Viaggio nell’east coast Australia
Prima di partire Non dimenticare la tessera CTS ottima per sconti vari, la guida Lonely placet, zainone da backpacker colmo di vestiti sia per il caldo che per il freddo, k-way, borraccia, medicine, costume, maglietta-muta per fare il bagno nel gelido oceano, crema ad alto indice di protezione (non sottovalutate mai il sole in Australia).
Periodo del viaggio Settembre. Ottimo per i prezzi (si è in bassa stagione) e per le disponibilità alberghiere. A Sydney inizia la primavera, quindi le temperature oscillano dai 15 ai 25 gradi; il tempo è variabile.
Da Brisbane in su, il clima è molto più caldo e la temperatura sale man mano che si va a nord (prevalentemente soleggiato) ; il clima è secco, per cui sopportabile. A Brisbane c’erano 23 gradi ,a Cairns 33 gradi; in questo periodo tra l’altro non ci sono le zanzare, puoi fare il bagno perchè non ci sono le cubomeduse.
Volo Intercontinentale Prenotato 3 mesi prima con CTS. 1057 € a persona (Roma- Hong Kong – Sydney) con la Qantas in codeshare con la Cathay Pacific. Ottimo per la qualità e servizi forniti. Per spezzare il viaggio e abituarsi al fuso orario, consiglio di effettuare uno stop over lungo a Hong Kong. Noi si arrivava lì alle 7 di mattina, e anziché ripartire 2 ore dopo per Sydney ed arrivarci così alle 21 ora locale, abbiamo scelto, dato che è possibile se richiesto, prendere l’aereo per l’Australia alle 19 (con arrivo a Sydney alle ore 8 del giorno successivo): in questo modo ci è stato possibile visitare le meraviglie principali di Hong- Kong in relativa tranquillità (una giornata, pasti e spostamenti, a 25€ a testa), visti i rapidi (20 minuti in metro) e facili collegamenti dall’aeroporto alla città. Durata e Itinerario 19 giorni (nel Settembre 2006) pieni nell’east Australia, che sono più che sufficienti.
L’itinerario è stato scelto dopo aver studiato la Lonely Planet (un must prima di partire per un viaggio): Sydney, Brisbane, Gold Coast, Harvey Bay, Fraser Island, Airlie Beach, Whitsundays Islands, Cairns, Cape Tribulation, Sydney.
Voli interni Abbiamo scelto la Virgin Blue. Prenotando da internet 3 mesi prima (funziona un po’ come la Ryanair, soltanto che i posti sono assegnati), il risparmio è stato grande: 50€ a testa per Sydney-Brisbane, 80€ per la tratta Cairns – Sydney (ben 3 ore di volo). Il servizio è ottimo e i voli sono in orario. C’è anche la JetStar (che fa parte della Qantas) come compagnia low coast. I prezzi sono più meno gli stessi, cambiano orari e destinazioni.
Spostamenti interni.
Da Brisbane a Cairns abbiamo fatto sul posto il travel pass adeguato con la Greyhound (a Sydney c’è l’ufficio presso la Stazione Centrale). Puoi fermarti dove vuoi, in un solo senso di marcia, e la validità e di 45 giorni.
E’ leggermente più caro di altre compagnie minori (x la Greyhound pass a circa 250 $), ma è nettamente migliore per la quantità di viaggi su di una stessa rotta, la flessibilità degli orari, la velocità, il servizio e la sicurezza del viaggio: infatti la Greyhound e’ utilizzata prevalentemente da tutti i backpackers. E’ necessario però, anche avendo il pass, prenotare con almeno 24 ore di anticipo, la tratta che si vuole intraprendere. Questo è possibile farlo presso gli uffici Greyhound, on line o tramite un numero verde gratuito (scritto sul foglio valido come pass) facilissimo da usare: in tal modo si ha il proprio posto sul bus, che ti verrà indicato dall’autista stesso al momento di salire a bordo. Altrimenti si può correre il rischio di presentarsi in stazione e chiedere all’autista se ci sono posti liberi, cosa molto difficile visto che gli autobus sono sempre pieni.
