Viaggio in Oman

Oman: tra deserto, tartarughe verdi e bellissimi souk.
Scritto da: alecocca
viaggio in oman
Partenza il: 26/03/2013
Ritorno il: 02/04/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Partecipanti: 2 persone (coppia).

Periodo: 26 Marzo – 2 Aprile 2013.

Costo complessivo per due persone: 2.900 Euro.

Volo: Qatar Airways Malpensa-Doha-Muscat A/R (prenotato con www.qatarairways.com)

Noleggio auto:

Muscat airport () 6 gg, piccolo suv 4×4 al prezzo complessivo di circa 500 euro (auto ritirata presso Europcar).

Pernottamenti:

Muscat: 2 notti (giorno arrivo e giorno rima della partenza) presso Muscat Dunes Hotel

(prenotato con www.booking.com)

Bahla: 1 notte a Jibreen Hotel (www.booking.com)

Wahiba Sand Desert: 1 notte 1000 Nights Camp (www.1000nightscamp.com)

Ras Al Jinz Turtle Reserve: 1 notte a Ras Al Jinz Turtle Reserve Hotel (www.agoda.it)

Suwadi Al Batha: 1 notte a Al Sawadi Beach Resort (www.booking.com)

Vaccinazioni:

Nessuna (non richieste e assolutamente non necessarie).

Clima:

Ovunque 18-20 °C di sera e 30-32 °C durante il giorno, clima molto secco.

Ci siamo organizzati vestendoci con calzoni leggeri da trekking (di quelli che si asciugano in fretta) estivi e polo/camicie a maniche corte; consigliamo di portare comunque un maglione perché negli alberghi e nei ristoranti l’aria condizionata può dar fastidio. Anche in macchina non abbiamo mai avuto bisogno di accendere l’aria condizionata, abbiamo semplicemente tenuto i finestrini abbassati di due dita. Queste raccomandazioni valgono naturalmente nel periodo primaverile/autunnale, perché d’estate ci è stato detto che le temperature arrivano anche a 50 °C all’ombra.

Varie:

Corrente: 230 volt 50 Hz come da noi, le prese però sono tripolari, le stesse come in Gran Bretagna.

Moneta: in Oman c’è l’Omani Rial (OMR) (ad aprile 2013 un OMR equivale a circa 2 Euro).

Sicurezza: il paese è islamico ma moderato e molto ospitale; ci siamo sempre sentiti sicuri e si può girare senza problemi in auto perché tutta la segnaletica è bilingue (arabo/inglese); la rete stradale e autostradale è ottima, migliore che in Italia (la maggior parte delle strade sono di recente costruzione); non si paga il pedaggio in nessuna strada.

Diario di viaggio.

Martedì 26 Marzo.

Partenza di sera con volo da Malpensa alle 21.25 (costo del volo circa 560 Euro a testa). La Qatar Airways offre un servizio a bordo davvero buono, l’unica pecca è che utilizza aerei piccoli con file da 3+3; un solo corridoio e due soli bagni per un volo di 6 ore e mezza non è il massimo. Atterriamo a Doha, cambio abbastanza rapido in meno di due ore e arrivo a Muscat (capitale dell’Oman) verso le 10 di mattina.

Mercoledì 27 Marzo.

Compriamo il VISA all’arrivo al costo di circa 6 OMR a testa (cambiamo 50 euro subito all’aeroporto per comprare il VISA anche se il cambio è da ladri), passiamo il controllo passaporti e ritiriamo i bagagli senza problemi. Al ritiro della macchina dalla Europcar, ci dicono che non hanno più 4×4, dopo una attesa di quasi un’ora decidono di subaffittarne una da un’altra agenzia di noleggio per darla a noi. Ci va bene, perché allo stesso prezzo abbiamo una Toyota Prado enorme (da 7 posti). Purtroppo alla Europcar hanno finito anche i navigatori satellitari così lo affittiamo separatamente ad un’altra agenzia di noleggio lì a fianco (per 5 OMR/giorno).

Finalmente partiamo verso l’albergo e immediatamente ci accorgiamo che nel navigatore ci sono pochissime vie; ci aiutiamo individuando i punti da raggiungere sulla mappa del navigatore oppure tramite le coordinate (latitudine e longitudine); in questo torneranno utilissime le prenotazioni fatte con booking.com perché le indica sempre. Ad ogni modo per stare tranquilli avevamo acquistato in un negozio specializzato di Milano (Libreria Luoghi e Libri in Via Vettabbia 3) una cartina stradale dell’Oman molto dettagliata.

