiglioni rossi e un bel tempio costruito su due livelli; la tomba di Khai Dinh meravigliosa con le sue lunghe scalinate, il cortile dei mandarini, l’architettura ispirata al barocco europeo, ma proprio per questo la meno amata dai vietnamiti dell’epoca che gli rinfacciavano la sua vanità, troppo incline al fascino dei francesi; la tomba di Tu Duc la più grande e armoniosa, dove si susseguono padiglioni nei quali l’imperatore trascorreva molto tempo, laghi, la residenza reale e quella dell’Harem, fino al sepolcro dell’imperatore; la Pagoda di Tu Hieu sepolta in una pineta, luogo dove si ritiravano gli eunuchi, abitata ora da monaci buddisti, purtroppo però una parte era in ristrutturazione perciò la visita è stata abbastanza breve. Il consiglio è di avvalersi di una guida preparata per visitare i mausolei, mentre la Città imperiale è visitabile anche solo con l’ausilio delle audioguide. Torniamo in città che è pomeriggio inoltrato e ci prepariamo per la nostra ultima sera a Hue.

13° giorno – LAGUNA DI LANG CO, BAIA DI LANG CO, PASSO DI HAI VAN, DA NANG, MARBLE MOUNTAIN, HOI AN

Ennesimo trasferimento oggi. Questa volta la destinazione finale è Hoi An sul mare, e abbiamo organizzato un transfer privato con un auto e autista che parla inglese (be’… più o meno) che nel tragitto di circa 3 ore effettuerà alcune soste. La prima è alla Laguna di Lang Co, molto suggestiva dove ci sono le colture di ostriche, poi alla baia di Lang Co dove una spiaggia caraibica e un mare verdissimo ci invoglia solo a tuffarci. Riprendiamo la strada e ci fermiamo al punto panoramico del Passo di Hai Van o passo delle nuvole dove si gode una bella vista della costa e della città di Da Nang che si staglia all’orizzonte con il suo skyline supermoderno. Da Nang e il famose ponte del Drago li vediamo solo dall’automobile, scorrendo tra le vie trafficate e caotiche, ma subito fuori città si erge una piccola osai spirituale che è rappresentata da Marble Mountains: sono cinque “colline” formate da rocce marmoree — nella mitologia create dal Dio Tartaruga — di cui quella visitabile è Thuy Son. Per raggiungerla si possono salire i gradini di una lunga scalinata oppure prendere l’ascensore (biglietto ingresso 20.000 Dong, ascensore 15.000 Dong), poi si visitano le numerose pagode e grotte. Ai piedi della montagna c’è il villaggio con i laboratori artigianali che lavorano il marmo. Nel pomeriggio giungiamo ad Hoi An in albergo. Giusto il tempo del check-in e siamo in spiaggia. La sera abbiamo preso un taxi per raggiungere la Città antica che è bellissima: una zona pedonale (solo di sera) su cui si affacciano negozi di sartoria su misura, scarpe e pellami, sete e cashmere, e ristoranti, locali per bere caffè, te, birra (l’ho già detto che il caffè vietnamita è buonissimo, così pure il tè verde e superba la birra?). La caratteristica principale sono le lanterne colorate che sulla strada e davanti all’ingresso dei negozi illuminano la serata. Lungo il fiume i chioschi dello street food allettano i passanti con le più appetitose e strane prelibatezze e ad ogni angolo ci sono venditori di gelato Ice Roll, in stile thai, che in pochi minuti realizzano i gusti richiesti su una lastra refrigerata, il wifi è presente gratis in tutta l’area pedonale. Bella Hoi An, ci è rimasta proprio nel cuore!

Fino al 17° giorno – HOI AN

Abbiamo trascorso ad Hoi An cinque splendidi giorni di relax in spiaggia stando praticamente quasi sempre soli. Il mare è caldissimo e noi abbiamo avuto belle giornate di sole e mare pulito, riposandoci perché ne sentivamo davvero il bisogno. Gli asiatici in generale e i vietnamiti in particolare non amano molto il mare inteso come noi lo viviamo: scendono in spiaggia al mattino presto o al tramonto, lontano dal sole caldo, fanno il bagno vestiti o con costumi molto coprenti e poi se ne vanno. Ci siamo goduti la vacanza e il riposo frequentando ogni sera la Città antica e visitando le sue attrazioni: il ponte giapponese coperto, le case d’epoca, ecc., anche qui è possibile fare un biglietto cumulativo. Ci sono anche le isole Cham di fronte alla costa che sembrano meta interessante per diving e snorkeling ma non ne abbiamo avuto esperienza diretta. L’altra tipicità di Hoi An, oltre la cucina che pare essere la più sofisticata del Paese, sono i sarti che in 24 ore realizzano vestiti su misura per pochi euro, sia scegliendo i modelli tra quelli esposti o su catalogo, sia ispirandosi a un vestito vostro personale o a una foto; si possono scegliere i tessuti, i modelli, le personalizzazioni e così via. Ci sono anche varie possibilità di frequentare le spiagge della costa, alcune sono più affollate di altre e attrezzate con ombrelloni e lettini che potete occupare al costo di una consumazione nel bar del gestore. Non mi risulta ci sia assistenza balneare, almeno non nelle spiagge che ho visto io. I resort che si affacciano sul mare sono parecchi ma tra le loro spiagge private e quelle pubbliche non si fa fatica a trovare angolini tranquilli in agosto. In caso di maltempo, ci sono molte escursioni che si possono fare in zona, nell’interno del Paese.

