Vietnam e Cambogia I parte

Vietnam tra gioie e dolori…
Scritto da: Leonardo&Maura
vietnam e cambogia i parte
Partenza il: 03/11/2011
Ritorno il: 01/12/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Arriviamo a Bangkok, l’impressione è la stessa provata nel lontano 1999 un caldo umido che ti prende la gola, recuperiamo i bagagli, cerchiamo il nostro pick up con cui raggiungiamo l’hotel che si trova a poca distanza dall’aeroporto il Plai Garden Boutique Guesthouse Suvarnabhumi Airport. In fase di programmazione del viaggio pensavamo di farci una doccia e saltare subito fuori per raggiungere il centro (che non è vicino ma lo sapevamo) ma il caldo e la stanchezza prevalgono e dopo la doccia facciamo una siesta fino a sera; il tempo di una cena nel ristorantino dell’hotel e a nanna di nuovo perché la mattina seguente la sveglia suona alle 4.15.

HANOI

Volo con Air Asia, la “nostra” Ryanair, ottima impressione: personale gentile ed efficiente, costo basso. Bangkok-Hanoi 1.30 h circa. Il caldo ci accoglie anche ad Hanoi, ma qua è nuvoloso e molto meno umido e quindi è più sopportabile. Ad attenderci troviamo il taxi prenotato dall’Italia tramite l’hotel dove faremo sosta; questo per evitare la nota truffa che nel migliore dei casi ti portano ad un hotel fotocopia del tuo, ma molto più caro o con servizi piu’ scadenti; premura inutile dal momento che appena appoggi i piedi in terra vietnamita il fare truffaldino farà parte del viaggio, salvo rare eccezioni. Con l’hotel Espence, prenotato dall’Italia, concordiamo di lasciare i bagagli e occupare una camera la sera per un’oretta per una doccia in quanto abbiamo il viaggio notturno in treno per Sapa, ma arrivati decidiamo di prendere la camera da subito, visto il gran caldo. Paghiamo il tassista e anche la camera cosi la sera possiamo partire senza perdere tempo. Per prima cosa decidiamo di cercare la stazione ferroviaria da dove parte il treno per Sapa, abbiamo il nome della stazione ma fuori dall’albergo è un vero caos e la nostra mappa è circoscritta al centro storico. Non riusciamo ad orientarci perché ancora scombussolati dal fuso e le molte ore di volo si fanno sentire; per fortuna ad Hanoi trovi la connessione Wi-fi libera praticamente ovunque quindi cerchiamo sulla mappa di google la direzione e il tragitto più breve e via. La stazione, non è neanche molto lontana, circa 2 km. Visitiamo Hanoi seguendo il percorso consigliato dalla Lonely Planet che si estende per 4 Km circa nel quartiere vecchio dove in ogni via si esercita una professione, quindi troviamo la via dei fabbri poi i vetrai e cosi via. Rientriamo ci “docciamo” e facciamo la prima esperienza negativa in Vietnam; alla reception è cambiato il personale, non c’è più il ragazzino premuroso gentile e sorridente della mattina, ma altri due ragazzotti che molto gentilmente ci chiedono di pagare la stanza. Nuovamente!? È si perché questa mattina presi dalla stanchezza e la voglia di iniziare il primo giorno di esplorazione ci siamo dimenticati di farci dare la ricevuta e adesso ci richiedono i soldi pur parlando anche telefonicamente con il ragazzo della mattina che nega spudoratamente di essere stato pagato! Discutiamo per un paio di minuti, abbiamo fretta per il treno in partenza, non ci sono storie dobbiamo pagare nuovamente… Il colmo per me che sono piu’ di 20 anni che di professione faccio l’albergatore! Usciamo che ci girano, ma le sorprese non sono finite la stazione che precedentemente avevamo visto era si quella da cui partivano i treni per Sapa, ma all’ufficio informazioni si erano dimenticati di dirci che eravamo dal lato sbagliato e per raggiungere il lato giusto ci è voluto un altro km con gli zaini sulle spalle e con il tempo che ormai scarseggiava. Non è stato molto facile trovare la biglietteria per cambiare i voucher precedentemente acquistati su internet anche per “l’originalità del location” del desk non illuminato, le pratiche le sbrigano con la fievole luce di un lampione posto nelle vicinanze. Il desk si trova tra l’edificio che ospita la biglietteria ufficiale e l’edificio che ospita la sala d’attesa. Se è stato difficile trovare la biglietteria non è stato facile capire quale fosse il nostro treno. La prassi: vai nella sala d’attesa dove c’è una marea di gente tutti stranieri gli annunci sono in vietnamita, la cartellonistica è inesistente, tutti fanno le stesse domande chiedono quale treno è in partenza ma nessuno ha la risposta, ci si guarda e si va un po’ “a caso” finchè qualcuno riesce a capire e avvisa gli altri viaggiatori. La cuccetta del treno la dividiamo con una coppia di tedeschi, è pulita e piuttosto comoda anche se pur essendoci l’aria condizionata soffro un pò il caldo però il viaggio trascorrerà nel sonno più profondo.

