Viaggio di nozze in Australia, un’esperienza perfetta per la luna di miele

un tour organizzato in autonomia alla scoperta delle mete più importanti
Scritto da: maretta*
viaggio di nozze in australia, un'esperienza perfetta per la luna di miele

Quando due viaggiatori come me e Gió hanno deciso di sposarsi, pensare al viaggio di nozze è venuto immediatamente automatico e non abbiamo mai avuto dubbi: saremmo volati in Australia! Con ogni probabilità, ci siamo detti, non ci capiterà facilmente di avere di nuovo tanti giorni di ferie a disposizione e soprattutto un budget più alto rispetto a quello dei nostri soliti viaggi. Dopo un giro per le varie agenzie, in cui ci venivano proposti asfissianti tour organizzati a prezzi folli, decidiamo di organizzare il nostro viaggio di nozze in autonomia, come peraltro abbiamo sempre fatto.

Quindi, a 4 mesi dalla partenza, prenotiamo prima i voli internazionali con Qatar: partenza il 15 dicembre Roma- Melbourne (e ritorno il 5 Gennaio) con breve scalo a Doha e poi quelli interni (Melbourne – Alice Springs, Alice Springs – Adelaide, Adelaide – Cairns-Sydney, Sydney – Melbourne). Leggere i diari di viaggio di chi era stato in Australia prima di noi ci ha aiutato moltissimo ad organizzare il nostro tour in base alle cose che più ci sarebbe piaciuto fare e vedere.

Diario di viaggio

Tappa 1 – Melbourne (16-19 dicembre)

A Melbourne ci restiamo dal 16 al 19 dicembre, ma fate conto che il 16 arriviamo in città di sera, per cui abbiamo effettivamente a disposizione solo due giorni pieni e ci bastano senza dubbio. Melbourne è una città modernissima, ricca di grattacieli, ristoranti, locali, è cosmopolita e qui l’aria natalizia non si avverte per niente nonostante manchino pochi giorni al Natale! È una città a misura d’uomo, facilmente visitabile a piedi. Il primo giorno lo dedichiamo a girovagare senza meta per il centro città: Elisabeth street e parallele, la promenade sul lungo fiume piena di ristoranti alla moda, la libreria Victoria, il Queen Victoria Market, ideale per comprare qualche souvenir. Il secondo giorno lo dedichiamo invece ad una passeggiata ai giardini reali, i Royal Botanic Gardens Victoria, veramente da non perdere.

Tappa 2 – Alice Springs e Uluru (19-21 dicembre)

Il 19 dicembre ci svegliamo alla buon ora e prendiamo un volo per Alice Springs, porta di accesso per il deserto e soprattutto per Uluru, il gigante monolite sacro agli aborigeni.

Quando stavamo programmando il nostro tour australiano, le scelte che si sono presentate erano sostanzialmente due: prendere un volo per l’aeroporto di Ayers Rock, a pochi minuti da Uluru e dai lodge, oppure volare su Alice Springs, restarci una notte, fittare un auto in aeroporto e attraversare il deserto fino ad Uluru. Noi abbiamo optato per la seconda. I pro di questa scelta sono che il viaggio di cinque ore per raggiungere Uluru è stato veramente entusiasmante, e avevamo voglia di vivere l’esperienza dell’on the road nel deserto australiano. I contro sono che il viaggio è abbastanza lungo e stancante soprattutto se si decide di restare ad Ayers rock solo per una notte, come abbiamo scelto di fare noi. Inoltre Alice Spring è una cittadina desolata e degradata. Quasi completamente deserta, al centro del paesino ci sono al massimo tre fast food e un supermercato. Tutto intorno è deserto, in tutti i sensi. Le strade sono gremite di aborigeni che si abbandonano per strada o sui prati e che sembrano (forse giustamente) non gradire molto la presenza dei turisti. Speravamo di impiegare il pomeriggio visitando un centro di ricovero per canguri, ma sfortunatamente era chiuso per tutto il mese di dicembre.

In conclusione il mio consiglio è volare su Alice Springs, fittare un auto e arrivare ad Uluru, restarci due notti e poi ripartire dall’aeroporto di Ayers Rock (noi invece siamo tornati ad Alice Springs, quindi abbiamo percorso 1000 km in due giorni).

Ad ogni modo, Uluru ci ha lasciati molto più sorpresi di quanto ci aspettassimo: trovarsi al cospetto di un luogo sacro e senza tempo ti coinvolge completamente anche se non lo vuoi.

