Viaggio nelle Terre dei faraoni, dei Re e di Mosè
Questo racconto oltre che delle impressioni raccolte nel mio viaggio, attraverso le terre d’Egitto di Giordania e di Israele, si avvale delle mie conoscenze in materia, è anche del frutto della lettura dei vostri racconti che sono serviti per il migliore avvicinamento a questi meravigliosi luoghi.
Desidero però anche chiarire e sfatare una leggenda che sta nascendo. In alcuni racconti di viaggiatori mi è capitato di leggere della “ Maledizione di Tutankamon “ per indicare quei disturbi intestinali ( diarrea del viaggiatore ) dovuti all’acqua non potabile ed alla non perfetta igiene alimentare di alcuni luoghi.
Non si tratta della “ Maledizione di Tutankamon “, bensì della “ Maledizione di Montezuma “ Imperatore Azteco ( Messico ) “ La Maledizione di Tutankamon ” vorrebbe indicare dei fatti ben più tragici, vale a dire le morti premature dello scopritore della tomba, l’archeologo Inglese Howard Carter, del finanziatore dell’impresa Lord Carnavon, dei presenti all’apertura della tomba, avvenuta nel 1922 e di tutti quelli che hanno avuto a che fare con questa scoperta.
In realtà, basta fare una piccola ricerca in internet per scoprire che le morti non furono affatto premature.
Lord Carnavon morì l’anno successivo, ma per una puntura di insetto. Per quanto riguarda Howard Carter, la sua morte avvenne ben 17 anni dopo e per cause naturali e lo stesso dicasi per quella delle altre persone presenti allora.
Divido la stesura di questo racconto in due fasi distinte, la prima parte sarà la cronaca del viaggio con i costi, la seconda culturale approfondirà sito per sito le notizie che avevo in precedenza raccolto per il migliore avvicinamento ai luoghi e le mie impressioni riportate in loco.
Compagnia aerea usata TUIFly per tutti i voli, in quanto nel totale è risultata essere la più conveniente.
Partenza da Venezia al mattino alle 9,15 destinazione Colonia con giornata da dedicare alla visita della città.
Imbarco da Colonia alle 21,00 direzione Cairo con arrivo alle 2,15, acquisto agli sportelli delle banche presenti i bolli per visti di entrata al costo di 85 Lire Egiziane caduno, occorre farlo prima di passare dal controllo passaporti, vanno consegnati insieme al passaporto sul quale provvedono ad incollarli e a timbrarli. Il taxi dell’albergo in precedenza prenotato è pronto a raccoglierci e a portarci in albergo, l’Arabesque Hotel 11 Ramses street costo € 10,95 a notte la doppia breakfast incluso, prenotato con italian.Hostelworld.Com. Albergo sito al sesto e settimo piano dello stabile che ospita la Turkish Airlines. Senza gloria e senza infamia, pulito ma fatiscente, frequentato da locali e turisti, l’unico vantaggio che me lo aveva fatto scegliere era la sua ubicazione centralissima.
Già dall’aereo si era potuto notale lo sfavillio di luci in una vasta area, la conferma è avvenuta a terra in quanto la strada per raggiungere il Cairo era illuminata a giorno.
Parlando con il tassista scopriamo che non è il proprietario della vettura, ma lavora per un tizio che avrebbe potuto prepararci un programma per le visite che mi ero programmato al Cairo, l’acquisto dei biglietti per lo sleeping trains per il trasferimento ad Aswan ed i biglietti per il traghetto da Hurghada a Sharm. Al risveglio al mattino abbiamo quindi dato incarico al signore che si è presentato di prepararci un preventivo. Noi abbiamo quindi optato per la visita al Museo Egizio che si trovava a cinque minuti a piedi dall’albergo.
La visita al Museo si protrae fino alle prime ore del pomeriggio, entrata Lire Egiziane 60, cambio 7,55 € 8 circa, con lo stesso biglietto si può nell’arco della giornata uscire e rientrare, le macchine fotografiche devono essere depositate all’ingresso, a scanso pericoli richiedere assolutamente la contromarca che l’addetto fa finta di dimenticare.
All’ingresso siamo stati contattati da una guida che parlava molto bene l’italiano e che dopo lunga contrattazione, abbiamo assoldato per l’importo di 100 lire.
Non descrivo quello che abbiamo visto all’interno del museo, in quanto lo rimando alla seconda parte del racconto.
Nel pomeriggio ci siamo reincontrati con il tizio che doveva presentarci il preventivo, che non abbiamo accettato, in quanto per le varie prestazioni ci ha sparato 500 € per i biglietti del treno, del traghetto, del passaggio con bus di linea da Luxor a Hurghada e il taxi per 2 giornate al Cairo.
Ci siamo quindi avviati alla ricerca di un agenzia per il reperimento dei biglietti per lo sleeping trains e i biglietti per il traghetto Hurghada – Sharm. Io sapevo per aver consultato in precedenza il sito www.Sleepingtrains.Com che un treno che parte da Marsa Matrouk nel pomeriggio ed arriva ad Aswan al mattino, scompartimenti a 2 posti letto con cena e colazione compresa, il cui costo è di $ 60 per persona, ed è stata l’unica tariffa che si è rivelata esatta a quanto descritto, per l’orario no anche se il sito lo dava valido fino a settembre 2009, ma d’altronde ho poi imparato che in Egitto nulla è definitivo, nulla è certo ne i costi ne gli orari. Quando si è trattato di prendere il traghetto che da Nuweiba porta ad Aqaba mi è parso addirittura di essere tornato agli anni 60 quando in Spagna dovendo effettuare una tratta in treno, e dopo lunga attesa oltre l’orario indicato, il capo treno alla richiesta di quando il treno sarebbe partito, rispondeva “ a hora, a hora”, adesso, adesso ma non partiva mai.
Quindi per i biglietti sia del treno che del traghetto ci siamo rivolti ad un’agenzia, di fronte al Museo Egizio se ne trovano parecchie, “ MAK Travel & Tours “, che assolutamente sconsiglio, non tanto per l’aggio trattenuto sui costi dei biglietti, della cui cifra ne ero più o meno a conoscenza, per il treno costo 60 $ l’agenzia me ne ha chiesti 70, per il traghetto, sono poi venuto a conoscenza finalmente del prezzo esatto ,250 Lire, pari a $ 41 circa e l’agenzia me li ha calcolati a 50 $, ma per quanto riguarda il passaggio da Luxor a Hurghada che io non volevo, ma che per loro insistenza ho accettato a 48 $ per una vettura, che si è poi rivelata una truffa, in quanto il corrispondente locale non ne era a conoscenza, non me l’ha riconosciuta, e ha fatto finta di non riuscire a contattare l’agenzia, può esser vero in quanto con i numeri fornitomi neanch’io sono riuscito a contattarli e di conseguenza mi sono arrangiato in loco.
Consiglio comunque con il senno di poi, per chi volesse usufruire del treno di andare direttamente negli uffici della direzione, che non sono alla stazione, bensì in Ramses Square al Cairo,e non è vero come avevo letto che parlano solo arabo l’inglese lo comprendono perfettamente. Dall’Italia avevo inviato parecchie mail in inglese con richiesta di informazioni, ma non avevo ricevuto nessuna risposta. Una soluzione potrebbe essere quella di cercare sulle pagine gialle del Cairo yellowpages.Com.Eg Sinai e Red Sea edition alla pagina 131 tourism & tours – Airlines e Travel Section Cruises – e Travel Agents. Il treno parte dalla stazione di Giza, consiglio il massimo anticipo possibile in quanto la sera della partenza ho visto parecchi gruppi. Altrettanto si può fare per il traghetto della UNITED COMPANY for marine lines, i posti liberi ho visto erano parecchi. Piuttosto attenzione in quanto i biglietti al mattino della partenza debbono essere registrati in un chioschetto dall’altra parte della strada da dove si entra per l’imbarco.
Le restanti 2 giornate trascorse al Cairo le abbiamo dedicate alla visita delle piramidi, del Cairo Copto e della Cittadella con la Moschea di Mohammed Alì.
Per i trasferimenti ci siamo avvalsi di un tassista che staziona normalmente di fronte all’entrata del Museo Egizio dall’altra parte della strada dove si trovano le varie agenzie di viaggio, ha una Fiat 128 esterno bianco nera come tutti i taxi del Cairo rossa all’interno, si chiama Faruk Maria, il suo taxi è il numero 8437, lui dice di essere good driver e di essere chiamato number one, ma effettivamente nell’estremamente caotico traffico del Cairo, si districa in maniera stupenda e la sua macchina nonostante l’età e le migliaia di kilometri fatti in quella bolgia, non riporta danni che invece si vedono alle altre vetture, è veramente bravo e conosce ogni meandro della città.
Ovviamente è opportuno contrattare perché partono da 100 per arrivare a 50. L’accordo avviene per incontro, loro sparano una cifra, noi una molto più bassa, loro scendono di qualcosa noi si sale qualcosina, poi si fa finta di andare via di non accettare finchè si arriva all’accordo. Sul prezzo concordato bisogna tenere presente che poi si deve dare il bakis “ bacis “ la mancia.
La sera di lunedì 11 il caro Faruk ci ha portati alla stazione di Giza e saliti in treno, dopo aver cenato ci siamo svegliati a 1300 Km di distanza ad Aswan.
Un taxi ci ha portato al nostro albergo prenotato ancora con hostelworld, anche questo senza lode e senza infamia, entrata disastrosa interno pulito, costo 24 $ la doppia incluso breakfast.
La giornata è stata dedicata alla visita della Grande Diga costo entrata Lire 20 del Tempio di Philae costo Lire 50 più la barca per raggiungerlo, noi ci siamo aggregati ad un gruppetto di altri turisti ad un costo di 10 Lire a testa, ed al reperimento di un passaggio per il giorno successivo per la visita di Abu Simbel, il cui costo di entrata è di 80 Lire.
Noi ci siamo avvalsi di un taxi vettura, in quanto l’approccio con le agenzie è stato disastroso, la prima ci ha chiesto 80 €, la seconda prima 20 € a persona, ma dopo aver accettato sono diventati 70, di conseguenza abbiamo contrattato con un taxi la cifra di 300 lire pari a circa 40 €. Al mattino nella formazione del convoglio abbiamo poi constatato di trovarci con un solo altro taxi, tutte le altre persone e sono centinaia, su minibus o pullman grandi, ritengo avremmo risparmiato qualcosa se ci fossimo rivolti al nostro albergo. Comunque i convogli si formano nelle adiacenze del sito dell’obelisco incompiuto, il primo parte alle 4 e il secondo alle 4,30, vengono schedati tutti i mezzi partecipanti poi ognuno viaggia alla velocità che più gli aggrada, c’è un posto di controllo dove i mezzi al passaggio vengono registrati tipo e targa, devono collimare con la schedatura iniziale della partenza, si prosegue e idem all’arrivo, sono 280 Km.
Nei due giorni trascorsi ad Aswan abbiamo mangiato su dei ristoranti galleggianti sulla riva del Nilo, costo medio 80/100 lire in due.
Mercoledì 13 pomeriggio partenza per Luxor con il taxi che ci ha accompagnato ad Abu Simbel, costo per i circa 250 Km del percorso 300 Lire. Arrivo in serata a Luxor al Pyramisa Isis Hotel Luxor un 5 stelle un po’ retrò che comunque conserva tutto il suo fascino e le sue comodità, e una posizione invidiabile al centro di Luxor lungo la riva del Nilo, prenotato con opodo.It la doppia breakfast incluso al costo di 113 € per 4 notti. Nei 3 giorni trascorsi a Luxor abbiamo visitato sia la città che quasi tutti i luoghi di interesse archeologico. Tempio di Luxor costo entrata Lire 50 Tempio di Karnak costo entrata Lire 65, valle dei Re costo entrata Lire 80, con il biglietto di ingresso si posso visitare 3 tombe, al-Deir al Bahari Tempio di Hatshepsut, costo Lire 30. Sia nella valle dei Re che al tempio di Hatshepsut dall’entrata un trenino porta dove inizia la visita ad un costo rispettivamente di Lire 4 e Lire 2. Per raggiungere la riva dei morti, la parte dove sorge la valle dei Re ed i vari altri siti di tombe nella riva occidentale di Luxor occorre attraversare il Nilo con il Ferry che si trova vicino all’entrata del Tempio di Luxor, occorre presentarsi con già una Lira in mano perché quello è il costo della traversata, non chiedere assolutamente, perché se no il costo lievita, qualcuno ha pagato anche 10 Lire per la traversata, che dovendola fare più volte diventa una spesa. La traversata dura pochi minuti e la barca va e viene ogni mezz’ora.
