Viaggio di nozze in Polinesia 4
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Siamo molto curiosi di vedere la Polinesia, questo tratto di pianeta ancora incontaminato dove il tempo dicono scorra lento e secondo i ritmi della natura. In realtà abbiamo bisogno di riprenderci, di recuperare la tranquilla quotidianità che ci aveva abbandonato per lasciare spazio ai ritmi incalzanti dettati dai preparativi del matrimonio.
Il viaggio è abbastanza faticoso sono bene 27 ore di volo, e all’arrivo siamo stremati. Per fortuna abbiamo deciso di trascorrere la prima nostra notte al Tahiti motel che si trova proprio davanti all’aereporto. Trasciniamo le valige per circa 10 minuti in un tratto di strada in salita ma tutto risulta sopportabile. La sistemazione è una pensione semplice, molto pulita, il personale è gentile e disponibile, ci cambia anche euro in moneta locale. La colazione è buona con thè, latte, succo, pane, marmellata e brioche, non è internazionale ma è perfetta per sfamarci. Intanto che ci gustiamo la nostra prima alba dall’altra parte del mondo. Ci facciamo chiamare un taxi e ci dirigiamo verso il porto (il costo del trasporto è di 1700 CFP) dove ci imbarchiamo su un traghetto (costo di 3000 CFP) per la prima tappa del nostro viaggio, Morea. Le valige prese dai marinai del porto sono imbarcate direttamente sulla nave, il viaggio è tranquillo, si tratta di circa 30 minuti di nave ma portatevi una felpa perché all’interno del traghetto tutti gli ambienti sono molto freddi a causa dell’aria condizionata. Arrivati a Morea decidiamo di farci portare da un taxi alla pensione Faimano dove rimaniamo per 3 giorni (11-12-13 giugno). Il taxista è molto gentile e ci accompagna anche in una banca per poter cambiare soldi in Cfp prima di lasciarci alla pensione. La pensione si trova in una posizione eccellente è vicina all’Hilton, i bungalow sono molto malandati e poco puliti, l’acqua calda scarseggia e la pensione non offre la pulizia delle camere. Per questi due notti decidiamo di adattarci perché la barriera corallina davanti a noi ci regala uno spettacolo veramente unico. Dalla spiaggia e dalla casetta si possono gustare i tramonti polinesiani che ci lasciano senza parola, sono veramente da cartolina. Se decidete di soggiornare qui però fatevi dare il bungalow più interno non quello sulla spiaggia rimarrete leggermente più riparati dall’umidità. Un posto molto carino per alloggiare è sicuramente Le Tipanier, ottima posizione alle spalle di un motu che si raggiunge con il kayak e dove si può pranzare all’ombra delle palme. Il mare della Polinesia è veramente incantevole e ti sembra di vivere in un altro mondo dove il tempo scorre secondo i ritmi della natura. Morea si gira benissimo in scooter, non perdetevi la piantagione di ananas, il Belvedere che vi incanterà con le sue due slendide baie. Se avete tempo programmate una visita allo stabilimento Rotui.
14 giugno
Ci spostiamo con un volo interno sull’isola di Huaine. Se siete amanti dell’avventura e della natura selvaggia alla Robinson Crusoe allora la pension Fetia sarà perfetta. il posto offre un immenso giardino da palme da cocco davanti ad una spiaggia selvaggia e deserta. Noi eravamo gli unici ospiti, la spiaggia e il mare però non sono adatti a fare il bagno in quanto la barriera corallina è molto vicina e impedisce di passeggiare in acqua. Le camere sono molto originali con il pavimento in sassi di corallo ma il bagno lascia un pochino desiderare, non c’è acqua calda e non ci sono vetri alle finestre ma solo della inferiate costituite da originali canne di bamboo, insomma bisogna adattarsi. La notte regala un cielo stellato mai visto, come quello che i bambini disegnano tempestato di diamanti. Fa veramente impressione. La notte però porta anche un rombo assordante causato dalle onde che si infrangono sulla barriere, che ci tiene svegli e non ci fa riposare. Decidiamo, quindi, di trascorrere solo una sera alla Pensione Fetia. La signora proprietaria della Pension Fetia è di poche parole ma gentile, e per cena ci prepara il tipico piatto polinesiano ‘poisson cru au lait coco’. Si tratta di pesce crudo di solito tonno o mahihi marinato nel lime e condito con cetrioli carote e latte di cotto, buonissimo. L’igene della pensione non è delle migliori ma noi ci adattiamo, si tratta di una luna di miele fatta anche di avventura. L’impressione che abbbiamo avuto è che un tempo la pensione fosse ben funzionante ed organizzata, mentre adesso sembra caduta in una sorta di stato di abbandono.
