Viaggio in Perù, si realizza un sogno
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Il primo giorno a Lima è libero e quindi decidiamo di gironzolare per la città con calma anche perché siamo piuttosto provati dal viaggi.
Partiamo a piedi dall’hotel e facciamo una bella passeggiata per Miraflores che la domenica viene in parte pedonalizzata e diventa il regno di pedoni, bici, pattini e ogni altro mezzo non a motore!
Dopo avere camminato un bel pò saliamo su un taxi e ci facciamo portare a Plaza Des Armas, che ci colpisce positivamente con i suoi palazzi giallo ocra e la cattedrale spagnoleggiante che contiene, tra le altre cose, le spoglie di Pizzarro.
Scattiamo le prime foto e ci godiamo la vita di questa piazza gremita di gente di ogni tipo, dopo di che ci dirigiamo verso l’Iglesia di S. Francisco che si raggiunge in poco tempo e rimaniamo piacevolmente sorpresi dai suoi interni bianchi e rossi oltre che dalla processione che si sta svolgendo nei suoi pressi. Entriamo in chiesa e subito decidiamo di visitare l’attiguo convento che è pure raccomandato dalle nostre numerose guide. Paghiamo il biglietto (15 soles) e ci inseriamo in un gruppo in lingua inglese per la visita guidata alle numerose sale del convento, la balconata che dà sulla chiesa con un colpo d’occhio incredibile, la biblioteca (sembra quella di Harry Potter) e non ultime le catacombe.
Usciti dal convento iniziamo a sentire un certo languirono e quindi ci infiliamo in uno storico locale di lima per un “pranzetto”, prendiamo tre portate esagerate (ma lo avremo scoperto solo dopo!), due pisco sour e dell’acqua spendendo pressapoco 20 soles a testa, in un’atmosfera tipicamente sudamericana nonostante i numerosi turisti.
Dopo pranzo visitiamo qualche altra chiesa, gironzoliamo per la zona pedonale e ammiriamo gli splendidi balconi in legno intarsiato che decorano alcune case coloniali perfettamente restaurate, dopo di che decidiamo di rientrare in hotel perché la stanchezza inizia a farsi sentire.
Ritemprati da un pisolino e da una doccia calda, prima di cena facciamo una tappa al centro commerciale Larco Mar che si trova a picco sull’oceano e ci scaldiamo con un te caldo prima di cena!
Per cena ci infiliamo in un posto a caso e poi dritti in hotel.
11/08
Ci viene a prendere in hotel la nostra guida Jesus che ci porta a fare un giro panoramico di Barranco e S. Isidro per poi farci scendere nuovamente in centro storico e raccontarci un sacco di cose sulla Città di Lima e sul Perù in generale, poiché avevamo già visitato in autonomia i siti principali il giorno prima ci ha portato a vedere la Lima meno turistica compreso il mercato cittadino per poi finire verso mezzogiorno davanti al palazzo presidenziale per assistere al cambio della guardia.
Terminata la lunghissima cerimonia, rientriamo a Miraflores e ci facciamo lasciare al ristorante La Mar che è stata un’esperienza di vita. il posto è bellissimo e si mangia divinamente pesce, crostacei e dei frutti di marre mai visti in Italia, qui abbiamo provato il nostro primo ceviche e il tradito, a dir poco sublimi.
Per digerire il super pranzo decidiamo di rientrare in hotel facendo una passeggiata sul lungo mare che è molto bello nonostante cielo e mare siano di un grigio quasi uniforme!
La sera finalmente arrivano gli ultimi due amici e il giorno dopo inizia il tanto atteso viaggio!
12/08
Si parte subito dopo colazione per Paracas, facciamo la strada costiera e vediamo spettacoli meravigliosi di mare e deserto, sempre sotto la cortina grigia, finchè arrivati in prossimità della penisola di Paracas il cielo pare aprirsi..quando finalmente iniziamo il tour della riserva esce il sole per non abbandonarci per tutto il resto della vacanza.
La penisola di Paracas è un deserto salino multicolore a strapiombo sul mare, le dune variano dal rosa in tutte le sue tonalità al rosso/arancione per finire sui toni del grigio/marrone le spiagge sono altrettanto multicolori e spettacolari.