Le indicazioni per Uluru sono molto chiare e il biglietto di ingresso per il parco costa circa 75 dollari (utilizzabile per tre giorni). Una volta entrati nel parco ci si dirige al cultural center, in cui si potrà assistere ad una serie di spiegazioni/video/testimonianze su Uluru e sulla cultura aborigena. Lì vi verrà consegnata anche una mappa su cui troverete una serie di percorsi a piedi per poter girare intorno al grande monolite. Sono tutti molto facili (assolutamente pianeggianti) e richiedono al massimo un’oretta di cammino che potrete intraprendere in autonomia (o in determinati orari insieme ad una guida gratuitamente). Noi abbiamo optato per il Kuniya walk. Abbiamo visitato Uluru a dicembre, cioè in piena estate, quando il caldo è negli orari di punta asfissiante, pertanto se anche voi decidete di viaggiare durante l’estate australiana, vi consiglio di programmare la visita di Uluru nelle ore meno calde, tipo all’alba o  al tramonto, in cui peraltro i colori di Uluru diventano ancora più sorprendenti. Altro consiglio assolutamente importante: prima di dirigervi ad Uluru comprate uno di quei cappellini con la retina sul volto (li vendono in uno dei negozietti di Ayers rock), diversamente preparatevi ad un assalto di mosche sul viso che non vi lasceranno nemmeno un secondo di tregua.

Dopo mezza giornata ad Uluru, decidiamo di recarci al nostro hotel nel deserto, davvero molto bello (le sistemazioni sono davvero poche e anche abbastanza costose, quindi vi consiglio di prenotare con largo anticipo). Qui facciamo un bagno in piscina per rigenerarci e conosciamo una coppia di italiani nostri coetanei, con cui decidiamo di comprare dei noodles da asporto e di cenare nel deserto. Guardare il sole tramontare su Uluru è una di quelle visioni che non dimenticherò mai. Insieme a noi c’erano tante altre macchine, quindi non temete, non vi sentirete mai soli. Piuttosto mi sento di segnalare che una volta calato il buio, sappiate che se avete del cibo con voi, questo potrebbe attirare l’attenzione di simpatici topolini del deserto (simpatici si fa per dire, io sono scappata in macchina!).

È il 21 dicembre, ci svegliamo all’alba, salutiamo i nostri nuovi amici livornesi e ci rimettiamo in macchina direzione Alice Springs. Sulla strada incontriamo pochissime macchine, qualche canguro morto sul ciglio della strada. L’immagine di Uluru ci accompagna almeno per 200 km dalla nostra partenza, questo da veramente l’idea della sua immensità. Immaginate se da Napoli riusciste a vedere in lontananza il Colosseo!

Tappa 3 – Adelaide (21-25 dicembre)

Arrivati in perfetto orario all’aeroporto di Alice Springs, consegniamo la macchina e ci imbarchiamo per Adelaide. I voli interni in Australia sono comodissimi, sempre in orario, e non siamo mai stati sottoposti a controlli di sicurezza diversi o più rigidi di quelli standard.

Breve parentesi sulla guida in Australia: non ho trovato complicato guidare a sinistra, bisogna farci un po’ l’abitudine, seguire le altre macchine specialmente nelle rotonde, ma si può fare senza problemi.

Arriviamo ad Adelaide e ci sistemiamo in albergo, poi ci perdiamo un pò nel centro. Adelaide è una città piccola e concentrata, visitabile a piedi in un pomeriggio, piena di ristoranti, bar e giovani australiani. L’ho trovata molto più autentica di Melbourne, con un’atmosfera decisamente più australiana e meno europea. Ad Adelaide abbiamo visitato il Cleveland Wildlife, a pochi km dal centro città (abbiamo usato tantissimo Uber per gli spostamenti fuori dal centro e ci siamo trovati benissimo in termini sia di convenienza economica sia di velocità per raggiungere le destinazioni)  che consiglio perché è un parco naturale immerso nella foresta di eucalipti che vi darà un’idea sulle varie specie di animali che incontrerete durante il vostro viaggio in Australia. Potrete accarezzare i koala e dar da mangiare a centinaia di canguri e wallaby, osservare i dingos, il diavolo della Tasmania e molti altri ancora.

