Viaggio in Tanzania
Indice dei contenuti
(Tanzania dal 29/12/2013 al 06/01/2014)
29/12/2013
A fine anno cosa si faaaa“
Andiamo al freddo o in Africaaaa
Sarebbe bello farsi un campariiii
E invece no, facciamo un bel safariii… ta ta ta ta Tanzania…”
Dopo tante perizie, tra cui un piano voli confermato appena due giorni prima della partenza, una vaccinazione antifebbre gialla “estorta” al medico dell’Ausl scavalcando qualunque forma di burocrazia, parto alla volta di un safari in Tanzania con Avventure nel Mondo (“Tanzania Parchi Discovery”). Un sogno nel cassetto, un desiderio immenso di provare il famigerato “Mal d’Africa”.
Parto portando con me il desiderio di respirare l’aria africana e assaporare ogni momento fino in fondo! Non conosco nessun partecipante del gruppo, qualche breve telefonata col capogruppo (I laria) e un brevissimo scambio di email con gli altri partecipanti per questioni più che altro logistiche.
Siamo in 10 (capogruppo compreso):
Alessandro: nostro “tour leader”, siculo di origine, cabarettista nella vita, imprenditore a tempo perso…
Manuela: moglie di Alessandro, santa donna, gentile e sempre disponibile, dolce e delicata, capace di una parola giusta al momento giusto…..insieme una splendida coppia!
Roberto: toscano, “il maschio impala” del gruppo, musicista, simpatico, genuino e profondo…
Annamaria: bergamasca di origine, musicista anche lei, simpatica e molto carina…..la ” giraffa” del gruppo!
Bruna: sicula di origine, ma con dimore varie “definite” a seconda delle esigenze del momento, molto sensibile con cuore impavido, genuina e pura in ogni suo gesto/azione.
Marzia: la “fighetta milanese”, dolce, carina, simpatica, grande viaggiatrice, mia compagna di tenda con la quale instauro un autentico rapporto di amicizia…
Ilaria: nostra coordinatrice, romana di origine, simpatica, carina, “combattiva”, paziente…
Aurelio e Mary: gli “anonimi” del gruppo, poco o per niente presenti, taciturni e poco disposti a interagire con gli altri, sono i più giovani del gruppo.
Infine ci sono io: Valeria la casinista del gruppo per eccellenza, energica e vitale (forse anche troppo!) sempre disposta allo scherzo e desiderosa di stare bene ovunque e comunque!
In corso d’opera ci riveliamo un fantastico gruppo; piuttosto omogeneo, affiatato, disponibile allo scherzo e assolutamente refrattario a polemiche o ” pippe” di qualunque genere.
Un gruppo vitale, capace di condividere momenti unici e irripetibili….sinceramente il miglior gruppo mai incontrato nei miei viaggi di A. nel Mondo. Raggiungere una così intensa sintonia in tempi relativamente brevi, tra persone mai conosciute e mai viste prima, credo proprio sia un privilegio!
Alle ore 08:00 del 29/12/2013 parto da Bologna a bordo di Italo per raggiungere alcuni miei compagni di viaggio all’aeroporto di Fiumicino. Qui incontro Ilaria, Manu e Ale, Aurelio e Mary. Percepisco quasi subito la sensazione di essere circondata da persone simpatiche e genuine anche se al momento il vero unico elemento di spicco è il cabarettista siciliano che manifesta fin da subito la sua vera essenza. Mi piace, è davvero divertente! Sbrigate le varie formalità “ci imbarchiamo con l’Egyptair, facendo scalo a mezza via (aeroporto del Cairo) carichiamo le tre Ave Maria” (Marzia, Annamaria e Bruna imbarcatesi da Milano). Con notevole sorpresa riconosco Marzia, precedentemente conosciuta per il tramite di un amico comune. Entrambe in una fase sentimentale “particolare”, nessuna delle due sa della presenza dell’altra, una pura coincidenza ritrovarsi, coincidenza che si rivela ben presto un’occasione unica per approfondire la nostra conoscenza e instaurare una meravigliosa complicità e un genuino rapporto di amicizia (“se l’universo intero ci ha fatto ritrovare qualcosa di sicuro vorrà dire”). Seduti al tavolino di un bar approfittiamo delle ore di scalo all’Aeroporto del Cairo per conoscerci un pò; alle 21:45 ci imbarchiamo con Egyptair alla volta di Nairobi.