Essendo lunghe le distanze in Australia, conviene prendere l’autobus la sera (in tutta tranquillità e sicurezza), in modo tale di arrivare a destinazione la mattina presto e risparmiare così una notte in albergo o ostello.
Denaro L’euro è forte, quindi quasi tutto risulta conveniente. Il cambio l’abbiamo fatto in Australia, ma raccomando assolutamente di farlo presso qualunque banca (richiedono il passaporto) e non presso i change Point. Consiglio di portarsi la Carta di Credito, che è accettata ovunque (anche sulla barca durante l’escursione) e anche per piccole cifre. Va bene anche quella prepagata ma ci sono dei problemi: per alcune escursioni, soprattutto in posti “remoti”o su barche, gli operatori non utilizzano il P.O.S.: per cui c’è la necessità della “vera” carta di credito, con la quale si effettua il pagamento attraverso una “macchinetta” che si utilizzava in Italia 20 anni fa e che fa una copia su carta dei numeri in rilievo (che la prepagata non ha) e del logo; inoltre per chi ha la postepay bisogna ricordarsi che il suo server non è attivo dalle ore 23 alle ore 6 italiane, per cui, considerando il fuso orario in Australia, non funzionano in determinate ore i pagamenti on line (almeno a me è successo questo).
Pernottamenti Dall’Italia abbiamo prenotato soltanto il soggiorno a Sydney, in modo di non dover cercare una sistemazione dopo 22 ore di aereo, e gli ultimi giorni a Cairns prima del viaggio di ritorno.
In questo modo il viaggio è più flessibile, in previsione (toccando ferro) di eventuali imprevisti. Abbiamo scelto tutti ostelli. Perché conviene nel rapporto qualità, locazione, prezzo: infatti è fondamentale tener presente che l’Australia vive di turismo, soprattutto giovanile, dunque la qualità del servizio è alta e corrisponde a quanto indicato nel depliant, soprattutto quello degli ostelli, che delle volte sono dei veri resort frequentati anche da famiglie o coppie adulte. Niente a che vedere con gli ostelli in Europa. Tutti richiedono il pagamento completo anticipato ed alcuni vogliono una cauzione di 20$ per eventuale smarrimento della chiave o per un check out fatto in ritardo.
Gli altri pernottamenti, esclusi dunque Sydney e Cairns, li abbiamo prenotati on line direttamente sul posto 3 oppure 4 giorni prima di soggiornarci. Ci siamo serviti principalmente del sito hostelworld.Com, che richiede il pagamento con carta di credito di una caparra. Altrimenti per ostelli con un proprio sito internet, è sufficiente inviare una mail con i propri dettagli per riservare una camera. La scelta è stata fatta consultando la Lonely Planet e l’indice di gradimento espresso per i vari ostelli su hostelworld.Com.
Escursioni Ovunque c’è un centro di prenotazione. Quindi conviene prenotare tutto sul posto. Conviene consultare sempre la Lonely Planet oltre a sentire qualcuno lì che a ha già fatto l’escursione, oltre ad accettarsi dal depliant della compagnia che fa l’escursione, che questa sia certificata dall’ente del turismo australiano (c’è un logo in evidenza). Quest’ultimo è un dettaglio ma è importantissimo, perché se c’è la certificazione, si ha la sicurezza della qualità del servizio e state certi che tutto quello che c’è scritto nel depliant sarà fatto ottimamente. Così non c’è fregatura. Ripeto, basta assicurarsi ci sia questo logo. Poi vale la solita legge del passaparola.
Comunque consultare la Lonely Planet per migliori spiegazioni.
Sydney 5 giorni. Possono sembrare troppi, ma per vivere davvero la città sono anche pochi. Poi c’è da considerare che occorrono 2-3 giorni per smaltire il fuso orario completamente.
1° giorno: Opera House, Harbour Bridge, Circular Quay 2° giorno: Darlinghurst, Darling Harbour, Acquario di Sydney, King Cross 3° giorno: City Centre, Fish Market, The Rocks 4° giorno: Manly 5° giorno: Bondi Da non perdere assolutamente il Fish Market, soprattutto all’ora di pranzo. Con 40$ in due abbiamo mangiato mezza aragosta, 2 spiedoni di gamberoni, 2 spiedoni di filetto di tonno, 4 ostriche, filetto di barramundi con patatine fritte, bevande. Lì il pesce lo compri fresco e te lo fai cucinare. Fantastici i gamberoni australiani.
