Vienna e dintorni
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9 agosto 2015
Volo Alitalia/Air Berlin 21:20 Milano Linate – 22:40 Vienna Schwechat.
L’aeroporto Schwechat è ben collegato con il centro di Vienna, ma Doris mi viene a prendere per andare a Hadersfeld, sua città natale. Il viaggio per Hadersfeld è breve, circa una ventina di minuti. Hadersfeld è un borgo nel verde promontorio a nord-est di Vienna. Dopo qualche chicchera si va a letto non prima d’aver rivolto gli occhi a una splendida stellata e cercando, inutilmente, di individuare l’Orsa Maggiore.
Il giorno dopo, durante la mattinata andiamo a Klosterneuburg, la città più vicina, per alcune spese. Nonostante si fosse nel periodo di ferragosto, i negozi sono aperti. Klosterneuburg, è una piacevole cittadina, conosciuta già ai Romani. E’ nota per un’importante abbazia, un complesso risalente al XII secolo e poi ricostruito in parte all’inizio del Settecento sotto l’impero di Carlo VI e completato a metà dell’Ottocento. Lo stile ora predominante è quello barocco. Il monastero, residenza dei Canonici Agostiniani, è visitabile in alcune parti, come la grande scalinata barocca, la sala marmorea, la camera dell’imperatore, la sala degli arazzi. Nel ricco museo sono custoditi interessanti dipinti medievali e un’istruttiva rappresentazione dell’albero genealogico degli Asburgo. Al monastero appartengono i vigneti circostanti che producono ottimi e famosi vini e alcuni liquori sotto l’etichetta “Stift Klosterneuburg”. Per chi lo desidera, c’è l’opportunità di fare un giro guidato nelle cantine, gustando i vini ed eventualmente acquistarli. Solamente per la cronaca, a Klosterneuburg, in un sanatorio della zona, il 3 giugno del 1924 morì Kafka.
Il caldo non da tregua e nel pomeriggio decidiamo, di raggiungere il Danubio, ed è un’autentica sorpresa! Si arriva alla riva del fiume, lasciando l’auto in un parcheggio gratuito a poca distanza. Le sponde sono curate a prato con alberi che danno un riparo al sole. Il luogo è rallegrato dalle risate dei bimbi (quanti!) che giocano dentro e fuori l’acqua. I genitori giocano con loro, li controllano quando si azzardano un po’ lontano, ma l’altra riva è visibile e non ci sono pericoli nascosti nell’acqua. C’è libertà di porsi come si desidera (anche in topless), ma con il massimo rispetto delle persone che stanno intorno. Il luogo è attrezzato per potersi cambiare, comprare delle bibite e qualcosa da mangiare, ma per lo più le persone si portano quanto a loro necessita. L’ambiente è curato ma assolutamente gratuito.
MARTEDÌ: Vienna!
Parcheggiamo l’auto al parcheggio (a pagamento) accanto alla metropolitana di Heiligenstadt. Vienna è servita da una rete di trasporti efficiente ed è quindi facile spostarsi autonomamente con i mezzi, benché non si possa nascondere quanto sia accattivante l’idea di essere scarrozzati in una vera, autentica carrozza. Il biglietto dei mezzi pubblici (costo 2,20€) è forfettario e vale per autobus, tram, rete metropolitana (U-Bahn) e treni diretti in periferia (S-Bahn). La mappa della città con l’indicazione dei tragitti è distribuita gratuitamente dall’Ufficio turistico e dagli uffici d’informazione dei trasporti (in Karlsplatz, Stephansplatz). Da Heiligestadt, prendiamo la linea U4 fino a Schwedenplatz e poi una linea di superficie che passi per la Ringstrasse (la maggior parte dei tragitti transita per la Ringstrasse, incrociando in genere Schwedenplatz, Schottentor e Staatsoper, ma c’è anche un tram dedicato, “il Ring tram”). La Ringstrasse. “È mia volontà … ” Con queste parole l’imperatore Francesco Giuseppe ne ordinò la costruzione nel 1857. La Ringstrasse é l’affascinante “boulevard” di Vienna. E’ lunga 5,3 Km e ospita numerosi edifici monumentali edificati durante il periodo dell’Historismus, tra il 1860 e il 1890 circa. Per descrivere il loro stile, caratterizzato dall’unione di una pluralità di numerose forme architettoniche di epoche passate, si è coniato il termine “Ringstrassenstil” (stile della Ringstrasse). In Dr Karl Renner Ring, dopo una