30/12/2013
Alle ore 04:00 (ora locale, ci sono 2 ore di fuso orario in avanti) atterriamo all’Aeroporto di Nairobi dove incontriamo l’ultimo componente del gruppo: Roberto. Sbrighiamo le solite formalità doganali (visto Kenya 20 dollari con acquisizione di impronte digitali!) e, con suo grande piacere, battezziamo Roberto come cassiere ufficiale. Raggiungiamo il nostro corrispondente e con un pulmino “sgarrupato”, morti di sonno, ci apprestiamo ad affrontare questo passeggiata di altre 5 ore circa verso Arusha… questo viaggio sembra non avere mai fine! Ci addentriamo in una fitta nebbia e ci abbandoniamo, chi prima chi poi, alle braccia di Morfeo! Dopo circa cinque ore e mezza di viaggio arriviamo ad Arusha e qui il tempo sembra davvero fermarsi…..madonna ragazzi che lentezza! Ilaria e Roberto si ritirano in una stanzetta per concordare con l’agenzia di riferimento il percorso da fare nei prossimi giorni e i relativi costi… i tempi si prolungano in maniera spropositata… raggiungere un accordo sembra quasi una sorta di conclave! Perdiamo la concezione del tempo e dello spazio, abbiamo fame e siamo stanchi… da quante ore siamo in viaggio?! “Habemus Papa”, dopo un’eternità l’accordo è raggiunto! Cambiamo i soldi e versiamo in cassa 1.030,00 dollari a testa che dovrebbero coprire tutte le spese, comprese quelle di trasporto. Ma non finisce qui! Stremati dal sonno e dalla fame, ci tocca andare al market per fare spesa per tutte le cibarie che serviranno nei giorni successivi (nella savana non troveremo dei market), ma quando finisce questa giornata! ‘Scortati’ dal nostro cuoco Samuel (ribattezzato “arbre magique” per il gradevole profumo ascellare che emana durante tutto il nostro soggiorno) raggiungiamo il primo negozietto di alimentari, ovviamente non uno a caso, ma quello “consigliato” dal nostro arbre magique! E qui inizia un’altra interminabile conclave… definire le cose e le quantità da prendere per tutti i giorni successivi per un totale di 13 persone (si perché bisogna sfamare anche i 2 drivers e il cuoco) risulta essere un’impresa davvero eroica, considerato poi anche che non siamo proprio freschi come rose! Samuel incita a comprare tutto quello che pare a lui, in quantità esorbitanti… palesemente d’accordo col “titolare” della baracca. Nel frattempo, acquistiamo (in autonomia) formaggini e pane in un altro piccolo market a poca distanza da lì e “adagiati” su un muretto di un marciapiede trangugiamo queste fantastiche leccornie come fossero lasagne o prelibate tagliatelle al ragù! Mai sofferta la fame in questo modo! Dopo interminabili ore di attesa, di cui approfittiamo anche per acquistare uno spumante per Capodanno, questa spesa “epica” volge finalmente al termine! Stramazzati, aspettiamo che i nostri valorosi eroi carichino le jeep; il nostro Samuel annuncia che dobbiamo ultimare la spesa e fermarci ancora per acquistare frutta e verdura. Poiché in tutto questo frullo c’è anche in programma di arrivare al Tarangire Park prima della chiusura (ore 18), chiediamo a Samuel di “accollarsi” questo incarico e noi procediamo coi nostri drivers verso il Tarangire. Lungo la strada si intravedono le prime casupole di fango dei masai e autentici volti “addobbati” a seconda delle loro tradizioni; la stanchezza si fa sentire e i miei occhi faticano a stare aperti, ma sono così entusiasta di essere dove sono da vincere ogni tentazione di sonno. Hamisi, nostro autista, si sofferma per una breve tappa lungo la strada dove si svolge un mercato all’aperto di frutta e verdura… un’ infinita molteplicità di colori, folklore, volti che scrutano curiosi la nostra presenza nel loro habitat… nessuno si fa fotografare se non dietro rilascio di soldi! Finalmente arriviamo alla nostra destinazione finale: Tarantire National Park. Peccato siano già passate le 16 e alle 18 il parco chiude. Il parco è punteggiato di imponenti baobab, meriterebbe un’esplorazione molto più accurata, ma il tempo a nostra disposizione è davvero poco! Rimaniamo estasiati da tanta bellezza malgrado si tratti davvero di uno speedytour! Avvistiamo elefanti, facoceri, gazzelle di Thomson, uno sciacallo e la “fortuna dei principianti” ci consente di ammirare anche magnifici leoni proprio lì difronte ai nostri occhi quasi come se avessero voluto gratificarci per la fatica fatta per arrivare fin lì. Completamente storditi dal sonno e dalla stanchezza, raggiungiamo il villaggio di Mto Wa Mbu (in swahili = fiume delle zanzare) dove si trova il camping (Wild Fig Camp and Lodge) presso il quale è previsto il nostro primo pernottamento in tenda. All’improvviso viene giù un furioso scroscio d’acqua che, abbinato alle nostre pessime condizioni fisiche, ci fa desistere dal montare le tende e ci spinge a “rifugiarci” per la notte nelle camere del Lodge ($5 a testa). Dopo aver trangugiato zuppa, riso e pollo, preparati dal nostro arbre magique, ci adagiamo nei comodi letti del lodge, tutti protetti da zanzariere (il nome del villaggio non è stato battezzato a caso e lo appuriamo ben presto!!) e ci abbandoniamo ad un sogno rigeneratore.