BAC HA

Arriviamo nella stazione ferroviaria di Lo Cai che è ancora notte e siamo mezzi addormentati, siamo spaesati e fuori dalla stazione è buio pesto, una moltitudine di ragazzini ti assediano cercando di venderti qualsiasi cosa. Arrivano anche altri che ti offrono il passaggio per Sapa o Bac Ha in un primo momento reagiamo con diffidenza e durezza, preferiamo cercare il servizio pubblico, ma non riusciamo a capire dove si trova, pertanto cominciamo a trattare sul prezzo. Non avevamo nessuna misura per capire se il prezzo richiestoci fosse stato quello giusto ci siamo messi d’accordo per 15 $ fino a Bac Ha -prezzo totale per due persone- (avendo cambiato Eur/Usd con largo anticipo a 1,40 ci sembrava un buon prezzo). Saliamo sul pulmino dove ci sono già 6 persone parlando con i nostri momentanei compagni di viaggio veniamo a sapere che ognuno ha pagato un prezzo diverso il più basso spuntato 5$ (100 dong) a persona ma erano in quattro e uno di loro parlava vietnamita. Consiglio, oltre al prezzo guardate quante persone sono già sul mezzo, perché fin quando non è al completo non parte, noi per due sedili ancora liberi abbiamo dovuto aspettare l’arrivo del treno dopo. Abbiamo deciso di andare a Bac Ha di domenica per vedere il mercato, pensavamo di arrivare in ritardo visto l’intoppo del pick-up, ma fortunatamente non è stato così. Siamo ripartiti per Sapa alle 13:00 riuscendo a gustarci tranquillamente il mercato. E’ veramente caratteristico, viene venduto di tutto dai vestiti al bestiame ogni occhiata è degna di una foto, ne avremo fatte 100. Meno consigliata, alle persone sensibili, la parte del mercato del bestiame che viene venduto sia vivo che morto, ucciso e sventrato sul posto, e non sono solo mucche, maiali o galline ci sono anche cani e gatti… l’odore di morte che è nell’aria fa impressione. Insomma è molto crudo. Per il resto non sai dove guardare. Ci eravamo posti il problema dove lasciare i nostri pesanti zaini durante la visita, lo abbiamo risolto pagando 2$ al primo ristoratore incontrato. Per il trasferimento da Bac Ha a Sapa abbiamo contrattato direttamente nella piazza principale con i vari autisti di pulmini che erano in attesa dei loro clienti, fino ad accordarci per 20 $ prezzo totale per due persone. Considerato che è compreso l’inevitabile passaggio da Lo Cai, 100 dong per persona per tratta penso che siano accettabili. Tempo di percorrenza 4 ore Pernottiamo 3 notti a Sapa.

SAPA

A Sapa abbiamo scelto l’Hotel Pinocchio, ottima location, buona accoglienza e ottima la guida indicataci per la visita dei dintorni, anche se la camera era essenziale e piuttosto umida. Il primo giorno ci siamo mossi da soli la giornata è bellissima, con la mappa fornita dall’albergo ci siamo diretti alla scoperta di Cat Cat; abbiamo scelto di farlo tutto a piedi considerato che non è molta strada. Dislivello 1000 mt. km 7,7 costo dell’ingresso 10.000 dong 2 persone; orario consigliato di visita prima delle 9:30 per evitare i tour organizzati. Dopo aver percorso 2 km per strada asfaltata con forti pendenze, si arriva all’ingresso del villaggio dove parte una “mulattiera” lastricata che percorre tutto il trail ed è anche per questo che è consigliabile non incontrare gruppi in quanto si rischia di diventarne parte, tuo malgrado. Il paesaggio è molto suggestivo… come inizio è un buon inizio. Il secondo giorno “alziamo” la difficoltà, decidiamo per un percorso di 14 Km destinazione: Ta Phin Trek. Questo itinerario è molto più complicato, in quanto non esiste nessun tipo di riferimento che ti dice se stai andando nella direzione giusta, si attraversano boschi campi di riso e villaggi l’ambientazione è prettamente rurale non ci sono strade ma solo sentieri e certe volte nemmeno quelli si segue la direzione camminando lungo i bordi delle risaie. Noi ci siamo avvalsi di una guida locale costo totale di 55 $ per l’intera giornata, pranzo incluso. Si parte direttamente a piedi dall’albergo, l’imbocco del sentiero si trova di fronte allo stadio di Sapa, sulla strada 4D. Il meteo non ci assiste all’altezza del lago comincia a piovigginare e quando siamo allo stadio è già in agguato un violento nubifragio; le nostre mantelle non riescono a contenere l’acqua siamo quasi decisi a rinunciarvi, ma poi la caparbietà prende il sopravvento, ci compriamo due ombrelli e via sfidiamo la sorte. Pioverà tutto il giorno anche molto intensamente ma lo spettacolo è impareggiabile, troviamo esattamente il paesaggio che ci immaginavamo e con la nebbiolina che ci circonda il tutto diventa anche un po’ magico. Si cammina praticamente dentro ai ruscelli, siamo un po’ in paranoia essendo completamente fradici, ci preoccupiamo della nostra salute visto che il viaggio è appena iniziato. A distrarci ci penseranno i nostri “due angeli custodi” che “ereditiamo” al primo villaggio che incontriamo, ci scorteranno fino alla fine del trekking. Sono due ragazze indigene della tribù dei Dzao rossi che per tutto il tragitto con “varie tecniche” cercheranno di venderci la loro mercanzia, ma alla fine saranno “estasiate” dalle figurine della Coop della serie “Il giro del mondo in 180 figurine” sugli animali del mondo, un dono che gli ha suscitato un tale interesse che si sono presto disinteressate al business tanto che se le litigavano. Peccato non aver portato anche l’album, sarebbe stato un successone. Ci colpisce molto vedere come queste ragazze “istruite” alla vendita tornino a essere bambine alla sola vista di figurine e si disinteressino così facilmente e completamente dalla produzione di ricchezza che, non gli appartiene. Per fortuna ci eravamo portati anche alcuni giocattoli dimenticati da indifferenti nostri piccoli ospiti italiani, che hanno incuriosito i bambini vietnamiti e cambogiani incontrati durante il viaggio. Il paesaggio che abbiamo attraversato è lo stesso che viene “venduto” come esperienza nelle home stay, il consiglio che ci sentiamo di dare a chi, come noi, ha poco tempo a disposizione, è che questo trekking di una giornata da un’ottima visione di cosa è Sapa. Dopo il pasto caldo ci aspetta una navetta che ci riporta, per strada asfaltata, al Pinocchio dove finalmente ci facciamo una bella doccia calda e indossiamo panni asciutti, l’hotel ci lascia una camera a disposizione (compresa nel prezzo dell’escursione) fino alle 18:00 quando un pick up per 45.000 dong per 2 pax, ci riporta a Lo Cai e alle 20:00 ci sistemiamo nella nostra nuova cuccetta. Anche questa volta, come compagni di viaggio ci troviamo bene; è una giovane coppia di americani. La stazione di Lo Cai non ha niente a che vedere con quella di Hanoi qui esiste un tabellone dove sono segnati i treni in partenza e il tutto è molto più organizzato.

