Viaggio nell’aldilà

LA TERRA DEI TORAJA Non avremmo mai pensato di fare un giorno un viaggio nell’aldilà. Invece questo è successo veramente. Non fraintendeteci…non siamo morti…ben lungi dal voler lasciare questo mondo terreno, ma l’esperienza che abbiamo vissuto ci ha fatto immaginare un mondo misterioso, tra la luce e l’ombra, che è presente, ma al...
Scritto da: miky99
viaggio nell'aldilà
Partenza il: 04/08/2005
Ritorno il: 28/08/2005
Viaggiatori: in coppia
LA TERRA DEI TORAJA Non avremmo mai pensato di fare un giorno un viaggio nell’aldilà.

Invece questo è successo veramente. Non fraintendeteci…Non siamo morti…Ben lungi dal voler lasciare questo mondo terreno, ma l’esperienza che abbiamo vissuto ci ha fatto immaginare un mondo misterioso, tra la luce e l’ombra, che è presente, ma al tempo stesso appartiene ad un’altra dimensione. Questo l’abbiamo subito percepito varcando la porta che sugli altipiani di Sulawesi introduce alla terra dei Toraja. L’isola di Sulawesi è facilmente raggiungibile partendo dall’Italia (volo intercontinentale con scalo a Singapore), sia da qualsiasi altra isola dell’arcipelago indonesiano, con voli giornalieri per Ujung Pandang .

Il tour potrebbe avere una durata di 3 – 4 giorni.

Da Ujung Padang a Rantepao, città simbolo dei Tana Toraja occorrono circa 10 ore di auto. La cosa migliore da fare è affidarsi ad un autista con guida locale che conosce la zona e può esaudire qualsiasi richiesta di informazione e curiosità che si possa avere. Non solo, senza qualcuno del posto non è cosa semplice sapere dove si terrà in quei giorni una cerimonia funebre.

Noi abbiamo contattato la guida, la quale ha pensato a tutto, dai trasferimenti, ai pernottamenti e ai pasti, facendoci conoscere gli usi e costumi di questo popolo, oltre al gustoso cibo tipico di questa zona.

Il viaggio è abbastanza impervio fino a raggiungere una zona montuosa e aspra, ricca di vallate terrazzate, coltivate a riso.

Il nome Toraja in lingua locale significa “gente dell’altopiano”, sono una popolazione di circa mezzo milione di abitanti.

Sembrerebbe che questo popolo sia arrivato a Sulawesi circa 3000 anni fa a bordo di barche che ora troviamo rappresentate nelle tipiche abitazioni di questa zona.

Prima di addentrarci nella terra dei Toraja, la nostra guida “bugis” , altro popolo, di origine mongola, che vive in queste terre, ci conduce a visitare l’immenso mercato dei bufali e dei maiali, fulcro di tutte le attività commerciali della zona. Bene! Dopo questa full immersion di gente, merci, odori, animali di ogni genere siamo pronti per il passaggio successivo, addentrarci in un villaggio. La visita ci sorprende un pochino, benché ancora tutte abitate queste case dalla sorprendente forma di barca poggiate su pali di legno, formano un misterioso agglomerato silenzioso, quasi abbandonato, i tetti alti si stagliano nel cielo e le decorazioni fatte di innumerevoli corna di bufalo donano un aspetto leggermente sinistro. Visitiamo ancora altri gruppi di case, alcune molto antiche, e rimaniamo ancora colpiti dalla calma che regna intorno ad esse, sembrano quasi diligentemente ancorate in un porto riparate da un mare impetuoso che le attende minacciose. La nostra guida che nel frattempo si era dileguata, si ripresenta annunciandoci che l’indomani si terrà una cerimonia funebre e che saremo sicuramente tra gli invitati, evento a cui non ci vogliamo sottrarre.

I Toraja hanno un’approccio particolare con la morte. Il defunto viene considerato “malato” fino al momento in cui la famiglia può permettersi il funerale. Il corpo viene adeguatamente imbalsamato e tenuto in casa in una stanza, continuamente visitato e omaggiato da tutti i parenti. Dopo vari mesi, in alcuni casi anche anni, raccolti i fondi per acquistare i bufali da sacrificare, radunati i parenti lontani , si può procedere al funerale vero e proprio che si svolge di solito tra luglio e agosto, periodo che coincide con la stagione secca.

Ed eccoci quindi al fatidico giorno, c’è un gran via vai di gente. Siamo confortati dalla presenza di qualche altro turista, tra l’altro sempre ben accetto dai toraja. Sono stati costruiti nel villaggio una serie di padiglioni attigui che si snodano attorno ad una piccola piazza nella quale vengono radunati i bufali, e al centro la torre funebre dove è posizionata la salma. Tutta la mattinata si svolge attorno al maestro di cerimonia che supportato da un altoparlante diffonde nell’aria preghiere e litanie ricordando a tutti memorie del defunto. I familiari fanno sfilare i bufali davanti a lui orgogliosi della quantità dell’offerta.

Nell’aria ad un certo punto si coglie un leggero fermento, quasi non ce ne rendiamo conto, un bufalo viene legato ad un paletto, con un gesto fulmineo della lama gli viene recisa la gola, in una frazione di secondo l’animale crolla a terra tra fiotti di sangue. Lo spettacolo è molto cruento, sconsigliato alle persone sensibili, anche perché da questo momento è un susseguirsi di sacrifici, uno dietro l’altro una ventina di bufali vengono uccisi, l’ammucchiarsi di bestie morte l’una sopra l’altra crea una scena raccapricciante. L’incredulità e il torpore di noi turisti, disposti su un piccolo palco, viene scossa da un bufalo che ferito mortalmente ha la forza di lanciarsi verso di noi, staccando la corda dal paletto, tra il fuggi fuggi generale, cadendo poi, per fortuna, a pochi centimetri dalle persone.

Decidiamo che per questa giornata abbiamo fatto il pieno di emozioni e accompagnati dalla nostra guida torniamo al meritato riposo in albergo.

Ancora un po’ scioccati dagli avvenimenti del giorno precedente, il giorno successivo lo dedichiamo ad una visita dei luoghi di sepoltura dei Toraja. Ed è qui che avviene una sorta di “chiusura del cerchio”.

I cruenti sacrifici avvenuti nel giorno precedente vengono quasi cancellati dalla poesia e dall’alone di mistero che avvolge le tombe di questa popolazione. Scavate nella roccia a qualsiasi altezza su ripide pareti di montagna, o in oscure caverne hanno la particolare presenza dei Tau Tau, manichini dalle sembianze del defunto, posti a guardia della tomba. Visitando questi luoghi, si ha la sensazione di entrare in un’altra dimensione, una vita ultraterrena a sè stante, quasi che questi tau tau appena liberi dalla nostra presenza, ricomincino a prender vita continuando le faccende nella loro vita parallela. O che le più antiche bare, anche queste dalla forma di barca, prendano il mare per portare i loro occupanti in posti più tranquilli. Che i Toraja siano molto legati agli elementi quali l’acqua e al terra lo testimonia il fatto singolare che i bimbi morti in età neonatale vengano tumulati in nicchie ricavate nei tronchi degli alberi come sei fosse una restituzione alla natura stessa.

Una stradina immersa in un campo di erba verde smeraldo, in lontananza dalle pareti a strapiombo di alcune rocce gruppi di Tau Tau ci osservano curiosi, da un gruppo di case ci giunge il canto natalizio di alcuni bambini, ma siamo in agosto, lontano le spiagge soleggiate le acque cristalline di Manado attendono pazienti, noi tranquillamente senza fretta stiamo ritornando.



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