31/12/2013
Dormo di sasso in un sonno profondo intervallato solo da qualche puntura di zanzare che approfittano di qualunque “lembo” scoperto per ciucciarmi un pò di sangue…..d’altronde siamo nel fiume delle zanzare… speriamo solo di non beccare la malaria! Dopo la nostra prima colazione a base di thè, pan carré e chimica (marmellata fluorescente), faccio due passi nel villaggio di Mto Wa Mbu alimentato dal fiume da cui prende il nome; è un villaggio masai situato sulle sponde del Lago Manyara ed è un importante centro di produzione di banane che si scorgono ovunque ai lati delle strade. È un piccolo villaggio piuttosto squallido, ma in questo squallore scorgo una valle sconfinata di sorrisi di alcuni bimbi che, incuriositi dalla mia presenza, si avvicinano intimoriti donandomi calore e sorrisi. Qualcuno conosce un pò di inglese e ha voglia di scambiare due chiacchiere; gli chiedo i loro nomi e scatto alcune foto. Intanto assaporo l’Africa! Dopo un bel pò ripartiamo alla volta del Ngorongoro per la nostra prima giornata di safari. Sono affascinata dall’idea di immergermi in questo nuovo mondo! Facciamo una sosta al villaggio di Karatu per un’ulteriore scorta di viveri (sembra si tratta di una spedizione transfrontaliera!). Facciamo un salto al mercato di frutta e verdura dove volti e variopinte bancarelle addobbano gli spazi circostanti; un tripudio di sapori, profumi, volti, colori, il tutto ambientato su una terra dal colore rosso acceso, polverosa e decisamente affascinante! L’ipotetico quarto d’ora di sosta si tramuta in una lunga attesa al termine della quale prendiamo possesso delle nostre jeep e ci dirigiamo verso la nostra destinazione. Arrivati al camping Ngorongoro Public Campsite montiamo le tende appena prima di un improvviso temporale che ci costringe a ripararci all’ interno dell’unica struttura semicoperta presente all’interno dell’area. Dovrebbe essere la stagione delle brevi piogge, in realtà la pioggia si protrae a lungo ed è piuttosto intensa! Non appena la pioggia diventa più clemente, ci incamminiamo con le nostre jeep all’ interno del cratere. Il paesaggio è davvero suggestivo….un’ampia area di ecosistemi correlati tra loro, tra cui gli altopiani del Cratere e vaste zone di pianura, praterie, boscaglia e foreste.