Fatta tappa all’albergo, lasciamo le valigie e ci facciamo indicare un cambia valute lì vicino, e visto il cambio stavolta buono decidiamo di cambiare tutti gli euro che ci eravamo portati. Andiamo quindi in un grande centro commerciale (Shopping Mall) e pranziamo in un fast food … pizza!

La prima impressione della città di Muscat è di un grande cantiere a cielo aperto, palazzi, moschee, rotonde, strade e autostrade in costruzione. Case bellissime e un senso di ricchezza un po’ovunque.

I pranzi e le cene costano davvero poco, ce la si cava con 3 OMR a testa e, bellissima sorpresa, la benzina costa solo 0,12 OMR al litro (circa 25 centesimi di euro!!!).

Pranzato e vista l’ora, decidiamo di dirigerci verso Matrah, dove c’è il bellissimo lungomare delle Corniche e il Souk. E’ stata una serata bellissima, a passeggio sul lungomare con un’arietta calda e poi avventurarsi nelle stradine del Souk per comprare incenso e sandalo.

Giovedì 28 Marzo.

Ci alziamo presto vero le 7, facciamo colazione (all’inglese, molto buona e compresa nel prezzo) in albergo e ci dirigiamo vero la Moschea dedicata al Sultano Qaboos. Questo sultano, al potere da più di 40 anni è molto apprezzato perché ha dato seguito a riforme democratiche del paese e ne ha consentito, anche grazie ai proventi del petrolio e del gas, uno sviluppo notevole (il reddito medio pro-capite non è molto dissimile da quello italiano). In generale notiamo che i lavori manuali e pesanti vengono svolti da immigrati indiani, pachistani e del Bangladesh, nei ristoranti e negli alberghi il personale di servizio è sempre filippino, mentre gli arabi sono il ceto più abbiente; abbiamo visto tantissime macchine nuove e costose, con a bordo omaniti con la classica veste bianca, sandali e fez bianco.

La moschea è qualcosa di colossale, quasi a voler far vedere al mondo la ricchezza di questo sultanato. Si estende su una superficie enorme, ed è tutta rivestita di marmi, così come anche tutti i pavimenti sono di marmo. Dentro è ancora più impressionante, tutta in marmo di Carrara con lampadari placcati in oro zecchino e cristalli Swarosky (il lampadario centrale sotto la cupola è alto 14 metri, 8 di diametro e con più di 3 tonnellate di cristalli Swarosky).

Lasciamo a malincuore la moschea per dirigerci vero la vecchia capitale Nizwa. Una volta collegata da stradine di montagna praticabili solo con fuoristrada, oggi è allacciata alla capitale con una modernissima autostrada a due corsie. Attraversiamo le montagne aride Hajar che si stagliano con una miriade di sfumature di colore (date anche dai minerali di ferro, rame contenuti nelle rocce) nel cielo azzurro. Pranziamo in un centro commerciale nella periferia della città e procediamo verso il vecchio Souk. Visitiamo il Souk che vista l’ora è piuttosto deserto e andiamo a vedere il vecchio forte (costo ingresso 500 bias a testa ovvero mezzo OMR).

Lasciamo Nizwa e ci dirigiamo vero il paesino di Misfat dove c’è un’oasi. Raggiungiamo il paesino arroccato sulla montagna e scopriamo un paesino bellissimo, con stradine e stretti passaggi tra le case che portano fino all’oasi. Questa oasi è terrazzata, vi coltivano le palme da dattero, e con un ingegnoso sistema di irrigazione, distribuiscono per caduta l’acqua sui terrazzamenti. Molto bello anche il contrasto tra l’oasi verde lussureggiante e le montagne brulle.

Lasciamo Misfat per dirigerci a Al Hamra. Ai bordi di questo paese ci sono le vecchie case disabitate in mattoni e fango assolutamente da non perdere.

Si sta facendo sera e ci spostiamo verso il nostro albergo vicino a Al Hamra (a Jibreen per la precisione) dove ceniamo in camera con della frutta, pane arabo e datteri acquistati il giorno precedente nel centro commerciale.

