Viaggio in BRASILE – Agosto 2006

Ci vogliono dodici ore di volo per realizzare un sogno….ed eccoci finalmente in BRASILE!! Il nostro tour, di sedici giorni, parte da una delle città più affascinanti del mondo…Rio de Janeiro. Rio è adagiata su uno degli scenari naturali più invidiabili del pianeta, ma è una città dai mille contrasti….lo si può notare mettendo a...
Scritto da: maxleo68
viaggio in brasile  -  agosto 2006
Partenza il: 08/08/2006
Ritorno il: 24/08/2006
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 2000 €
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Ci vogliono dodici ore di volo per realizzare un sogno…Ed eccoci finalmente in BRASILE!! Il nostro tour, di sedici giorni, parte da una delle città più affascinanti del mondo…Rio de Janeiro.

Rio è adagiata su uno degli scenari naturali più invidiabili del pianeta, ma è una città dai mille contrasti…Lo si può notare mettendo a confronto i lussuosi edifici del centro finanziario e le miserabili baracche delle favelas, arroccate in lontananza sulle colline.

Dopo un primo giro orientativo della città, ci godiamo una breve pausa di relax sulla terrazza al quindicesimo piano del nostro albergo, ed è già ora di partire per il simbolo della città carioca…Il MORRO DU CORCOVADO.

Con il caratteristico trenino a cremagliera, inaugurato nel 1882, attraversiamo Tijuca, la foresta urbana più vasta del mondo e arriviamo sulla cima, che con i suoi oltre settecento metri domina la città e l’intera baia di Guanabara.

Sulla sommità del Corcovado, dal 12 ottobre 1931, la statua del Cristo Redentore, alta 38 metri, con le sue enormi braccia spalancate veglia costantemente sui dodici milioni di carioca che salgono sempre numerosi a renderle omaggio.

Carnevale a parte, ciò che fa di Rio un’icona del relax e del divertimento in ogni stagione dell’anno, sono senza dubbio i quaranta chilometri di fronte oceanico, lungo il quale si affacciano le splendide spiagge dai nomi ormai mitici, come IPANEMA e COPACABANA.

Per gli abitanti la spiaggia è un vero e proprio rito quotidiano…È un immenso campo sportivo, è un salotto per leggere il giornale e ascoltare gli ultimi pettegolezzi, ma soprattutto è il luogo ideale dove esporre il proprio corpo, per il quale i carioca hanno una cura quasi maniacale.

All’ingresso della baia di Guanabara si trova un altro simbolo di Rio: il monte battezzato dai francesi PAN DI ZUCCHERO, a causa della sua forma. La sua cima si raggiunge con una teleferica in funzione sin dal 1912, la prima costruita in Brasile e la terza nel mondo.

Una volta su, restiamo a lungo a contemplare il tramonto e il buio che cala, trasformando a poco a poco la città in un incredibile caleidoscopio di luci.

Anche se siamo fuori stagione, non possiamo mancare una visita al SAMBODROMO, un percorso di settecento metri circondato da tribune. Durante il carnevale le scuole di samba sfilano sotto gli occhi di un’attenta giuria, che decreta la “escola campea”. I costumi esposti sono una tentazione irresistibile…Ed eccoci trasformati in “sambisti”…Si fa per dire!! Dopo l’ebbrezza del ritmo e del frastuono del carnevale, concludiamo la giornata nella quiete del GIARDINO BOTANICO. Attorno ai suoi viali, ombreggiati dalle altissime palme reali, vivono oltre ottomila specie di piante.

Nel nostro ultimo giorno di permanenza a Rio, optiamo per un’escursione alle ISOLE TROPICALI. Dal paesino di Itacuruca ci imbarchiamo su un “Saveiro”, il tipico veliero brasiliano. Durante il tragitto facciamo una breve sosta per un tuffo nelle acque cristalline della baia di Sepetiba.

Riprendiamo la navigazione e dopo circa un’ora arriviamo in vista dell’Isla do Bernardo, che ci accoglie con il rintocco delle campane di una minuscola chiesetta affacciata sulla spiaggia. L’isola, di proprietà di un simpatico ottantenne italiano di nome Enzo, è un piccolo gioiello di natura, pace e armonia.