Il paesaggio marino è altrettanto vario, ci sono strapiombi come la Cattedrale e spiagge digradanti come la Spiaggia del Diavolo, il tutto in un silenzio bellissimo interrotto solo dal vento costante! E gli animali? Abbiamo visto cormorani, pellicani, fenicotteri rosa e altri uccelli sconosciuti ma bellissimi fare le loro acrobazie in volo, da restare senza fiato e siamo solo al primo giorno!
Dopo avere scattato decine di foto ad ogni sosta, arriviamo a Lagunilla un piccolissimo villaggio dove facciamo una sosta Birra/coca cola per poi rientrare in hotel quando ormai è buio.
Ceniamo nel ristorante dell’hotel (molto buono ma non economicissimo) e poi filiamo a letto.
13/08
Partiamo, sempre di buon mattino, per le Islas Ballestas, arriviamo al molo dove ci imbarchiamo su un motoscafo che porta una trentina di persone e andiamo verso il largo, il cielo è grigio ma nel suo insieme ha del fascino. Vediamo subito stormi di cormorani, sule, centinaia di pellicani, il grande candelabro inciso sul fianco di una collina e finalmente gli special guest di oggi: pinguini e leoni marini che ci fanno sorridere e su cui scateniamo gli obiettivi delle nostre macchine fotografiche.
Rientriamo dal giro dopo un paio d’ore soddisfatti delle cosiddette Galapagos dei poveri e ripartiamo verso Huacachina dove ci aspetta una delle attività adrenaliniche della vacanza: il dune buggy!
A Huacachina ci sono delle dune di sabbia chiara altissime e l’attività principale della zona è percorrerle con questi mezzi e lanciarsi dalle dune con delle tavole simili agli snow board, il cosiddetto sandbording!
Finita l’esperienza sulle dune, pieni di sabbia ma contentissimi siamo andati a pranzare e poi ci siamo rimessi in macchina con direzione Nazca.
Lungo la strada ci fermiamo ad uno dei miradores da cui si possono vedere le linee ma siccome non siamo soddisfatti della vista chiediamo al nostro autista di portarci in aeroporto per cercare di accaparrarci un volo, ci riusciamo per il mattino dopo alle 7!
Prima di rientrare in hotel facciamo tappa al museo Antonini, creato e sovvenzionato dagli italiani, vi sono custoditi pezzi archeologici delle civiltà Paracas e Nazca, la visita con guida è stata interessante anche se eravamo un po’ stanchi. Prima di rientrare in hotel decidiamo di cenare e chiediamo al nostro autista Juan Carlos di unirsi a noi e passiamo una bella serata allegra in sua compagnia, poi di corsa in hotel vista la levataccia che ci aspetta il giorno successivo.
14-08
Sveglia alle 5.30 e dopo colazione siamo pronti per il sorvolo delle linee… che dire le linee sono belle ma il volo con virate brusche a destra e sinistra si rivela una tortura e quindi non sono riuscita a godermi l’esperienza con la dovuta concentrazione, come se non bastasse poi all’atterraggio scoppia una delle ruote dell’aereo… nessun danno ma di certo la sicurezza non è proprio in fiore all’occhiello di queste società che organizzano i sorvoli.
Dopo esserci ripresi visitiamo il sito archeologico di Cahuachi, un sito di 24 km quadrati visibile per una piccolissima parte e anche questo finanziato negli anni da aziende italiane.
Terminata la visita inizia il lungo trasferimento verso Arequipa dove arriveremo alle 21 in piena festa (è il 474° compleanno della città dalla fondazione spagnola) e pertanto impieghiamo un’altra ora per arrivare in hotel (il nostro primo casa andina). Dopo esserci rinfrescati e cambiati usciamo dall’hotel per andare a cena, tra la folla che invade la città che festeggia.
Troviamo un tavolo al ristorante Zig Zag dove assaggiamo per la prima volta la zuppa di quinoa e la carne di alpaca entrambe buonissime e dopo una bella passeggiata rientriamo in hotel.
15-08
Alle 9 ci attende la nostra guida Max che ci accompagna a visitare la città bianca, facciamo una prima tappa al mercato dove abbiamo modo di vedere feti di lama, rane secche oltre ai consueti e allegrissimi banchi di frutta di verdura di carne sempre bellissimi. Dopo il mercato torniamo in centro e visitiamo la chiesa dei domenicani e il suo chiostro, saliamo anche sul terrazzo da cui vediamo le cime e vulcani che circondano la città, in particolare El Misti che la sovrasta minaccioso. Scendiamo dal terrazzo e andiamo verso il museo dove è conservata la mummia Juanita, una giovinetta sacrificata dagli Inca proprio alle montagne per rabbonirle. Il corpo di Juanita è perfettamente conservato così come i suoi abiti che sono bellissimi.