Il terzo giorno ad Adelaide lo dedichiamo a Kangaroo Island che poi è il vero motivo dello stop ad Adelaide. Premetto che solo un giorno a Kangaroo island non è sufficiente, pertanto consiglio di prenotare una notte sull’ isola e dedicarvi due giorni pieni. Noi abbiamo degli amici che vivono ad Adelaide perciò abbiamo viaggiato con la loro auto, in caso contrario è obbligatorio fittare un auto e girarla in autonomia. Ci sono molti tour di uno o due giorni che organizzano visite dell’ isola con partenza da Adelaide ma vanno prenotati con largo anticipo  e comunque girarla con i vostri tempi secondo me non ha paragoni.

Da Adelaide impieghiamo circa due ore per raggiungere Cape Jervis, dove imbarchiamo l’auto (biglietti prenotati giorni prima online) e in 45 minuti siamo a Penneshaw, cittadina portuale a K. I. in cui a dire il vero non c’è niente di interessante a parte un supermercato, dove consiglio di fare rifornimento di acqua e snak, perché lungo la strada non troverete molti punti di ristoro. Non credo di esagerare se affermo che K. I. vale da sola il viaggio in Australia, io ne sono rimasta completamente rapita! È un’isola interamente immersa nella natura selvaggia, solo natura e animali. Mi è sembrato di vivere in un documentario di National Geographic! Avendo solo un giorno a disposizione abbiamo dovuto fare delle scelte rispetto alle cose da visitare, anche perché le distanze tra il porto e le varie attrazioni è abbastanza considerevole. Così abbiamo fatto una breve sosta a Little Sahara (ingresso libero, molto carino per fare qualche foto) dove abbiamo incontrato due meravigliosi canguri e un po’ meno meraviglioso pitone nero enorme. Fate molta attenzione!

Abbiamo poi proseguito per Flinders Chase National Park dove abbiamo pagato un ticket di ingresso per visitare diversi siti del parco naturale tra cui  Remarkable Rocks (vale assolutamente la pena anche perché qui abbiamo potuto osservare i leoni marini) abbiamo poi continuato per il Parco dei koala, Hanson Bay Wildlife Sanctuary (che va prenotato con largo anticipo) e abbiamo fatto una puntatina a Vivonne bay beach (ma nonostante fosse estate, c’era molto vento e faceva fresco). Avremmo voluto vedere anche Seal Bay, dove ci sono i leoni marini, ma non abbiamo fatto in tempo perché chiudeva alle 17. Controllate sempre gli orari di chiusura durante il vostro viaggio in Australia! Chiude tutto molto prima che da noi, basti pensare che alle 20 i camerieri nei ristoranti passano per i tavoli a chiedere le ultime ordinazioni prima che la cucina chiuda!

Tornando a K. I, abbiamo avvistato tantissimi altri animali di cui non conosco neppure il nome (spesso ci hanno attraversato la strada i famosi draghi di komodo), ed è stata un’esperienza incredibile che ci ha lasciato senza parole.

Riprendiamo il traghetto alle 20 e rientriamo ad Adelaide per le 23, questa giornata è stata lunghissima ma indimenticabile.

L’indomani è la vigilia di Natale, decidiamo di comprare qualche regalino in centro per i nostri amici che hanno organizzato una vigilia multietnica con i loro amici australiani (in realtà provenivano da ogni parte del mondo) e di fare un po’ di spesa all’Adelaide Central Market (mercato molto grande, molto fornito, che vi consiglio di considerare per una sosta).

Piccola parentesi sul periodo natalizio: scordatevi l’atmosfera che si respira in Europa! In Australia il Natale è una festa poco sentita, troverete solo di rado qualche addobbo e qualche alberello di Natale non troppo convincente. La Vigilia di Natale i negozi hanno chiuso molto prima del solito e verso le 15 Adelaide era totalmente deserta. Per cui, se sarete in Australia durante i giorni di Natale, pensate bene a come organizzare la vostra giornata.

Ad ogni modo, la sera trascorreremo una delle più divertenti vigilie di natale della nostra vita a cucinare pesce e imburrare tartine con persone provenienti da ogni parte del globo ed a ballare con loro. 

A noi la sosta ad Adelaide è piaciuta parecchio ma credo dipenda soprattutto dal fatto che abbiamo trascorso gran parte del tempo con i nostri amici, in caso contrario sappiate che quattro giorni ad Adelaide sono davvero tanti e rischiate di annoiarvi!

