Viaggio nella società cubana: si sa ma non si dice

Viaggio nella società cubana Questo mio racconto, è ancora una volta il seguito della mia avventura in terra cubana, luogo di fantastiche esperienze, e ricco di contraddizioni, aspetti affascinanti e terribli, una terra in cui il turista regna, e il cubano...non sempre. Con il passare dei viaggi, la scoperta del paese si è spostata da quella...
Scritto da: SeabirdFree
viaggio nella società cubana: si sa ma non si dice
Partenza il: 28/02/2009
Ritorno il: 19/03/2009
Viaggiatori: da solo
Spesa: 1000 €
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Viaggio nella società cubana Questo mio racconto, è ancora una volta il seguito della mia avventura in terra cubana, luogo di fantastiche esperienze, e ricco di contraddizioni, aspetti affascinanti e terribli, una terra in cui il turista regna, e il cubano…Non sempre.

Con il passare dei viaggi, la scoperta del paese si è spostata da quella geografica a quella umana, scoprendo le caratteristiche, i problemi, la cultura, del “nobile” e fiero popolo cubano, ricco di patriottismo, quasi sempre di facciata.

Ritengo quindi molto utile per il “turista per caso” approcciare questo paese conoscendo quello che ci sta dietro.

Ovvio che se andrete in un resort, o in un villaggio turistico, in cui spesso è negato il permesso di ingresso ai cubani che non vi lavorano, non potrete vedere o sperimentare quanto vi sto per dire.

La costante che il turista, che approccia il cubano medio che non lavora con il turismo, ascolta è la lamentela sul poco salario percepito, e sulla difficoltà della vita in quel paese. Si è portati a pensare che questo sia un modo come un altro per scucire qualche CUC (detti anche pesos convertibili, che hanno sostituito il dollaro americano) al turista, ma se effettivamente andate a vedere la paga mensile del cubano medio, si aggira sui 10 CUC, meno di 10 Euro, una volta tolte le tasse, e il costo della vita, per tante cose, è paragonabile, o a volte addirittura superiore, a quello nostro.

Le categorie più fortunte, guadagnano fino al doppio.

Quello che poi lo stato passa (libreta, come quella che i più anziani dei nostri nonni ricordano nel ventennio), come riso, carne zucchero, pane ecc. Non basta che, ottimisticamente, per una settimana.

Con questo stipendio, sudato con le 8 ore di lavoro quotidiano, il cubano deve: vestirsi, mangiare, pagare le bollette, i trasporti, e, soprattutto, mantenere la famiglia.

Non posso ora farvi l’elenco dei prezzi dei beni alimentari, costo luce – acqua, petrolio o gas per la cucina, vestiario, arredo per la casa ecc, ma vi assicuro che NESSUNO può vivere, o meglio, sopravvivere, con questo stipendio.

E allora come fa il cubano medio a vivere, spesso più che dignitosamente? L’arte dell “invento”.

Tanti, ma veramente tanti hanno almeno un parente all’estero, che, come può, sentendo la responsabilità del mantenimento della famiglia, che ha ancora un valore basico nella società cubana, manda quella che si chaima “rimessa”, che è il maggior introito del governo cubano, ancor più del reddito dato dal tabacco o dal Rum.

Ovviamente, tutto è poi tassato per poter spremere meglio il popolo.

Non tutti i cubani che vivono all’estero possono poi mandare il denaro, e soprattutto non tutti hanno un parente che vive fuori cuba, e da qui nascono tutti i lavori non ufficiali, che costituiscono la vera fonte di reddito.

Il turismo, o meglio, il turista è oggetto di particolare attenzione, per questo scopo.

Lo si approccia in differenti modi, ma è per questo che Lui si sente, e forse lo è, il re del paese, fino a quando ha CUC da sborsare.

I servizi legati al turismo, e il generale tutti i servizi commerciali sono gesiti sia direttamente dallo stato (stato sociale, non esiste la proprietà privata), con risultati più o meno importanti, e illegalmente, dai privati che si inventano i più disparati mestieri.

Uno dei più noti è quello delle “case particular” e dei “paladares” (ristoranti a gestione famigliare), su cui però, il proprietario deve pagare una tassa importante allo stato, sia che riesca a lavorare, che non .

