Viaggio in 1 Turchia

13.7 partiamo di buon’ora per la malpensa, piove a dirotto, ale e clara sono rilassati; lampi alla zeus squarciano il cielo della tangenziale ovest; vedo quasi un presagio negativo in questo, forse sono andato a troppi oracoli in grecia, rimedierò; ci dirigiamo verso le fauci aeroportuali con la mente già intenta a contemplare un viaggio che...
Scritto da: Alessandro Pavese
viaggio in 1 turchia
Partenza il: 13/07/2002
Ritorno il: 05/08/2002
Viaggiatori: in coppia
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13.7 partiamo di buon’ora per la malpensa, piove a dirotto, ale e clara sono rilassati; lampi alla zeus squarciano il cielo della tangenziale ovest; vedo quasi un presagio negativo in questo, forse sono andato a troppi oracoli in grecia, rimedierò; ci dirigiamo verso le fauci aeroportuali con la mente già intenta a contemplare un viaggio che poco si preannuncia; non c’è molta gente, Sotto Controllo, il controllo è severo e massiccio e ripetuto, devo slacciarmi la cintura, tutto, ho un cent nella tasca laterale che innervosisce circa 14 persone. Lo trovo; ricevo un premio : il dutyfree; ne approfitto per acquistare sigarettes, mi sento un verme schiavo di una multinazionale; avanzo nel giuoco e è tutto in orario, nel pomeriggio siamo già a istambul ataturk airport, clima caldo umido 30°, non la vediamo IST. Siamo in transito, nuovo controllo, usano una pistola con led; i nostri corpi trascinati da tapiroulant obbligatori, i condizionatori ronzano indispensabili, saliamo su un altro aereo per Dalaman; si ripete il solito rituale di abbeveraggio dell’equipaggio, non so se scaramantico o chimico, e se ci mettessero il bromuro ? Atterriamo in un aereoportino per pochi intimi, qualche turista, poca gente in giro. Qui non c’è la cappa appiccicosa di poco tempo prima, qui è la frescura della sera. Ormai il sole tramonta, tutto molto pulito a testa all’insù; ritiriamo una palio fiammante, ..Zzo, ma adesso ci riconosceranno tutti. Guido molto brillante alzando parecchia polvere, anche perché ci sono dissesti, mi do una calmata, adesso il rosso della carrozzeria è camuffato. Andiamo a Dalyan, in mezz’ora, ci aspettano al SAH; ha un logo veramente simpatico con un bell’alberone che contrasta con insegne nettamente più datate. Questa è vallata fertile e ricca di acqua, solcata da un fiume che di lì al mare dista 10k; arriviamo alla meta, è uno stupore, le immagini che avevo visto rendono il merito di una villa innestata nella cosa più pastorale che abbiate mai visto, mancano solo rigagnoli di latte e il miele dagli alberi. Il verde fresco dello stomaco. Un cavallo bruca al tramonto in una prateria miniaturizzata in uno scenario idilliaco, mentre la magnifica piscina sta fermissima e chiede solo di essere addentata; un chiosco conferma la assoluta certezza di voler rimanere in questo luogo. conosciamo Filiz, che parla pochissimo inglese, con il turco è ancora presto; arriva Baki, il director, trapiantato da Izmir, ci accoglie personalmente, anche perché non si vedono altri clienti se non noi. È molto simpatico e riusciamo a comprenderci mediamente , in inglese, io scherzo anche con le poche cose che so in turco, merhaba … , ceniamo in un tramonto romantico, , quando hai fame si creano quelle assenze esistenziali; degusto il primo raki del viaggio e quando mi accorgo che rido come una zampogna squarciata …, mi basta ! la notte mi culla , la natura è stagnata, renderizzata, e consolandomi della mia vulnerabilità mi convince a contare le pecorelle, tre, quattro, … 14.7 Ho una sensazione veramente positiva, tutti i miei dubbi sembrano svaniti, nuoto in piscina pensando che un giorno prima avevo mille problemi e che adesso tutto è annullato; anche il cibo assume nuove sfumature, ma non omelettes, only sweet and fruits ! a dispetto di un buffet che prevede abbinamenti di natura germanica; c’è anche un’altra persona in quest’hotel. Ma baki e filiz sono insospettabili . . . Andiamo alla spiaggia di Iztuzu, famosa anche perché vengono a nidificare le tartarughe carettacaretta; si paga inezia per entrare in un parco protetto; ai piedi di uno sperone roccioso di 500m, si rilassa una spiaggia lunghissima , molto profonda, il fondale è perfetto anche per babies; dalla parte opposta si vede un lago . . . Si, ce ne sono altri, chilometri avanti, è il delta del fiume che crea miriade