HANOI

Alle 6:00 del mattino siamo ad Hanoi all’hotel Splendid Jupiter Hotel Hanoi tho xuong iane n°16. Dopo la disavventura dell’hotel Espence, che avevamo prenotato anche per il rientro da Sapa (in cui, ovviamente, non torniamo) prenotiamo tramite un rinomato portale asiatico, una camera superior (la qualità degli alberghi in Vietnam è nettamente inferiore rispetto ad esempio alla Thailandia, quindi se non siete tipi di facile adattabilità tenetene conto). Il receptionista sta dormendo dietro al bancone su un materassino di fortuna, naturalmente la camera non è disponibile, ma ci garantisce la disponibilità alle 14:00. Sbrighiamo le formalità del check-in, lasciamo i bagagli ci mettiamo vestiti piu’ leggeri e partiamo per il secondo giorno di visita di Hanoi. Anche se è presto, la città è già in gran fermento nei giardini e nei viali intorno al mausoleo molte persone fanno attività sportiva, c’è chi gioca a tennis lungo i marciapiedi, chi gioca a pallone e chi pratica il tai chi chuan, ma la cosa che ci stupisce di più non è il luogo insolito, ma l’età degli atleti: la maggioranza sono tutti anziani. Divertiti ci godiamo questo “spettacolino”. I vietnamiti sono veramente particolari, non smettono mai di stupirti sia nel bene che nel male. Alle 18:00 facciamo rientro all’hotel; il receptionista è imbarazzato, ci offre un tè e ci dice che la camera non è ancora disponibile, ci vorrà un’ora. Siamo stanchi e perdiamo un po’ la pazienza, in fretta e furia ci trovano una cameretta veramente “cessa” al pian terreno, da cui poco prima è uscita una coppietta “ad ore”, nulla a che vedere con le foto di presentazione del sito da cui abbiamo prenotato. Non potevano far di peggio ci arrabbiamo ancor di più, prendo l’iPad deciso a trovarmi un altro albergo. A questo punto si allarmano, formano un “concilio ecumenico” fanno qualche telefonata poi ci offrono una camera in un’altra struttura adiacente, di categoria superiore, al solito prezzo; pago, mi faccio rilasciare la ricevuta e vado in camera. Dopo poco bussano alla porta ed il receptionista mi restituisce il denaro dicendo che è già tutto pagato. Questa volta ci siamo fatti valere.

