Viaggio in Sud Africa e Svaziland

VIAGGIO 2006, SUD AFRICA - SWAZILAND Il mio viaggio quest’ anno inizia sabato 29 Luglio partendo da Torino Caselle da sola. 30/7/2006 : Arrivata a Johannesburg vado nel Backpack che mi ero prenotata. 31/07/2006: Ore 5 del mattino partenza per il Safari al Kruger Park. La guida del tour si chiama Harry, un ragazzo di 38 anni di Johannesburg,...
Scritto da: ritin
viaggio in sud africa e svaziland
Partenza il: 29/07/2006
Ritorno il: 18/08/2006
Viaggiatori: da solo
Spesa: 2000 €
VIAGGIO 2006, SUD AFRICA – SWAZILAND Il mio viaggio quest’ anno inizia sabato 29 Luglio partendo da Torino Caselle da sola.

30/7/2006 : Arrivata a Johannesburg vado nel Backpack che mi ero prenotata.

31/07/2006: Ore 5 del mattino partenza per il Safari al Kruger Park. La guida del tour si chiama Harry, un ragazzo di 38 anni di Johannesburg, il gruppetto è invece composto da 15 persone compresa me proveniente da diverse nazionalità (inglesi, danesi, irlandese, svizzero, tedesca e io). La prima tappa prevista è la città di Nelspruit ( capoluogo della regione del Mpumalanga). Facciamo sosta in uno spiazzale ricco di vari supermercati per fare rifornimento di cibarie varie, prima di partire per la nostra avventura. Io oltre che a comprare da bere mi rifornisco di un adattatore di corrente visto che le prese sono completamente diverse dalle nostre.

Il Kruger Park è immensamente grande, così iniziamo la nostra avventura per cercare di vedere qualche animale ed emozionarci. La sera dopo un meraviglioso tramonto…Già, l’Africa la si sceglie anche per i meravigliosi tramonti che la natura ti regala avvolgendoti in questa dimensione oserei dire magica. La sera dopo aver avvistato qualcuno dei Big Five siamo andati al nostro campeggio per preparaci per la notte. Il campeggio è fornito di tende già accampate con lettino e materasso, condivido la mia con una ragazza tedesca, Silka. La serata prosegue poi con una cena attorno al fuoco dove a gruppetti di 3 si aiuta la guida per la preparazione della cena e del lavaggio piatti. Dopo cena sempre intorno al fuoco chiacchieriamo un po’ anche per conoscerci fra di noi.

01/08/2006: Sveglia alle 5 del mattina e dopo un caffé o te veloce, partiamo per vedere gli animali, specialmente al mattino presto o al tramonto se ne vedono molti. Il primo avvistato è stato il Leopardo…Che emozione, visto che non mi era mai capitato di vederlo prima di allora. Successivamente ne abbiamo visti talmente tanti tra Elefanti, Giraffe, Zebre, Bufali, Gnu,, Scimpanzè, Gorilla, Ippopotami, Impala ecc. La serata è stata trascorsa nuovamente in campeggio con cena intorno al fuoco e nottata in tenda.

02/08/2006: Sveglia sempre alle 5 del mattino, e poi in giro per vedere nuovamente animali e nell’attesa di vedere soprattutto: i Leoni. Finalmente dopo tanti splendidi animali, avvistiamo vicinissimi 4 Leonesse e 1 Leone giovane, è stata per me veramente una grande emozione, uno scambio di sguardi indimenticabili,noi guardavamo loro e loro guardavano noi anche se ogni tanto sembrava che volessero accucciarsi. Verso le 20.00 ritorniamo al lodge, anche se sembrava notte profonda… Una notte immersa nei vari suoni degli animali. Dopo cena assistiamo a delle danze Zulu eseguite dalla gente dei villaggi vicini, venuti lì per lavorare (avevo letto in un testo che in questa regione anche nel periodo dell’Apartheid veniva dato del lavoro ai neri). E’ sempre un’emozione vedere delle danze dove vengono rappresentate danze degli antenati, delle tradizioni millenarie trasmesse da padre in figlio ed è anche un modo per entrare in sintonia con le tradizioni culturali di questo popolo.

03/08/2006 :Sveglia alle 05.30 di mattino, siamo andati a fare un Safari a piedi, la guida ci ha spiegato la vegetazione e di cosa si nutrono determinati animali, le orme, e altre cose interessanti sempre inerenti. Al ritorno ci siamo fermati al Lodge per fare colazione e successivamente siamo partiti dal Limpopo per andare a vedere il Blyde River Canyon (il 3° canyon più grande del mondo come estensione ed il nome Blyde River significa “Fiume della Gioia”). Il paesaggio è spettacolare, vediamo le tre Rondawel (che sono rocce con la forma delle Rondawel – le abitazione tipiche degli Zulu e degli Xsosa). La sera siamo ritornati al Backpacker alle 21.00 stanchi morti, però penso tutti soddisfatti dai 4 giorni di tour. Finisco la serata con una cena assieme ai miei compagni di tour.

