Vietnam, Cambogia e Bangkok
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Il nostro viaggio si sviluppa su un percorso ad anello che tocca le seguenti località: Bangkok in Thailandia (aeroporto di arrivo da Milano Malpensa), Hanoi, Hue, Hoi An, Doc Let, Nha Trang, Mui Ne, Saigon (Ho Chi Minh), Phu Quoc, tutte località del Vietnam, Phom Phen e Siem Reap, località in Cambogia, e rientro su Bangkok per riprendere il volo per Milano Malpensa. Abbiamo deciso di non includere Sapa nel nostro tour, ce lo riserveremo per un prossimo viaggio in Laos e Birmania.
Marta ha iniziato a organizzare questo viaggio ad Agosto 2015, appena rientrati da un bellissimo viaggio in Sudafrica, Namibia e Botswana. Abbiamo studiato le due guide Lonely Planet di Vietnam e Cambogia; dopo aver analizzato le varie opportunità di volo abbiamo optato per Oman Air Milano Malpensa – Bangkok via Muscat. Questo ci ha consentito di acquistare i biglietti on line a un prezzo accessibile (442 € a testa) e di poter prevedere, prima del rientro in Italia, una sosta di due giorni a Bangkok per visitare la città e i suoi dintorni. Per la tratta Firenze – Milano abbiamo scelto di utilizzare l’autobus Megabus, soprattutto perché non abbiamo voluto rischiare di attraversare l’Appennino in macchina il 17 Gennaio e il 9 Febbraio (date di partenza e rientro), con rischio di trovare condizioni atmosferiche sfavorevoli visto il periodo invernale. Il viaggio era programmato per 6 persone, una delle quali, nostra figlia Elisa, non è potuta venire per problemi di lavoro. Megabus consente di prenotare i biglietti on line con due mesi di anticipo rispetto alla data del viaggio, con prezzi che aumentano mano a mano che i primi biglietti vengono venduti. Quindi, prenotando con largo anticipo, abbiamo acquistato 6 biglietti andata e ritorno Firenze – Milano al prezzo complessivo di 14 € (2,35 € a testa!!); abbiamo poi prenotato un taxi da Lampugnano (autostazione di arrivo dell’autobus a Milano) a Milano Malpensa al prezzo di 85 € per tratta. Quindi abbiamo speso complessivamente 184 €, poco meno di 37 € a testa! Per le prenotazioni degli alberghi abbiamo utilizzato il sito www.booking.com, per i trasferimenti abbiamo contattato gli alberghi e utilizzato sia mezzi privati che autobus che aerei, utilizzando i siti www.thesinhtourist.vn per il Vietnam, www.johnsislandtours.com per il trasferimento dal Vietnam alla Cambogia e www.giantibis.com per il trasferimento da Phnom Phen a Siem Reap in Cambogia.
Da Bangkok ci siamo mossi in questo modo:
1. Tappa Bangkok – Hanoi: volo Air Asia, costo 55 € a testa;
2. Tappa Hanoi – Hue: sleeping bus thesinhtourist, costo 18 € a testa;
3. Tappa Hue – Hoi An: taxi privato, costo 16 € a testa;
4. Tappa Hoi An – Doc Let: taxi privato, costo 62 € a testa;
5. Tappa Doc Let – Nha Trang: taxi privato, costo 8 € a testa;
6. Tappa Nha Trang – Mui Ne: sleeping bus thesinhtourist, costo 8 € a testa;
7. Tappa Mui Ne – Saigon (Ho Chi Minh): sleeping bus thesinhtourist, costo 5 € a testa;
8. Tappa Ho Chi Minh – Phu Quoc: volo Vietjet, costo 40 € a testa;
9. Tappa Phu Quoc – Phnom Phen: taxi + nave + bus, costo complessivo 21 € a testa;
10. Tappa Phnom Phen – Siem Reap: sleeping bus giantibis, costo 16 € a persona;
11. Tappa Siem Reap – Bangkok: volo Air Asia, costo 98 € a testa.
Quindi, aggiungendo a questi importi il costo di autobus e taxi da Firenze a Milano e ritorno (37 € a testa) e il costo del volo da Milano a Bangkok (442 € a testa), abbiamo speso in tutto per i trasferimenti una cifra pari a 826 € a persona.
Le nostre scelte sono orientate, come sempre, alla nostra filosofia, quella cioè di sopportare un maggiore sforzo a condizione di fare vacanze low cost, altre soluzioni porterebbero a costi per noi non sostenibili. Abbiamo quindi scelto gli sleeping bus per i lunghi trasferimenti al posto del treno, molto più costoso degli autobus, e abbiamo ridotto i voli aerei al minimo indispensabile. Ovviamente, non avvalendoci di tour operator, è probabile che a volte le nostre scelte non siano le migliori, ma se questo comporta un deciso risparmio preferiamo rischiare, altrimenti non saremmo dei “turisti per caso”! Se il vostro budget ve lo consente considerate che i viaggi in sleeping bus sono leggermente più faticosi che i viaggi in treno ed in aereo e optate per queste opportunità!
Prima di iniziare la descrizione del viaggio è opportuno dare alcune indicazioni di carattere generale:
1. Visti: per la durata di 30 giorni non è necessario il visto in Tailandia, alla frontiera viene apposto un timbro che non comporta costi. Per la Cambogia il visto si fa alla frontiera e costa 25 $. Per il Vietnam, da Luglio 2015, si può entrare senza necessità di visto per la durata di 15 giorni; da nostri contatti con l’ambasciata vietnamita a Roma e con l’ambasciata italiana ad Hanoi, ci è stato però detto che questo vale solo se si è in possesso di un biglietto aereo già pagato che avvalori il fatto che si uscirà dal territorio vietnamita entro 15 giorni dall’ingresso. Siccome noi dovevamo uscire in autobus e non in aereo, abbiamo preferito fare il visto, onde evitare problemi, La procedura è rapida ed economica, sul sito http://vietnamtourism.gov.vn/english/index.php/items/7833 è possibile farsi inviare i documenti per il visto in una giornata lavorativa al costo di 16 € a persona, il visto si completa in Vietnam al costo di 25$ a persona.
2. Situazione sanitaria: non sono obbligatorie vaccinazioni, sia per la Tailandia, che per la Cambogia, che per il Vietnam. La malaria non è praticamente presente nei mesi invernali a causa della bassa umidità, peraltro la profilassi antimalarica non copre al 100% ed è dannosa per l’organismo, meglio dotarsi di efficaci spray antizanzara. È praticamente obbligatorio fare un’assicurazione di viaggio, perché la sanità pubblica è carente almeno in Vietnam e Cambogia, e quella privata è costosissima. Noi l’abbiamo fatta con AXA, al costo di 49 € a testa. È invece assolutamente conveniente portare una bella scorta di farmaci, soprattutto antibiotici, sia per infezioni alle vie respiratorie (per uso di condizionatori durante la notte), che per infezioni intestinali. Tenete conto che in questi Paesi praticamente l’acqua non è potabile! Quindi, a meno che non si capiti in ristoranti di buon livello, evitare verdura fresca e bevande con ghiaccio, dolci con crema o panna e succhi a base di latte, e lavarsi i denti con l’acqua minerale. Pretendere sempre bevande chiuse, capita in alcuni ristoranti che portino l’acqua da una brocca o da una bottiglia aperta, rimandarla opportunamente indietro!!
3. Prese di corrente: abbiamo comprato alcuni adattatori universali e specifici, ma non li abbiamo utilizzati perché le prese italiane funzionano in tutti e 3 i Paesi; la tensione è la stessa che in Italia (220 V).
4. Abbigliamento: per la nostra esperienza è meglio portare una valigia semivuota! I vestiti in questi Paesi non costano niente e le lavanderie degli alberghi lavano abiti al costo di 1 $ al chilo! Conviene fare shopping se manca qualcosa piuttosto che portare una scomodissima valigia piena di vestiti dall’Italia.
5. Guida: da un po’ di tempo i cittadini stranieri possono guidare in Vietnam con la patente internazionale. Anche il motorino è un’opportunità che spesso viene offerta ai turisti, anche in questo caso è necessaria la patente internazionale. Noi abbiamo deciso di non guidare in questi Paesi, il traffico è molto caotico ed indisciplinato, soprattutto in Vietnam, ed il costo di un mezzo a noleggio con autista è di poco superiore a quello senza autista.
6. Telefoni e WIFI: in tutti e 3 i Paesi i telefoni e la WIFI funzionano ovunque! Tutti i bar e i ristoranti hanno la free WIFI, così come ovviamente gli alberghi. I telefoni hanno segnale ovunque, quindi, patiti di internet, il sud est asiatico non vi creerà difficoltà! La connessione WIFI è talmente buona che quasi sempre abbiamo potuto telefonare con whatsapp, spendendo praticamente niente!
7. Fusi orari: tutti e 3 i Paesi hanno 6 ore di fuso orario avanti rispetto all’Italia (quindi le 15 italiane sono le 21 in Vietnam, Cambogia e Thailandia).
8. Valuta: in Thailandia la valuta corrente è il bath, alla data del nostro viaggio 1 € valeva poco meno di 40 bath; in Vietnam la valuta corrente è il dong, alla data del nostro viaggio 1 € valeva poco meno di 25.000 dong. Alcuni servizi possono essere pagati in dollari, valuta ancora preferita all’euro. In Cambogia la valuta corrente è il riel, alla data del nostro viaggio 1 € valeva circa 4.400 riel. In realtà noi abbiamo usato in Cambogia solo i dollari, che sono di fatto la valuta usata, soprattutto nelle località turistiche, non esiste locale o albergo che non accetti pagamenti in dollari.
9. Cambio valuta: abbiamo cambiato in Italia un quantitativo in dollari che fosse sufficiente ad effettuare tutti i pagamenti previsti in questa valuta. In Vietnam i prelievi con carte di credito per stranieri sono pari ad un massimo di 2.000.000 di dong, circa 80 €, e le commissioni sono altissime (oltre 5 € a prelievo). Solo l’Agribank consente prelievi maggiori, ma comunque per cifre non molto superiori. Anche in Cambogia e Thailandia le commissioni per i prelievi con carta di credito sono altissime e gli importi prelevabili molto bassi (poco meno di 150 €). Quindi, per la nostra esperienza, è consigliabile portare al seguito un quantitativo alto anche di €, che vengono cambiati senza commissioni ad un cambio molto favorevole, piuttosto che fare prelievi di contante con carta di credito con alte commissioni. Gli alberghi invece possono essere pagati con carte di credito, con una maggiorazione del 3% nel pagamento ma con commissioni più basse da parte della banca rispetto ai prelievi. Quindi, se volete risparmiare, portate un quantitativo di contanti pari a poter quasi coprire interamente le spese da sostenere e riservate l’utilizzo della carta di credito a casi eccezionali.