BAIA DI HALONG

Partenza per la Baia di Halong. Il giorno precedente, durante la visita di Hanoi, ci siamo fatti fare diversi preventivi per la visita della baia per poi scegliere l’agenzia Sinh Cafe Open Tour Booking Office motivati dalla comoda vicinanza all’hotel e dal fatto che fosse consigliata dalla Lonely Planet. Abbiamo richiesto una crociera non lussuosa, ma fattore necessario che nell’itinerario fosse compreso la visita dell’isola di Titov, in quanto, da ricerche effettuate su internet, a detta di molti blogger si gode del panorama più bello di tutta la Baia di Halong. L’isola non è niente di particolare, ma tramite una ripida scalinata si arriva alla sommità da cui si ha la piu’ bella visione della baia. Prezzo concordato per 2 giorni e una notte 90 $ 2 pax (solo andata in quanto noi non tornavamo a Hanoi) più 2$ a testa per la sosta extra a Titov. Alle 8:00 ci mettiamo in movimento insieme ad altri viaggiatori e con un piccolo pulmino ci dirigiamo verso la costa. Il viaggio è un po’ sul filo della lama in quanto il traffico è a dir poco indisciplinato e in almeno tre in casi abbiamo rischiato per un soffio di fare un incidente. Arrivati al porto, i viaggiatori vengono smistati in gruppi, noi ci ritroviamo con due simpatiche sorelle di Hong Kong, tre olandesi, una italo-olandese, quattro australiani e due spagnoli. Anche qui ognuno ha spuntato un prezzo diverso: le sorelle sono quelle che hanno avuto il prezzo piu’ basso perché, vedremo in seguito che nelle contrattazioni sono veramente snervanti. In attesa dell’imbarco facciamo un po’ il toto barca… sono tutte sullo scassato andante. Quando arriva la nostra ci rincuora è scassata ma al punto giusto, l’equipaggio è tutto molto giovane, sapevamo che era una crociera molto informale, ma noi “basta che galleggi” e faccia l’itinerario prescelto. Unico dato positivo sarà che abbiamo goduto di un tempo fantastico, cosa non scontata nella baia. La crociera si rivelerà una vera e propria truffa. Io sono il primo a fare la prima sfuriata. A ruota mi seguiranno anche tutti gli altri ospiti arrivando ai ferri corti con la guida e l’equipaggio rivelatosi veramente indisponente… ed è un complimento! Il mio disappunto nasce subito il primo giorno poche ore dopo l’imbarco. Dopo aver passato il pomeriggio a poche miglia dal porto di Bai Chai, ci siamo diretti a visitare le grotte di Hang Dau Go, successivamente, siamo arrivati in un villaggio galleggiante in prossimità del porto di Cat Ba Island dove abbiamo ormeggiato, hanno chiesto se qualcuno voleva fare kayak a pagamento, ma tutti sono rimasti interdetti in quanto il kayak era nel programma di tutti incluso nella tariffa, pertanto tutti hanno declinato l’invito e siamo rimasti tutti a bordo. La barca non ripartiva… rimaneva ancorata. Ho fatto notare alla guida che nel mio voucher era compresa la visita a Titov, chiedevo se la visita si effettuava in quel momento o il giorno successivo. La guida ha preso tempo, ha fatto qualche telefonata poi ci ha fatto salire su un barchino a motore, siamo partiti e abbiamo fatto diversi giri nei paraggi, abbiamo visto grotte spiagge e bellissimi scorci ma dell’isola di Titov neanche l’ombra. Quando torniamo alla barca dico alla guida che quello che ci ha fatto fare, pur se interessante, non era quello che volevamo vedere noi, di non credere di averci preso per il naso, ma questo si infuria e se ne va nella dinette; quando anche noi entriamo lui fa finta di niente, chiediamo spiegazioni e lui ci ignora gioca a dama con l’equipaggio senza neanche degnarci di uno sguardo, purtroppo ho molte doti ma non quella di rimaner tranquillo in queste condizioni, mi partono i cinque minuti vado al tavolo gli lancio via dama e dadi e lo richiamo alla mia attenzione, dicendogli che non sono venuto in Vietnam a farmi prendere in giro, e che quando un cliente ha un problema lui è chiamato a risolverlo o a spiegare le motivazioni altrimenti cambi mestiere. Questo tizio da buon coniglio anziché rispondere a me inveisce contro mia moglie dicendole che ci riporta in porto e ci fa sbarcare, onde evitare la degenerazione della situazione intervengano gli altri ospiti e si dà una calmata, fa mille telefonate e poi ci dice che l’agenzia Sin Cafè ci ha imbrogliati perche quella barca non ha previsto neanche il passaggio in prossimità dell’isola di Titov. Si scusa per averci preso in giro e di essersi comportato in quel modo e si offre di riparare al problema quando rientriamo ad Hanoi, ma noi ad Hanoi non torniamo, e la storia finisce lì. Successivamente anche tutti gli altri ospiti si infuriano chi per la camera sporca, chi per il bagno fatiscente, chi perché a colazione non gli “tocca” neanche una tazzina di caffè; gli unici ad avere una camera decente pare siamo noi. Ci hanno cambiato le chiavi almeno due volte prima di assegnarcela. Il giorno successivo salta l’escursione degli spagnoli, gli australiani hanno previsto la visita di Cat Ba, ma dal programma che gli viene consegnato non trovano corrispondenza con quello che hanno prenotato, sembra essere molto piu’ sbrigativo e svuotato di contenuti. Essendosi creato nel gruppo “un feeling” decidono di rimanere imbarcati e di non fare l’escursione… la guida fa cento telefonate poi si infuria e li fa scendere lo stesso… non li fa proseguire… c’è mancato poco che non lo buttassero a mare. Scendono loro e salgono nuove persone, anche questi ultimi che hanno assistito alla discussione ci dicono che hanno avuto disservizi vari e pagato escursioni che poi non hanno fatto. Chiudendo con la nostra esperienza ci sentiamo di dirvi che nella baia di Halong il Vietnam può dare il peggio di sè. Qui tirano a far ciccia, siamo di fronte ad un business senza scrupoli in 10 scendono e 100 salgano quel che conta sono solo i dollari che mettono in tasca, con avidità, sono disattese le più elementari norme di sicurezza, tutte le barche che abbiamo incontrato non avevano scialuppe di alcun genere. Nella nostra non esistevano neanche i salvagente. Il consiglio è che merita andare al porto di Bai Chany farsi dare l’itinerario su mappa, vedere la barca, contrattare il prezzo e poi incrociate le dita. Rientrati in porto il nostro viaggio prosegue per Ninh Binh e fino a quel momento tutti ci avevano detto che non è possibile raggiungerlo senza ritornare ad Hanoi, ma siccome non ci fidiamo facciamo piu’ facciamo di testa nostra e facciamo bene, ma come spesso accadrà in Vietnam in ogni accordo che fai un imbroglio ci cova, e anche Bai Chay non si smentisce; contrattiamo un passaggio privato per Ninh Binh al prezzo di 13$, 4 ore di viaggio, ci vengono a prendere al ristorante dove salutiamo i nostri compagni di “crociera”. Saliamo su un taxi scortato da un vietnamita in motorino. Usciti dal paese si scende dal taxi, quello in motorino paga il tassista e ci dice di seguirlo?! Lui in motorino, noi a piedi! Dopo circa 1 km arriviamo sull’autostrada, ci fa attendere sul ciglio, lui si mette in corsia di emergenza e dopo circa 15 minuti comincia a sbracciarsi e ferma un pulmino già pieno di vietnamiti, due pacche sulle spalle per salutarci e via saliamo sul pulmino… ci stupiamo dalla cortesia (chi non ha a che fare con il turismo non è malizioso ed è gente perbene) ognuno fa a gara per concederci il suo posto, il bigliettaio incomincia a far spostare le persone come su una scacchiera; dopo varie manovre facendo scendere e risalire alcuni passeggeri ci sistemiamo. Siamo un po’ appollaiati, ma seduti. Durante il viaggio, a rotazione, tutti ci guardano e ridono commentano tra loro anche perché essendo entrambi alti ad ogni buca si sbatte la testa sul soffitto. Siamo il diversivo. Per tutto il percorso continua a salire gente e siamo sempre più pigiati tra persone e bagagli, mancano solo le galline. Il pulmino è da 20 persone ma saremo almeno in 40 per fortuna non c’è aria pesante, i vietnamiti sono puliti e profumati; le porte e i finestrini tutti aperti, curioso il modo di “procacciarsi” i clienti. Ogni volta che un gruppetto di persone sosta al margine della strada il bigliettaio che per tutto il viaggio è posizionato sulla porta aperta mezzo ciondoloni fuori, balza a terra e intavola una discussione con le persone, penso che cerchi di convincerle a salire. A volte ci riesce molte altre no. Ma molto più curioso è quando effettuano i sorpassi; il bigliettaio dalla porta si agita “sbraccia” verso l’autista del mezzo sorpassato e urla. Ci sembra più Brasile questo che Vietnam. Beh non era proprio questo il servizio che ci aspettavamo per 15$, ma pazienza, molta pazienza. Questo trasferimento potevamo organizzarcelo da soli prendendo un taxi al porto e facendoci portare ad un’agenzia di trasporti di Halong City, pagando un terzo. E’ stata un’occasione per calarsi nella realtà! Se non altro è stata un’esperienza divertente. Abbiamo impiegato 5 ore, più di quello che avevamo preventivato, siamo partiti alle 14:00 per arrivare alle 19:00.

