Viaggio di nozze tra Sud Africa, Mauritius e Dubai
Indice dei contenuti
1.GIORNO: ITALIA – CITTÀ DEL CAPO 18/06/12
Partenza con volo di linea Emirates.
18/06/12 Milano Malpensa – Dubai 15:20 – 23:25 (Boeing 777-300)
19/06/12 Dubai – Cape Town 3:50 – 11:40 (Airbus Industrie A340-300)
Pasti e pernottamento a bordo.
2.GIORNO: CITTÀ DEL CAPO 19/06/2012
Siamo arrivati a metà mattina a Città del Capo, la “città madre”, dove un taxi ci ha prelevato e portato in albergo. L’hotel era il The Westin Cape Town, un bellissimo albergo con la facciata in vetro, situato vicino al Waterfront. Al 19° piano dell’hotel c’è una suggestiva SPA con piscina riscaldata da cui si gode la vista sul porto e sul mare, una vasca idromassaggio, sauna e bagno turco. Nel pomeriggio abbiamo incontrato Gisella la guida parlante Italiano che ci ha condotto in una prima visita panoramica del centro della città detto City Bowl in pullmann: abbiamo visto il castello, il colorato quartiere malese di Bo-Kaap, i Company Gardens, l’House of Parliament. La città è circondata da montagne: Table Mountain, Lion’s Head e Devil’s Peak. Situata all’estremità settentrionale della penisola del capo, è la capitale legislativa del Sudafrica e la terza città più popolosa con circa 3 milioni di abitanti. Successivamente ci siamo recati al Victoria & Albert Waterfront, antica zona portuale completamente ristrutturata e riqualificata, con tantissimi negozi, cinema e ristoranti. Lì abbiamo cambiato i nostri Euro con i Rand Sudafricani: 1€ = 11,82 ZAR (Nota: la Guida ci ha spiegato che è più conveniente cambiare gli Euro piuttosto che i Dollari). Successivamente abbiamo visitato un laboratorio d’intaglio del diamante, con annesso museo e gioielleria. Lì ci siamo lasciati con la guida ed abbiamo cenato in un grazioso locale del centro commerciale. Festeggiavo quel giorno il mio trentesimo compleanno!
3. GIORNO: CITTÀ DEL CAPO 20/06/2012
La mattina dopo siamo partiti con Gisella ed il resto del gruppo per un’escursione nella Penisola del Capo, percorrendo la meravigliosa strada panoramica che si snoda lungo il mare, con scorci meravigliosi. Abbiamo attraversato le cittadine di Camps Bay, Clifton, Llandudno. Arrivati ad Hout Bay abbiamo preso il battello per raggiungere l’Isola delle Foche. Appena fuori dal porticciolo, abbiamo cominciato a “ballare” (saggiamente la nostra guida aveva preferito rimanere sulla terra ferma). L’oceano era agitatissimo e il battello andava su e giù come i nostri stomachi. Sembrava di essere dentro un romanzo di Kipling “Capitani Coraggiosi”. Dopo aver visto l’isola, dove si ammassavano un numero impressionante di graziosissime foche, e tornati sani e salvi al porto, abbiamo ripreso il pullmann e proseguito verso la Riserva Naturale del Capo di Buona Speranza. Dal faro di “Cape Point” abbiamo potuto ammirare il luogo d’incontro dell’oceano Atlantico e di quello Pacifico. C’era un vento pazzesco, dovevo tenermi gli occhiali, altrimenti rischiavo che mi volassero via. Sulla strada abbiamo pranzato a base di pesce e successivamente abbiamo visitato un Ostrich Farm, una fattoria di allevamento di struzzi dove abbiamo effettuato un interessante tour guidato. Nel pomeriggio ci siamo recati alla colonia dei pinguini di Boulder’s Beach. Infine, in serata, abbiamo fatto rientro a Città del Capo.