Domenica 17 maggio partenza per Hurghada, il giorno precedente mi ero informato al Tourist International Center che si trova antistante la stazione ferroviaria di Luxor, sui mezzi per raggiungere Hurghada e mi era stato indicato l’ufficio della Upper Egypt Com. Che si trova in una via a lato della stazione. Ufficio… Se si può chiamare tale, comunque mi informo e vengo a sapere che la partenza del bus di linea è per le ore 8,30 della domenica. Vorrei partire prima e so che alla bus station ci sono delle partenze in ore precedenti. Con il taxi raggiungo la bus station che si trova a 8 Km da Luxor vicino all’ aeroporto, una cosa da obrobrio e mi dicono che le partenze avvengono dalle 7,00 alle 10,00 a distanza di un’ ora una dall’altra. Chiedo conferma in quanto non mi fido, me lo faccio scrivere su di un foglio. I biglietti si pagano sul bus costo 30 Lire ( da ricordare che sui bus di linea sia in Egitto che in Giordania si paga una piccola cifra anche per i bagagli non a mano ) e il mattino successivo, domenica 17 maggio, alle 6,30 con il taxi raggiungiamo la stazione. La stessa persona che il pomeriggio precedente mi aveva fornito l’informazione, con una perfetta faccia tosta mi dice che non c’è la partenza delle 7,00 ma bensì avverrà alle 10,00. Non mi sono incazzato perché in Egitto non ci si può incazzare per queste cose, avvengono normalmente. Un tizio lì presente, vedendomi un po’ alterato mi dice che può farci partire subito e ci accompagna da un gruppo di persone, che prima mi chiedono una cifra spropositata, al mio rifiuto scendono fino a 150 Lire, che non ho accettato in quanto anche per lo standar Egiziano era troppo poco e subodorava qualche tranello. La soluzione è stata quindi quella di attendere pazientemente l’arrivo del bus di linea, un pullman più sgangherato che neppure a Mauritius avevo trovato. Nel pomeriggio comunque siamo arrivati a Hurghada Località di transito in quanto il mattino successivo dovevamo trovarci alle 3 all’imbarco del traghetto per Sharm. Diamo quindi incarico al portiere dell’albergo di procurarci un taxi per le 2,45 del mattino e pagando a lui l’importo della corsa, 5 Lire più la mancia a lui.
Puntuali al mattino siamo nella hall, il portiere è uscito in strada ha atteso qualche istante, ha fermato il primo taxi di passaggio, ne passano in continuazione tutta la notte, ha pagato la corsa e ci ha spediti al porto.
A Sharm el Sheikh avevo messo in programma la scalata al Monte Sinai, ma un po’ la stanchezza del viaggio che comincia a farsi sentire e un po’ l’età, io sono oltre i settanta e la mia metà li raggiungerà a fine anno, ci fa desistere e quindi ne approfittiamo per 3 giorni di pieno relax per la tintarella.
Ovviamente decidiamo per el Fanar spiaggia già frequentata in anni precedenti e scopriamo che il nostro albergo, che non si trova in riva al mare, dispone per i clienti la navetta che alle 10,00 del mattino porta proprio a el Fanar, nella spiaggia non so se libera o convenzionata con l’albergo, noi comunque proseguiamo 300 mt. Oltre e raggiungiamo la spiaggia del Fanar. Ci attende una sorpresa allora si pagavano 10 Lire e si disponeva dei lettini e degli ombrelloni e una meravigliosa barriera corallina a 30 metri dalla riva e si potevano all’ora di pranzo gustare delle ottime insalate. Ma el Fanar www.Elfanarsharm.Com ha cambiato gestione, non si possono introdurre bevande o alimenti e l’entrata costa 50 Lire, sono comprese una bottiglietta di acqua e uno spiedino di frutta offerto verso le 11,00. Comunque resta una delle spiagge più coreografiche di Sharm e soprattutto pulita, ci siamo adattati per i 3 giorni trascorsi a Sharm.
La nota negativa è che la grande quantità di pesci grandi e piccoli che li stazionavano, sono notevolmente diminuiti, pesci pappagallo ne è rimasto qualcuno piccolo, napoleoni scomparsi, balestra qualcuno di media dimensione, murene neanche l’ombra e anche i piccoli a mio parere molto diminuiti, confermata l’impressione poi da una Signora, vicina di ombrellone, mamma di un diver che lavora a Sharm.
In internet avevo letto, e tutt’ora il sito è presente, che da Sharm un traghetto al costo di 75 $ portava ad Aqaba. Non esiste più, occorre andare a Nuweiba, da informazioni raccolte a Sharm alla stazione dei bus, il traghetto parte alle 11,00 del mattino, occorre essere lì almeno un’ora prima.
Il bus di linea per raggiungere Nuweiba, che da informazioni raccolte doveva essere la compagnia el Guna, non è quella, bensì la East Delta il costo è di 20 Lire il tempo impiegato 4 ore, la partenza le 9,00 del mattino, ovviamente i tempi non collimano, occorre andare in taxi. Concordiamo quindi con un taxi la trasferta per il mattino successivo costo 250 Lire. La sera il tizio ci avverte che per il viaggio il taxi sarebbe stato il suo ma il driver un’altra persona. Subito non ci ho pensato ed ho accettato, ma riflettendoci sopra un attimo, la strada fra Sharm e Nuweiba scorre in massima parte nella vallata desertica in mezzo alle montagne e la cosa non mi piaceva affatto, di conseguenza il mattino di giovedì 21 maggio mezz’ora prima dell’appuntamento, abbiamo lasciato l’albergo e un biglietto in inglese per il taxista, dove ho spiegato che la sua decisione di cambiare driver su di una vettura che deve essere condotta dalla persona indicata sul permesso in bella vista sul cruscotto, non mi aggradava affatto.
Caricate le valigie sul primo taxi di passaggio destinazione Nahama bay, durante il percorso e prima di imboccare la strada per Nahama già mi sono accordato con il taxista per raggiungere Nuweiba al costo di 300 Lire.
Raggiunto il porto attendiamo le 8,30 l’apertura della biglietteria, sul cartello il costo del biglietto per gli stranieri risulta essere 90 $, quando la biglietteria apre, per il passaggio mi richiedono 80 $ a persona con i passaporti, noto 2 persone dopo di me che pagano la stessa cifra, risulteranno poi parlando con loro, essere siriani. Quando mi consegnano i biglietti l’importo scritto sopra è di 60 $ la partenza del traghetto mi dicono alle 11,00. Dopo qualche minuto mi richiamano, rivogliono i biglietti con i passaporti, che mi verranno riconsegnati dopo una decina di minuti con i nuovi importi, 70 $, partenza 15,30 chiedo lumi voglio la partenza delle 11.00 no. Il perché era che la prima volta mi sono stati fatti i biglietti per il traghetto lento che impiega 4 ore e la seconda per il traghetto veloce che impiega 1 ora e mezzo. Non sono comunque riuscito a capire perché i siriani pur essendo senza bagagli da stivare hanno pagato quanto noi, e noi avendo pagato 80 $ perché sul biglietto erano stampati 70 $ ? La risposta penso cha faccia parte di quelle cose incomprensibili che avvengono solo in Egitto. Visto che non è più possibile cambiare ci adeguiamo ed andiamo verso l’imbarco, consegnamo le valigie, passiamo il controllo passaporti e ci mettiamo ad attendere l’ora della partenza in un immenso salone con panchine sderenate e un chiosco per la vendita che più sporco e malmesso non poteva essere. Arrivano le 15,00 e nulla si muove mi vado quindi ad informare, vengo a sapere che la partenza avverrà alle 16, poi alle 17,00, quindi alle 17,30, ci siamo mossi verso le 18,00. Il traghetto lento era già arrivato ad Aqaba da un bel pezzo. Aver immaginato prima una solfa di questo genere si poteva proseguire per Taba che dista da Nuweiba 80 Km. E sicuramente nonostante la trafila del passaggio delle due frontiere, nelle prime ore del pomeriggio avremmo potuto raggiungere Aqaba.
Sbarcati nel porto di Aqaba verso le 19,30, le nostre valigie con quelle disposte a terra non ci sono, ce né però un container pieno, almeno così sembra dalle due testate, ma tornano a Nuweiba mi dicono, se le mie sono li sopra devo andarmele a cercare, mi viene da insultarli, poi con santa pazienza scalo la parete di valigie e meno male l’interno è quasi vuoto e comincio a spostarle, alcune enormi pesantissime, riesco comunque ad arrivare alle mie valigie, le scarico e scopro che anche i facchini cominciano a scaricare le altre, no comment.
Sbarcando ci avevano ritirato i passaporti dicendoci che li avremmo potuti ritirare alla stazione, subito non ho capito, quale stazione fosse, poi gentilmente un giordano che parlava in italiano mi ha spiegato dove dovevamo andare.
Gentilmente ci hanno chiesto di attendere e dopo circa una decina di minuti ci vengono consegnati e con il visto gentilmente offerto gratis e da un bel Welcome to Jordan.
Passando il controllo bagagli nel depositare il borsello che durante il viaggio porto sempre a tracolla con il portafogli ed il telefonino, lo scomparto di questo si è aperto ed il telefonino è scivolato via, arrivati in hotel mi rendo conto di averlo perso. No problem mi dice il taxista facciamo il numero con il suo telefonino e dopo qualche istante risponde un doganiere, il taxista in arabo ha spiegato che si trovava in hotel con il proprietario del telefonino, al che la risposta è stata quella di andarlo a recuperare. Tornati al porto recuperato il telefonino ho cercato di almeno offrire qualcosa non solo il grazie, ma non è stato possibile, ed ancora “welcome to Jordan “. In quale altro posto questo sarebbe potuto avvenire ? Aqaba al Cazar Hotel prenotato direttamente in internet a 38 JD la doppia a notte incluso breakfast, la prenotazione era per una sola notte, ma essendo arrivati la sera tardi ho preferito accordarmi anche per la notte successiva, non potendo sapere se entro il termine del chek out del mattino sarei riuscito a trovare un alloggio di nostro gradimento al Beduine Village per i giorni programmati da trascorrere ad Aqaba in relax al mare, in quanto avevo letto notizie contrastanti su tale sistemazione.
L’area costiera di Aqaba è suddivisa in tre parti: la parte nord è quella cittadina dove sono ubicati la maggior parte degli alberghi, la parte centrale, ( Al-Hafayer ) balneabile e dove si trovano molti locali e caffè, la parte sud South Beach ( Aqaba Marine Park ) si trova a circa 12 Km dal centro di Aqaba, verso il confine con l’Arabia, non chiamatela Arabia, non la conoscono, per loro è al-Saudia, è la parte più caratteristica e dove si trova il Beduine Village.
Il mattino successivo quindi con un taxi abbiamo raggiunto il detto villaggio e trovando di nostro gradimento la sistemazione, bungalow piccoli ma puliti, abbiamo prenotato e pagato per i 3 giorni successivi al Beduine Moon Village, costo 25 JD a notte breakfast incluso la cena era a parte, 3 cene più 6 te alla menta 24,5 JD. Di fronte c’è il Garden Village, costo 22JD, ma a detta di una giovane coppia di amici milanesi, con cui abbiamo fatto amicizia e che lo avevano visionato, la sistemazione era più scadente. Da tenere presente che era imminente l’inaugurazione di una nuova sistemazione, si tratta del Darna Village www.Darnavillage.Com tel 00962796711831 chiedere di Mandi, e dall’ impressione raccolta, ci hanno invitato a visitarlo, deve essere veramente bello, peccato non era ancora aperto. Di fronte al villaggio, nella spiaggia ci sono ombrelloni in paglia di cui si può usufruire gratuitamente, basta portarsi dei teli. Il fine settimana già fin dal giovedì sera sulla spiaggia si accampano i locali, la spiaggia torna quasi vuota il lunedì, comunque dopo un primo attimo di disagio, in quanto, i locali restano in spiaggia e vanno in acqua completamente vestiti, ci si abitua ai loro sguardi curiosi, si è invitati presso di loro, la comunicazione avviene un po’in inglese e un po’a gesti. È la curiosità che li fa avvicinare, le donne giovani in particolare, ma non danno fastidio non mettono a disagio in quanto lo fanno con naturalezza. A mia moglie una ragazza ha fatto vedere, orgogliosamente la sua fotografia sul telefonino in due pezzi, ma ha fatto capire che il babbo, il patriarca assolutamente non lo permette. Quella famiglia era composta dal papà, la mamma, uno dei figli e 6 o 7 giovani donne alcune figlie altre nuore e da uno stuolo di bambini e ragazzini. Le bambine in particolare avevano degli occhi neri stupendi. In altra occasione, non c’era più alcun ombrellone libero, siamo stati invitati presso una copia di locali e quando questi se ne sono andati, due ragazze sono venute ad offrirci una sedia.