NINH BINH

A Ninh Binh sempre grazie al wi-fi ovunque, abbiamo trovato facilmente l’albergo che avevamo scelto in base alle risposte avute ad alcune mail inviate i giorni precedenti. Finalmente abbiamo trovato le prime persone “normali” (oneste) abbiamo pernottato al Ngoc Anh Hotel a 200 mt di distanza da dove ci ha lasciato il pulmino. La camera è ampia, pulita (la piu’ pulita del viaggio in Vietnam) e confortevole. Sul sito hanno una pagina dedicata a tutte le “disavventure” che un turista può subire in Vietnam… Ottimo il servizio di informazione per visitare la zona. Abbiamo cenato sulla via principale al classico Pho Bo, non nascondo con un po’ di diffidenza anche se ci siamo decisi, poiché non c’era tanta scelta e poi abbiamo notato con piacere che le persone che manipolavano gli alimenti erano pulite e ci mettevano attenzione, (qui sembra un altro Vietnam) Questo ristoro si guadagnerà il primo posto nella classifica dei luoghi dove si è mangiato meglio. Ottimamente consigliati dal proprietario dell’albergo abbiamo preso una guida locale per 56$ (non pochi ma spesi bene) che in bicicletta ci ha fatto fare un percorso di 30 km su strade prettamente agricole tra villaggi di contadini. Abbiamo visitato tempio di Holau, 500 gradini (questo luogo ci era stato anche consigliato dai due ragazzi spagnoli incontrati nella baia di Halong). Dalla sua sommità si gode un panorama sulla vallata dove c’è Tam Co, che non abbiamo visitato, dietro -azzeccato- consiglio del proprietario dell’albergo che ci ha spiegato che è un luogo estremamente turistico ed talmente preso d’assalto dai venditori che non riesci a godertelo. Quindi, dopo l’esperienza di Halong abbiamo deciso di scansarlo, ci ha invece indirizzato verso le meno conosciute grotte di Trang An dicendoci che secondo lui erano molto più autentiche di Tam Coc (la Lonely Planet non le nomina specificatamente poiché sono visitabili da soli 5 anni, cita solo che nella zona c’è un ambizioso progetto turistico che snaturerà il luogo; per il momento tutto è fermo). Anche se non possiamo fare un vero paragone in quanto Tam Coc si è vista soltanto dall’alto, le grotte di Trang An sono veramente un luogo d’incanto soprattutto ci ha colpito il silenzio assoluto che ti permette la simbiosi con la natura. Si tratta di un percorso di qualche chilometro che segue le tranquille acque di un fiumiciattolo che si addentra in un susseguirsi di grotte calcaree; si naviga con delle barchette a remi dentro a dei “budelli” molto lunghi e bassi tanto che ci dobbiamo sedere sul fondo della barca per non battere la testa e si emerge in scenari sempre diversi ma tutti spettacolari. Questo luogo e la sua placida atmosfera ci conquista. Per il pranzo la guida ci ha portato in una fattoria dove si è adoperato per farci conoscere la tipica cucina vietnamita, piatto del luogo è la capra, cucinata in diversi mod, tutti buoni. Al rientro in tarda serata l’albergatore ci ha dato la possibilità di farci una doccia e prepararci per il viaggio notturno delle 21:00 con lo sleep bus, destinazione Huè costo per due persone 32$ prenotato direttamente in albergo.

Qualche consiglio sul bus notturno: attenzione al primo posto centrale che solitamente è più corto degli altri e se sei alto intorno 1,85 non è possibile stendere le gambe; l’aria condizionata è a livelli da freezer, benché avessi due coperte mi sono beccato il raffreddore. Accertarsi che il personale non fumi a bordo, nel nostro caso ci hanno intossicato per tutta la notte, hanno fumato come ciminiere. Portarsi dei super tappi in quanto questi suonano il clacson di continuo e la radio è restato acceso per tutto il viaggio. Forse sono più confortevoli i posti in coda anche se ho dei dubbi sulla pesantezza dell’aria.

HUE’

In Vietnam non esistono le stazioni dei bus; ogni agenzia ha il proprio capolinea in prossimità della sede o nel del deposito, a Huè il nostro capolinea è un marciapiede dove c’è l’inevitabile assedio che, nel momento che scendi dal bus, si trasforma in un assalto da parte dei vietnamiti che cercano di convincerti per scegliere l’albergo da loro pubblicizzato. Non riesci né a muoverti né a guardare il tuo iPad per orientarti che ti assillano, sono un vero stress, specialmente se hai fatto un pessimo viaggio notturno. Per il soggiorno ad Huè abbiamo prenotato lo Sports Hotel 15 Pham Ngu Lao str. Prezzo per due notti camera doppia 50$ compreso pick up alla fermata dell’autobus. La permanenza in questo hotel è un pò faticosa poichè ogni volta che incontri qualcuno dello staff tenteranno in ogni modo di per venderti qualsiasi tipo di escursione. La camera è grande ma pessima, umidità sulle pareti. Colazione al limite. Non c’è proprio piaciuto. A Huè avevamo preventivato la permanenza di due giorni ma ci rendiamo presto conto che un giorno è più che sufficiente, in quanto la “decantata” cittadella antica è in un tale stato di degrado che non ci ha colpito. Gli dedichiamo comunque due giorni, ma il giudizio non cambia. Se avete poco tempo, secondo noi, Huè può essere sacrificata per guadagnare tempo da destinare per esempio a Saigon. Nel tragitto che porta alla cittadella ci fermiamo a mangiare al ristorante Lac Thanh 6A Dinh Tien Hoang str., tipico ristorante vietnamita di quelli che è bene non guardarsi troppo intorno per lo squallore, ma che poi ci passi sopra perché mangi bene. A fine pranzo, in attesa del conto, un sordomuto prima cerca di venderci dei quadri, al rifiuto prova a venderci un tour nei dintorni di Huè rifiutiamo ma non desiste ci offre un tour con destinazione finale Hoi An, questo attira la nostra attenzione, a questo punto viene in aiuto un ragazzo molto organizzato che sfodera un book, tenuto con grande cura, dove ci sono le foto di altri occidentali che hanno fatto l’itinerario, che si effettua in motorino. Ci sono le foto dei luoghi dove passeremo e dove ci fermeremo con i commenti entusiasti dei viaggiatori. Poi con la stessa cura sfodera un altro book contenente tutte le recensioni leggiamo così molti commenti positivi sia su questi ragazzi che sul servizio che offrono. La precisione e l’organizzazione ci piace, dopo un po’ di contrattazione ci mettiamo d’accordo per 35$ persona, 10 $ in acconto. La cena l’abbiamo fatta al ristorante Carambola, nella via del nostro hotel, buon locale in stile franco-vietnamita che consigliamo.