10. Visita delle città: noi preferiamo visitare le città a piedi, perché questo ci consente di cogliere attimi di vita quotidiana che altrimenti non potremmo osservare; scegliamo quindi alberghi in posizione all’incirca centrale rispetto alle cose che vogliamo visitare. Nelle tre grandi città che abbiamo visitato, Hanoi, Saigon (Ho Chi Minh) e Bangkok, siamo riusciti a vedere tutto quello che ci interessava facendo passeggiate non superiori ai 30 minuti o percorsi circolari giornalieri senza nessuna fretta. A Phnom Phen invece le cose da vedere sono un po’ distanti l’una all’altra, quindi abbiamo usato i tuc tuc. Se a voi non piace camminare, i taxi costano veramente poco, potete tranquillamente utilizzarli fissando per strada e contrattando il prezzo.
11. Mance: in questi Paesi non sono particolarmente abituati alle mance, se volete lasciare qualcosa datela direttamente al cameriere, altrimenti va nell’incasso del proprietario.
12. Acquisti: a conti fatti il posto dove si acquista meglio è Bangkok, la più cara è stranamente la Cambogia, che è di fatto il più povero dei tre Paesi visitati. Trattate sempre sul prezzo, quasi sempre la cifra iniziale può essere ridotta ad 1/3 (cioè da 9 € si acquista a 3 €!). Ovviamente nei negozi con dipendenti questo non è possibile, ma nei piccoli shop a conduzione familiare è la norma!
13. Bambini: evitate di acquistare oggetti dai bambini, questo favorisce il loro abbandono scolastico, comprate solo dagli adulti, anche se dire di no ai bambini di questi Paesi è veramente difficile. Ci sono alcuni ristoranti che hanno istituito centri di recupero per i bambini di strada che poi inseriscono a lavorare come camerieri nei loro locali, andate a mangiare in questi posti! Ci sono diversi tour operator locali che devolvono parte del ricavato alle associazioni benefiche per bambini, noi ne abbiamo utilizzato uno. Non frequentate gli orfanotrofi, la maggior parte di essi sono fasulli, cioè i bambini hanno ancora i genitori ma i responsabili dei falsi orfanotrofi hanno convinto le famiglie a mandare i bambini in queste strutture per usufruire dei proventi delle donazioni, che nella quasi totalità non vengono utilizzati per i bambini ma a scopo personale ai gestori.
14. Foto: in questi Paesi. Soprattutto in Vietnam, nessun soggetto si sottrae ad una foto, anzi, spesso vi sorridono e si fanno fotografare insieme a voi, i bambini poi sono stupendi, sono soggetti bellissimi per i vostri reportage.
15. Mappe: abbiamo stampato le mappe di google maps delle aree di nostro interesse, più che sufficienti per muoversi in tutte le località che abbiamo visitato.
16. Delinquenza: non abbiamo mai avuto neanche per un secondo la sensazione che qualcuno volesse scipparci, io ho sempre tenuto il portafogli nella tasca posteriore dei pantaloni senza bottone, come faccio sempre anche in Italia; a Phnom Phen gli autisti dei tuc tuc ci hanno chiesto di stare attenti, perché qualche balordo a volte strappa le macchine fotografiche e gli zaini ai passeggeri. Il consiglio è di muoversi come in Italia, se state con la testa fra le nuvole vi scippano anche a Berlino!
17 – 18 Gennaio 2016
Partenza alle ore 13.10 con l’autobus Megabus da Firenze piazzale Montelungo (binario 16 della stazione ferroviaria di S. Maria Novella). Arriviamo in largo anticipo, è domenica e il traffico in città a quest’ora è scarso. Il pullman, proveniente da Napoli, è in perfetto orario, la giornata è bellissima, l’Abetone imbiancato è uno spettacolo! L’autobus si ferma a Bologna e poi prosegue per Milano, dove arriviamo in anticipo sull’orario previsto, intorno alle 18.00 Alla barriera di Melegnano contatto il nostro taxi perché anticipi il suo arrivo, così alle 18.15 siamo già in viaggio per Malpensa, dove arriviamo alle 19.00. Il nostro volo è programmato per le 21.30, siamo in netto anticipo; abbiamo fatto il check in on line la sera precedente, imbarchiamo le valigie e mangiamo un boccone, poi saliamo a bordo. Viaggio ottimo, atterraggio perfetto ed in perfetto orario, alle 6.00 ora locale (le 3.00 di notte italiane) atterriamo a Muscat (per questo straordinario Paese vedi il diario del nostro viaggio su questo sito). Il volo per Bangkok è programmato per le 10.30, abbiamo tempo di girovagare per l’aeroporto prima di imbarcarci. Siamo un po’ cotti, sul volo per Bangkok riusciamo a dormire un po’; anche questa seconda tratta è perfetta, sia nel volo che nell’atterraggio, la scelta di Oman Air si rivela azzeccata, non avevamo dubbi! Arriviamo in perfetto orario all’aeroporto internazionale Suvarnabhumi, alle 18.50 ora locale (le 12.50 ora italiana), in pratica c’è voluto un intero giorno per arrivare sin qui! In aereo ci hanno fornito il voucher per il visto, che compiliamo prima di atterrare; avevamo letto sul sito della Farnesina che era necessario presentare la lista dei farmaci al seguito, tradotta in inglese e firmata dal medico curante. Ci eravamo quindi premurati di prepararla ma, una volta arrivati al food & drugs, posto al nastro bagagli n° 23, l’ufficio è chiuso! Recuperiamo le valigie, preleviamo valuta locale e ci avviamo a prendere un taxi per l’albergo, che abbiamo prenotato nei pressi dell’altro aeroporto internazionale di Bangkok, il Don Mueang, dove domattina alle 7.00 abbiamo il volo per Hanoi. Il taxi ci costa 1.700 bath, circa 45 €, ma vista la distanza che deve percorrere non è poi così caro. Alle 21.00 siamo in albergo, il Montri Resort Donmuang, una struttura un po’ penosa ma dotata di comfort minimi (frigobar, aria condizionata, WIFI), l’afa è veramente pesante, la temperatura è di 28° C e l’umidità è altissima. La camera doppia costa 22 € colazione inclusa. Alla reception prenotiamo lo shuttle per l’aeroporto, che parte alle 4.40 e costa 60 bath a testa, circa 1,5 €. Usciamo per mangiare un boccone, la zona è in periferia e quindi non c’è un granché, troviamo una sorta di bettola dove comunque mangiamo abbastanza bene, ovviamente tutte pietanze cotte alla griglia o fritte, carne o pesce, spendiamo 12 € in 5! Troviamo anche un piccolo supermercato aperto 24 ore su 24 dove compriamo acqua e yogurt per la colazione, poi doccia e a letto, domani la sveglia è alle 4.00!!
19 Gennaio 2016
Dormiamo bene anche con il fuso orario, la sveglia ci coglie ancora nel sonno più profondo; arriviamo all’aeroporto alle 5.00, capisco solo adesso perché la titolare dell’albergo si è raccomandata che arrivassimo all’aeroporto con 2 ore di anticipo, c’è un fiume di gente, una marea umana impressionante! Ci incolonniamo per il check in con Air Asia, che abbiamo fatto on line in Italia, e arriviamo all’imbarco praticamente appena in tempo per salire a bordo; arriviamo ad Hanoi con 20 minuti di ritardo, alle 9.00. Le operazioni per il visto sono celeri, recuperiamo le valigie e usciamo dall’aeroporto, dove ad attenerci c’è il nostro autista con il taxi che avevamo prenotato dall’Italia tramite l’albergo, che al costo di 28 $ ci conduce in città. Hanoi è esattamente quello che viene descritto in tutte le guide e su tutti i filmati presenti su youtube… il caos! Milioni di motorini sfrecciano in tutte le direzioni come furie e attraversare le strade richiede calma e sangue freddo! L’albergo è nella città vecchia, è il Camel City Hotel, prezzo 20 $ a notte per la camera doppia colazione inclusa, un albergo non bellissimo ma che offre i giusti comfort e il vantaggio di essere nel cuore della città. Lasciamo le valigie e alle 11.00 siamo già in giro nella confusione più totale, tutta la popolazione vive di fatto in mezzo alla strada, dove lavora, mangia, discute, un mondo di una volta per noi scomparso. Effluvi di cibo arrivano da tutte le direzioni, i vietnamiti mangiano a tutte le ore! Visitiamo il mercato centrale, un posto fantastico, poco frequentato dai turisti, dove si vende di tutto, frutta, pesce fresco ed essiccato, funghi, vestiti, una cosa veramente unica! Pranziamo da Yin & Young, bel locale consigliato dalla Lonely Planet, dove servono piatti tipici per una spesa non superiore ai 7 € a testa. Nel pomeriggio visitiamo il Tempio della Letteratura e il Mausoleo di Ho Chi Minh, due pezzi importantissimi della storia del Vietnam. Girovaghiamo nel tornare in albergo ubriachi della confusione e dei profumi di questa strana città; ceniamo presto e alle 20.00 arriviamo giusto in tempo per vedere il famoso Teatro delle Marionette, uno spettacolo unico nel suo genere e famoso in tutto il mondo, un pezzo della tradizione vietnamita con marionette antichissime in ceramica mosse con maestria dalla compagnia teatrale. Peccato che non riusciamo a capire la trama della storia, declamata solo in vietnamita. Rientriamo presto in albergo e proviamo a recuperare un po’ di energie.
20 Gennaio 2016
Facciamo colazione alle 7.30, alle 8.00 la nostra guida ci preleva per condurci al pullman che ci porterà alla Baia di Halong, uno dei sette patrimoni naturali dell’umanità, riconosciuto nel 2000 dall’UNESCO ed una delle più importanti attrattive del Vietnam, come dice la nostra guida, non potete dire di aver visitato il Vietnam senza aver visto la Baia di Halong! Abbiamo prenotato con il sito www.thesinhtourist.vn un tour in nave di un giorno e mezzo con la Imperial Classic Superior; il prezzo, all inclusive ma bevande escluse, è pari a 74 € a testa. Questo tour è prenotabile anche su www.booking.com, ma costa circa 15 € in più a testa. Il trasferimento in autobus fino alla baia richiede 4 ore, arriviamo alle 12.30, dopo aver attraversato un paesaggio fatto di risaie e fiumi. La nostra nave è in realtà la Silver Sea Cruise, un’imbarcazione con 18 camere nuovissima e veramente molto bella, dotata di tutti i comfort. Purtroppo le condizioni meteo non sono proprio il massimo, non piove ma il cielo è coperto e non consente di apprezzare fino in fondo la bellezza di questo posto. Dopo pranzo visitiamo una delle grotte della baia, molto bella, scavata all’acqua nel calcare delle rocce, Rientriamo poi in nave e navighiamo all’interno della baia scattando foto e sorseggiando drink. Dopo cena proviamo la pesca al calamaro, ma senza fortuna; andiamo a letto presto, domattina ci attende un giro in kayak alle 6.30.