4. GIORNO: CITTÀ DEL CAPO 21/06/2012
Avevamo la giornata a disposizione, così abbiamo deciso di visitare Table Mountain. Siamo saliti con la cabinovia (biglietto circa 180 rand). La cabinovia, detta Cable Car, porta fino a 65 persone e salendo ruota su sé per consentire a tutti una vista ideale. Arriva in cima in appena 7 minuti. Dalla Table Mountain, a circa 1000 metri d’altezza, abbiamo potuto ammirare un panorama a dir poco suggestivo. Si vedeva tutta la baia di Cape Town, la città, lo stadio costruito per i mondiali di calcio del 2010, Robben Island 12 km al largo di Cape Town dove venivano incarcerati i prigionieri politici dell’apartheid, tra cui Nelson Mandela. Simpaticissimi erano degli animaletti, chiamati Irace del Capo, una palla di pelo marrone, simile ad un coniglio. Il paesaggio completamente piatto della Table Mountain (da cui il nome..) è davvero particolare, quasi lunare. Il silenzio e la pace che si godono da lassù ci resteranno per sempre nel cuore. Completata la nostra passeggiata, siamo ridiscesi in cabinovia e abbiamo visitato a piedi il centro della città. In serata siamo ritornati in albergo per un meritato riposo. Siamo saliti al centro benessere dell’Hotel. Abbiamo fatto la sauna, il bagno turco, e un tuffo in piscina. Era bellissima, al 19° piano, con una vetrata che dava sul porto e sull’oceano. Rilassati e profumati siamo andati a cena al Waterfront.
5. GIORNO: CITTÀ DEL CAPO – MPUMALANGA 22/06/2012
Sveglia prestissimo, alle 5:00, per finire di chiudere le valigie, fare colazione e prendere il taxi alle 7:00. Dopo la colazione, trasferimento in aeroporto e partenza con volo di linea per Johannesburg.
22/06/12 Cape Town – Johannesburg 08:50 – 10:50 (Boeing 737-800)
All’arrivo, dopo aver conosciuto la guida Annamaria, di origine Bresciana, ma dalla simpaticissima parlata Romana, siamo partiti verso la regione di Mpumalanga. Abbiamo percorso 70 Km circa, con breve sosta per un giro orientativo a Pretoria, la capitale amministrativa del Sudafrica, chiamate Tshwane dai Sotho: il centro città, Church square (dove non ci sono chiese…), l’Union Building, Voortrekker Monument. Al termine della visita, abbiamo proseguito per il Mpumalanga, la regione del Sol Levante che in lingua locale significa “dove sorge il sole”. Abbiamo percorso circa 400 Km, con le autostrade che correvano attraverso paesaggi in continuo mutamento, puntellati da villaggi e campi di lavoro in mezzo al nulla. Alcuni cartelli stradali sconsigliavano la sosta perché se ti fermavi o accostavi per qualsiasi motivo era possibile che bande criminali ti rapinassero. Un paio di volte ci siamo presi un bello spavento a causa degli operai o contadini di colore che attraversavano l’autostrada (a 4 corsie ma senza guard rail tra i due sensi di marcia) a piedi come fossero in città. Abbiamo effettuato un pranzo a base di carne lungo il percorso e dopo un viaggio estenuante siamo arrivati in serata al White River, dove abbiamo cenato ancora una volta a base di carne. Dopo cena siamo andati finalmente in Hotel, al Casterbridge Hollow per il pernottamento. Situato alle porte di White River, l’albergo dispone di 30 camere deluxe molto spaziose, affacciate sul giardino e sulla piscina. Nelle vicinanze ci sono cinema, negozi e centro benessere.
6. GIORNO: MPUMALANGA – PANORAMA ROUTE 23/06/2012
Dopo la prima colazione partenza per l’escursione alla scoperta dei magnifici paesaggi della Panorama Route. Sono innumerevoli i punti panoramici della regione caratterizzata da alture, foreste, fiumi e cascate. La provincia è famosa per essere punteggiata da tante cascate. Siamo stati al God’s Window, letteralmente la “Finestra di Dio”, da dove si godeva un bellissimo panorama sul “Lowveld” sottostante. Poi abbiamo visitato i buchi cilindrici di Bourke’s Luck Potholes createsi dall’erosione del fiume Blyde. Il luogo deve il suo nome al fortunato Bourke, appunto, che in quel punto aveva trovato la sua fortuna. Purtroppo di oro noi non ne abbiamo trovato, quindi abbiamo proseguito per il Blyde River Canyon, il più grande del Sudafrica, il terzo al mondo con una gola profonda 800 m e lunga 26 Km e l’unico al mondo con le sponde vegetate. Infine, abbiamo visitato l’antico villaggio di cercatori d’oro di Pilgrim’s Rest. Antico villaggio minerario ottocentesco restaurato e trasformato in museo a cielo aperto. Osservando gli edifici di lamiera dai tetti rossi, un albergo e la banca dell’epoca, ci si può fare un’idea di come vivessero quegli avventurieri in cerca di fortuna. In serata siamo rientrati a White River, in hotel.
