Viaggio di nozze Americano
GIORNO 1 MALPENSA-NEW YORK Il viaggio è stato piacevole e una volta atterrati sbrighiamo velocemente i controlli di routine e via in taxi verso il nostro albergo hotel Hamsley sulla 42’ a meno di dieci minuti da Times Square. In quei giorni la hall era in fase di restauro ma nonostante questo inconveniente ci siamo trovati benissimo e comunque eravamo preparati, infatti, pochi prima della partenza abbiamo ricevuto un’e-mail della direzione dell’albergo che si scusava dell’inconveniente. Alle 15.30 entriamo nella nostra camera al 17’ piano con una vista mozzafiato, giusto il tempo di una doccia e siamo subito in strada pronti a lanciarci per le vie di New York, all’inizio siamo un po’ impacciati il caos è tanto, tutto ci ricorda il set dei nostri telefilm preferiti, ma noi abbiamo solo un giorno e mezzo non possiamo sprecare tempo. Passeggiando per le strade che sembrano fiumi gialli tanti sono i taxi, raggiungiamo l’Empire State Building e lì decidiamo di acquistare per 57 dollari a testa un biglietto per tre tour guidati della città con i famosi bus scoperti e con il senno di poi direi che è stata la scelta più azzeccata, infatti, anche solo di passaggio siamo riusciti a vedere tutte le cose più significative della Grande Mela. Iniziamo subito il primo tour, il downtown tour, durata due ore partenza davanti all’Empire State Building poi Flat Iron Building e via attraverso Little Italy, China Town e l’East Village passando davanti al palazzo delle Nazioni Unite, Rockefeller Center poi, costeggiando il Central park, il tour termina passando per Broadway, Madison Square Garden e ritorno all’Empire. Terminato il tour ci rendiamo conto di essere stanchi e affamati ma siamo troppo carichi di adrenalina per andare a letto vogliamo goderci NY ancora un po’. Ceniamo in un’affollatissima pizzeria in Times Square dove per 15 dollari in due mangiamo un’ottima pizza margherita con due bibite. A questo punto siamo pronti per il secondo tour NY by Night che ci porta fino a Brooklyn passando per il famoso ponte, in lontananza vediamo anche la Statua della Liberà illuminata. Prima di concludere la nostra interminabile giornata ci godiamo ancora un po’ di luci in Times Square, considerando il fuso orario siamo in piedi da circa un giorno e mezzo e la stanchezza si fa sentire per qui decidiamo di raggiungere il nostro albergo. GIORNO 2 NEW YORK Ci svegliamo carichi e pronti ad affrontare il nostro ultimo giorno NY vogliamo vedere ancora tante cose ma il tempo stringe. Dopo un caffè rigorosamente americano e un ottimo muffin da Starbucks partiamo per il terzo tour Uptown city tour. Costeggiamo Central Park e arriviamo fino ad Harlem, dove rimaniamo affascinati dalle case e dalle coloratissime vetrine dei negozi, passiamo davanti alla splendida Cattedrale di St John, al Lincon Center, al museo di storia naturale e al famosissimo museo Guggenheim. Il tour termina in torno alle tredici e prima di proseguire le visite dedichiamo un po’ di tempo allo shopping, dove riusciamo a fare ottimi affari. Verso le 15.30 ci rechiamo alla più vicina fermata della metropolitana per le ultime due tappe della nostra breve visita alla Grande Mela, l’esperienza della metropolitana a NY ci sentiamo di sconsigliarla soprattutto nei periodi caldi perché pur essendo precisa e organizzata è un ambiente sporco e manca veramente l’aria. In meno di mezzora siamo alla fermata di South Ferry e appena usciti dalla metro vediamo la Statua della Libertà davanti a noi; ci mettiamo in coda per prendere il battello ma purtroppo alle 17.30 la biglietteria chiude e noi non riusciamo a salire per cui dobbiamo accontentarci di fotografare la statua dalla riva. Senza perderci d’animo ci dirigiamo verso Ground Zero ma all’arrivo scopriamo che la zona è tutta circondata da alti muri prefabbricati e all’interno si nota un gran movimento di camion e operai, un pensiero a quanto è successo è d’obbligo e a giudicare dal silenzio dei turisti che affollano la zona non siamo i soli a rivedere quelle immagini davanti agli occhi. Terminiamo la giornata passeggiando tra le luci e i negozi fra Times Square e la 42ma strada. Alle 4.00 di domani mattina il nostro taxi verrà a prenderci a portarci in aereo porto ma NY ci manca già. GIORNO 3 NEW YORK-SAN FRANCISCO Alle sette di mattino decolla il nostro