Visitiamo anche il monastero di Santa Catalina, una città nelle città, un monastero dalla pareti rosse e turchese pieno di stanze, sale da ricevimento, cucine personali…insomma erano delle monache privilegiate!
Usciti dal monastero siamo affamati e dopo una pausa con vista cattedrale andiamo a pranzo al CHICHA, il ristorante di uno dei cuochi più famosi del Peru e non rimaniamo per niente delusi. Avevo letto che la cucina peruviana è la più moderna e varia del Sud America e possiamo assolutamente confermare!!! Dopo pranzo, finalmente, possiamo dedicarci a un po’ di sano shopping nei bellissimi negozi che si trovano tra le case coloniali della città.
La sera ceniamo allo Zingaro e finalmente trovo della verdura che non siano patate!
Dopo cena rientriamo in hotel e ci prepariamo all’ennesima levataccia.
16-08: Arequipa – Chivay
È una giornata di trasferimento che ci porta ad attraversare le Ande fino al valico ad altezza 5.000 metri, i panorami sono mozzafiato, attraversiamo distese di prati, laghi, lagune, rocce sempre circondati dalle cime più alte del continente americano, imbiancate di neve perenne. Dai finestrini del nostro van, guidato dal nostro Alejandro, vediamo vigogne, alpaca, lama che brucano e gironzolano per queste lande desolate e splendide.
Prima di arrivare alla quota massima, la guida ci fa fare una sosta per bere il nostro primo mate de coca, che ci aiuterà a sopportare meglio l’altitudine. Il mate è buono e lo berremo per tutti i giorni di vacanza in quota, mentre le foglie di coca sono amare e difficili da masticare.
Arrivati ai 5.000 facciamo una sosta al Mirador de los Andes, un punto che definire panoramico è riduttivo, visto siamo circondati dai monti a 360°, mozzafiato (in tutti i sensi).
Da lì inizia la nostra discesa verso Chivay dove ci attende il pranzo, purtroppo per me l’altitudine e le curve si fanno sentire e inizio a stare male, per cui passerò l’intero pomeriggio in camera.Tutto ciò mentre gli altri se ne vanno alle terme! La nostra guida, mi propone di prendere un Sorochi Pill, io accetto di buon grado qualsiasi cosa pur di stare meglio e in un quarto d’ora sono come nuova, non so ancora cosa ci fosse in quella pillola ma per fortuna l’hanno inventata.
La sera usciamo a cena in un ristorantino del paese e ci godiamo le processioni che in questi giorni imperversano in Perù per festeggiare la Madonna/Pachamama, ovviamente ai banchetti compro qualsiasi cosa da queste signore che indossano i loro abiti tipici, cappello compreso.
Dopo cena, complice sia la stanchezza che il freddo pungente, rientriamo in hotel, il giorno dopo ci aspetta il Canyon del Colca.
17-08 Canyon del Colca
La sveglia suona alle cinque, colazione leggera e veloce e partiamo con la guida e l’autista per vedere questo canyon che arriva alla profondità massima di 3.500 metri e che ha la caratteristica di avere le pareti completamente terrazzate e coltivate.
Lungo la strada vediamo Campesinos con i loro asini che vanno o forse tornano dal duro lavoro necessario per coltivare queste terre inospitali.
Dopo esserci fermati più volte ai vari miradores e aver comperato berretti a gogo, siamo arrivati alla nostra meta, il mirador del condor dove speriamo di avvistare il rapace più famoso del Perù, siamo fortunati dopo un pò di tempo salgono dalle profondità de canyon con la complicità dell’aria che nel frattempo si è riscaldata, un altro spettacolo emozionante chi siamo goduti il più possibile prima di riprendere la discesa verso Chivay e poi verso Puno.
Il viaggio è lungo, ma la lunga chiacchierata con Alejandro sulla cultura Quequa e sul Perù di oggi ha reso il viaggio molto più gradevole.