7. GIORNO: MPUMALANGA – PARCO KRUGER 24/06/2012
Dopo la prima colazione, partenza per il Parco Kruger (90 Km circa) e arrivo alla Riserva Privata Imbali, una delle pochissime strutture private situate all’interno del Parco Kruger, in posizione privilegiata per i migliori fotosafari. La struttura è stata progettata nel pieno rispetto dell’ambiente naturale circostante; quasi interamente costruito in legno ed arricchito d’arredi davvero eleganti. Le aree comuni includono anche una grande terrazza dove cenare all’aperto sotto il meraviglioso cielo stellato dell’emisfero australe. I dodici esclusivi chalet dispongono di terrazza con jacuzi privata. Il nostro lodge era recintato da un bassissimo filo elettrico che doveva servire a scoraggiare l’ingresso agli animali. Di giorno però cancello d’ingresso veniva appositamente lasciato aperto per lasciare passare le jeep, con la reale possibilità che gli animali (di qualsiasi genere) potessero entrare. Proprio per tale motivo la sera, quando dovevamo tornare nella nostra camera, venivamo scortati. Il parco Kruger è uno dei più antichi e rinomati parchi del mondo. Con i suoi 95 Kmq è grande quasi quanto la Sardegna. Poco dopo l’arrivo, ci hanno servito il pranzo al lodge. Nel pomeriggio partenza in veicoli 4×4 scoperti per il nostro primo safari fotografico con la guida di un esperto e simpatico ranger alla ricerca dei rinomati “Big Five”, i cinque grandi mammiferi africani (elefanti, rinoceronti, bufali, leoni e gli elusivi leopardi) così chiamati dagli antichi cacciatori in quanto considerati i cinque grandi animali più difficili da cacciare. Fortunatamente oggi sono considerati solo i più difficili da fotografare. Abbiamo visto giraffe, impala, antilopi, zebre, babbuini, facoceri e tantissimi uccelli. Fatto buio, siamo rientrati al lodge per la cena. Quella sera servivano carne di struzzo, una carne rossa molto saporita accompagnata da una zuppa di patate e carote. Ho mangiato solo io (mi son fatto portare la cena in camera), perché mia moglie si è sentita male a causa dello strapazzamento del pomeriggio passato a ballare sulla jeep che scorazzava sulle strade non asfaltate del parco.
8. GIORNO: PARCO KRUGER 25/06/2012
Poiché mia moglie era stata male il giorno prima, non abbiamo effettuato il fotosafari del mattino. Ci siamo dedicati al relax approfittando della spaziosa terrazza con jacuzzi privata di cui era dotata la nostra suite. Mentre ci rilassavamo sul nostro terrazzino, alcuni elefanti son passati vicino la nostra camera, attraversando il letto di un fiume secco che si trova di fronte alla riserva Imbali. Dopo il pranzo, nel pomeriggio siamo partiti per il fotosafari. Appena usciti dalla riserva dell’Imbali il ranger ha scovato un leone ed una leonessa che facevano una placida siesta pomeridiana all’ombra di un albero. Dopo alcuni minuti che li osservavamo eccitati, hanno cominciato a rialzarsi sbadigliando e mettendo in mostra i loro canini enormi. Si sono allontanati dall’albero venendo verso la strada. Sono passati così vicino alla jeep che quasi potevamo toccarli (se non fosse che ci avrebbero staccato un braccio…). La guida ci aveva avvertito: “Gli animali sono abituati alla presenza delle macchina. Per loro le jeep non costituiscono una minaccia” aveva detto “Ma se scendete diventate delle bistecche!”. I due leoni si son messi sulla strada e, davanti ai nostri occhi meravigliati, si sono accoppiati. Dopo la nostra prima esperienza quasi da “guardoni”, ci siamo rimessi in marcia alla ricerca di altre fiere. All’ora del tramonto ci siamo fermati per un aperitivo in piena savana e poi siamo ripartiti col buio e con l’ausilio di un faro alla ricerca di animali con abitudini notturne. Al rientro, abbiamo cenato nella veranda comune, dove c’è una bellissima piscina che da sul letto del fiume secco. Mentre cenavamo, sull’altra sponda del fiume, è passato un leone ad appena trenta metri da noi il cui ruggito ci ha fatto tremare di paura ed eccitazione.
