Viaggio dove la Terra incontra la Luna
ISLANDA
Viaggio dove la Terra incontra la Luna
PARTENZA 4/8/2001 RITORNO 14/08/2001.
SPESA LIT. 3.000.000 TONDI TONDI (se mangiate poco anche meno).
PERCORSI 2.850 KM IN 10 GIORNI (spesa benzina L. 500.000 circa).
COMPONENTI: SIAMO IN 4.
GUIDE: Touring Club, ma non dice poi molto; Around Iceland 2001, contiene diverse...
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ISLANDA Viaggio dove la Terra incontra la Luna PARTENZA 4/8/2001 RITORNO 14/08/2001. SPESA LIT. 3.000.000 TONDI TONDI (se mangiate poco anche meno). PERCORSI 2.850 KM IN 10 GIORNI (spesa benzina L. 500.000 circa). COMPONENTI: SIAMO IN 4. GUIDE: Touring Club, ma non dice poi molto; Around Iceland 2001, contiene diverse indicazioni, è reperibile gratuitamente in Islanda presso tourist information, hotel e quasi tutte le farm-holidays; materiale vario raccolto sul sito degli Amici dell’Islanda; depliant e opuscoli inviati dal Consolato generale della Repubblica d’Islanda, Roma. Mettiamo che quest’anno si va al freddo… 4/8/2001 Eccoci in viaggio tutti e 4 in un afoso pomeriggio d’agosto verso Milano dove alle ore 23,40 partirà il nostro volo Icelandair destinazione Reykjavik. Nell’attesa, alla Malpensa, una signora di Genova –anche lei diretta in Islanda con il nostro volo – ci informa che, dalle foto fatte da suo cognato, l’Islanda le è sembrata alquanto insignificante, ma che volete fare, ha già visitato tutto il resto del mondo (segue elenco di Paesi). Per fortuna, sull’aereo, ce la sistemano lontano… 5/8/2001 Ore 2,00 del mattino…Terra!!! Dal finestrino vedo un mare nero nero, immobile immobile e, più oltre, un lembo di terra ancora più nera, piatta piatta ma…le sole luci che scorgo sono quelle dell’aeroporto di Keflavik! Intorno il nulla, su tutto brilla una Luna cristallina, non c’è una nuvola in cielo…Fuori ci sono 4 gradi. Dopo ritiro bagagli e auto (Nissan Almera) andiamo verso Reykjavik, dove abbiamo prenotato la prima notte: ormai sono più o meno le tre e mezzo e comincia a schiarirsi il cielo all’orizzonte. A Reykjavik* c’è una marea di gente in giro a quest’ora quindi non abbiamo problemi a chiedere indicazioni, Andiamo a letto con il sorgere del sole… Ore 4,20! L’indomani, lauta colazione e giro della città, sotto un pallidissimo sole. Nel pomeriggio decidiamo di andare alla Laguna blu** (ingresso L.18.000) per un bagno caldo (fuori 10°c, in acqua 40°c), Ripercorriamo di giorno il paesaggio lunare che ci ha accolto la notte precedente, le nere distese di lava e licheni, arriviamo per caso – costeggiando il lago Kleyfarvatn*** percorrendo una strada sterrata – a Krysuvik ***dove vediamo le prime pozze di fango ribollente. Passiamo da Grindavik e da Vogar, Pernottiamo a Reykjavik in un posto accoglientissimo dove si spende anche meno (L. 75.000), dalle pareti a vetro della “mansarda” si vede un bellissimo panorama di Reykjavik. 6/8/2001 Oggi ricorre il Ferragosto islandese ed in giro per le strade non c’è nessuno! Si parte per Geysir***. Per arrivarci, costeggiamo il lago Thingvallavatn ed arriviamo alla faglia di Almannagjà ** dove la crosta terrestre si divide (ampliandosi sempre più) nella placca americana ed in quella europea. Da Geysir si prosegue per Gulfoss***: bellissima cascata, assolutamente da vedere! Il bello è che qui (altissimi dirupi, portata d’acqua immane…)puoi avvicinarti fin dove vuoi (sarà così in tutta l’Islanda!) non ci sono transenne, niente controlli o guide, spetta a te saper fin dove puoi arrivare e dove comincia il pericolo! Torniamo verso Selfoss poi, seguendo la Strada 1, arriviamo alla cascata Seljalandsfoss* ed infine a Skogar, dove pernottiamo all’Hotel Edda (L. 90.000 circa) proprio accanto alla cascata Skogarfoss**. Andiamo a cena Vik, dove spendiamo poco – perchè sbagliano a farci il conto – e dove si mangia salmone (costa meno del prosciutto cotto, anche senza errori). Tornando andiamo fino a Dyrhòlaey, dove torneremo l’indomani. Sta piovigginando, nonostante le nubi (bassissime) sono le 23,30 ed è ancora chiaro. 