Arriviamo alla nostra meta verso le 17.30. La città di Puno non è particolarmente bella ma è la base per visitare il lago Titicaca, per cui complice anche la solita stanchezza, dopo cena torniamo in hotel per riposare.
18-08 Taquile Lago Titicaca
Svegli di buon mattino, dopo aver bevuto il consueto mate de coca prendiamo il taxi con Leucadio, il capofamiglia della famiglia che ci ospiterà a Taquile.
La traversata dell’enorme lago è lunga e prevede una tappa presso le Islas Flotatante degli Uros, ci siamo ovviamente fermati anche noi ma questa popolazione ha in parte perso la sua identità per il troppo turismo e ci sono parsi piuttosto interessati al denaro dei turisti che al mantenimento della loro preziosa cultura. Dopo una breve sosta riprendiamo la navigazione e dopo qualche ora giungiamo finalmente al porticciolo di Taquile. Finalmente toccata terra ci spetta una scarpinata di circa 200 metri di dislivello per raggiungere la casa di Leucadio dove staremo fino al giorno successivo. La salita anche se con un bagaglio molto ridotto è faticosa a causa dell’altitudine ma l’arrivo a casa della famiglia ospitante ripaga di qualsiasi fatica. Ci accolgono, ci mostrano le stanze ci rifocillano con un pranzo a base di trota del lago (introdotta circa 100 anni fa) e sopa de quinoa, dopo di che ci illustrano le loro attività tipiche: gli uomini lavorano a maglia (hanno sempre il lavoro al collo) e le donne al telaio. I lavori che fanno sono meravigliosi e come sempre ho fatto acquisti in quantità, in particolare ho acquistato la cintura che gli uomini portano in cintura con la rappresentazione di tutti i mesi dell’anno tessuta al telaio dalla signora Andrea, oltre a uno stock di berretti. Dopo la dimostrazione siamo partiti per una passeggiata con la nostra guida Leucadio e gli altri italiani presenti nella struttura. siamo scesi alla spiaggia e abbiamo assistito al tramonto sul lago, inutile che dica quanto era bello. Durante la passeggiata ho avuto modo di chiacchierare con Leucadio e farmi raccontare in modo più approfondito il loro stile di vita. Rientrati a casa, ci diamo una sommaria “lavata” e scendiamo nella sala comune dove chiacchieriamo con gli altri ospiti e ceniamo. Dopo cena Andrea ci ha mostrato i balli tipici dell’isola e mi ha invitata a ballare con lei, una fatica incredibile! Dopo cena (saranno state le 20.30) complice il freddo (non esiste riscaldamento) e la stanchezza ci siamo ritirati dopo avere guardato per un pò la splendida stellata.
19-08: Taquile
Sveglia come sempre di buon’ora fatta la colazione siamo andati con Leucadio in paese, ammirando i bellissimi scorci che si presentavano a ogni curva.
Abbiamo incrociato bambini di ogni età che andavano a scuola e donne e uomini indaffarati nelle loro attività quotidiane.
Arrivati alla piazza principale, finchè Leucadio faceva la spesa (portata rigorosamente a spalle – qui non esistono animali da soma), noi abbiamo approfittato del mercato collettivo dove tutte le famiglie dell’isola portano i loro manufatti. Io avevo già comperato abbastanza il giorno prima ma i miei compagni di viaggio si sono scatenati!
Rientriamo a casa con un altra bella passeggiata e pranziamo, dopo pranzo è ora di salutarsi, Leucadio ci accompagna all’imbarcadero e ci salutiamo.
Per me questo soggiorno sull’Isla de Aquile è stato uno dei momenti più belli e preziosi della vacanza e dovessi riprogrammare il viaggio ci starei almeno due notti.
Dopo le consuete tre ore di navigazione passate sul ponte del nostro battello arriviamo nuovamente a Puno dove ceniamo e ci prepariamo al giorno dopo.
20-08: Puno Cusco
Partiamo presto per raggiungere una delle mete clou, se non la meta per eccellenza di questa vacanza, strada facendo ci siamo fermati a visitare il sito Inca di Rachi, molto interessante perché si tratta dei resti di una vera città, con case, granai e ovviamente un grande tempio.
Dopo la breve visita siamo ripartiti per Cuzco dove siamo arrivati a metà pomeriggio, messi giù i bagagli ci siamo diretti subito al grande mercato dove le popolazioni della zona fanno confluire i loro manufatti e anche qui ho contribuito ampiamente all’economia delle popolazioni indigene.