04/08/2006: Ho partecipato ad un tour per visitare la Township di Soweto.

Soweto è situata a 30km da Johannesbrug (o pronunciato Johannesberg oppure in modo confidenziale Joburg, o Egoli secondo gli Zulu: che significa città dell’oro), città dove vivono la maggior parte dei neri. Il gruppetto formatosi è molto carino e a sensazione sento che sono molto affini a me. Il gruppo è composto da una ragazza di Berlino, che parla bene l’italiano in quanto abita a Firenze, 1 coppia statunitense e una signora con i 2 figli svedesi. Sia la signora svedese che la ragazza di Berlino sono venute in Sud Africa in occasione di un convegno di sociologia sulle società multirazziali, che era stato fatto a Durban la settimana prima. La ragazza di Berlino mi diceva che lei aveva vissuto nella Township di Durban e che c’erano ancora tante persone che vivevano in baracche abusivamente con delle situazioni ancora difficili nonostante l’Apartheid sia finita. La nostra guida nera ci ha fatto vedere il pass, che tutti i neri dovevano sempre portare con se nel periodo di Apartheid, altrimenti dopo 2 volte in cui venivano trovati sprovvisti venivano messi in prigione( in questo documento non compariva da nessuna parte che erano cittadini Sud Africani, veniva solo messo in evidenza la tribù di appartenenza, i lavori eseguiti e se pagavano le tasse). La prima sosta che facciamo a Soweto (dapprima chiamata Orlando Est) è l’Hector Pieterson Museum.. Hector Pieterson era un ragazzo di 13 anni che è stato ucciso il 16 giugno 1976 assieme a molti altri. Purtroppo ucciso in occasione di una manifestazione di protesta pacifica degli studenti neri per le discriminazioni che continuamente venivano inflitte. Il museo è veramente interessante e ti viene veramente un nodo alla gola solamente a leggere tutto quello che è successo, vi sono nel museo numerose testimonianze dei familiari delle persone uccise e anche dei compagni che sono riusciti a sopravvivere. Visitiamo poi vari quartieri di Soweto, e ci fermiamo anche per vedere il mercato e l’interno di un’abitazione: la casa di Elisabeth Granny.

Elisabeth è una donna di circa settanta anni, ci ha raccontato di un po’ di cose della sua vita nel periodo dell’Apartheid, finisce poi di parlare dell’orrore che legge sui giornali in questo periodo sul Libano e di come la storia invece che insegnare purtroppo si ripete. Ci ha terminato poi la visita mostrandoci la sua raccolta di fotografie e cartoline delle persone che erano andate lì in tour precedenti. Al rientro dal nostro tour tutti quanti ci siamo fatti fermare nel Museo dell’Apartheid per poterlo visitare. Per la visita viene dato un pass( vi sono 2 pass:White and White not) differenti e un percorso separato .Proprio per far capire meglio la separazione razziali dell’epoca. Vale veramente la pena visitarlo per capire la storia del Sud Africa, l’unica cosa è che bisogna calcolare almeno 3- 4 ore perchè c’è veramente tanta documentazione, molte foto, filmati…Alcuni mi fanno venire un brivido perché mi ricordano di quando li vidi per la prima volta in televisione visto che ho 39 anni. Alla fine della giornata abbiamo preso un taxi e ci siamo fermati nel quartiere di Melville (una sorta di quartiere Bohemien) dove andiamo per negozi e librerie. Prima di tornare in albergo tutti insieme abbiamo deciso di fermarci a mangiare un boccone, l’unica cosa è che erano le 17,30 e per un italiana ,difficilmente a quella ora ha fame, però si possono sempre fare delle eccezioni. Alla sera nel mio letto pensavo che ero proprio contenta perché avevo trascorso una bella giornata e con le persone giuste.

05/08/2006: Oggi sono partita con il Baz bus per andare nello Swaziland.In pullman rincontro Silka con cui ho condiviso la tenda nei 4 giorni di Safari, così ci scambiamo notizie sull’itinerario .

06/08/2006: Conosco 2 ragazze tedesche con cui decidiamo di andare vedere assieme le danze tribali Swazi nel Cultural Village vicino alle Mantenga falls. Ad accoglierci c’è il capo villaggio:Albert, che ci fa vedere il villaggio, le loro abitazioni, l’abitazione del Sangoma (una specie di divinatore-medico). Entriamo nelle loro capanne e noto subito che la porticina d’ingresso è molto piccola proprio perché credendo nel culto degli antenati, per entrarvi bisogna chinarsi ed è una forma di rispetto nei confronti degli antenati. Per finire assistiamo alle bellissime danze che anche se in quel momento ci sono dei turisti si tratta però sempre di danze autentiche. Finite le danze ci siamo fermate in un ristorante per assaggiare le pietanze tipiche Swazi. Nel pomeriggio ho fatto un giro a piedi nel parco di Mlilwane per vedere altri animali.