7/8/2001 Dyrhòlaey***, Meraviglia delle meraviglie, promontorio a picco sul mare dove nidificano migliaia di uccelli marini, soprattutto le Pulcinelle di mare o Puffins: ce ne sono tantissime! E c’è il sole. La strada prosegue attraverso il Myrdalssandur**, Kirkjubaejarklastur** e lo Skeidaràrsandur**, attraverso distese di sabbia lavica portata al mare da torrenti glaciali, fino a Skaftafell**, Passeggiata fino al ghiacciaio. Non arriviamo alla cascata (dicono però che è da vedere!) perchè sta venendo giù il diluvio. Proseguiamo lungo la costa (a sinistra il ghiacciaio, vicinissimo, a destra il mare), troviamo Hòf, con la chiesetta di torba, infine arriviamo a Jokulsàrlòn***. Sarà banale, ma qui è un altro mondo! In barca tra gli Iceberg, mille sono i riflessi ed i colori, tanto più che è tornato di nuovo il sole. Pernottiamo ad Hofn (Sleeping bag: L.52.000). Ceniamo con uno spiedino di gamberi e patatine fritte (L.45.000). Meno male che abbiamo portato la Nutella e comprato il pane! Tramonto meraviglioso. 8/8/2001 Oggi faremo i fiordi dell’Est: visitiamo Djupivogur*, Bùlanstindur*, Breidalsvik*, Fàskrùdsfiourdur*, Reydarfiordur*. C’è un magnifico sole e si mangia (noi ci siamo portati scatolette e cibi vari in scatola o patatine dall’Italia, poi integriamo con qualche acquisto al supermercato, ma occhio ai prezzi!!) vicino ad una cascata – l’acqua è pura e freschissima! I fiordi sono belli ma il paesaggio a volte è ripetitivo. Arriviamo fino a Egilsstadir, dove pernottiamo. Troviamo un posto con qualche difficoltà (oddio, basta pagare, a L.140.000 si trovano diversi posti ancora disponibili …) perchè – ci informano – il mercoledì parte il traghetto per le Isole Faroer dal vicino fiordo di Seydisfiordur ed in città arriva un sacco di persone! Egilstadir non è un granchè, dopo cena (a proposito, se volete mangiare, cercate un – anzi, il – distributore di benzina, è lì che, salvo rare eccezioni, troverete ristorante/fast food, gelateria, tabacchi, supermercato!) decidiamo di prendere la strada 93 in cerca di qualcosa di meglio. Ora, la strada sale*** (senza guard-rail !! da matti!) fino ad una sorta di valico, dopo il quale scende quasi a picco (con innumerevoli curve) verso il mare. Ai lati burroni e cascate, laghetti e lastroni di ghiaccio…Arriviamo fino a Seydisfiordur**, il fiordo più bello di tutta la giornata! Quando torniamo siamo in cima al valico più o meno a mezzanotte e vediamo l’orizzonte ancora rischiarato dal riflesso del sole… 9/8/2001 Partiamo verso Grimmstadir, seguendo la Strada 1. Attraversiamo la fascia desertica di Modrudalur***, a Grimmstadir seguiamo per Dettifoss***. Dire che la strada è sterrata è un eufemismo, viaggiamo su massi e polvere. Ma è la parte dell’Islanda che mi è piaciuta di più. Qui ho sentito il silenzio assoluto, per la prima volta nella mia vita. Non c’è nemmeno il rumore del vento o, che so, di un insetto… Bellissimo. Dettifoss è davvero impressionante, la più bella cascata che ho visto, le sue acque trasportano cenere lavica e sembrano nere. La giornata è splendida e soleggiata. Continuiamo per Asbyrgi, il canyon a forma di ferro di cavallo – carino -, poi per Hùsavìk**, dove ci aspettano le balene***. Ll cielo è coperto, ma partiamo per il Whale Watching delle 17.00 (L. 73.000). Ci dicono di vestirci bene, due paia di jeans, tre maglioni, un paille, un giubbotto sono appena sufficienti quando siamo in mare aperto… Siamo sulla barca più piccola, la “Haukur”, le onde ci sballottano per ogni dove, finchè l’”avvistatore di balene” (p.s. Per le signore: proprio un bel ragazzo!) ci dice che è troppo pericoloso proseguire… Ci rimborseranno il biglietto ma dobbiamo assolutamente rientrare in porto. Infreddoliti, torniamo per cena alla casetta dove abbiamo trovato rifugio per la notte (sleeping bag: L.36.000)…Prima di dormire notizie dall’Italia: c’è la parabola, si vede Rai1. 