Venerdì 29 Marzo.

Ci alziamo preso verso le 6.30, perché oggi inizia la parte più avventurosa del nostro viaggio: affronteremo il nostro primo Wadi e dovremo raggiungere da soli il camp, 40 km all’interno del Wahiba Sand Desert.

Colazione in albergo (compresa nel prezzo e di buona qualità all’inglese) e partenza.

Ho omesso di dirvi che per un’esperienza di un viaggio precedente dove abbiamo rischiato di rimanere a secco di benzina, a mia moglie è rimasta l’ossessione del “pieno” ed allora sono costretto a fare il pieno anche quando abbiamo ancora a più di metà serbatoio! Quantomeno sono sempre 2 o 3 OMR, che soddisfazione!

Arriviamo dopo circa 3 ore di viaggio al Wadi Bani Khalid. Wadi letteralmente significa “vallata”, e in Oman più che delle vere vallate si tratta spesso di canyon rocciosi nel cui fondo scorre un corso di acqua costeggiato da vegetazione lussureggiante con palme. L’aspetto è incantevole, la roccia del canyon di molte sfumature di colore, il verde trasparente delle piscine naturali di acqua, il verde della vegetazione e l’azzurro del cielo. Il percorso per raggiungere le parti più a monte del corso di acqua con le piscine dove è possibile fare il bagno però non è semplice: occorre infatti camminare su sentieri stretti a mezzacosta del canyon, guadare spesso il corso d’acqua (l’acqua al massimo arriva al petto) e scavalcare massi di roccia lungo la strada.

Questo Wadi in particolare non è particolarmente difficile, anzi è abbastanza facile. Si passa da un primo laghetto molto turistico e anche un po’ sporco, ad una bellissima piscina naturale più a monte, che si può raggiungere in quindici minuti senza troppo sforzo.

Facciamo il bagno nell’acqua verde e poi ritorniamo a valle dove c’è un piccolo chiosco e pranziamo con hamburger e patatine.

Ristorati riprendiamo la strada per il deserto Wahiba. Abbiamo scaricato dal sito del 1000 Nights Camp le istruzioni per arrivare fino al campo. Bisogna far sgonfiare un po’ le gomme della jeep presso il benzinaio, per avere maggiore aderenza sulla sabbia. Al distributore di benzina nella cittadina di Mintrib, abbiamo chiesto ma avevano l’apparecchiatura rotta. A proposito, state attenti perché ci sono ragazzini che si offrono come guide per potarvi al campo e anche per sgonfiare le gomme, ma ci hanno tutti sconsigliato di accettare il loro servizio. Poco più avanti nel paese c’è un gommista che per 1 OMR sgonfia e il giorno dopo rigonfia le gomme.

Le istruzioni per arrivare al campo sono ben fatte, non spaventatevi perché ci sono circa 40 km e i cartelli che segnalano il campo, pur frequenti, ci sono ogni qualche chilometro, nel frattempo non sentitevi persi. Il primo pezzo di strada è sterrato (e iniziavo a chiedermi perché mai fosse necessaria una 4×4) ma dopo pochi chilometri la strada scompare … ed ecco la sabbia. Non vi spaventate se ad un certo punto le indicazioni segnalano una curva e dovrete salire su una duna, l’importante è mettere la trazione 4×4 (con marce normali, NON le ridotte). Dopo un po’ arriviamo al campo (ci siamo accorti di essere stati tra i pochi ad avere raggiunto il campo senza una guida … ma state tranquilli non è per nulla rischioso, veramente).

Il campo si presenta davvero bene, la nostra tenda è pulita e confortevole.

Prima di cena, abbiamo ripreso la macchina e siamo saliti sulla duna di fronte al campo per goderci il tramonto: molto bello.

La sera cena nel padiglione centrale del campo, con carne alla griglia, riso e tante altre buone cose.

Notte trascorsa bene, anche se non essendo abituati al rumore del vento che scuote un po’ la tenda, abbiamo un po’ faticato ad addormentarci.

Sabato 30 Marzo.

Colazione nel campo e partenza. Per scrupolo abbiamo chiesto di poter seguire una macchina in partenza (con a bordo ben due guide). Molto gentilmente una guida è salita in macchina con noi e ci ha riportato in città facendoci percorrere una pista diversa con anche un’emozionante discesa ripida da una duna (divertentissimo).