07/08/2006: Sempre con le 2 ragazze tedesche (Jessica e Lena) siamo andate in giro con i minibus in giro per lo Swaziland andando a vedere il Museo Nazionale, il mercato di frutta e verdura e di artigianato. Nel tardo pomeriggio sono andata a chiacchierare con le cuoche che stavano preparando la cena all’aperto e così davanti al Poitjre pronunciato poichi (pentola di ghisa a 3 gambe) ci siamo messe a parlare scambiandoci ricette culinarie La sera l’ho trascorsa mangiando cena attorno al fuoco assieme agli altri backpackers.

08/08/2006: Ripreso il Baz Bbus per St lucia, dove rincontro Silka.

St. Lucia è un luogo dove l’estuario del fiume arriva al mare ed è ricco di ippopotami e coccodrilli, inoltre molte sono le persone che vanno lì per pescare. Arrivo nel pomeriggio dove prenoto un tour per vedere gli ippopotami e coccodrilli nell’estuario.

09/08/2006: Sveglia alle 4.15 del mattino per andare al parco Unfolozi/Hluhluwe . Questi due parchi sono attaccati solo che uno si trova a nord e l’altro a sud. Sono i parchi più vecchi del Sud Africa. Il mio gruppo è composto da sudafricani, malesiani e 2 ragazze belghe .Abbiamo visto molti animali e specialmente per la prima volta ho visto i Ghepardi, 6 per l’esattezza, una grossa percentuale visto che ve ne sono 30 in tutto e due le riserve. La sera al ritorno, mi preparo la cena nel cottage dove alloggio e poi a nanna, visto le frequenti levatacce.

10/08/2206: La mattinata è stata trascorsa in completo relax, per negozi, cartoline ecc. In posta ho incontrato una coppia di italiani che si era trasferita in Sud Africa da due anni, così ho chiacchierato con loro. Al ritorno fino che non è arrivato il Baz Bus ho chiacchierato con Debbie, la proprietaria del residence e mi dice che il 38% della popolazione è affetta da AIDS e che lei fa parte di un organizzazione per la prevenzione, però mi confessa purtroppo che la popolazione non previene molto. Nel pomeriggio arriva il Baz Bus che mi ferma ad Eshowe, il tragitto non è molto lungo circa 3 ore, faccio intanto amicizia con un ragazzo, Carl, inglese che anche lui si ferma per 4 giorni ad Eshowe. Arrivati ad Eshowe alloggio in Hotel. Mi viene assegnata la stanza numero 17 ed allora ho pensato subito che saranno sicuramente 4 giorni indimenticabili quelli avvenire ,visto che questo numero mi ha sempre portato bene. Incontro Graham Chennells, ex sindaco di Eshowe, che conosce a fondo gli Zulu di cui vuole mostrare la cultura odierna. . La prima cosa che mi viene in mente pensando a quest’ uomo e che mi disse che gli orari della giornata sono flessibili e soggetti a cambiamenti in quanto si tratta di vita reale, non finzione e non essendoci una programmazione della realtà, sono soggetti a cambiamenti e non uguali per tutti, ed inoltre che il tempo non è quello occidentale ma africano un po’ più flessibile. Questo mi è piaciuto moltissimo, era proprio quello che volevo sentire e vedere, difatti quando mesi prima avevo fatto ricerche via internet per farmi un itinerario, sono subito rimasta molto colpita dal suo sito. La sera mi sono preparata da mangiare e nel mentre che ero in cucina c’era una coppia di francesi di Grenoble e ci siamo messi a parlare del Sud Africa e di quale era la percezione che avevano avuto in merito, mi risposero che l’Apartheid è finita però restano ancora molti problemi, ma d’altronde è uno stato appena nato: nel 1994 e come ha scritto il suo leader Nelson Mandela su di se ma a pare mio è anche del paese il cammino è ancora lungo(anche se poi aggiungeva verso la libertà), io naturalmente faccio un grande tifo per loro. 11/08/2006: Alle ore 10 tempo africano,arriva qualche minuto dopo la mia guida, Victor Mdluli, mi viene a prendere dal suo villaggio e non essendoci molti minibus fa un po’ più di fatica nell’arrivare e poi deve farsi anche un bel pezzo a piedi…Ecco ora capisco subito cosa significa tempo africano. Victor è un ragazzo di 38 anni che dimostra di più della sua età.