L’intera Ngorongoro Conservation Area, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, copre circa 8300 Kmq di territorio. Ci soffermiamo al view point da cui spazia una vista immensa sul cratere e i laghi alcalini di Ndutu e Masek, mentre a est dell’area protetta si estende una striscia di terra costellata da Crateri e caldere (coni vulcanici sprofondati). Con i suoi spettacolari ed eterei paesaggi verdazzurri e con i suoi 20 km circa di ampiezza, il Cratere è una delle caldere più vaste al mondo. I leoni, gli elefanti, i babbuini, i bufali e gli erbivori delle pianure come gli gnu, le gazzelle di Thomson, le zebra e le antilopi pascolano e si aggirano tra le praterie, i terreni paludosi e le foreste che si trovano sul fondo del cratere. Oramai non esiste più nulla intorno a noi tranne che la natura! Ci soffermiamo in un’area “ristoro” per consumare il nostro pranzo a base di uova alla coque, pollo fritto e puncake preparati da Samuel. Nel pomeriggio ci dirigiamo verso la base del cratere, una prateria sconfinata con vegetazione bassa puntellata di zebre, gnu e gazzelle di Thomson. All’improvviso si apre ai nostri occhi una scena meravigliosa: quasi increduli, assistiamo all’accoppiamento di due leoni…..Hamisi spiega che per 3 giorni consecutivi i leoni si accoppiano agni 15 minuti circa per una durata complessiva di 2 secondi per ogni amplesso. Beh per la quantità sono da invidiare, ma non certo per la qualità…la scena della leonessa che “stramazza” al suolo dopo l’accoppiamento crogiolandosi con la pancia in aria quasi come se stesse cercando di essere coccolata dal suo compagno mi lascia davvero senza parole… una tenerezza infinita! Estasiati da questa scenografia meravigliosa, sempre a bocca aperta con il cuore pieno di gioia, ammiriamo lo scenario circostante…..spazi infiniti, vegetazione bassa, prateria sconfinata e sulla scena ancora zebre, facoceri, gazzelle di Thomson, elefanti e ancora leoni… Rientriamo al camping, ormai sommerso da tende in ogni angolo disponibile….sembra di essere al parco giochi, tutti allegramente rumorosi……c’è talmente tanta gente che ci vediamo costretti a cenare in piedi per la mancanza di sedie. Ci apprestiamo così a preparare i nostri festeggiamenti per la notte di capodanno e nel frattempo trangugiamo la Samusoup bevendo da tazze, piatti, bicchieri…solo più tardi recuperiamo alcune sedie e continuiamo il nostro cenone comodamente seduti! Accompagnati dal folklore di alcuni neozelandesi decisamente sbronzi, festeggiamo il nostro Capodanno alle ore 22:30 (ora locale; in realtà per rispettare l’orario italiano avremmo dovuto attendere le 2); brindiamo in compagnia di un altro gruppo di Avventure (Gruppo Kilimangiaro) sollazzandoci con spumante e stelle filanti che accendiamo come buon auspicio per il nuovo anno! Speriamo lo sia davvero… piove a dirotto, ragion per cui ci soffermiamo ancora nell’ unico spazio coperto del camping, prima di raggiungere le nostre tende, in attesa che spiova. Raggiunte le nostre tende, Aurelio e Mary scoprono di avere la loro tenda allegata (non hanno montato il copritenda, che geni!!) per cui, su iniziativa di Ilaria, gli cedo la mia e mi faccio ospitare da Marzia. Col senno di poi posso dire che è stata una delle cose più belle che mi sia capitata proprio all’inizio di questo nuovo anno!! L’inizio di un bellissimo rapporto di amicizia! Prima di abbandonarmi al tanto atteso riposo, scambio due chiacchiere con la mia compagna di tenda e ci lasciamo coccolare dalla romantica pioggia che incessante viene giù… devo ammettere che trascorrere il Capodanno al Ngorongoro a 2200 metri di altitudine, dormendo in tenda coccolata dal suono della pioggia, è davvero un’esperienza indimenticabile!
01/01/2014 “Happy new year”!
Sveglia all’alba e smontaggio tende! Subito dopo colazione si parte alla volta del Serengeti National Park. Qui alle soglie dell’equatore le giornate iniziano alle 6 (per noi anche prima) e finiscono alle 18:30. Lo spostamento verso il Serengeti è incredibile…fino a poco tempo prima si incontrano colline, alberi, arbusti di ogni genere, poi di punto in bianco tutto diventa piatto, vasto….km e km di nulla! Tanto per rendere l’ idea, il confine tra il Parco del Ngorongoro e il Parco del Serengeti è segnato da due alberi con un cartello al centro, in mezzo ad un orizzonte piatto a 360°….il nulla, quel nulla che ti dà tanto e ti fa percepire la magnifica sensazione di trovarti nel posto giusto! Di tanto da in tanto si vedono in giro i masai, dediti al pascolo con abiti rigorosamente colorati e folkloristici orecchini penzolanti….qualcuno si avvicina per vendere braccialetti o collane, ma sono tutti molti diffidenti con viso piuttosto crucciato e refrattari a farsi fotografare; ma l’Africa è anche questa…..essere presi dalla tentazione di immortalare quei volti, alcuni particolarmente addobbati a seguito della circoncisione, e avere la capacità di resistere a quella tentazione per rispetto alle persone del luogo. Appena all’interno del parco avvistiamo una iena incinta che si crogiola a fatica nel fango; branchi di zebre, giraffe, bufali, gnu, impala, ippopotami, elefante