Ci sono poi tutti gli altri servizi, collegati al turismo, dalla ristorazione, alla vendita di oggettistica, i trasporti. E’ un mondo di servizi parallelo a quello “ufficiale” che viene ufficialmente rigorosamente represso con multe e anche con la reclusione.

L’imprenditorialità privata non è ammessa, così come l’allevamento e la macellazione di bovini, e cavalli (cosa su cui ancora non sono riuscito a darmi una spegazione). Gli agricoltori sono “proprietari” della loro terra, ma sono costretti a vendere ciò che producono allo stato, che impone i prezzi che meglio ritiene oportuni, e a volte, come ad esempio quest’anno nell’area di Pinar del Rio, non riesce a smaltire la produzione, mandando tonnellate di generi alimentari in putrefazione, non permettendo il loro commercio al dettaglio. L’arte “dell’invento”, fa ovviamente nascere il mercato nero, che fa trovare praticamente di tutto, dai generi alimentari, all’abbigliamento, alla benzina, a un mercato parallelo illegale (uccidere un bue o un cavallo equivale a uccidere un uomo).

Introduciamo il tema del triste capitolo della prostituzione, particolarmente diffusa in questo paese.

Le giovani mamme(si comincia a fare i figli a scuola, in particolare dai 15 ai 19 anni, in cui la scuola di campo agevola, forse “inconsapevolmente”, i rapporti fra gli adolescenti), o le giovani ragazze, che non vedono un futuro in questo paese, e che devono pensare al sostentamento dei figli non vedono altra strada che concedersi ai turisti, che per ambo i sessi, sfruttano la triste situazione.

Una delle cause principali è data dalla legge dello stato che non tutela sufficientemente la donna.

Spesso, troppo spesso, accade che il papà si stanca di sacrificarsi di sostenere la famiglia e preferisce trovarsi un’ altra compagna, magari più giovane e senza figli. Lo stato gli da la possibilità di farlo, pagando alla mamma 60 pesos cubani, circa 2,4 CUC al mese, che poi sono divisi per tutti i figli che ha (2 figli da 2 mogli sono 30 pesos a “moglie”).

E’ chiaro che tale cifra non serve assolutamente a niente, e spinge la giovane mamma, a fare DI TUTTO, per il sostenamento della prole.

Il modello sociale tipico è quello della famiglia allargata, in cui convivono fratelli e fratellastri, in cui spesso la nonna (appena quarantenne) è la capo famiglia e alleva la prole della figlia, che però contribuisce a portare a casa il denaro per il sostentamento di tutti.

E’ chiaro che tale situazione spinge quasiasi cubano a emigrare, a meno che non abbia incontrato già una serie di “invento” che gli permette di vivere dignitosamente. Per emigrare ci sono diverse strade: fuggire, normalmente con una lancia verso gli Stati Uniti trovare l’occasione di una trasferta ufficiale (corso scolastico, o altro) e non fare più ritorno sposarsi con uno straniero trovare qualcuno che ti chiami per un lavoro (sportivi, medici,ecc.).

Altro fenomeno molto diffuso e affatto ostacolto dallo stato è l’alcolismo.

Il turista si imbatte frequentemente nelle spiagge cubane in gruppi molto allegri, accompagnati da una bottiglia della bevanda nazionale, il RUM.

Spesso questa bevanda è sostituita da analoghi, ma ben più pericolose sostanze,come la Gualfarina, o alcool puro tagliato con altre sostanze.

Non è raro imbattesi a tutte le ore in persone ubriache che giacciono a lato della strada, spesso poi vittima di incidenti stradali (non perchè al volante, ma perchè investiti) L’effetto dell’alcool aiuta il popolo cubano a non pensare a tutte le angherie a cui è sottoposto e ai tanti seri problemi che ha ogni persona, e lo tieno tranquillo.

Effetto analogo è quello dato dalle occasioni di divertimento, come la musica, le feste, che sono particolarmente amate anche da questo popolo di carattere molto solare e aperto.

Tutti i paesi hanno quindi una serie di eventi, tanti organzzati e sponsorizzati dal partito, che ancora una volta aiutano ai cubani a distrarsi dalla fatica quotidiana del vivere.

Anche la cultura è per Cuba un grande business, che poggia sulle spalle dei poveri cubani.