curva, sono colpita da uno scintillio e scendiamo dal tram; è l’elmo dorato di Atena che riflette i raggi del sole. La statua è posta in fronte ad un palazzo bianco in stile greco classico su cui svettano le bandiere della Comunità Europea e dell’Austria: il Parlamento. Mi spiegano che lo stile fu scelto perché la Grecia veniva riconosciuta come la patria della democrazia e Atena era la dea della saggezza: motivi d’ispirazione per la politica austriaca. Da qui, proseguiamo a piedi e, a destra, incontriamo il Burgtheater e accanto un elegante bar, ritrovo del dopo spettacolo e ristoro dei turisti. Il Burgtheater, è il teatro nazionale austriaco ed è uno dei più importanti teatri tedeschi del mondo. È chiamato “die Burg” dalla popolazione viennese. Ci accontentiamo di ammirarlo da fuori. Poco più in là, sulla destra i resti delle antiche mura (MölkerBastai); quindi, prendiamo per Freyung e ammiriamo il Palais Ferstel. Il Palais Ferstel fu costruito per la Banca Nazionale intorno alla metà del 1800 con l’intento di offrire un “bazar” con negozi e cafè intorno agli spazi bancari. Ferstel, non ancora trentenne vinse il concorso e disegnò questo palazzo combinando uno stile personale con influenze fiorentine e veneziane, utilizzando elementi come il vetro e il ferro. Ammirevole e poetico è lo spazio centrale, con il “Danube Waternymph” di Anton Fernkorn. Continuando, arriviamo in piazza Am Hof. La piazza si è sviluppata sul sito dell’antico accampamento romano di Vindobona (di cui si possono vedere alcune tracce) ed è la più grande piazza nel centro della città vecchia. Plath Am Hof o Piazza della corte per il fatto che un tempo era teatro di giostretornei che avevano luogo di fronte alla residenza dei duchi Babenberg che hanno governato l’Austria nel Medioevo. Quando questi si trasferirono, fu sede del mercato (in particolare, del pesce), nonché luogo di esecuzione. Ora è la sede di un piccolo circo a cui fanno contorno eleganti edifici: la Kirche am Hof. Questa grande chiesa bianca, è stata fondata dall’ordine carmelitano nel 14° secolo, su fondamenta romane, divenute poi il castello di Enrico II Jasomirgott. L’edificio, in stile gotico, nel 1667 subì un grave incendio, e durante i lavori di restauro si approfittò per modernizzarlo secondo le ultime tendenze dettate dallo stile barocco (la facciata, già ricostruita qualche anno prima, su disegno dell’italiano Carlo Antonio Carlone rappresenta la prima opera di rilievo del barocco austriaco). Di fronte alla Kirche am Hof sorge la Mariensäule (la Colonna mariana). La colonna è stata commissionata dal Sacro Romano Imperatore Ferdinando III e costruita tra il 1664-1667, per ringraziare Maria di aver respinto le forze svedesi durante la Guerra dei 30 Anni. E’ una colonna nera sormontata da una statua della Vergine Maria. Ci sono quattro cherubini in armatura che lottano contro un leone, un serpente, un drago e un basilisco, a rappresentare la guerra, l’eresia, la fame e la peste. In Piazza Am Hof, vi sono altri interessanti edifici: il Bürgerliches Zeughaus, costruito originariamente nel 1530 come un arsenale e con una facciata barocca, aggiunta nel 1732 e Casa Märkleinsches (costruita negli anni 1727-1730, un tempo, con i suoi 7 piani sul retro e cinque sul lato, era il più alto edificio residenziale a Vienna). Nel 1933, i suoi portali barocchi vennero sacrificati per fare le porte del garage dei vigili del fuoco; è così, la sede del Fire Museum (a ingresso gratuito, aperto la domenica e festivi, in mattinata, o su prenotazione; se si desidera ammirare i veicoli storici dei vigili del fuoco bisogna andare alla stazione principale, in Floridsdorf); e, il Palais Collalto,famoso perché qui Mozart, all’età di sei anni, nel 1762, si era esibito pubblicamente con la sorella. Da qui, facilmente raggiungiamo la Juden Platz. La Judenplatz era il centro della vita ebraica a Vienna durante il Medioevo, ed è considerata un luogo speciale del ricordo: unisce il museo del giudaismo e i resti di una sinagoga medievale e il Rachel Whiteread Memorial.