21 – 22 Gennaio 2016
Saltiamo il kayak, il tempo è incerto e un po’ di sonno in più non guasta! Facciamo colazione alle 7.30, mentre la nostra nave si muove all’interno della baia che, anche con il tempo nebbioso, offre scenari surreali e bellissimi. Alle 9.30 siamo ad una delle aziende che producono perle all’interno della baia, una struttura a ciclo completo dalla produzione alla vendita. Ci spiegano un po’ le varie tipologie di ostriche allevate all’interno della fattoria, poi ci mostrano le tecniche di impianto della pallina che produrrà la futura perla. I tempi che un’ostrica impiega per produrre una perla commercializzabile variano da 2 a 6 anni! Non solo, spesso solo il 30% delle perle prodotte è di qualità tale da poter essere messa in vendita, il rimanente 70% è da scartare! Ci sono ostriche diverse per ogni tipo di colore richiesto, dal bianco fino al nero; le giovani ostriche entrano in produzione all’età di 3 mesi e restano in vita negli allevamenti fino al momento in cui non sono pronte per l’estrazione della perla, un lavoro lungo e dall’esito incerto, ecco perché costano così tanto! Marta compra una perlina da collo per 40 $, Fulvia ne compra addirittura 3! Torniamo poi alla nostra nave, dove lo staff ha organizzato un corso di cucina vietnamita; la cosa è alquanto deludente, si tratta soltanto di imparare la tecnica per fare un involtino con la carta di riso, sicuramente da non mangiare perché a base di verdure crude lavate male!! Alle 11.30 lasciamo le camere e ci viene servito il pranzo, la nave è a ciclo continuo, lo staff pulisce immediatamente la nave per consentire al nuovo gruppo di accedere direttamente ai servizi.
Marta ha portato un dolce, oggi è il mio compleanno, meno male che non ha detto alla guida di dirlo al microfono! Oggi sono 55 e per il secondo anno consecutivo li festeggio all’estero! Alle 12.30 sbarchiamo a terra e riprendiamo il nostro autobus per Hanoi. Arriviamo in città alle 17.00, immersi nel solito caos; la nostra guida, molto gentile, ci fa scendere direttamente dove dobbiamo prendere il nostro sleeping bus che ci porterà ad Hue. Entriamo nell’agenzia e lasciamo i bagagli, dobbiamo essere pronti per le 18.00 per cui abbiamo tempo di fare un giro, comprare qualcosa da mangiare per la cena, andare in farmacia a comprare dei cerotti per la Fulvia che, dopo i sobbalzi sull’autobus per Halong, ha di nuovo la sua sciatica (ma i vecchi non dovrebbero stare a casa??). Alle 18.00 facciamo il biglietto, che avevamo ovviamente già prenotato e pagato dall’Italia sempre con www.thesinhtourist.vn, e alle 18.30 saliamo sull’autobus. Lo sleeping bus è il sistema più economico per muoversi in Vietnam, è un autobus munito di circa 40 posti letto disposti su 3 file e due piani. L’unico problema è che è strutturato su dimensioni vietnamite, i due corridoi sono strettissimi e si dorme bene solo se si è alti non più di 1,70 m, perché altrimenti i piedi battono in fondo! Io che sono alto 1,85 m ho avuto qualche problemino, ma nel complesso ho dormito. L’autobus non ha il bagno a bordo, lungo il tragitto si ferma all’incirca ogni 3 ore per permettere ai passeggeri di andare in bagno, di fumare una sigaretta, di sgranchirsi le gambe o di comprare qualcosa da mangiare. Il viaggio doveva durare dalla 18.30 alle 9.00 del mattino successivo, ma verso mezzanotte l’autista si ferma perché gli si è accesa una spia sul cruscotto e perde più di un’ora per risolvere il problema. Piero, che si intende di meccanica, dice che c’è un problema sulla cinghia che probabilmente non carica bene la batteria. A causa di questo inconveniente arriviamo a Hue alle 10.45, l’autista ci lascia un po’ più distanti di quanto previsto rispetto all’albergo, comunque, in circa 20’ a piedi, arriviamo al nostro Sunny A Hotel, dove il personale ci accoglie con il solito calore e ci mette a disposizione due delle tre camere prenotate, consentendoci di darci una rinfrescata prima di dirigerci in città. Il clima qui è pessimo, forte umidità, caldo e cielo nuvoloso.
Ci dirigiamo verso la città imperiale; il centro storico di Hue è costituito da una grande cerchia muraria circondata da fossato, all’interno della quale c’è la vecchia residenza dell’imperatore, costruita tra il 1804 e il 1833 e purtroppo semidistrutta dalle due guerre che hanno interessato il Vietnam, la seconda guerra mondiale e quella del 1968. Sono stati devastati decine di edifici del complesso che, dopo anni di semiabbandono, è adesso sottoposto ad un pesante intervento di restauro per la ricostruzione di alcuni edifici; tutto il complesso è patrimonio dell’UNESCO ed è veramente bello, con architetture di pregio e grande armonia. Dovevamo pranzare al Chafè Bao Bao, che però purtroppo è chiuso; un ragazzo gentilissimo ci spiega in perfetto inglese dove possiamo trovare dei locali dove mangiare. In Vietnam, come abbiamo già visto in Turchia e in Marocco, ogni quartiere è contraddistinto da un mestiere, c’è il quartiere dove vendono abbigliamento, quello dei parrucchieri, quello dei meccanici e quello dei ristoratori. Entriamo in una sorta di bettola dove con 2 € a testa riusciamo a mettere qualcosa sotto i denti! Rientriamo poi in albergo, dove alle 15.30 abbiamo fissato un tour privato per la spiaggia di Phu Thuan; purtroppo però il tempo non è bello e il mare è mosso, facciamo un giro in spiaggia ma non possiamo fare il bagno. Rientriamo in albergo, facciamo una doccia e usciamo per andare al mercato, arriviamo che sta già chiudendo ma lo spettacolo è ugualmente pazzesco, sudicio ovunque, topi che scorazzano, una cosa assurda. Entriamo poi in un grande supermercato dove osserviamo un po’ cosa mangiano gli abitanti del luogo. Frutta mai vista, ne compriamo alcuni tipi per assaggiarli; poi compriamo una bottiglia di vino vietnamita e andiamo a cercare il ristorante dove pensavamo di mangiare, il Lien Hoa, famoso ristorante vegetariano vietnamita, ma quando arriviamo sta già chiudendo, anche se sono appena le 20.30. Decidiamo quindi di cenare vicino all’albergo, al ristorante indiano Omar Khayyam’s, dove con circa 5 € a testa mangiamo piatti tipici indiani. Torniamo in camera e assaggiamo i frutti comprati … disgustosi!!
23 Gennaio 2016
Facciamo colazione alle 7.30, il nostro taxi ci aspetta alle 8.00 per portarci a Hoi An, fermandoci lungo l’itinerario nelle località di nostro interesse. Purtroppo piove e quindi larga parte del paesaggio non è proprio il massimo; attraversiamo il passo di Hai Van avvolto dalla nebbia, per fortuna nello svalicare il tempo sembra migliorare, si vede per la prima volta un raggio di sole! Scendiamo a Danang, città molto dinamica e moderna, dove visitiamo il Museo di scultura chan, un museo piccolo ma ricco di statue di ottimo livello. Poi convinciamo l’autista ad andare a vedere il tempio Cao Dai, di cui lui non conosceva l’esistenza, il più grande tempio caodaista del Vietnam, una struttura moderna ma dotata di un suo fascino. Ci dirigiamo poi verso le Marble Mountain, le montagne di marmo, oggi abbandonate e costellate di templi e pagode. La visita è interessante, anche se il posto sarebbe molto più spettacolare con il sole. Alla base della montagna l’industria del marmo è fiorente, anche se non viene più utilizzato il marmo vietnamita ma quello di importazione cinese. Arriviamo a Hoi An intorno alle 13.30, il nostro taxi ci lascia davanti all’albergo; l’autista non è stato particolarmente simpatico, non parlava una parola di inglese, per farlo fermare nei posti di nostro interesse abbiamo dovuto discutere e se ne è andato senza neanche salutare, cosa molto strana perché il popolo vietnamita è di una cordialità e di una simpatia incredibile. Dopo aver sistemato i bagagli ci avviamo verso il centro città; alloggiamo al Cam Nam Homestay, struttura molto simile a quelle dove abbiamo soggiornato sino ad oggi, perfetta per la nostra filosofia, pulita, letto duro, luminosa, dotata di comfort minimi ma sufficienti, spartana insomma! L’unica cosa che non funziona è la WIFI, alla reception non ci sanno spiegare il motivo. Pranziamo in uno dei ristoranti sul fiume Thu Bon, dove con 4 € a testa mangiamo abbondantemente, poi iniziamo a visitare questa vivace e bella città, come dice la nostra guida Lonely Planet “la città più suggestiva e ricca di atmosfera dell’intero Vietnam”, una città veramente sorprendente, piena di edifici d’epoca bellissimi e di negozi che vendono ottima merce a buon prezzo. Pagando 120.000 dong a testa, circa 5 €, si possono visitare 5 dei principali monumenti cittadini, e il ricavato viene utilizzato per ristrutturare l’intera città, un buon modo di mantenere intatto questo posto meraviglioso. Oggi visitiamo il ponte giapponese, un piccolo ponte coperto simbolo di Hoi An, e la casa di Tan Ky, costruita due secoli fa da una famiglia vietnamita e conservata per 7 generazioni! Consente di valutare il modo di vivere delle famiglie del posto e di visionare le influenze architettoniche cinesi e giapponesi sugli edifici vietnamiti. Purtroppo piove ancora, ci infiliamo in un mercato coperto, dove vendono di tutto, stoffe, abiti, scarpe, alimenti, un vero bazar! Compriamo un po’ di regali, foulard di seta pura a 5 $, pantaloni a 8 $, camicie a 5 $. Rientriamo poi in albergo per cambiarci e riposarci un po’ e poi usciamo per la cena, che consumiamo al Morning Glory, un ristorante rinomato per la sua cucina e per alcune specialità che assaggiamo, calamari ripieni di carne di maiale e mousse di gamberetti con verdure, deliziosi. All’uscita dal ristorante finalmente non piove più, oggi è giorno di plenilunio e, come tutti i mesi, a Hoi An è la festa delle lanterne, che sono tutte accese in città. Alcune signore distribuiscono, per 20.000 dong, poco meno di 1 €, delle lanterne di seta con un lumino da far scorrere lungo il fiume esprimendo un desiderio. Rientriamo in albergo e pianifichiamo un attimo il da farsi per domani; avevamo previsto di noleggiare le bici e andare al mare ma la vedo una cosa alquanto improbabile!
