Vienna… in sette giorni
Ma iniziamo dal principio. Qualche mese fa lessi su una rivista che in agosto a Vienna si sarebbe svolta una “settimana degli italiani” presso il centro del Movimento dei Focolari “Am Spigel” di Vienna e l’idea di visitare una capitale europea rimanendo per sette giorni nella stessa struttura ricettiva, anzichè cambiare hotel ogni giorno, mi allettava.
A metà agosto eccoci pronti per partire in auto, ma poiché il viaggio sarebbe stato troppo lungo e faticoso, abbiamo deciso di compierlo in due tappe, scegliendo come prima sosta un centro benessere in Friuli ad Arta Terme nella parte settentrionale di quella regione per sfruttare le sue acque termali. Arta ci è sembrata un tipico paesino di montagna con le strade del centro tutte acciottolate e strette. Anche il relax goduto con l’idromassaggio nelle piscine è stato molto gradevole.
Il giorno dopo, di buon mattino passiamo il Tarvisio (ndr: la vignetta per l’auto costa 8,80 € per 10 gg e 25 € per due mesi) e senza soste arriviamo a Vienna nel pomeriggio. La vista, lungo l’autostrada A2 riempie gli occhi di bellezza: dal confine in poi vediamo quasi esclusivamente boschi, laghi, colline e prati verdi. Pochissime le abitazioni lungo la strada.
Il centro Mariapoli è in periferia in una zona tranquilla e silenziosa, così parcheggiamo agevolmente nel bel giardino.
Sull’uscio, ci accolgono con manifestazioni di simpatia, Hans e Chiaretta che ci accompagneranno nella visita turistica alla città per tutta la settimana. Alla spicciolata arrivano poi circa una decina di famiglie provenienti da ogni parte d’Italia: in tutto una quarantina di persone dai 2 ai 67 anni. Il programma per l’indomani, già tutto organizzato, prevede la visita ai luoghi più belli di Vienna. Ognuno di noi trova già alla reception un conveniente abbonamento ai mezzi pubblici valido per otto giorni. Chiaretta si raccomanda di tenerlo sempre con noi, pena una multa immediata di 100 €.
Lunedì è destinato alla visita del centro città: il Duomo in stile tardo gotico, il quartiere ebraico, l’orologio. Noto una cosa curiosa che mi piacerebbe fosse attuata anche in Italia per la salvaguardia dei beni artistici; in città quasi tutte le statue singole o sporgenti da edifici sono avvolte e protette da una rete per impedire agli uccelli in genere ed ai piccioni di sporcarli danneggiandoli con i loro escrementi. Nel pomeriggio, approfittando del caldo e del sole splendente,compiamo una gita in battello sul Danubio, che però mi ha deluso un po’ perché non mostra gran che della capitale. Solo al di là del fiume ci segnalano i grattacieli alcuni dei quali sede ONU per i rifugiati nelle loro svettanti architetture. Tanto abbiamo girato a piedi che la sera sopraggiunge una enorme stanchezza anche se per gli ospiti è in programma il film “Il terzo uomo“ che illustra la difficile vita nella città nel primo dopoguerra.
Martedì mattina nel percorso in metropolitana e bus, Hans ne approfitta per raccontarci le vicissitudini post-belliche della città che vide la smilitarizzazione degli alleati solo nel 1955 e poi restò obbligatoriamente estranea sia al Patto di Varsavia che alla Nato. Una specie di zona franca insomma, nel centro dell’Europa. Per stamane abbiamo la visita allo Schonbrunn, residenza estiva degli Asburgo e al magnifico parco circostante che ospita tra l’altro uno zoo. Esso è quindi la meta dei ragazzi più piccoli, mentre mio figlio Paolo ed io preferiamo la visita agli appartamenti reali. Infine saliamo sul trenino che fa il periplo del parco.
Nel pomeriggio, sempre in comitiva, un passaggio al Naschmarkt, una fila di 120 bancarelle che vendono ogni cosa, in particolare cibo. Poco oltre, la sosta davanti al palazzo della Secessione gioiello dello Jugendstil con la cupola a mò di sfera dorata. La serata al nostro centro si conclude in modo esilarante: un’insegnate di danza prova ad insegnarci i passi del valzer con un crescendo di mosse, passi, piroette e giravolte che alla fine siamo tutti fradici di sudore ma tra risate, pestotti e battute ironiche il divertimento è al massimo. L’incontro danzante ha avuto l’effetto di un generale rilassamento.
Il nuovo mattino ci reca pioggia battente e freddo. Visitiamo il bel palazzo del Belvedere superiore che ospita quadri di epoca moderna e contemporanea tra cui il famoso bacio di Klimt su cui però non voglio dilungarmi. Ma anche gli altri quadri, specie quelli di fine 800 sono parimenti belli. Non apprezzo invece i dipinti del 900 che trovo veramente brutti. Nel pomeriggio la visita al Hofburg sede residenziale degli Asburgo con gli appartamenti e collezioni di Sissi, moglie dell’imperatore Francesco Giuseppe. A piedi proseguiamo poi per gli altri palazzi circostanti: il Neuburg dal cui balcone centrale nel 1938 fu proclamata da Hitler l’annessione dell’Austria alla Germania del terzo Reich (l’Anschluss). Fortuna che stasera è in programma un comodo giro in pullman di Vienna by – night. Il tour però dura circa tre ore (“forse l’autista ci porta in giro per l’Austria più che per Vienna” è il commento scherzoso dei passeggeri). Col bus saliamo su una collina attraverso la via dei vini e da lì ammiriamo il panorama notturno della capitale. Sulle pendici della collina, ci spiega Hans, furono fermate e respinte le truppe ottomane nel 1683, lo ricorda una chiesa posta sulla sommità della cima. Semi addormentati raggiungiamo infine l’hotel.