10/8/2001 Sotto il magnifico sole della mattina seguente riprendiamo il largo con la Nordur Singling e finalmente si vedono le balene!! Ci abbronziamo pure! Solo il viso però, per il resto siamo un pò troppo coperti…E’ quasi ora di pranzo quando si parte per il lago Myvatn***, ma è abbastanza vicino (strada 87). Si pranza (scatolette) su un tavolino di legno che troviamo sistemato lungo la strada, tra uno sperone roccioso ed una colata lavica attraversata da migliaia di vene d’acqua. Il Lago Myvatn è davvero bello ed i moscerini sono miliardi ma non danno molta noia. Visitiamo la Stòragjà* e la Grjotagià*, profonde spaccature vulcaniche parallele al lago, Dimmuborgir**, depressione dove si trovano moltissimi ammassi di lava solidificati in forme bizzarre, il monte Hverfjall** dal suggestivo cono di cenere alto 150 metri sulla pianura circostante, Namaskard***, dove si trovano getti di vapore, specchi d’acqua calda, suggestivi rilievi di scorie laviche grigi, celesti (zolfo), gialli, bruni e rossi, il vulcano Krafla ed il cratere Viti** oggi pieno di acqua (calda) di colore turchese e verde azzurro; gli pseudocrateri di Skùtustadir***che si protraggono nel lago. Sono già le 20.00, proseguiamo ed il primo posto dove troviamo camere disponibili è il Foss Hotel di Laugar (L.75.000). Cena: 3 piccolissimi filetti di trota fresca (ottima) con mandorle e burro, L. 48.000. Fuori 3 gradi. 11/8/2001 Con la colazione (al buffet) del mattino pareggiamo il rapporto quantità/prezzo della cena di ieri: c’è di tutto e noi tutto assaggiamo. Purtroppo cade una pioggerellina fine fine che niente ha a che fare con la giornata di ieri…Prima tappa: le cascate ad anfiteatro di Godafoss**. Di tutte le cascate che abbiamo visto non ce n’è una uguale all’altra, ognuna ha una sua particolarità! Seconda tappa Akureyri*, la capitale del nord. Molti negozi per lo shopping, una chiesa moderna che a me non piace poi molto…ma, visto che piove, andiamo a visitarla. E’ in alto, sul porto, da lassù c’è un ottima vista della città. Entriamo, stanno facendo le prove di canto, suonano un organo con non so più quante migliaia di canne…la musica ti avvolge e sono le note di ”Con te partirò” di Bocelli, cantata però in Islandese! Sembra impossibile, rimaniamo incantati! Usciti, chiediamo informazioni sull’Isola di Grìmsey, ma non è possibile raggiungerla: questo è il solo giorno in cui non ci sono collegamenti aerei, i traghetti partono solo 2 giorni a settimana, oggi non è uno di quelli. Dopo pranzo ed un giro per i negozi decidiamo di continuare, anche perchè il tempo ha deciso di peggiorare. Piove. Arriviamo a Varmalid, poi a Glaumbaer, dalle caratteristiche case con il tetto di torba. Vorremmo proseguire verso nord, oltre Saudàrkròkur ed arrivare a Blonduos attraverso la strada 744 ma, dato il tempaccio, un cartello avverte che è transitabile solo con fuoristrada. Torniamo indietro e riprendiamo la strada 1. Prima di Laugarbakki (chissà dove siamo, c’è una nebbia che limita la visibilità a circa 10 mt!) troviamo una fattoria per dormire (sleeping bag: L.35.000). C’è l’uso cucina mangiamo lì: zuppa di asparagi e tonno! Dopo cena si studia se l’indomani sia possibile arrivare fino a Latrabiarg (tappa non prevista), dato che siamo in anticipo rispetto alla tabella di marcia. Dicono ci siano spiagge bellissime e scogliere con dislivelli pazzeschi. I km da percorrere per rispettare i nostri piani, però, sarebbero più di 600, forse troppi con quel tempo e per le strade d’Islanda…vince la componente più pigra del gruppo, non andremo. 