Viaggio di nozze in Giappone…tra sogno e realtà!

Io e mio marito siamo figli dei mitici anni 70 e siamo cresciuti a pane e cartoni animati giapponesi, così andare in Giappone in viaggio di nozze ci è sembrata la realizzazione di un sogno…e così è stato! Quindici giorni indimenticabili, sotto il rosa dei ciliegi in fiore. Siamo partiti il 31 marzo da Milano Linate, con un volo KLM che...
Scritto da: pucca79
viaggio di nozze in giappone…tra sogno e realtà!
Partenza il: 31/03/2009
Ritorno il: 14/04/2009
Viaggiatori: in coppia
Io e mio marito siamo figli dei mitici anni 70 e siamo cresciuti a pane e cartoni animati giapponesi, così andare in Giappone in viaggio di nozze ci è sembrata la realizzazione di un sogno…E così è stato! Quindici giorni indimenticabili, sotto il rosa dei ciliegi in fiore.

Siamo partiti il 31 marzo da Milano Linate, con un volo KLM che prevedeva una sosta di un paio di ore ad Amsterdam e siamo arrivati a Tokyo, puntualissimi, l’1 aprile verso le 10 del mattino. Dopo un po’ di coda per le pratiche di ingresso (ritiro del visto e rilevazione di impronte digitali e foto) abbiamo ritirato i bagagli e abbiamo attraversato la dogana.

La prima cosa che abbiamo fatto è stato cambiare il voucher del Japan Rail Pass che avevamo acquistato via Internet qualche mese prima. (Lo abbiamo ordinato tramite l’agenzia “My bus” inglese, perché le agenzie italiane erano più care…Tra spedizione e biglietti abbiamo risparmiato una cinquantina di euro).

C’è da dire che il Giappone è un paese a prova di turista. Tutto è dove deve essere e dove ti aspetti che sia, e tutto funziona alla perfezione. La signorina impiegata nell’ufficio della JR ci ha gentilmente prenotato i posti sul Narita Express per Tokyo e così ci siamo avviati ai binari. Inizia ufficialmente il nostro viaggio!!! 1 aprile: Tokyo. Per prima cosa ci siamo diretti all’albergo, per lasciare i nostri bagagli. Abbiamo cercato di portarne il meno possibile, ma non ci siamo riusciti…Gli spostamenti lunghi sono risultati perciò un po’ trafficosi, perché i giapponesi viaggiano leggeri e nei treni non sono attrezzati per bagagli voluminosi. Nonostante questo abbiamo viaggiato bene! L’albergo era situato a Ueno, una delle zone più carine di Tokyo. Abbiamo alloggiato all’Oak Hotel (circa 7500 yen a notte. Accettano carte di credito). Le stanze sono un po’ piccoline, stile occidentale, ma pulitissime e con tutti i confort. Anche la rete via cavo gratis, chiedendo il modem alla reception. Sicuramente una valida sistemazione, anche per la sua posizione vicina alla stazione (15 minuti a piedi) e a vari minimarket aperti 24 ore su 24, dove è possibile prelevare dagli ATM. Lasciati i bagagli siamo andati a pranzo in un ristorante li vicino. Aveva la macchinetta self-service con le foto dei piatti così, una volta scelta la pietanza, mettevi i soldi e ricevevi un fogliettino da dare al bancone! Io ho preso una cotoletta di maiale, riso in bianco, un po’ di tofu e la zuppa di miso, mentre Damiano ha preso una fettina di maiale con una strana salsetta e un uovo non molto fritto accanto, riso, tofu e miso. Buono, meno di 15 euro in tutto! Dopo il pranzo siamo andati al mercato di Ameyoko, un ex mercato nero vicino alla stazione dove vendevano di tutto, dalle borse italiane ai pesci essiccati! Da vedere.

Prima di rientrare in albergo abbiamo passeggiato per il parco di Ueno. Uno spettacolo…I ciliegi tutti fioriti, e sotto gli alberi tanti teli azzurri…I giappi si preparavano per festeggiare l’hanami. All’interno del parco c’è anche un laghetto, ed è possibile noleggiare una barchetta-cigno-pedalò per fare un giro. Mezz’ora 700 yen.

Verso le 21 siamo rientrati in albergo, stanchissimi anche per via del fuso, abbiamo saltato la cena e siamo andati subito a letto.