HUE’ – HOI AN

La partenza è prevista per le 8:30, ma alle 8:00, mentre facciamo colazione, notiamo che i ragazzi sono già ad aspettarci. Il tempo è pessimo il cielo è nero e pioviggina ma i ragazzi sono molto organizzati hanno grossi sacchi per proteggere i nostri zaini e mantelle che aggiungiamo alle nostre. Partiamo, il tragitto sarà tutto una scoperta, ci colpisce vedere traffico dal sedile di un motorino, quando lo vedevamo dal finestrino dell’autobus ci pareva estremamente indisciplinato e pericoloso, adesso lo troviamo a suo modo organizzato e per niente pericoloso, certo è che i nostri driver si sono rivelati scrupolosi guidatori e ci rendiamo conto che siamo stati molto piu’ in pericolo nei trasferimenti a quattro ruote che con due. Curioso vedere gli sguardi dei turisti occidentali che incrociamo comodamente seduti sui sedili dei van o dei bus, ci guardano come se fossimo due extraterrestri. Anche in questa occasione ci siamo calati per un giorno intero nella loro “dimensione” e siamo stati benissimo. Per pranzo ci siamo fermati in uno dei “loro” punti di ristoro. Più che un luogo dove mangiare sembra un’officina, ma anche qui abbiamo mangiato divinamente ed rimarrà il secondo posto dell’intero viaggio dove abbiamo mangiato dei memorabili vermicelli con frutti di mare, al prezzo che pagano loro 15000 dong in due, con una Tiger grande. Si, avete letto bene! La bella giornata viene turbata da un episodio che fortunatamente non ci ha complicato le cose, ma ci ha fatto prendere un bello spavento. Prima del pranzo eravamo stati a visitare un luogo un pò impervio lungo un torrente dove degli scultori avevano sagomato la figura di un elefante e stavano lavorando ad un’altra figura. Mia moglie ha sentito un leggero fastidio dietro al ginocchio ma non gli ha dato peso. Nel pomeriggio inoltrato in prossimità del Passo Hai Van, il Passo delle Nuvole, lungo la Mandarin Road siamo scesi dalla moto per fare delle foto ed è stato lì che abbiamo notato che dal ginocchio in giù la gamba dei pantaloni era “zuppa”di sangue; era talmente impressionante che tutti i veicoli che passavano si fermavano pensando ad un incidente, invece era stata una sanguisuga che aveva morso il ginocchio e il lato dietro il ginocchio. La sanguisuga quando si attacca diffonde un antidolorifico e anticoagulante quindi mia moglie non sentiva dolore e le ferite perdevano copiosamente sangue, i ragazzi sono subito intervenuti tamponando con il tabacco, ma poi fortunatamente è arrivata una ciclista inglese con una fornitissima cassetta medica. Ha fatto allontanare tutti, con grande dimestichezza ha medicato le due ferite e ha messo una robusta fasciatura tranquillizzando mia moglie. Ringraziamo infinitamente la ciclista, proseguiamo e visitiamo le Montagne di marmo, che consigliamo. Alle 18:00 circa eravamo a Hoi An.

HOI AN

Ci siamo fermati due notti e abbiamo soggiornato all’ Hoang Trin Hotel, 45 Le Quy Don st. per 48$ la doppia, colazione inclusa. Ci siamo trovati benissimo, la proprietaria è attenta e scrupolosa nella gestione, la colazione è ottima, la camera confortevole ampia, pulita e ricca di particolari. Hoi An è una perla, un luogo a cui merita dedicare un po’ di tempo, anche se in realtà si visita velocemente… è l’atmosfera che colpisce. Ci ha ricordato alcuni scorci di Kyoto. L’albergo si trova a cento metri dal box dove vengono venduti i ticket per la visita dei luoghi storici. 90000 dong cadauno quelli che permettono la visita di cinque dei 15 luoghi disponibili. Hoi An di notte diventa magica, illuminata da lanterne in seta di diversi colori, gremita di localini dove prendere l’aperitivo o cenare, tutti molto interessanti che diventa una dura lotta scegliere. I più ambiti sono quelli con veduta sul fiume. Hoi An è famosa anche per i suoi sarti che in una notte ti confezionano qualsiasi tipo di indumento dal mongotmery all’abito da sera. Al primo impatto le sartorie sembrano un po’ tutte uguali e non entusiasmanti per i gusti di noi italiani; ma dopo un’attenta ricerca si trovano capi interessanti. Attenzione anche a non farsi tirare in inganno dai modelli esposti, in quanto non sono cuciti perfettamente perchè sono solo dei modelli. Mia moglie è stata “colpita” da un cappottino, in due minuti le hanno preso le misure, fatto scegliere il tessuto e dopo meno di 24 ore era pronto e vestiva perfettamente, spesa 35$. Il negozio di cui ci siamo serviti si chiama Cloth Shop An mrs. VY 63 Nguyen Thai Hoc str. Da Hoi An è anche possibile muoversi in bicicletta per raggiungere la campagna circostante o per arrivare sulla costa purtroppo noi non ne abbiamo avuto il tempo, ma è consigliabile.