15 giugno
Decidiamo quindi di abbandonare la pensione Fetia e di trasferirci al Huahine Te Tiare Beach Resort che riusciamo a prenotare telefonicamente il giorno prima. Forse proprio per questa prenotazione fatta all’ultimo minuto la tariffa di soggiorno è stata molto economica rispetto ai prezzi indicati on line nei vari siti di prenotazione.Abbiamo speso solo 287 euro compreso pranzo sulla spiaggia e cena al ristorante.
Il resort è un vero spettacolo, una perla nascosta nella natura, ed è ben organizzato, infatti, lo staff si occupa del trasporto degli ospiti dall’aereoporto all’hotel. Dopo 30 minuti di barca dove abbiamo avvistato ben cinque delfini raggiungiamo il resort, suonatori di conchiglia ci salutano, ci accolgono con un buonissimo cocktail di frutta e una salvietta calda. Ci sembra veramente di essere in un paradiso. Ci colpisce il silenzio e la riservatezza che caratterizza ogni camera. Pranziamo in spiaggia davanti ad una distesa di sabbia bianca con una squisita insalata di mahi mahi. Avevamo chiesto un bungalow giardino invece ci hanno regalato il bungalow over water, e siamo rimasti senza parole, camera immensa e pulita, vista mare, terrazza con lettini per prendere il sole, doccino esterno per sciacquars dalla salsedine, bagno con doccia per due e vasca idromassaggio. Il ristorante per la cena è sublime, circondato da alcune fiaccole che lo rendono estremamente romantico e ci regalat piatti unici. Abbiamo gustato del tonno rosso alle verdure alla wook e del mahi mahi con salsa alla bernese, come dessert una immensa macedonia con gelato. Durante la cena ci fanno compagnia due gigantesche mante reali. Che impressione sembrano enormi pipistrelli che nuotano silenziosi nella notte. Dopo una abbondante e deliziosa colazione con frutta fresca e marmellate artigianali lasciamo il resort a malincuore. Ci dirigiamo all’aeroporto per raggiungere Taha e Raiatea.
16 giugno
Il volo è brevissimo, in poco meno di 20 minuti atterriamo a Raiatea. Con un taxi raggiugiamo il porto dove salpiamo con una navetta per raggiugere la pensione Au Phil du Temp. Alla fermata di taha ci viene a prendere Renè che ci accompagna alla pensione. Alla pensione ci accolgono con gentilezza Renè, appunto, e Florance che ci fanno sentire subito a casa. La stanza è molto semplice però pulita con una una grande terrazza dove possiamo pranzare a mezzogiorno. Arrivando di buon mattino abbiamo a disposizione tutto il pomeriggio e Renè organizza per noi la gita al giardino dei coralli. Ci sono tantissimi pesci ma bisogna strare attenti perchè la corrente è molto forte e ci si può fare dei graffi urtando contro i coralli. Florance si occupa della cucina e prepara per noi una deliziosa cena francese polinesiana. La colazione è abbondante con papaya, ananas , mango, pompelmo, marmellate fatte in casa, pane, thè e succo. Insomma una vera delizia. Renè ci accompagna a visitare la parte alta dell’isola, la fabbrica della vaniglia. L’isola è molto selvaggia ma ricca di scorci e paesaggi magici. Nel pomeriggio dopo un breve riposino decidiamo di andare a fare un giro con le biclette messe a disposizione da Renè. Siamo completamente soli in strada, non avvertiamo la paura di essere aggrediti anzi le poche persone che incontriamo ci salutano sorridendo. Sono proprio tranquilli e ci sentiamo al sicuro. In questa isola senza tempo il tramonto è da sogno, i colori sono incredibili e ci lasciano immagini da cartolina. In lontananza vediamo Bora Bora, imponente e magnifica.