aereo e dopo poco più di sette ore e mezza, bagagli alla mano, siamo pronti per buttarci alla scoperta di San Francisco. Il nostro viaggio è stato progettato proprio perché entrambi desideravamo visitare questa città che ci incuriosisce da sempre per cui siamo veramente emozionati. Il taxista che ci accompagna al nostro albergo è simpaticissimo ha origini napoletane parla perfettamente l’italiano e ci dà un sacco di dritte per goderci la città. Il nostro albergo hotel Hilton è una zona comodissima vicino a Union Square e perfettamente servito da tutti i mezzi, in meno di cinque minuti a piedi raggiungiamo l’ufficio del turismo dove troviamo un gentilissimo anziano signore di origini italiane che ci tempesta di domande sull’Italia e ci riempie di consigli per il viaggio. Per 18 dollari acquistiamo una tessera valida tre giorni per poter utilizzare tutti i mezzi di trasporto terreni vale a dire Cablecar, bus e tram. Nonostante sia passato mezzogiorno (fuso orario californiano) fa veramente freddo, c’è un sole bellissimo e un cielo incredibilmente azzurro ma il vento è gelido. Dopo uno spuntino veloce in un ristorante messicano decidiamo di raggiungere il lungo mare o embarcadero in cablecar, troppo forte nonostante non sia affollato restiamo aggrappati al corrimano esterno, l’abbiamo visto fare troppe volte nei film per rinunciarci. Giunti a Fischermanwarf siamo finalmente nella SF tanta sognata piena di gente di negozi bellissimi e di ristoranti dove gustare ottimo pesce fresco. Saliamo subito sul primo battello per il tour Golden Gate – Alcatraz, la città vista dal mare è bellissima, tra le casette spunta la maestosa Transamerica Pyramid una torre, a forma di piramide appunto, che possiamo definire come l’equivalente di SF dell’Empire States Building di NY; in cima alla collina di Telegraph Hill salta subito all’occhio Coit Tower una torre dalla singolare forma di lancia antincendio costruita in onore dei pompieri della città. Se sulla città splendeva il sole più ci avviciniamo al Golden Gate e più il cielo si ricopre di nuvoloni neri e una volta giunti sotto il ponte siamo avvolti dalla nebbia e con l’umidità la temperatura è scesa notevolmente ma il fascino di una dei ponti più famosi al mondo ci lascia senza parole. Allontanandoci dal ponte sentiamo il calore aumentare e una volta giunti all’isola di Alcatraz splendo nuovamente il sole; la guida ci racconta la storia del famoso penitenziario e fa cadere la nostra attenzione sul mare gelido e perennemente mosso spiegandoci come fosse impossibile fuggire dall’isola a nuoto. Giunti a riva optiamo per una bella passeggiata, SF è tutta un continuo sali-scendi e alcune strade sono veramente ripidissime; dopo un’oretta di cammino ci troviamo davanti le famosissime curve di Lombard Street, raccogliamo le forze e decidiamo di percorrerla tutta in salita e poi al ritorno in discesa. Oramai il sole è tramontato e se già faceva freddo nel pomeriggio ora si gela per qui rimandiamo tutto al giorno dopo.
GIORNO 4 SAN FRANCISCO Come per tutto il viaggio siamo in piedi presto e subito ci fiondiamo fuori dall’albergo alla ricerca di un locale tipicamente americano dove fare la nostra prima colazione vera colazione americana; lo troviamo in Union Square, bellissimo sembra uscito da un film, per appena dieci dollari a testa ci servono succo d’arancia, pancakes, toast, uova e bacon e per finire l’immancabile tazzone di caffè. Union Square è come ogni mattina affollata di artisti che espongono le loro opere, la giornata è bellissima e finalmente il caldo californiano si fa sentire per cui decidiamo di farci una bella camminata fino a Washington Square dove ammiriamo la splendida San Peter and Paul Church la chiesa dove si sposò Marilyn Monroe e poi via in cablecar fino al porto. Passiamo praticamente tutta la giornata in totale relax passeggiando prima sul lungo mare e poi al molo di Pier39 fra i più di cento negozi alcuni dei quali veramente belli altri totalmente assurdi. Giunti in fondo al molo ci troviamo di fronte ad uno spettacolo da togliere il fiato il cielo azzurro intenso senza neanche una nuvola che va ad unirsi diventando quasi una cosa solo con il mare blu, a separarli l’isola di Alcatraz e le decine di vele colorate dei winsurf e dei catamarani e, a riva, su piattaforme tutte per loro centinaia di foche