La prima tappa che facciamo è Il Vukani Craft Center uno spazio espositivo che fa capo alle missioni e vende i prodotti artigianali autentici Zulu fatti a mano da persone che vivono nei villaggi. La parola Vukani significa: svegliati e vai. Il Vukani ha iniziato il suo operato nel 1972 grazie a una missione svedese nel KwaZulu è adesso un’associazione non-profit che fa capo ad un gruppo di artigiani. Il Vukani è stato formato per coordinare gli aiuti attraverso prodotti di artigianato in una zona rurale, lo Zululand, dove le opportunità di occupazione sono molto limitate, però sfruttando il talento naturale di alcune persone e le risorse esistenti tenta attraverso questo progetto di aumentare le entrate di famiglie Zulu. All’ interno di questo spazio espositivo c’è Gabriel, un signore veramente delizioso che è un’addetto al controllo di qualità di questi oggetti. Con lui inizio a chiacchierare e mi racconta che la maggior parte di questi oggetti vengono effettuati dalle donne. Mi spiega inoltre che all’inizio venivano fatti all’insaputa degli uomini che erano fuori dal villaggio a Joburg per lavorare nelle miniere(perché da questi considerato un disonore che la propria donna dovesse lavorare per mantenere la famiglia), per cui al loro ritorno a casa dovevano imboscare tutto per non farsi scoprire. Oggi in realtà la situazione fortunatamente è cambiata per cui possono lavorare apertamente, anzi i loro mariti ne vanno fieri. Insieme con Victor andiamo poi al mercato, in realtà non c’è un concetto di mercato come lo intendiamo noi, ci sono delle piccole postazioni per vendere frutta o verdura, sono per lo più signore che vendono pochissimi prodotti. In questa piazza c’è anche il punto di partenza e di arrivo dei taxi e minibus per i villaggi più fortunati, già ,ci sono ancora molti villaggi che sono senza vie di comunicazione. Le persone che incontriamo sono incuriosite nel vedermi così mi presenta come sua sorella, ma nonostante tutto inizia su di me una trattativa per sposarmi (quante vacche?).

Al mercato vediamo anche un recinto dove sono tenute le pecore e le capre. Victor mi dice che per comprare una pecora servono dai 500 e 600 Rand e viene usata principalmente per rifornimento della lana o per sacrifici, ma l’animale usato per questi riti per eccellenza è la capra che costa circa 700Rand. Della capra viene usato tutto per il sacrifico per le cerimonie, e le pelli vengono usate per fare varie cose: bracciali, gonne, coperte, vengono anche usate in caso di sepoltura di un morto. A proposito Victor mi dice che quando muoiono soprattutto persone anziane viene uccisa una vacca e una capra e ne viene mangiata la carne, poi gli uomini tutti assieme bevono la birra, invece le pelli vengono usate per coprire il defunto per poi seppellirlo nel loro pezzo di terra. Lasciato il mercato siamo andati in una costruzione donata da un bianco alla comunità nera, per dare la possibilità ai neri di mettere su dei propri negozi. Siamo poi successivamente andati a vedere un negozio: la loro farmacia.. La maggior parte delle cose che si trovavano in questo minuscolo negozio erano erbe, radici e qualche medicina. Il signore era tipo un nostro farmacista ed un rifornitore dei Sangoma.

Degli uomini gli chiedono quante vacche sono necessarie per sposarmi, già, Victor mi ha detto che è la donna che sceglie chi sposare ma dal momento che ella decide, il ragazzo deve pagare alla famiglia della sposa una che noi chiameremo dote ed invece loro Lobola. La Lobola consiste nel comprare e dare alla famiglia della sposa 11 vacche, sono poi queste di quantitativo maggiore se si tratta della figlia di un capo villaggio o una donna importante. Le mucche per loro sono molto care costano circa 5-6000 Rand, pertanto si può pagare questa Lobola anche a rate, nel senso che inizialmente vengono date per esempio 4 mucche ed il resto man mano. La donna zulu una volta ricevuta la Lobola dalla famiglia del marito decora la gonna di pelle con un rettangolo di perline. Victor mi ha detto anche che si possono fare anche particolari richieste di colore per qual che riguarda la scelta del bestiame.

Con Victor successivamente siamo andati alla radio dove ho incontrato una ragazza che mi ha parlato delle trasmissioni che venivano fatte lì ed erano per lo più programmi di studio per i bambini, programmi per la salute e programmi per le donne. Mi ha inoltre detto che esiste una sponsorizzazione per coprire i costi e che la radio viene seguita nell’intera provincia. Poi siamo usciti ed ho incontrato altra gente che mentre faceva la vita di tutti i giorni(spesa ecc. Ci si scambiava un dialogo e tanta voglia di sapere sui rispettivi paese (già nel programma di Graham c’è scritto:”This is their country and we give you an insight into contemporary Zulu life. You meet fantastic people who have none of the material things that you possess but can show you things about life which you have probably forgotten.” Tradotto : “questa è il loro paese e vi diamo una visione dal di dentro della vita di tutti i giorni degli Zulu. Incontrerete fantastiche persone che non hanno niente delle cose materiali che voi possedete ma potranno mostrarvi cose riguardo alla vita che probabilmente avete dimenticato.”) Nel pomeriggio io Victor e Walter (altra guida), andiamo in un villaggio dove c’è anche Michael un Sangoma. Al nostro arrivo Michael spiega a Victor che deve andare in città in quanto non si sente bene. Con Victor facciamo il giro per il villaggio e mi racconta delle loro case: le rondawel. Ogni famiglia ha un pezzo di terra che è dato gratuitamente dal re, ogni rondawel corrisponde ad una camera pertanto una famiglia possiede( certo in base alle disponibilità) anche più rondawel. Al centro di ogni abitazione familiare c’è il Kraal, la zona dove si custodisce il bestiame, a questa zona vi possono accedere solo gli uomini, i bambini e le donne dopo la menopausa. E’ per loro una zona molto importante.

