Viaggio in Uzbekistan

Da Bukhara a Tashkent passando per moschee, musei...
Scritto da: silvia1950
viaggio in uzbekistan
Partenza il: 18/05/2012
Ritorno il: 25/05/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Metti un po’ di italiani in un aereo diretto in Uzbekistan e l’avventura inizia! Viaggio Metamondo tramite Robintur di Conegliano. Volo da Malpensa in ritardo, “Uzbekistan Airways”, e con compilazione in aereo di un foglio d’ingresso per la Dogana un po’ ostico!

19/05/2012

Dopo una notte di volo, il nostro sergente maggiore D. ci raccoglie sfatti ma siamo a Urgench …sulla via della seta e al caldo, ma proprio caldo. Conosciamo anche la nostra guida… molto carino! Partiamo subito in pulman per Khiva dove sosteremo all’hotel Orient Star Khiva che scopriamo essere un’antica madrasa ( scuola coranica ) riadattata e ci spetta una colazione con uova, pane, yogurt, biscotti, ciliegie, albicocche, the verde e Nescaffè. Si inizia bene, si può sopravvivere! La nostra stanza, al piano terra, era probabilmente una cella, è fresca e essenziale con ….un po’ di scarsa manutenzione. Normale! Khiva, quale centro storico sotto il Patronato dell’Unesco, è stata restaurata con metodi e materiali tradizionali e sembra di essere in un’altra epoca. L’impatto con questa piccola città dalla lunghissima storia è forte. L’inizio del giro inizia dalla Porta degli Schiavi poi giriamo all’interno della cittadella dove abbiamo un primo assaggio dei Palazzi, dove vivevano i “khan”, delle moschee e delle madrase. Khiva è stupenda e alla sera perdersi nei vicoli e vedere la vita che continua così dal tempo di Tamerlano, è bellissimo. Cena a base di antipasto di verdure cotte miste, spaghetti di riso e verdure, minestrone con dentro carne, involtini di carne macinata avvolta in crèpe. In fondo non si rischia di morire di fame!

20/05

Alla mattina ancora in aereo per trasferirci a Bukhara così ci evitiamo dieci ore di pulman attraverso il deserto .. che, da come si vede dal finestrino dell’aereo, non sembra molto ospitale. Arrivate, il pulman che ci accoglie, ci trasporta lungo un paesaggio con distese di campi molto coltivati. Verdure, grano alberi da frutto etc e con un efficiente sistema di canalizzazioni che garantisce la distribuzione dell’acqua; questa viene dal fiume Amu-Darya che viene dalle montagne del Pamir, sempre coperte di neve. Bukhara, cuore del regno centro-asiatico, non è solo famosa per i tappeti ma è stata nel IX e X secolo il principale centro commerciale sulla via “della seta”. Ci fermiamo per strada all’ultima residenza estiva degli Emiri di Bukhara del 1911, poi in città abbiamo mangiato in una madrasa, un po’ dismessa ma con ristorante, teatrino e bancarelle di souvenir. Siamo proprio nella piazza centrale Labi-hauz, dove c’è la vasca piena di acqua che una volta riforniva i bukhariani. Ora è solo la meta dei turisti e parte delle rive sono limitate da un bel…..bar! In questi ultimi anni il paese è diventata una meta turistica e dove ci sono turisti fiorisce, haimè, il commercio… bere, mangiare e souvenir! Comunque si leggono le strutture adibite un tempo a ben altre merci e qui l’organizzazione urbanistica è proprio in funzione dei carovanieri: cavaranserragli, depositi e bazar ma anche luoghi di culto. Così abbiamo visitato moschee, madrase, una differente dall’altra: rivestite in mattoni, in piastrelle in maiolica blu, verdi e gialle. Alloggiamo al Grand Hotel Bukhara e a piedi alla sera torniamo in centro con la consigliata… pila. Passiamo da una mega piazza di stile sovietico e strade a sei corsie completamente vuote, a vicoli non illuminati dove veramente bisogna stare attente a dove si mettono i piedi, tra case con vecchie porte decorate, tetti in eternit, pali storti della luce e grossi tubi del gas e poi sbuchiamo nella piazza della vasca. Ci sono parecchi autoctoni ma rimane la sorpresa qui e durante tutto il viaggio di vedere loro fare i turisti in patria, famiglie intere soprattutto in pellegrinaggio. E poi per noi… souvenir! Difficile per alcuni di noi resistere alla continua stimolazione dei locali con la loro merce a comprare; noto che l’artigianato esposto sembra non proprio uzbeco dato che ho visto le stesse sciarpe e altro in Siria, in India, in Israele e anche a Venezia! Probabilmente la seta e il cotone sono coltivati qui ma la lavorazione viene fatta in India e in Cina! Purtroppo tutti i luoghi che visitiamo sono stati lottizzati dai venditori di souvenir e così le celle delle madrase sono state trasformate in botteghe. Penso che… anche loro devono guadagnare per vivere ma tra lo sfacelo di alcuni di questi monumenti al limite del pericolante consiglio di stare attenti:

• A dove si mettono i piedi data la presenza di canalini, pietre sconnesse etc…..