2 aprile: Mitaka – Tokyo. Nella mattinata siamo andati a Mitaka, appena fuori Tokyo, per visitare il Museo Ghibli. Un’esperienza da vivere attraverso i tuoi occhi…Come dice il gran maestro Miyazaki. Non poteva mancare lo shopping nel negozio del museo, e ovviamente adesso abbiamo un Totoro in soggiorno! Per pranzo abbiamo comprato dei bento, mitici pranzi in scatola, e abbiamo cercato un posticino nel parco di Inokashira, adiacente al museo. Li ci ha fermato un gruppo di giapponesi e saputo che eravamo in viaggio di nozze hanno voluto una foto con noi! Prima di rientrare a Tokyo abbiamo passeggiato per il centro di Mitaka. Quello che ci ha colpito, in genere, in tutte le città del Giappone che abbiamo visto è stata la pulizia. Non si trova una cartina gettata per terra. In realtà a Tokyo abbiamo avuto difficoltà a trovare anche i cestini dove buttare le cartine, e spesso ce le siamo trasportate nello zaino tutto il giorno.

Nel pomeriggio siamo stati ad Akihabara, la città elettrica, il quartiere dell’elettronica. Devo dire però che non ho trovato grande convenienza di prezzi rispetto all’Italia. Più o meno equivalenti. La sera siamo stati a Ginza, e abbiamo cenato in un locale sotto i binari della Yamanote. Il posto era molto carino, ma anche caro rispetto agli altri. E’ stato il posto dove abbiamo speso di più per mangiare, circa 25 euro a testa. Abbiamo preso fettine di pancetta da arrostire al centro del tavolo, e chijimi, specie di frittatine un po’ piccanti con pesce e verdure.

3 aprile: Nikko – Tokyo. Di buon mattino ci siamo diretti alla stazione per prendere lo Shinkansen per Utsunomiya. Da li si prende la Nikko Line (sempre JR) che porta diretti alla stazione di Nikko. Siamo arrivati poco dopo le 10. Dalla stazione una strada con tanti negozietti di souvenir porta al ponte Shinkyo, un bellissimo ponte rosso di legno sul fiume Daiya. Di fronte al ponte un sentiero conduce al complesso dei templi. Per vederli tutti ci sono volute più o meno 5 ore… Un biglietto cumulativo di circa 1000 yen permette di visitare il Tosho-gu, dove si possono ammirare le famosissime tre scimmiette, il Rinno-ji, che ospita due statue della dea Kannon e una statua del Buddha Amida, e diversi altri templi. Ovviamente nei templi si entra senza scarpe, non so quante volte le abbiamo dovute togliere!! Vicino al Tosho-gu c’è una zona ristoro e c’è un chioschetto che vende soba e udon. Io ho preso i Tororo-Udon…Bleah…Gli udon erano buoni, ma avevano come topping qualcosa di schiumoso e molliccio, che ho scoperto dopo essere patata dolce grattugiata. Damiano ha preso gli udon alle erbe di montagna, una buona scelta! (In più ha mangiato anche il mio Tororo!). Un altro chioschetto vendeva niku-man, fagottini cotti al vapore ripieni di verdure e carne di maiale. Il complesso di templi chiude verso le 16.30.

Rientrati a Tokyo siamo andati a Shibuya, il quartiere fashion. Appena usciti dalla stazione un gruppo di ragazzi distribuiva abbracci gratuiti!!!! I grandi quartieri di Tokyo sono proprio belli da vedere la sera, tutti pieni di insegne e luci colorate! Tanti posti dove mangiare, pachinko e sale giochi. Per cena ci siamo fermati in un locale che preparava ramen al bancone. Piccolo, ma molto carino. Anche qui la macchinetta ci ha evitato il dialogo con il cameriere! I ramen erano buonissimi, con fettine di maiale, cipollina, germogli di soia, qualcosa non bene identificato e…La rotellina bianca e rosa! Come nei cartoni animati!!  4 aprile: Tokyo. Questa giornata è stata dedicata interamente alla città di Tokyo. Gli spostamenti all’interno della città sono semplicissimi. La Yamanote è una linea circolare della JR che attraversa tutta la città. I treni sono frequentissimi e la maggior parte dei siti di interesse si trovano vicino ad una sua stazione. Come prima tappa siamo andati a vedere i giardini del palazzo imperiale, Higashi Gyoen. Sono grandissimi e, inutile dirlo, bellissimi. C’erano tanti giapponesi che festeggiavano l’hanami e noi ci siamo uniti a loro. Ci siamo scelti il nostro alberello di sakura e ammirando i suoi fiori abbiamo assaggiato il nostro primo onigiri, il triangolino di riso avvolto nell’alga nori con ripieno di umeboshi (una prugna salata, tipica giappa). Esistono diversi tipi di onigiri: con umeboshi, con salmone, con tonno, con uova di pesce, fritte nella salsa di soia, ecc. Quelle fritte nella salsa di soia hanno lasciato il segno…Spero di riuscire a riprodurle in casa!! Dalla piazza del palazzo reale, quando c’è una bella giornata, si vede la torre di Tokyo, una riproduzione della torre Eiffel, ma più alta! Lasciati i giardini ci siamo diretti ad Hinode Sanbashi, da dove partono le crociere sul fiume Sumida, nella baia di Tokyo. Dalla stazione di Tokyo si prende la Yamanote e si scende ad Hamamatsucho. Hinode Sanbashi è a pochi minuti a piedi. Con questa crociera si possono ammirare i ponti del Sumida, la città vista dal fiume e tanti ciliegi in fiore sulle sue rive, e si arriva dopo circa mezz’ora ad Asakusa.

Sulla sponda del fiume c’è un piccolo parco e, in occasione dell’hanami, c’era tanta gente che faceva il picnic sotto i ciliegi e tante bancarelle che vendevano vari tipi di cibo. Noi abbiamo provato gli yakitori, spiedini di pollo alla griglia, e gli yakisoba, spaghetti alla piastra con salsa di soia.

Dopo il pranzo siamo andati a vedere il tempio di Asakusa-Kannon, il Senso-ji, il tempio buddhista più antico della città. C’era una folla spaventosa, ma il tempio in se non è niente di eccezionale. Lungo la strada che porta al tempio ci sono bancarelle di tutti i tipi, dai souvenir ai dolci (che ci è sembrato siano, per i giapponesi, paragonabili ai nostri souvenir). Io non ho resistito alla tentazione di portare a casa un kimono e le calze a due dita! Purtroppo non ho potuto comprare un kimono di seta perché veramente carissimo (oltre i 60.000 yen). La sera siamo andati ad Odaiba, collegata al resto della città dalla monorotaia Yurikamome. Li abbiamo fatto un giro sulla ruota panoramica, che ha un diametro di 116 m e impiega una ventina di minuti per fare tutto il giro. Ci sono due tipi di cabine, quelle normali e quelle “trasparenti” (anche il fondo). Dalla ruota panoramica abbiamo goduto di una vista spettacolare di Tokyo di notte! Poi abbiamo fatto un giro per il centro commerciale Venus Fort, un centro commerciale in stile rinascimentale italiano, con fontana e statue romane. Anche il soffitto è stato dipinto per riprodurre un cielo al tramonto! All’interno del centro commerciale c’era una sala giochi e li ci siamo avventurati nel gioco delle freccette. L’aggeggio era tutto in giapponese…Per fortuna il commesso della sala giochi ci ha dato una mano ad impostare la partita. Dopo le freccette ci siamo avventurati con il gioco dei tamburi…Troppo forte!! Devi battere con delle bacchette su dei tamburi a ritmo di musica. Vince chi esegue la combinazione giusta e totalizza più punti. Ovviamente ho vinto io!! 😉 5 aprile: Hakone Yumoto. Per raggiungere Hakone Yumoto abbiamo preso lo Shinkansen fino ad Odawara. Li abbiamo acquistato l’Hakone Free Pass (3900 yen) valido due giorni, che copriva buona parte dei trasporti nel parco di Hakone e aveva alcune agevolazioni sul prezzi di alcune attrazioni. Da Odawara abbiamo preso l’Odakyu Line per Hakone Yumoto, dove avevamo il ryokan, Shunkoso (circa 13000 yen con colazione giappa. Non accettano carte di credito).

Il ryokan era veramente spettacolare. Da fuori sembrava piccolino, ma in realtà si estendeva sulla collina e alla reception ci hanno consegnato anche la mappa per orientarci. All’ingresso c’erano esposte delle tavolette di legno con i nomi degli ospiti della giornata! Purtroppo non avevano i “bagni familiari” ma divisi per sesso: maschi con maschi e femmine con femmine. C’erano sia quelli al coperto che quelli all’aperto. La mattina veniva cambiata la destinazione dei bagni, quelli che la sera erano destinati agli uomini venivano destinati alle donne, e vicevera. Un sogno. Ma andiamo in ordine. Dopo aver lasciato i bagagli nel ryokan abbiamo preso il trenino della Tozan che, zigzagando tra le montagne, ci ha portato fin su a Gora. Vista l’ora, circa mezzogiorno, abbiamo pranzato. Il locale era molto carino, tutto di legno. Abbiamo preso katsudon (cotoletta di maiale, frittatina di uovo e cipolla non troppo cotta e riso) e katsukare ( maiale, riso e carry). Dopo pranzo, in attesa della funicolare per Sounzan abbiamo fatto un giro nel parco. Niente di eccezionale. Da Sounzan si prende la funivia per Togendai. Lungo il tragitto si può ammirare tutta la vallata, fumante e gialla. La prima fermata della funivia è Owakudani, dove si possono assaggiare le uova cotte nel fango bollente. La buccia di queste uova è tutta nera e si dice che ogni uovo allunghi la vita di 7 anni. A parte la vista sulla vallata e due negozi di souvenir a Owakudani non c’è nient’altro. Si prosegue in funivia fino a Togendai, da dove partono le crociere sul lago Ashi. Se c’è bella giornata si può vedere il monte Fuji che si riflette nelle acque del lago. Purtroppo noi abbiamo beccato una giornata di foschia (che a quanto sembra sia la norma da quelle parti!). La crociera è fatta su navi pirata. Il punto di attracco è Hakone Machi, dove si trova la barriera di Hakone, che rappresenta il punto di partenza della vecchia strada che collegava Edo a Kyoto. Una sorta di antico casello autostradale. Stavamo iniziando a gironzolare per esplorare la zona quando ci siamo accorti che erano quasi le 17, e abbiamo rischiato di perdere l’ultimo autobus che ci riportava indietro.

Rientrati al ryokan abbiamo completato il check-in, perché non si poteva fare prima delle 15, e poi siamo andati a cena. Siamo andati in un posto vicino perché il ryokan aveva l’orario del coprifuoco e dovevamo rientrare presto. Il locale era proprio tipico, con cuscini a terra, tavolini bassi e lanterne rosse appese fuori. I proprietari, marito e moglie abbastanza anziani, non parlavano una parola di inglese, e noi non parlavamo giapponese. Per fortuna c’erano tre ragazze che ci hanno dato una mano, facendoci da interpreti e consigliandoci alcune pietanze. Abbiamo assaggiato yakitori misti, ovvero spiedini di vari pezzi di pollo: c’era lo spiedino di carne, lo spiedino di fegato e lo spiedino di pelle, tutti alla piastra. Abbiamo preso il chigimi, e li abbiamo scoperto di averlo assaggiato nei giorni precedenti, e gli onigiri. Abbiamo assaggiato anche l’umesoda, una bevanda a base di vino di prugna (ume) e soda. In questo locale abbiamo potuto saggiare anche l’onestà che caratterizza il popolo giapponese. Le ragazze che ci avevano fatto da interpreti sono andate via dimenticando la sciarpa nel locale. Il proprietario ha lasciato tutto, è uscito in strada e le ha rincorse per un bel pezzo (in salita) per restituirgliela.

Al rientro in ryokan abbiamo vissuto l’esperienza del bagno termale. Secondo le istruzioni ci siamo diretti ai nostri bagni (bandiera rossa per le donne e bandiera azzurra per gli uomini). Nell’antibagno ci si spoglia, lasciando i vestiti in apposite ceste. Poi si entra nella zona delle vasche e ci si lava per bene. Dopo essersi sciacquati ci si può immergere nell’acqua calda della vasca. Da una grande porta a vetri si poteva accedere alla vasca all’aperto. Non c’è niente di più bello che sentire il fresco dell’aria nella faccia mentre si è a mollo nell’acqua bollente e si osserva il cielo! Tornati in camera il nostro futon ci aspettava per un bel sonno ristoratore.

6 aprile: Hakone Yumoto – Kanazawa. La mattina comincia con la colazione giapponese: pesciolini minuscoli bolliti, striscioline di calamaro crudo (o così sembrava), vegetali bolliti marrone scuro e marrone chiaro, miso e tofu, riso, uova strapazzate, the, caffè, e altro non ben identificato. Tornati in camera, i fouton erano magicamente scomparsi. Lasciate le valigie in portineria siamo ritornati ad Hakone-Machi, per riprendere il percorso del giorno prima. La giornata era bella, così abbiamo potuto vedere il monte Fuji. Abbiamo attraversato la barriera, che adesso è piena di bancarelle e negozietti e abbiamo assaggiato l’uovo nero e una specie di the salato. Alle 15 abbiamo preso il treno per Kanazawa. In realtà abbiamo fatto due cambi, prima ad Odawara e poi a Maibara. A Maibara il cambio era veramente stretto, solo 5 minuti, ma ce l’abbiamo fatta, grazie soprattutto alla puntualità dei treni giappi!! Siamo arrivati a Kanazawa verso le 7 di sera. L’albergo, il Kanazawa Central Palace (circa 7000 yen), era vicino alla stazione ma un po’ nascosto. Abbiamo dovuto chiedere qualche informazione alla reception di un altro albergo ma poi lo abbiamo trovato. La sua insegna era scritta in giapponese, per questo non era evidente! Le stanze erano di tipo occidentale, piccoline ma molto carine. Ci siamo accorti troppo tardi che c’era un autobus che faceva il giro turistico notturno della città e abbiamo perso l’ultima corsa. Abbiamo saltato la cena perché avevamo mangiato il bento in treno.

7 aprile: Kanazawa – Kyoto. Ci siamo alzati di buon mattino e ci siamo subito diretti al tempio Ninja-dera (Myoryu-ji) perché per visitare questo tempio ci sarebbe voluta la prenotazione, cosa che noi non avevamo. Siamo arrivati per il primo turno di visite guidate e dopo una breve discussione a gesti con le ragazze della biglietteria siamo riusciti ad imbucarci.

Il tempio è molto carino, e la guida parla solo giapponese, ma ai turisti stranieri danno un libretto illustrato che spiega in inglese quello che dice la guida. In realtà il tempio non ha niente a che vedere con i ninja, ma aveva una funzione difensiva. Poiché però al suo interno ci sono tanti trabocchetti è più carino associarlo ai ninja! Dopo aver gironzolato per i negozietti attorno al tempio siamo andati a piedi al Kenroku-en, la vera attrazione di Kanazawa.

Il biglietto d’ingresso, normalmente, è circa 300 yen ma siccome eravamo in pieno hanami l’ingresso era gratuito! Il parco è veramente bellissimo. Ci sono volute un paio di ore per girarlo tutto. Non c’è niente lasciato al caso, ogni filo d’erba è li perché deve stare li. C’erano persone addette alla cura del giardino che strappavano a mano i ciuffetti d’erba fuori posto… Per pranzo abbiamo mangiato al volo una specie di frittatina con pesce e verdure presa in una delle bancarelle attorno al parco e poi abbiamo proseguito con la visita al castello, che però è in fase di ricostruzione seguendo le antiche tecniche giapponesi. Il castello non è granchè ma il Kenroku-en è veramente bellissimo. Alle 17 avevamo il treno per Kyoto. Il viaggio dura circa due ore e fortunatamente c’è un espresso diretto. Arrivati a Kyoto, purtroppo, abbiamo sbagliato strada e siamo andati nella direzione opposta a quella per l’albergo. Dopo circa un quarto d’ora di cammino abbiamo chiesto indicazioni ad una coppia di giapponesi. Mentre la coppia studiava la cartina si è aggiunta una signora anziana e tutt’e tre cercavano di capire che strada indicarci. Quando hanno raggiunto l’accordo sulla strada migliore ce l’hanno indicata, abbiamo ringraziato e dopo parecchi inchini ci siamo incamminati. Dopo pochi metri abbiamo avvertito una strana sensazione, ci siamo girati e la ragazza ci stava rincorrendo!! In pratica si sono offerti di accompagnarci con la loro macchina, e ci hanno lasciato proprio davanti l’ingresso dell’albergo, solo dopo essersi accertati che il posto era veramente quello giusto! Non c’è che dire, i giappi sono proprio un popolo meraviglioso! Per le prime quattro notti a Kyoto abbiamo alloggiato al Kyoto Travellers Inn (circa 11000 yen a notte), in una camera di tipo tradizionale. I tatami di Kyoto, però, sono più piccoli di quelli di Tokyo, quindi la nostra stanza, da 6 tatami, era veramente piccola. L’albergo di per se non era male, anche la posizione è comoda (vicino alla stazione della metro o alla fermata del bus n.5), ma tornando indietro probabilmente non lo sceglierei. E’ molto spartano. Purtroppo, forse perché era il periodo di Pasqua, tutti gli alberghi erano pieni e abbiamo avuto veramente difficoltà a trovarne uno libero. Infatti abbiamo dovuto spezzare il soggiorno su due alberghi. La serata si è conclusa con cena a base di ramen in un localino quasi chic sulla strada per il centro e passeggiata a Pontocho.

8 aprile: Kyoto. La mattinata è passata facendo lavatrici! Dopo una settimana di corse continue una mattina di riposo ci voleva! Aspettando che l’asciugatrice asciugasse la biancheria abbiamo gironzolato nei dintorni dell’albergo e siamo arrivati al tempio Heian. C’era anche un grande giardino a pagamento, ma non siamo entrati ripromettendoci di passarci nel pomeriggio, ma poi non abbiamo avuto più tempo. Invece siamo andati alla passeggiata del filosofo, uno dei posti più suggestivi di Kyoto. Lungo la strada ci siamo fermati a mangiare (ramen, inutile dirlo!) in posto molto caratteristico. Lui cucinava e la moglie prendeva le ordinazioni e serviva ai tavoli! Alla fine della passeggiata si arriva al padiglione argentato (Ginkaku-ji), dove c’è un bellissimo giardino zen. La passeggiata è lunga qualche chilometro e praticamente abbiamo passato li tutto il pomeriggio, tra i ciliegi in fiore e le bancarelle vicino al padiglione argentato. Il padiglione chiude alle 17 e l’ingresso costa 500 yen, ma ne vale la pena! La sera abbiamo passeggiato per le vie di Gion in cerca di qualche Geisha. Ne abbiamo viste 3 ma non siamo riusciti a fotografarne neanche una! Pazienza… Siamo passati per caso anche nel parco del tempio Yasaka, dove tanti giapponesi festeggiavano l’hanami. All’interno del giardino c’è un grosso ciliegio illuminato con i faretti che sembra sia famoso…O almeno, i giapponesi fanno la fila per fotografarlo! 9 aprile: Kyoto. Ci siamo alzati presto e abbiamo preso l’autobus n.5 diretti alla stazione. A kyoto non vale il pass JR, e ogni corsa in autobus costa 120 yen. Alle spalle della stazione c’è un servizio di noleggio biciclette. Con 1300 yen a testa abbiamo noleggiato le bici per l’intera giornata. La prima tappa è stato il tempio Nishi Honganji (o Nishi dera). Li abbiamo assistito prima alla preghiera di alcuni monaci buddisti (che cantavano una specie di litania che non finiva mai!) e poi ad una cerimonia fatta apposta per una scolaresca. Il tempio è composto da due grandissimi padiglioni di legno con gli interni dorati. Siamo rimasti un po’ in preghiera e poi ci siamo diretti al palazzo imperiale per prenotare la visita gratuita con guida in inglese. Lungo la strada ci siamo fermati davanti al palazzo dello shogun, ma non ci siamo soffermati perché dalle guide non ci è sembrato niente di chè. Per pranzo abbiamo comprato dei bento e ci siamo fermati a mangiare sotto un ciliegio del parco. I vialetti in ghiaia del parco non sono proprio l’ideale per andare in bici, almeno per i non esperti come me, quindi dopo un piccolo giro ci siamo diretti verso il Kinkaku-ji, o padiglione dorato (400 yen). Secondo noi il padiglione argentato (o meglio il suo giardino) era molto più bello, ma vale comunque la pena andarlo a vedere. Al ritorno la strada era tutta in discesa e c’è voluta più o meno un’ora per riattraversare tutta la città e riconsegnare la bicicletta alla stazione.

Girare Kyoto in bicicletta è veramente una bella esperienza. La bici li è praticamente il secondo mezzo di trasporto e ci sono le piste ciclabili che coprono tutta la città. A cena siamo andati in un locale vicino all’albergo e abbiamo assaggiato le famosissime Okonomiyaki, frittate di verza con gamberetti e altro. Noi abbiamo preso quelle con sopra la pancetta.

10 aprile: Kyoto. A Kyoto il tempo era bellissimo, c’era caldo e un sole molto forte. Consiglio: portatevi una crema solare! Cercarla nei supermercati giapponesi non è semplice! Comunque, a parte questo, la mattina abbiamo preso l’autobus n.100 e siamo andati al Kiyomizu-dera (300 yen), un tempio bellissimo dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. La stradina che porta al tempio è caratteristica e piena di negozietti di souvenir. Dalla terrazza del tempio si gode di una spettacolare vista della città. All’interno del complesso c’era un vialetto con due pietre alle estremità. Si diceva che se una persona riusciva a percorrere bendato il tragitto tra le due pietre senza farsi male sarebbe stata fortunata in amore, altrimenti avrebbe dovuto aspettare parecchio prima di trovare la persona giusta! Un’esperienza che non ripeterei assolutamente l’ho vissuta in un padiglione del tempio, un corridoio stretto, tortuoso e completamente buio, dove per procedere devi andare a tentoni, seguendo un cordone posto al lato della parete. Scopo del percorso è vedere la luce, che si raggiunge non so dove verso la fine, e che illumina una pietra. Non vedere assolutamente niente non è piacevole! Dopo il tempio abbiamo passeggiato tra le gallerie commerciali di … e poi ci siamo diretti verso la stazione della metro, attraversando il mercato. C’erano tante bancarelle di spezie varie e pesce essiccato. La cosa che ci ha colpito è stata il prezzo della carne, all’etto, carissima! Alle 14 visita al palazzo imperiale. La visita dura un’ora circa. Nel pomeriggio abbiamo preso il treno e siamo andati ad Otsu, un paesino subito fuori Kyoto sul lago Biwa. L’idea era quella di fare una mini-crociera sul lago Biwa ma dovevamo aspettare diverse ore, non si capiva se nel prezzo era inclusa la cena e costava parecchio, così ci siamo fatti una passeggiata in riva al lago e nel centro commerciale. Tornati a Kyoto per cena abbiamo comprato i noodle istantanei al supermarket, ci abbiamo aggiunto acqua calda secondo le istruzioni, e dopo qualche minuto…Buon appetito! Abbiamo comprato anche dei fagottini ripieni di carne con una salsina al sedano. Buoni, assomigliano a dei grossi ravioloni.

11 aprile: Nara – Kyoto. La mattina comincia con il trasferimento nel nuovo albergo, il Kyoto Plaza hotel, che per fortuna era vicino alla stazione. Poi in treno ci siamo diretti a Nara. Prima tappa il tempio Horyu-ji, il tempio di legno più antico del Giappone. Questo tempio si trova fuori Nara e si raggiunge scendendo alla fermata Horyu-ji della JR e prendendo un bus navetta che lascia proprio davanti al tempio. Per visitarlo tutto abbiamo impiegato circa tre ore, ma è molto bello. Dal tempio alla stazione ci siamo fatti una bella camminata, perché i bus navetta, all’ora di pranzo, non erano molto frequenti. Arrivati a Nara abbiamo comprato dei bento al 7eleven e abbiamo pranzato sotto un gazebo del parco, in mezzo ai cervi! Subito dopo pranzo visita al Todai-ji, il tempio di legno più grande del mondo, che ospita una statua del Buddha Daibutsu. Tra le bancarelle nei pressi del tempio non potevano mancare gadget di Hello Kitty, in braccio al Buddha o vestita da cervo!! Passeggiando tra le stradine del paese ci siamo imbattuti per caso in una chiesa, e siccome era la vigilia di Pasqua siamo entrati. La messa stava per cominciare e siamo rimasti. Abbiamo acceso le candele, assistito al battesimo di cinque ragazzi e ascoltato il vangelo (in giapponese, quindi non abbiamo capito granchè!) Poi siamo tornati a Kyoto, dove abbiamo cenato con ramen e sakè. 12 aprile: Himeji – Kyoto. In mattinata abbiamo preso lo Shinkansen per Himeji, dove si trova uno dei pochi castelli sopravvissuti ad incendi e bombardamenti. Il castello è facilmente raggiungibile a piedi dalla stazione, attraversando un paio di gallerie commerciali con tanti bei negozietti. In una piazza poco prima del castello c’era un mercatino dell’usato, ma non sappiamo se c’è tutti i giorni. Come in ogni castello che si rispetti, per entrare nel suo giardino bisogna attraversare un fossato. Questo era popolato da fameliche carpe giganti!! Il giardino è uno sterrato circondato da tanti alberi di ciliegio. Uno spettacolo tutto rosa!! E visto il periodo tanti giapponesi festeggiavano l’hanami. C’era anche un gruppo che ha ballato una danza tradizionale a suon di tamburo! Pagato il biglietto (600 yen) abbiamo iniziato la visita al castello, che si sviluppa in tanti edifici che si arrampicano sulla collina. L’ultimo piano dell’edificio centrale è un tempietto scintoista e dalle finestre si può ammirare tutta la città dall’alto! L’interno degli edifici è in legno, e per non rovinarlo bisogna togliersi le scarpe… Tra un edificio e l’altro ci sono dei giardinetti, e in uno di questi si può trovare una postazione per le foto: ci si può sedere accanto a due persone vestite da samurai e da cortigiana, e una terza persona sarà ben felice di scattarvi una foto, con castello sullo sfondo, con la vostra macchina!! (Il tutto gratis!!). Per pranzo abbiamo comprato dei bento in un locale di fronte al castello che li preparava freschi e abbiamo mangiato in un piccolo parco li vicino, sotto il ciliegio in fiore. Accanto al castello si trovano i giardini Kokoen, formati da nove piccoli giardini separati che rappresentano ognuno un diverso tipo di paesaggio. Dentro questo giardino si trova una casa da the. Noi pensavamo di poter assistere ad una cerimonia e siamo entrati, ma in realtà il the te lo portano già pronto, e preceduto da un dolcetto alla crema di fagiolo!! Tornando indietro non ci riandrei. Ad Himeji c’è anche il museo delle tradizioni popolari. A determinati orari è possibile indossare dei vestiti tradizionali per fare le foto. Purtroppo noi non abbiamo beccato l’orario giusto! Prima di rientrare abbiamo fatto un giretto per le gallerie commerciali. Rientrati a Kyoto siamo saliti sulla Kyoto Tower, che si trova proprio di fronte alla stazione. Da li si può godere di un magnifico spettacolo, soprattutto la sera! 13 aprile: Tokyo. Purtroppo il nostro ultimo giorno in Giappone. Di mattina presto lasciamo l’albergo a Kyoto e prendiamo lo Shinkansen per Tokyo. Qui avevamo prenotato un albergo vicino alla stazione di Shinjuku (hotel N.U.T.S., circa 90 euro una matrimoniale per una notte). Era un po’ più caro degli altri, ma particolare, molto carino e vicino alla stazione da cui prendere il Narita Express per l’aeroporto. Lasciate le valigie in albergo siamo andati al Meiji-jingu, un’oasi verde nel cuore di Tokyo. Al suo interno c’è il tori di legno più grande del mondo e un tempio scintoista dove abbiamo avuto la fortuna di incrociare un matrimonio tradizionale. La sposa aveva due persone sempre dietro che le sistemavano il vestito in continuazione e per fare la foto di gruppo hanno impiegato quasi una mezz’ora in preparativi. Il fotografo era un tipo mooolto esigente, che faceva sistemare anche la posizione dei piedi degli invitati! All’ora di pranzo abbiamo girato per Harajuku, il quartiere fashion. Non abbiamo trovato un locale per pranzare, solo vestiti super-alla-moda per ragazzine!!! Alla fine, stremati dalla fame, abbiamo trovato un locale che forse faceva cucina coreana, però era buona. Di pomeriggio abbiamo fatto un salto al palazzo della Sony a Ginza, ma è stata una delusione, e poi siamo tornati a Shinjuku, sulla torre del palazzo del governo di Tokyo, al 45° piano! La zona è un bell’esempio di architettura contemporanea. La sera, per chiudere il bellezza il viaggio, ci siamo fermati a mangiare in uno dei chioschetti tipici di Yokocho, vicino alla stazione. Il menù era scritto in giapponese su tante tavolette di legno appese alle pareti. Noi abbiamo ordinato alla cieca quello che avevano preso i nostri vicini!! Dopo una passeggiata per le strade di Shinjuku siamo rientrati in albergo a preparare i bagagli per il viaggio del ritorno! 14 aprile: rientro. Il viaggio è finito. Sono state due settimane davvero bellissime. Sia le città storiche, come Kyoto e Nara, sia i quartieri moderni di Tokyo, che pure tante persone dicono non essere particolarmente interessanti, tutto e’ stato anche migliore delle aspettative. Speriamo di poterci ritornare presto!!!! Informazioni forse utili: Per organizzare il viaggio ci eravamo rivolti inizialmente ad un’agenzia, ma il prezzo ci sembrava eccessivo. Abbiamo così deciso di fare da soli e non ce ne siamo affatto pentiti! – Per il biglietto aereo abbiamo costantemente monitorato il sito di Expedia e anche i siti delle diverse compagnie aeree, italiane e non! Air France, KLM e Finnair presentano periodicamente offerte vantaggiose.