Facciamo rigonfiare le gomme dallo stesso gommista del giorno precedente e ripartiamo in direzione Sur e poi Wadi Shab.

Dopo aver parcheggiato, con 200 bias a testa un traghettatore ci porta con una barchetta sull’altra sponda del corso d’acqua da dove si può iniziare l’escursione a piedi.

Questo Wadi è decisamente più impegnativo del precedente, quasi un’ora di cammino per arrivare nei punti più belli per fare il bagno. Le difficoltà non sono mancate, soprattutto parecchi massi da superare arrampicandosi. Una volta arrivati lo spettacolo però ripaga della fatica. Ultimo sfizio, anche se mia moglie non mi ha seguito, sono entrato nella grotta con la cascata posta all’inizio del Wadi: per chi volesse farlo dico solo di fare attenzione perché l’entrata è molto stretta, ci passa appena la testa con l’acqua al mento e non si tocca! Una volta dentro lo spettacolo è molto bello con una cascata meravigliosa, però state attenti alla corrente che questa cascata crea e che tende a trascinarvi sott’acqua.

Uscito dalla grotta ritorno da mia moglie e pranziamo al sacco (frutta, datteri e pane arabo, oramai un classico!).

Riprendiamo la strada del ritorno e la discesa ci sembra più semplice.

Riprendiamo la macchina in direzione Ras Al Jinz, dove ci aspettano le tartarughe verdi.

Arriviamo nel tardo pomeriggio e sistemato un piccolo malinteso (l’albergo della riserva non trovava la prenotazione del sito agoda.it) ci danno le chiavi della stanza, spartana ma pulita e nuova.

Ceniamo in camera con solita frutta, ecc ma stavolta anche con dolcetti arabi; ci siamo rifiutati di cenare in albergo all’astronomica cifra di più di 20 OMR a testa!

Soggiornare presso l’hotel della riserva dà diritto a due escursioni sulla spiaggia per vedere le tartarughe verdi: una di sera (alle 21) ed una di mattina (alle 4); in quest’ultima è possibile anche scattare foto. Noi abbiamo partecipato solo alla prima escursione dove abbiamo potuto ammirare una tartaruga verde (oltre 150 kg di peso) deporre le uova e ricoprire il nido. Abbiamo anche avuto la fortuna di vedere alcuni piccoli usciti da un altro nido andare verso il mare.

Domenica 31 Marzo.

Facciamo colazione in albergo (compresa nel prezzo) e partiamo per Suwadi Al Batha, un’ora a nord di Muscat per una tranquilla giornata di mare di fronte alle isole Sawadi. Inizialmente avevamo prenotato anche una escursione di snorkeling alle isole Daymaniyat (a 50 minuti di navigazione dalla costa) ma poi il diving center ci ha detto che la visibilità in acqua in questi giorni scarsa e di passare 8 ore in barca per non vedere nulla non ne avevamo proprio voglia così ci siamo concessi un po’ di mare sulla spiaggia di fronte al Sawadi Beach Resort. La sera cenetta romantica (e molto buona, a buffet) all’aperto di fronte alle piscine dell’hotel.

Lunedì 1 Aprile.

Facciamo colazione, e approfittiamo del check-out a mezzogiorno per farci ancora la mattinata di mare con una bella nuotata (l’acqua è pulita ma la sabbia grigia la rende un po’ scura).

Quindi fatta una doccia veloce in camera, riprendiamo la strada e ritorniamo a Muscat. Pranziamo nello stesso centro commerciale del primo giorno e ne approfittiamo per cambiare i Rial che ci sono rimasti in Euro (nel centro commerciale ci sono diversi uffici di cambio).

Torniamo la sera a fare una bellissima passeggiata alle Corniche di Matrah e ritorniamo anche al Souk … non so quanto incenso, sandalo e altre fragranze abbiamo comprato!

Martedì 2 Aprile.

Colazione in albergo (non prenotata, ma comunque inclusa, bella sorpresa!). Salutiamo Muscat, ci dirigiamo verso l’aeroporto e ripartiamo per il rientro in Italia.

Conclusioni.

Questo viaggio ci è piaciuto tantissimo, l’Oman è un paese molto bello, assolutamente tranquillo. Il fascino del deserto poi ha reso ancora più magica questa straordinaria avventura.



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