Viaggio negli states di parte prima

Dopo infinite peregrinazioni alla ricerca del biglietto più econimico ..... Finalmente lo avevo lì tra le mie mani ......... Milano Los Angels andata e ritorno. Sarei andata da sola per raggiungere un amico, Diego, in erasmus all'università della california........ UCLA Arrivo a milano Linate ....... Svolgo tutte le procedure.......... E compio...
Scritto da: sasetti
viaggio negli states di parte prima
Partenza il: 10/06/2000
Ritorno il: 12/07/2000
Viaggiatori: da solo
Spesa: 1000 €
Dopo infinite peregrinazioni alla ricerca del biglietto più econimico … Finalmente lo avevo lì tra le mie mani … Milano Los Angels andata e ritorno.

Sarei andata da sola per raggiungere un amico, Diego, in erasmus all’università della california… UCLA Arrivo a milano Linate … Svolgo tutte le procedure…. E compio il primo errore… Mi faccio assegnare un posto accanto al finestrino.

La fortuna non mi arride e così passo 6 ore seduta, o meglio spiaccicata contro il finestrino, poichè i due simpatici signori seduti negli altri due posti erano una coppia molto americana del peso totale di almeno 250 kg.

Passo 6 ore di inferno temendo la tromboflebite… Consapevole che per alzarli sarebbe stato necessario un argano… Si addormentano… La testa di lui scivola totalmente sulla mia spalla…. Non resisto più mando a quel paese tutti gli insegnamenti di 24 anni di educazione materna e urlo nell’orecchio del malcapitato che ho bisogno di alzarmi.

Cerco di barattare il mio posto con tutti i bambini dell’aereo … Cercando di convincerli che avrebbero visto gli orsi sul pak … Non abboccano.

Decido di trascorrere il resto del viaggio in piedi…

Manca poco all’atterraggio e così mi rinfilo nel mio posticino… Sul cui sedile trovo il formulario più idiota che io abbia mai letto.

Sei un bombarolo? Ti droghi? Trasporti armi? Sei evaso? e via discorrendo…

“La risposta sincera alle domande fatte, non precluderà il tuo ingresso negli stati uniti….Seeeeeeeee” Finalmente atterriamo… Mi sento stravolta, ho le gambe che sembrano due zampogne e desidero nel modo più assoluto fumare almeno una sigaretta.

Sbrigo le pratiche… Imbroglio un poliziotto dicendo che non ho nulla da dichiarare se non un pò di caffè e mi avvio all’uscita LA stanchezza passa appena salita in macchina… Realizzo che sono dall’altra parte del mondo che sono in america… Entro totalmente nella parte e sono pronta a vivere il mio sogno americano.

Il mio amico mi porta subito nell’appartamento in cui avrei vissuto condividendolo con altri tre ragazzi americani.

Mi faccio una doccia e scopro che gli americani usano acqua da piscina per usi domestici… Ma con quanto cloro l’addizionano? Optiamo per mangiare a casa e oridiniamo due pizze enormi che arrivano in 10 minuti … Imparo che pepperone non è l’ortaggio ma il salame e che poi non è così cattiva…

Questa innocua pizza sarà poi fonte di una discussione con un compagno di appartamento infatti per la prima volta apprendo che la pizza l’hanno inventata a N.Y, sul momento comunque non ci faccio caso, solo tre giorni più tardi faccio la domanda fatidica “ma perchè mai c’è scritto the real N.Yorker pizza style su tutte le insegne e loghi delle pizzerie quando l’hanno inventata gli italiani?” Innesco un discussione sconclusionata che termina con una frase irreplicabile “Perchè tutto ciò che è buono e’ americano”.

Accetto contro voglia l’affermazione come un dogma solo al fine di evitare situazioni di guerriglia nell’appartamento.

Trascorriamo la serata chiaccherando e andiamo a letto relativamente presto.

Sarà la curiosità, sarà l’emozione, il jet lag non mi sfiora minimamente e alle sette sono già in cucina davanti alla mia tazzina di caffè a un cookie… Che resto convinta siano in grado di tenere in piedi e sanzio un uomo per almeno due giorni… Ho provato anche a lanciarne uno in aria e e sono certa che abbia emesso un bagliore luminescente tale era il suo valore energetico.

Entro in contatto con il primo dei miei coinquilini in un modo assai bizzarro… Altro non ci siamo scambiati se non un saluto e sguardi tra il disgustato e il perplesso… Lui per il mio caffè e sigaretta io per le 8 tortine di pasta frolla e burro di arachidi coperte di cioccolato che ha fagocitato accompagnate da un litro di pepper cola ghiacciata.

Mi congedo dal famelico Robert e mi preparo per andare in spiaggia… Saluto l’amico che mi ospita e ci diamo appuntamento per la sera alle 17.00… Io in spiaggia, lui in un laboratorio di ricerca.

Prendo il bus e scopro che contrariamente all’Italia in america è assai maleducato non salutare gli autisti del bus e così divento amica di Robert che mi farà da cicerone.

Arrivo a Santa Monica… Carica di 15 anni di bay watch… Non dico convinta di vedere proprio mitch ma almeno un decoroso surrogato… Vengo proiettata nel giro di 5 minuti in una pubblicità della vigorsol… Totalmente circondata da cellulite.

Il posto è comunque bello la spiaggia enorme e a piedi decido di arrivare a Venice che eleggo la più pittoresca località di L.A Il lungo oceano è pieno di negozietti che vendono le cose più strampalate… Massaggiatori, tatuatori, artisti di strada ho sentito il miglior blues della mia vita da una famiglia sorridente all’interno delle cui esibizioni ciascuno metteva la sua parte.