Tra bagni, sole, relax e un ottimo pranzo a base di pasta, churrasco e fejoada, la giornata vola e arriva il momento di risalire, a malincuore, sulla barca.

Domani voleremo verso sud per raggiungere le CASCATE di IGUASSU’.

CASCATE DI IGUASSU’ Le cascate di Iguassù, divise tra Argentina e Brasile, sono formate dal Rio Paranà e dal Rio Iguassù, che si incontrano al confine tra Argentina, Brasile e Paraguay.

Più larghe delle Victoria Falls e più alte di quelle del Niagara, si compongono di 275 salti distribuiti su un fronte di oltre tre chilometri di larghezza e precipitano da un’altezza di ottanta metri. Purtroppo le anomalie del clima, che hanno portato tre interi mesi di siccità, ce le mostrano ora in una versione decisamente meno imponente del solito, anche se comunque emozionante.

MANAUS Facciamo un salto di quattromila chilometri e ci ritroviamo a Manaus, capitale dello stato di Amazonas.

Manaus conta circa un milione e mezzo di abitanti e si trova sulle rive del Rio Negro. Dal suo porto fluviale transitano ogni giorno grandi quantità di merci da e per la foresta amazzonica.

La pesca è una delle principali fonti di sostentamento della zona e anima quotidianamente l’affollatissimo mercato coperto, insieme a variopinti banchi di frutta e verdura e strani miscugli liquidi che nessuno di noi è tanto coraggioso da assaggiare…

La città, che oggi appare un po’ decadente, ha vissuto nell’ottocento il suo periodo di massimo splendore, grazie al boom della produzione della gomma. Il ricordo dei fasti del passato è testimoniato dalla maestosità del TEATRO AMAZONAS: costruito nel 1896 in stile neoclassico, il teatro ha una cupola composta da trentaseimila piastrelle di ceramica smaltata con i colori della bandiera brasiliana, ringhiere in ferro battuto, marmi di Carrara e lampadari in vetro di Murano. Entrare al suo interno è come fare un tuffo nel passato, e ci sembra quasi di rivivere l’atmosfera dell’epoca.

AMAZZONIA Nel pomeriggio, sotto la minaccia di un incombente temporale, ci imbarchiamo su un battello che in un paio d’ore di navigazione ci porta all’ARIAU’ JUNGLE TOWERS, dove faremo tappa per due giorni di escursioni nella giungla.

Al nostro arrivo siamo accolti festosamente, soprattutto dalle vivacissime scimmiette che scorrazzano liberamente e contendono agli splendidi pappagalli Ara l’attenzione degli ospiti. Questo originalissimo complesso ha una struttura costruita su palafitte che si erge a livello della sommità degli alberi, consentendo una visione suggestiva dell’ambiente naturale circostante.

La mattina seguente iniziamo a scendere lungo il fiume per giungere al punto dal quale partirà la nostra passeggiata nella giungla amazzonica. Mentre la canoa scivola dolcemente sull’acqua, scrutiamo incantati questa foresta incredibile…Il suo stesso nome, del resto, si deve ad un’allucinazione, la visione – appunto – di amazzoni nude, armate e con il seno destro reciso, che ebbero i primi conquistatori portoghesi sotto l’effetto delle febbri malariche.

L’Amazzonia, con i suoi sei milioni di chilometri quadrati, è la foresta più grande del pianeta. Un quinto della riserva mondiale di acqua dolce scorre nell’imponente Rio delle Amazzoni e le numerosissime specie di fauna presenti costituiscono il 50% dell’intero regno animale.

Lungo il percorso Christopher, la nostra guida, ci mostra diversi tipi di piante e ci spiega come gli indios ricavino da esse molti oggetti di uso quotidiano, ad esempio un cicatrizzante per le ferite, la copertura per i tetti delle case o un veleno da spargere nell’acqua per pescare con facilità.

Nel pomeriggio risaliamo in canoa per fare visita ad un villaggio indigeno. Il nostro arrivo è spiato con un misto di curiosità e timidezza dai bimbi e da alcune donne…Non si vedono gli uomini, perché a quell’ora sono ancora impegnati nella pesca.