24 Gennaio 2016
Tempo pessimo, non piove ma le nuvole sono bassissime! Cambiamo programma, invece di andare al mare decidiamo di passare la mattina in centro città, completando un po’ di acquisti, e nel pomeriggio prenotare un taxi per andare a visitare le rovine champ di My Son. Pranziamo al Marmaid Restaurant, consigliato dalla guida Lonely Planet; la scelta si rivela azzeccata, i piatti consigliati dalla guida sono ottimi. Nel pomeriggio alle 13.30 partiamo per My Son, una macchina a 7 posti con autista ci è costata 40 €; il sito è distante circa 1 ora da Hoi An, arriviamo intorno alle 14.40. Visitiamo l’area archeologica per circa 1 ora e ½, purtroppo i pesanti bombardamenti americani hanno praticamente distrutto questa meraviglia che versa in condizioni pessime ma che vale comunque la pena di essere visitata. Torniamo in albergo, dove i proprietari ci hanno lavato tutta la biancheria ad un costo di 1,5 $ al kg! Torniamo in città, dove ceniamo nuovamente al Marmaid Restaurant, provando piatti che non avevamo scelto a pranzo, ottimi comunque. Rientriamo in albergo dove beviamo la bottiglia di vino che avevamo comprato ad Hue; la donna delle pulizie, nel pulire la camera, ha rotto la bottiglia e il proprietario ce ne ha comprata un’altra. La beviamo insieme a lui, che ci offre il suo vino di riso, una bevanda che sappiamo essere molto a rischio perché, se fatta in casa, può contenere metanolo; ne beviamo un sorso a testa, giusto per non far dispiacere il nostro commensale. Torniamo presto in camera perché domattina abbiamo prenotato un taxi per un lungo trasferimento a Nha Trang e dobbiamo partire alle 6.30.
25 Gennaio 2016
Alle 6.00 siamo pronti, anche Ilaria, ma nella stanza di Piero e Fulvia non ho sentito rumori… dormono! Strano, visto che Piero si dichiara “operativo a bestia”! Comunque riusciamo a partire alle 6.40, tempo sempre pessimo, pioggia e cielo coperto. Il nostro autista sa qualche parola di inglese, non è poco! Ci avviamo verso sud, ci attende un lungo viaggio sino a Doc Let, una baia a 45 km a nord di Nha Trang; dopo circa due ore arriviamo al sito di Son My, un luogo commemorativo di una delle più atroci stragi compiute dagli americani durante la guerra del Vietnam. 504 civili inermi, soprattutto donne, vecchi e bambini, massacrati solo perché sospettati di dare rifugio ai vietcong, una pagina delirante di questa guerra assurda che purtroppo non ci ha insegnato come muoverci in futuro! Le ricostruzioni lasciano la pelle d’oca, sono veramente ben fatte e lasciano una sensazione di forte sgomento. Da qui dovremmo andare alla spiaggia di My Khe ma, visto il tempo, la guardiamo mestamente dalla macchina! Riprendiamo poi il viaggio verso sud, attraversando cittadine che vivono di agricoltura, di pesca e di piccolo commercio, immersi fra risaie e acqua ovunque, fiumi, mare, lagune, paludi, sistemi di chiuse per l’irrigazione. All’ora di pranzo chiediamo al nostro autista di trovare un posto dove pranzare, ci porta un una bettola da film di altri tempi, dove non capiamo una parola di quello che dicono! Sul bancone vasi di vino con dentro decine di serpenti morti arrotolati! Il nostro driver parla con il cameriere, poi chiama al telefono un suo amico che parla inglese e mi fa spiegare che, per ordinare, possiamo andare in cucina ed indicare alla cuoca quello che vogliamo mangiare, uno spettacolo! Prendiamo gamberi con carne secca e calamari con verdure e riso, nel complesso niente male, a parte lo sporco! Continuiamo poi il nostro lungo viaggio verso Ganh Da Dia, dove arriviamo intorno alle 16.00; questo promontorio basaltico generato da un’eruzione vulcanica milioni di anni fa, ha la caratteristica di aver creato, nell’immersione della lava incandescente nell’oceano, delle forme esagonali e pentagonali molto particolari, non avevamo mai visto niente di simile nei nostri viaggi! Riprendiamo il viaggio, si fa buio e la strada viscida diventa pericolosissima, fra bici e motorini che sfrecciano senza fari anche contromano! Arriviamo al nostro albergo, il Gm Doc Let Beach Resort & spa, intorno alle 19.30; il posto è fantastico, direttamente sulla spiaggia fra palme di cocco e sabbia finissima, ma con questo tempo lo spettacolo non è lo stesso. Ceniamo al ristorante di fronte all’albergo, che serve di tutto, dal serpente alla tartaruga! Preferiamo andare su piatti un po’ più consoni ai nostri gusti! Quando ci portano le posate le pulisco con un fazzolettino di carta che diventa nero! Rientriamo in albergo e andiamo a letto, guardiamo le previsioni meteo, ancora per qualche giorno non ci sono speranze di avere bel tempo!
26 Gennaio 2016
L’intenzione era di alzarsi intorno alle 9.00, ma alle 7.30 la confusione che ci circonda non ci lascia dormire fra addetti al giardino che urlano, villeggianti russi che schiamazzano e vento che soffia come a Trieste! Dopo colazione percorriamo la bella e lunghissima spiaggia intorno al resort, il tempo è ancora livido, ma perlomeno non piove. Usciti dall’area del resort le cose cambiano alquanto, ci sono vecchie case di pescatori un po’ fatiscenti con scarichi diretti al mare, immondizie dappertutto, uno scenario che dimostra ancora una volta la scarsa attenzione dei vietnamiti nei confronti dell’ambiente; un cementificio proprio lungo la costa deturpa ulteriormente il bel panorama. Facciamo poi una passeggiata verso il paese, che non offre nulla di interessante, questa località, se non si può fare mare, offre veramente poco! Rientriamo al resort e ci fermiamo per un po’ al bar, molto bello per l’affaccio diretto sul mare, ci serve un cameriere turco molto affabile, felice di vedere facce europee ma non russe! Ci racconta un po’ la sua storia, si è laureato in giornalismo a 24 anni, poi, non amando particolarmente l’attuale classe politica del suo Paese, ha preferito spostarsi in Vietnam per fare un servizio giornalistico e si è talmente innamorato del posto che non si è più voluto spostare! Pranziamo allo stesso ristorante dove abbiamo cenato ieri sera, poi aspettiamo il nostro taxi che, per la cifra di 28 €, ci porta a Nha Trang, vivace cittadina posta sulla costa piena di grattacieli e di resort a 4 stelle che deturpano il paesaggio, ma dotata di una lunga spiaggia veramente notevole. Alle 19.30 abbiamo lo sleeping bus che ci condurrà a Mui Ne, nostra prossima tappa. Lasciamo le valigie all’agenzia thesinhtourist e abbiamo il tempo di visitare un po’ la città e di comprare qualcosa per cenare sul bus; alle 19.30, puntualissimi, partiamo. Alle 0.15 siamo a Mui Ne, avevamo contattato il nostro albergo, il Mai Am Guesthouse, per avvertire che saremmo arrivati tardi, l’arrivo era previsto all’una. Il Mai Am è a 100 m all’agenzia thesinhtourist di Mui Ne, volutamente scelto nei pressi vista la tarda ora di arrivo. Il Mai Am Guesthouse è una struttura perfetta, posta direttamente sul mare, anche se un po’ datata e decisamente da rinfrescare sia nella struttura, che negli arredi e nella biancheria. Fa un bel caldo, speriamo che domani ci sia il sole! Facciamo il punto della situazione e andiamo a letto.
27 Gennaio 2016
Miracolo, c’è il sole! Facciamo colazione presto, poi prenotiamo un taxi per andare alle Sand Dunes, dune di sabbia poste circa 10 – 15 km fuori città. Il paesaggio è impressionante, siamo passati dalle risaie, alla vegetazione tropicale, al deserto! La nostra jeep ci lascia all’inizio del deserto, procediamo a piedi piuttosto che prendere i quad, che noleggiano lì vicino. I quad sono i più grandi distruttori del paesaggio desertico; per fortuna, al nostro arrivo, non c’è nessuno e possiamo osservare le stupende dune senza essere disturbati. Nel tornare indietro incontriamo orde di ragazzini in quad, meno male che sono arrivati dopo di noi. Torniamo in fretta in albergo, alle 12.00 dobbiamo lasciare le camere e non vogliamo perdere l’occasione di fare un bagno. Il mare è ancora mosso ma l’acqua è calda e si sta decisamente bene, soprattutto dopo 10 giorni di pioggia incessante! Abbiamo il tempo di fare una passeggiata sul lungomare, tra i tanti resort pieni di turisti, molti russi, molti pensionati che svernano al caldo, beati loro! Facciamo una doccia e poi andiamo a mangiare al Phat Hamburgers, i nostri compagni di viaggio cominciano ad avere nostalgia dell’alimentazione occidentale! Alle 13.30 prendiamo lo sleeping bus, prenotato con thesinhtourist.vn per andare a Saigon (Ho Chi Minh), dove arriviamo alle 18.40, con 50 minuti di anticipo. La città è il caos vivente, locali da ogni parte, musica al massimo volume, gente per strada ovunque; il nostro albergo è stato scelto non lontano dall’agenzia, è lo Yellow House Saigon, che per fortuna è in una stradina chiusa e consente di non sentire troppo rumore. È un albergo quasi nuovo, con stanze piccole ma pulite e ben organizzate. Andiamo a cena al Five Oysters, consigliato dalla guida Lonely Planet, in una strada piena di locali, di luci, di musica e di gente; ristorante ottimo, con 6 € a testa prendiamo polpo alla griglia, melanzane alle mandorle e ostriche impanate, veramente tutto delizioso.