di isolotti lussureggianti, un posto veramente straaaaano. Il sole è caldo, bello, i bagni frequenti permettono di resistere , con le dovute precauzioni, sotto un ombrellone, si può mangiare a prezzi irrisori toasts, salatasi e si puo’ bere birra; ci sono tedeschi, gli unici italici noi; la spiaggia è frequentata, ma talmente grande da fornire a tutti, il proprio posto al sole. Quando la pelle comincia a scricchiolare ti prende un nervoso; ho una pelle che si riempe di lentiggini; questo mio stato di insofferenza ,soprattutto nei confronti della palio a microonde, che ci porta in cima a un punto panoramico; la strada 10k diventa sempre più sterrata, fino ad un culmine di maledizioni di CL. In cima, palio indenne. Saranno almeno 500m, si vede perfettamente la spiaggiona di 8k figlia del delta del fiume. Sono le 20, cotti a puntino, ma la piscina non si è spostata di una virgola, have fun, mangiamo frutta , beviamo, baki è sempre molto loquace e l’inglese parlato complessivamente migliora , come direbbe Servergnini. Ceniamo bene e nel frattempo è arrivata anche una famiglia di giovani francesi con due bimbi; la bimba piccola chiaramente viene attratta dal sorrisone di CL, e sentire la bimba parlare molto meglio il francese di lei, mi fa riflettere. Andiamo a Dalyan centro, così riusciamo a vedere anche il notturno delle tombe licie sulle rocce a picco sul fiume. La necropoli è molto spettacolare e ci accordiamo per un giro in barca sul fiume il giorno successivo; ci sono turisti , ma in numero irrilevante, e siamo un po’ preda di ogni sorta di venditore o ristoratore, tutti vogliono sapere da dove veniamo, alcuni pronunciano parole nella mia lingua; ci sono molti tedeschi e turcotedeschi, sono molto tranquilli, bevono birra, ci si sollazza complessivamente molto bene in questo luogo, penso, e … siamo a riposo passeggiando nella semiombra del fiume, torniamo tardi, da Baki è sempre tutto molto tranquillo, l’ombra del cavallo che talvolta nitrisce, l’uccello sonar ( così lo chiamo io ) che spesso si sente nelle assolate pinete del mediterraneo. La via lattea è decisamente visibile.

15.7 Un altro giorno di sole.

risaliamo il fiume a bordo di una imbarcazione , c’è un discreto via vai di vaporetti, ma non molta gente; i molti pontili servono da diporto per le imbarcazioni in legno; il fiume è molto ampio, schiacciato da ambo le parti da due propaggini montuose, le pareti rocciose scoscese, la necropoli dei re lici con le facciate a tempio ellenistico scavate nella roccia, raccontano una storia assorbibile e misteriosa. Non si puo’ accedere alle tombe, solo guardare. Per i commercianti un tumulo coperto dalla sua pietra perfettamente incisa . … il fiume si apre e si scorge il delta , il dislivello digrada lievemente , è sbarrato dalla lingua sabbiosa di Iztuzu, decine di isolotti. C’è molta acqua, la natura è lussureggiante. Sosta a vedere l’antica città di Caunos, il sito è in buone condizioni di conservazione; a causa di terremoti esistono due differenti porti e incuriosisce , questa intraprendente città. I like it ; Caronte ci traghetta poi ai bagni di fango; diverse pozze con varie tipologie di acqua calda e intrugli a base di minerali caldi contengono turisti, ci si cosparge facilmente con la melma, la si lascia asciugare al sole e si comincia a sperare che arrivi il più in fretta possibile il turno della doccia d’acqua dolce , che , stranamente, qui scarseggia. Pensare che si paga per entrare, un’inezia, e la gente della zona passa così la propria gita fuori porta. Fun . Caronte non lo paghiamo dopo esserci fatti riportare a dalyan perché già l’avevamo lautamente fatto e decidiamo di ritornare alla lingua di sabbia. Mare mare mare voglio annegare portami lontano a naufragare, diceva ben Battiato, bello bellissimo ; la lingua è lunga 6k , decidiamo di arrivare proprio alle cellule papillari, il clima è rovente, sono le 5, sfidiamo sabbie arse, siamo costretti a fare un bagno per il calore dopo 2k; entrati davanti al delta , l’aria forte soffiata dalla valle si surriscalda , stentiamo a far capire le orecchie, mi sembra di essere LawrenceD’Arabia, per arrivare al delta con le spalle al mare dobbiamo entrare in profondità di 400m di deserto sabbioso e ventiloso, impossibile campeggiare, eppure ci sono alcune tende, il paesaggio è clamoroso, ma intravedo anche un bel motoscafo, e forse , nelle