in modalità “barzotto”, uno stercorario e, in lontananza, la splendida sagoma di un elegante ghepardo. Due le scene più appaganti di tutta la giornata: la prima in assoluto, un branco di 10 leoncini preceduti dalla tenera leonessa che attraversano la strada proprio a poco passi dalla nostra jeep; basterebbe allungare la mano per accarezzarli e la tentazione è così forte da farci quasi dimenticare che si tratta pur sempre di leoni e non di teneri peluche! La seconda: la ” messa in sicurezza” di una gazzella, ormai priva di vita, catturata da un abile leopardo intento a portare su in alto ad un albero la preda appena ammazzata per tenerla lontana da eventuali altri predatori. Le guide all’interno del parco sono in contatto tra loro tramite delle radio trasmittenti in modo da segnalarsi eventuali imperdibili avvistamenti. Estasiati da così tanta bellezza, continuando a respirare l’aria africana, avvolti da un’estrema sensazione di pace e tranquillità interiore, raggiungiamo il Seronera Campsite dove, in mattinata, abbiamo montato le nostre tende e dove trascorreremo la nostra seconda notte. Eliminiamo la polvere accumulata in questi due giorni con una rapida doccia approfittando del fatto che i bagni sono molto puliti e spaziosi (chiaramente c’è da fare la fila perché le docce sono solo due e il camping è strapieno di gente!). All’orario di cena approfittiamo della ressa presente nella sala al coperto del camping (stessa scena della serata precedente, senza tavolo, nè sedie) per cenare, a lume di candela, sotto lo splendido cielo stellato del Serengeti… bellissima esperienza! Samuel ci sorprende con un’ ottima cena a base di zuppa (as usual), pollo al pomodoro (credo) con patate fritte e un’ insalatona di cetrioli, cipolle, cavoli e avocado (la frutta non ci spetta stasera perché ci siamo già saziati con l’ avocado all’interno dell’insalata!). Sedotti dal magnifico cielo stellato crolliamo in un sonno profondo!!
02/01/2014
Stamane sveglia alle 6; si parte per un safari all’alba (al rientro, in tarda mattinata, ci occupiamo di smontare le tende). Essere avvolti dalla calda luce dell’ alba nella savana del Serengeti è davvero un’esperienza unica. Appena fuori dal camping avvistiamo alcuni leoni che dominano la scena dall’alto crogiolandosi al timido sole dell’alba. Tante giraffe, sinuose ed eleganti, elefanti e, scena dominante, l’avvistamento di uno splendido leopardo appollaiato sul tronco di un albero. Siamo a pochi metri di distanza, sembra un tenero trudi in attesa di coccole, affascinante, estremamente elegante…..a me fa tenerezza e, come per altri animali all’ interno del parco, mi viene voglia di accarezzarlo…scatti, tanti e ancora di più per immortalare questo splendido peluche che, incurante della nostra presenza, domina imponente la scena. È proprio un lucky safari il nostro, lo conferma anche il nostro driver Robert. Con gli occhi ancora carichi di meraviglia, dopo aver smontato le tende e appagato il nostro stomaco con un lauto pranzo, ci mettiamo in viaggio per raggiungere il Lobo Campsite dove dormiremo. Anche oggi un’acquazzone torrenziale si abbatte su di noi….qui è come vivere le 4 stagioni in un’unica giornata; al mattino è primavera, al pomeriggio estate, la sera è autunno, la notte è inverno. Lungo la strada incrociamo ancora splendidi paesaggi, sì perché l’Africa ragazzi non è solo animali, ma colori, scene, volti, atmosfere…..è tutto questo il famigerato Mal d’Africa che inevitabilmente ti prende al rientro in Italia. Arrivati al camping montiano le nostre tende in uno scenario straordinariamente fantastico….uno spiazzo ampio a cielo aperto dominato dal verso dei babbuini e uccelli vari che dominano questa vallata immensa! Custodiamo gelosamente polvere e sudore accumulata durante il giorno dal momento che i bagni sono davvero squallidi e privi di acqua calda; siamo a 1800 metri di altitudine e nessuno vuole rischiare di ammalarsi! Qui incrociamo anche l’altro gruppo di Avventure (Kilimangiaro) con cui scambiano piacevoli conversazioni in attesa dell’epica cena che il nostro Samuel si appresta a preparare. L’attesa più lunga della nostra vita; all’interno dell’aria coperta non esiste la luce per cui aiutiamo il nostro cuoco concedendogli, a tratti, la luce delle nostre torce frontali. Trangugiamo la solita Samusoup e da lì ore di attesa per il resto della cena (un mix di verdure con platani e pollo fritto). Malgrado l’interminabile attesa acuita dalla nostra stanchezza, ci godiamo quest’ atmosfera venutasi a creare all’interno della sala…candele accese sui tavoli, gruppi di persone intenti a chiacchierare…..insomma una lunghissima attesa ben mitigata dall’esclusiva convivialità venutasi a creare in questo posto magico…freddo, senza luce, ma unico! Altro che cellulari, tablet, fb o chat varie….in un posto cosi squallido e freddo si tessono relazioni sociali tra perfetti sconosciuti accomunati dall’ unico desiderio di stare bene assaporando ogni singolo momento. A bocca aperta ammiriamo lo splendido cielo stellato che si apre sulle nostre teste e con il Cuore pieno di gioia ci abbandoniamo alle braccia di Morfeo.