La barriera corallina è diversa da Sharm, è meno bella e c’è pochissimo pesce, almeno nel tratto davanti al village, non c,è una parete che scende in profondità, il corallo è a gruppi sparsi a monticelli, c’è comunque una striscia al limitare, rotta in parecchi punti da pass che permette l’uscita all’aperto, facile è uscire più problematico è rientrare in quanto ci sono le false pass. Io però avevo una balia, un ragazzino del gruppo del patriarca che come mi vedeva entrare in acqua, mi seguiva come un’ombra, era un pesce e conosceva tutti gli anfratti di quella barriera. Martedì 26 maggio in programma avevo messo la visita al Wadi Rum, ma per una serie di circostanze ed anche perché mia moglie non era particolarmente entusiasta, non siamo andati, avevamo appuntamento al mattino alle 6,00 con un taxi, ma non si è visto, quindi in strada ho fermato il primo minibus collettivo di passaggio che con 1 JD ci ha portato in città e poi con un taxi alla stazione dei bus, dove alle 9,00 era in partenza un bus per Petra, costo 10 JD a persona comprese le valigie. Nel piccolo piazzale di partenza dei bus staziona con un trabiccolo, un venditore di te e caffè, curiosa la preparazione del caffè turco, per il te prelevava l’acqua da un bollitore, la versava in un bicchiere di carta con lo zucchero, infilava una bustina di te e qualche fogliolina di menta, non sono ricordato di vedere la marca, ma in assoluto è stato il miglior te bevuto nei 3 Stati visitati.
Petra alloggio al Petra Moon Hotel prenotato direttamente in internet, costo 40 JD la doppia a notte breakfast incluso, sapevo per averlo letto che come hotel non era dei migliori, ma pareva che gli unici due hotel nella piana del Wadi Musa e quindi vicino all’entrata del sito fossero solo il Moon ed il Movenpick, tutti gli altri in Petra o nelle immediate alture. Il Moon non ha l’ascensore, le camere sono spaziose ed il bagno pure, è pulito, ma è disadorno e squallido, non vale il prezzo che chiede. In realtà la scelta è parecchio ampia, oltre ai due citati si trovano: il Venus che mi è parso molto simile al Moon, l’Edom Hotel molto grande, il Silk Road Hotel dall’ esterno molto carino, il Candles Hotel anche questo molto carino che con il Silk sembrano i più nuovi, poco discosto di fronte al parcheggio dei pullman il Crown Plaza Hotel quindi la scelta c’è.
Costo tra pranzo e cena in due mediamente a Petra e Madaba sui 20/22 JD, in particolare a Petra ho raccolto il consiglio di un viaggiatore ed il nostro ristorante era il Red Cave Beduin che si trova nella piana nel viale d’ingresso al sito. Dopo aver pranzato nel pomeriggio visita a Piccola Petra – Beda – , l’ingresso è libero, basta farsi condurre con un taxi, i Km sono 8 e non 4 come avevo letto, la strada è un continuo saliscendi con salite e discese corte ma vertiginose, percorso molto spettacolare.
Mercoledì 27 maggio è arrivato il gran giorno della visita di Petra, alle 7,00 aprono i cancelli, il biglietto d’ingresso prevede 3 diverse possibilità, un giorno 21 JD due giorni 26 JD tre giorni 31 JD, noi scegliamo di visitarla in un giorno in quanto la nostra età ci impedisce di fare dei tour de force di più giorni, comunque scegliendo di avviarsi alle 7,00 del mattino quando la temperatura è ideale, non abbiamo granchè faticato a raggiungere il Monastero e più oltre ancora il punto panoramico. Giovedì 28 maggio, lasciamo Petra e con un taxi, costo concordato 70 JD raggiungiamo Madaba passando per Sobek, Karak e fermata di due ore al mar morto Dead Sea per permettermi di provare la sensazione di fare il bagno. Stabilimento scelto grazie alle informazioni della copia di amici milanesi, l’Amman Beach che è il primo stabilimento che si incontra venendo da sud. Attenzione la prima entrata costo 20 JD a persona, c’è ristorante, piscina e quant’altro che assolutamente in due ore non verranno sfruttati, chiedere in quanto c’è una seconda entrata dove in mezzo ad un bel giardino, ci sono gli spogliatoi, le indispensabili docce e degli armadietti dove depositare gli indumenti, costo 7 JD.
Madaba cittadina tranquilla alle porte di Amman, stanno ripavimentando tutto il centro cittadino, da visitare costo 1 JD la chiesa di San Giorgio dove nel pavimento si può vedere il mosaico raffigurante la Terra Santa.
L’hotel prenotato era il Mariam prenotato tramite tripadvisor e hotels.Com costo 81 $, 57 JD per la doppia per due notti breakfast incluso, pare che tutti i turisti vadano al Mariam e non ci siano altri hotel a Madaba, il Mariam è un discreto Hotel ottimo servizio, per gli italiani abituati a colazioni diverse, un po’ carente il buffet del breakfast. In bacheca si trova un elenco di trasferte vicine e lontane a prezzi interessanti. Comunque visitando Madaba ho poi potuto constatare che la scelta potrebbe anche esserci, proprio accanto si trova il Salomè Hotel, andando verso il centro il primo che si incontra è il Mosaic City Hotel, appena dietro il Black Iris Hotel, poi ancora il Madaba Inn ed in pieno centro il Moab Land Hotel bed and breakfast vicino al ristorante dove andavamo a mangiare, il Restaurant Cafè, si sale al primo piano si mangia bene è confortevole ed economico, la spesa media per pasto in due è stata di 11 JD.
Proprio lì accanto un fornitissimo negozio di creme del Mar Morto a prezzi molto convenienti e trattando abbiamo ottenuto anche un buon sconto. Stessa marca di crema, in albergo il doppio e in uno di quei bazar per turisti che si trova sulla strada che viene da Amman, il triplo ed anche oltre.
Si la coreografia e la disposizione della merce nei bazar era sicuramente migliore, ma tra tutti i vari tipi e qualità la marca e il tipo di scatola uguale a quelle da noi acquistate erano prezzate il triplo.
Amman caotica, da Madaba il costo per raggiungerla in taxi sono 10/12 JD i Km per raggiungere Down Town ( il centro ) circa una trentina. Sono da visitare il Teatro Romano in pieno centro e la Cittadella che dal Teatro Romano si vede posta sulla sommità della collina antistante che sovrasta Amman, ma che non si riesce a raggiungere. I peggiori e più incompetenti taxisti che abbiamo incontrato in tutto il viaggio, sono alcuni di quelli di cui ne abbiamo usufruito il servizio ad Amman. Per fortuna che, come capivo che la direzione intrapresa non era quella che ci avrebbe portato alla Cittadella lo bloccavo ci facevamo riportare in centro e con 1 JD me ne sbarazzavo. Finalmente uno sembrava avesse preso la direzione giusta, quando ad un certo punto ha imboccato la discesa e ci siamo trovati nel mezzo di un mercato, liquidato pure quel taxista ne abbiamo approfittato per visitare il mercato, bancarelle poste secondo il più totale disordine, un caos di gente, in una bancarella abbiamo comprato per scommessa un profumo di Chanel ( da donna ), che è poi risultato essere Blu Bulgari ( da uomo ) al costo di 1 JD ed è risultato pure buono.
Finalmente al 4 o 5 tentativi, non sapevo più in quale maniera chiamarla Citadel of Amman, come poi è risultato essere dai biglietti, the Castle of Amman, the Umayyads Castle, the Museum of Citadel, il taxista prende la direzione giusta e raggiungiamo la sospirata Cittadella, ingresso 2 JD compreso l’ingresso al Museo dove sono custoditi oltre agli altri reperti i famosi rotoli di Qumran. Dalla Cittadella con un taxi contrattato a 25 JD abbiamo raggiunto Betania ( Baptist Site ) il luogo dove Gesù è stato battezzato da San Giovanni, ingresso per gli stranieri 7 JD – 3 JD per i cittadini di lingua araba e 1 JD per i giordani. Si può anche andare a piedi, contrariamente a quanto avevo letto, e penso che in questo caso l’entrata sia inferiore, tempo indicato alla biglietteria un’ora, ma con le temperature che ci sono e inoltre da non dimenticare, il luogo si trova a circa 350 mt. Sotto il livello del mare, non è proprio l’ideale, il taxi si ferma all’ingresso e attende, il tempo impiegato è di circa un’ora, più l’attesa del mezzo, uno ogni mezz’ora.
Sulla strada del ritorno verso Madaba, si passa sulla sommità del Monte Nebo ingresso 1 JD.
Sabato 30 maggio prenotiamo tramite l’hotel il passaggio in taxi al King Hussain Bridge, costo 17 JD per passare la frontiera verso Israele. Il transito, 4 Km.Avviene con un pullman, il costo è di 3 JD a persona più 1 JD per ogni collo non a mano, il visto da pagare per l’uscita è di 5 JD a persona e vengono accettati solo Dinari Giordani non altre valute.
Un’ultima precisazione sulla Giordania, non è vero che per noleggiare una macchina serve la patente internazionale, ed i costi sono anche convenienti, la copia di amici milanesi avevano noleggiato una vettura di media cilindrata a 280 JD per una settimana. La benzina costa 380 piastre al litro, la nafta 335. Il Dinaro Giordano JD si divide in 1000 feels (piastre).
Tutto bene fino all’arrivo in Israele, lì comincia il caos, la disorganizzazione più totale, scesi dal pullman dobbiamo consegnare le valigie con i passaporti ai facchini, chi non aveva valigie, ma solo i colli a mano è passato con i passaporti, io ritengo che i facchini non conoscessero altra scrittura oltre l’arabo. Dopo averci disinfettato, gli addetti erano tutti con le mascherine sulla bocca salvo i facchini, con una specie di cannone sparaneve che in quel caso sparava un pulviscolo umido, piano piano siamo passati all’interno, chi aveva il passaporto si avviava ai box controllo passaporti, ma a noi li avevano sequestrati, da informazioni prese in un ufficio e vagamente rassicuranti i passaporti sarebbero arrivati, dopo mezz’ora circa quando già stavo pensando di chiamare l’ambasciata, in quanto piuttosto incazzato vediamo al fondo della sala un tizio che sventolava due passaporti, erano i nostri. A quel punto ci mettiamo in coda ad uno dei box di controllo, da tenere presente che se al controllo arriva una persona che per qualsiasi motivo possa far sorgere dei dubbi, la fila si blocca, l’addetta in quanto erano tutte donne se ne va con il passaporto in questione e torna dopo un certo periodo che può essere più o meno lungo, inviando la persona in questione ad un diverso controllo. Finalmente arrivato il nostro turno, l’addetta gentilmente ci dice che la fila era sbagliata quella giusta per noi era la number one. A quel punto cominciavo ad essere piuttosto teso, comunque andiamo alla numero uno, che poi è risultato non essere neanche quella era la numero 2, per fortuna che gli sportelli erano vicini, e le persone in fila comprensive. Quando è giunto il nostro turno l’addetta ha raccolto tutte le sue carte e se ne è andata, per fortuna che l’addetta al numero uno, non ha atteso ma ci ha immediatamente fatto ripassare al suo sportello. Consegnati i passaporti ho formulato la classica domanda “ no stamp please “ ed all’uopo avevo inserito nella prima pagina dei passaporti un pezzetto di carta bianca, l’addetta allora ci ha chiesto se era la prima volta che andavamo in Israele, stavo per risponderle che sarebbe stata anche l’ultima, poi mi sono frenato. Per evitare il visto sul passaporto ci fatto compilare un formulario che avremmo dovuto conservare fino all’uscita da Israele. Usciti dal posto di frontiera cerchiamo un mezzo per raggiungere Gerusalemme, un taxi ci chiede 70 $, lo shattle 20 $ per entrambi più 2 per le valigie, ci scarica nei pressi della porta di Damasco e con un taxi 40 Shekel, 7 € circa scopriremo poi che ne bastavano 30, raggiungiamo il nostro albergo il Mount of Olives prenotato tramite italian.Hostelworld.Com per 2 notti a 64 $ a notte breakfast incluso e 2 giorni prima dell’arrivo da Madaba disdetto la seconda notte, in quanto mi ero sbagliato.
Prezzo abbastanza conveniente per lo standard dei costi degli alberghi di Gerusalemme, il nostro albergo si trovava sulla cima del Monte degli Ulivi a ridosso di una piccola Moschea, che non ci ha arrecato nessun disturbo, di fronte alla cappella dell’Ascensione, non disponeva dell’ascensore forse l’unica pecca, pulito, in posizione stupendamente panoramica, dalla nostra finestra lo sguardo spaziava su Gerusalemme, disponeva della cassaforte in camera, internet sempre disponibile a gratis, breakfast self service vario ed abbondante, personale cortese e disponibile, ho fatto loro i complimenti in quanto lo meritavano.