tende di giorno si fanno i tromboni. Ritirata alle sdraio, perché le energie cominciano a vacillare e in fondo abbiamo mangiato poco ma senza una goccia d’acqua e senza anima viva avventurarti ti cacci in brutti affari. Da Baki ci si sollazza a suon di anguriakarpuz e tuffi in piscina ; la sera si mangia il pesce e si parla a lungo, ci fa sentire musica turca suonata su di uno strumento a corda, beviamo raki, è presente tutta la sua famiglia e Filiz nasce dalle parti del NemrutDagi, l’interesse per questa grande meta è altissimo e ne usciamo iniettati di fiducia per un momento futuro e lontano; si parla del nostro viaggio e ci danno informazioni molto utili; in questa zona esiste un certo benessere , l’agricoltura e il commercio soddisfano un definito equilibrio e l’islam significa solo la presenza di qualche piccola moschea; Anche la notte è assoluta come lo era stato il giorno, il cavallo è sempre nella stessa posizione, non è un effetto digitale, c’è pure una mucca, solitaria, ma cosa fa ? ed il fenomeno di rendering metallico infusivo mi convince a contare le pecorelle 16.7 rinvenuti da un’altra notte fresca e gentile, e con la consapevolezza di aver già distorto il programma base, facciamo colazione e salutiamo baki e filiz, ci accompagnano “fino in fondo”, alla fine solo più la manina, una scena alla Tornatore, sono stati gentilissimi, e noi siamo stati buoni clienti . Ci dirigiamo verso la famosa spiaggia di Sarigerme, a 20k, anche questo è parco, non lasciano parcheggiare vicino, ci sono anche alberghi di lusso, pochi, così lasciamo palio all’otopark e saliamo su un pulmino strapieno all’inverosimile di turchi che si portano dietro anche il barbecue, si stringono ulteriormente per farci spazio e ci guardano un po incuriositi, ma gentili. Anche la spiaggia è parco, si paga inezia e ci si inoltra attraverso un giardino di verde fresco e fiori continuamente innaffiato, alla striscia di sabbia, che si presenta molto ampia, alcuni isolotti proteggono una calma vasca poco disturbata da acquascooter, poca gente, ci sdraiamo al sole, l’acqua concilia un rallentamento, enjoy your silence; mangiamo tardi molto frugalmente e dopo aver goduto di un bel mare ma anche di una bella batosta di sole, ripartiamo nel tardo pomeriggio alla volta di Gocek, La palio viaggia per i tornanti costieri che portano a Gocek, macchia mediterranea che respira in un assordante concilio di cicale, un porto di pescatori, molto conosciuto per la sua marina da diporto; i pochi turisti sono molto danarosi, quasi nessun turista turco. Il villaggio è molto piccolo, tranquillo ed, incastronato com’è da montagne, un porticciolo veramente ammantato di quietezza; troviamo il nirvanaH, ha la piscina , anche qui sono piccoli lodge immersi in giardini da mille e una notte; prezzoequo, ci installiamo e vista l’assenza di spiaggie, per questa sera la piscina è poco più fresca dell’aria. Anna è il soprannome della moglie del director, sin dal principio non concepisce il nostro progetto di viaggio, insistendo nel farci rimanere da lei più di due notti. Ci consigliano un ristorante economico, il migliore sulla marina, si mangia frugalmente qualitativo e si spende il doppio di ciò che normalmente si spendeva. Ma è una sibella serata che non ci si pensa più, Anna ci propone di partecipare ad una escursione giornaliera in barca con altri 8 turisti turchi; le condizioni sono veramente buone e accettiamo. Bagni in piscina. 17.7 Il mattino seguente dopo una colazione difficoltosa in quanto moltissimo salato e pochissimo dolce, Anna ci rincuora con una spremuta d’arancia per la storia del ristorante e ci presenta Mehmet Ali e sua moglie Nagehan con il figlio Korhan e la figlia Gulenai, con cui divideremo l’escursione; sbrigate le formalità mattutine di zaini e reclutamento oggetti, non li troviamo più , siamo in ritardo e li ricerchiamo sul porto, scrutando facce turche, ecco il caicco. Conosciamo anche Dinjar e Endinc, Asl e … cominciamo il nostro tour delle 12 isole, il mare è calmissimo, il caicco attraversa insenature improbabili, arcipelago di acqua verde, di macchia mediterranea, sosta, tuffi, cay, facciamo bagni ripetuti, saggiamo la potenza del mare. Riusciamo a divertirci insieme ai turchi, l’inglese migliora, si ride molto, come se un certo humor non avesse confini, mi viene in mente Wilde . . . La fam Yagli da izmir, da Ankara