28 Gennaio 2016
Iniziamo il nostro tour di Saigon alle 8.00 del mattino, il programma prevede un giro abbastanza articolato; lungo il percorso ci ferma un gruppo di studenti intorno ai 15 anni che ci fa un’intervista in inglese sulle nostre impressioni sul Vietnam! Iniziamo dalla cattedrale di Notre Dam, una chiesa neoclassica costruita dai francesi di nessun particolare interesse. Di fronte alla chiesa, più interessante, la posta centrale, costruita su progetto di Gustave Eiffel, un edificio ben tenuto, con la sua struttura in ferro verde e le carte antiche del Vietnam alle pareti. Proseguiamo poi per il Palazzo della Riconciliazione, un edificio degli anni ’60 del Novecento fatto costruire dal presidente vietnamita con tanto di bunker e di sala operativa per le operazioni di guerra, un edificio di nessun interesse particolare se non per la ricostruzione dell’ingresso delle truppe vietcong in Saigon nel 1975. Prima di pranzo facciamo a tempo a visitare anche la Pagoda dell’Imperatore di Giada, nulla di particolare ma comunque da visitare. Pranziamo al ristorante Cuc Gach Quam, caldamente consigliato dalla guida Lonely Planet, ma che a noi non ha suscitato particolare entusiasmo. Riprendiamo il nostro itinerario verso il Museo di Storia, prima di arrivarci di fermiamo a prendere un succo, il caldo è torrido ed afoso, è veramente difficile per noi muoverci senza sudare; il Museo di Storia è molto interessante, fa un excursus di tutte le culture del Vietnam, con pezzi provenienti anche da Angkor Wat in Cambogia, veramente una piacevole sorpresa! Ci avviamo poi lungo il fiume Saigon per salire sulla Bitexco Financial Tower, un edificio di 64 piani dove, al 52mo piano, c’è un bar, l’Alto Heli Bar, con una piazzola di atterraggio elicotteri dove si può sorseggiare un drink godendosi il panorama dall’alto di tutta la città. Per salire bisogna chiedere alla reception del centro commerciale al piano terra, che vi indirizza ad una scala mobile che conduce al primo piano, dove un’altra receptionist vi autorizza a prendere l’ascensore che vi conduce fino al bar. L’ascensore fa lo stesso effetto di un decollo aereo, velocissimo vi porta a destinazione, il panorama è a 360° e bellissimo, consente di vedere l’ampia espansione di questa città che conta più di 8 milioni di abitanti, con cantieri ancora in ponte e gru ovunque. Le bevute costano un bel po’ per gli standard del Vietnam, comunque ne vale la pena e comunque costano sempre meno di una bibita bevuta in un centro città italiano! Concludiamo la giornata al mercato Ben Thanh, molto rinomato ma che, a nostro avviso, non offre niente di più dei bei mercati che abbiamo visitato finora. Concludiamo la serata tornando a cena al Five Oysters, che anche stavolta non ci delude, veramente un signor ristorante! Andiamo a letto presto, domattina alle 6.30 si parte per il tour sul delta del Mekong.
29 Gennaio 2016
Partiamo per il nostro tour prenotato dall’Italia con www.thesinhtourist.vn; il viaggio in autobus dura circa 2 ore e ci conduce da Saigon a Cai Be. Qui prendiamo una tipica barca del posto ed andiamo a visitare il mercato galleggiante, dove i venditori sulle barche commerciano con acquirenti che arrivano con altre barche. L’ideale sarebbe stato arrivare qui alle 6.00 di mattina, per vedere il clou del commercio, ma non era facile trovare una sistemazione in zona che consentisse di arrivare così presto. Il nostro tour procede poi andando a visitare le attività dolciarie che alcune famiglie artigiane svolgono vicino al fiume. Osserviamo la preparazione delle caramelle al cocco, di una sorta di cialde con latte di cocco e sesamo e dei pop rice, i nostri pop corn che però, anziché essere fatti con il mais sono fatti con il riso passato nel caramello. Il Mekong è un fiume lungo 6.100 km che raggiunge ampiezze anche di 3 km in alcuni tratti ed è profondo fino a 25 metri, è il 3° fiume più lungo dell’Asia, dopo il fiume Giallo e il fiume Rosso in Cina; intorno a questo maestoso corso d’acqua vivono 21 milioni di abitanti, oltre il 20% della popolazione vietnamita, che conta 92 milioni di abitanti. La nostra guida dice che qui nessuno è mai arrabbiato perché la vita è semplice, se non hai soldi per comprare da mangiare butti una canna in acqua e peschi! Visitiamo poi un’azienda agricola biologica che produce frutta e che protegge i propri frutti direttamente sulla pianta coprendoli con dei sacchetti per poter far sì di non usare prodotti chimici, una cosa molto faticosa! Andiamo poi a pranzo, dove ci vengono serviti piatti tipici, pesce del Mekong e verdure della zona. Nel pomeriggio visitiamo poi il mercato di Vinh Long, dopo aver fatto un bel tour di quasi un’ora lungo il fiume; il mercato di Vinh Long è pazzesco, si vende di tutto, serpenti, granchi, rane, pollame vivo! Lungo il fiume vediamo alcune chiatte sul cui tetto viene lasciato il pesce ad essiccare, un gran movimento anche su questo fiume! Alle 14.00 riprendiamo la strada per Saigon, dove arriviamo intorno alle 17.30; lungo il tragitto parlo un po’ con la guida, gli faccio presente che la mia sensazione è che in Vietnam stiano facendo gli stessi errori che abbiamo fatto in Italia negli anni ’70 del secolo scorso, boom economico, scarso rispetto dell’ambiente e delle regole. Lui mi risponde che la vita è adesso, hanno sofferto troppo per interrompere adesso la loro crescita, che in questa città si immatricolano 1 milione di motorini e 100.000 autoveicoli l’anno, numeri che mi spaventano alquanto, come fare a dargli torto, come pensare di poter rispettare gli accordi di Kyoto e oggi gli accordi di Parigi? Visitiamo un mercato nei pressi dell’agenzia, che offre poco, poi a cena e a letto presto, domattina alle 4.15 c’è la sveglia per Phu Quoc, una delle più belle isole del Vietnam!
30 Gennaio 2016
Il nostro taxi ci attende alle 4.45 per l’aeroporto di Saigon, ieri sera la compagnia Vietjet, con la quale abbiamo il volo per Phu Quoc, mi ha comunicato via mail che il volo è anticipato di 10 minuti, alle 6.55. Il traffico è scarsissimo per fortuna, è presto anche per Saigon! Il taxi ci lascia alle partenze internazionali, ma il nostro è un volo interno, non ce ne accorgiamo; comunque, in poco più di 5 minuti siamo alle partenze nazionali, il check in è molto rapido, alle 6.00 siamo già al gate. L’aereo parte ed arriva in orario, alle 8.00 atterra, non ci sono tempi di attesa perché siamo su un volo interno, recuperiamo rapidamente le valigie, fuori ci attende il nostro taxi, prenotato tramite l’albergo, che ci conduce al nostro hotel, il Mon Bungalow, una struttura stupenda, aperta solo due anni fa, caldamente consigliata, dotata di tutti i comfort, con bellissime stanze in bungalow singoli, dotata di pannelli a energia solare per l’acqua calda, cucina comunitaria dotata di stoviglie e spezie per chi vuole cucinare da solo, biciclette gratis e drink di cortesia! Ci mettono a disposizione una camera dove poterci cambiare per andare in spiaggia, visto che il check in è alle 14.00; alle 9.00 siamo già in spiaggia, a poche centinaia di metri dall’albergo. Il mare è calmo, anche se ancora un po’ torbido per via del mare mosso dei giorni precedenti; la spiaggia è molto bella, le palme arrivano quasi fino all’acqua. Prendiamo le bici per andare a pranzo, ci fermiamo in un bel ristorante con terrazza sul mare dove ne combino un’altra delle mie! Nel tornare in albergo ci fermiamo al supermercato, dove l’addetto alla sicurezza mi chiede di mettere il mio zaino in un armadietto. All’uscita me ne dimentico e quando mi accorgo di non averlo non mi ricordo assolutamente dove l’ho lasciato. Torno al ristorante, dove mi mostrano il video di sicurezza per farmi vedere che ho portato con me lo zaino; mi scuso mortificato e torno al supermercato, ma solo dopo che l’addetto alla sicurezza mi mostra l’armadietto mi torna in mente tutta la scena! Consiglio: viaggiate da giovani, alla mia età si perde qualche colpo! Oppure sono solo io che sto perdendo la testa! Dopo questa avventura ci sistemiamo nelle nostre belle camere, facciamo una doccia e torniamo in spiaggia; il tramonto è bellissimo, il cielo adesso è davvero terso. Prendiamo le biciclette ed andiamo al mercato notturno di Duong Dong, bellissimo! Ristoranti che cuociono pesce ancora vivo conservato dentro le vasche, negozi che vendono di tutto e tutti oggetti molto particolari, diversi da quelli visti finora, conchiglie bellissime, perle, oggetti d legno, tutto veramente molto bello. Una bambina di 10 anni vende oggetti nel negozio del padre e tratta in perfetto inglese con tutti gli acquirenti, veramente uno spettacolo! Ceniamo in uno dei ristoranti del mercato, un piatto gigantesco di gamberoni a testa freschissimi e ottimi a 8 €. Poi prendiamo il gelato detto “ice cream rolls”, un gelato fatto su una sorta di piastra ghiacciata mischiando gli ingredienti scelti dal cliente e rigirandoli più volte fino a farne uno strato di gelato che viene poi arrotolato in 5 cannoli con una spatola, una cosa veramente originale. Tornando in albergo Fulvia e Piero si fermano all’agenzia John’s Tour per prenotare per domani un’intera giornata di snorkeling con prelievo diretto e ritorno in albergo al costo di 17 $ a testa pranzo incluso. Noi preferiamo rimanere a terra, oggi di sole ne abbiamo preso fin troppo.
31 Gennaio 2016
Mentre Fulvia e Piero sono a fare il loro tour di snorkeling, noi andiamo al mercato di Duong Dong, un mercato stupendo dove, di fatto, comprano solo gli abitanti del posto e i turisti scattano solo foto, infatti i venditori non sanno una parola d’inglese! Accanto al mercato c’è la fabbrica della salsa di pesce, che nella nostra guida è indicata come visitabile; la proprietaria però ci dice che la fabbrica è in ristrutturazione e non ci fa entrare. Compriamo 2 kg di gamberoni e un kg di calamari, prezzo complessivo 470.000 dong, meno di 20 €, stasera li cucineremo al nostro albergo. Compriamo anche il classico cappello vietnamita, al prezzo assurdo di 25.000 dong, poco più di 1 €! Torniamo in albergo e andiamo in spiaggia, oggi il mare è calmissimo e il cielo azzurro, l’acqua è calda e invitante. Mangiamo in albergo, uova, frutta e succo di mango, meno di 3 € a testa! È un gran caldo, ci riposiamo un attimo in camera sotto l’aria condizionata; alle 16.00 torniamo in spiaggia, oggi giornata di assoluto relax! Alle 17.30 ci raggiungono Piero e Fulvia, al rientro dal loro tour, che è stato molto piacevole; si sono prima fermati ad una pearl farm, dove immancabilmente hanno comprato un’altra perla, Fulvia soffre di acquisto compulsivo! Poi nel trasferimento in barca hanno pescato dei bei pesciotti, quindi hanno raggiunto la Turtle Island e la Finger Island, dove hanno fatto snorkeling, poi dopo il pranzo in barca si sono trasferiti in un’altra baia dove hanno fatto altre immersioni e quindi sono andati a Sao Beach, la spiaggia più bella di Phu Quoc, dove hanno fatto il bagno prima di rientrare in albergo. Aspettiamo che faccia buio in spiaggia e facciamo il bagno nuotando di notte nel plancton, che si illumina mentre nuotiamo, un vero spettacolo! Ceniamo in albergo con il pesce comprato la mattina al mercato; quando arriviamo in cucina la proprietaria ha già acceso il barbecue, pulito i calamari e iniziato a cucinare! Vado a comprare il pane, me ne ero completamente dimenticato, ma è tardi e ormai nessuno ha più niente. Torno in albergo e incontro il proprietario, mi chiede se ho trovato il pane e io rispondo di no, senza dire una parola prende il motorino e torna dopo 5 minuti con 6 baguette calde! Questo è un popolo meraviglioso, non sembra neppure che 40 anni fa abbia sofferto una guerra ingiusta e assurda, un popolo aperto, disponibile, sorridente, generoso! Dopo cena prenotiamo con il proprietario dell’albergo un tour per domani per l’intera giornata nella parte sud dell’isola, al prezzo complessivo di 500.000 dong, poco più di 20 €. Completiamo la giornata con due stupendi piatti di frutta preparati dall’hotel al costo complessivo di 60.000 dong, meno di 3 €!