Dal nostro albergo per raggiungere il centro città ci siamo sempre serviti del bus n° 75 delle linee palestinesi che passava di fronte e faceva capolinea alla porta di Damasco, le fermate non esistono, quando lo si vede arrivare in qualunque posto ci si trovi si solleva la mano, si sale e si paga il biglietto al conducente, il costo per quella tratta non sono riuscito a capirlo, abbiamo pagato e ricevuto il biglietto con l’importo 2,3,4 Shekel, mai una volta lo stesso.
Dritta importante per raggiungere Betlemme, prendere dalla porta di Damasco il bus n° 21 delle linee palestinesi (bianco e blu), in quanto evita il chek point e raggiunto il capolinea, assolutamente non dar retta ai taxisti, ma imboccare la strada in leggera salita, perpendicolare a quella da cui si è arrivati con il bus, mi pare si chiami Paul VI street che in una decina di minuti raggiunto il culmine del poggio scende sulla piazza dove si trova la Basilica della Natività. Ci ha fatto strada un ragazzo ecuadoregno che si trovava sul bus con noi ed insegna nella scuola salesiana che si trova quasi al culmine del poggio.
Per rientrare ci ha consigliato di prendere un taxi, costo 25 Shekel e di farci portare al chek point, attraversarlo a piedi, facile per i turisti, un pò comlicato il percorso interno e dall’altra parte prendere il bus 124 sempre delle linee palestinesi che riporta alla porta di Damasco.
A Gerusalemme per tutti i luoghi che abbiamo visitato, l’ingresso è stato libero, compreso il Muro del Pianto e la Spianata delle Moschee.
Il portiere del nostro albergo su nostra richiesta ci ha prenotato un taxi, costo 30 Shekel per raggiungere un punto dove sarebbe transitato lo shattle per l’aeroporto che al costo di 50 Shekel a persona compresi i bagagli ci ha portati all’aeroporto di Tel Aviv, imbarco alle 0,55 di lunedì 1 giugno, arrivo puntuali a Colonia alle 4,45, raccolte le valigie passato il controllo passaporti, alle 5,30 siamo già al piano superiore al chek in, che comunque avevo già effettuato mezzo internet il giorno precedente, per la consegna dei bagagli per il volo delle 7,00 che ci avrebbe riportato a Venezia. Seconda parte: La valle del Nilo fu colonizzata circa 10.000 anni prima di Cristo, le varie tribù che si stanziarono si organizzarono ognuna con capi e divinità. In particolare emerse la supremazia di due tribù, una a nord “ Basso Egitto “ e una a sud “ Alto Egitto “, fino a quando nel 3200 a.C. Il re del Basso Egitto Menes con il suo esercito unifico i due regni e diede inizio alla dinastia dei re faraoni. Gli storici chiamano questo periodo Antico Regno, che durò fino al 2180 a.C. Circa ed ebbe fine con una guerra civile, scoppiata anche per l’insorgere di una grave carestia. Il regno si smembrò e solo nel 2060°a.C. Circa, il re Mentuhotep prevalse sui suoi rivali e riunificò l’Egitto. Questo periodo viene chiamato Medio Regno ed ebbe una fiorente prosperità. Cadde nel 1633 a.C. Ancora una volta a causa di una guerra civile. Il successivo periodo chiamato Nuovo Regno fu caratterizzato dal governo degli Hyksos re che venivano dall’Asia e furono scacciati nel 1570 a.C. Dal re di Tebe Amosi I che si proclamò faraone. Intorno all’anno 1150 a.C. Iniziò il declino della civiltà egizia che durò fino alla conquista dell’Egitto da parte di Alessandro Magno, periodo caratterizzato dallo splendore della cultura greca, vedi la Biblioteca di Alessandria che conteneva oltre mezzo milione di libri. Infine nel 31 a.C. Ebbe definitivamente fine con la conquista dei Romani ed il suicidio di Cleopatra che fu l’ultimo faraone d’Egitto. Cleopatra discendeva dalla dinastia dei Tolomei, fondata da Tolomeo I uno dei generali di Alessandro Magno che si era impadronito dell’Egitto nel 322 a C.
Il Cairo, Al – Qahirah “ la Vittoriosa “ Il Midan Tharir, cuore della città moderna, in questa grande piazza si trovano il Museo Egizio ed importanti centri politici e culturali.
L’indirizzo del Museo è Tharir Square, apre alle nove del mattino, con lo stesso biglietto si può uscire a far colazione e poi rientrare. Vi sono esposti 120.000 reperti. Al piano terra si possono vedere la Paletta di Narmer, il colosso di Amenhotep III e Teye, la statua di Zoser, e quella di Chefrem in diorite nera la cui testa è avvolta dalle ali di Horus. Nella sala di Amarna si può notare , rispetto alla tradizione, il totale cambio di stile (la sala è dedicata al faraone eretico Akhenaton e alla Regina Nefertiti con le 3 figlie in un momento di intimità famigliare.
Sempre al piano terra si può vedere la copia della Stele di Rosetta il cui originale è conservato al British Museum di Londra, è il reperto che ha permesso la decifrazione dei geroglifici, in quanto nella stele è incisa la stessa cosa nelle 3 scritture più usate allora, demotico, geroglifico e greco.
Al primo piano le sale di Tut Ankh Amon ( Tutankhamon ) ( consiglio di vederle allora di pranzo quando c’è poca gente ) il corredo funerario di Tutankhamon i gioielli che nella tomba vi erano custoditi, i monili, tutti gli arredi funerari, i sarcofagi di cui uno ricoperto d’oro ed uno in oro massiccio del peso di 110 kg., la celebre maschera funeraria in oro del peso di 11 kg., che copriva il volto e le spalle del faraone, celeberrimi gli occhi di ossidiana nera e quarzo bianco contornati e modellati con la pasta vitrea somigliante a lapislazzuli e gli angoli arrossati, sono di una magnificenza ed una perfezione indescrivibile.
Nelle altre sale si possono ammirare una miriade di altri arredi, tra cui il famosissimo Trono, le carrozze di Tutankhamon.
E’ difficile staccarsi da quelle sale e viene spontaneo pensare che, se per un faraone quasi sconosciuto, morto giovanissimo, quello era il suo corredo funerario, quale mai avrà potuto essere contenuto nelle tombe di Cheope, di Chefrem o di Ramses II il costruttore di Abu Simbel.
Viene alla mente cosa scrisse l’archeologo inglese Howard Carter che nel 1922 scoprì grazie alla sua testardaggine e ad un gran colpo di fortuna, il rovesciamento di una brocca d’acqua e l’immediato assorbimento della stessa, l’unica tomba intatta, non saccheggiata dai ladri.
“ all’inizio non vidi nulla, però a mano a mano che i miei occhi si abituavano all’oscurità, dalle ombre iniziarono ad emergere bizzarri animali, statue, oro… ovunque era il risplendere dell’oro “ queste parole le scrisse alla fioca luce di una candela, sotto una tenda forse immerso in mille pensieri.
La visita continua nella sala 42 si può vedere lo scriba seduto e poi i reperti della tomba della Regina Hetepheres e vicino la piccolissima statuetta di Cheope ( 8 cm ) unica raffigurazione del costruttore della più grande piramide d’Egitto Nella sala delle Tombe reali di Tanis, è esposta la maschera mortuaria di Psusenne.
Nella sala 48 l’imitatissimo ippopotamo in ceramica blu Nella sala 43 la maschera che sorride di Thuyu E poi la sala dei gioielli antichi.
Nota: lo scarabeo che veniva riprodotto con molti materiali, è un porta fortuna che rappresentava la rinascita della terra, veniva messo sul corpo del defunto sotto le bende, al posto del cuore, veniva inciso con formule, che gli rendeva il cuore leggero e quindi degno di vivere nel regno dei morti.
Io ho evitato di visitare la sala delle Mummie, si paga un biglietto a parte ed è solo a mio parere per intenditori.
Giza, el Ghiza o al Jizan. E’ un pianoro roccioso che si trova alla periferia del Cairo circa 10 Km.( la sera chiude alle 17.00 ) Il complesso di Giza chiamata anche “città degli Dei” fa parte di quella che una volta era la città di Menfi, la ex capitale che oggi è soltanto un complesso di poche rovine dove si possono vedere la sfinge di alabastro e la statua di Ramses II sdraiato.
A Giza oltre le famose piramidi ed alla Sfinge, sorgono una gran quantità di sepolture minori, le tre maggiori piramidi appartengono a sovrani della IV dinastia e furono costruite intorno al 2600 a.C. Le piramidi secondarie sono monumenti che accolgono parenti dei faraoni.
La Piramide di Cheope, è la maggiore misura mt. 230 di lato ed un’ altezza di 137 mt., in origine era alta circa 150 mt.. Fu costruita con più di 2,5 milioni di blocchi di pietra, pesanti ognuno più di una tonnellata.
La Piramide di Chefrem il figlio di Cheope altezza 135 mt, più piccola , ma che per un effetto ottico sembra più alta.
La Piramide di Micerino è il nipote nipote altezza 66 mt, è la più piccola di tutte.
La disposizione delle Piramidi di Giza, secondo alcuni studiosi rispecchia la costellazione di Orione.
A est della grande Piramide sorgono le Piramidi di Mersyankh III, di Qar e di Idu, mentre a ovest c’è la tomba di Iansen Il calcare usato per la costruzione delle Piramidi era estratto da una cava distante 980 Km. Da Giza.
In prossimità della piramide di Cheope, è stato costruito il padiglione con il Museo della barca solare, scoperta nel 1954 ai piedi della piramide stessa fu scoperta una camera ancora sigillata, contenente 1224 pezzi del legno che costituivano l’imbarcazione reale. Assemblati diedero origine ad un’imbarcazione di 43 mt. Di lunghezza, oggi conservata nel Museo. ( a mio avviso il padiglione in quel punto è un pugno in un occhio ) La barca solare era necessaria all’anima del Faraone defunto per poter navigare verso l’al di là.
La Sfinge Posta a guardia dei monumenti funebri è lunga 73 mt. E alta 20., ai piedi della Sfinge c’è la stele di Thutmosi IV e vi è incisa la storia di questo faraone.
Dietro la Piramide di Micerino c’è un punto panoramico da cui si vedono bene tutte e tre le piramidi, è l’unico punto in cui è possibile fotografare tutte e tre le piramidi con una sola inquadratura.
Nello spiazzo c’è un mercatino di cose tipiche molto conveniente.
Per lo Spettacolo “ suoni e luci “ che si svolge la sera, la posizione migliore consigliata è la prima fila tutta a destra, tra la sfinge e la Piramide di Cheope, questo per quanto letto in precedenti racconti, in quanto noi non siamo andati perché stanchi.
Abu Sir: E’ un sito archeologico che si trova sulla strada prima di arrivare a Saqqara, merita una fermata per scattare qualche fotografia.
Saqqara: La necropoli di Saqqara , con la sua estensione, 8 km circa di lunghezza e 1,5 km di larghezza, è la più vasta di tutto l’Egitto, vi sono rappresentate tutte le dinastie, dalla prima fino alla Tolemaica, Zoser, il cui complesso funerario è il più importante, fu il fondatore della terza dinastia, Le Piramidi di Saqqara sono più antiche di quelle di Giza, appartengono all’antico Regno, la prima è quella di Djoser o Zoser, Faraone della seconda dinastia 2650 anni prima di Cristo Accanto si trovano le tombe di Mereruka in cui si possono apprezzare i minuziosi intarsi, le preziose decorazioni e la conservazione dei colori, quella di Ankhmahor, altrettanto bella e la Piramide di Teti con all’interno il sarcofago di basalto..
La Piramide di Zoser, la piramide a gradoni, fu progetta dal suo Visir e medico Imhotep, dai greci chiamato e divinizzato come Esculapio, è il primo esempio di Piramide.
Il sito è stato portato alla luce soltanto nel 1924, prima di allora era coperto dalla sabbia, per questo motivo le sue tombe si sono conservate intatte anche nelle decorazioni interne.
Le piramidi sono costruite a gradoni, “ Mastaba “ che in arabo vuol dire panca per la forma.
Cento anni più tardi avrà inizio la costruzione delle Piramidi nella piana di Giza.
Nelle immediate vicinanze si possono ammirare , ma, ormai ridotte ad un cumulo di macerie, la Piramide di Userkaf, la Piramide di Unas e quella di Sekhmeket Attorno alla Piramide di Zoser sorgono molte piccole costruzioni successive.
Dahshur Il sito è stato zona militare inaccessibile fino al 1996.