Vengo anche fatta oggetto di una serenata da parte di una sorta di santone in roller che mi ha cantato a squarcia gola foxy lady.

Continuo a girovagare e poi mi lancio in spiaggia a prendere del sano sole californiano.

Alle 17.00 mi trovo fuori dalla porta di casa e nell’aspettare i miei ritardatari amici conosco tutti gli altri abitanti del condominio che rimangono a dir poco estasiati nel sapermi italiana.

Decidiamo di andare fuori a cena a provasare la cucina mongola che mi dicono essere eccezionale.

Compio il secondo errore del mio viaggio decido di stirarmi una camicia…

cerco nel nostro appartamento e niente.

Penso beh son uomini si sà Vado dalle vicine… Trovo solo un antico asse da stiro…

Visito esattamente 10 appartamenti pensando ormai di chiedere del plutonio piuttosto che un ferro da stiro…

In fine approdo al piano terra dove vive sarah madre di due bambini e sposa di un insegnante di scuola.

Mi batto la mano sulla capoccia e mi dico che sciocca a non pensare subito a lei.

Ma neppure lei ne possiede uno, solo è più gentile degli altri e meno divertita dalla mia ingenuità e mi spiega che visto che facendo l’architetto guadagna 200 dollari l’ora e che far lavare e stirare una camicia in lavanderia costa 89 cents è meglio che non perda il suo tempo a stirare…

Col tempo ho imparato che mai il tempo viene sottratto al lavoro in america, nelle grandi città quantomeno, le donne non stirano ma vanno in lavanderia, non cucinano ma riscaldano ecc ecc.

Decido di termi la camicia così e partiamo tutti assieme in macchina per westwood village la zona universitaria per andare a cena con altri ragazzi e ragazze.

La cucina mongola è affettivamente ottima, il posto economico e sorattutto qualsiasi cosa tu mangi paghi sempre 8 dollari.

E si vede che non fanno i conti spesso con avventori italiani, io mi sono limitata a creare delle barriere di broccoli per innalzare il livello della mia ciotola per renderla più capiente ma pensando a certi miei amici ho visto il fallimento del locale in pochi giorni! La mattina successiva mi sono lanciata nella visita della città o almeno di parte delle sue attrazioni.

Che dire ho potuto vedere la riproduzioni di quasi tutti i monumenti italiani: la scalinata di piazza di spagna che consta in 12 gradini (li ho contati) fatti di mattoni… Ma non era in marmo? LA chiesa di San Zeno e San bernardino di verona riprodotte ad ucla.

Capisco molto velocemente che almeno a L.A è meglio interessarsi alle persone che al paesaggio.

Anche se và menzionato secondo me il Lacma museum, che possiede una bellissima collezione di arte nipponica racchiusa in un padiglione dall’architettura affascinante e col custode più simpatico che ci sia… Un giapponese grande e grosso che mi ha guidato nella comprensione delle opere esposte prolungando di tre ore la sua giornata lavorativa.

La terza sera vivo una delle esperienza migliori della mia vacanza un hamburger, soprannominato duble duble animal style hamburger, consumato da in and out contenente 4 etti di filetto fresco appena macinato e tantissime altre cose tutte fresche e appena cucinate… La fine del mondo….. E della digestione ma ne vale la pena.

Dopo le spiagge dopo le riproduzioni e gli hamburger entro a far parte del mondo consumista americano che spende le sue giornate negli out let… Ho comprato l’inversoimile a prezzi stracciatissimi…

Visto che il mio gentile ospite sarà presto in vacanza iniziamo a programmare i succesivi giorni della vacanza, rigorosmanete on the road.

Incontriamo il primo inconveniente di percorso visto che il comproprietario della macchina che ci avrebbe dovuto portare in giro, a sua volta deve portare in giro i suoi genitori, dopo un’estrazione a mio avviso trucchata siamo costretti a salutare il nostro mezzo di trasporto.

Il giorno dopo armata di coraggio e di una certa sicurezza visto che L.A eccetto alcune zone è una città sicurissima dove la polizia salta fuori anche dai tombini, mi lancio in un tour de force di agenzie di noleggio dove odo cifre con un’infinità di zeri.

Ormai disperata vengo attratta da una concessionaria di auto, così entro e trovo un venditore di auto di origini calabresi che si entusiasma a sapermi italiana, che salta per aria sapendo che ho origini calabresi anche io e che per tutto il tempo mi parla in un dialetto che non credo sia più in uso dalla prima metà del novecento periodo in cui penso la sua famiglia sia immigrata.

Ad ogni modo ci capiamo ce la ridiamo e trovo la macchina che fà per le nostre finanze una crysler cabrio grigia metallizata, vecchia di 15 anni, con interni di pelliccetta bianca, ma soprattutto con tutta la parte posteriore, quella sopra le luci di posizione, che non so come si chiama ma essendo una donna non sono tenuta a saperlo!!!!!!!!!! Ad ogni modo per farla semplice sulla parte posteriore della macchina capeggiava una enorme adesivo che recitava ” I’ m covered with the blood of jesus” Decido di comprarla a dir poco incantata.

Ci accordiamo per concludere il tutto il giorno successivo visto che pur io potendo guidare non potevo comprare la macchina non avendo una patente californiana… Vai a capire il perchè.

Il giorno dopo io e Diego felici come due pasque, o meglio io felicissima lui incacchiato nero vedendo quello che lui chiamava il catorcio che avevo comprat, concludiamo l’affare.

Catorcio o non catorcio quello potevamo permetterci e soprattutto non ci ha mai traditi….



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche