Viaggio d’emozioni
Venticinque giorni di emozioni.
Ottomilanovecento chilometri con un Pt Cruiser della Crystler.
Sei Stati: California, Arizona, New Mexico, Colorado, Utah, Nevada.
Otto città importanti:Los Angeles, San Diego, Phoenix, Tucson, Santa Fe, Albuquerque, Las Vegas, San Francisco.
Tantissimi i parchi, ve ne nomino qualcuno e avrò modo di parlarvene con calma: Organ Pipe, Saguaro, White Sands, Grand Canyon, Petrified Forest, Antelope Canyon… Un viaggio ricco di avventure, di brividi, di emozioni forti, di contraddizioni, di meraviglia e stupore.
Eppure non è la prima volta che vado negli Stati Uniti, eppure ogni volta è diverso.
Forse sono io che sono diversa. Ogni giorno cambio, ogni giorno cresco, ogni giorno vedo qualcosa che il giorno prima non vedevo. Rispetto agli altri due viaggi, ho imparato a usare gli occhi unitamente con il cuore. Vedo e sento.
E durante il mio viaggio ho visto e ho sentito.
I panorami, i colori, i profumi. Ho ascoltato i racconti degli indiani nativi. Il tono della voce bassa, il modo di parlare lento. Mentre mi raccontavano com’era nati la terra e il cielo. Il viso rugoso e due lunghe trecce nere che contornano il viso e storie che mi portano in un’altra dimensione.
Ho stretto un rapporto speciale con la natura. Passando il tempo quasi esclusivamente in mezzo al deserto, in mezzo ai boschi, alle rocce, e avvicinandomi dove possibile agli animali: cavalli allo stato brado, cervi, uccelli di tutti tipi come aquile e corvi, road runners, e ancora coyote, volpi…Quest’anno per sfortuna (o per fortuna?) non ho avuto a che fare né con orsi né con puma.
Ho riempito la mia anima di pace e silenzio e come mi è stato consigliato da un’indiana della tribù dei Navajo ho fatto il possibile per lasciare i miei cattivi pensieri e le mie tristezze, li, nell’Antelope Canyon, luogo di grande fascino e ammaliatore d’animo.
Ho conosciuto persone speciali. Ho tastato con mano la differenza di ceti sociali: l’americano povero e l’americano ricco, l’indiano povero e l’indiano ricco.
Mi sono sentita viva e felice, libera e innamorata della vita.
Mi sono sentita triste e sola, e tanto piccola di fronte all’immensità della natura. Ho capito una volta in più che viaggiare fa parte di me, capire il mondo, vederlo con i miei occhi,tastarlo con le mie mani.
Percorrere miglia e miglia solo per raggiungere un posto da vedere.
Mangiare nei localini tipici, i Diner della Route 66 o le Steak House di qualsiasi paesino sperduto.
Dormire nei motels con i Queen o i King Size beds.
Fare il Continental Breakfast con il caffè allungato e i muffins o i donuts giganti.
Fare un pieno della macchina con appena 30 $.
Emozionarsi per un tramonto o un’alba. Spaventarsi per il buio pesto della notte.
Viaggiare sempre di continuo e ritornerei in questo posto mille volte ancora.
Sono tornata da qualche giorno.
Ho tante cose da raccontare. Ho tante cose da dire.
Ho la testa, il cuore e l’animo pieno. Ricomincio con grinta.
Un viaggio così ti da tanto.
Ti fa capire tanto.
E ti mette l’energia giusta per ricominciare la vita quotidiana con una marcia in più.