Poco lontano da Saqqara sorge la necropoli di Dahshur con sette Piramidi tra cui la più famosa , quella romboidale del padre di Cheope Snefru, quella nera di Amenemhat III, quella di Maidoun, si tratta di una piramide a doppia pendenza, a quanto sembra gli architetti hanno fatto un errore nel calcolare la pendenza delle pareti nella parte bassa, e sono stati così costretti a modificarla, ridurla nella parte più alta, e quella si dice più antica del mondo la Piramide Rossa. Quest’ultima è anche l’unica visitabile.
Aswan.
In genere è considerata la base per raggiungere Abu Simbel, sono da vedere la Grande Diga che da luogo al lago Nasser – Buhayrat Nasir – che si estende per 500 Km. Verso sud fin oltre il confine del Sudan. E’ veramente imponente, lunghezza 3.600 mt, la visita si riduce però a pochi metri all’inizio, altezza 111 mt.Spessore alla base 960 mt. E 40 mt. Alla sommità.
Dalla Diga volgendo lo sguardo a Nord si scorge la vecchia Diga sulla quale si passa per raggiungere la Grande. Nel piccolo lago formato fra le due Dighe sorge il Tempio di Philae, che è stato salvato da una equipe italiana. Per l’intervento dell’UNESCO 18 sono stati i templi salvati tra gli anni 1972 / 1980 purtroppo molti ancora giacciono sotto le acque e sono perduti. Philae è molto ben conservato e molto simile a quello di Edfù. È dedicato alla dea Iside, dea della fertilità, dell’amore e della rinascita, madre di Horus e moglie e sorella di Osiride. Sulle pareti del tempio è descritta, la nascita e l’educazione di Horus, ( la madre che lo protegge e lo allatta ) il mito che celebra Osiride legato alla morte ed alla resurrezione.
All’esterno del tempio, il Padiglione di Traiano, che era il luogo dove avveniva l’attracco della barca sacra della Dea.
La sera al tempio si tiene uno spettacolo “ luci e suoni “, la prima parte è itinerante attraverso il tempio di Iside. La seconda parte si alterna fra il tempio di Iside, il tempio di Hator e il padiglione di Traiano, viene raccontata la storia di questi Dei e dei loro Templi.
Nell’isola si trova anche uno dei Nilometri, sparsi lungo tutto il corso del Nilo, di epoca egizio – romana, lungo le pareti sono incise le diverse scale di misurazione che servivano per il pagamento delle tasse in base all’altezza raggiunta dalle piene. Se il livello della piena non raggiungeva un’altezza ideale, le tasse erano inferiori in quanto il raccolto sarebbe stato inferiore, ma se altresì la piena superava la stessa altezza, ugualmente le tasse erano inferiori per lo stesso motivo.
Da visitare altresì l’isola Elefantina.
Traghetto pubblico ( presentarsi al barcaiolo con già 1 Lira a testa per la traversata ) L’isola Elefantina, così chiamata in quanto era il centro del commercio dell’avorio, la triade protettrice dell’isola sono la Dea Anuket, Dea anche dell’isola di Sehel e della prima cateratta, di Khnum Dio Caprone, inventore degli uomini ( modellati al tornio del vasaio ) e Signore della cascata “ regolava le piene del Nilo “ e Satet sposa di Khnum. Sull’isola, che è parco naturale, si trova il Mausoleo dell’Aga Khan, un giardino botanico e l’Hotel Old Catarat un 5 stelle superiore e che è l’Hotel dove Agata Christie scrisse “ Assassinio sul Nilo “ La fabbrica delle essenze, dove vengono prodotte alcune essenze usate dai profumieri di tutto il mondo.
Abu Simbel Luogo scelto da Ramses II in quanto la sua sposa prediletta, Nefertari era Nubiana.
Quando dal sentiero si arriva a scorgere l’enorme piazzale che sta un po’ più in basso, sullo sfondo il lago Nasser, e i templi che si intravedono di lato, ma dove già si nota tutta la loro imponenza è uno spettacolo suggestivo che rimane negli occhi e nel cuore.
Il Tempio di Ramses II con accanto il Tempio della Regina Nefertari, costruiti nel XIII secolo a.C.Per la gloria di Ramses II e per commemorare la battaglia di Kadesh. I templi furono scoperti nel 1817 quasi del tutto ricoperti di sabbia, dall’archeologo italiano Belzoni.. L’opera di salvataggio è stata finanziata da 50 paesi e ha impegnato per 5 anni decine di ingegneri e tecnici sia egiziani che del mondo intero, non ultimi i cavatori di marmo delle nostre Alpi Apuane, i quali anno fornito l’esperienza necessaria per realizzare l’opera di recupero per il taglio dei blocchi. Per il lavoro manuale sono stati impiegati centinaia di operai nubiani, gente abituata a sopportare le temperature proibitive del luogo.
Il tempio di Abu Simbel è così ben conservato in quanto è rimasto coperto dalle sabbie del deserto per centinaia di anni, nei primi anni del XIX secolo giaceva ancora parzialmente sotto la sabbia. Sia il tempio maggiore che Ramses II ha dedicato a se stesso, che il minore dedicato alla moglie Nefertari sono stati suddivisi in oltre 1300 blocchi del peso ognuno di 20/30 tonnellate, tagliati, numerati e spostati di 200 mt.A lato e di 65 mt in altezza. Vi assicuro non si vede dove sono stati tagliati e uniti.
I templi sono stati fatti costruire da Ramses II verso il 1260 a.C. E sono due ipogei scavati nella roccia, la facciata è alta circa 33 mt. E larga circa 38 mt., presenta quattro enormi statue del Faraone con ai piedi delle statue più piccole. La facciata: Nelle statue esterne, la cui altezza è di 20 mt. Ramses si è fatto rappresentare con la corona del basso e dell’alto Egitto, ed ha tra le gambe, rispettivamente, la sposa Nefertari, la madre Tui e due figli.
Una delle statue è senza la testa in quanto caduta durante un terremoto.
Sugli zoccoli dei colossi sono rappresentati i nemici vinti. Sopra l’ingresso in una nicchia è custodita una statua di Ra-Horakhty, il sole levante con la testa di falco le cui mani poggiano su simboli geroglifici, con scritto Usar e Maat che sono il nome di Ramses II da incoronato Usar-Maat-Ra.
Sulla facciata in alto si presenta una lunga teoria di 14 scimmie sacre, babbuini rivolti verso est che ogni giorno aspettano il levar del sole per adorarlo. In origine erano 22 tanti quante le province dell’Egitto.
Ai babbuini veniva attribuito il ruolo di custodi dell’alba, aiutanti di Ra il Dio Sole, con Ra scacciatrici delle tenebre e per questo considerate sacre.
Ai lati delle statue poste sopra l’ingresso, le decorazioni raffigurano, il dio del Nilo Hapi , simbolo dell’abbondanza che lega fiori di loto, simbolo dell’Alto Egitto, con i fiori di papiro che sono il simbolo del Basso Egitto, questo per dimostrare l’unione del Paese.
Sotto queste figure, dal lato nord appaiono dei prigionieri asiatici legati con corde che terminano con il fiore di papiro a rappresentare il Basso Egitto, mentre sul lato sud appaiono dei prigionieri africani legati con corde che terminano con fiori di loto a rappresentare l’Alto Egitto.
L’interno: Entrando nel tempio la prima sala molto grande è sostenuta da 8 colonne affiancate da statue osiriache alte ben 11 mt e da due statue del Faraone, in quella di destra ha in capo la doppia corona, in quella di sinistra la sola corona bianca dell’alto Egitto; le pareti sono molto ben istoriate, mentre nel soffitto ci sono disegni incompiuti che raffigurano la dea Mut.
Nelle pareti interne del tempio sono rappresentate, la grande battaglia di Qadesh avvenuta nel quinto anno del regno di Ramses II sostenuta dagli Egiziani contro gli Hittiti e dove l’esercito egiziano subì delle forti perdite, la storia racconta che fu ad un passo dal disastro militare, ma qui sulle pareti appare trionfante con i suoi uomini. Sempre la storia racconta che dopo il successo, o l’insuccesso militare, ebbe sicuramente successo la diplomazia che permise al faraone di sposare la figlia del Re Hittita Hattusili III Gli Hittiti erano una popolazione stanziata nell’altopiano centrale dell’odierna Anatolia ed alcune zone del nord della Siria, la loro capitale era la città di Hattusa.
La parete di sinistra a sud, rappresenta il Faraone con altre divinità, tra cui Toth il Dio con la testa di ibis. Colpisce in particolare la figura di Ramses II inginocchiato di fronte a Ra-Horakhty.
Sulle fasce inferiori delle pareti sono descritte scene di guerra che vedono il Faraone trionfante sui nemici fatti prigionieri.
Il soffitto della seconda sala è sostenuto da quattro colonne istoriate da rilievi che rappresentano il faraone con diverse divinità mentre le pareti della sala rappresentano scene di sacrifici. Nel Pronao, Ramses II è affiancato dalle Dee Anuqet, Satet, Hathor e Mut. Il Naos presenta al centro il supporto della barca solare e sul fondo le quattro statue: da sinistra Ptah Dio delle tenebre, di Menfi dell’arte e dell’artigianato, Ammon-Ra Dio del sole e padre degli Dei, Ramses II in forma divina e Ra-Horakhty il dio falco con il disco solare. Quando due volte l’anno, il 21 febbraio giorno della sua nascita ed il 21 ottobre giorno della sua incoronazione il sole penetrava nel sacrario, le statue venivano illuminate , la sola statua di Ptah rimaneva in ombra in quanto Dio delle tenebre. Questo fenomeno dopo lo spostamento avviene il 22 febbraio ed il 22 ottobre.
Ai lati del corpo centrale si aprono delle camere, erano magazzini che i sacerdoti usavano per le offerte.
All’uscita si vedono due cappelle dedicate ad Ammon-Ra ed a Ra-Horakhty.
Il tempio minore: Il tempio minore che si trova a lato del tempio maggiore a circa un centinaio di metri, è dedicato alla sposa prediletta di Ramses II, Nefertari, il cui nome significa “ la bella tra le belle “ ed alla Dea Hathor. Dea dell’amore, patrona della musica e della danza; il suo emblema è il sistro.
La facciata è larga 28 mt circa ed è alta circa 12 mt.
All’esterno vi sono quattro nicchie con quattro statue del faraone incoronato, che si alternano a due statue della Regina Nefertari, i figli sono raffigurati alle loro gambe. I figli maschi verso il lato del faraone, le figlie femmine verso il lato della regina.
L’interno del tempio è molto più semplice, la grande sala del Pronao è sostenuta da sei colonne raffiguranti la testa della Dea Hathor con forma umana e con orecchie di vacca, le iscrizioni raccontano fasi della vita del faraone e della regina e degli stessi con alcune divinità.
Le decorazioni delle pareti hanno conservato in parte i colori originali, Nefertari domina ogni rappresentazione con la sua figura snella e slanciata.
Nella parete nord Nefertari si trova al cospetto della Dea Hathor, in quella sud si trova al cospetto della Dea Anuqet, Dea della prima cateratta e con il Dio Khnun e Satet sua moglie e protettrice dell’isola Elefantina che si trova ad Aswan.
Dalla sala grande attraversato un piccolo vestibolo. Si entra nel Naos dove la Dea Hathor è raffigurata come di vacca su di una barca che attraversa i canneti. Qui Nefertari si identifica come la Dea Hathor.
Note su Ramses II: Ramses II è stato sicuramente uno dei più celebri e potenti Faraoni del Nuovo Regno, dovuto anche alla sua longevità, Ramses II è morto all’età di 97 anni, le sue statue colossali sono sparse un po’ in tutto l’Egitto. Durante il suo Regno l’Egitto conobbe un periodo di generale benessere.
Ramses II aveva 5 o 6 spose reali, tra cui la figlia del Re Hittita Hattusili III e Nefertari la sua prediletta, la sposa che sicuramente ha amato. Aveva poi altre 77 mogli secondarie ed in totale ha avuto ben 169 tra figli e figlie.
Luxor – al-Uqsur Luxor è l’antica città chiamata Tebe, le vestigia da vedere sono veramente innumerevoli ed è palpabile l’impronta dei diversi faraoni succedutosi..
Luxor sorge sulla riva orientale del Nilo, ed è la riva del vivi, la riva della vita; la riva occidentale è la riva dei morti la riva dei sepolcreti, dove la dea Mut mangiava il disco solare per poi partorirlo dopo 12 ore e far così ricominciare il ciclo del giorno.
Note: Gli artigiani che si occupavano di decorare le tombe ed i templi, appartenevano a quattro categorie di artisti.
Il primo disegnava con il colore rosso le immagini sulle pareti, il secondo ritoccava ed eventualmente correggeva i disegni fatti dal primo artista, il terzo incideva con lo scalpello i disegni e le figure ed il quarto le dipingeva con i colori.