01 Febbraio 2016
Iniziamo il nostro tour, oltre all’autista ci accompagna anche il proprietario dell’albergo, chissà, forse gli italiani gli sono simpatici, con tutta la confusione che facciamo! L’albergo è pieno di russi e anglosassoni, penso che noi siamo più simili ai vietnamiti che le “fredde popolazioni nordiche”! Andiamo a visitare la “sim farm”, una fattoria dove producono liquori estratti da un frutto simile a una bacca, tipo mirtillo o mirto, un liquore molto forte che assaggiamo ma non compriamo. Andiamo poi a visitare la “Coconut prison”, un carcere utilizzato dagli americani durante la guerra ai vietcong ed aperto oggi al pubblico per far vedere la barbarie delle torture perpetrate dal popolo più evoluto della terra nei confronti dei soldati nord vietnamiti. Di fronte al carcere visitiamo poi una fabbrica di salsa di pesce, dove ci mostrano tutta la lavorazione; ci sono dei tini di fermentazione in legno, come per il vino, dove piccoli pesciolini vengono messi a macerare nel sale sino a produrre un liquido scuro che viene poi imbottigliato ed utilizzato ovunque nella cucina vietnamita. Nello shopping di fronte alla fabbrica vendono di tutto, polvere di gamberi e curry, pepe, marmellate di pesce, pesce essiccato, una vera meraviglia! Procediamo poi per Sao Beach, una spiaggia in stile caraibico, sabbia bianca, mare verde e palme sino al mare. Sostiamo in questo angolo di paradiso per diverse ore; dopo aver pranzato al ristorante sulla spiaggia, aver rifatto il bagno ed esserci abbrustoliti ben bene, riprendiamo il nostro tour con la visita alla Hò Quòc Pagoda, una sorta di meraviglia sul mare, dove i monaci pregano e leggono, accessibile a tutti e veramente splendida! Nel tragitto di ritorno all’albergo ci fermiamo ad una fabbrica di pepe, uno dei prodotti più importanti di tutta l’isola; ci spiegano la differenza nella gradazione dei colori del pepe, si parte dal verde, che è il più giovane, per salire al bianco, al rosa fino al nero, che è il pepe più invecchiato e quindi di aroma più intenso. Ci fermiamo poi alla Long Beach Pearl, una fattoria dove producono delle perle fantastiche, con dei colori stupendi; compriamo due orecchini di perle color rosa alla modica cifra di 550.000 dong, circa 23 €!
Rientriamo in albergo intorno alle 18.00, siamo aragoste! Ci riposiamo un po’ prima della cena; il proprietario dell’albergo ci allestisce il barbecue fuori dalla camera. È un po’ pazzo, mette la cassetta in acciaio con il carbone su una sedia di plastica coperta da un asciugamano, ovviamente dopo 5 minuti prende fuoco tutto. Ma i vietnamiti sono abituati a ben altro, il proprietario si fa una risata, spegne l’incendio e sposta il barbecue a terra, come se niente fosse! Stasera pesce a trancio, seppie e gamberoni, una strippata mitica accompagnata dalla favolosa frutta e dalle baguette calde del proprietario. Faccio il check in on line per il volo Air Asia che ci condurrà da Siem Reap a Bangkok fra qualche giorno, la proprietaria dell’albergo gentilmente me li stampa. Dopo cena torno in paese, non sono molto convinto del fatto che domattina vengano a prenderci in albergo per il trasferimento in Cambogia. All’agenzia John’s Tour, con la quale abbiamo prenotato il servizio all’Italia, la sensazione netta è che si fossero dimenticati di noi! Infatti alle 22.00 ci portano in albergo i biglietti per la nave e ci confermano che domattina ci verranno a prendere. Saldiamo i conti dell’albergo e andiamo a dormire.
02 Febbraio 2016
Sveglia alle 6.00, abbiamo concordato con il proprietario dell’albergo che per le 6.30 ci servirà la colazione e ci preparerà dei sandwich per il viaggio. Alle 7.15 il nostro taxi ci trasborda al porto di Phu Quoc, dove ci imbarchiamo sulla nave Superdong che in 1 ora e mezza ci conduce ad Ha Thien, località portuale sulla terraferma prossima al confine con la Cambogia. Qui ad attenderci c’è un autista che ci conduce a un’agenzia specializzata nei trasferimenti in Cambogia; si occupano loro del visto e di tutte le pratiche burocratiche per l’uscita dal Vietnam, alla “modica” cifra di 36 $! Il visto in frontiera sarebbe costato 25 $ ma, secondo loro, in questo modo, la procedura è più rapida, un balzello anche in Vietnam! Il programma di viaggio prevedeva che il pullman per Phnom Phen sarebbe partito alle 11.30, in realtà parte alle 13.30, abbiamo tempo in abbondanza per fare un giro in paese, che non offre nulla se non i soliti mercati variopinti. È caldo anche oggi ma c’è un po’ di vento, all’ombra si sta bene; alle 13.00 ci imbarcano su un pullman da 10 posti in 12 persone, al nostro disappunto rispondono che tanto il tratto fino alla frontiera è di soli 5 minuti, evitiamo di discutere e andiamo. Alla frontiera i tempi di attesa sono biblici, la tipa che ha organizzato il visto, una sorta di megera da cartone animato, non è ben introdotta nell’ambiente frontaliero; dopo un’ora e mezzo finalmente superiamo il confine. Qui ci aspetta un altro autista, anche in questo caso la signora vuol far salire 12 persone su un mezzo che ne contiene 10! A questo punto ci arrabbiamo di brutto, ma la tipa non molla; dopo 5 minuti di urla, 3 francesi che viaggiano con noi ci chiedono di prendere una decisione, visto che la tipa è irremovibile sarà meglio cedere, così accettiamo di viaggiare per 1 ora su un “carro bestiame”! Dopo un’ora veniamo fatti scendere ad un’altra agenzia nella città di Kampot, dove sostiamo ancora una buona oretta prima di essere imbarcati su un pullman che ci conduce a Phnom Phen. Il viaggio è più lungo del previsto, arrivati in città il traffico è intenso, pochi motorini e molte macchine; arriviamo in città che sono già le 20.00 passate, prendiamo due tuc tuc per raggiungere l’albergo, il Flora Boutique, al costo complessivo di 10 $. Il tuc tuc è il miglior mezzo di locomozione in queste città, è un motorino al quale è stata agganciata una “carrozza” per i passeggeri. In albergo l’addetto alla reception è di una lentezza esasperante, c’eravamo abituati male con l’efficienza dei vietnamiti; vista l’ora infiliamo nel primo ristorante che troviamo, dove ogni tavolino è dotato di un minibarbecue su cui ognuno arrostisce il cibo che ordina. Le porzioni sono mignon e nessuno capisce una parola d’inglese, per intendersi è un dramma, non riusciamo a farci portare neppure il sale! Rientriamo in albergo che sono già le 23.00 e andiamo a letto.
03 Febbraio 2016
Iniziamo la giornata con la visita al campo di sterminio Choeng Ek, la sera precedente avevamo concordato con i due tuc tuc che ci avevano accompagnato in albergo di farci questo servizio al costo complessivo di 20 $. Il campo di sterminio, il più grande di tutta la Cambogia, è la sintesi di tutto il peggio abbia espresso il paranoide regime di Pol Pot, con il genocidio complessivo di oltre 3 milioni di cittadini cambogiani, circa ¼ della popolazione residente, tra il 1975 e il 1978. Il prezzo d’ingresso di 6 $ comprende l’ audio guida in perfetto italiano, che vi accompagna per tutta la visita e vi fa entrare perfettamente in questa immane tragedia. Sempre con i nostri tuc tuc, che sono rimasti ad aspettarci fuori, rientriamo in città e ci fermiamo al mercato russo, uno dei più grandi e visitati di Phnom Phen, dove compriamo alcuni oggetti carini, un quadretto, alcune ciotole realizzate dal guscio del cocco. Sempre con i nostri tuc tuc andiamo verso il Museo Nazionale; abbiamo concordato che, per una somma aggiuntiva di 15 $, ci accompagneranno sia in centro che la sera a prendere il nostro sleeping bus per Siem Reap, prossima tappa del nostro viaggio. Prima di visitare il Museo Nazionale, che fa orario continuato dalle 8.00 alle 17.00, andiamo a pranzo al ristorante Friends, rinomato per la sua filosofia; è infatti un’associazione che lavora per i ragazzi di strada, inserendoli in un percorso scolastico e introducendoli poi nel mondo del lavoro in questo ristorante, che ha fatto dell’etica la sua ragione di vita. I proventi del ristorante, sempre pieno, detratte le spese, vanno a finanziare le iniziative dell’associazione. Il Museo Nazionale è notevole, contiene la più importante collezione al mondo di sculture ed altri oggetti della cultura khmer, che già dal V sec. d.C. aveva raggiunto un livello notevole. Purtroppo all’interno non si possono fare foto, ma il Museo vale sicuramente la visita. Ci trasferiamo poi al Palazzo Reale, che si trova a fianco del Museo Nazionale; questa è tuttora la residenza del re di Cambogia, che vive in un’ala di questo stupendo complesso. I pezzi forti della visita sono la Sala del Trono e soprattutto la Pagoda d’Argento, che ha questo nome per via del fatto che il pavimento è completamente coperto di piastrelle in argento, per complessive 90 tonnellate di argento. Conserva un Buddha in oro di 90 kg costellato di diamanti, un complesso veramente spettacolare, sia per la preziosità che per il contesto. Anche per il complesso del Palazzo Reale si possono fotografare solo gli esterni. Usciamo intorno alle 16.30, la calura del giorno si è un po’ attenuata, riusciamo a camminare decisamente meglio; percorriamo i viali principali di questa bella città, nei parchi i ragazzi giocano con cose semplici, racchette da spiaggia, palloni da calcio, la gioventù sembra decisamente più semplice della nostra! Ci fermiamo a cena al ristorante Sovanna, carino e pieno di gente, soprattutto locali. Continuiamo poi a piedi verso l’albergo, che raggiungiamo verso le 20.30; qui abbiamo lasciato in custodia le nostre valigie e abbiamo appuntamento con i nostri tuc tuc per le 21.30. Alle 23.30 abbiamo lo sleeping bus, prenotato con giantibis.com dall’Italia, che ci condurrà a Siem Reap, ove arriveremo alle 6.00 del mattino successivo. Questo sleeping bus è veramente ottimo, ha dei materassini che sono letti veri e propri, parte in perfetto orario, ha le prese di corrente, la WIFI, il bagno, decisamente un’ottima scelta.