Terzo giorno
Il terzo giorno a Taha dopo un’ottima colazione con un nuovo frutto che Renè chiama corasol partiamo in jeep verso il belvedere. Passeggiamo in mezzo agli arbusti per circa 30 minuti e arriviamo in alto dove si può godere di una vista che toglie il fiato. Ben 4 baie sono pronte per essere ammirate. La fatica per la passeggiata e per la strada sconnessa è ripagata dalla natura lussureggiante e dai colori del mare. Sono presenti tutte le sfumature del blu. Nel pomeriggio approfiamo del tempo libero per ritornare in bicicletta alla love herepearl farm dove ci aveva accompagnato Renè e ci dedichiamo alla scelta delle perle che regaleremo in Italia. Ceniamo poi con Renè che ci delizia con ‘poison cru aut late de coco’ (particolarmente buono per la dolcezza del latte di cocco usato), e tonno agli aromi scottato alla griglia con riso cotto nel latte di cocco. In Polinesia il latte di cocco è molto utlilzzato sia nei cibi dolci che in quelli salati, forse la facile reperibilità ha favorito l’utilizzo. Renè chiude la cena regalandoci una buonissima crep dolce con gelato e cioccolato fuso. La nostra permanenza alla pensione è ormai terminata, la partenza è prevista verso le ore 4. Dopo una abbondante colazione preparata gentilmente da Renè, ci rechiamo al porto dove dobbiamo riprendere il battello per ritornare a Raiatea. Il viaggio dura circa un’ora e venti minuti, purtroppo le nuvole coprono il cielo stellato ma all’improvviso il sole riesce a farsi spazio tra le nuvole regalandoci una struggente alba. Arriviamo all’aereoporto, attendimo il volo per Maupiti anche se ci accorgiamo subito che è stato spostato di circa un’ora. Approfittiamo dell’attesa per prendere un succo fresco di pompelmo all’aereoporto del bar.
L’arrivo a Maupiti (20 giugno) è straordinario, è una bellissima giornata e i colori del mare lasciano senza parole. Dalla capanna dove ritiriamo le valige intravediamo un mare che regala ai nostri occhi profondi blu, luccicanti verdi smeraldo, turchesi e azzurri bellissimi. Ogni sfumatura dal blu al verde è presente davanti a noi. È veramente incredibile. L’atteraggio è particolare, su una striscia di terra circondata dal mare, l’aereoporto è solo una capanna con il tetto in paglia, non c’è nessun pavimento ma solo sassolini di corallo.
All’aereoporto ci attende Tea, un giovane psicologo proprietario della pension Maru sul motu Tuanai. Siamo i soli ospiti della pensione, il nostro bungalow è davanti alla spiaggia lato oceano. La vista è mozzafiato. Si possono vedere anche i delfini e le balene che transitano. Noi, purtroppo, non siamo fortunati e all’orizzonte non cogliamo nessuna presenza importante. La nostra camera è trasandata e poco curata, insomma anche se un tempo era sicuramente di buon livello. Il letto matrimoniale è piccolo e il bagno non ha acqua calda ma l’ospitalità e la buona cucina di Tea compensano il disagio. La prima sera, infatti, Tea ci ha deliziati con tonno bianco crudo con oglio e aglio, tonno bianco cotto, anatra al forno e come dessert banane fritte, durante la seconda cena invece tonno rosso crudo e tonno rosso cotto con pomodori, e per finire torta alla frutta.