* Il Museo Judenplatz è una memoria delle condizioni di vita degli ebrei viennesi nel Medioevo, fino alla loro espulsione (1420-1421) accompagnata dalla distruzione della sinagoga, le cui fondamenta sono visibili nelle sale sotterranee del museo.
* Posta nel centro della piazza, una biblioteca pietrificata, dove l’ingresso è simbolico e i libri sono messi alla rovescia; sul marciapiede, intorno, le piastrelle incastonate nel terreno portano i nomi dei luoghi dove gli ebrei austriaci persero la vita durante il periodo nazista: è Il memoriale della Schoa, realizzato dall’artista inglese Rachel Whiteread. Lasciamo questo luogo, silenziosamente, quasi in punta di piedi, per non disturbare gli altri “lettori” della biblioteca.
Arriviamo all’Hoher Markt, una piazza graziosa, dove si trova l’Ankeruhr. Questo è un caratteristico orologio creato da Franz von Matsch, nel 1911 (in stile art Noveau). Richiama l’interesse dei passanti perché sulla facciata si susseguono le sagome di personaggi famosi (una scheda in bronzo, posta sulla sinistra, mostra il riferimento numerico e l’identità del personaggio che sta sfilando). A mezzogiorno, la passerella è accompagnata anche dalla musica del periodo storico del personaggio. Passando sotto l’arco dell’orologio, pochi passi e si raggiunge la chiesa più antica di Vienna: la Ruprechtskirche. La Chiesa è chiusa nella pausa di mezzogiorno e noi ne approfittiamo per pranzare in un ristorantino lì vicino, il Salzamt in Ruprechtsplatz 1 A-1010 Wien. Per chi non conosce il tedesco, non è facile ordinare sapendo cosa si mangerà (nonostante la traduzione in inglese posta sul menu); riporto solamente come annotazione il nome di due specialità: Faschierter Braten” (un tipico piatto di carne macinata servita con patate) e “Zwetschgenknödel” (un tipico dolce austriaco); una curiosità: la famosa Wiener Schnitzel è una ricetta milanese… mentre i croissant francesi, sono austriaci! Dopo pranzo, ritorniamo alla Ruprechtskirche. E’ piccola e molto raccolta nonostante i numerosi fedeli che entrano a pregare la reliquia del martire San Vitale e i turisti. La chiesa è curata da un custode che si rende molto disponibile a dare tutte le informazioni, anche in italiano, per quanto gli sia possibile. Si prosegue per Fleisch Markt (dove si può ammirare un edificio costruito nel 1909, con un particolare ascensore, disegnato da Anton Plečnik e nella piazzetta che si incrocia una interessante chiesa di rito greco-ordosso); e …. alla Postsparkasse (la Cassa di risparmio postale). All’esterno, le pareti sono ornate solo da borchie “funzionali”. L’ingresso è gratuito; si sale la scala coronata da un’iscrizione di ricordo alla grandezza di Francesco Giuseppe, e attraversato un corridoio, si entra nella luminosa sala principale, dominata da un’architettura funzionale costituita da pilastri nudi e tubi di alluminio. Fu disegnata da Otto Wagner e rappresenta una scelta innovativa per il disegno e la scelta dei materiali. La contrapposizione è, infatti, evidente con il Kriegsministerium, costruito all’incirca nello stesso periodo (1909) in stile classico, che si trova dirimpetto. D’interesse è la rappresentazione del tema del lavoro nelle formelle che contornano la parete. Qui ci prendiamo una piacevole sosta al Café Prückel, 1010 Stubenring 24 vicino alla Dr Karl Lueger Platz. Il Caffè, ha compiuto 100 anni e il suo arredamento è un’interessante memoria del suo periodo di costruzione. Quando c’è bisbisogno di relax, a Vienna, ci si siede a un cafè; da soli o in compagnia, ci si può stare ore senza essere sollecitate ad alzarsi, perché il ritmo di vita di Vienna è lo slow motion ed è un ritmo a cui si adatta facilmente. Rinfocillate da una squisita fetta di torta e un caffè, riprendiamo per Bäcker Strasse, dove si trova l’antica Università e proseguendo ci confondiamo con il pullulare dei turisti: siamo in Stephansplatz, la piazza del Duomo! Entrare in Stephansdom è doveroso. Purtroppo, il senso religioso è calpestato dalla smania dei turisti di acquisire le più fantastiche foto o dal desiderio di riposarsi a buon mercato. L’accesso fuori funzioni religiose è limitato da un’inferiata che permette di transitare solo nelle navate laterali. A lato del Duomo, c’è un caratteristico parcheggio delle carrozze con i loro cocchieri, talora con singolari livree. E’, per chi lo desidera, un’occasione per un giro pittoresco della città a passo di cavallo; mentre di fronte, si erge la Haas Haus. Questa, è una costruzione argentea, costruita da Hans Hollein nel 1990, non apprezzata da molti viennesi proprio per l’irriverente contrasto stilistico con il Duomo che si riflette, peraltro, sulle sue pareti, mettendolo ancor di più in rilevanza.