e ist others siamo compatibili e l’effetto della globalizzazione è evidente, alla faccia dei soliti pregiudizi; almeno questa è la prima impressione; dopo aver mangiato carrube dagli alberi ( in tur è un viagra naturale ) i manovratori ci preparano pranzo con il pesce e salatasi, è molto facile godersi un paradiso di questo tipo; posso anche salire verso una tomba licia, ci arrivo vicino, scosceso, ma è troppo difficile e pericoloso; nuotiamo nei bagni di Cleopatra, una baia con rovine sommerse, poca gente, questo si che è blue dream. Altre calette ed altre ancora , non ci può sottrarre mai al richiamo, prima Nagehan poi io, e tutti gli altri in gioiosa festa di riconciliazione con il fresco verde. Non esiste una nuvola , al mare non puoi sottrarti, sembra una favola in cui il tempo è fermato. Talvolta ci viene offerta anguria altre volte te / cay . È stata una giornata molto divertente , siamo comunque pesti per le innumerevoli vasche, torniamo al NH e ci ributtiamo in piscina , come se volessimo trasformarci in anfibi , salutiamo i turchi e andiamo alla ricerca di un ristocheap , lo si trova, mangio il pide, una pizza al ragù, davanti all’arcipelago delle 12 isole, l’aria e calma; torniamo al NH e Mehmet mi offre un raki, andiamo a letto. È previsto spostamento . . .

6-18/7 Un’altra giornata di sole. Dopo la colazione, il gruppo ci invita ad aggregarsi per raggiungere la destinazione Fethiye, con un leggero stupore accettiamo felici e in tre macchine ci incamminiamo per una strada tortuosa in buone condizioni; questa è una città turistica, che deve la sua fama alla spiaggia di oludeniz, gli amici hanno già prenotato tutto in macchina con il cell , arriviamo al DH in piena estate turca, non ci sono turisti stranieri, ci instauriamo e ci trattano tutti molto bene, ci offrono da bere, e , decidiamo di pranzare . La piscina, un buffet turco, qui i prezzi sono veramente stracciati; nel pomeriggio decidiamo con CL di visitare una zona e Mehmet si propone di farci da guida. Fantastico. Viaggiamo per pochi k in direzione di una valle rigogliosa, l’acqua qui viene buttata nei campi a ruota libera, una tale quantità non è facile da immaginare, le case da te sulla strada hanno doccie per auto a getto continuo, i ragazzini ai margini della strade ci urlano prezzi irrisori per comprare frutta di ogni tipo, tutte le case da te hanno i divani bassi, servono frutta, te, la strada è piena di buche, l’acqua con i suoi corsi e abbondanza fanno dei solchi diagonali profondi e occorre guidare piano; arriviamo all’antica TLOS, bei sarcofaghi lici, la kale e il resto in un veloce giro. M ci guida ad un posto neanche segnalato dalla LP, lo yakapark. Questo parco dei divertimenti è un condensato di cascate, flussi, irruenze, tutto questo dedicato all’acqua, in fondo un gioco, in cui può capitarti di accarezzare un pesce, si hai capito bene, il fresco che si respira è l’ossigeno sprigionato dall’acqua in movimento. Ci sono grandi vasche di trote in cui puoi scegliere la pezzatura e fartelo grillare al momento, la gita fuori porta turca; tutto molto piacevole, e dopo il sito, è sembrato veramente un eden. Dopo pochi k di sovrabbondanza d’acqua arriviamo alla gola del saklikent, molto stretta e lunga 18k, anche a fine luglio il fiume l’attraversa con un flusso irruente di acqua ghiacciata anche oltre il ginocchio, provare per credere, scommetto con M per un minuto, fallisco miseramente dopo 30s, blocca la circolazione, oppure fa benissimo come dicono le estetiste. Eppure sarò a 600slm … , la passerella è spettacolare e ci riposiamo su una delle tante sale da te sopra il torrente. Addirittura bevo dell’acqua montana, , mi sento sicuro,. Questa gola è praticabile solo d’estate vista la portata, la strada è veramente brutta ma merita esserci. Back to fethiye. Dopo aver cenato al buffet turco siamo una grande tavolata, sarà per i due raki che mi sono bevuto, anche M mi dice essere brillo, regna la confusione più indescrivibile di persone che si parlano, ne esce fuori l’esperanto ! facciamo svuotare la terrazza e andiamo a fethiye e a zonzo viviamo lo spirito turco del divertimento serale nel bazar, tutto si vende, pronto e luccicante , l’oro, luci, le case da te sono rilassanti e informali, e berrei cay continuamente in questa notte sicura. Oltre l’una torniamo pensando che solo una collina ci separa da oludeniz.