Tea è gentile e socievole, parla molto bene l’inglese, con lui riusciamo a chiacchierare, conosciamo anche la moglie Maeva, ragazza riservata che parla poco il francese e non comprende l’inglese. Approfittando della gentilezza di Tea riusciamo ad organizzare una gita in barca. Un amico di Tea passera’ a prenderci con la barca e ci porterà al Manta Point dove le mante passano per approfittare della presenza di piccoli pesci che puliscono il manto e noi possiamo nuotare con questi enormi pipistrelli marini. La giornata prevede poi una sosta per il bruch su un mutu isolato, dove l’acqua trasparente e la sabbia bianca ci fanno pensare ad un naufragio in un isola sperduta. Nel pomeriggio visitiamo un nuovo coral garden dove incontriamo una infinità di pesci colorati e meravigliose tridacne variopinte che al nostro passaggio si ritirano velocemente.
giovedì 21 giugno
Il tempo non è dei migliori, decidiamo quinidi di visitare l’isola di Maupiti. La visitiamo in bicicletta, l’isola è piccola e con calma riusciamo ad effettuare l’intero percorso fermandoci ogni tanto a gustare gli scorci più caratteristici. Il sole fa i capricci e dopo un pranzo lento e tutt’altro che eccezionale decidiamo di ritornare su motu. Il tempo continua a peggiorare e il viaggio in nave da Maupiti a ora Bora si prospetta molto difficile per Paolo che soffre la navigazione. Come pensato, infatti, le due ore di navigazione in mare aperto risultano dolorose e causano malessere. Paolo è distrutto e senza più forze, stremato dai conati di vomito che lo hanno tormentato. Fortunatamente io sto bene e ho la riprova di non soffrire il mal di mare. Approdati a Bora Bora il taxi del Matira ci conduce all’hotel. Abbiamo cambiato programma dovevamo fermarci a Maupiti fino a sabato ma le temperature più fresche e la voglia di tornare su un isola più abitata ci hanno convinto a raggiungere Bora Bora prima. Faremo due giorni al hotel Matira e poi andremo al Sofite, sistemazione prenotata dall’Italia. Il Matira ha un’ottima spiaggia, offre dei bungalow grandi e molto puliti (hanno effettuato il cambio delle lenzuola in due giorni di pemanenza), letti da una piazza e mezza e doccia con acqua bollente.La struttura non ha una reception e neanche un ristorante come nei grandi resort .Un vassoio ricco di brioches e pan de ciocolat, thè, biscotti e frutta di stagione viene servito direttamente in camera compensano ampiamente la mancanza di una struttura da hotel.
Il Sofitel al contrario ci delude un pochino, sarà forse perché nei primi giorni di soggiorno il tempo è stato poco clemente o forse anche per la struttura troppo moderna e troppo occidentale che cozza con il mare e la natura del tutto fuori dal tempo. Le camere si presentano poco polinesiane, anzi direi quasi italo americane, e sono il risultato di un set cimatografico. Se confrontate con lo stile naturale e polinesiano del Tiarè risultano finte. Gli alloggi del Tiarè erano nascosti dalla natura, sfuggiva allo sguardo protetti dalla vegetazione e dalle piante in fiore, qui al contrario i bungalow predominano sul mare, sovrastano la sabbia e la rara vegetazione.Sono stati costruiti erodendo parte della costa e, di certo, non si può dire che non si vedano. Si osserva, poi, che tutta la struttura andrebbe ristrutturata. Non abbiamo incluso la colazione e dato che costerebbe 3900 dollari polinesiani preferiamo andare al market appena fuori dall’hotel e comprare il necessario per un’ abbondante colazione italina in camera. Succo, biscotti, frutta fresca.
Per le cene abbiamo scelto di non stare nella struttura ma di sperimentare i vari ristoranti nominati dalla Lonely Planet. Per esempio, il St. James è molto raffinato, con una magnifica terrazza e ottima cucina polinesiana rivisitata attraverso la cucina francese. Il Bounty, un vero gioiello molto polinesiano anche se gestito da una famiglia francese. Buonissimo il tonno in salsa di pepe e il Mahimahi alla crema di vaniglia. Non preoccupatevi delle distanze in quanto ogni ristorante vi verrà a prendere e vi riporterà al vostro alloggio.