17° giorno – HOI AN, CAN THO

Nel tardo pomeriggio abbiamo preso un volo — sempre Vietnam Airlines, sempre in ritardo — per Can Tho punto di partenza per il tour sul fiume Mekong. Molto stanchi abbiamo finito per cenare in albergo e andare a dormire, in previsione della levataccia del giorno dopo per la visita al mercato galleggiante.

18° giorno – CAN THO, CAI RANG

Alle 4,50 del mattino una anziana signora ci è venuta a prendere in albergo e ci ha condotto sulla sua imbarcazione a motore con la quale abbiamo raggiunto in circa mezz’ora di navigazione il mercato galleggiante di Cai Rang. Dicono che i mercati galleggianti vadano scomparendo e che gran parte della loro vita sia giustificata solo dalla presenza dei turisti; sono sicura che ci siano mercati meno “battuti” dai turisti di questo e probabilmente più interessanti, come quello di Phong Dien, ma devo dire che noi abbiamo visto solo tanti barconi carichi di cibo da vendere — zucche, angurie, banane, ecc. — e barchette più piccole che fanno la spesa, e pochissimi barcaioli venuti per cogliere l’opportunità dell’orda di turisti che alla fine si riversa durante la mattina sul posto. Quindi penso che sia ancora ad oggi un luogo di mercato reale. Andare alla mattina molto presto è essenziale perché appena il sole si fa un po’ più alto, verso le otto, inizia a picchiare moltissimo e rende tutto molto più faticoso; inoltre l’alba sul fiume, sia nella zona di mercato che sulle sponde, con la vita che si risveglia nelle case, spesso vere e proprie scatole di metallo, è davvero uno spettacolo suggestivo. Il tour di 3 ore come il nostro prevede anche una navigazione tra mangrovie e palme, in qualche affluente del corso principale, e una sosta in un laboratorio di noodles per vedere come vengono realizzati i famosi spaghetti di riso. Volendo nel mercato si può fare colazione direttamente in barca, acquistando frutta, caffè e soprattutto il Pho — la zuppa calda vegetale e di carne piatto nazionale, consumato soprattutto ad inizio giornata — dalle barche che sono attrezzate con una vera cucina da campo. A questo proposito abbiamo visto grandi barche di turisti (non come la nostra che era solo da 4 posti) prese letteralmente d’assalto come i pirati, si agganciano intanto che la braca è in movimento e fanno la loro trattativa. Tuttavia il vantaggio della barca grande è quello di poter effettuare un’escursione più lunga, circa 7 ore, visitando anche l’altro mercato e probabilmente facendo altre tappe. Non so come variano i costi: noi per la nostra nonnina abbiamo speso 350.000 Dong, ma sono certa che trattando direttamente con la barcaiola si raggiungano cifre assai inferiori; noi abbiamo preferito lasciare al nostro Hotel questo compito. Alle 9 eravamo di ritorno in albergo dove abbiamo fatto colazione e ci siamo preparati per scoprire un po’ la città. Can Tho è una cittadina piacevole, ma che offre abbastanza poco, visto che essenzialmente è frequentata per visitare l’entroterra del delta del Mekong e i mercati galleggianti, perciò direi che il tempo che le abbiamo dedicato è più che sufficiente. Tuttavia ha un bel lungofiume pedonale, una piazza con la statua gigantesca di Ho Chi Minh che la sera diventa ritrovo per ragazzi e spazio gioco per bambini, la Pagoda di Ong, il ponte sospeso (pare sia il più lungo dell’Asia, circa 3 km) e, piuttosto lontano dalla zona centrale, Casa Duong, dove sono stati girati gli interni del film L’Amante. Abbiamo colto l’occasione per organizzare con un’agenzia locale il trasferimento di domani mattina a Saigon, visto che il nostro albergo si è rivelato davvero deludente nel soddisfare le nostre esigenze. La sera Can Tho si ravviva con un interessante mercato notturno, le bancarelle che vendono oggettistica e soprattutto una zona di chioschi di cibo di strada super gettonato dai locali. Consiglio davvero un giro in questa zona prima di andare alla ricerca di un ristorante!