Tappa 4 – Cairns (25 – 29 dicembre)

Il 25 dicembre il nostro viaggio di nozze continua alla volta di Cairns, finalmente si va al mare!

Il pranzo di Natale per fortuna è organizzato gratuitamente dal nostro hotel, naturalmente non si tratta del nostro tradizionale pranzo ma restiamo in piscina a chiacchierare con altri sconosciuti ragazzi provenienti da tutto il mondo. Anche qui comunque, troviamo la città deserta! Cairns è una cittadina molto turistica che affaccia sul mare, che però non è balneabile, infatti prenotiamo un hotel con piscina (anche se al centro della città c’è una piscina pubblica gigantesca che funge da mare).

A Cairns troviamo un clima vacanziero, la città non è niente di che ma l’abbiamo scelta nel nostro tour perchè rappresenta la porta di accesso per la barriera corallina, infatti ha un aeroporto ben collegato con le più importanti città australiane. Qui sappiamo già che una parte considerevole del nostro budget di viaggio sarà impiegato per i tour organizzati. Infatti prenotiamo subito in una delle decine di agenzie che incontriamo percorrendo le vie del centro, l’escursione a Green Island (consiglio di prendere quella base che comprende solo il trasporto a 90 dollari circa) e li trascorriamo una giornata bellissima, facciamo il bagno in un mare fantastico e avvistiamo anche uno squalo! Il sole a Cairns picchia parecchio, anche quando il cielo è nuvoloso, quindi non dimenticate mai la protezione solare!

Il secondo giorno lo dedichiamo alla escursione nella foresta pluviale “Rainforest” (pagata circa 100 dollari a persona) che consiglio assolutamente, il terzo giorno alla grande barriera corallina (costo 150 euro circa a persona e li vale tutti, basti pensare che abbiamo nuotato con una tartaruga gigante).

Non starò qui a raccontarvi i dettagli delle escursioni per non rovinarvi la sorpresa, posso solo dire che tutte e tre sono assolutamente imperdibili! Ce ne sarebbero state altre da fare, tipo Fizroy island e Ruanda ma non c’è stato tempo. Comunque, se come noi sarete a Cairns d’estate, oltre alla protezione solare, non dimenticate l’ombrello perché potrebbe capitare di beccare intere giornate di pioggia (non temete, è una pioggerella per lo più leggerissima che non vi impedirà di vivere la vacanza). Durante la fase dell’organizzazione del viaggio eravamo indecisi tra Cairns e le isole Whitsunday che pare siano un vero paradiso, abbiamo optato per Cairns unicamente per una questione di voli/coincidenze. Un altro consiglio che mi sento di dare a chi decide di trascorrere qualche giorno a Cairns è di prenotare una notte a Green Island (solo una mi raccomando!).

Segnalo inoltre “Cooper”, un ristorante veramente eccellente sulla via principale di Cairns,in cui abbiamo mangiato ottima carne.

Tappa 5 – Sydney (30 dicembre – 2 gennaio)

Il 30 ripartiamo per Sydney, ci aspetta il capodanno tanto agognato! L’hotel è nella zona di Chatswood, a 20 minuti circa dal centro, durante la fase di organizzazione del viaggio non siamo riusciti a trovare niente di più vicino al centro a prezzi ragionevoli, ma va bene così, la metro funziona benissimo ed a noi piace camminare a piedi  (per obliterare il biglietto basta passare la propria carta di credito sulla apposita macchinetta ai tornelli).

Sydney è come l’avevamo immaginata: enorme, piena di grattacieli, negozi, ristoranti e gente… tanta gente! Scattare fotografie alla baia più famosa del mondo, all’Opera House e all’Harbour Bridge, è stato un privilegio che non dimenticherò mai.

Il giorno di Capodanno è stato un po’ “perso” nel senso che non abbiamo visitato la città ma abbiamo dedicato tutto il giorno all’attesa della mezzanotte e dei celeberrimi fuochi.

Per ammirare i fuochi avevamo due opzioni:

  • acquistare molti mesi prima dei biglietti sul sito ufficiale del Capodanno a Sydney (a pagamento e non, a seconda della zona prescelta) e prepararsi a molte ore di file e di attesa in mezzo a centinaia di migliaia di altre persone
  • prenotare un ristorante con vista fuochi che nella maggior parte dei casi avrebbe comportato una spesa considerevole (basti pensare che la media una cena vista baia/fuochi costava circa 500/700 dollari a persona).