Cuba è uno dei paesi che vende e produce cervelli. Ultimamente il fenomeno vede protagonisti i medici. Le università di medicina sono diffuse in tutti i paesi, anche quelli piccoli i poche migliaia di abitanti. In questi paesini i professori sono gli alunni stessi che, una volta terminata la prova d’esame, possono insegnare ai loro quasi coetanei. Professori ancor prima della laurea!!! Un giovane che parte per una “missione” all’estero, normalmente per non meno di tre anni, riceverà un salario, che nel proprio paese si poteva solo sognare, e avrà la possibilità di portare a casa alcuni oggetti che sarebbero altrimenti solo un sogno, come un computer, elettrodomestici vari, vestiti di marca e qualità, ecc. Chiaro che spesso questo ha un prezzo sociale: molte famiglie si rompono, perchè coloro che partono, o coloro che restano, si trovano altri compagni/compagne.

Lo stato ha trovato una grande forma di reddito in questo sistema, ricevendo grandi introiti di denaro e pagando al cubano poche decine di CUC al mese. Resta da parlare poi, cosa già iniziata in un articolo precedente, delle clima di terrore in cui vive la popolazione. Cuba è il paese più militarizzato al mondo, fra polizia e l’esercito e spie non ci si può salvare. Sanno tutto di tutti. Parte della polizia e corrotta, soprattutto quella a contatto con le giovani Jinetere, che, per anche CUC, o altri favori, sono disposti a chiudere un occhio, o lasciare perdere, almeno per un po’, e non sanzionarle o recluderle per ciò che stanno facendo.

Tutti i cubani sono costretti, come già accennato, a compiere qualcosa di non totalmente consono alla legge cubana, e questo li espone alla legge che, a seconda del periodo storico, del capo in carica in quel momento, è più o meno elastica e indulgente. Andare in prigione, anche per breve tempo, è molto facile. Questo porta la gente a essere succuba del sistema e a non riuscire a organizzare. Le spie sono ad ogni angolo: il tuo stesso vicino di casa, caro amico, può esserlo (civato). Le spie percepiscono, oltre al salario del loro lavoro “normale” un extra di 40 CUC al mese, e non è poco! E esprimere liberamente le proprie idee, entro certi limiti, è possibile, ma questo ti pone dichiaratamente contro il sistema e ti impedisce di intraprendere qualsiasi carriera di tipo economico, sociale, educativo, per non parlare di quella politica. Puoi restare a fare l’agricoltore e i lavori di bassa manovalanza. Alcuni poi sono messi in prigione o espulsi dal paese. Spesso quest’ultima è la soluzione caldeggiata, che risolvere molti problemi. Certo che poi si deve dire addio alla propria famiglia, alla propria terra e radici, ai propri amici.

Certo che così descritto, il viaggio nella società cubana è molto simile a un viaggio all’inferno. Per chi nasce in questo sistema privo delle basilari libertà (movimento, informazione, realizzazione personale) si adatta, abitua e anche le cose che non noi non tollereremo mai, per loro diventano la norma. La loro fierezza e il loro senso di appartenenza alla nazione (inculcato nel periodo scolastico) nasconde spesso al turista questi aspetti, a cui si arriva solo dopo aver condiviso con loro i vari aspetti della quotidianità evidenziando le differenze tra il loro paese i il nostro. È chiaro che per la maggior parte della popolazione, nata sotto questo regime, tutto ciò è normale, anche se non di facile sopportazione. Come evidenziato in precedenti articoli tutte queste considerazioni sono frutto di esperienze personali e non di letture o racconti di terze persone. Non cito i nomi delle persone in causa, per tutelare la loro privacy e forse, la loro salute.

Consiglio comunque a tutti l’esperienza di un viaggio in questo mondo, tenendo presente quanto evidenziato, e anzi vi sfido a provare il contrario. Vi farà vedere le cose una luce diversa.

Se volete alcuni riscontri alla rete potete visitare il seguente portale, gestito da cubani residenti in cuba, che, a scapito di pesanti rischi, denunciano ciò che non va, ma ancor più propongono soluzioni ai problemi di tutti i giorni.

http://www.Desdecuba.Com e link annessi su questo portale.

Come avrete notato non ho dato nessun giudizio ma mi sono limitato a dare dati e informazioni che ho raccolto durante i miei viaggi nella società cubana.

Seabirdfree



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