03/01/2014
Sveglia alle 05:30; ci godiamo la calda luce dell’alba e, dopo aver rismontato le tende, ripartiamo verso il Lago Natron. La giornata sembra iniziare alla grande! Il nostro autista Robert avvista i licaoni (caratterizzati da splendido manto ricoperto da disegni unici). Robert ci fa notare che è davvero raro poterli vedere (lui dice che da circa 10 anni di lavoro come guida non gli era più capitato di vederne). Osservo il paesaggio circostante…il tempo sembra essersi fermato nelle vaste pianure del Serengeti. Penso che sia davvero un privilegio affacciarsi su questo mondo vasto e selvaggio….speriamo solo possa non cambiare mai! Il panorama spazia da praterie ondulate punteggiate da solitarie acacie a zone dominate da grosse piante grasse, fino a paesaggi desertici con canyon e terra rossastra… che meraviglia ragazzi! L’avvistamento dei licaoni non sembra portarci tanta fortuna…..all’improvviso siamo costretti a fare una lunga sosta in prossimità di un ponte perché un camion che trasporta sacchi di mais è rimasto impantanato nel fango. Questo momento che, inizialmente sembra tragico, si tramuta in un vero e proprio spettacolo (per noi) esilarante! Sono bloccate anche tutte le altre jeep che ci hanno preceduto; Un’unica comunità in attesa di essere liberata! Nel frattempo alcuni masai, incuriositi dalla nostra presenza, si avvicinano alle jeep; Roby e Ale regalano penne e quaderni portati dall’Italia ai bambini masai, ma all’improvviso spuntano i loro padri che in maniera piuttosto selvaggia e incattivita ci fanno capire che vogliono tenere debite distanze (ci fanno notare che sono tutti Dotati di coltelli per difendersi, anche i bambini!). Recepito il messaggio ce ne guardiamo bene dal fare foto; approfittiamo per fare colazione e attendiamo fiduciosi lo sgombero della strada. Dopo un paio di ore circa, grazie ad una stretta collaborazione di tutte le persone presenti, incoraggiate dall’assistenza di noi pubblico, ci rimettiamo in cammino verso la nostra destinazione finale. Nei pressi del villaggio di Wasso facciamo un breve pipistop e anche qui osserviamo le solite casupole di fango addobbate dagli innumerevoli colori degli abiti indossati dai masai.
Oggi il viaggio è davvero lungo (circa 6 ore); la strada interrotta ha ulteriormente allungato le tempistiche di viaggio, ma siamo tutti così contenti di essere proprio lì dove siamo tanto da investire il nostro tempo intonando canzoni dei cartoni animati (e non solo) dei nostri tempi! Ricordando una canzone dei Ricchi & Poveri rimaniamo ” folgorati” da un’ idea brillante… inventare una canzone da dedicare ai nostri compagni di viaggio (che sono nell’altra jeep) da cantare a sorpresa la sera stessa…. Partoriamo il testo….una sorta di narrazione dei momenti più salienti di questo viaggio che diventerà poi il tormentone del nostro “Hot Discovery”… che fenomeni! Dopo aver attraversato un’area circondata da grandi canyon e terra rossastra, ci immergiamo nella meravigliosa Rift Valley dominata dall’ancora attivo Ol Doinyo Lengai (“Monte di Dio” in lingua masai, 2878 m). Si tratta del vulcano di formazione più recente che si trova nell’area, ed è ancora attivo. Sembra quasi un paesaggio desertico, affascinante, solitario e silenzioso… Oggi fa davvero caldo e c’è un’elevata umidità nell’aria. Montiano le tende al Natron Campsite e ci incamminiamo per un trekking verso le cascate (di cui non ricordo il nome) cercando di barcamenarci tra gruppi di bimbetti e ragazzine che propongono di venderci orecchini e bracciali attaccandosi ad ogni parte del corpo in maniera piuttosto insistente… guarda caso si chiamano tutte Anna o Sara….vabbè è vero che sono un pò fastidiose, ma alla fine se le prendi un pò allegramente sono simpatiche e molto dolci e allietano il nostro ingresso alle cascate con i loro sorrisi innocenti. Circa un’ora di passeggiata in mezzo a montagne e corsi d’acqua, guadiamo il fiume e arrivati a destino ci immergiamo nell’acqua rinfrescante che viene giù dalle cascate….il getto è talmente forte che si rischia di essere spinti contro la roccia per cui bisogna prestare attenzione! Con questa calura il bagno nelle cascate risulta davvero rigenerante! Fantastico è proprio quello che ci voleva!