Noi abbiamo optato per una via di mezzo: abbiamo deciso di prenotare un ristorante che ci avrebbe consentito di attendere comodamente la mezzanotte, senza un costo eccessivo, e rinunciando probabilmente alla migliore vista sui fuochi (ma comunque degna),

I fuochi sono durati 12 minuti esatti, è stato emozionante per me non tanto assistere allo spettacolo, che in sé e per sé non è niente di straordinario, quanto per il fatto di partecipare ad un evento mondiale, che avevo visto tante volte in tv e che la maggior parte delle persone probabilmente non vivranno mai nell’arco di una vita. Mi sono sentita fortunata.

Una volta terminati i fuochi, il centro di Sydney (fermata della metro Circular Quay) si svuota molto velocemente ed assicurarsi un posto in metro è stata un’impresa titanica, specialmente perché la linea che dovevamo prendere per arrivare al nostro hotel attraversava l’Harbour Bridge, che è rimasto inaccessibile per qualche ora dopo i fuochi.

Pertanto, per tornare in hotel ci abbiamo impiegato circa 3 ore. È stato davvero estenuante.                              

Passato il Capodanno, finalmente possiamo dedicarci alla visita della città: il centro si gira a piedi in poco tempo, i quartieri più “importanti” sono abbastanza concentrati e comunque c’è poco da visitare e molto più da vivere.

Il primo giorno del 2023 lo dedichiamo interamente alla iconica spiaggia di Bondi beach, insieme ad i nostri nuovi amici livornesi, che è assolutamente imperdibile. Qualcuno ci aveva consigliato di trascorrere qualche ora anche a Manly beach ma il tempo corre velocissimo e non basterebbe un mese per fare tutto quello che avevamo preventivato.

Il secondo giorno dell’anno invece, grazie all’auto noleggiata dai nostri amici, raggiungiamo le Blue mountains (a due ore di auto dalla città) che pare siano annoverate tra le tappe imperdibili di qualche giorno a Sydney. La particolarità è che all’imbrunire le montagne cambiano colore e diventano bluastre. Sicuramente è stata una gita piacevole, specialmente perché eravamo in compagnia, ma non mi sento di metterla nella lista delle cose da non perdere. Ciò che mi sento invece di sconsigliare senza dubbio è lo Scenic world, una funivia e un trenino a strapiombo che attraversa la zona circostante alle blue mountain, nella foresta pluviale. Costa tantissimo rispetto al servizio offerto (circa 70 dollari in due) è super turistico, ci sono file interminabili e non c’è niente di straordinario da vedere. Non ci andate!

Il 3 gennaio, sempre di buon mattino, abbiamo il volo per Melbourne dove due giorni dopo ci attende il volo di ritorno per Roma. Il sogno ad occhi aperti sta per giungere al termine, è ora di tornare a casa. 

Parentesi sul clima: l’estate in Australia non è proprio come la nostra perché il clima varia da zona a zona, ad esempio a Melbourne abbiamo trovato un clima ben lontano dell’essere estivo e nemmeno primaverile, lo paragonerei piuttosto ad un nostro fine marzo. Ad Alice Springs e nel deserto faceva molto caldo (tipo agosto in Italia) mentre a Cairns abbastanza caldo e parecchio umido. Ad Adelaide direi che c’era un clima primaverile così come a Sydney (con picchi di caldo durante il giorno).

Siamo tornati in Italia con il cuore colmo di emozioni e ricordi. In Australia ci siamo sentiti a casa, nonostante la distanza, non abbiamo mai avuto la sensazione di essere in un altro mondo. Ci siamo soprattutto sentiti ospiti di una natura rigogliosissima e generosa che ci ha sorpresi ogni volta. Nuotare in mezzo a centinaia di pesci coloratissimi, tra mante e tartarughe giganti , attraversare la foresta pluviale su un fiume infestato da coccodrilli, dar da mangiare ai canguri, oppure osservare i koala dormire sui loro alberi di eucalipto, è qualcosa che ci porteremo dentro per sempre. L’Australia è una terra immensa e affascinante, ricca di sorprese, e sicuramente tre settimane sono sufficienti solo per dare uno sguardo e ambientarsi ma se potessimo tornare indietro, continueremo a sceglierla come meta del nostro viaggio di nozze.

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