19.7 I raggi del sole sono molto caldi. Oludeniz è una lingua di sabbia orizzontale al mare in mezzo ad un colore smeraldo, il mare interno non muore per mezzo di uno stretto collettore e la pineta conferisce al luogo un aspetto paradisiaco; il cielo dall’alto del bus rende la lingua bianca una cartolina sensazionale. Ci sono molte imbarcazioni per giri organizzati, noi partecipiamo ad uno di questi, insieme ad altre persone. La sabbia bianca acceca sulla riva , il mare è veramente mosso sull’ultima onda, si balla ragazzi, le prime persone cominciano a buttare la parte superiore del busto sui tavoli, e dopo un po di navigazione mi tuffo nella grotta blu, non sono tranquillissimo, e la spiaggetta interna è quasi deserta. Adesso raggiungiamo calette riparate, è di nuovo stupendo. Raggiungiamo altri ruderi sommersi in cui tuffarci e nuotare, il verde marino, il sogno blu del poeta turco; e tra sorgenti gelate in mezzo al mare e fortificazioni e altre calette , guardando la lingua dal mare, ritorniamo a oludeniz, transitando diamo un’occhiata, ma si vedono già adesso solo ombrelloni e colori, questo luogo può diventare molto affollato … Mehmet si fa male ad un piede scendendo dal boat ed il bus ci riporta al DH. Abbiamo un malato, ma alla vista dei drinks M si risolleva e buffet turco e raki. Ancora al bazar di fethiye dopo cena.Gli amici di Ankara ci fanno un regalo. Nagehan vuole che Gulenai sposi un occidentale. Si percepiscono sfumature della cultura turca, un popolo focoso ma leale. Ancestrale. La globalizzazione è in fondo un canale di comunicazione stnd, un po’ come il monopolio di microsoft. La verità è che la maggior parte dei 61mil di turchi guadagna pochi soldi. Facciamo discorsi molto filosofici, è difficile farli in inglese, ci diamo una sgrullata e ci facciamo una foto con raki.