9. GIORNO: PARCO KRUGER – JOHANNESBURG 26/06/2012
All’alba ultima uscita per il fotosafari del mattino. Abbiamo visto ancora bufali, giraffe, gnu ed antilopi. Poco prima di abbandonare, ahimè, il parco ho fatto fermare la guida perché avevo avvistato una specie di maialino: era proprio il facocero Pumba del “Re Leone”. Usciti dal Kruger, siamo partiti per Johannesburg con pranzo lungo il percorso a Dullstroom, piccola cittadina rinomata soprattutto per i suoi dolci paesaggi e la pesca alla trota. A Johannesburg abbiamo cenato e pernottato al Protea Hotel, situato nei pressi dell’aeroporto.
10. GIORNO: JOHANNESBURG – MAURITIUS 27/06/2012
Prima colazione e trasferimento in navetta gratuita, messa a disposizione dall’albergo, per l’aeroporto. Partenza con volo di linea per Mauritius.
27/06/12 Johannesburg – Mauritius S.Seewoosa 09:40 – 15:40 (Boeing 737-800)
Arrivo a destinazione e trasferimento all’Hotel La Pirogue (prima categoria superiore). Cena e pernottamento.
11. GIORNO: MAURITIUS 28/06/2012
Avevamo la giornate a disposizione per puro relax in spiaggia. L’isola di Mauritius è un paradiso naturale fatto di spiagge bianchissime e acque cristalline. I suoi abitanti sono a maggioranza Hindù. Ma è un isola davvero multiculturale dove si parla inglese, francese, creolo. La sua moneta è la rupia (1€ = 40,96 MUR). Clima è temperato e umido. Le piantagioni di canna da zucchero sono ovunque.
12. GIORNO: MAURITIUS 29/06/2012
Abbiamo dedicato l’intera giornata alla spiaggia. Eravamo ancora stanchi del lungo tour in Sud Africa e del viaggio in aereo. Seppure eravamo lì nel loro inverno locale, le giornate erano miti e quando c’era il sole c’era da arrostirsi.
13. GIORNO: MAURITIUS 30/06/2012
Abbiamo effettuato un gita con la SummerTimes, chiamata I Colori del Sud. Un pullman, con guida parlante Italiano, è venuto a prenderci in albergo. Da lì siamo partiti per il sud dell’isola. Superata Curepipe, ci siamo inerpicati in una strada strettissima fino al Trou-aux-Cerfs, un cratere vulcanico estinto ricco di fitta vegetazione. Da lì si poteva godere di una vista panoramica su tutta l’isola e le sue catene montuose. Quindi, siamo andati a “Voiliers de l’Océan” per vedere esperti artigiani che lavorano sodo per creare modelli di navi spettacolari. Poi ci siamo recati ad un tempio Hindù, attraverso la riserva forestale di Plaine-Champagne, con una sosta fotografica presso un punto di vista più spettacolare Black River Gorges. Il tempio sorge sulle rive di un lago sacro e vi si accede da un lungo viale dove troneggia l’immensa statua di Shiva. Simpaticissime erano le scimmiette che trafugavano la frutta, soprattutto le banane, dalle ceste d’offerta agli Dei. Più avanti, in mezzo a boschi cinesi Guava, Varangue-sur-Morne ci hanno offerto un tipico pranzo mauriziano. Discendendo la fertile valle, la strada, fiancheggiata da piantagioni di canna da zucchero, ananas e altri frutti tropicali, porta a Rhumerie de Chamarel. Lì abbiamo effettuato un interessante visita guidata della distilleria, con annessa degustazione di varie tipologie di rum. Poi siamo andati ad ammirare le cascate e le sette terre colorate di Chamarel. I cumuli di terreno ondulato, di origine vulcanica, creano affascinanti strati colorati di terra simili ad un arcobaleno. Sulla via del ritorno, abbiamo effettuato una sosta in un punto panoramico che si affaccia Morne Mountain e Bénitiers Island dove abbiamo degustato un freschissimo ananas tagliato alla mauriziana.