Per pranzo consigliamo il BlodyMari dove abbiamo assaggiato un hamburger al tonno con patatine fritte e una pasta fredda con polpa di granchio e verdure. Non è male anche la roulotte vicino al Matira ( un pochino più cara se si considera che è una roulotte) dove abbiamo gustato un ‘insalta di pollo alla griglia e hamburger con mahi mahi. Presso questa roulotte è possibile noleggiare lo scooter per 4-5 ore. Bora bora è un’isola da girare in bici o in scooter oppure in bici per poter apprezzare la grandezza, i paessaggi e la sua guglia. È sicuramente più commerciale e più turistica delle altre isole ma non si può andare in Polinesia senza vederla. Più commerciale e turistica nel senso che in lontananza si osservano i bungalow over water dei grandi resort e ci sono i negozietti che vendono i souvenir ma nulla è di veramente turistico come può essere inteso da un italiano.
Rangiroa è l’unica isola delle Tuamotu che visitiamo, è totalmente diversa perché non ha nessuna montagna che si leva verso il cielo. Anzi al suo interno si vede solo una distesa immensa di acqua. Dalle dimensioni sembra di vedere un nuovo mare. E’ talmente vasta che non si vede la parte oltre la laguna, si ha, quindi, la sensazione di stare su una ligua di terra più che su un isola e di essere bagnati da ben due mari. Siamo alloggiati alla pensione Bounty di Alan, francese in pensione che si è trasferito a Ranghiroa con la moglie e ha seguito personalmente la costruzione della pensione. Gli alloggi sono ben tenuti, curati e abbastanza puliti,durante la nostra permanenza hanno cambiato le lenzuola e salviette due volte. La cena è sempre molto abbondate composta solitamente da un antipasto con pesce crudo e poi sempre piatti di pesce alla griglia e dolci. Il primo giorno di soggiorno ci dedichiamo al relax trasferendoci nella spiaggia vicino alla pensione . A cena facciamo amicizia con una coppia di italiani che si sono sposati nello stesso giorno e hanno fatto un itinerario simile al nostro. I ragazzi sono molto simpatici e hanno organizzato per il giorno seguente di vederela partita in una pasticceria. Si disputano gli europei: Italia – Francia. I ragazzi del posto animano la pasticceria con urli e schiamazzi, la mattina passa veloce con la vittoria dell’Italia.
Il pomeriggio viene dedicato al mare con una bellissima gita in barca. Con un catamarano ci spingiamo al lagunario dove vediamo una quantità di pesci, un’emozione indescrivibile sembra di essere in un documentario. Con il catamarano poi navighiamo a vela senza il rombo del motore verso la laguna e poi ritorniamo verso il pass dove avvistiamo un branco di delfini. I delfini sono animali molto simpatici, si affiancano al catamarano e fanno salti proprio davanti ai nostri occhi invitandoci a giocare con loro.Purtroppo la corrente porta dalla laguna verso il mare aperto e non è permesso fare il bagno in loro compagnia. Anche il giorno seguente dedichiamo l’intera giornata ad una gita in barca, verso la laguna blu dove avvistiamo solo squali di varie dimensioni. La sabbia è bianchissima, ci sono palme in riva al mare, insomma un vero paesaggio da cartolina. Il nostro ultimo giorno a Ranghiroa lo dedichiamo a sperimantare l’emozione di una immersione, facciamo il cosidetto battesimo dell’acqua. Una prima immersione a soli 6 metri. Purtroppo io mi lascio prendere dal panico e una volta sott’acqua preferisco ritornare in superficie. Paolo invece si gusta ben 40 minuti di paesaggio marino. Lasciamo ranghiroa per arrivare a Tahiti, ultima isola del nostro tour. A Tahiti abbiamo deciso di soggiornare fuori città al Pk 15 ma non è stata la scelta mgliore perché per andare a Papete bisogna usare i taxi e i taxi sono molto costosi (2500 franchi andata ma alla sera scatta la tariffa notturna 5000 solo andata). La stanza della pensione La Plage è carina, pulita e spaziosa. La doccia è senza porta e il bagno si allaga un pochino . Non ci sono neanche i serramenti e il risveglio avviene naturalmente.