Torniamo a valle dove veniamo nuovamente circondati dai “giovani venditori di gioielli”, attraversiamo, questa incantevole valle di sorrisi e, indenni, rientriamo al camping. Stasera abbiamo invitato a cena i ragazzi del gruppo Kilimangiaro; Samuel ha preparato anche per loro una fantastica zuppa (e non solo), loro, di contro, ci offrono parmigiano e birra. Niente male questo ballottaggio!! Alzo gli occhi al cielo e sgorgo una spettacolare distesa di stelle. Prendiamo i sacchi a pelo e ci distendiamo sul campo davanti alle nostre tende per ammirare questo silenzioso spettacolo a cielo aperto accompagnato dal raglio di qualche asino….siamo estasiati da questa naturale bellezza! Decidiamo di interrompere questa magia solo perché domattina abbiamo la sveglia alle 05:00! Buona notte!
04/01/2014
Ripartiamo col nostro cronico ritardo alla volta del Lake Manyara National Park. Dalla nostra jeep ci godiamo lo spettacolo meraviglioso che offre la Rift Valley…davvero incantevole! Un magnifico quadretto con colori pastello dipinti nell’aria, sullo sfondo l’Ol Doinyo Lengai, vegetazione bassa, zebre e masai al pascolo, poi il nulla e il nulla ancora! Siamo costretti a fermarci al villaggio di Engaluka per la presenza di una sorta di gate per sbrigare le formalità del caso! Devo ammettere col senno di poi che si è rivelata l’esperienza più vivificante di questo viaggio! Bruna, che ha precedentemente fatto esperienze di volontariato in Burkina, ha portato dall’Italia dei palloncini colorati da regalare ai bambini…. approfittiamo della sosta per scendere dalle jeep e mescolarci alla folla di bimbi che hanno preso d’assalto le nostre auto, appena arrivati. Le emozioni sono molto forti…. gonfiamo per loro questi strani “aggeggi” colorati e rimaniamo incantati dallo stupore che si scorge nei loro occhi…. è commuovente vederli sorpresi difronte a un oggetto così semplice e banale per noi, eppure emettono urla di gioia e si accalcano l’un l’altro per tentare di accaparrarsene uno….gli occhi parlanti, il sorriso innocente, lo sguardo timidamente diffidente, ma intenso, la curiosità, la semplicità di ogni gesto…..è questo quello che ti rimane dentro dell’Africa! Qualcuno prova ad imitare i nostri gesti e tenta di gonfiare un palloncino, ma non riesce perchè non capisce come si fa….che tenerezza, ragazzi! La pochezza di un gesto che pure ti dà tanto! A malincuore lasciamo il piccolo vivace villaggio di Engaluka e ci dirigiamo verso il Lake Manyara National Park. Quest’ultimo è uno dei parchi più sottovalutati della Tanzania, ma devo ammettere che, anche se non possiede la spettacolarità e la varietà di specie animali di altre aree protette, ha molto da offrire. Nonostante le piccole dimensioni del parco la vegetazione è molto variata, e presenta tratti di savana, paludi e foreste di acacia che danno luogo ad habitat notevolmente diversificati. A mio parere, merita comunque una visita! Dopo una fugace pausa pranzo al Wild Fig Camp di Mto Wa Mbu, ripartiamo alla volta di Arusha dove arriviamo dopo circa altre due ore di viaggio! All’Arusha Tourist Inn (dove pernotteremo) salutiamo definitivamente i nostri drivers e prendiamo possesso delle nostre “lussuose” camere, dopo essere stati accolti da un mango drink di benvenuto!