14. GIORNO: MAURITIUS 01/07/2012
Ancora una giornata dedicata al relax in piscina e in spiaggia.
15. GIORNO: MAURITIUS 02/07/2012
Oggi un’altra gita di mezza giornata con (‘Nord Esotico’). Volevamo vedere il nord dell’isola. Abbiamo visitato il Giardino Botanico di Pamplemousses creato dal famoso botanico Pierre Poivre nel 1767 nella tenuta del governatore francese Mahé de Labourdonnais. L’ingresso al giardino costa pochissimo (circa 2 euro a persona). È preferibile prendere una guida perché altrimenti non si capisce nulla. Le guide sono disponibili all’ingresso del parco ed offrono un tour completo per un minimo di 1 euro / ora a persona. Il giardino è famoso per le sue 500 specie rare di piante giganti, le ninfee, le tantissime varietà di palme, tra cui il talipot, che fiorisce una volta ogni 60 anni prima di morire, le spezie, la noce moscata, i chiodi di garofano, ecc. Il giardino ospita anche il “samadhi” (santuario funebre) del Padre della Nazione, Sir Seewoosagur Ramgoolam. Dopo la visita di Pamplemousses siamo andati a Port-Louis, la capitale. Dopo una breve sosta panoramica al castello (non particolarmente interessante) siamo andati al Waterfront, con le sue numerose boutique che espongono belle collezioni di stilisti locali e marchi famosi. Il suo mercato Craft è un bazar aperto, impregnata di profumi esotici di spezie, souvenir, negozi, caffè e bar. Era possibile raggiungere a piedi il mercato coperto di Port-Louis, ma noi abbiamo preferito evitare (sembrava poco sicuro!).
16. GIORNO: MAURITIUS 03/07/2012
Oggi ultima gita con l’agenzia all’Isola dei cervi. Ancora una volta, un pullmann con guida parlante Italiano, è venuto a prenderci in albergo, e da lì siamo partiti attraversando l’isola verso est. Ile aux Cerfs è un vero e proprio gioiello con un suggestivo campo da golf. Abbiamo dedicato l’intera giornata all’esplorazione dell’atollo, con spiagge bianchissime. Purtroppo il tempo non era dei migliori, ma l’isolotto merita assolutamente una visita. A mezzogiorno ci hanno servito il pranzo presso il ristorante Paul & Virginie. Molti ristoranti a Mauritius portano il nome dei due protagonisti del romanzo di Saint-Pierre ambientato sull’isola. Le loro madri sono due donne sfortunate fuggite dalla società, afflitte da diverse angosce e sofferenze. Nel loro dolore costruiscono un’amicizia che si tramuterà nei loro figli in affetto fraterno dapprima e in sentimento più profondo d’amore e passione dopo. Questa promessa d’un futuro di pace ed amore viene spezzata dalla richiesta di una zia di Virginie di essere raggiunta in Francia per l’educazione della ragazza. Con profondo strazio la famiglia si divide e i due ragazzi di separano. Ma entrambi soffrono per mesi lontano l’uno dall’altro. Virginie abbandona la zia e s’imbarca per far ritorno a casa, dalla sua famiglia e da ristorante Paul suo fratello e promesso sposo. Ma proprio quando stava per giungere a destinazione, la Saint Géran, la nave su cui era imbarcata, naufraga di fronte all’isola, proprio davanti agli occhi di Paolo. Quest’ultimo, distrutto dal dolore, si lascia lentamente morire. Poco dopo la sua morte anche le due madri li raggiungeranno nella morte.