SAIGON

Per guadagnare tempo abbiamo deciso di prendere un volo interno da Danang a Saigon con la compagnia aerea Jetstar www.jetstar.com, ottimo sevizio, partenza 11:25 arrivo 12:40, costo 38$. Arriviamo all’aeroporto di Danang con un taxi 14 $, l’aeroporto è molto “scacio”, ma è nello standard del Vietnam, comunque c’è il wi-fi libero. Quando da Huè abbiamo raggiunto Hoi An, abbiamo visto il lungomare e la città di Danang che ci è sembrata interessante anche se stanno costruendo tantissimo perché è una meta ambita dagli uomini d’affari. Arrivo a Ho Chi Minh City alle 13:00 recuperato gli zaini ci dirigiamo al desk della Sacso Taxi (come indicato dalla Lonely) ma è chiuso, quindi, usciamo e ci assalgono i soliti fasulli procacciatori di taxi; una volta che uno di loro ti ha “contattato” nessuno altro sarà più disponibile a darti informazioni, anche se chiedi direttamente al tassista in maniera molto imbarazzata dirà che è già occupato; è tutta una cricca. Il prezzo chiestoci è di 15$. Non ci fidiamo e gironzolando troviamo, girando a sinistra (rispetto l’uscita dell’aeroporto) fino alla fine del marciapiede, l’ufficio ufficiale della Sasco taxi che con 8$ porta in centro. Ma il tentativo di truffa c’è stato lo stesso; il tassista accende il tassametro e uscendo dall’aeroporto c’è una piccola tassa da pagare, ci chiede i soldi, gli facciamo vedere la ricevuta di pagamento, ma continua a dirci che la tassa non è compresa, facciamo finta di non capire. Quando arriviamo all’ostello ci riprova questa volta non si accontenta di chiedere il denaro della barriera ma ci chiedo il prezzo totale della corsa come risulta dal tassametro; questa volta mi arrabbio gli faccio rivedere la ricevuta dell’avvenuto pagamento del sevizio alla Sasco, lui ride, dondola la testa e continua a chiederci il pagamento. Noi prendiamo gli zaini e lo “piantiamo” in mezzo alla strada… L’ostello si trova in un tipico vicolo, che i primi giorni in Vietnam guardavo con diffidenza, ma ormai “mi sento a casa”. Arriviamo al Saigon Youth Hostel 241/32 Pham Ngu Lao str. Qui ci fermiamo due notti (e sono poche), prezzo 36$ compreso la colazione. La posizione è ottima, la struttura è nuova ed è una delle motivazioni che ci ha indotto a prenotare qui. L’unico difetto è che è un po’ rumoroso, ma anche questo è tipico del Vietnam. Ci mettiamo subito in moto, dobbiamo trovare un tour decente che ci faccia arrivare a Phonom Penh attraverso la visita del Delta del Mekong, giorni a disposizione 3. Da alcune ricerche effettuate su internet dall’Italia il prezzo più conveniente risulta 250$ a persona… qui la realtà è ben diversa, non so se la motivazione è stata l’alluvione dei giorni precedenti, ma gli unici tour che venivano effettuati si somigliavano tutti e contenevano inevitabilmente una buona parte del viaggio in bus, cosa da noi in principio scartata, perché volevamo navigare il Mekong il piu’ possibile. Come prima agenzia abbiamo seguito le dritte della Lonely Planet e ci siamo diretti alla Delta Adventure Tours subito ci siamo resi conto che le agenzie menzionate dalla guida sono presi d’assalto dai viaggiatori e inevitabilmente tirano a far ciccia forti del sicuro guadagno. Purtroppo questa volta le segnalazioni della guida non ci sono piaciute. E’ subito emerso è che qualsiasi tour sceglievamo nonostante non tornassimo a Saigon ci facevano pagare comunque il rientro; il problema è che prima fanno finta di non capire poi si arroccano sulla loro posizione e non è possibile trovare una soluzione. Abbiamo pensato di prendere un’escursione diversa che ci lasciasse a Can Tho e il resto ce lo saremmo organizzato sul posto, ma anche se con programmi diversi il prezzo resta sempre lo stesso; non è conveniente. Siamo stai due volte ma non si riusciva a trovare una soluzione ad un prezzo ragionevole, alla fine stanchi abbiamo fatto “a tappeto” diverse agenzie spiegando chiaramente quello che volevamo fare, senza possibilità di altre opzioni. Risultato abbiamo scelto Tnktravel tramite l’agenzia www.vietseatourist.com.vn che, al solito prezzo della Delta adventure tours, ci hanno portato fino a Phnom Penh con barca veloce. Per Delta adventure tours il trasporto era da pagare a parte piu’ supplemento barca veloce mentre questa agenzia ha sottolineato che era ovvio non pagare nessun costo in piu’ visto che noi non usufruivamo del viaggio di ritorno a Saigon! Saigon ci è piaciuta molto ma il tempo che gli abbiamo dedicato non è stato sufficiente.