– Il Japan Rail Pass lo abbiamo acquistato via internet tramite l’agenzia inglese MyBus. Tra cambi e spese di spedizione abbiamo risparmiato circa 50 euro rispetto all’agenzia italiana. Tramite questa stessa agenzia abbiamo acquistato anche i biglietti per il Museo Ghibli.

– Per conoscere treni e orari un sito utilissimo, in inglese, è: www.Hyperdia.Com . Consultando questo sito abbiamo organizzato tutti gli spostamenti.

– Per gli albeghi/ryokan si è rivelato molto utile il sito www.Hostelworld.Com, (tramite il quale abbiamo prenotato anche il bellissimo ryokan ad Hakone) ma anche www.Agoda.Com e http://travel.Rakuten.Co.Jp/en/ (quest’ultimo ci è stato consigliato da un albergatore di Kyoto che non aveva posto nel suo albergo!). Per le recensioni e vedere cosa ne pensavano altri visitatori abbiamo sempre guardato le recensioni di tripadvisor.

– Le guide dicono che si può avere qualche difficoltà con bancomat o carte di credito, ma in tutti i seven-eleven (piccoli supermarket aperti 24 ore al giorno, tutti i giorni) c’è un ATM. Noi non abbiamo mai avuto problemi.

– Nelle stazioni tutti i tabelloni sono bilingue, ma imparare i Kana può tornare utile (almeno per leggere i menù!!!!) ed è divertente.



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