19° giorno – BEN TRE, HO CHI MINH CITY

Dopo il check-out di prima mattina, la nostra guida, con autista e van al seguito, ci viene a prendere in albergo e ci avviamo verso Ben Tre, conosciuta per essere il frutteto del Vietnam in particolare della palma da cocco. La strada è lunga, ci vogliono quasi 3,30 ore, ma il viaggio è molto suggestivo perché si attraversano aree densamente coltivate a frutteto e mercati vivamente colorati. Nel tragitto prendiamo anche un traghetto, più o meno a Vinh Long, per attraversare l’immenso fiume Mekong: è davvero impressionante vedere la portata d’acqua di questo “mare” giallo! E ben si comprende quale intimo rapporto debba esserci tra il fiume e le popolazioni che vivono intorno.

La prima tappa è in un laboratorio che utilizza gli scarti della lavorazione del cocco per farne scope, stuoie, tappeti: scopriamo che del cocco non si butta nulla, un po’ come del maiale. Nel secondo laboratorio infatti vediamo alcuni operai addetti a pulire il cocco della sua stoppa e raccoglierla in una zona; altri rompono i gusci e raccolgono il latte, poi una parte dei gusci li raccolgono per distribuirli a chi ne realizzerà ciotole o altri manufatti (sono bellissime le ciotole di cocco laccate internamente), un’altra viene utilizzata per alimentare il fuoco; le operaie staccano la polpa dall’interno e la raccolgono nei cesti. Ogni altro scarto commestibile va al bestiame. Il tutto accade sul fiume, che funge anche da mezzo di trasporto delle merci. Ci spiegano che il frutto del cocco loro lo consumano solo quando esteriormente è verde e ne bevono anzitutto il latte, poi casomai raccolgono la polpa fresca e cremosa per farne dolci; quando inizia a diventare secco (cioè quello che di norma consumiamo noi!) per loro non è più salutare. Arrivati nell’homestay, che ci fa da base, (e dove poi pranzeremo mangiando in particolare fantastici gamberi di fiume al cocco e pollo in agrodolce e la frutta acquistata al mercato) inforchiamo le biciclette e pedaliamo tra il verde dei cocchi e la foresta, in uno dei luoghi più rasserenanti che abbiamo visto in questo lungo viaggio. Dopo pranzo invece saliamo in coppie sul kayak e navighiamo in mezzo alle mangrovie e alle palme d’acqua (forse il nome è Nipa e produce frutti che la guida sostiene essere commestibili ma non li abbiamo provati), giù fino al grande fiume. Stancante ma molto emozionante. Poi si risale in auto e scendiamo solo dopo altre 3 ore circa in albergo. E’ stata una bella escursione ma inspiegabilmente la più cara effettuata fino ad ora, forse perché siamo già più vicini a Saigon e ad un turismo più occidentale, o forse solo perché credevamo di poterci fidare dell’albergo come nelle altre occasioni e non avevamo fatto ricerche particolari su questa zona, quindi abbiamo dovuto appoggiarci ad un’agenzia a caso, seppure ben recensita. Comunque sia, l’impatto di Saigon alla sera è notevole. La città è piena di luci, grattacieli, negozi bellissimi e grandi firme: insomma è molto occidentale e moderna e si respira un’aria abbastanza di versa dalle altre città visitate. Anche l’attitudine dei locali è differente, è come se si fossero “occidentalizzati” anche loro e quindi ho notato meno sorrisi, meno cortesia, un po’ più di furbizia nel trattare con il turista, insomma maggior disinvoltura nello sfruttare l’industria dl turismo che in altri posti proprio non si rileva. In ogni caso è una bella città variegata.

20° giorno – HO CHI MINH CITY

Oggi ci aspetta una visita guidata alle principali attrazioni della città, volendo espressamente escludere i Cu Chi Tunnels (soffriamo gli spazi angusti…). Con un van a sette posti siamo andati al Palazzo della Riunificazione, lo splendido e toccante Museo dei residuati bellici — dedicato alla Guerra tra Vietnam del Nord e del Sud —, la Cattedrale di Notre Dame — di forte ispirazione a quella parigina ma che non è stato possibile visitare internamente perché in ristrutturazione —, l’antico ufficio postale e la Pagoda dell’Imperatore di Giada. Avendo solo un giorno per visitare la città, abbiamo preferito appoggiarci ad un tour guidato e in generale abbiamo visto esattamente quello che volevamo, ma devo dire che anche in questo caso non siamo stati soddisfatti non tanto dell’organizzazione o del prezzo, quanto proprio della guida che non ha saputo dare alcun vare aggiunto alla visita dei luoghi (anche questa è una proposta dell’albergo). Comunque ci è avanzato tempo per gironzolare per la città e notare il mercato del cibo di strada, il mercato serale, le terrazze con vista dove bere l’aperitivo o un dopocena e il viavai incessante delle strade più frequentate.

21° giorno – PARTENZA DA SAIGON

Con un volo mattutino Qatar Airlines con scalo a Doha, rientriamo a Milano.

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