Andiamo poi nella rondawel dove abitualmente sta Michael(sangoma).. Nell’entrare in questa capanna ci togliamo le scarpe in segno rispetto verso gli antenati. C’è un lettino e poi tante cose per terra tra cui conchiglie, pezzi di ossa, radici, erbe ecc. Victor mi spiega che sono tutte cose necessarie per Michael per il suo operato, mi dice anche che lui è consultato specialmente per il ritrovamento di oggetti persi, o per chiedere spiegazioni sul significato di determinati sogni o per problemi di cuore.

Quando Victor mi ha detto questo sono rimasta al quanto sorpresa e così mi confessa che anche lui spesso ricorre a lui per capire il significato dei sogni e che una volta aveva anche chiesto un suo consulto per faccende di cuore, in quanto si era innamorato di una ragazza che però non ne voleva sapere di lui, così dicendolo a Michael gli chiese un’aiuto affinché facesse qualcosa per lui. Gli preparò una pozione, a me tutto questo sembrava talmente strano e mi riconduceva ad un’immagine dei cartoni animati e mi chiedevo come era possibile nella vita reale che ci potesse essere una pozione che risolvesse i problemi di cuore e facesse innamorare qualcun’ altro?.

Le parole di Victor e la usa espressione erano talmente spontanee e innocenti che non replicai.

Successivamente ho chiesto a Victor come fa una persona a diventare un Sangoma, e lui mi risponde che è attraverso un sogno che gli viene rivelato che ha questi poteri speciali, che però vengono proferiti(in sogno) solo dalla madre. Dopodichè se la persona decide di diventarlo deve fare un periodo molto lungo di studi e tirocini, deve essere affiancato in un primo periodo a qualcun altro. Abbiamo poi fatto una pausa e mangiato quello che solitamente sta alla base della cucina Zulu: una specie di poltiglia gialla fatta di patate, mais e fagioli.

Victor mi dice che loro tutti i giorni mangiano questo, con piccole varianti ad esempio il riso, piuttosto che il mais etc.

Uscendo fuori dalla rondawel di Michael facciamo un giro per il villaggio e noto soprattutto che non vi è la corrente elettrica né l’acqua, le strade sono ancora grezze senza asfalto, vi è però un servizio di minibus taxi per la città cosa che non vi è ancora in tanti villaggi. Lungo la strada soprannominata le strada delle foto, incontro tanti bambini che mi chiedono la foto, così grazie alla tecnologia in questo caso, gli faccio delle foto con la mia digitale e subito dopo gliele faccio vedere, e loro incominciano a ridere gli uni degli altri. Incontriamo anche un’insegnante ( quel giorno la scuola era chiusa perché era festa) e con Victor inizio a parlare della scuola, entrambi mi dicono che purtroppo ancora qualche bambino non può accedere alla scuola perché se pur non molto costoso (20 Rand al mese + materiale scolastico e uniforme) risulta tale in quanto la maggior arte delle persone non hanno reddito e a volte per quelli fortunati ad avere genitori anziani vivi, può risultare l’unica fonte di reddito. Un pensionato riceve dalla sua pensione 700Rand mensili a cui bisogna togliere poi i diritti postali e il trasporto per andare a prendere la pensione per cui quello che rimane è circa 600Rand, che deve servire per far vivere l’intera famiglia. L’insegnate poi mi spiega che un altro problema è che un solo insegnante gestisce più villaggi e così a volte le classi sono molte numerose( nelle città grandi tipo Città del Capo hanno anche più di 200 bambini per classe). Al ritorno prendiamo il minibus taxi per Eshowe, così visto che erano oramai le 17.30 ho preparato qualcosa da mangiare e ho mangiato assieme a Victor prima che lui partisse per ritornare nel suo villaggio. La sera ho rivisto Carl ( il ragazzo del Baz Bus) ed assieme ci siamo presi la birra Zulu offerta gratuitamente dall’Hotel in quanto Graham il proprietario per hobby produce della birra Zulu che offre gratuitamente ai suoi ospiti. Dopo esserci raccontato a vicenda il vissuto della nostra giornata sono andata a dormire sognando e ripensando a tutto ciò di fantastico che mi era capitato.