che una vicina all’atra si scaldano al sole libere di andarsene ma innamorate come noi di questa splendida città che tanto abbiamo desiderato vedere e che non ha deluso le nostre aspettative. GIORNO 5 SAN FRANCISCO – YOSEMITE PARK Alle nove siamo negli uffici della Hertz e poi cartine alla mano siamo in partenza sulla nostra americanissima macchina pronti per avventurarci sulle strade californiane direzione Yosemite Park. Sulle strade americane si viaggia benissimo, sono ben segnalate ed è facile orientarsi con le cartine anche senza navigatore. Lasciamo SF attraversando il Bay Bridge uno dei ponti più lunghi del mondo; e in un attimo passiamo dalla città alla campagna e poi alla foresta mano a mano che avviciniamo al parco; incontriamo luoghi che sembrano dipinti tanto sono belli e lungo il viaggio ci fermiamo spesso per goderci il panorama e scattare foto. Per tutta la durata del viaggio abbiamo evitato le autostrade e scelto strade meno trafficate questo, ci ha fatto perdere un po’ di tempo ma ne valsa sicuramente la pena. Finalmente alle 4 del pomeriggio siamo all’ingresso Est del parco, paghiamo il pedaggio di 20 dollari a veicolo e ci consegnano una tessera che permette con questa cifra di entrare nel parco per cinque giorni. Ci dirigiamo subito allo Yosemite Village l’unico posto all’interno del parco dove è possibile chiedere informazioni all’ufficio dei ranger oppure fare acquisti presso un bar-negozio di souvenir, ma la nostra attenzione cade subito sul museo di storia indiana con tanto di ricostruzione all’esterno di un autentico villaggio indiano. Questo parco famoso per le splendide cascate e le enormi rocce granitiche offre la possibilità di fare numerosi escursioni e di vedere molti animali selvatici e credeteci è di una bellezza indescrivibile. Verso le 19 il sole oramai tramontato da un pezzo e noi risaliamo in macchina per andare alla ricerca del nostro motel all’ingresso sud del parco; all’arrivo siamo veramente soddisfatti della scelta il Beast Western Yosemite Park motel è veramente accogliente, un cottage rustico completamente immerso nel verde e nel giardino davanti alla nostra camera piscina e idromassaggio…… dopo tutto siamo in viaggio di nozze e un po’ di relax c’è lo meritiamo. GIORNO 6 ATTRAVERSO IL PARCO FINO A MAMMOUTH LAKE Oggi ci aspetta un viaggio piuttosto lungo dobbiamo attraversare tutto il parco fino all’uscita nord ma prima di metterci in viaggio vogliamo fare una puntatina al Mariposa Grove Sequioia Park. Questo parco noto per le sequoie giganti si trova all’entrata sud dello Yosemite e anche se non ha le dimensioni del più famoso Sequoia Park vale comunque la pena di essere visitato perché offre una grande quantità di sequoie alcune di dimensioni veramente incredibili oltre ad essere molto ben tenuto e piacevole per un’escursione. Prima di mezzogiorno siamo in macchina e via attraverso il parco; davanti a noi scorrono panorami bellissimi e continuiamo a scattare foto, nel pomeriggio poi a rendere ancora più particolare il panorama ci si mette pure un po’ di pioggia l’unica che incontreremo lungo tutto il viaggio. Nel tardo pomeriggio siamo fuori dal parco e iniziamo la salita che ci porterà a Mammoth Lake. Al nostro arrivo ci ritroviamo in un’attrezzatissima stazione sciistica, la cosa ci fa veramente sorridere perché se si parla di California si pensa subito a mare, spiagge, solo e costumi da bagno oggi abbiamo costeggiato ghiacciai e ora siamo in una camera con vista sulle piste da sci. Il paese è molto caratteristico gli impianti sono funzionati perché anche se non c’è neve le piste vengono utilizzate per lanciarsi in folli discese con le mountain bike, ci sono pochissime case ma una moltitudine di alberghi e motel e dei locali molto belli; ovunque per le strade e nelle camere ci sono cartelli che avvisano di non lasciare cibo nelle auto e di non andarsene in giro di notte perché la zona è abitata da molti orsi. GIORNO 7 MAMMOUTH LAKE-LAS VEGAS Partiamo alla volta di Las Vegas, oggi ci aspetta la Death Valley, a mano a mano che lasciamo il confine della California il Nevada si presenta totalmente diverso, il verde diminuisce fino a diventare pressoché inesistente e i colori predominanti sono le varie tonalità di giallo e marrone. Se prima le strade erano tutte molto trafficate la Death Valley è tutt’altra