Giovedì è in programma una visita culturale nella zona dei musei, per cui il gruppo si smembra: alcuni vanno in Pinacoteca, altri al Museo dell’Albertina, altri a quello della Scienza e della tecnica. Il nostro gruppetto sceglie invece il museo di Storia naturale, lì vicino. Il palazzo che lo ospita è grandioso. La mostra espone minerali , reperti di astrologia, zoologia, biologia, antropologia. Pranziamo nel piccolo ristorante del museo.
Nel pomeriggio però, saturi ormai di mostre, i figli ed io, decidiamo per una sortita al Prater. Lo pensavo in origine un tranquillo parco pubblico, in realtà, con grande spasso di Paolo e Maria siamo in mezzo ad un luna park dalle attrazioni adrenaliniche che evito prudentemente onde risparmiare al mio stomaco una digestione centrifugata. Mi limito così ad osservare la grande ruota panoramica e girovago in mezzo alle attrazioni di ogni genere.
Il ritrovo con gli altri è a Karlplazt e alla vicina chiesa barocca di S. Carlo che visitiamo solo esternamente. La precedono due belle colonne che ricordano la Colonna Traiana a Roma e una grande vasca d’acqua antistante la facciata. Fu costruita nel 1715 come ex- voto per la liberazione dalla peste.
Venerdì mattina il programma propone una breve uscita in auto al vicino monastero di Heiligenkreuz affidato alla cura dei monaci cistercensi. Una giovane guida locale ci mostra il chiostro, la sala capitolare, la chiesa mentre Chiaretta traduce per noi dal tedesco. Colpisce, almeno per me, la tranquillità della cittadina rispetto al caos della città. Nel pomeriggio una visita a Hinterbruhl, una miniera col lago sotterraneo. Qui durante la guerra fu costruito il primo aereo a reazione. Ma la temperatura fredda della grotta ci scoraggia. Solo Maria, ha il fegato di scendere nelle caverne col gruppo.
Sabato la giornata è completamente libera. Propongo di visitare la pinacoteca, che abbiamo saltato nel precedente giro, ma poi, assieme ad altre due giovani coppie decidiamo di visitare la casa della musica “HAUSEDERMUSIK” e la scelta si rivela molto azzeccata. Si tratta infatti di un museo aperto solo nel 2000 con l’intento di avvicinare le varie generazioni alla musica. E’ perciò molto interattivo. In primis i giovani che mi accompagnano, vedendomi troglodita, mi applicano l’app del museo con guida in italiano sul mio smartphone. Una scala conduce al primo piano, ma salendo i gradini come tasti di un pianoforte, si compone la scala musicale. Sicchè è tutto un su e giù sonoro da far invidia a qualsiasi compositore. Poi i video dei concerti di capodanno, la composizione musicale personalizzata col lancio dei dadi, la prova della direzione d’orchestra della filarmonica di Vienna. Altre sale propongono l’analisi scientifica della propagazione del suono nello spazio, non mancano infine le stanze dedicate ai compositori più famosi: Strauss, Beethowen, Mozat ecc. Rientriamo presto in hotel mentre altri gruppi passeggiano in centro per lo shopping, i caffè o compiono passeggiate in carrozza con i tipici Fiaker dal cappello a bombetta.
La serata è ancora più bella. Una cena comune in un ristorante all’aperto vicino alla casa, lontano dal centro ha suggellato una reciproca simpatia e amicizia nata tra i componenti la comitiva, sia adulti che giovani.
In Italia, nel viaggio di ritorno a casa, ancora una sosta a Venzone. Nel pomeriggio mi avventuro a piedi da sola nella cittadina friulana che ricordo all’epoca del terremoto del 1976 pesantemente colpita dal sisma. Nel duomo ora interamente ricostruito, alcune foto documentano la faticosa, ardita ed ingegnosa ricostruzione dell’edificio avvenuta grazie alla caparbietà della popolazione friulana che su progetto dell’università di Firenze, raccolse tutti i massi della chiesa (circa 8000 pezzi)catalogandoli poi a seconda dello stato di conservazione del masso, del tipo di malta usato, ecc. riuscendo a ricomporlo completamente come tessere di un puzzle e ricostruendo interamente il duomo con un lavoro infaticabile protrattasi dal 1988 al 1995.
Che dire infine, a suggello di questa esperienza turistica ? Vienna sicuramente merita un viaggio ed una sosta non affrettata, ma ancora di più abbiamo apprezzato la compagnia ed il piacere dello stare insieme di chi ha partecipato con noi e ha reso così gradevole il viaggio.