12/08/2006: Con Graham sono andata al Martyrs Cross dove c’è la croce del Re Skaka, il posto è situato in alto e si ha da questa postazione una buona vista dei villaggi Zulu. Dall’alto si riesce a vedere chiaramente i progetti per il Nuovo Sud Africa, Graham con gran tenacia mi spiega che sono stati avviati dei progetti, mi ha fatto vedere i villaggi in cui hanno già costruito delle vie di comunicazione per far si che ci possano essere dei collegamenti, e gli altri che invece necessitano di essere costruiti. L’acqua e l’elettricità dove c’è e dove ancora manca, mi ha fatto vedere anche dei complessi scolastici che sono stati costruiti per favorire l’educazione, le case costruite dal Governo…Insomma tanto fermento che però ha molto bisogno di aiuti oltre che dal Governo anche dagli altri paesi. Al ritorno all’Hotel mi aspettava Victor, ed insieme siamo andati nella Foresta Dlinza. Una foresta sub tropicale con rari uccelli, camaleonti,farfalle,rane,serpenti e flora. L’intero percorso è accessibile anche ai disabili. La serata si conclude meravigliosamente con le Danze Zulu a Skakaland. Skakaland è un posto costruito per fare un serial televisivo famoso sulla vita del Re Shaka, re molto importante per la cultura Zulu.

Graham mi accompagna e mi presenta a dei suoi amici venuti dagli Stati Uniti (facenti capo del Rotary con il quale ha stabilito anni fa delle collaborazioni per avere l’aiuto di fondi internazionali da lui sollecitati per l’ospedale e una scuola Zulu, che oggi conta 2000 classi oltre ad altri progetti.).

13/08/2006: La mattina comincia con una ricca colazione all’Hotel in compagnia delle splendide persone conosciute la sera precedente in occasioni delle danze Zulu, insieme ci sono anche la direttrice dell’Ospedale ed una dottoressa. Dopo la colazione assieme a loro sono andata a fare la visita nell’Ospedale facendo un giro per i reparti. La direttrice ci spiega che i sudafricani per cure tipo: parto, tubercolosi e qualcos’altro che però per disattenzione non ho capito non pagano, per tutti gli altri servizi pagano 20Rand.

Noto di prima acchito che vi è una pulizia incredibile. La direttrice ci racconta dei problemi a cui quotidianamente vanno incontro, in quanto visto l’alta percentuale di sieropositivi devono prendere molte precauzioni per non commettere errori. Ci dice che quando viene scoperto un nuovo caso viene inviato immediatamente a Durban per un controllo su apparecchiature più specifiche e successivamente schedato nel caso risulta positivo all’ HIV per sapere il tipo di intervento da fare. Passiamo poi alla visita nei vari reparti.

All’’uscita dall’ospedale andiamo tutti assieme a casa di Graham, il quale mi regala un frutto giapponese da mangiare per quando sarò in serata a Durban, in quanto lui per hobby coltiva piante e frutti provenienti da varie parti del mondo e nel regalarmi questo frutto mi dice che in Giappone quando c’è un ospite in segno di benvenuto si regala un frutto, così me lo ha regalato.

Successivamente io e Graham siamo andati a prendere Victor che ci aspettava all’Hotel per andare a vedere quella che Victor continuava a dirmi “ Big Ceremony”. La Big Ceremony ovvero Grande cerimonia era una cerimonia di benedizione in presenza di una Healing (una donna con forti poteri medianici), io ero un po’ emozionata. Quando siamo arrivati lì vedo una gran coda di gente che si dirigeva in macchina e a piedi per vederla e per partecipare a questa cerimonia. A detta di Victor lei era talmente famosa e potente che c’era gente anche che veniva da molto lontano .Quel giorno era una giornata con un sole splendente dopo una mattinata un po’ incerta.