Per cena siamo stati all’Inka Grill un posto carino con musica dal vivo nei pressi della grande piazza di Cusco.
21-08: Cusco
In questa città meravigliosa e nei dintorni ci accompagna Angelo, un’altra delle nostre guide peruviane. Visitiamo inizialmente quello che era il Tempio del Sole su cui gli spagnoli hanno costruito la chiesa di S. Domenico, utilizzando le pietre colossali che costituivano l’antico tempio. E’ impressionante vedere i resti di queste mura imponenti costruite con metodi ancora sconosciuti, nonostante le innumerevoli teorie. Sono fortunatamente rimaste alcune delle stanze che costituivano il tempio e pertanto riusciamo a farci una prima idea dell’imponenza che doveva avere questo luogo, prima di essere distrutto dalla grande “civiltà europea” avida dell’oro che rivestiva le mura di questo complesso come dell’intera città.
La seconda meta di oggi è un pò fuori città pertanto prendiamo il nostro van e ci dirigiamo sulle colline che circondano Cusco. Arriviamo a Sacsahuaman la fortezza con la cinta megalitica, non esistono parole per descrivere l’emozione nel vedere queste costruzioni che ho tanto sognato di vedere e finamente ci sono! Passiamo poi a vedere il Tampa Machay, il tempio dell’acqua, gli Inca tra le molte loro capacità erano dei grandi costruttori edili e di acquedotti, da questo tempo l’acqua sgorga ancora fredda e pura.
Passiamo poi dal sito di Kenko, praticamente un calendario di pietre megalitiche, il grande monolite centrale infatti segnala con la sua ombra l’inizio della primavera e dell’autunno.
Dopo pranzo, siamo rientrati a Cusco e, sempre con Angelo, siamo andati a visitare la cattedrale di Cusco un grande mix tra sacro e profano.
Terminata la visita e lasciato Angelo, siamo saliti a San Blas, il quartiere bohemien di Cusco e sicuramente il più pittoresco visto che in questa zona si concentrano il maggior numero di abitazioni coloniali che hanno riutilizzato le basi delle costruzioni Inca con un mix di stili veramente affascinante.
Terminata la visita siamo tornati in Plaza de Armas per un aperitivo in uno dei tanti bar che si trovano negli edifici coloniali che circondano quella che si può definire la piazza più bella di tutto il perù, inondata dalla luce dorata del tramonto.
Per cena abbiamo voluto replicare e provare il CHICA di Cusco dove i alcuni dei miei compagni di viaggio hanno provato il cuy (porcellino d’India), a loro dire squisito.
22-08: Valle Sacra
Appena fuori Cusco abbiamo fatto una sosta per vedere un centro di tessitura tradizionale che impegna in particolare le donne della zona e i proventi degli acquisti vanno finanziare queste comunità locali.
Abbiamo proseguito poi per Moray dove abbiamo potuto ammirare i famosi terrazzamenti di Moray dove gli Inca facevano i loro esperimenti di coltivazione in altitudine e dove, probabilmente, sono state selezionate alcune delle 5.000 tipologie di patate presenti in questo paese.
Lasciato Moray la tappa successiva sono le saline Moras, uno spettacolo indescrivibile, centinaia di piccoli riquadri di diversi colori a seconda dello stato di salinizzazione dell’appezzamento. Questa salina in altitudine è gestita da una cooperativa Andina che ha fortunatamente mantenuto il dominio di questo importante sito per l’economia della zona.
Attraversiamo la salina a piedi e raggiungiamo la nostra guida per pranzo e partiamo per il sito di Ollantaitambo, piccolo paesino che vive grazie alla massa di turisti che transita per visitare il sito archeologico che si trova alle spalle del paese. Il sito è composto da grandi terrazzamenti di pietre enormi che si possono salire per ammirare di fronte il volto dell’Inca scolpito su una parete scoscesa proprio in fronte al sito.
Terminata la visita la nostra guida ci porta alla stazione dove prendiamo l’Inca Trail che ci porterà ad Aguas Calientes. Il viaggio con il treno ci fa attraversare la valle dell’Urubamba e ci permette di ammirare le cime delle montagna grazie ai finestrini che sono presenti sul tetto dei vagoni. Il viaggio scorre tranquillo e arriviamo finalmente alla meta finale.