8 – 20.7 a Mem non parte la macchina, vanno dal meccanico, salutiamo gli amici di ank e ist, ripartitamo con la fam Y alla volta di Patara, sempre molta acqua in giro e a disposizione; l’antico sito archeologico con il teatro, leggermente in rovina, ma imponente, tombe licie qua e là; è un parco anch’esso, Patara; e altre cose in discrete condizioni ma la spiaggia è quasi 16k di sabbia incandescente con rifrazione luminosa, l’acqua è molto bassa, si infrangono regolari ondate del mare aperto, ere di erosione in questo modo; caldissimo, sotto l’ombrellone ma spesso in acqua, alla riva ci si arriva da 200m di sabbia rovente; salutiamo la fam Y perché essi considerano patara come luogo esageratamente caldo e ci lasciamo con rendezvous telefonico per il giorno dopo a Kalkan. Ciau . . . Dopo una bella gozleme, ci cuciniamo sotto un sole impietoso. L’impressione è di una spiaggia californiana, anche se non ne ho mai viste di persona, grandi e bambini si divertono con un mare sempre mosso ma talmente sabbioso da essere anche indicato a sgrullare bambini. E’ veramente tutto molto ampio, non riesci a fissare un punto fermo, ti nutri di questo scenario. Dopo 5 ore siamo disidratati , patara ci ha segnato, non ci fermiamo a dormire qui, andiamo a kalkan in pochi k di viaggio; il villaggio è calato in una ampia baia riparata; fa molto caldo e cerchiamo di rimanere in alto per godere della vista dall’alto, troviamo EH che in un clima tranquillo e raffinato, piscina compresa ,ci regala questo show. Ci sono praticamente solo inglesi, c’è un po’ di puzza sotto il naso, ma i camerieri sono cordiali e vogliono parlare anche in italiano, andiamo a cenare e ci facciamo consigliare da LP, veniamo così svezzati al kebap e siamo soddisfatti di essere anche divorati dalle zanzare, posto unico questo per i mosquitos, anche nel bazar uno dei prodotti più esposti, le piastrine raid. La luna metallo si riflette in un mare lagato, i miei problemi svaniscono, svaporarsi da se stessi è una sensazione di quietezza. Un cameriere di DIY ci confessa le sue aspirazioni da calciatore professionistico. Molto Caldo asciutto.

9 – 21/7 di buon ora ci avviamo e chiamiamo M al telef e ci vengono a prendere, beviamo altri due cay nel loro albergo e ci aiutano a prendere una camera nello stesso H, meno esclusivo e più turco; ci si trova bene e incamminandoci verso Kekova, abbiamo modo di esplorare la costa in un susseguirsi di piccole spiaggie di sabbia chiara, lo smeraldo e il mare ha il consueto verde tranquillo e ci sono molti bambini venditori di frutta per la strada. Arrivati a Ucagiz , ( 3 bocche ) affittiamo un caicco che ci porta a fare il giro di Kekova e Simena. Il caronte della situazione ha una maglietta con la sua foto e la scritta rambo, è molto convinto del soprannome e gli Y hanno spuntato un buonissimo prezzo; in questa zona è possibile vedere i sarcofaghi lici sommersi, essi sono affascinanti anche se non volutamente costruiti nel mare, ma a causa di terremoti così diventati. Il fondale è una città antica sprofondata, ed il canale molto riparato crea un vasto effetto piscina, mi tuffo in continuazione insieme agli altri; mangiamo davanti al sarcofago, del pesce molto fresco e per digerire vado in cima alla kale ucagiz , dall’alto apprezzo maggiormente. Rambo completa il giro con te anguria e la visione di una città completamente sommersa, un porto sprofondato nel mare, in questo punto non si può neanche fare il bagno per evitare furti di antichità; veniamo fermati dalla guardia militare, è un controllo, is for our safety recita il grand’ufficiale, è tutto molto tranquillo anche se siamo un po’ preoccupati per la regolarità di rambo, ci trattengono 15’ ma poi nessuna multa, ma lui secondo me è dimagrito di almeno 1k. Ritornando, Kas è un villaggio grazioso, con viotte ordinate, in cui curiosare qua e la, bere qualcosa, servono le gozleme al porto, incontriamo un signore che ha lavorato per anni in emilia, vuole assolutamente solo parlare, ci parla di persone italiane che vengono a passare la vecchiaia a Kas. Non credo pensi la stessa cosa il figlio di rambo. Tornando a kalkan ci fermiamo alla spiaggia di kaputas, molto bella, cok guzel, ci sono addirittura degli scoiattoli che scendono dalla roccia per assicurarsi le briciole degli umani. Anche qua è tutto molto pulito. Al’H le stanze sono gradevoli e possiamo cenare con un buffet assortito di cucina turca; stasera siamo dall’altra parte del lagone baiato, stiamo bene, bevo raki, sono completamente cosparso di lentiggini. 