Noi alloggiavamo all’Asylum Hostel, una casa-ostello stile coloniale a King Cross (circa 25€ a testa a notte in camera doppia con bagno privato con vista sulla baia). L’ostello è ottimo, pulito e tranquillo, a 15 minuti a piedi dall’opera house e per chi non ha voglia di camminare c’è la metro a 100 metri. La cucina non è all’altezza però. L’Asylum offriva comprese nel prezzo, oltre al pernottamento, colazione all’australiana (bacon, uova, toast imburrati, salsicce: quindi un vero pranzo per noi italiani) in un vicino locale, oltre a free dinner fatta di salsiccia e patatine o in alternativa sconto del 50% su tutte le pietanze per la cena in un bel pub tipico australiano poco lotano. Il quartiere è tranquillissimo riguardo la sicurezza. E’ pieno di pub, fast food, qualche locale a luci rosse ma niente di che pericoloso.
Sydney conviene girarla a piedi. Non è piccola, ma è molto più bello così. Soltanto per andare a Bondi (bus) e Manly (traghetto) è necessario, vista la distanza dal centro, prendere i mezzi pubblici. La metro è efficientissima, ma non così economica. Bella la monorotaia sopraelevata per un giro panoramico. Non ci sono sconti per studenti stranieri. In realtà si potrebbe risparmiare (ma non si fa!) facendo il biglietto come studente alle macchinette automatiche. Assolutamente da non fare la crociera privata e costosa sulla baia. Semplicemente andando con il traghetto pubblico a Manly (circa 4€ a/r) si ha una fantastica vista su Sydney.
Per chi vuole risparmiare si può fare la spesa da Woolworths, ipermercato leader in tutta Australia, in George St (la via principale) e cucinarsi da se in ostello. La carne costa pochissimo ed è ottima, soprattutto il canguro. C’è anche la pasta Made in Australia o addirittura Barilla con sughi vari a prezzi buoni; soltanto alcuna frutta è molto cara. Da non perdere, sempre a Geogre St., King of Sushi. Roll enormi a 1.2 $ l’uno; prima della chiusura, alle ore 17 come ogni esercizio, fa il 3×2.
Comunque per mangiare bene e spendere poco, basta andare nelle food court, spazi in cui ci sono fast food o take away di ogni specialità e nazionalità a prezzi economici ma ottimi, presenti in tutti i centri commerciali.
Per chi non può rinunciare ai souvenir, un must è il Paddy’s Market, a Chinatown. Portachiavi, piattini, cianfrusaglie varie da 1$.
Riguardi gli acquisti, abbiamo fatto incetta di CD originali: ultime uscite a 10$!
Brisbane 2 giorni La città è piccola, e 2 giorni sono sufficienti per visitarla. Tutto quello che c’è da vedere è condensato nel centro e nel lungo fiume, con il quartiere dei south bank.
Singolare vedere la gente al casinò che gioca in ciabatte. Ma d’altronde in Australia, da quando inizia la primavera a inizio autunno, quasi tutti girano in infradito (o scalzi) e short. Anche noi quindi. I musei, come in tutto il paese, sono gratis. Di gratis c’è anche il loop, un autobus che fa il giro del centro della città. Alloggiavamo presso il Bunk Backpacker (18 € a testa con bagno privato), ostello frequentatissimo nel quartiere giovanile di Fortitude Valley. Ha un po’ l’aspetto di un casermone, e la cucina non è pulita , ma vale la pena. E’ sicuro, c’è un pub annesso, internet point, ufficio per prenotazioni varie e una piccola, ma piccola piscina. Dista 10 minuti a piedi dal centro. A 200 metri c’è un Woolworths dove poter fare la spesa. Si mangiava perciò o in ostello o nelle food court Surfers Paradise 1 giorno E’ sufficiente una giornata per vedere questo posto all’insegna del divertimento, e del sole, mare, party. Si raggiunge facilmente con un’ora di bus da Brisbane. E’ una città, come tutta la gold coast, prettamente balneare-turistica (già a settembre facevamo il bagno, ma l’oceano non è certo il mediterraneo: correnti forti, acqua bassa, onde alte belle solo se vuoi fare Surf), con spiagge infinite e alberghi grattacieli. Vale la pena farci un salto ma niente più. La Gold Coast è famosa anche per i parchi a tema (35€ l’ingresso per parco), da non perdere soltanto per gli appassionati del genere, soprattutto delle montagne russe.