cosa, a mano a mano che scendiamo verso il deserto ci rendiamo conto di essere quasi soli tranne una macchina che vediamo in lontananza davanti a noi e qualche rara moto; fa veramente molto caldo, non siamo mai stati cosi contenti di possedere una macchina con l’aria condizionata, in più i cellulari e la radio non prendono per cui le battute ricordando famosi film horror sono d’obbligo. I cartelli stradali poi non aiutano a stare tranquilli incontriamo la deviazione per la cittadina di Furnace Creek e per le Funerale Mountains; circa a metà dell’attraversata troviamo un autogrill con motel e distributore di benzina utile per non restare a piedi in mezzo al deserto ma decisamente poco economico poiché il prezzo del carburante è quasi il doppio di quello che abbiamo trovato fino ad ora. Verso le quattro raggiungiamo finalmente Las Vegas e in un attimo troviamo il nostro albergo l’Imperial Palace in stile giapponese che si rivela l’unico in tutto il viaggio a non averci soddisfatto con personale piuttosto maleducato e anche la pulizia delle camere lascia molto a desiderare; la reception si trova al piano terra nel ben mezzo del casinò e c’è un caos infernale perdiamo più di un’ora per il check-in e almeno un’altra mezzora per cercarci la camera visto le indicazioni ai piani sono piuttosto scarse. Quando verso le otto usciamo dall’albergo troviamo una città completamente diversa, sembra di stare in un parco divertimenti pieno di luci e spettacoli, per le strade c’è una quantità inimmaginabile di gente, i negozi e le boutique hanno lasciato il posto ai casinò e ai locali notturni. Passeggiamo fra gli alberghi a tema più famosi, mai visti tanti alberghi tutti insieme e soprattutto di queste dimensioni, il nostro Imperial Palace con le sue 1300 camere è davvero piccolo se confrontato ad altri come il Caesars Palace; entriamo in qualche casinò a tentare la fortuna ma evidentemente vale il detto sfortuna al gioco fortuna in amore…… speriamo! Proprio nei casinò abbiamo incontrato i personaggi più assurdi e stravaganti, gente ricchissima che giocava fortune o finti ricchi che si giocavano fortune lo stesso; Las Vegas è in effetti una città finta, speciale proprio nel suo essere totalmente assurda. GIORNO 8 LAS VEGAS-GRAN CANYON Alle otto del mattino è tornata alla calma anche se nei casinò qualche giocatore persiste alle macchinette, noi siamo in partenza dobbiamo raggiungere Gran Canyon, quella di oggi sarà la tappa più lunga lasceremo il Nevada, attraverseremo l’Arizona, con una piccola deviazione sulla cartina entreremo nell’Utah per dare una sbirciatina alle splendide terre “rosse” e torneremo in Arizona. L’Arizona ha un fascino molto particolare le distese di cactus in contrasto con il verde dei pascoli, i ranch circondati dai recinti del bestiame, gli stadi da rodeo e gli immensi pick-up ci fanno credere di essere in un set cinematografico. Per le 19.00 raggiungiamo il villaggio sud di Gran Canyon giusto in tempo per goderci il tramonto, è talmente bello che ci porteremo per sempre nella mente questo momento. All’entrata del parco paghiamo 25 dollari e riceviamo il pass valido per sette giorni insieme alle cartine della zona e dei sentieri per le escursioni. Raggiungiamo il nostro motel e scopriamo che il personale è indiano come tutti quelli che lavorano all’interno del parco; lungo la strada nel pomeriggio abbiamo incontrato molte riserve indiane dove abbiamo fatto acquisti, collane e bracciali lavorati a mano in argento e pietre davvero molto belli. GIORNO 9 GRAN CANYON Entro le due dobbiamo ripartire o non raggiungeremo mai la destinazione che ci siamo prefissati per la sera ma non possiamo assolutamente andarcene senza aver ammirato da vicino le profondità dei Canyon. Ci informiamo alla reception e ci consegnano una cartina con gli orari dei bus che fanno tappa negli osservatori dei vari Canyon, sette qui a sud. In meno di dieci minuti siamo a bordo del primo bus, sono comodissimi per chi come noi a poco tempo oppure, sempre come noi, non è particolarmente allenato a camminare in montagna; partono ogni dieci minuti dalla piazza e fanno tappa in ogni Canyon fino a Ermit Rest sia in andata che al ritorno cosi da poter scendere e fermarsi per tutto il tempo che si vuole, il tutto completamente gratuito. Lo spettacolo del Gran Canyon è veramente unico, impossibile