Appena arrivati Graham e Victor mi presentano alla Healing. Provo in quel momento una strana sensazione, ha un viso che mi piace molto, così le chiediamo di fare una foto assieme, lei a quel punto mi abbraccia e la prima cosa che fa è accostare il suo orecchio al mio cuore (io sono rimasta un po’ imbaccalita) poi mi ha guardato e mi ha sorriso. In quel momento mi sono guardata attorno è ho notato di essere la sola straniera presente in quel luogo. Mi sono messa così a guardare con gli occhi e con il cuore tutto ciò che mi circondava. La gente continuava arrivare a fiotti, Victor mi spiega che c’erano delle rondawel adibite per gli ammalati e la signora li riceveva a parte per la benedizione, già, secondo i loro riti, la prima persona a cui rivolgersi quando si sta male è il Sangoma o Healing e poi i medici negli ospedali. La gente che arrivava portava con se o 2 candele o una gallina che servivano per la benedizione, entrava poi dopo le abluzioni in una grossa rondawel e si sedeva per terra. Victor allora mi prende per mano e insieme entriamo lì dentro per assistere alla cerimonia, la gente anche se accalcata sembrava tutta felice, alcuni intonavano a turno dei canti a cui rispondeva tutto il resto delle persone. Arrivata la Healing inizia la benedizione con le candele o gallina (che stranamente non fiatavano) l’unico suono era quello dei tamburi e dei canti. Alla healing le persone attaccavano ad un cappello un’ offerta monetaria a loro piacere. La gente si sentiva come liberata e bene ed anch’io anche se appartata in un angolo mi sentivo tale, era talmente emozionante che ho sentito anche il mio cuore aprirsi ad una leggerezza tanto da commuovermi. Ogni tanto i nostri sguardi (il mio e della healing) s’incrociavano e senza alcuna parola pronunciata verbalmente ma tante pronunciate con il cuore ci si sorrideva. Dopo i canti la gente si alza e dopo inizia a danzare in senso circolare e a spirale uniti sempre gli uni con gli altri. Usciamo a quel punto fuori e vedo che gli uomini si sono riuniti attorno a Kraal per mangiare la carne degli animali uccisi il giorno prima in occasione della cerimonia (la capra e mucca) e dopo aver mangiato e bevuto (birra zulu o vodka), alcune donne portano il mangiare anche alle donne dentro la rondawel, purtroppo ad un cero punto siamo dovuti andare via in quanto mi passava a prendere il Baz Bus per portarmi a Durban. Con grande malincuore ho salutato Graham e Victor e ringraziati per i bellissimi momenti profondi trascorsi assieme. Arrivo in serata a Durban chiamata anche Tekweni dagli Zulu. 15/08/2006: Stamane ho prenotato un tour per la città di Durban e la visita alla township (quartiere dove vivono i neri). Mi viene a prendere Walter, un ragazzo 28enne che è anche guida e vive nella Township. Assieme, solo io e lui ,iniziamo il giro, prendendo gli autobus locali, andando all’Apartheid Museum, poi al workshop (principale centro commerciale della città ospitato in un edificio in stile Vittoriano con intelaiatura d’acciaio che era un tempo il centro di riparazione delle ferrovie. All’uscita ci troviamo nel Durban Exibition Centre dove ci sono una serie di banchetti di artigianato, gente che suona e che balla, attraversiamo poi dei giardini e Walter mi dice che questo luogo viene usato per i concerti o festival vari. Gli chiedo allora come un ragazzo della sua età che vice in una città viva il suo tempo libero. Lui mi risponde che ogni tanto per esempio va al cinema e che vi sono 2 tipi di cinema in Sud Africa ( 1 il cui biglietto costa 10R ma che ci vanno tutti e che molte volte corri veramente dei seri pericoli di scippo, inoltre la qualità della pellicola non è buona, senti spesso dei rumori o vedi delle righe, il 2 il costo del biglietto è di 30R che però ha il vantaggio di una selezione per poterci entrare ed inoltre la qualità del film è ottima).

Siamo andati poi al Fish Market (mercato del pesce) e noto che oltre al pesce( che ce n’è in quantità non eccessiva, considerando soprattutto che Durban è situata sul mare, per l’esattezza sull’Oceano Indiano) ci sono le teste delle pecore,. Walter mi dice che solo i bianchi e qualche coloured mangiano il pesce, mentre i neri mangiano solo la carne. La nostra successiva sosta è il Victoria Queen Market , dove la maggior parte dei commercianti sono di origine indiana. A Durban una grossa fetta della popolazione è di origine indiana e al di fuori dall’India rappresenta la città con maggior numeri di indiani presente nel mondo, anche il Mahatma Gandhi ha trascorso un periodo della sua vita qui. Usciti da questo grande mercato ci immettiamo in un ‘altro mercato collocato sopra un grosso cavalcavia dove viene usato dai neri per vendere tutto ciò che serve per il sangoma (radici, erbe, ossa, conchiglie ecc) allora Walter mi dice che anche se si è in città la gente nera segue gli stessi riti dei villaggi, per cui quando si desidera incontrare o si ha bisogno di un sangoma ci si reca lì per poterlo incontrare. Mi parla poi delle cicatrici che si fanno molte persone e mi dice in proposito che si iniziano a fare da piccoli ,dopo i 6 mesi e che dipende dall’usanze del clan di appartenenza, c’è chi se li fa solo sul corpo, chi anche sul viso.