Tempio di Luxor: Si trova al centro della città di Luxor più piccolo di quello di Karnak, verso le cinque della sera viene illuminato con i fari e viene così a crearsi un’atmosfera veramente suggestiva.
Una caratteristica saliente, dall’ingresso e via via, gli ambienti si susseguono sempre più piccoli fino a raggiungere il sacrario.
Il tempio fu iniziato nel XIII secolo a.C.Durante il Medio Regno da Amenofi III ed ha raggiunto il massimo splendore con Ramses II. Era collegato al complesso del tempio di Karnak tramite il Viale delle Sfingi di circa tre chilometri e mezzo, nel quale durante la festa dell’inondazione si compivano processioni.
Durante il periodo della dominazione araba nel XIV secolo d.C. Venne edificata , sovrastante il cortile delle colonne allora non ancora riportato alla luce, la moschea di Abu el Haggag.
L’ingresso del Tempio di Luxor, pur mancante di molti particolari ( il più significativo, uno degli obelischi che oggi troneggia in Place de la Concorde a Parigi è il gemello di quello rimasto all’ingresso del tempio di Luxor ) è imponente, con le statue di Ramses seduto alte circa 14 mt.
Veramente interessante è il colonnato di Amenhotep III il quale ha alle spalle il muro con decorazioni che rappresentano il passaggio fra il culto del faraone eretico Akhenaton e l’ortodossia tebana, molto significativi sono gli affreschi del tempio di Ammon –Ra ed il Primo Pilone che segna il punto d’ingresso nel tempio Tempio di karnak: E’ uno spettacolare complesso di templi, cappelle, piloni, statue ed obelischi, innalzati a celebrazione dei vari faraoni succedutosi ed alle varie divinità.
Il tempio di Karnak si trova sulla sponda orientale del Nilo a circa 3 chilometri da Luxor.
Oltre al tempio principale a Karnak sorge uno spettacolare complesso di templi dedicati alle tre divinità di Tebe, Ammon –Ra dio del sole e padre degli Dei, nel complesso monumentale di Karnak; si trovano il tempio di Mut la moglie e Konshu o Montu il loro figlio dio della luna, dio dal corpo umano e la testa di falco.
Il complesso templare non è tutto visitabile: non sono visitabili il tempio di Montu ed il tempio di Amenhotep smantellato e chiuso al pubblico, sono visitabili il complesso principale il tempio di Amon e il tempio di Mut.
Il nucleo originale, cui oggi è quasi impossibile individuarne le tracce, è dovuto al re Sesostris I della XII Dinastia ed era costituito da tre piccole cappelle. Nel tempo e fino alla XXX Dinastia, in un arco di 1600 anni, ogni faraone ha apportato delle modifiche, pertanto il complesso è un sovrapporsi di ampliamenti e modifiche.
Il tempio di Mut è collegato al tempio del marito Amon, da un “ dromos “ un viale di sfingi criocefale, vale a dire con corpo di leone e testa di ariete.
In ognuno dei complessi si trova un lago che veniva usato per i sacri lavacri.
Vicino al lago sacro di Amon troneggia la statua di Khepri, lo scarabeo sacro rappresentante il sole che sorge, la leggenda vuole che si esaudiscano i desideri di chi compie 3 giri intorno in senso antiorario.
A destra del grande cortile d’ingresso sorge il tempio-deposito di Ramses III dove venivano custodite le barche sacre del Dio Amon, al medesimo scopo erano usate le tre sale del tempio di Sethy II a sinistra del cortile. Una delle opere più significative di Karnak è la sala ipostila dove si ergono 134 colonne con capitello a forma di papiro e di loto, decorate con bassorilievi e geroglifici, costruita dal Faraone Sethi I e dal figlio RamsesII, altrettanto belli i due obelischi dedicati alla Regina Hatshepsut e le colossali statue di Ramses II collocate all’ingresso del secondo pilone.
Riva dei Morti In questa parte di Luxor, la riva occidentale, si trovano, la Valle dei Re, la Valle delle Regine, il Tempio al-Deir-al-Bahari o tempio della Regina Faraone Hatshepsut, il Ramesseo, le tombe dei Nobili, Medinet Habu, Deir al-Medinah i colossi di Memnone ed altri minori.
La necropoli “ Valle dei Re “ era destinata esclusivamente alle tombe dei Faraoni, vi si trovano finora scoperte 62 tombe. Nel biglietto d’ingresso sono comprese la visita di 3 tombe, io ero a conoscenza che per visitare la tomba di Tutankhamon, occorre pagare un biglietto a parte, ma non ero assolutamente a conoscenza che anche per altre tombe occorresse un biglietto a parte, nulla che lo indicasse alla biglietteria, non contesto il fatto che per visitare le tombe più belle occorra un biglietto extra, contesto il fatto il fatto di non esserne stato portato a conoscenza nel luogo più idoneo, la biglietteria.
In sostanza abbiamo cercato di visitare la tomba n° 9 di Ramses VI, aperta ma occorreva il biglietto supplementare, la tomba n° 16 di Ramses I , stessa solfa, non avevo assolutamente voglia di tornare indietro per fare i biglietti, quindi ci siamo adattati a visitare la tomba di n° 34 di Thutmosi III, si raggiunge con una ripida scaletta che attraversa una spaccatura, ma non l’ho trovata ne bella ne interessante forse perché ero arrabbiato della disinformazione, di conseguenza visto che le migliori non si sarebbero potute visitare, ci siamo incamminati per il rientro, nel percorso di ritorno ne abbiamo visitata un’altra che non ricordo nemmeno di chi fosse, era comunque più bella. Lasciamo la Valle molto perplessi, e dopo tutto quel che avevo letto abbastanza delusi. La visita successiva è al sito di Deir-al-Bahari, il Tempio della Regina Faraone Hatshepsut, qui abbastanza spettacolare la visione esterna, forse migliore da lontano che da vicino. La costruzione si presenta all’occhio del visitatore incastonata in una parete rocciosa e una serie di scalinate conduce ai tre livelli del tempio, dove al culmine si trova il sacrario. Anche qui, sorpresa, inibita la possibilità di visitare l’interno, che a detta di chi ha visitato il sito negli anni precedenti è la parte decisamente più bella. Il complesso fu costruito dal famoso architetto Senmut, che molto probabilmente era anche l’amante delle regina, e la sua tomba è stata trovata appena fuori dal complesso templare.
La regina Hatshepsut , l’unico faraone donna nella storia egiziana, era la primogenita del faraone Thutmosis I e sposa del fratellastro Thutmosis II, tutrice del nipote e fratellastro Thumosis III.
Sfidando la tradizione si installò sul trono d’Egitto, fu l’unica donna che sia stata raffigurata con abiti maschili, investita di accessori maschili, compresa la barba finta prerogativa dei faraoni, ma dopo la sua morte Thutmosis III cercò con ogni mezzo di cancellarne la memoria, i suoi monumenti abbattuti le sue figure cancellate o sostituite con la sua immagine.
Il Ramesseo, tempio funerario, monumentale del faraone Ramses II, imponente ma molto degradato.
Le tombe dei Nobili, forse le più interessanti di tutto il complesso occidentale, descrivono meglio la vita di allora. Chi erano i nobili ? I nobili erano gli architetti, coloro che costruivano i templi, i palazzi, le tombe, erano i sacerdoti personaggi influentissimi e potenti nella civiltà egizia; erano gli scribi importanti quasi quanto i sacerdoti. Gli scribi erano figli di famiglie agiate in quanto le uniche a poter permettersi di mandare i proprii figli ad imparare a leggere e scrivere; essi dovevano imparare la scrittura dei geroglifici, la scrittura accadica che era un adattamento della scrittura cuneiforme sumerica, ed era la lingua e scrittura usata dalla burocrazia e dalla diplomazia dei popoli di allora, ed inoltre la scrittura ieratica sacerdotale o più tardi il Demotico derivante da una semplificazione dello ieratico, che era la scrittura usata nei documenti ordinari, ed in epoche successive il greco, vedi la Stele di Rosetta incisa nelle 3 lingue Geroglifico Demotico e Greco, erano quindi persone acculturate, ricche in quanto ben pagati e molto importanti. La tomba di Khaemhet un ispettore reale dei granai e scriba di corte sotto Amenhotep III, la tomba è molto buia e quindi i custodi della tomba si sono ingegnosamente organizzati ad illuminarla con un sapiente gioco di specchi. La tomba di Userhet, uno scriba reale di Amenhotep II, le pareti sono istoriate da bellissime figure, da ricordare la scena di un barbiere che taglia i capelli. La tomba di Ramose, governatore di Tebe ( Luxor ) durante il regno di Amenhotep III e di Akhenaton l’eretico, le pareti sono istoriate da bellissimi bassorilievi e pitture che raffigurano il culto classico ed il culto eretico di Aton.
I colossi Mennone scolpiti in un unico blocco di quarzite, si trovano lungo la strada per raggiungere la Valle dei Re. Il faraone Amenofi III fece scolpire la sua immagine seduto nella tradizionale posizione di comando. Le statue hanno un’altezza di circa 20 metri ed erano poste all’ingresso del suo tempio funerario, sono però veramente molto degradate dal tempo.
Un violento terremoto del 27 a.C. Provocò una profonda spaccatura su una delle statue.
A causa di ciò, all’alba in particolare quando i primi raggi del sole colpivano e riscaldavano la statua, emettevano un suono particolare, come un lamento, ed in ricordo dell’eroe troiano Memnon che ogni mattino la madre piangeva, i colossi presero quel nome.
Il fenomeno è cessato da quando l’imperatore Settimio Severo, forse per ingraziarsi gli dei egiziani, restaurò la statua e da allora il lamento non è più udibile.
Piccola Petra.
Chiamata da loro Beda, è a 8 Km a nord partendo dal viale nella piana di Petra, preciso questo in quanto se si parte dagli alberghi situati in Petra, che è tutta costruita sul fianco di una montagna il tragitto è più lungo e il costo del taxi maggiore.
Prima di arrivare sulla sinistra c’è il villaggio di Beda, costruito dal governo per permette alla popolazione di abbandonare le abitazioni ricavate negli anfratti del sito.
Anche Piccola Petra si raggiunge passando per un piccolo Siq scavato dai Nabatei, Siq-el-Barid un passaggio largo poco più di due metri che seguendo la corrente fredda che spira da est verso ovest, assicurava così una temperatura fresca durante tutta la stagione calda a tutto il villaggio.
Le abitazioni sono scavate nell’arenaria, che a differenza di Petra che sono crollate, queste hanno resistito ai vari terremoti, anche perché come detto queste scavate al contrario di Petra, le abitazioni non le tombe, costruite con blocchi di pietra. Le tombe sono molto simili a quelle di Petra.
Dappertutto si notano ripide scale che portano verso cisterne su in alto, i Nabatei avevano ideato un ardito sistema di canalizzazione, sfruttando cavità naturali e scavando piccoli canali nella roccia che portavano ai pozzi di raccolta.
Petra ( la roccia ) per i Greci, Umm el Biyara per gli arabi.
Finalmente è giunto il momento di entrare, vedere con gli occhi quello che mille volte ne avevo letto la descrizione.
Sulle montagne che circondano Petra, sulla cima più alta, il monte Hor o jebel Haroun , si nota un punto bianco che segnala il cenotafio ( tomba ) di Aronne il fratello di Mosè.
Petra sorge su di un’area di circa 9 Kmq. Su di un altopiano a 900 mt.S.L.M. Circondata da montagne di arenaria che si elevano con pareti di 300 mt.
Fu abitata da prima dagli Edomiti, popolazione nemica degli Israeliti e originaria di Aqaba, cacciati poi nel 500 a.C. Dai Nabatei, beduini nomadi originari della penisola Arabica, che qui eressero la loro capitale.
Essa si trovava allora all’incrocio delle vie commerciali, le antiche vie dell’incenso e delle spezie.
grazie alla sua posizione strategica, gli abitanti di Petra poterono arricchirsi facendo pagare forti dazi per il passaggio delle carovane e fornendo loro gli approvvigionamenti necessari per il prosieguo del viaggio.
Nel 63 a.C. I Romani tentarono di impadronirsi di Petra , ma furono respinti, la città cedette soltanto nel 106 d.C. E soltanto perché entrò di sua volontà a far parte della provincia romana d’Arabia.
Per oltre un secolo la popolazione locale coesistette con la popolazione romana, successivamente fu assorbita dall’impero Bizantino e quindi dai mussulmani, salvo un breve periodo di assoggettamento da parte dei crociati, di cui rimangono fortificazioni di guardia su due cime.
Il destino di Petra fu segnato dal sopravanzare della nuova via che passava dalle città di Gerasa (Jeras) e Palmira.
