Viaggio negli states di parte seconda
La mattina successiva io, Diego e un’altro compagno di appartamento… Ora sul nome di questo ragazzo sono ormai nate delle leggende… Infatti la mamma è di bombay (se non ricordo male) e il nome è di una lunghezza spropositata e penso contenga tutte le lettere dell’alfabeto … A causa della mia scarsa memoria e di molteplici arrotolamenti di lingua non sono mai riuscita a chiamarlo col suo vero nome così dopo una notte di chiacchere abbiamo deciso di comune accordo che lo avrei chiamato sandokan in onore di una certa somiglianza con cabir bedi… Gli ho anche mandato la videocassetta del film…
Ad ogni modo io Diego e un novello e inconsapevola Sandokan… Inconsapevole di cosa sono due italiani matti in viaggio… Saltiamo in macchina sventoliamo i fazzoletti e partiamo.
Prendiamo la freeway sulla costa e ci dirigiamo verso S. Francisco.
Il panorama è meraviglioso km e km di strada spersi nel nulla con spiagge enormi… Lontre che sguazzano… La colonna sonora di un uomo da marciapiede che ci accompagna…
Prendiamo le cose con comodo e così ci fermiamo a fare il bagno e trascorriamo la serata e la nottata in un motel il primo e l’unico bello in cui abbia dormito .. Con vista oceano.
La mattina dopo ci carburiamo con pan cake e succo d’acero e riprendiamo la strada,simon e gurfunkel ci fanno cantare come matti.
Il golden gate mi appare davanti e mi sento piccola piccola… La baia di San francisco.. L’architettura georgiana che si mescola a quella ultramoderna … I locali ….. Le strade che salgono e che scendono.
Una città bellissima che mi tira su il morale dopo la delusione losangelegna.
A cena mangiamo in una bettola … Granchi da spezzare, schiacciare, maciullare a colpi di martelletto Alla fine non si mangia molto ci si macchia moltissimo,ma si ride da mal di pancia.
Conosciamo dei ragazzi di detroit coi quali trascorriamo una delle più divertenti serate della vacanza in un bellissimo locale animato da delle superlative drug queen… Costumi che superavano il più ricco gusto roccocò,praticamente delle centrifughe… Un’ironia fantastica e soprattutto assolutamente unpolitically correct…
Dopo tre giorni passati su e giù per San francisco decidiamo di affrontare il deserto…
Il paesaggio cambia notevolmente e la vegetazione ce la lasciamo alle spalle….. Il silenzio ci avvolge e le strade diventano sempre meno trafficate…
Pernottiamo in un motel che ci mancava poco ci fosse ancora disegnata la sagoma dell’amante assassinato dal marito geloso… Materasso ad acqua… Che è quanto di più antiortopedico si possa immaginare… Passiamo la serata in stanza a mangiare cibi ipercalorici e buonissimi bevendo birra… Ma soprattutto provando i nostri meravigliosi spazzolini da lingua per dire nel modo corretto “watzzzzzz upppppp”….. Eh si anche questo si sono inventati in america… Che grande paese!!!!!! Il paesaggio che ci circonda è meraviglioso anche se il caldo incombe… Di tanto in tanto incontriamo dei paesini,che non hanno nome o se lo hanno avuto nessuno lo sa… E così ora sono una volta il paese pepsi e una volta il paese cocacola,inevitabilmente i loghi dell’una o dell’altra capeggiano enormi e maestosi su insegne, degne del madison square garden, poggiate e soprattutto chissà come, sostenute da vecchissimi e polverosi tetti di stazioni di rifornimento attorno alle quali si sviluppa il drug store la parucchiera l’inizio e la fine del villaggio….
Decidiamo di passare la notte da campeggiatori per cercare di avvistare gli ufo… Ci atrezziamo acquistando i viveri… Kg e kg di fagioli… Pelati….. Cipolla… Padellona di latta … Per cucinare una fagiolata di “fasoi inbogonè” da fare invidia a bud spencer e terence hill….
Prepariamo il nostro campo che sembra un vero bivacco e ci mettiamo a cucinare… Fagioli fantastici … Compagnia meravilgiosa… Ufo manco l’ombra… Finita la cena ho estratto dal fondo dello zaino, un libro a me molto caro seppellite il mio cuore a woodned knee … E a turno lo abbiamo letto…Tra le pagine gli indiani d’america e la loro grandezza .. Il loro modo di essere guerrieri… L’emulare l’avversario per tributargli il più grande onore… Gli Inglesi e non gli Indiani d’America hanno utilizzato per primi la pratica dello scalpo…. Attorno a noi il silenzio … Una strana magia…
Non ho chiuso occhio tutta la notte e ho deciso di non dormire in tenda… Me ne stavo lì chiusa nel mio sacco a pelo per far fronte allo sbalzo termico,sopra di me le stelle che brillavano come non mai, visto che eravamo lotani da qualsiasi centro abitato che con le sue luci potesse turbare il dolce tremolio della volta celeste… Il silenzio più assoluto quasi da fare male alle orecchie eppure la consapevolezza che nel deserto la vita scorre piano, con fatica ma con tenacia…
Dopo una quantomeno deplorevole ultima scarpetta nella pentola dei fagioli siamo ripartiti per raggiungere la nostra meta il grand canyon…
Non so come descriverlo e non ci provo nemmeno… Posso dirvi che abbiamo passato 4 giorni bellissimi facendo campeggio come dei veri cowboy senza nulla di superfluo se non la nostra fantasia.. Le nostre emozioni e una natura di giorno e di notte madre dura e superba ma al tramonto e all’alba mamma premurosa e sorridente…
Anche se a malincuore siamo ripartiti per andare verso San Diego e magari fare una capatina in messico.
Man mano che ci avvicinavamo alla costa si ritornava alla vita ai mall dove le persone vanno anche a fare jogging… Ai taco bell… Insomma una civiltà all’odore di patatine fritte.
San Diego mi ha entusiasmato è, per gli standard americani una città a misura d’uomo… L’acquario è fantastico… E soprattutto a noi si è uniti un gruppo di studenti provenienti da mezzo mondo veramente simpaticissimi … Menziono su tutti Steve…