Harvey Bay 3 giorni Dista 5 ore di bus da Brisbane. E’ la classica cittadina del Queensland in riva al mare; si trova di fronte a Fraser Island e da Luglio a Ottobre è possibile avvistare le balene nella baia omonima. Abbiamo alloggiato al Woolshed Backpackers, un ostello fatto da bellissimi cottage in legno (cottage con bagno privato a 20€ a testa), un vero resort a gestione familiare. La stazione dei bus è nella zona commerciale “lontano” 3 km da tutti gli ostelli che compreso il Woolshed si trovano vicino il lungo mare. Alcuni ostelli hanno dei pulmini che aspettano l’arrivo del bus e accompagnano gratis clienti o potenziali tali presso di loro. Per il Woolshed è bastata una semplice telefonata e 5 minuti dopo è arrivato il gestore in jeep che ci ha accompagnato alla sistemazione. Tra i vari cottage immersi in un enorme giardino c’è ne è uno enorme comune con sala relax e cucina annessa (dove abbiamo cucinato bistecche, pasta, canguro, ovviamente comprate da Woolworths). Presso la reception abbiamo effettuato, senza nessuna sopratassa, tutte le escursioni Per vedere le balene abbiamo scelto, tramite lonely planet, la compagnia Spirit of Harvey Bay (voto 9! secondo noi): per 99$ (89$ con la tessera studenti e/o CTS), vengono a prendere con l’autobus direttamente in ostello, oltre all’escursione in yacht è compreso un ottimo pranzo buffet a bordo e a fine “gita” ti riaccompagnano dove alloggi. Se non si vede nemmeno una balena ti danno un biglietto gratis per il giorno successivo; per fortuna non è stato il nostro caso. Di balene ne abbiamo viste tante, e davvero da vicino (1 metro dalla mia mano). Un’esperienza fantastica. Inimmaginabile. Le balene si accorgono di te, e si mostrano nella loro bellezza, giocando e saltando fuori l’acqua.
Imperdibile è anche Fraser Island, l’isola di sabbia più grande del mondo nonché patrimonio dell’umanità. Alcuni ostelli, per gruppi di 4 o 5 backpackers, affittano la jeep per una escursione indipendente e autonoma di 2 o 3 giorni: il prezzo è conveniente se comparato a quello di escursioni organizzate di 2 o 3 giorni, ma è da evitare: le strade dell’isola sono di sabbia, e non certo sono autostrade rettilinee, per cui è alto il rischio di impantanarsi o di uscire fuori strada e pagare di tasca propria i danni. Meglio affidarsi ai tour operator, che anche nell’escursione di un giorno come la nostra, senza eccessiva fretta (ma ovviamente con tempi prestabiliti) permettono di farti visitare tutte le meraviglie dell’isola (consultare la lonely planet per i dettagli). Noi abbiamo scelto Kingfisher Bay tours, che si appoggia all’omonimo resort sull’isola e gestisce direttamente con un suo mezzo il collegamento con l’isola: per 125 $ a testa ci sono venuti a prendere all’ostello per portarci al porto, ci hanno scorrazzato sull’isola con un “camion-pulmann” 6 ruote motrici, ci hanno ospitato nel loro resort per pranzo (ottimo) al buffet e ci hanno riaccompagnato al termine della giornata. Un giornata per vedere e gustare tutto va bene. Con 2 si fa le cose più con calma; tenete presente però che le sistemazioni per la notte sono in tenda. Le attrazioni principali dell’isola sono i laghi d’acqua (balneabili) dolce immersi nella foresta. Alcuni sono più pubblicizzati degli altri (e quindi più frequentati) ma tutti sono ugualmente belli.