Petra scompare dalle cronache della storia fino al 1812 quando Johann Ludwing Burckhardt, viaggiatore Svizzero, inviato in Siria per esplorare la regione, dall’Africa Association di Londra, sentì parlare di questa città perduta.
Burckhardt sapeva parlare arabo e con il nome di Sheik Ibrahim ibn Abdullah travestito da commerciante arabo, raccontò ai beduini di aver fatto voto ad Allah di sacrificare una capra presso la tomba del Profeta Aronne in cima al Jebel Haroun; con questo stratagemma riuscì a farsi accompagnare attraverso Petra alla cima della montagna.
Nel 1816 quando si trovava al Cairo fu colpito da gravi malattie che lo portarono alla morte, ma ciononostante riuscì a scrivere un voluminoso e copioso diario che venne pubblicato per la parte riguardante Petra nel 1822, suscitando grande clamore.
Oggi Petra è patrimonio Mondiale dell’Umanità, salvaguardato dall’UNESCO e fa parte delle 7 meraviglie del mondo moderno votate in internet.
Dalla biglietteria al cancello d’ingresso si percorre il sentiero, che è poi il letto asciutto del Wadi Musa, affiancati a destra dai Cubi Djinn, che sono monoliti a torre, forse simulacri protettori. Giunti a Bab As-Siq a sinistra si entra nel Siq, la fenditura lunga circa 1200 mt. E larga da circa una decina a poco meno di 2 mt. Corrono paralleli al Siq, due canalizzazioni per l’acqua, si cammina fino a quando le pareti si aprono e come una visione appare Il Tesoro che illuminato dalla luce mattutina lascia senza fiato, dire che è splendido è veramente poco.
Al Khazneh il Tesoro, la tomba in stile Greco classico scavata dai Nabatei nel 1° secolo d.C., ogni dettaglio è curato nei minimi particolari, colonne, capitelli corinzi, fregi e statue delle divinità.
Misure, base mt. 28 x altezza mt. 40 al culmine del tempietto cilindrico ( tholos ) sormontato da un’urna, da cui deriva l’appellativo di Tesoro.
I beduini pensando contenesse veramente un tesoro, ne hanno fatto un bersaglio con i fucili, sperando di entrarne in possesso.
Si può salire sul vestibolo ( mt. 14 x mt. 6 ),da lì una piccola scalinata porta all’ingresso della sala centrale, un vano cubico di 12 metri.
Dal Tesoro parte una strada, la via delle Facciate, dove si susseguono varie tombe scavate, alcune più o meno imponenti e raffinate, ma poco oltre la strada si allarga e appare sulla sinistra il Teatro intagliato nella roccia viva, enorme poteva contenere 3000 spettatori seduti, ampliato in un secondo tempo a 7000 posti, oltre ancora sulla destra raggiungibili con una ripida scalinata le Tombe Reali, così denominate anche se manca la certezza che fossero proprio tombe, la Tomba della Seta, la Tomba dell’Urna, la Tomba Corinzia, la enorme Tomba del Palazzo, la Tomba di Sextius Florentinus, la Tomba del Legato ed altre, le incurie del tempo le ha molto degradate, ma la policromia della pietra le rende ancora splendide.
Proseguendo si imbocca quindi la via Colonnata, è un’ampia strada lastricata di circa trecento metri, dov’erano collocati i mercati e sulla destra una serie di grandiosi edifici, distrutti però dai terremoti, il Tempio dei Leoni Alati ed il Palazzo Reale.
La parte bassa del sito ospita la città vera e propria, è riconoscibile l’impronta Romana, il cardo centrale costeggiato dai colonnati, i templi, il ninfeo, le terme.
La più parte delle costruzioni sono state distrutte dal terremoto.
Proseguendo sulla via Colonnata si arriva ad un arco con tre aperture denominato Porta di Temenos che si trova ai piedi delle montagne che circondano Petra e da dove sulla destra a fianco dei ristoranti parte il sentiero che conduce al Monastero, il Deir – Ad-Dayr.
Il percorso inizialmente una pista sabbiosa presto diventa una sorta di scalinata, dicono siano 842 gradini, per un dislivello di 350 mt. Si percorre in circa 50/60 minuti, fermandosi spesso a rimirare il paesaggio sottostante, e a spaziare lo sguardo sulle pareti circostanti dove si aprono altre tombe, costruzioni e si può rimirare la policromia e le sculture provocate dal vento nelle pareti circostanti.
Non è una scalinata continua, molti tratti sono di ampio respiro e molti gradini sono appena accennati, se si ha un minimo di allenamento si fa abbastanza agevolmente, tenendo presente che noi siamo entrati alle sette e abbiamo raggiunto l’attacco al sentiero circa le 9,30/10,00, la temperatura era comunque ancora ottima.
Finalmente dopo un’ultima serie di tornanti, si arriva in un grande spiazzo e appare in uno slargo il Deir, il Monastero, non si vede da sotto in quanto è in posizione arretrata rispetto la parete della montagna. La mia metà si è fatta fotografare con le due mani a V di vittoria e comunque, dopo abbiamo proseguito fino al punto panoramico, il belvedere dove ci è stato offerto un te alla menta, sarà stata l’altezza ma lo abbiamo trovato ottimo e meritevole di una lauta mancia.
A tutta prima il Monastero sembra una copia del Tesoro, ma non lo è in quanto il Tesoro si sviluppa in altezza, mentre il Monastero in larghezza, base mt. 49 x altezza mt. 39. Il Deir o Monastero pare fosse un Mausoleo dedicato ad un Re di Petra, Oboda I, che regnò dal 96 all’86 a.C.
Dal belvedere dove sventola una bandiera Giordana guardando sulla sinistra, si vede distintamente sulla cima di fronte il Jebel Haroun quella che dal basso era solo un puntino, la tomba di Aronne.
Per il ritorno si può ripercorrere la stessa strada in cui si è saliti oppure muniti di una carta, scendere dall’altura del Sacrificio.
Appena arrivati avevo notato nello spiazzo di fronte al Monastero, dove c’è un ristorante e un chiosco per la vendita di souvenir, che veniva lavato il pavimento con grande abbondanza di acqua e mi ero chiesto da dove venisse. Tornando dal belvedere prima di giungere nel piazzale ho notato un tubo di plastica nera che si inoltrava sulla montagna a fianco del Monastero, l’ho seguito ed ho scoperto che vengono utilizzate le originali vasche di raccolta dell’acqua piovana scavate e usate dai Nabatei.
Mar Morto – Dead Sea – al Bahar Lot ( mare di Lot ) E’ la depressione più profonda della terra , 395 mt. Sotto il livello del mare e la profondità delle sue acque è di – 800mt., ha un’estensione di circa 1000 chilometri quadrati, è lungo 65 Km e largo 16 ( 6 nel punto più stretto) il caldo e la bassa pressione si fanno veramente sentire, la temperatura può arrivare in estate anche a 60°C.
Qui sorgevano Sodoma e Gomorra.
La concentrazione salina è altissima e non permette la vita ad alcuna specie animale. L’alta densità dell’acqua impedisce di affondare, nuotare è quasi impossibile, ho provato e l’unica maniera per muoversi è tenendosi seduti, remare con le mani e andare all’indietro. Classica è la fotografia del signore seduto in acqua che legge il giornale, con qualcuno che aiuta si può tranquillamente fare.
Occorre altresì fare attenzione a che non vadano delle gocce negli occhi in quanto anche se non succederebbe nulla dal lato fisiologico, bruciano parecchio.
E’ bene anche che, chi ha la pelle delicata, non rimanga molto in acqua data concentrazione del sale che potrebbe ustionare la pelle.
L’alta salinità dell’acqua fa si che anche dopo aver fatto la doccia la pelle rimanga unta e appiccicosa, si devono fare più docce per pulirsi. Questo è quanto avevo letto, io ho fatto una sola doccia, non avevo asciugamano per asciugarmi ma in una decina di minuti al sole mi sono asciugato, sono andato a rivestirmi e non ho provato alcuna sensazione di unto successiva.
Sul fondale della riva si trovano dei fanghi molto tonificanti per la pelle, occorre cospargersene il corpo, quindi lasciare asciugare per 45 minuti, dopo di che lavarsi con acqua dolce. Anche questo è quanto letto, in quanto ho provato a passarmelo sulle gambe ma subito dopo sono entrato in acqua e questo si è immediatamente lavato.
Sulle sue rive sorgono molti stabilimenti termali che sfruttano le qualità terapeutiche delle acque e dei fanghi, noi ci siamo serviti dello Amman Beach, tenendo presente che le entrate sono due , nella prima l’ingresso costa 20 JD a testa c’è la piscina e varie altre cose, la seconda entrata l’ingresso costa 7 JD a testa, non dispone della piscina ci sono solo gli spogliatoi con gli armadietti e le docce, ma per chi non intende passare l’intera giornata è più che sufficiente.
Le rive del Mar Morto, sono molto scoscese e volendo avvicinarsi alle sue rive, senza passare dagli stabilimenti balneari, può rivelarsi abbastanza difficile.
Madaba Il Governatorato di Madaba e una parte di Amman, facevano parte della Tribù dei Rubeniti.
I Rubeniti erano una delle dodici Tribù di Israele, il cui capostipite fu Ruben il primogenito dei 12 figli di Giacobbe.
Sorge a circa 12 Km. Da Amman, in essa vive una consistente comunità di cristiani greco-ortodossi che fa capo alla chiesa di San Giorgio, il cui pavimento era costituito dal mosaico riproducente la mappa geografica della Terra Santa, risalente al 560 d.C. Durante l’iconoclastia mussulmana, il pavimento doveva essere rimosso, se ne è salvata una parte grazie ai Monaci che coprirono il pavimento originale e ne costruirono un altro soprastante. In origine misurava mt. 15,7 x 5,6 ed era formato da 5 milioni di tessere, la parte che si è salvata è relativa ai dintorni del Mar Morto, si riconoscono il fiume Giordano con i pesci che risalgono la corrente per sfuggire alla salinità del Mar Morto, Gerusalemme, Neapolis ( l’odierna Nablus ) Gerico, Karak, Gaza.
Poco prima di entrare nella chiesa, sulla parete del museo adiacente si può ammirare la riproduzione del mosaico che si trova all’interno.
Nelle viuzze del centro si aprono centinaia di caratteristiche botteghe, una attaccata all’altra ed il bello di questa Nazione, di questa gente è che non si è assaliti come in Egitto, si può tranquillamente camminare, osservare, chiedere, la cortesia e la sicurezza traspare in ogni luogo.
Nelle vicinanze di Madaba, su una delle strade che conducono al Mar Morto, esiste un complesso termale Hammamat Ma’in, è un acqua ricca di minerali che sgorga circa 60 °C. La piscina del complesso dove sgorga l’acqua è frequentata da famiglie intere, anche qui donne e uomini si bagnano completamente vestiti.
Amman – l’antica Philadelphia Antica capitale del regno degli Ammaniti Sorse intorno a sette colli come Roma, mentre l’espansione odierna ne conta circa una ventina.
Le case sono basse al massimo di 3 o 4 piani e tutte bianche, anche se ora nel panorama della città spicca qualche grattacielo, in particolare due gemelli in costruzione dove mi è stato detto aprirà un grande albergo.
Il traffico è caotico, innumerevoli sono i taxi costano poco e per brevi tratti non occorre neanche chiedere, è sufficiente a fine corsa porgere 1 o due JD Il cuore di Amman è Down Town.
Nel cuore di Down Town si può ammirare il Teatro Romano, molto ben conservato dove ancora oggi si svolgono rappresentazioni teatrali e manifestazioni pubbliche. Dal Teatro volgendo lo sguardo a sud si possono vedere in alto le mura della Cittadella ( Amman Citadel ).
Nella Cittadella ha sede il Museo Archeologico con reperti di grande importanza storica ( i famosi e preziosissimi rotoli di Qumran, di recente scoperta e una statua considerata la più antica del mondo, datata 6500 anni prima di Cristo, ed ancora reperti che risalgono dal neolitico, all’età del ferro, al periodo Nabateo fino alle più recenti civiltà elleniche, romane, bizantine e arabe.
Monte Nebo Si narra che su questo monte ( 710 mt ) si trovino le spoglie di Mosè. Come narra la Bibbia Mosè dalla sommità di questa montagna vide la terra promessa, la terra che non potè mai raggiungere, in quanto negata a Lui ed alla sua generazione. “ dalle steppe di Moab, Mosè salì sul Monte Nebo e Dio gli mostrò tutta la terra: tutto Neftali, tutta la terra di Giuda sino al Mare Occidentale, il Negheb, la valle di Gerico. Dio gli disse; questa è la terra che ho giurato ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe. Te l’ho fatta vedere coi tuoi occhi, ma tu non vi entrerai “. Proprio su questa montagna ebbe fine la sua esistenza terrena ma la sua tomba non fu mai trovata.