17. GIORNO: MAURITIUS – DUBAI 04/07/2012
Trasferimento in aeroporto e partenza in serata con volo di linea per Dubai.
04/07/12 Mauritius S.Seewoosa – Dubai 22:15 – 04:45+1 (Boeing 777-300)
18. GIORNO: DUBAI 05/07/2012
Siamo arrivati la mattina preso all’aeroporto di Dubai. Dopo una lunghissima trafila per i controlli doganali, un taxi ci ha portato in albergo. Dubai è una città di tanti contrasti, dove l’Oriente incontra l’Occidente e il vecchio incontra il nuovo. In meno di un secolo è stata trasformata da un piccolo villaggio di pescatori in una città moderna, dinamica e affascinante. Il nostro albergo, il Qamardeen Hotel, si trova proprio in centro, vicino al Dubai World Trade Centre e a pochi minuti a piedi dal Burji Khalifa e al Dubai Mall. Ma quei pochi minuti a piedi, con i quasi 50 °C di luglio, erano una fatica inimmaginabile. A Dubai, quasi ovunque, accettavano anche i dollari. Il cambio con i Emirati Arabi Uniti Dirham è: 1€ = 4,89 AED. Al centro commerciale abbiamo preso i biglietti per uno di quei classici pullmann rossi a due piani per un veloce tour della città, il CitySightSeeing o Big Bus. Il Bus passa ogni 20 minuti circa a partire dalle 9:00. Il biglietto era un po’ caro, 45 euro per tutto il giorno. Ma dato il poco tempo a disposizione e le temperature intollerabili, era l’unico modo per visitare la città. Ci fornivano bottigliette d’acqua gratuita (indispensabili) e delle cuffiette rosse per ascoltare la guida in Italiano. Abbiamo visto l’Al Fahidi Fort, Casa dello Sceicco Saeed Al Maktoum. Il biglietto comprendeva anche Dhow Cruise Dubai – crociera sul fiume di Dubai, ma non ne avevamo il tempo. Ci siamo fermati per una passeggiata lungo il souk dei tessuti, il più antico della città. La guida ci ha detto che Dubai è una delle città più sicure al mondo e veramente qui percepisci questa sensazione. Cammini per strada e stai tranquillissimo, questo perché qualsiasi forma di criminalità qui è severamente punita. Purtroppo ci siamo persi il souk dell’oro (molto interessante, ma non avevamo tempo!). Dopo aver visto dall’esterno della Moschea di Jumeirah, abbiamo proseguito per Dubai marina, per ammirare il mitico albergo a forma di vela, il Burj Al Arab, simbolo di Dubai. Poi abbiamo visto la Palm Island, la penisola costruita a forma di palma con l’Atlantis Palm Jumerirah. Quindi siamo tornati al Burj Khalifa, il grattacielo più alto del mondo, 828 metri; il panorama che si gode dalla sua sommità è mozzafiato. Sul tardo pomeriggio abbiamo visto lo spettacolare gioco d’acqua delle fontane di Burj Khalifa, davvero incredibile. Peccato che ci fosse quel caldo soffocante. A volte in lontananza sembrava che ci fosse la nebbia, ma in realtà era il caldo afoso.
19. GIORNO: DUBAI 06/07/2012
Il giorno dopo abbiamo optato per un’affascinante escursione nel deserto orientale di Dubai. Dopo un’emozionante tour a bordo di 4×4 nelle dune del deserto, abbiamo raggiunto un accampamento beduino per gustare una tipica cena alla griglia accompagnata dalla musica araba e allietati dalle sensuali e fluide movenze della danzatrice del ventre. Abbiamo anche effettuato un giro in cammello all’ora del tramonto, ammirando gli spettacolari ed indimenticabili riflessi del sole contro le dune di sabbia.
20. GIORNO: DUBAI – ITALIA 07/07/2012
Prima colazione, trasferimento in aeroporto e partenza con volo di linea per l’Italia:
07/07/12 Dubai – Milano Malpensa 9:05 – 13:45 (Boeing 777-300)
Fine del nostro meraviglioso viaggio di nozze.