Airlie Beach 3 giorni E’ una fantastica piccolina località di mare famosa per essere il punto di partenza per le isole whitsundays.
Da Harvey Bay ci sono volute più di 10 ore (di notte, per il solito discorso di prima) di bus per raggiungerla. Abbiamo alloggiato al Magnum Backpackers (20 € a testa con bagno però in comune), l’ostello più famoso della cittadina, con annesso mega pub all’aperto, discoteca al chiuso, e ufficio prenotazioni. L’ostello è bello, la cucina è piccolina e affollata e di notte, visto l’annesso pub (con concerti di musica dal vivo), c’è un po’ di rumore; ma alla fine è un bel posto dove stare, perché è nel cuore dell’esplanade (il lungo mare) ed esattamente di fronte la mega piscina pubblica. Unico difetto è che non c’è nessun supermercato nei paraggi, ma solo un piccolo alimentari eccessivamente caro.
Per due giorni ci siamo goduti il sole e l’atmosfera estiva di Airlie Beach, crogiolati al sole dell’esplanade. Il 3° giorno abbiamo fatto l’escursione in barca a vela per vedere le Whitsundays. Le isole sono molte, e tutte belle. Da non perdere assolutamente Whitehaven beach, una spiaggia di 6 km di purissima sabbia bianca. Diversa può essere la scelta per l’escursione: barca a vela, catamarano, piccolo yacht, tutto per 1-2 o 3 giorni di crociera. Noi visto il possibile (ed in effetti reale) mal di mare della mia ragazza abbiamo optato per l’escursione giornaliera, però in compenso su una Ferrari del mare: una barca a vela da regata di 24 metri, utilizzata fino a pochi anni fa per la Sydney-Hobart (la regata più difficile e pericolosa del mondo). 100 $ a testa per il solito servizio di qualità ( pulmann che passa a prenderti la mattina presto e ti riporta alle 17 all’ostello, ottimo pranzo al buffet) La compagnia è Maxi Ragamuffin. Nonostante il mal di mare di Silvia, (c’era vento, e la barca, per mia grande gioia, si è inclinata di lato, tipo luna rossa per intenderci, e ha iniziato a “correre”) l’escursione è stata fantastica: mezza giornata in barca tra le isole, con la compagnia di qualche balena e dei delfini, più un paio d’ore a whithaven beach: un posto incantevole, mare limpido, sabbia bianca, il tutto condito da una giornata di sole caldo. L’acqua gelata dell’oceano non mi ha impedito di farmi uno dei più bei bagni della mia vita.
Col senno del poi è molto meglio, salvo mal di mare e prezzo superiore, optare per escursioni di più giorni, perché le isole sono magnifiche.
Cairns 5 giorni Siamo arrivati a Cairns dopo una notte in bus da Airlie Beach. Avevamo prenotato l’ostello, il Caravella Backpackers (25 $ a testa con bagno privato), dall’Italia tramite HostelWorld.Com. Il posto è tranquillo, a 5 minuti a piedi dal centro. La nostra camera è grande e pulita, c’era una doppia cucina comune vicino la reception (che funge pure da ottima agenzia prenotazioni) e una piscina nel cortile. Due giorni siamo rimasti a Cairns, esplorando la città a piedi perché è piccola, godendoci il sole nel parco pubblico o a fare il bagno nella mega piscina sull’esplanade. Cairns è piena di food court. Immancabile è Woolworths, in pieno centro.
Consiglio di andare a cenare al ristorante Red Ochre Grill: 35€ a testa per menù australiano contaminato da specialità aborigene. Noi abbiamo preso: antipasto di patè d’Emù, sashimi di Barramundi; primo di Gamberoni e “bocconcini” di Coccodrillo (ottimo per me) con salse varie; secondo di filetto di Canguro al sangue e di Emù più verdure come contorno; dolce della casa. L’acqua non minerale, come in tutti i ristoranti, è gratis. Fateci un salto, ma passateci per prenotare perché è sempre pieno (chiude alle 22. In Australia si cena alle 18-19).