22/7 salutiamo definitivamente la fam Yagli che torna a izmir a casa, è nato un buon feeling e li abbiamo ringraziati molto, i giorni passati insieme a loro non sono dimenticabili. Orfani e nuovamente stranieri si continua sulla costa verso oriente, e ci fermiamo a Demre, dove visitiamo uno spettacolare complesso di tombe licie ed un teatro romano in buone condizioni, fa molto caldo e i ristoratori offrono spremute d’arancia fantastiche a 1 milione ( 60c ), riusciamo a vedere in tranquillità il tutto ma quando stiamo per uscire ci rendiamo conto dell’afflusso di turisti, soprattutto da Antalya. Scappiamo da questo inferno bus guidato e ritorniamo su litoranee deserte di mare sabbioso aperto, decine di k di spiaggia e il percorso ridiventa tortuoso, fastidioso in macchina soprattutto se sei all’esterno, ma alcune calette ci farebbero venir voglia di fermarci, ma si vuole arrivare, essere fedeli al programma e passiamo oltre. Ci si inerpica per la zona dei monti bej, grandi boschi, alte vette e moltissima acqua fanno il resto, la strada è lunga, sono stanco, non mangiamo perché siamo arrivati, ad Olimpos. Praticamente sul letto di un fiume solo invernale, sorgono le numerose housetree dall’aspetto poco invitante, le strutture sono costruite in simbiosi con l’albero, ma le assi sono vetuste, vecchie, ci sono tappeti polverosi ovunque all’interno; in questo dejavu sessantottino di zainetti e cellulari da tutti gli stati del mondo , si celebra il rituale catartico transgenerazionale. Non c’è alternativa alle housetree ad Olimpos e decidiamo di mangiare qualcosa perché non ci vedo quasi. Mi ritengo soddisfatto dopo solo un’insalata e una gozleme in mezzo ai polli e andiamo a Cirali. Finalmente troviamo quello che cerchiamo, una spiaggia bella e lunga e con acqua profonda, e finiamo in un H che affitta lodge, ce li mostra, sono antiche case ottomane restaurate, il prezzo sembra ok, ci sentiamo pasha e ci installiamo in spiaggia. Ci sono turisti turcotedeschi e turchi, vediamo le prime donne completamente coperte anche in acqua. Alla sera troviamo un bel posto dove mangiare, ottimo, la luna illumina una spiaggia poco affollata, peccato che al ristorante ci sia sempre musica pop turca. Rientriamo e ci godiamo gli alloggi ottomani e un giardino con banani, palme e amache; il tedesco director ci regala frutta, ci offre cay. Il letto ha addirittura la zanzariera, ma non ce né bisogno , azionata la grande pala, il sonno prende il sopravvento.

11 – 23/7 Oggi il cielo è terso come sempre. La giornata scorre tranquilla tra la spiaggia e il lodge molto vicini, il sole è caldissimo, anche l’acqua invoglia i più freddolosi. Ci sono anche donne tradizionalmente coperte, inconcepibile ma attuabile. Il mare è calmo e cristallno, anche se diventa profondo dopo pochi metri dalla riva. Non è freddo come a sud di Creta . . . Circondata da aspre montagne che si annullano direttamente nel mare, Cirali è una piana trasformata in giardini pensioni, palme, banani, prato, acqua in abbondanza dai monti Bej. Anche questo è un luogo di riproduzione della carettacaretta, ma anche stavolta non se ne vedono in giro. Forse meglio così. Si mangia bene, molta frutta gustosa, buon pesce a poco prezzo. La gozleme impera. Questa è una giornata di vero relax di sole e mare, sin quando verso le 7 decidiamo di andare a vedere la chimera, la fiamma che sgorga dalla roccia e mai si estingue; il sentiero monta serrato e la temperatura realizza un sudatone da ridere, arriviamo con caldo e sete, le fiamme sono inestinguibili e sgorgando il gas metanico le realizza a contatto con l’aria. Conveniamo che questo non è il clima più adatto per effettuare escursioni montane; al tramonto è molto suggestivo, ti fa sentire più vicino ad Efesto, antiche credenze, oracoli improbabili; la storia è densa di atti deprecabili a danno dell’umanità; anche la leggenda puzza di verità e di sorprusi. Abbiamo fame e decidiamo di tornare, la fame adesso è concreta, non possiamo solo bere e mangiare anguria… confermiamo la fiducia al ristoratore, ci portano il pane fatto a pizza asciutta. Si mangia pesce e molto tranquilli ci godiamo la notte. La luna bagna la baia riparata, il mare immobile, in una stanza con armi ottomane e corni da caccia, posso ritirarmi sotto la zanzariera. Non c’è bisogno.