Aguas Calientes è veramente un paese creato dal nulla per accogliere le migliaia di turisti che salgono a Machu Picchu, si tratta quindi di un’unica strada su cui affacciano tutti gli hotel e i ristoranti che fanno a gara per accaparrarsi il turista.
Dopo una cena a base di pollo, gironzoliamo senza meta per Aguas per rientrare presto in hotel, domani ci aspetta Machu Picchu.
23-03: Machu Picchu
Alle 4.45 siamo già in piedi, facciamo colazione al volo e ci mettiamo in fila per prendere i pullman che fanno la spola tra Aguas CAlientes e il sito archeologico che sta a pochi chilometri di distanza. Dopo circa venti minuti di attesa e altrettanti di viaggio arriviamo alle porte di Machu Picchu, giusto in tempo per vedere spuntare il sole tra i monti che lo circondano, un momento veramente emozionante. Dopo avere assistito allo sputare del sole, ci dirigiamo con Vico, alla casa del custode, il punto da cui si gode meglio la vista sul sito e sui monti pieni di vegetazione che la circondano. Vico ci ha raccontato tutta la storia, vera o presunta di questa città abbandonante e arrivata a noi, integra solo per la sua posizione difficile da raggiungere da parte di chi ha saccheggiato e distrutto tanti altri siti Peruviani. Dopo aver visitato il sito in lungo e in largo, abbiamo lasciato Vico e ci siamo incamminati verso la Puerta del Sol, lungo il sentiero Inca. La camminata è molto impegnativa sia per il dislivello che per il caldo umido e per la mancanza di acqua (non ci abbiamo pensato), ma la vista da lassù ci ha ripagato di ogni fatica. Verso le 14 riprendiamo la strada del ritorno, dopo un’ultimo sguardo a questo sito che, dobbiamo ricordarlo, è tra i siti patrimonio dell’Umanità ed è anche uno dei siti che rischiano il deterioramento per il gran numero di persone che vi accedono e per la particolare conformazione del sito stesso che va assolutamente preservato. Rientrati ad Aguas Calientes ci rifocilliamo e prendiamo il treno del ritorno per Ollantaitambo, con gli occhi ancora pieni delle immagini che Machu Picchu ci ha regalato.
24-03
Ci concediamo un’ultima passeggiata nel centro di Cusco, prima di dirigerci verso l’aeroporto per prendere il volo che in meno di un’ora ci porterà di nuovo a Lima per l’ultima notte in terra peruviana.
A Lima ci consoliamo con un ultimo giro lungo l’oceano e poi torniamo in albergo a preparare le valigie, domani si riparte. Hasta pronto Perù!
Conclusioni e suggerimenti vari
- VOLO ITALIA/PERU’: abbiamo prenotato il volo a febbraio 2014 con Iberia pagandolo 900 euro, tutto bene salvo che l’aereo utilizzato per l’intercontinentale era piuttosto vetusto, con le sole televisioni in comune e privo degli intrattenimenti che offrono altre compagnie
- VOLO CUSCO/LIMA: prenotato a maggio abbiamo speso circa 80 € a testa con una compagnia minore con cui ci siamo trovati benissimo.
- Organizzazione del viaggio: premetto che generalmente sono contraria ai viaggi organizzati di qualsiasi tipo ma in questo caso mi sono dovuta ricredere. Peru Responsabile, il tour operator Italo/Peruviano cui ci siamo rivolti, ha organizzato un viaggio che ci ha permesso di visitare i luoghi più noti del Perù, di contribuire con al mantenimento delle tradizioni locali, acquistando i prodotti tipici, di aiutare le comunità Andine e di stare a contatto con le persone del luogo.
- SICUREZZA: non mi sono mai sentita insicura in nessuno dei luoghi visitati. Ovviamente Lima è una grande metropoli e quindi non è opportuno avventurarsi in luoghi non turistici per evitare qualche spiacevole inconveniente.
- PREZZI: noi non abbiamo badato a spese, abbiamo pranzato nei migliori ristoranti peruviani spendendo al massimo 25 € a testa.
- SHOPPING: sono una fan dei prodotti tipici e ne ho comperati a bizzeffe, se si compera nei negozi di Arequipa o Cusco si spende parecchio (anche 40/50 € per una sciarpa) ma comperando dalle signore o nei mercati collettivi si spendono pochi euro per pezzi molto belli.