04 Febbraio 2016
Arriviamo a Siem Reap alle 6.00 precise, ci avviamo a piedi verso il nostro nuovo albergo, il Velkommen Guesthouse; lasciamo i bagagli alla reception, facciamo colazione e alle 7.30 siamo già pronti per il nostro nuovo tour. Abbiamo prenotato all’Italia con www.beyonduniqueescapes.com un tour privato al Great Tonle Sap Lake; puntualissimi arrivano la guida e l’autista. La guida parla perfettamente l’inglese, è un ragazzo sulla trentina, anche se qui l’età dei giovani è indecifrabile. Lungo l’itinerario la guida ci parla un po’ della Cambogia e degli usi e costumi di questa terra; uscire dalla povertà conseguente all’era Pol Pot è veramente difficile, tutt’oggi la Cambogia è considerata uno dei Paesi più poveri del mondo. Gli sforzi dell’attuale governo per uscire da questa situazione non hanno sortito effetti eccezionali, anche se le cose stanno lentamente migliorando, il tasso di alfabetizzazione è ancora basso, l’abbandono scolastico è una piaga, la prostituzione minorile e l’HIV sono forti, un quadro abbastanza desolante. A tutto questo si aggiunge la speculazione internazionale che, viste le cattive performance delle economie occidentali degli ultimi anni e le favorevoli condizioni per gli investitori internazionali in Cambogia, ha visto in questa terra un nuovo Eldorado e sta investendo forti capitali che porteranno pochi benefici alle popolazioni locali e solo vantaggi per le multinazionali, anche grazie alla complicità della corruzione politica. In Cambogia ci sono 4 livelli di classi sociali, i due più bassi sono il primo livello, al quale appartengono coloro che dispongono di un piccolo appezzamento di terreno dal quale ricevono appena il proprio sostentamento; queste famiglie non pagano tasse e hanno scuola primaria e assistenza sanitaria gratuita. Il secondo livello è occupato da persone comunque povere ma che dispongono di una quantità di terreno che, oltre a consentire il sostentamento della famiglia, permette di vendere anche parte del raccolto in un piccolo negozio posto accanto alla casa; questa categoria non paga tasse e sostiene il 50% delle spese per istruzione e sanità. Le due categorie superiori sono la classe media, fatta di impiegati e commercianti di un certo livello, e i super ricchi. Le due categorie più povere abitano solitamente negli stessi quartieri. Lungo la strada ci fermiamo a assaggiare lo “stiky rice”, uno snack realizzato con riso cotto, farina di cocco, zucchero e fagioli neri, posti a cuocere sulla brace all’interno di un pezzo di canna di bambù sigillato in cima. Poi ci fermiamo ad un mercato locale, dove assaggiamo il frutto della pianta di loto, dal quale si estraggono dei baccelli che hanno un sapore simile alle nostre fave.
Arriviamo poi al nostro villaggio su palafitte posto nei pressi del lago, una cosa veramente particolare; il lago viene alimentato dalle piogge monsoniche e dal Mekong, che porta l’acqua dallo scioglimento dei ghiacci dell’Himalaya lato Tibet. Queste acque fanno alzare il livello idrico del lago anche di 8 metri! Costruire palafitte è l’unico sistema che consente agli abitanti di questa zona di poter vivere sul lago per tutto l’anno; durante la stagione secca, quella attuale, coltivano anche i fagioli nelle terre emerse, durante la stagione delle piogge praticano solo la pesca, che viene praticata tutto l’anno e che è la maggior fonte di sostentamento del milione di abitanti che vive in quest’area. Purtroppo la pesca intensiva, fatta con reti illegali e anche in periodo riproduttivo, sta notevolmente abbassando sia la quantità di pescato sia la biodiversità del lago. Prendiamo una barca che, da un corso d‘acqua laterale, ci conduce all’interno del lago Tonle Sap, uno specchio d’acqua enorme di cui non si vede la fine. Nel fiume decine di ragazzi immersi nell’acqua fino al collo gettano le reti da pesca, hanno un fisico statuario senza bisogno di palestra! Nel lago la vita ferve, imbarcazioni galleggianti dove la gente vive e lavora, i bambini vanno a scuola, i commerci fervono. Facciamo poi ritorno a Siem Reap, dove arriviamo all’ora di pranzo; il tour è stato molto piacevole, anche se il costo un po’ alto, abbiamo speso complessivamente 180 $, 36 $ a testa. Nel pomeriggio è d’obbligo un minimo di riposo, per passare indenni almeno le ore più calde. Usciamo di nuovo alle 16.30 e prendiamo un tuc tuc che, per 1,5 $, ci accompagna al mercato vecchio, dove c’è il clou della vita cittadina di Siem Reap, con centinaia di locali, negozi e ristoranti; il mercato non offre molto di più di quanto trovato nei mercati precedenti, ma ci consente di fare un po’ di shopping. Stasera i nostri amici, dopo 18 giorni di cibo asiatico, vogliono mangiare la pizza … e noi li accontentiamo, anche se malvolentieri! Dopo cena andiamo al mercato notturno, pieno di negozi, per le strade tanta vita, turisti e locali che, tutti insieme, rendono questo luogo magico. Noi preferiamo andare a letto presto, domattina ci attende l’Angkor!
05 Febbraio 2016
Alle 6.00 suona la sveglia, facciamo colazione al volo, alle 6.30 inforchiamo le nostre 5 bici, che il nostro albergo ci ha fornito al prezzo di 2 $ al giorno l’una, e ci avviamo verso i templi di Angkor, il più grande sito archeologico del mondo e una delle più grandi attrattive del sud est asiatico. Facciamo il biglietto di ingresso per 3 giorni al prezzo di 40 € a testa perché domani dobbiamo visitare altri templi posti al di fuori di questo complesso ma che necessitano del biglietto di ingresso ad Angkor per poter avere accesso. Il biglietto è individuale, ha validità 6 giorni ma potete scegliere 3 giorni diversi di ingresso, alla biglietteria vi fanno una foto che applicano in forma digitale sul biglietto. Noi abbiamo deciso di dedicare un solo giorno al complesso di Angkor e un’altra giornata ai templi più importanti posti nelle vicinanze. Questo comporta di fare una cernita dei monumenti da vedere, perché la visita completa dei templi di Angkor richiede almeno 5 giorni. Iniziamo ovviamente la visita dal pezzo forte del complesso, l’Angkor Wat; arriviamo all’ingresso alle 7.30, questo ci consente di evitare il grosso della calca, anche se ci sono già molte persone all’interno; il sito apre alle 5.00, questo consente agli appassionati di fotografia di poter immortalare i templi al sorgere del sole. Per entrare nel complesso è necessario indossare pantaloni al ginocchio e maglietta a mezze maniche, vietati short e canottiere; non si può fumare all’interno dei monumenti e non si possono fare foto ai monaci buddisti senza il loro consenso. Le donne non devono avvicinarsi ai monaci oltre il dovuto. Per entrare all’Angkor Wat si supera un fossato largo 190 metri, niente a che vedere con i piccoli fossati e ponti levatoi occidentali! Il complesso lascia veramente a bocca aperta per dimensioni, finezza dei dettagli e complessità della struttura, consideriamo che questo tempio è stato realizzato nel XII secolo! Dopo circa 1 ora e mezzo di visita usciamo dall’Angkor Wat e ci rechiamo con le nostre bici prima all’Angkor Thom, che è un po’ defilato, e poi al Byon, anche se più piccolo sicuramente ancora più interessante dell’Angkor Wat, per fantasia delle forme e significati allegorici.
Proseguendo visitiamo poi la Terrazza degli Elefanti e la Terrazza del Re Lebbroso, luoghi dove si tenevano le incoronazioni in epoca khmer. Proseguendo il nostro itinerario ci rechiamo poi al Ta Keo, un tempio completamente in arenaria molto bello anche se incompleto nella sua costruzione, forse a causa della morte del re che ne aveva ordinato la realizzazione. Salire al Ta Keo sotto il sole cocente non è proprio uno scherzo, le scale sono ripidissime ma vale la pena salire fino in cima; compriamo acqua e frutta, avevamo provveduto a comprare dei panini la sera precedente, ci fermiamo a mangiare al tempio Ta Nei, defilato dall’itinerario principale e completamente immerso nella giungla. Qui non ci sono praticamente turisti, se si esclude qualche ciclista che vaga per sentieri; incontriamo un giovane cambogiano con il quale ci fermiamo a parlare, ci racconta un po’ della difficile situazione politica del suo Paese che, a suo modo di vedere, è di fatto una colonia vietnamita. Non è facile per un Paese povero e che è uscito da soli 40 anni da una tremenda guerra civile, trovare la via giusta per la democrazia, gli consiglio di mantenere la calma e di avere pazienza, di non perdere l’abitudine di parlare con la gente affinché mantenga libera la propria mente e di costruire le cose giorno per giorno, anche con piccoli gesti, parole da vecchio che suonano quasi incomprensibili per un giovane pieno di rabbia! Visto che sono 35° C decidiamo di fermarci un’oretta all’ombra per con rischiare l’insolazione! Il complesso archeologico di Angkor è immerso di fatto nella giungla, ma le strade che lo percorrono sono comunque spesso al sole che, a latitudini di 13°, può risultare pericolosissimo. Verso le 15.30 riprendiamo il tour e dopo poco ci fermiamo al Ta Prohm, uno dei più suggestivi templi di Angkor, immerso nella giungla e con gli alberi che, con le loro enormi radici, sono penetrati nelle rocce creando giochi di luce incredibili. Proseguiamo ancora nel nostro giro, che compie un percorso circolare di circa 20 km fino a ricongiungersi alla strada per Siem Reap; dopo poco ci fermiamo al Benteay Kdei, un tempio stupendo che però sta andando in malora. I templi di Angkor hanno la caratteristica che, pur riprendendo spesso gli stessi motivi decorativi e architettonici, hanno ognuno delle proprie specificità, sia nella pianta che nei decori, veramente notevoli. Saltiamo il Prasat Kravan perché siamo prossimi all’orario di chiusura, le 17.30, e riprendiamo la strada per rientrare in albergo, un fiume di turisti in taxi , tuc tuc, motorini e biciclette riprende la strada per Siem Reap. I templi di Angkor valgono da soli tutto il viaggio, sono veramente stupendi!