Sulla via del ritorno imbracciamo le canne e ci sfidiamo nella pesca dei piranha…Ogni tanto qualcuno abbocca, ma chissà perché nessuno di noi ha voglia di staccarlo dall’amo…Un primo piano della dentatura fornisce un buon indizio! La mattina successiva puntiamo la sveglia alle cinque e mezza per goderci la nostra ultima alba amazzonica, poi risaliamo in battello per fare rientro a Manaus. Prima di arrivare, però, ci fermiamo ad ammirare un altro grande spettacolo della natura: l’ “encontro das aguas” è il punto in cui il Rio Negro confluisce nel Rio delle Amazzoni, un incontro che per circa otto chilometri rimane solo un abbraccio, a causa delle differenze di temperatura, densità e velocità che impediscono alle due acque di mescolarsi.

SALVADOR DE BAHIA L’ennesimo volo – ormai abbiamo perso il conto – ci porta all’ultima tappa del nostro viaggio: la città di SAN SALVADOR DE BAHIA DE TODOS OS SANTOS, per i Bahiani semplicemente Salvador, per il resto del mondo solo Bahia.

Iniziamo la giornata visitando la città bassa, con il forte affacciato sulla baia, il “mercato modelo” e la chiesa “Du Signor du Bonfim”, forse la più famosa delle 365 presenti a Salvador.

La città, che fu la prima capitale del Brasile, conserva ancora intatto il suo aspetto dell’epoca coloniale, ma possiede anche una zona modernissima, soprannominata “la piccola Manhattan” da chi la osserva dall’altro lato della baia.

La sua popolazione è per l’80% di colore, perché Salvador fu per lungo tempo il principale porto di attracco per le navi cariche di schiavi catturati in Africa. La forte influenza africana è presente in molti aspetti della vita dei Bahiani, nella religione – con la diffusa pratica del “Candomblè”, che si intreccia misteriosamente con il culto cristiano – nella danza, con la Capoeira, la vera e propria arte marziale brasiliana, e nella musica, ritmata dalle percussioni dei tamburi.

Ci spostiamo nella città alta e, passeggiando lungo strade di acciottolato e piazze affollate di venditori d’ogni genere, arriviamo nel vero cuore storico di Bahia: il PELOURINHO. Il suo nome significa “luogo delle frustate”, perché nella sua piazza principale venivano legati e puniti gli schiavi fuggiaschi.

Il quartiere, dopo essere stato dichiarato dall’UNESCO ”Patrimonio dell’umanità” nel 1985, è stato completamente restaurato e le sue case e le sue chiese barocche ridipinte in quei colori pastello che lo rendono simile ad un quadro vivente. Ogni martedì sera questo quadro si anima con la celebre festa nella quale le strade risuonano della musica degli “Olodum”, il gruppo carnevalesco più famoso della città, e si ballano il samba e la capoeira come solo i bahiani sanno fare.

Seguiamo il corteo al ritmo dei tamburi, contagiati dall’entusiasmo e dall’allegria sfrenata che ci circonda, fino alla chiesa “Dos Pretos”, dove sta iniziando un’affollatissima messa. Anche la funzione religiosa qui è coinvolgente, scandita dai canti e dal ritmico battere di mani di tutti i fedeli presenti.

PRAIA DO FORTE Mancano pochi giorni al termine della nostra vacanza e li trascorriamo a Praia do Forte, in un resort affacciato sulla splendida spiaggia di Itapuà. Mentre ci rilassiamo al sole e giochiamo con le onde dell’oceano, sentiamo già crescere la “saudade” per la congestione di Rio, per gli spazi senza fine dell’Amazzonia, per i colori e i suoni di Bahia.

Che dire ancora? …Se a qualcuno è venuta voglia di partire, tenga a mente questo consiglio: il Brasile è un paese da visitare con gli occhi, perché c’è molto da vedere, con le gambe, perché c’è molto da viaggiare, ma soprattutto con il cuore, perché c’è molto da amare!!!



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