Vietnam e Cambogia: alla scoperta dell’Indocina 2
5 agosto: siamo arrivati a Siem Reap da Saigon (con la Vietnam Airlines il volo ci è costato 180 dollari). Ci aspettavamo un piccolo e modesto aeroporto, invece siamo arrivati in una elegante bomboniera: se non avete già un visto, potete farlo direttamente qui, vi occorre solo una foto e 20 dollari, per il resto la pratica è molto rapida. Notiamo per la prima volta che i cambogiani si mettono in tanti a fare una cosa sola! Abbiamo dormito 4 notti all’Antanue Angkor Villa, prenotato dall’Italia: ci siamo trovati benissimo per la pulizia, la tranquillità e bellezza del posto del posto, la gentilezza e disponibilità del personale. La nostra bella camera sulla piscina costava 50 dollari a notte e attraverso l’albergo abbiamo organizzato anche tutte le escursioni ai templi. L’albergo ha anche un ristorante che propone cucina giapponese.
La colazione ci veniva servita a bordo piscina ed è possibile farsi fare anche dei massaggi in camera (10 dollari): insomma, ci si possono concedere piccoli lussi che qui in Europa non riusciamo economicamente a permetterci.
6: abbiamo iniziato la visita ai templi con il cosiddetto small tour: dato che era il primo giorno abbiamo deciso di prendere sia un driver sia una guida, per cui siamo dovuti andare con un minivan che ha un prezzo superiore all’auto. Il minivan ci è costato 45dollari, la guida 25dollari e abbiamo acquistato un biglietto cumulativo per 3 giorni ai templi a 40dollari.
Nello small tour abbiamo visitato l’Angkor Thom, Angor Wat e il Ta Prom. Non ci sono parole per descriverli. Ogni tanto ci chiedevamo quale tempio ci avesse più colpito e non riuscivamo a decidere. Siamo riusciti a fare anche un giro, anche se breve (10 minuti) in elefante: simpatico, da provare. Purtroppo la guida non era un granché, voleva farci fare solo 2 templi e riportarci in albergo (per essere confermato e tornare con noi il giorno dopo), ma noi abbiamo insistito e 3 è il numero ideale: sono vicini e molto diversi tra di loro, per cui riuscite a vederli e ad apprezzarli al meglio.
Nei prati attorno ai templi è facile vedere delle scimmie che giocano sugli alberi. Per non parlare dei fiori meravigliosi e delle variopinte farfalle che troverete ovunque e che non hanno uguali da noi.
7: abbiamo deciso di prendere solo il driver, senza guida, in modo da andare in auto: l’albergo ci ha consigliato un driver molto bravo, disponibile e dal buon inglese, che ci ha fatto anche da guida (e ci ha raccontato anche delle “spassose” barzellette cambogiane). Abbiamo capito che tutti fanno più o meno tutto, per cui tanto vale prendere solo il driver.
Con lui siamo andati nei templi più distanti, a più di due ore di viaggio dalla zona principale, e ci è costata 120dollari: è una gita meravigliosa, anche se lunga e un po’ faticosa, ma che consigliamo a tutti anche perché si attraversano paesaggi emozionanti di autentica vita cambogiana. Il Beng Mealea ha un prezzo a parte, perché è fuori dall’area di Angkor Wat (vi costerà 10dollari a auto), e avrete l’emozione di scoprire un tempio completamente avvolto, quasi strangolato dalla giungla.
Poi siamo andati a Kbal Spean, un bel monumento scolpito nel letto di un fiume, raggiungibile con una passeggiata in mezzo alla natura incontaminata. Portatevi scarpe da tennis comode. Anche qui opere dell’uomo e della natura si uniscono in modo sorprendente.
Infine siamo andati al Banteay Srei, celebre per gli stupendi bassorilievi.
Tornati a Siem Reap abbiamo deciso di provare un massaggio consigliato dalla Lonely: Seeing Hands, un’associazione di non vedenti. Purtroppo dalla descrizione della guida ci aspettavamo qualcosa di diverso, per cui è stata una grossa delusione: sporco, rumoroso e con un massaggio dolorosissimo! L’iniziativa è sicuramente onorevole, ma la descrizione della guida è un po’ ingannevole.
8: sempre con il driver del giorno precedente abbiamo effettuato il cosidetto “big tour”, che consiste in una decina di templi, vicini tra di loro, tutti incredibili. In 3 giorni siamo riusciti a vedere quasi tutti i templi più belli e interessanti: credo che meno di 3 giorni sia troppo poco, invece se avete qualche giorno in più potete fermarvi a lungo nei templi maggiori, che sono davvero giganteschi e pieni di dettagli affascinanti.