12 24/7 molto mattinieri lasciamo cirali immersa nella vegetazione con i monti bej che sovrastano la spiaggia e andiamo verso Antalya, la costa è rocciosa con qualche spiaggia,monopolizzate da grandi alberghi con braccialetto all inclusive e ci rigettiamo oltre. Il mare è comunque sempre molto bello anche quando non condividiamo l’approccio turistico conformizzato come quello di queste strutture. In questi posti, puoi essere ovunque, il menu non fa la differenza . . . Antalya ci si presenta già al mattino calda e umida, il sole non ha pietà, visitiamo in solitudine il museo, che ha un bella collezione di statue romane molto ben valorizzata dalle luci e decidiamo di andare alle Duden dus, cascate d’acqua poco distanti dalla città. Ci ritroviamo davanti alcuni grossi salti inaspettati dal paesaggio; si può passare sotto la cascata e si respira un’aria molto fresca , anche qui l’acqua arriva dai monti del tauro in abbondanza e l’agricoltura prende il posto delle terribili periferie di palazzi alveare in antalya, tutto in costruzione continua, ghiaia e cemento, … anche le duden sono un’attrazione tipicamente per turchi, amano l’acqua e si può ben comprenderli, il luogo è freschissimo e apre uno spaccato di real life, ci sono dromedari e sempre più gente mangia pannocchie bollite per la strada. Dopo aver mangiato una omelettes prendiamo per Side, importante centro ellenistico e romano; ma il caldo è opprimente, guidare senza l’aria condizionata ti fa stare in un phon continuo e arrivati a Side cerchiamo una camera e trovatane una ci rendiamo conto di esserci catapultati in un luna park per giovani inglesi, i prezzi sono tutti in euro ! la spiaggia è lunga ma stretta, le persone sono ammassate su una rimini scomoda, mentre lo spazio più grosso è per i tavolini. Sono sconfortato, questo posto mi fa schifo ! fa caldo, e sono stanco, facciamo alcuni k in macchina per trovare una zona spiaggia non caotica e CL si preoccupa e mi conforta. Voglio riavvolgere il nastro. E’ molto umido. Mi faccio qualche insoddisfacente bagno. Il vento aggiunge confusione. La musica pop turca è a livelli intollerabili. Sono sconfortato per ciò che ho lasciato prima di side. Per fortuna la notte è tranquilla e silenziosa, anche se non riesco che a dormire frammentato.

25/7 Reduce da una notte disordinata, alle prime luci già scalpito e punto a lasciare Side alla volta di Konya, la città religiosa di mevlana e dei dervisci roteanti, la sua spiritualità. Percorriamo lunghi saliscendi dritti, la palio corre sicura, il paesaggio diventa sempre più montano, prendiamo quota fino a 1800m e l’aria umida di side è già dimenticata, i valloni ricordano una death valley turca di freschezza e mucche isolate mangiano l’erba. Il cielo guarda caso è terso, cominciamo la discesa verso l’anatolia centrale, in panorami di agricoltura applicata al frumento, la tecnologia è inferiore agli standard italiani, ancora molte persone lavorano insieme alla macchina. Mi viene in mente quando meh mi disse che i contadini in turchia non stanno bene … molti carretti trainati da cavalli, si vende bal miele e miele al carrube, che per i turchi ha valenza tipo viagra. Scegliamo il venditore che più ci è simpatico e compriamo 2k di miele, come ogni anno per i nostri genitori, non lo paghiamo molto dal vecchietto, lo assaggiamo, andiamo al mevlana. Arrivati al mausoleo vado a chiedere all’albergo nella piazza il prezzo, il primo è un pò alto, ritorno in macchina, dal finestrino diminuiscono del 20%, accettiamo. Vecchia ma ordinata e condizionata, la camera ha una vista sulla moschea e sul mausoleo verde smeraldo. Ritorniamo dove già fummo 8anni fa, ci aggiriamo intorno ai sarcofaghi e respiriamo il rispetto per questo poeta mistico, mi hanno sempre affascinato il ruolo della musica e della danza propedeutici ad un’estasi mistica, va al di là di ogni religione, è antropologico nel senso più stretto. Usciti verso l’una ci dirigiamo verso il centro, tutti i minareti cominciano ad intonare le sure, la musica del bazar si abbassa, molte donne vestite in maniera tradizionale, comincio a sentirmi fuori dai miei confini. In questa città il turismo è mordi e fuggi, non ci sono ristorantini con i tavoli blu come al mare . . . In una sorta di fastfood turco riusciamo a mangiare il pide, una sorta di pizza al ragù, ci sono anche bambini che festeggiano la circoncision



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