DELTA DEL MEKONG

Il primo giorno arriviamo a MYtho Ber Tre dove percorriamo una parte a piedi e poi ci imbarchiamo su delle piroghe per la visita di alcuni canali del Mekong, il percorso è brevissimo ma carino; visitiamo anche alcune attività locali e pranziamo. Sintetizzando niente di diverso dalle solite escursioni organizzate; di certo chi ha pagato per l’escursione giornaliera è una delusione poiché della vita del Mekong non ha visto niente, e non erano in pochi. Un gruppo di 15 persone compreso noi prosegue in pullman per Can Tho, dove arriviamo a buio. Ci aspettavamo una piccola e un po’ disagiata cittadina, ma di notte con tutte le luci accese l’impressione è di una metropoli, alcuni viaggiatori hanno pagato un supplemento per dormire nelle home stay dei pescatori lungo le rive del Mekong, ci fermiamo all’inizio di un ponte, nel bel mezzo di una zona artigianale e li scendono, devono attraversare una strada a quattro corsie nel buio più assoluto e traffico veloce… non sappiamo se l’indomani mattina li rivedremo. Una domanda ci sorge spontanea: ma qui in Vietnam vale la pena andare in una home stay per calarsi nel loro quotidiano? A Can Tho mangiamo in un locale che ha i tavoli sulla banchina di imbarco del Mekong, consigliato da Lino un viaggiatore solitario, un argentino incontrato per caso e amico della nostra temporanea compagna di viaggio Ines anche lei argentina che per i prossimi tre mesi attraverserà, una bella fetta di Asia in solitaria. La mattina seguente alle 8.00 ci siamo imbarcati su una piccola lancia per la visita del Mercato galleggiante di Cai Rang. Per la visita di questo mercato ci eravamo fatti molte paranoie perché avevamo letto che era più bello vederlo la mattina presto mentre buona parte dei tour organizzati partivano con molta calma; in verità come già visto in altri luoghi, il Vietnam ha un commercio ancora genuino effettuato tra gente comune nella mancanza totale della grande distribuzione, pertanto avviene quotidianamente ovunque e ne sono coinvolti tutti per gran parte della giornata.

Il mercato praticamente è ovunque e qui le foto si sprecano. Proseguiamo per vedere una raffineria di riso, un capannoncino dove gli agricoltori del circondario portano il raccolto per raffinare il prodotto, anche qui tutto è interessante. Il secondo giorno di tour incomincia a rispondere alle aspettative, anche Ines si è convinta poichè alla fine del primo giorno aveva “gettato la spugna” e voleva far rientro a Saigon per volare subito a Phnom Penh. Nel pomeriggio il gruppo si divide nuovamente di 15 persone solo sette proseguono con un piccolo Van per Chau Doc, ultima cittadina vietnamita prima del confine con la Cambogia. Il percorso è abbastanza lungo ma la vita che scorre fuori dal finestrino ci distrae per tutto il tempo. Arriviamo a Chau Doc dopo il tramonto, il tramonto lo abbiamo visto dal Monte Sam. Pernottiamo nell’albergo previsto dal tour Thanh Nam 2 in stile “regime”, il personale un po’ troppo “soldatesco” sembra di essere in una mensa militare dove non puoi nè alzarti, nè chiedere, ma anche questo è Vietnam. Fortuna che il nostro soggiorno è un lampo. Nei paesi arabi la mattina presto si sente il muezzin, qui invece alla mattina presto si sente la radio pubblica che divulga a tutto volume proclami. La mattina alle 6:00 il gruppo si divide nuovamente perché sola noi e Ines proseguiremo per la Cambogia il resto del gruppo torna a Saigon. Passa a prenderci un mezzo curioso, una bicicletta con attaccato dietro una specie di calesse, sembra quello delle gare dei cavalli, carichiamo i nostri due zaini saliamo io e mia moglie un po’ come due equilibristi; motore trainante un corpulento omino che sembra morire dopo ogni pedalata, (ma dove lo hanno trovato!). Sarà questo il mezzo che ci porta in Cambogia? Per fortuna per lui e per noi visto il precario equilibrio, dopo circa 1 km si ferma sulla banchina, lasciamo il “triciclo” per salire su un “triciclo nautico”, una barchetta a motore, come barcaiolo abbiamo un’austera signora che aspetta qualcuno che non arriva, dopo averci fatto attendere per un po’ si decide a partire. E’ visibilmente stizzita, siamo un po’ perplessi poiché non sappiamo dove siamo diretti. La barca che ci porta in Cambogia doveva essere una barca veloce oltre al fatto che non c’è Ines. Ci avranno fregato di nuovo? Dopo 30 minuti di navigazione si intravede un villaggio galleggiante la barchetta ormeggia a una casetta ci fa scendere e ci fa visitare la casa che è un allevamento di pesci, ci spiega che sotto per tutto il perimetro ci sono gabbie che sprofondano per 6/8 metri nel fiume, apre la gabbia e ci dà il mangime per provare a cibare i pesci. Quanti sono! Si riparte ci addentiamo nel villaggio, a un certo punto ormeggia a un improbabile ponticello fatto di pali e assi malmesse, scivolose e in alcuni punti pericolosamente oblique verso l’acqua. Non penserà mica che io passo di lì? Invece dobbiamo passare proprio di lì e invece che ormeggiare più vicino alla piattaforma ormeggia in capo alla passerella, risultato per arrivare alla stabile piattaforma devi percorrerla per circa 200 mt. Partiamo con passo incerto a metà piccolo problema, nel senso opposto arrivano 7 baldi giovani, ridono per come siamo timorosi, loro camminano come se fossero sulla Promenade des Anglais, per fortuna non ci dobbiamo scambiare loro saltano su un guscio di noce ormeggiato. Superata questa prova di coraggio arriviamo alla piattaforma che unisce varie case qui fortunatamente possiamo goderci con serenità il luogo, che merita, è una visione nuova, uno spaccato di vita quotidiana che completa positivamente questa escursione sul Delta del Mekong. Rientrati sul triciclo con maggior sicurezza ma non troppa, riprendiamo il largo. Nel bel mezzo del Mekong (tra una sponda e l’altra ci sono diversi km) l’austera signora spenge il motore e si lascia portare dalla corrente, nuovamente non si capisce cosa stiamo facendo, fin quando un lontano rumore rompe il silenzio, con lo zoom della telecamera vedo puntare dritto su di noi uno scafo bianco velocissimo, dopo un minuto è già al nostro fianco; dal finestrino una persona si sbraccia riconosciamo in lei, Ines. Saliamo a bordo con i nostri pesanti zaini con non poca difficoltà lasciando, come mancia, i dong rimasti alla burbera signora, finalmente vediamo un gran sorriso.

FINE PRIMA PARTE in viaggio prosegue in CAMBOGIA

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