Il nostro viaggio, ahimè, sta per volgere al termine, prepariamo i nostri zaini in previsione della partenza di domani verso Nairobi e alle 19 ci ritroviamo col gruppo “Kilimangiaro” per cenare insieme al Ristorante Khan. Approfittiamo di questo momento per cantare nuovamente ai nostri compagni di viaggio la canzone “Ta ta ta ta Tanzania….” concepita proprio per loro e questa volta registriamo anche il video dall’inizio alla fine. Dopo cena ci concediamo una birra sulla terrazza del “Jamai Hamal” e poi tutti a nanna, dopo aver attraversato le caotiche buie strade di Arusha… che casino! Ho ancora tanta voglia di chiacchierare forse consapevole del fatto che sia l’ultima sera con la mia cara “sorellina”, compagna di avventura, dalla quale, a breve dovrò separarmi. Ci siamo trovate proprio bene e credo che il distacco sarà davvero “letale”! Marzietta mi mancherai tanto tanto!
05/01/2014
Sveglia ore 7, colazione e partenza per Nairobi. Siamo tutti ancora assonnati e con poca voglia di chiacchierare, ma forse tutto questo è proprio dovuto al fatto che stiamo quasi per separarci definitivamente e ne siamo consapevoli… che tristezza! Lasciamo la Tanzania e entriamo in Kenya, dove, dopo aver sbrigato le formalità doganali (anche qui prendono le impronte digitali), facciamo una breve sosta al “Paradise Market” per il pranzo. Durante il tragitto verso l’aeroporto ricantiamo il tormentone di questo viaggio che suscita in me, a mio stupore, notevole commozione con lacrimuccia annessa!! Siamo già in crisi di astinenza da “noi” e ancora dobbiamo separarci….decidiamo così di “battezzare” subito delle date per ritrovarci da lì a poco (dopo due settimane ci ritroviamo tutti a Firenze, ospiti di Roby, ad eccezione di Ale & Manu che saranno presenti solo col cuore!). Alle ore 14:30 arriviamo a Nairobi (da Arusha a Nairobi sono circa 5 ore di autobus) e alle 17:30 ci imbarchiamo per Doha, dove faremo scalo prima di imbarcarci per Roma.
06/01/2014
Ore 06:30 arriviamo a Fiumicino, dopo non so quante ore di viaggio, di aeroporti e ore di sonno perse, ma non importa, siamo stati bene, abbiamo chiacchierato tanto, ci siamo “messi a nudo” e, in qualche modo, abbiamo ritrovato noi stessi! Grandi abbracci e ancora tante lacrime, torno con la consapevolezza di aver trovato nuovi amici, di essere stata bene e in pace con me stessa e questo non è poco. Da Roma Fiumicino prendo il treno per Tiburtina, dove incontro poi il mio amico Marco (che ha viaggiato con me in Patagonia). Un saluto, quattro chiacchiere e da qui autobus per Bologna, mia destinazione finale! Approfitto del lungo viaggio in autobus per imprimere le emozioni che sento, ma non è semplice! Mi tornano alle mente tutti i momenti salienti di questo mio primo viaggio in Africa: compagni di viaggio unici, momenti intensi, sorrisi, lacrime… ma quante emozioni! Un viaggio meraviglioso, l’inizio di un nuovo percorso di vita, il tutto ambientato in un contesto scenografico di una semplice naturale bellezza.
Non dimenticherò mai:
★ lo sguardo intenso e naturalmente espressivo del ragazzino del villaggio di Engaluka accompagnato da un sorriso diffidente appena accennato;
★ le urla di gioia dei bimbi masai al passaggio delle nostre jeep;
★ l’incredulità dei bimbi del villaggio di Engaluka nel tentare di identificare i palloncini colorati in volo e il loro impegno per gonfiarli;
★ l’immensa distesa delle pianure del Serengeti;
★ i colori pastello dipinti nelle vaste aree del Ngorongoro;
★ le luci, i suoni, i colori, i cieli stellati, le atmosfere, le sensazioni uniche e irripetibili!
Voglio dedicare ai miei compagni di viaggio queste ultime pagine del diario:
sto rientrando da un viaggio, un viaggio un po’ diverso, non il solito viaggio, ma un viaggio dell’anima”… questa volta nessun sito archeologico, nessuna grande città, nessuna chiesa, né museo, ma un tripudio di emozioni semplici e sincere… sorrisi, lacrime, la genuinità dei sentimenti condivisi con persone altrettanto semplici e sincere! Un arricchimento dell’anima e dello spirito, un grande viaggio interiore! Ringrazio i miei compagni di viaggio per avermi dato la possibilità di vivere tutto questo e ripartire alla grande per un nuovo viaggio in questa vita che scorre.
“Hakuna matata”
va.bellantuono@gmail.com