• Attenti a passare veloci per non prendersi qualche pietra in testa dato lo stato di degrado di alcuni monumenti…

• Attenti ad ascoltare la spiegazione della guida per capirci qualcosa…

• Dire no a chi vuol vendervi al volo un “suxami” ( striscia di tela ricamata ) invecchiato artificialmente cioè sporco… Bella impresa! E qualcuno durante il viaggio ha ceduto abbondantemente al fascino dello shopping selvaggio: ciotoline per le figlie, sciarpina per la nonna…

21/05

In giro per la città: mausaleo di Ismalil Samani, complesso Poi-Kalyam la sorgente di Giobbe… insomma tutto il visitabile dietro alla nostra guida, con ogni tanto recupero dei ritardatari. Mi raccomando versate volentieri l’obolo necessario per fare le fotografie nei luoghi di visita anche se la matrona con i denti d’oro sembra più una “metresse” e non son proprio sicura che non se li intaschi! Bukhara è tutto il contrario di Khiva; i suoi monumenti sono bistrattati, ci sono costruzioni nuove per i turisti, restauri un po’ troppo luccicosi e tanto squallore appena svoltato l’angolo. Ma rimane negli occhi i colori delle maioliche che rivestono i monumenti!

22/05

In pullman…campi verdi poi steppa poi ancora tanto vegetazione, campi di frumento a dismisura. E acqua che corre nei canali. Muretti e case in mattoni di argilla cotta al sole; fabbricazione di mattoni lungo la strada… poi si farà la casa. Arriviamo a Shakrisabz dove c’è il magnifico o almeno quello che resta del Palazzo Bianco di Tamerlano e poi nel complesso dove sono sepolti i suoi figli. Purtroppo và a finire a ..bancarelle e anche i più “seri” capitolano! Invece di guardarsi attorno… ! Rimirate i vecchi gelsi, gli alberi secolari, i merli indiani e quel popolo così vario come fattezze del viso e dei vestiti! E con distacco dalle cose terrene…lo spirito di Tamerlano vigila e se non si stà attenti colpisce! A proposito qui la classica indisposizione del viaggiatore si chiama così ed è simile alla vendetta di Tutankhamon! Tra l’altro corre voce che la vodka..disinfetti! E giù a bere! E durante l’avvicinamento a Samarcanda, causa piccola indisposizione di una di noi, ci siamo fermati in un posto che sembrava un passo alpino con prati verdi ovunque ben tosati….dalle pecore. Durante lo sparpagliamento, sembrava che non ci fosse anima viva ma ..si era sparsa la voce di un pulman carico di donne assatanate a comprare souvenir così si è materializzata dal nulla una locale e toh.. qualcuno è riuscito a compare ben due tappetini! Poi finalmente Samarcanda ma ormai è sera e cogliamo l’occasione di vedere i principali monumenti.. al buio e alcuni anche illuminati.

23-24/05

L’antica Marakanda, è un insieme di moschee, madrase, mausalei da vedere ma quello che mi ha colpito è la storia che il nostro mentore ci ha cercato di raccontare. Dopo conquistatori macedoni, turchi, arabi, persiani di nuovo turchi e mongoli, sotto Tamerlano tutto venne rinnovato e sorsero magnifici monumenti. E la decorazione delle superfici di questi si presenta con maioliche lavorate in piastrelle di varie forme o regolari dove le scritte inneggianti a Maometto si rincorrono all’infinito oppure con motivi geometrici che lasciano stupefatti. Certo fanno impressioni alcune foto scattate dei primi del novecento e si può dire che molto è stato rifatto ma comunque sono state utilizzate le stesse tecniche e i materiali uguali agli originali e l’impatto per chi non lo sa è forte. Le ricostruzioni dei monumenti storici vanno di pari passo con l’orgoglio nazionalista dei nuovi Uzbechi e questo fa piacere perché così si sono riappropriati della loro storia dopo l’ultima invasione…quella dei russi! Abbiamo visitato il Museo, la necropoli di Gur-Emir, il complesso commemorativo di Shakhi-Zinda, luogo santo per loro, la moschea di Bibi-Khanim la madrasa di Ulugbek, astronomo, studioso. La piazza Reghistan colpisce per le dimensioni degli edifici e poi finalmente….liberi do scorrazzare a piacere. Noi abbiamo di nuovo visitato il mercato di cui avevamo avuto un assaggio veloce al mattino dato che è troppo bello fotografare visi allegri che vogliono farsi “fotografare”. Si pensava fossero musulmani ma se lo sono, non sono..fanatici! La prima sera balli in costume e musica uzbeca, quasi un saggio finale di fine anno ma piacevole, la seconda visita in una cantina dove producono vino. Non ci sono andata, avevo paura di una delusione ma mi dicono esperienza da provare.

25/05

In viaggio per la capitale Tashkent ci si è fermati per una breve sosta in un tipico ristorante o almeno qualcosa di simile dato che servivano thè, ciotole con una brodaglia non ben definita, carne – vendute anche a peso in sacchetti di plastica – e pane particolare. Ma interessante è stato scorgere una sala pronta per una festa; tutta rosa! La capitale si presenta come una grande città con grandi palazzoni dismessi in periferia e poi sempre più eleganti. Nei viali principali ci sono le stesse botteghe presenti in tutte le grandi città del mondo: Benetton, Chanel, etc. e quasi tutti sono vestiti come noi. Ultimo pranzo con opportune libagioni di vodka tanto ci aspetta l’aereo con le sei ore di viaggio di ritorno. L’ultimo ricordo del paese l’abbiamo avuto all’aeroporto internazionale di Tashkent dove regna il caos totale e gli addetti non sembrano amare molto i turisti….insomma poca voglia di lavorare! Ma il 26/ 05 siamo rientrati sani e salvi e se potessi ci tornerei anche solo per stare seduta a guardare… il tempo che scorre tra quelle pietre… come un viaggiatore qualsiasi… lungo la “via della seta”.



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