06 Febbraio 2016
Per oggi abbiamo prenotato dall’Italia tramite l’albergo, al costo di 70 $, un tour giornaliero per visitare i templi più belli posti all’esterno dell’area di Angkor; iniziamo dal Beng Mealea, un tempio imponente costruito nel XII secolo, completamente abbandonato e in balia della giungla, solo negli ultimi anni si è provveduto a tagliare qualche liana lasciando solo gli enormi alberi con le loro radici che hanno coperto il sito. Proseguiamo poi per il Kbal Spean, un sito veramente particolare; si raggiunge percorrendo 1,5 km di stupenda passeggiata su un sentiero attrezzato nella giungla, tra massi e liane. Non sono altro che poche incisioni all’interno di rocce nell’alveo di un corso d’acqua, oltre a qualche animale scolpito nelle rocce circostanti, ma è veramente particolare, sia il sito che l’ambiente, e vale sicuramente la pena visitarlo. Dopo pranzo ci avviamo all’ultimo tempio, il Banteay Srei, una cosa favolosa! È una struttura costruita nel 976 d.C., si dice ad opera di una donna, vista la finezza dei ricami su colonne e portali e la quantità di donne riprodotte sulle pareti, un sito unico nel suo genere. Rientriamo poi in albergo per saldare i conti, non hanno la possibilità di pagare con la carta di credito, c’era scritto sulla nostra prenotazione ma non ce ne ricordavamo, ci tocca uscire per cambiare valuta e saldare, un albergo sinceramente non raccomandabile, sia per la pulizia che per gli accessori che per i modi, anche se comodissimo per l’accesso ai templi, per la vicinanza al terminal autobus Giantibis e di prezzo accessibile. Prenotiamo la cena al Marum, dove non avevamo trovato posto il giorno precedente; girovaghiamo un po’ nei paraggi, compriamo un po’ di frutta, controlliamo se abbiamo tutto a portata di mano. Alle 18.30 andiamo al ristorante, cena ottima, stasera assaggiamo anche le formiche e i bachi da seta! Alle 19.30 il nostro taxi è pronto per portarci all’aeroporto di Siem Reap, un aeroporto nuovo di zecca, molto ben organizzato; il volo Air Asia per Bangkok è alle 21.45, decolliamo in orario e arriviamo a Bangkok alle 22.30, con 20 minuti di anticipo. Le operazioni all’aeroporto di Bangkok sono impressionanti, visto in 3 minuti, recupero bagagli in un attimo, prenotazione taxi in un secondo e alle 23.30 siamo già in albergo, il Paragon One Resience, una struttura semplice ma perfetta per le nostre esigenze, vicinissima al centro.
07 Febbraio 2016
Iniziamo il nostro tour un po’ in ritardo, ieri sera siamo andati a letto un po’ tardi e la fatica di un viaggio itinerante così lungo inizia a farsi sentire; comunque i luoghi di nostro interesse sono abbastanza vicini all’albergo, in poco più di 15 minuti a piedi siamo già al Royal Palace, la nostra prima destinazione. Oggi è domenica ed è anche il capodanno cinese, che è anche quello tailandese, quindi c’è una confusione bestiale, fiumi di asiatici in tour organizzati che si infilano da tutte le parti! L’ingresso al Royal Palace costa 500 bath a testa, circa 13 €, e non si può pagare con la carta di credito; per entrare bisogna indossare pantaloni lunghi, se non li avete vi vengono forniti dall’organizzazione lasciando un deposito cauzionale di 200 bath a testa, che vi vengono restituiti a fine visita. Il Royal Palace vale assolutamente la spesa sostenuta ed è sicuramente una delle strutture più belle che abbiamo visitato in questo viaggio; all’interno di questo complesso, oltre al Gran Palace, il pezzo forte è sicuramente il Wat Phrakaeo, che ospita il Buddha di smeraldo, il Buddha più sacro e venerato di tutta la Thailandia, una sala di uno sfarzo incredibile. Usciamo da questo enorme complesso che sono già le 12.00 e ci rechiamo subito al Wat Pho, il tempio del Buddha reclinato, che conserva un’enorme statua in oro del Buddha in posizione dormiente lunga 46 metri. Alle 13.00 prendiamo il traghetto che attraversa il fiume Chao Phraya, che taglia la città in due, per recarci a visitare il Wat Arun, un complesso monastico da cui svetta una torre in stile khmer bellissima che però purtroppo adesso è in restauro e non è consentito salirvi.
Mangiamo un boccone fuori dal monastero in un locale poco raccomandabile, poi riattraversiamo il fiume e contrattiamo un tour in traghetto lungo i canali per visitare il mercato galleggiante di Taling, che è aperto solo durante il week end. Il prezzo è un po’ alto, 700 bath a testa, circa 18 €, ma ci viene offerto un tour privato su una bellissima longtail boat per circa 2 ore e mezza. Il tour vale veramente la pena, i canali sono bellissimi, consentono di osservare la vita sui canali, l’alternarsi di ville e palafitte e la fauna acquatica. Rientriamo a terra intorno alle 18.00, abbiamo il tempo di tornare in albergo e poi di uscire e recarci a Kao San Road, a pochi minuti dal nostro albergo, la strada della movida di Bangkok, dove scorrono fiumi di birra e si può cenare con il famoso cibo di strada tailandese, un’esperienza da non perdere, fra cavallette, scorpioni, serpenti e varie altre amenità grigliate o fritte!
08 Febbraio 2016
Alle 7.15 è pronto il nostro taxi privato prenotato dall’Italia tramite l’albergo per recarci al mercato galleggiante di Damnoen Saduak e al mercato sui binari della stazione di Maeklong. Purtroppo, durante il tragitto, la guida ci comunica che al mercato di Maeklong il treno non passerà! Il mercato alla stazione di Maeklong è un’esperienza da non perdere, il treno passa sui binari e solo pochi secondi prima del suo passaggio i venditori spostano la loro merce e levano i tendoni per consentire il passaggio dei vagoni. Con il nuovo anno il treno è stato soppresso per lavori, verrà riattivato a inizio marzo; mi arrabbio un po’ con la guida, perché gli faccio notare che doveva informarsi prima di questo disservizio, perché avrei potuto decidere di non fare il tour. Lui mi propone, per scusarsi dell’inconveniente, di non farmi pagare la barca che ci porterà al mercato galleggiante di Damneon Saduak, che costa ben 50 €. Non sapevamo la cifra della barca, sull’accordo c’era solo scritto che questo servizio non era incluso; ci consultiamo e decidiamo di accettare la proposta. Il mercato galleggiante è una cosa estremamente turistica, piena di barche con degli ingorghi pazzeschi, ma è veramente carino, pieno di colori e di gente, sicuramente da fare. Dopo la gita in barca andiamo comunque al mercato della stazione di Maeklong, anche senza lo spettacolo del treno è un bel mercato dove si compra bene e hanno belle cose.
Alle 14.30 siamo di ritorno a Bangkok, il tour è costato 75 €; mangiamo un boccone e torniamo nei dintorni di Kao San Road, dove troviamo altri bei negozi che vendono abiti bellissimi a prezzi irrisori. Verso le 16.00 ci fermiamo un attimo in albergo, dobbiamo fare il check in on line per il volo di domani, controllare alcune cose e pagare il taxi per domattina; alle 17.00 siamo sulla Golden Mount, una piccola collina sul lato est del centro città dalla quale si gode uno stupendo panorama a 360° su Bangkok e sui suoi grattacieli. Proseguiamo poi per Chinatown, oggi è il primo giorno dell’anno e pensiamo di trovare una bella festa in zona; purtroppo, oltre a una bella confusione, intoppiamo anche nel passaggio della principessa e rimaniamo bloccati per 2 ore nel corteo! Alle 20.30 riusciamo a tornare in Kao San Road, per completare lo shopping; rientriamo in albergo presto, domattina alle 6.15 c’è la colazione.
09 Febbraio 2016
Alle 6.40 siamo pronti per partire, il nostro taxi in 40 minuti ci porta all’aeroporto internazionale di Bangkok, dove abbiamo il volo alle 9.20; voliamo anche al ritorno con Oman Air, procedure d’imbarco rapide ed efficaci, sia al check in che al metal detector che al controllo passaporti. L’aereo decolla in perfetto orario, e arriva a Muscat, tappa intermedia, con 20 minuti di anticipo; alle 12.40 invece che alle 13.00; il volo Muscat – Milano Malpensa è previsto alle 14.40, abbiamo tempo a volontà! Anche la seconda tappa Muscat – Milano si svolge senza intoppi, arriviamo a Malpensa con 20 minuti di anticipo, recuperiamo i bagagli in un aeroporto semivuoto, una sorta di mortorio, difficile riabituarsi ai ritmi italiani dopo aver vissuto in città dinamiche come quelle che abbiamo visitato. Il nostro taxi è già ad attenderci, ci accompagna alla stazione di Lampugnano, dove alle 21.00 arriva il nostro Megabus, in partenza puntualmente alle 21.30 per Firenze, dove arriviamo sotto una pioggia battente alle 2.30. La nostra macchina è al parcheggio, l’hanno portata le altre nostre due figlie, alle 2.45 siamo già a casa.
Conclusioni
Era la prima volta che visitavamo l’Asia e devo dire che ci ha veramente impressionato, popoli particolarmente dinamici, giovani e pieni di entusiasmo, che guardano al futuro con fiducia e che vivono il presente con grande impegno, niente a che vedere con i piagnistei italiani e le crisi economiche europee! Il viaggio è stato strutturato in modo perfetto, abbiamo visto di fatto tutto quello che avevamo pianificato, se si eccettua qualche spiaggia a causa del tempo. Tutti i tour, i taxi e i servizi prenotati, sia aerei che terrestri che marittimi sono stati particolarmente efficienti, l’unica cosa che sconsigliamo è il trasferimento dal Vietnam in Cambogia, sicuramente più conveniente prenotare un volo che da Phu Quoc vi porti direttamente a Phnom Phen, in questo modo risparmiate i soldi del visto e del trasferimento, una giornata di vacanza e molto stress! Phu Quoc è un’isola particolarmente bella, se vi piace il mare potete prolungare la vostra permanenza di qualche giorno. Per il resto, anche se noi amiamo ritmi serrati, la tempistica del viaggio ci è sembrata adeguata, se a voi piacciono ritmi più lenti potete prendervi qualche pausa in più allungando la permanenza di qualche giorno.
Per qualsiasi altra informazione potete contattarmi alla mia mail sergio.pan_2006@libero.it.
Spese sostenute a persona
Assicurazione viaggio: 49 €
Visti: 76 €
Trasferimento Firenze – Milano Malpensa andata e ritorno: 37 €
Voli aerei: 635 €
Sleeping bus e navi: 68 €
Tour Delta del Mekong, tour privati, taxi privati, tuc tuc, bici e traghetti: 206 €
Ingresso musei e attrazioni: 85 €
Bevande, pasti e mance: 262 €
Crociera Baia di Halong, pernottamenti, colazioni e lavanderia: 382 €
Totale: 1800 €