Tutte le sere abbiamo girato a Siem Reap, che ha un centro molto vivace, dove trovate posti per massaggi economici e confortevoli (dopo le scarpinate per i templi, ne avrete voglia), buoni ristoranti (a noi è piaciuto molto l’Amok) e dove vi conviene girare in Tuk Tuk, una sorta di carrozza trainata da uno scooter, che per 2 dollari vi porterà ovunque.
9: la mattina siamo partiti via barca per Phnom Penh. La Lonely consiglia di andare via pullman, ma a noi la traversata è piaciuta: dura 5 ore, costa 35 dollari e si attraversano paesi su palafitte e case galleggianti che restano impressi nella memoria. Abbiamo cercato un hotel seguendo le indicazioni della Lonely: prima siamo andati all’Indochina, che era pieno, ma da fuori pareva un po’ squallido, e poi abbiamo trovato posto al Bright Lotus, che però si è rivelato deludente: per 20 dollari la camera era rumorosa, poco pulita, la tv non funzionava e la colazione non è compresa. Nel pomeriggio abbiamo visitato il Palazzo Reale (bel giardino) e la Pagoda d’Argento (deludente, l’argento del pavimento è coperto da tappeti). Poi siamo andati al mercato centrale.
La sera, con il nostro inseparabile Tuk Tuk, abbiamo attraversato la città per andare in un bel ristorante francese, “Comme à la Maison”.
10: il giorno dopo ci siamo trasferiti nel celeberrimo Hotel Le Royal (prenotato dall’Italia approfittando di un’offerta), ricco di storia e suggestione. Indubbiamente il posto più caro della vacanza, ma ne vale davvero la pena e dopo tutti questi giorni di viaggio ci voleva. La mattina abbiamo visitato il museo del genoicidio Tuol Sleng, davvero commovente, da non perdere assolutamente per capire meglio una pagina drammatica di storia recente e poco nota. Vedere cosa è successo in Cambogia 30 anni fa è davvero sconvolgente, come lo è pensare che nessuno di questi pazzi assassini abbia pagato il suo conto con la giustizia. Poi siamo andati ai Killing Fields (12 dollari in tuk tuk andata e ritorno), dove non vi è nulla in realtà da vedere, ma si va per commemorare le vittime della dittatura. Nel pomeriggio abbiamo fatto acquisti al mercato russo (anche per risollevare il morale), dove si fanno ottimi affari e si trova davvero di tutto.
Complessivamente in Cambogia abbiamo cercato di fare acquisti nei negozi che aiutano le popolazioni dei villaggi, danno sostegno alle famiglie e tolgono i ragazzi dalla strada valorizzando il loro lavoro (lo sfruttamento sessuale è una piaga). Siamo riusciti a prendere molti regali per amici e parenti aiutando una popolazione di cui ci siamo innamorati.
La sera siamo ripartiti per Bangkok e da lì per Milano.
Piccola sorpresa: si paga una tassa per lasciare la Cambogia, per cui all’aeroporto dovete pagare 25 dollari a cranio.
Qualche consiglio finale: preparatevi a contrattare senza imbarazzo, semplicemente nella maggior parte dei posti i prezzi non sono fissi e contrattare serve a pagare un prezzo equo per entrambe le parti.
Non riempite la valigia di t-shirt, potete comprarne ovunque durante il percorso.
Il cibo in strada non è male e preso in piccole quantità non ci ha dato problemi; nella maggiore parte dei locali vi avvertono se il ghiaccio è fatto con acqua naturale e se le verdura sono lavate con acqua purificata.
Pensavamo di soffrire molto di più il caldo, invece ce la siamo cavata abbastanza bene: ovunque c’è aria condizionata o ventilatori, l’importante è avere almeno qualche berretto per quando il sole picchia forte. Milano d’estate è spesso altrettanto calda e ha più zanzare.
Tra Vietnam e Cambogia abbiamo speso circa 1200 per stare lì 16 giorni, e in questa cifra sono compresi: 2 voli interni, 3 hotel con piscina, vestiti su misura a Hoi An, molte cene in bei ristoranti, massaggi, taxi, negozi equi e solidali. E immagini ed emozioni impagabili, che ci sentiamo fortunati di avere vissuto.