Il terzo giorno con lo shuttle bus (6 $ a/r ) siamo andati a Kuranda per il visitare il paesino omonimo e la foresta pluviale. Sconsiglio per questo di prendere il trenino panoramico iperpubblicizzato e caro. Kuranda è si molto turistica, ma è un bel posto da vedere.
Il 4° giorno abbiamo fatto l’escursione a Cape Tribulation (uno degli unici posti al mondo in cui la foresta pluviale arriva fino la spiaggia). Consultando la Lonely Planet e attenti al passaparola in ostello abbiamo scelto la compagnia Cape Trib Connection. 115$, con solito servizio di taxi. L’escursione dura da mattina a sera. Attraverso la strada panoramica Cook Highways, ti portano prima in una riserva a vedere canguri, coccodrilli ect..; quindi foresta pluviale, Cape Tribulation (dove non puoi fare il bagno perché nel mare ci sono i coccodrilli!), Mossman gorge e Port Douglas. Davvero bellissimo tutto, così come al solito il servizio. L’unico difetto può essere la guida che parla esclusivamente e velocemente dialetto australiano stretto.
5° e ultimo giorno: Barriera Corallina. Per vedere il Reef c’è un’infinita varietà di compagnie e alternative. La maggior parte delle persone va a Green Island, l’atollo corallino più pubblicizzato e più vicino alla costa (e più economico): evitatelo! Perché vi ritroverete a nuotare dentro piccoli spazi di piccola barriera corallina delimitate da boe insieme ad altre 100 persone. Scegliete un tour operator che vi porti nell’outer Reef, la barriera più esterna e lontana dalla costa, e quindi più grande, più incontaminata e più bella. L’escursione è un po’ più cara (100$ contro 70$) ma è decisamente migliore. Noi, consigliati dalla “vecchietta” in reception e dopo aver ascoltato i pareri di chi c’era stato, abbiamo scelto la Compagnia Q, che offriva il solito servizio di taxi, colazione, pranzo a buffet, più escursione per l’outer Reef. Dopo 2 ore di yacht ormeggiano in mare aperto, nel nostro caso in prossimità di Upolu Cay, un isolotto di sabbia grande meno di una macchina circondato dal “vero” Reef, su cui ti ci portano sopra a turni su un piccolo tender. Ti spiegano dettagliatamente come funziona la corrente (che c’è e si sente, ma niente di pericoloso se ci si attiene alle “istruzioni”), dove andare e dove non, cosa fare in caso di difficoltà, etc.., dopo di che ti forniscono attrezzatura da snorkeling e ti lasciano completamente libero (ma sorvegliato da membri dello staff che ti controllano dalla barca e da un piccolo gommone che gira tra i bagnanti). Per chi non sa nuotare, ha una certa età o ha paura, ti forniscono di salvagente e delle guide ti accompagnano in acqua e ti guidano nel reef. La barriera è fantastica, è una “foresta” di coralli, circondata da pesci enormi e fantastici; ho anche nuotato con una tartaruga, ho osservato nuotare la manta, purtroppo non ho visto lo squaletto di barriera (innocuo se non gli si da fastidio). Vicino l’isolotto l’acqua è bassa, nemmeno 1.70m. Se ci si allontana un po’, si raggiunge il confine esterno della barriera dove i coralli sono più grandi e oltre i quali l’acqua è profonda 10 metri. E’ un’esperienza unica. Consiglio di andarci due volte. Però di portarsi da casa la maglietta-muta (si trova da decathlon a 15€): ti protegge dal sole fortissimo del Queensland (anche se in barca ti forniscono di crema protettiva) e dal freddo dell’acqua dell’Oceano (è gelata davvero).
Conclusioni Spero di aver dato suggerimenti utili per organizzare il vostro viaggio, così come lo sono stati per me gli altri racconti sull’Australia dei Turisti per caso. In totale, volo Intercontinentale incluso, abbiamo speso 2300€ a testa per visitare questa parte di Australia. Ne vale la pena, assolutamente.
Non esitate a contattarci per eventuali suggerimenti. Per il resto… Buon viaggio.
Marco e Silvia