Sullo spiazzo che domina la valle spicca il bastone di Mosè, avvolto dalle spire del cobra.
E’ il bastone con il quale Mosè salvò il suo popolo dall’invasione dei serpenti velenosi, punizione inviata da Dio in quanto gli israeliti continuavano a ribellarsi contro Mosè ed il Signore. Quel bastone fu costruito da Mosè secondo le indicazioni che il Signore gli diede,dopo che il suo popolo pentito chiese clemenza, allora quiunque morso da un serpente, volgendosi verso il bastone lo guardava rimaneva in vita.
Betania – Baptism Site Lungo la strada che porta al King Abdullah Bridge, uno dei transiti sul confine con Israele, un cartello segnala Baptism Site, il punto dove viveva Giovanni il Battista al tempo in cui predicava e battezzava le genti, il punto in cui dove Gesù fu battezzato nel fiume Giordano.
Il luogo è carico di una suggestiva atmosfera. Vi è costruita una chiesa con a lato un campanile ed all’interno è custodito un quadro dorato di Madonna con bambino di rara bellezza. Recentemente sono stati trovati reperti che confermano come il sito sia stato costantemente venerato dai fedeli.
Gerusalemme – Jerusalem Gerusalemme è una città di circa 650.000 abitanti, collocata a circa 700 mt di altitudine, la città antica ancora oggi circondata da mura è posta su quattro colline. Fondata intorno al secondo millennio a C. Occupata prima dagli ebrei nel 1400 a C., successivamente da Alessandro Magno, dai Romani, dagli Arabi 638, dai Turchi 1516 ed infine durante la prima guerra mondiale dagli Inglesi.
Nel 1948 venne fondato lo Stato di Israele e la città suddivisa in due zone, una araba annessa alla Giordania e l’altra israeliana. Nel 1980 Israele a occupato la parte araba e riunito la città, dichiarando Gerusalemme indivisibile.
La città vecchia di Gerusalemme è suddivisa in quattro quartieri: israelita, cristiano, mussulmano e armeno.
L’origine del Quartiere Armeno è datato tra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento, dovuto alla diaspora armena sotto la spinta dei Turchi e quindi ad un notevole flusso migratorio armeno verso la Città Santa.
I quartieri sono divisi da strutture viarie dell’antica Roma, dal cardo maximus romano Nord / Sud e dal decumanus Est / Ovest, ove il quarto Nord / Ovest è la parte Cristiana, il quarto Nord / Est la parte Mussulmana, il quarto Sud / Ovest la parte Armena e il quarto Sud / Est la parte Ebraica La parte più antica della città conserva grotte funerarie, mura, colonne e portici risalenti al periodo greco – romano Gerusalemme, la città che custodisce le tre “ pietre “simboli delle tre grandi religioni monoteiste.
Per gli Ebrei, il Muro Occidentale, detto il Muro del Pianto in quanto ultimo reperto del Tempio rimasto dopo la distruzione ad opera dei dai Romani.
Per i Cristiani, la pietra del Santo Sepolcro, ove fu piantata la Croce di Gesù.
Per i Mussulmani la Roccia di Maometto, da dove Maometto s’involò in cielo.
La porta dei Leoni o porta di Santo Stefano immette nel quartiere mussulmano, da dove parte la Via Dolorosa, la strada che Gesù percorse portando la croce dal Pretorio di Pilato fino al monte Calvario.
All’inizio si trova la Chiesa di S.Anna, sorta sul luogo dove si ritiene fosse ubicata la casa dei genitori di Maria. È custodita dai Padri Bianchi francesi ed è definita la più bella Chiesa crociata del medio Oriente.
A sinistra della Chiesa si trovano i resti della Piscina Probativa, dove Gesù operò il miracolo della guarigione del paralitico.
Dalla scuola coranica all’inizio della Via Dolorosa, parte la Via Crucis verso le successive Stazioni fino al Santo Sepolcro. La prima Stazione è al Pretorio di Pilato, la seconda è al Convento della Flagellazione, dove Gesù venne fustigato, sul lato opposto si trova la Cappella della Condanna dove avvenne il processo, si passa poi sotto l’arco dell’Ecce Homo.
La strada è affiancata da case in pietra e botteghe di venditori arabi. Proseguendo si raggiunge il quartiere cristiano, si attraversa il Monastero Copto-Etiope, posto sui tetti, infine si raggiunge il Santo Sepolcro le cui ultime quattro Stazioni si trovano all’interno della Basilica. Che si trova nei pressi del Calvario, è il luogo dove fu sepolto Gesù. È il luogo più Sacro di tutta la Cristianità.
La Chiesa del Santo Sepolcro è divisa in varie zone, Cattolica, Greco-Ortodossa, Armena, Siriana e Copta.
Dato che fra queste congregazioni esiste rivalità e la comunicazione fra di loro è difficile, le chiavi della Basilica sono tenute da una famiglia mussulmana che ogni mattina va ad aprire e la sera va a chiudere.
Appena entrati sulla destra si trova una ripida scala che porta sulla sommità del Calvario, sulla destra la Cappella dei Cattolici-Latini ricorda la crocifissione di Gesù, mentre quella di sinistra dei Greci-Ortodossi è costruita sulla roccia dove venne innalzata la Croce, sotto l’altare è la spaccatura nella pietra ove essa venne inserita. Nei sotterranei della Chiesa vi è la Cappella di Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino è la Cappella ove vennero ritrovate le tre Croci tra cui una quella di Gesù. Si dice che Sant’Elena la riconobbe in quanto quella che al suo contatto dette la guarigione ad un morente. La porta di Sion da qui si raggiunge la Chiesa di San Pietro in Gallicantu, a est del Monte Sion che ricorda il tradimento di Pietro e la profezia di Gesù. Nel giardino della Chiesa dove gli scavi hanno portato alla luce abitazioni del tempo di Gesù e la scala di pietra che probabilmente Gesù percorse la sera del Giovedì Santo. Nella cripta alcune grotte dove si dice Gesù trascorse la notte prima di essere condotto da Pilato..
La Dung Gate – la porta degli Escrementi che immette nella città vecchia nel Quartiere Ebraico per accedere al luogo più Sacro per gli Ebrei, il Muro Occidentale o Muro del Pianto che altro non è se non uno dei lati della Spianata del Tempio. Nel piazzale antistante si può entrare insieme uomini e donne, dopo di che per avvicinarsi al muro, gli uomini e le donne entrano separatamente, gli uomini a capo coperto in segno di rispetto a Dio e si lascia il luogo, sempre per rispetto a Dio camminando all’indietro mai voltando le spalle.
Dalla stessa porta si accede alla Spianata del Tempio ( Haram es-Sharif ), giusto per la buona ripartizione, il passaggio riservato all’entrata ed uscita dal Muro del Pianto è di 7 o 8 mt, il passaggio verso la spianata è di un metro e mezzo, dove ci si accalca in fila attendendo l’ora di apertura. Si percorre il “ponte, una struttura il legno ed acciaio “ che sovrasta il Muro del Pianto e attraverso la Porta del Moro ( Mugrabi ) si accede alla Spianata, terzo luogo Sacro dell’Islam dopo La Mecca e Medina. Nella Spianata si erge la Moschea Al-Aqsa ed il Monte Moria dove sorge la Cupola della Roccia, la cui cupola dorata si distingue nel panorama di Gerusalemme.
A est della Cupola si trova la Porta d’Oro, murata, essa è originaria della città di Erode, per gli ebrei secondo la tradizione vi entrerà il Messia, mentre secondo i Cristiani vi entrò Gesù la Domenica delle Palme e secondo la tradizione islamica qui avverrà il Giudizio Finale.
La Spianata del Tempio è aperta dalle 7,30 alle 10,00 e dalle 13,30 alle 14,30, da domenica a giovedì, rimane chiusa ai non mussulmani il venerdì ed il sabato. L’entrata è gratuita, non si possono però visitare gli interni della Moschea e della cupola della Roccia.
Quartiere Ebraico o Magrebino, si accede dalla Porta di Dung, oppure percorrendo a piedi partendo dalla Porta di Damasco tutto cardo Maximus Romano che divide il quartiere mussulmano dal quartiere cristiano.
Si ha un’ottima visione ravvicinata del Quartiere Mussulmano, dal tetto dell’Ospizio Austriaco.
Il Monte degli Ulivi si trova a est della Città Vecchia, oltre la Valle di Cedron, dalla Città Vecchia per raggiungerlo partendo dalla Porta di Damasco, con una camminata di 30 minuti, si attraversa tutto il quartiere mussulmano, serve una piantina perché arrivati alla moschea Rossa si deve voltare a sinistra, percorrere la via Dolorosa e raggiungere la porta di Santo Stefano o porta dei Leoni, quindi attraversare il Cimitero mussulmano ed imboccare poi la salita verso il Monte. In alternativa si può prendere l’autobus bianco-blu n° 75 delle linee palestinesi. Lungo la strada vi si trovano la Cappella dell’Ascensione, una piccola Moschea a forma ottagonale dove secondo la tradizione, Gesù salì al cielo quaranta giorni dopo la resurrezione, all’interno si trova la pietra con l’impronta del piede di Cristo. Su un versante del Monte si trova la Chiesa del Pater Noster costruita sopra la grotta ove si dice luogo dove Gesù abbia insegnato agli Apostoli appunto la preghiera del Padre Nostro.
Le mura del chiostro retto dalle Carmelitane sono coperte dalle scritte del Padre Nostro nelle lingue più conosciute.
Scendendo si incontra la Cappella della Dominus Flevit, luogo in cui Gesù pianse per il futuro di Gerusalemme. Oltre ancora verso i Getsemani, dove Gesù fu tradito da Giuda.
Getsemani in ebraico significa frantoio ed infatti scavi archeologici hanno dimostrato che la grotta serviva da frantoio. A poca distanza si trova il Giardino degli Ulivi o dei Getsemani, per i Cristiani l’orto dove Gesù si ritirava a pregare con i discepoli. In questo giardino si trovano ulivi ultracentenari alcuni di oltre 2000 anni e quindi piante che già c’erano all’epoca di Gesù.
A lato del giardino si trova la Basilica dell’Agonia o Chiesa di tutte le Nazioni in quanto alla sua costruzione hanno contribuito tutte le Nazioni Cristiane, è il luogo in cui Gesù trascorse la notte prima di venire arrestato.
Betlemme Il cui nome significa casa del pane, al di sotto della Basilica si trova il luogo della Mangiatoia è il luogo esatto dove venne alla luce Gesù ed è segnato con una stella a 14 punte.
Si dice che accendendo una candela si avrà la luce eterna.
L’intera Basilica e il luogo della natività, eccetto una piccola parte degli Armeni, è di proprietà del Greci-Ortodossi, infatti l’interno ricopia lo stile delle chiese ortodosse, i cattolici qui rappresentati dai frati Francescani hanno la proprietà di una parte della grotta della Mangiatoia.
Alla Grotta della Natività si accede mediante una scala sul lato destro dell’abside centrale, mentre si esce dalla scala sul lato sinistro. L’ingresso principale che introduce alla Basilica è la Porta dell’Umiltà, così chiamata in quanto ridotta in altezza nel periodo di dominazione ottomana, per impedire l’ingresso all’interno dei cavalieri a cavallo; oggi quindi i visitatori sono costretti per entrare a piegarsi.
Accanto le grotte c’è la chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, eretta e tuttora custodita dai frati Francescani, la Chiesa è parrocchia per i cattolici di Betlemme.
A Betlemme oltre a Gesù è nato anche Davide, è infatti citata nella Bibbia col nome di Città di Davide.
La Tomba di David Si può visitare, ma al suo interno, occorre rispettare la divisione tra i sessi, le due zone sono divise da tendaggi che impediscono di vedere l’una dall’altra parte.
Le mura di Gerusalemme Fatte costruire da Solimano il Magnifico nel 1538, circondano per intero tutta la Città Vecchia e si possono percorrere quasi interamente, tranne per il tratto che passa dietro il Dome of the Rock. La passeggiata sulle mura permette di avere una visione panoramica ravvicinata di Gerusalemme.
Partendo dalla Porta di Dung, incamminarsi lungo la parte interna delle mura, da qui si potrà percorrerle per un tratto senza pagare il biglietto. Se invece si vuole percorrere per intero il percorso, occorre partire dalla Porta di Jaffa e pagare l’ingresso.
Forse sono stato prolisso ma il viaggio è stato lungo, le vicissitudini parecchie e spero che sia le mie dritte, sia le mie disavventure servano a chi vorrà ripercorrere questo viaggio. A tal proposito sono disponibile per ulteriori informazioni a richiesta.
Angelo angelo.Dentis@tele2.It