12/8/2001 L’indomani la signora della fattoria ci consiglia di prendere la strada che gira attorno alla penisola di Vatnsnes, ci sono panorami molto belli e, nella baia di Hùnaflòi, il “famoso” Hvìtserkur, un blocco di lava solidificatosi in mare con una forma che ricorda un dinosauro. Peccato, pioviggina. Ci sono migliaia di gabbianelle ed altri tipi di uccelli. Percorrendo la strada 59, direzione Bùdardalur, incontriamo dei cavalli e ci fermiamo per fotografarli: loro si avvicinano per farsi accarezzare…sono così belli, e sono così tanti che circondano noi e la macchina!! Si riparte, mangiamo per strada su di un masso vista mare (che freddo!) prima di arrivare a Stykkishòlmur**. La cittadina è molto carina, il tempo va migliorando, ci facciamo un giro a piedi. Ci sono banche, ristoranti e diversi localini, le case sono ben tenute e colorate con una miriade di oggettini alle finestre. Dormiamo all’ostello (L.35.000), che è davvero pulito e carino, con uso cucina, gli altri ospiti sono simpatici, l’unico strano è il padrone: non c’è mai, capita ogni tanto a vedere se è arrivato qualche nuovo ospite, tanto qui è tutto aperto, non ci sono porte chiuse –come d’abitudine in tutta l’Islanda! A cena andiamo fuori, stasera ci concediamo qualche vizio…Finalmente mangio il famoso agnello islandese, con tanto di patatone arrosto. Mi servono anche la tipica zuppa di agnello e verdure (ottima, meglio dell’agnello), specificando che è compresa nel prezzo (vorrei vedere, il tutto mi costa più di L. 60.000! In compenso ci offrono il dolce perchè ritardano – molto!- a servirlo). 13/8/2001 Si continua il giro della penisola di Snaefellsnes, passiamo da Grundarfjordur, Olafsvìk, Hellissandur, giriamo attorno allo Snaefellsjokull, facciamo sosta ad Hellnar*** ed Arnastapi***: qui vediamo bellissime scogliere a picco sul mare dove nidificano migliaia di uccelli marini. A Budir prendiamo la strada 54 come se volessimo tornare verso nord: ci addentriamo nell’interno per qualche Km, sostiamo per pranzo al Rifugio (non ci eravamo mai entrati, volevamo vedere come sono!). La pulizia non è il massimo ma dato che piove… Torniamo indietro e ci dirigiamo verso Eldborg*, un cratere alto 60 mt sulla pianura circostante. Per arrivarci lasciamo la macchina e facciamo quasi 1 ora e mezzo di cammino fra gli arbusti e le sterpaglie (non piove più) ma alla fine arriviamo fino in cima, sul bordo! Dentro, una voragine dove ora crescono sterpaglie, profonda circa 50 mt (che bello, anche qui niente ringhiere, niente vincoli!), ci siamo solo noi, 2 Slovacchi ed il vento. Dormiamo a Borgarnes (sleeping bag, circa L.40.000). 14/8/2001 Procediamo per Akranes, poi con il tunnel sottomarino (dopo un casello tipo autostrada si scende a picco sotto il mare, poi la strada risale ed è abbastanza ripida) che taglia l’Hvalfjordur (L.23.000 per il transito, 3 Km) andiamo verso Mosfellsbaer ed infine siamo di nuovo a Reykjavìk. Abbiamo il tempo per un altro giro in città (c’è il sole!) per gli ultimi acquisti… Poi via a Keflavik, per fare ritorno sulla Terra! P.S. Sorry, ma i nomi di alcuni luoghi sono talvolta adattati, data la particolarità di alcuni caratteri dell’alfabeto islandese. E’ comunque agevole ritrovarli, poichè sono tali anche su guide e cartine comprate in Italia. Ho attibuito un numero di stelline crescente in base all’interesse dei luoghi. Il criterio di valutazione è, senza dubbio, soggettivo.