da descrivere, ci sembra di essere su un altro pianeta tanto è particolare. Una volta completato il giro siamo decisamente in ritardo sulla nostra tabella di marcia ma perdiamo ancora un po’ di tempo a gironzolare per il village per fare ancora qualche acquisto e poi via partenza per l’ultima tappa del nostro viaggio Los Angeles. GIORNO 10 LOS ANGELES Questa notte abbiamo pernottato in un motel lungo la strada a Kingman, ma alle sette siamo già in partenza sulla mitica route 66; nel primo pomeriggio raggiungiamo Los Angeles e subito siamo sommersi dal caos, le strade sono le più grandi mai viste e sono percorse da una quantità inimmaginabile di auto. LA è molto belle ed elegante ma molto caotica e disorganizzata oltre ad essere molto più cara delle città che abbiamo visitato; all’ufficio del turismo non sono stati in grado di darci molte informazioni per cui non siamo riusciti a viverla come avremmo voluto. Appena arrivati, convinti di poterci spostare facilmente con i mezzi pubblici abbiamo riconsegnato la macchina all’agenzia Hertz, purtroppo ci siamo poi resi conto che senza un proprio mezzo a LA è parecchio complicato muoverci. Il nostro albergo l’Holiday Inn si trova in Figueroa Street proprio di fronte al Grammy Museum e allo Staples Center, il famoso stadio dei Lakers, questa sera c’è una partita e la cosa che ci fa riflettere è vedere entrare nello stadio famiglie intere con bambini al seguito, tifosi di due squadre diverse che entrano dallo stesso ingresso ignorandosi completamente, siamo italiani quindi abituati ad immagini da stadio ben diverse. Passiamo la serata ad “ispezionare” la zona intorno all’albergo dove scopriamo non esistono negozi ma solo ristoranti e bar molto alla moda e soprattutto palestre, mai viste tante palestre in un’unica via. GIORNO 11 HOLLYWOOD La nostra vacanza sta per finire ma non possiamo lasciare LA senza passare per Hollywood anche se dieci giorni di levatacce mattutine cominciano a farsi sentire, quindi, decidiamo di concederci qualche ora di sonno in più. In tarda mattinata riusciamo a farci derubare da un taxista che in meno di 20 minuti ci porta a Hollywood per la diciamo modica cifra di 70 dollari, al ritorno ci metteremo il doppio del tempo e ne pagheremo solo 50. Hollywood è piuttosto deludente nella nostra fantasia c’è la siamo immaginata una zona allegante piena di gente alla moda e negozio super firmati invece ci ritroviamo una gran quantità di sexy shop sporchi e degradati, negozi di tatuaggi dove per pochi dollari ti tatuano praticamente in vetrina e un’infinità di negozi di souvenir. La famosa via delle star si riduce alla piazzetta davanti al Teatro Cinese dove ci sono le famose impronte e firme dei personaggi famosi e dove, ovviamente pagando, puoi farti fotografare con finti attori o finti protagonisti di film e cartoni animati. E’ la nostra ultima sera negli Status per cui ci concediamo una romantica cenetta in un elegantissimo ristorantino, nel quale gustiamo un’ottima cena a base di carne per una cifra tutto sommato economica, infatti considerando il posto spendiamo solo 40 dollari a testa. GIORNO 12 LOS ANGELES-LONDRA-MALPENSA E’ il giorno della partenza, ci svegliamo presto con l’idea di fare un salto in spiaggia ma prima dell’ora di pranzo dobbiamo liberare la stanza per cui ci rimane giusto il tempo di concederci un ultima fantastica colazione di quelle che solo in America si possono fare e di comprare qualche maglietta dei Lakers nel negozio dello Staples Center. In un attimo arriva il momento della partenza davanti a noi abbiamo un lungo volo di dieci ore fino a Londra e da lì altre due ore fino a casa dove arriveremo fra 20 ore scalo londinese compreso. Solo ora ci rendiamo conto di essere veramente stanchi, non è stato certamente un viaggio rilassante tutto mare spiaggia, abbiamo percorso 2700 miglia in macchina e visitato ogni città e ogni parco il più possibile per quanto ci fosse concesso dal tempo; purtroppo dodici giorni non ci hanno permesso di vedere tutto ciò che desideravamo ma sono stati sufficienti per farci innamorare degli States. Abbiamo desiderato tanto questo viaggio e non ha deluso le nostre aspettative per cui ci sentiamo di consigliare a tutti di provare l’esperienza americana perché ovunque vi troverete avrete sempre l’impressione di essere sul set di un film.