Anche la disposizione varia a secondo del clan, alcuni arrivano anche a tagliarsi il mignolo o persino le ultime 2 dita della mano, comunque vengono effettuate sempre prima dell’estate. Mi porta poi in un negozio dove da una parte c’è un medico indiano che vende prodotti di medicina indiana e dall’altra parte un medico nero che vende erbe,radici e medicine per i neri. Parlando con i rispettivi medici mi chiedono se voglio vestirmi come un Sangoma per spiegarmi a mano a mano il significato e quali sono gli indumenti e arnesi necessari per essi. Un po’ mi vergognavo vista la mia timidezza però è stato anche molto interessante per capire. Ci dirigiamo poi in un ingrosso di biscotti e caramelle e compro un po’ di roba da portare ai bambini nella Township. Arrivati nella Township Walter mi fa vedere dapprima le parti dove il Governo ha già dato delle case( che cerca di costruire colorate in modo da dare un senso estetico al paesaggio), mi porta poi a casa sua per farmi vedere l’interno della casa.

Casa sua è composta da 2 stanze piccole e bagno. A lui è stata affidata nel 1997 dal Governo a cui non deve pagare ne l’affitto ne l’acqua (anche se hanno un data razione), paga solo la corrente elettrica, il tetto è di lamiera e quindi al minimo rumore si sente tutto. Lui ci vive con il fratello mentre la famiglia mi spiega che vive nel villaggio. All’interno non mancano gli apparecchi elettrici quali televisore, stereo e DVD). Distribuiamo poi ai bimbi le cose comprate (caramelle e biscotti) e man mano entriamo nella biblioteca e mi spiega dei progetti di ricostruzione che sono stati avviati e della situazione politica. Andiamo assieme a mangiare un boccone in una locanda piccolissima, con 1 solo tavolo, mangio più o meno le stesse cose mangiate gli altri giorni perché come mi diceva Victor le varianti sono veramente poche. Iniziamo poi un giro visitando la parte che è ancora in baracche mal ridotte e che sta aspettando un’abitazione dal Governo. La gente è accalcata però tutti molto cordiali, al di fuori vedi pezzi di mobili che non entrano in casa (ad esempio divani) si vedo scene varie, qualcuno che sta montando un’autoradio alla macchina con altoparlanti quasi più grandi della macchina, comunque nel complesso noto sempre che la gente ti saluta molto cordialmente con grande senso di rispetto. Walter mi dice che ancora soprattutto da parte degli anziani quando incontrano una persona bianca c’è un senso di servilismo, ma d’altronde ci vogliono ancora molti anni per dimenticare quello che è stato l’Apartheid. Alla fine della giornata circa alle 18.00 ho salutato Walter e ringraziato per la bellissima e ricca giornata trascorsa assieme.

16/08/2006: Stamane un’altra levataccia e vado nello Drankesberg ( Sani Pass dove poi si passa in Lesotho). Assieme ad una ragazza tedesca ed una inglese iniziamo questa avventura. Il paesaggio è veramente meraviglioso carico di colori che cambiano in continuazione. La sera preparo le mie valigie per l’ennesima volta visto che mi aspettano 2 giorni full di viaggio.

17/08/2006. Partenza la mattina presto con il Baz Bus per Port Elisabeth detta P.E (pronunciata p.I). Mi siedo davanti e faccio amicizia con l’autista, Petrus ,di origine Zulu e con David di origine iraniana. Petrus è un uomo di 40 anni e assieme a David iniziamo a scherzare in modo da fa passare al meglio il viaggio lunghissimo che ci aspetta di 17 ore, ma oltre alle risate Petrus ci incomincia a parlare del malessere che c’è tra gli Zulu e gli Xsosa.

Lui ci dice che essendo 2 tribù seppur diverse si sono unite per la libertà e che riconoscono in Mandela un grande Leader, però adesso vorrebbero che al governo si alternassero gli Zulu (tra l’altro tribù in maggioranza ) con gli Xsosa, cioè 5 anni gli uni e 5 anni gli altri, però pare questo non stia bene agli Xsosa e questo crea del malcontento in quanto anche secondo lui nella ricostruzione del paese vengono dati maggiori aiuti agli Xsosa. Durante il lungo tragitto entriamo dapprima nella Wild Coast e poi nel Transkei (dove vivono la maggior parte degli Xsosa) arriviamo poi Umtata (nei cui pressi vive la famiglia Mandela) così Petrus si ferma e ci indica la casa dove è nato Nelson Mandela (che emozione!). A Cyntia ho salutato e ringraziato Petrus per il magnifico viaggio, in quanto c’è stato il cambio dell’autista. A Port Elisabeth sono arrivata alle 23.30 e mi sono fermata solo per dormire al Tanaqua Lodge, un posto molto carino arredato con buon gusto africano però il tempo per apprezzarlo è veramente poco.

18/08/2006 La mattina oltre che ha fare i bagagli per il mio ritorno ho ricordato i vari momenti meravigliosi e intensi che ho trascorso con varie persone… e cosa dire: “NGIYABONGA” (grazie).

Per informazioni: rita_minisci@fastwebnet.It



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