Proseguiamo, cercando di allontanarci dalla confusione e prendiamo la Graben, dove si possono notare i monumenti innalzati in ricordo della peste che colpì la città nel 1700; e poi, lungo la Kohlmarkt, che ci porta al Palazzo Imperiale. In Kohlmarkt (chiamato così perché un tempo mercato del carbone), è un susseguirsi di eleganti negozi. Tralasciando quelli legati alle firme della moda, non si può non essere calamitati dal numero 14, il Demel, la pasticceria di Sissi e Josef, e uno dei regni dei golosi che nel decidere quale sacher sia migliore, alternano un assaggio qui e un assaggio all’Hotel Sacher. Poco più avanti, la Michaelerplatz, dove resti archeologici testimoniano l’incontro con la romanità; ma gli occhi sono rivolti alla cupola dell’arco, ingresso all’Hofburg, il Palazzo Imperiale. Gli Asburgo risedettero in questa dimora per sei secoli, dal primo imperatore (Rodolfo I, nel 1279), all’ultimo (Carlo I, nel 1918); ora ospita gli uffici del presidente austriaco. Passando attraverso l’äußeres Burgtor, superiamo il cortile, fino a raggiungere la RingStrasse dove s’incontra il monumento all’Imperatrice Maria Teresa d’Austria, dove è rappresentata circondata dai personaggi chiave del suo regno. Fanno da corona al monumento, ai lati della piazza, due musei gemelli, il Kunsthistorisches Museum e il Naturhistorisches Museum. Vienna, con il suo patrimonio artistico è ricca di musei: il Museumsquartier, situato nella Museumsplatz, è uno dei centri culturali più grandi del mondo. Nel 2001, le ex stalle imperiali sono diventate dopo anni di progettazione, musei e centri di cultura. La struttura barocca iniziale è rimasta, ma i tre musei principali (il Leopold Museum, il Museum für Moderner Kunst – Mumok, il Kunsthalle) sono ospitati in edifici nuovi. La piazza offre un’opportunità di quiete e di sosta su comode poltrone azzurre, magari assaporando uno yogurt fresco con frutta. Interessante e divertente è anche il Zoom, il Museo per i bambini.