Per cena decidiamo di spostarci a Tahiti, approfittiamo delle vicinanze del hotel Le Meridiane per farci chiamare un taxi. Purtroppo inizia a piovere e la nostra idea di cenare alle roulotte del porto sfuma, siamo costretti a ripiegare verso un ristorante che avvistiamo sulla strada “Le retrò”. Niente di particolare,piuttosto caro. Alle 20.30 ritorniamo in camera anche perché la domenica sera a Tahiti non si trovano negozi aperti. Tutto è chiuso.
Papeete non è una gran città, e sinceramente ci siamo trovati poco contenti di aver dedicato ben due giornate alla visita di questa isola. Basta veramente solo un giorno. Se dovessimo riprogrammare il nostro tour faremmo solo un giorno prima di partire per le altre isole.
L’unica cosa degna di attenzione che va vista è il bellissimo mercato coperto dove abbiamo fatto razia di parei e collanine, oli per capelli. Insomma, tutto il necessario per organizzare una festa polinesiana al nostro ritorno. Ci sono poi tantissimi banchi di frutta, ananas e banane. Le vedrete solo a Tahiti èperchè nelle altre isole non ci sono molti banchetti che vendono frutta. A pranzo ci siamo fermati al “Le tre brasseus”, posto carino dove producono birra. Abbiamo preso un’insalata mista e una pizza spendendo 3400 franchi . il viaggio di andata è stato molto semplice abbiamo preso il bus proprio davanti alla pensione e siamo arrivati in centro a Tahiti. Il viaggio di ritorno, invece, è stato più complicato. Il primo bus ci ha lasciati al Carefour ma il secondo bus che avrebbe dovuto portarci verso la pensione non è mai passato. Dopo un’estenuante attesa decidiamo di chiamare un taxi. Il caldo, l’afa e l’assenza di aria fresca tipica delle piccole isole che avevamo visto fa tornare in noi la nostalgia del mare polinesiano e crese in noi la voglia di ritornare in Italia. Forse una possibile alternativa era quella di fare una sosta negli Stati Uniti magari a New York ma sarebbe stato un altro viaggio, un’altra avventura lontana dai luoghi fantastici e incontaminati della Polinesia.
E’ ormai il 3 luglio, il nostro ultimo giorno di vacanza è arrivato, lasciamo Tahiti verso le 11.30, dopo aver cenato con delle buonissime crep preparate da due francesi che gestivano una roulot proprio vicino alla nostra pensione.
Il volo di ritorno è più pesante, sarà che la nostra luna di miele è finita, sarà che lasciamo il mare e queste terre incontaminata ma le ore di vole sembrano non teminare più. Per circa 14 ore anzi continuiamo a vedere l’aurora boreale, il sole fuori dal finestrino è pronto a nascere e non ci fa prendere sonno. Atterriamo a Linate alle 18 del 5 Luglio dopo ben 27 ore di volo, due giorni nei cieli.
Questo è il racconto del nostro viaggio, speriamo sia utile a chi decide di visitare il paradiso terrestre dall’altra parte del mondo. Potete tranquillamente organizzare tutto dall’Italia documentandovi in internet. I voli sono stati presi con molto anticipo per poter risparmiare qualcosa. Abbiamo infatti speso circa 1600 euro a testa andata a ritorno, mentre per i voli interni abbiamo trovato Tahiti Pass a circa 500 euro a testa per volare nelle varie isole. Facendo tutto in autonomia, adattandovi ad alloggi semplici potrete gustare la vera Polinesia, almeno per noi è stato così. Maururu Polinesia.
Elisabetta & Paolo