Proseguendo nel nostro cammino, arriviamo in K.Schweighofer G e quindi in Mariahilfer Strasse: una strada alberata, leggermente in salita con negozi più commerciali ed economici. Da qui è facile raggiungere il Naschmarkt, un mercato di frutta e verdura, pittoresco, ricco di colore, aperto dal lunedì al sabato (dalle 6 di mattino alle 6 sera, il sabato fino alle 5): lungo, lungo, lungo …. i bar vicino al Naschmarkt sono ottimi per uno spuntino a prezzi contenuti. Ai lati della LinKe Wienzeile, dove si snoda il mercato, lo stile liberty di Otto Wagner viene riconosciuto nella magnificenza di molti palazzi. E, all’incrocio con la Getreidemarkt, in Friedrichstrasse, ci imbattiamo nella “Secession”. Veniamo riportati alla fine del XIX secolo quando un gruppetto di artisti progressisti decisero di rompere con l’arte tradizionale della Künstlerhaus e fondarono il movimento della Secessione. Di quel gruppetto facevano parte artisti come Gustav Klimt, Josef Hoffman, Kolo Moser, Josef Olbrich. Proprio questi, allievo di Otto Wagner, scelse la sede delle esposizioni del movimento. A valorizzare e a rammentarci il senso di“imperialità” della città, è anche la presenza dell’oro nell’architettura di Vienna, anche qui, pur in un manifesto del dissenso artistico. E’ una palazzina contenuta nelle dimensioni e nel colore, e non raccoglierebbe molta attenzione se non fosse per la sua cupola d’oro che bonariamente i viennesi descrivono come una “testa di cavolo”. In realtà, del cavolo non ha nulla. In facciata, al di sopra del portone, si mostrano singolari maschere con serpenti al posto delle orecchie e un’iscrizione che le guide traducono “a ogni tempo la sua arte, all’arte la sua libertà”. Nel sotterraneo della Secessione è esposto il Beethoven Frieze, un’opera di Klimt, lunga 14 metri ispirata alla nona Sinfonia. Poco distante, in Karlsplatz, quasi un piccolo parco, si trovano gli Stadtbahnstationen, le stazioni della prima rete di trasporti della città costruite tra il 1893 e il 1902 (ancora oggi sono un importante snodo delle U1, U2 e U4). Disegni floreali e fregi dorati incorporati in una struttura di acciaio e marmo ci fanno riconoscere l’affezione di Otto Wagner allo stile liberty. Tra gli alberi, non poi così lontana è la Karlskirsche, costruita per sciogliere il voto dell’Imperatore Carlo VI, fatto durante la pestilenza del 1713. Ci sarebbe ancora tanto da vedere ma, onestamente, siamo un po’ stanche e prendiamo la strada del ritorno.
MERCOLEDÌ
Andiamo per “la via del vino”, vicino al confine con la Slovacchia. Il paesaggio è pulito e, ai filari di vino, si accompagnano le centrali elettriche alimentate dalle pale eoliche. A Frauenkirchen, graziosa cittadina, pranziamo al Altes Brau Haus. Il biglietto da visita di questo ristoro riporta una cicogna bianca in sfondo rosso: infatti, questa zona è caratteristica non solo per i vigneti ma anche per l’avvistamento e nidificazione delle cicogne che vengono invitate a nidificare ponendo sulle torri delle chiese e sui tetti delle abitazioni, delle basi orizzontali su cui costruire il loro nido. E poi al lago: Neusiedler See. Questa volta l’accesso è regolamentato e si pagal’ingresso (€2.50). Il lago non è molto profondo e l’acqua, specialmente in riva, è un po’ paludosa, ma il prato è verde e pulito. C’è spazio per tutti e ci si sente liberi nel rispetto degli altri. I bimbi, insieme alle anatre che gironzolano tranquille alla ricerca di cibo, sono i veri padroni dell’ambiente.
GIOVEDÌ
Decidiamo di andare al Danubio per godere di quella pace e rilassarsi. Un bagno, anzi due, sono l’ideale per rinfrescarci e poi l’acqua è fantastica. E la sera, con un gruppetto di amici, andiamo a Nierscher, un Heurige, poco distante da Klosterneuburg, verso le colline. La tradizione degli Heurige risale al Settecento, al decreto dell’Imperatore Giuseppe II in base al quale era sempre permesso vendere e servire il vino di produzione propri. Rappresenta il centro della “Gemütlichkeit”, quella piacevolissima sensazione di benessere tipicamente austriaca. In questi posti , di solito pergolati di vite o aziende vitivinicole, tra una chiacchera e l’altra (e a ora avanzata, anche un canto più o meno intonato), si degusta il vino novello insieme alla cucina tipica, come la torta allo speck e il mitico apfel strudel, a cui confesso di non aver resistito.
VENERDÌ
14 agosto 2015 Volo Alitalia/Air Berlin Vienna Schwechat 15:10 – Milano Linate 17:30. A casa. Questo è stato solamente un assaggio di Vienna e della sua arte, della sua storia e della sua cultura. Un assaggio che invita a ritornarci per assaporare meglio il valore di un viaggio.
Alice metropolitana